"mu^
LA BIBLIOFILIA
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE. MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA
DA
LEO S. OLSCHKI
Anno XIII (1911-1912) — Volume XIII
L^y
FIRENZE
LEO S. OLSCHKI - EDITORE
MDCCCCXII
z
Q^ c3>> <D^ c3io <D^>^ c3^ c3^ c3^ <:3^ c3i^ c3^ c3^ c3^ c3^ c3!i->
INDICE DEGLI ARTICOLI
Ancona, (D') Paolo. Di altri codici mi-
niati di scuola fiorentina posseduti
dalla Libreria Olschki di Firenze. (Con
due tavole fuori testo) .... Pag. 317
Avena, Antonio. I libri del notaio vero-
nese Bartolomeo Squarceti da Cavajon
(1420). (Con una illustrazione) . 240, 324
Balsamo, A. Pubblicazioni di carattere
bibliografico e intorno alla storia del-
l'arte tipografica. (Con 4 fac-simili). 102
— Vedi Pubblicazioni.
BoiNET, A. Courrier de France 139, 183, 336
Bonaventura, Arnaldo. Una grande pub-
blicazione di bibliografia musicale.
(Con 5 illustrazioni) 117
Cassuto, Umberto. Incunaboli ebraici a
Firenze 222, 384
Castellani, G. Note tipografiche Fanesi:
Giacomo Moscardi da Verona (1560-
1572). (Con 4 fac-simili) 59
Celani, Enrico. La Biblioteca Angelica
(1605-1870). (Con 8 illustrazioni) . i, 41
— Il carteggio dei Barberini. (Con una
illustrazione) 172, 376
D'Ancona, P. — Vedi Aìicona.
Frati, Carlo. Bollettino Bibliografico Mar-
ciano. (Con iS illustrazioni) . . 78, 253
Teall, Gardner. American notes. ... 24
Inghuem (D'), a. Bibliographie chinoise
et japonaise. (Con 2 fac-simili) . . 8
Notizie 37
Prezzi di autografi in Inghilterra e in Ame-
rica. — La mostra classica alla Biblioteca Me-
diceo-Laurenziana di Firenze. — Preziosi cimeli
distrutti dall' incendio del Campidoglio di Al-
bany. — Un cimelio artistico-bibliografico. —
Per la biblioteca Ambrosiana di Milano. — La
Bibbia di Gutenberg pagata 250.000 lire. — Un
manoscritto del secolo XIII. — La nona riunione
della Società Bibliografica italiana. — Un nuovo
repertorio per gli amatori di stampe.
Notizie P<^g- 109
Le vicende di un prezioso manoscritto e per
la tutela del patrimonio bibliografico italiano. —
La Bibbia di Re Giacomo I. — Un centenario
inglese. — Gli scritti vinciani. — Una lettera
inedita di Goethe. — Manoscritti di Swinburne.
— La pili antica carta topografica. — La nuova
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. — Il
« Libro dei martiri » di Foxe all'asta per 200.000
lire. — La Libreria antiquaria di Jacques Ro-
senthal di Monaco.
Id.
Id.
159
Un manoscritto che rimpatria. — La Biblio-
teca del Poeta Mario Rapisardi. — Manoscritti
e Cimeli Mazziniani donati al Comune di Ge-
nova. — Un re negro arrestato per furto di
libri. — Per l'avvenire della carta. — La colle-
zione del commediografo De Courcelles. — Le
opere minori e postume dì Giosuè Carducci. —
L' edizione nazionale degli scritti di Leonardo
da Vinci. — La mostra storica del grande Ar-
chivio di Stato napoletano. — Una grande pole-
mica intorno ad un piccolo volume. — Società
per lo studio della miniatura francese. — Espo-
sizione di fogli staccati della Biblioteca dal « Bòr-
senverein » a Lipsia. .
Id.
231
L'edizione monumentale della « Divina Com-
media». — L'educazione del libro. — Un biblio-
mane neir imbarazzo. — La « Divina Commedia»
in francese ed in inglese. — L'attività del « Bri-
tish Museum ». — La propaganda biblica. —
Lln' opera inedita di Purcell. — Una Lega con-
tro il prestito dei libri. — Il catechismo di
Luigi XIV. - Un manoscritto inedito di Franz
Liszt. — La scoperta di un quinto Evangelo ?
— Un caso curioso di bibliocleptomania. — La
IX Riunione della Società Bibliografica italiana.
— Piano analitico della Mostra d'iconografia po-
polare italiana. — Il più grande papiro. — Una
bibliografia delle opere siderurgiche, metallur-
giche, ecc. — Le pubblicazioni coloniali italiane.
— Dalla Bastiglia.... a Pietroburgo.
308
L' Italia nella Biblioteca di Berlino. — In
memoria della « Tipografia Elvetica ». — La
vendita Huth. — La prodigiosa biblioteca del
LA BIBLIOFILIA
conte di Fortsas. — Il primo aviatore. — L'in-
cendio della Biblioteca dello Stato di New York.
— Le più antiche impressioni di Gutenberg. —
Le opere stampate dalla Tipografia del sec. XV
all'esposizione di Torino.
Notizie Pag- 354
Un prezioso codice tripolino. — Per un ca-
talogo universale degli incunaboli. — Il valore
di un manoscritto di Wagner. — Esposizione di
cimelii all' Istituto Musicale Luigi Cherubini di
Firenze. — I libri più grandi.
Id.
Id.
432
Gli inizi della stampa inglese. — Bibliote-
che ebraiche. — La scrittura ebraica antica. —
Il Museo della Scala di Milano. — Codici ita-
liani della biblioteca di Kopenhagen. — Heures
de Milan. — Il Boccaccio di Giovanni senza
paura. — Pubblicazioni leonardesche. — Alcune
notizie di bibliografia artistica. — Il Pievano
Arlotto in Germania. — Una nuova edizione di
Rabelais. — Cartografia Romana. — Bibliografia
Alfìeriana. — Quelques manuscrits précieux.
475
Il tesoro biblico di Pierpont Morgan. — Le
collezioni di Pierpont Morgan ritirate da Lon-
dra. — I Disegni della R. Galleria degli Uffizi.
— Denigrazione del libro. — Alcune lettere ine-
dite di Voltaire. — La disinfezione dei libri. —
L' inaugurazione della biblioteca di Leo S. Ol-
schki. — Un prezioso manoscritto fiorentino re-
stituito all'Italia. — I torchi di Leonardo da
Vinci. — Una donazione cospicua. — l'n legato
di un milione di Marchi. — Riproduzioni di
stampe di Jacques Callot. — I ritratti di Sha-
kespeare. — Quelques Manuscrits fori précieux.
Olschki, Leo S. Quelques Manuscrits
fort précieux. (Con 3 fac-simili e 5
tavole fuori testo) 13
Olschki Leo S. Quelques Manuscrits fort
preciéux. (Con 6 tavole fuori testo).
Pag, 134
— Id. (Con 2 illustraz. e 7 tavole fuori
testo) 216
— Id. (Con II illustraz. e 4 tavole fuori
testo) 412
— Id. (Con 6 illustr. e 4 tavole fuori
testo) 462
— Livres inconnus des bibliographes. (Con
un fac-simile) 349
— Id. (Avec 4 fac-similés) 468
Pubblicazioni di carattere bibliografico e
intorno alla storia dell'arte tipogra-
fica. (Con 6 illustraz.) .... 102, 300
— Vedi Balsamo.
SoRANZO, Giovanni. Domanda .... 299
Sorbelli, Albano. Le strane vicende di
un' impresa tipografica. — Il terzo
volume della Historia di Bologna del
Ghirardacci. (Con 4 illustrazioni) . .
357. 437
Teall — Vedi Gardner.
Tenneroni, Annibale. Il Libro di una
Fraternità di San Sebastiano. (Con
una illustrazione) 165
Vaganav, Hugues. Les Romans de che-
valerie italiens d' inspiration espagnole
(Essai de Bibliographie)
124, 200, 27S, 394
Valgimigli, a. English Courier ....
27, 92, 189, 292, 422
Vetidite pubbliche . . 108, 153, 351, 431, 470
Zambra, Luigi. Corriere d'Ungheria . .
19, 137, 345
c3^ Q^ <D^>-* <D^ c3^ c2s>> c3^ <D^ c3^ c3^ <D^>^ Q^ <D^>i c3^ c3s^
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
Angilberga — Vedi Salterio.
Angiò (d') Roberto, Sennones (da cod.
Marc.) Pag. 274
Bermudo, Instrunientos inusicales, 1555
(frontisp.) 120
Biblioteca Angelica, Sala di lettura . . 50
Calò Pietro da Chioggia, Legendae de Sanc-
tis, voi. I (facs. da cod. Marciano) 82
Cartario, pianta di Roma (a. 1576), Par-
ticolare 2
Cerone Pietro, musicista, suo ritratto . . 121
Cina, Poesia cinese. La /emine et la rose,
silografia francese del 1830 . . . 9, io
Contrasto dell'anima col corpo, Redaz, in
prosa del sec. XV (pag. facs. di cod.
Marciano) 79
Corona della Vergitie Maria, Venezia,
e. 1500 (da fondo Olschki) . . 300, 302
Dante, Divina Commedia, Cod. Landiano
di Piacenza, (facs. d. Explicit) . .104
Duranti Guill., hi sacrosanctum Liigd. Con-
cilium commentarius, Fani, 1569 (marca
tipografica) 73
Erbario anojiimo, del sec. XV (facs. da
cod. Marciano) 83
Eustazio di Tessalonica, Commentarii in
Odysseam, autografo (da cod. Marc.) 255
Evangelia IV, lat., mss. perg. sec. X (di
proprietà Olschki) .... 14, 15, 16
Ferriol, // libro sulla danza 119
Foca Niceforo, Ritratto (da cod. Marc.) 262
Fozio — Vedi Photius.
Fuenllana, Miguel de, Libro de musica,
1554 (front.) 122
Ghezzi, Tre disegni a penna . . 47, 48, 52
Ghirardacci Cherubino, Suo ritratto (da
una stampa del tempo) . . . Pag. 359
— facsimile d'una pag. della sua Storia
con le annotazioni di G. Bentivoglio 364
— facs. della i^ pag 441
— facs. di pagina autografa 451
Gioia, generale degli Agostiniani (disegno
del Ghezzi) 52
Giustinian Leonardo, Canzonette (da cod.
Marc.) 276 e 277
Gozzi Gaspare, Capitolo, autografo (facs.
di pag. da cod. Marciano) .... 91
Horae, mss. perg. di scuola frane, sec.
XIV, tavola f. t. d. disp. i^.
— Id. sec. XV, 2 tav. f. t. d. disp. i^ ;
5 tav. f. t. d. disp. 4.^ ; 7 tav. d. disp.
5*-6^ e pag. 412 sgg.
— Id. di scuola fiamm. sec. XV, due tav.
f. t. d. dispensa i^.
— Id, provenienti dalla bibliot. di Maria
Leczinska 217-218
— Id. secundum usum Rothomagensem,
sec. XVI. tav. f. t. d. disp. lo-ii.
Lectiones in Evangelia, mss. fr. sec. XV
(di proprietà Olschki), Due tav. f. t.
d. disp. lo-ii*.
Lezionario d. Bibl. Civica di Piacenza (facs.
di una carta) 106
Liber fraternitatis rosaceae coronae, s. 1.
(14... •) 350
Libro de la Compagnia, Fano, Moscardi,
1564 (frontespizio) 67
Ludovici Antonius, De occultis proprieta-
tibus rerum, Olyssipone, 1540 (iniziali
e marca) 468-9
vili
LA BIBLIOFILIA
Aristotele Pag. 78, 149. 246, 471
Arrianus et Hanno I53
Art de bien vivre, 1492 I53
Arte, Pubblicazioni d' 3^
— Vedi Firenze.
Artemidoro i53
Ascoli di Puglia 376
Astrologia, opere di 248
Attavanti (degli) Attavante, min. . . . 31S
Audubon 47°
Aulo Gallio 478
Aumont, duca di 187
Autografi, vendita di 108, 343
— di lettere, Vendita di 25
— vendita della collez. di K. Geibel di
Lipsia 37
— Prezzi in Inghilterra e in America 37 sgg.
Avellino 376
Aversa 377
Aviazione, Il primo cultore dell' . . . 313
Avicenna, Canone (vers. ebr.), 1491-92 . 390
Babington 472
Bacon Judge 427
Bacone 2>c,^ i53. 473
Balbo Gio 306
Baldus de Ubaldis 471
Balsamo A — \'edi Catalogo.
Balzac ... 186, 198, 339
Bandiera, fratelli 162
Bang Willj-, Suoi studi sul « Codex Cu-
manicus » 269
Banville (de) Théodore 148
Barberini, Loro carteggio conservato nella
Barberiniana . . . 172 sgg., 376 sgg.
Barezzi Barezzo, tip 74
Barham R, F 471
Bar-Hebraeus 149
Bari 377
Barlaam e Giosafat 184
Barlaanius monacus 426
Barlow 32
Bartolozzi 427
Beaumarchais 187
Beaumont and Fletcher 471
Beda 157, 247
Beethoven, L. van . . . 38, 108, 194, 343
Behrmann \\'., Ueber die niederdeutschen See-
biicher, 1906 86 sgg.
Beihati 149
Belcastro -stv
Benevento Pog- 378
Bentivoglio, famiglia 363 sgg.
Bentivoglio Guido . . .361 sgg., 437 sgg.
— Antongaleazzo 363
— Annibale 363
Berchet G 311
Bergerac (de) Cyrano 1S4
Bergomensis J. Phil 352
— Petrus 472
Berlan Francesco 78
Berlino 36
— Biblioteca Reale 305 sgg.
— L'Italia nella Bibl. R., 308
— La tipogr. a 305 sgg.
— Storia della legatura a . . . . 305 sgg.
Bernardo (S.) So
Bernardy Amy A., Venezia e il Turco,
Firenze, 1902 89
Berners Juliana 153
Bertoni Giulio, Correzioni al testo della
« Passione » edito dal Boucherie,
1910 266
Bessarione, card 80, 155
Beverley 472
Beverly Robert 474
Biadego Giuseppe 60
Biagi G I IO
Bibbia 157, 24S, 430 sgg.
— in Inghilterra 35
— del re Giacomo I, la i* bibbia inglese
e sua efficacia nel popolo inglese . 113
— di Gutenberg venduta per L. 250.000 40
— ebr 222 sgg.
— Propaganda biblica 232
Bibbie 306
Bibbie, collezione di 293
— latine, mss. miniati del sec. XIII (di
proprietà Olschki) 21 sgg.
— a 42 linee 138
— alla vendita Huth 426
— mss. in dialetto di Pierpont Morgan . 475
— vendute 153 sgg.
Biblia, 1567 1S4
— historialis 184
Bibliocleptomania, un caso di . . . 235 sgg.
Bibliografia. Pubblicazioni di ....
102 sgg., 300 sgg.
— musicale — \'edi Musica.
— di Roma 310
— d' Italia antica 310
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
IX
Bibliografia di Parigi Pag. 340
— di opere siderurgiche, metallurgiche, ecc. 237
— coloniale italiana 237
— di pubblicazioni recenti relative a co-
dici o stampe della Biblioteca Mar-
ciana di Venezia . . 78 sgg., 253 sgg.
— di libri sconosciuti — Vedi Libri
— del tempo di Napoleone 137
— delle Ore, Offici, Hortuli, animae, Co-
ronae B. M. V., Rosaria, Cursus B.
M. V 137
— cinese e giapponese S sgg.
Bibliomane {u7i) in imbarazzo . . .231 sgg.
Biblioteca Ambrosiana di Milano . 39 sgg.
— Angelica, notizie storiche i sgg., 43 sgg.
elenco dei bibliotecari 58
— Nazionale di Firenze. Posa della prima
pietra 116
— — sua storia 116
— Mediceo-Laurenziana, mostra classica
della 38
— civica di Piacenza, mss. della . . . 102
— Marciana — Vedi Bibliografia.
— nazionale di Parigi — Vedi Parigi.
— imperiale di Pietroburgo 238
— (supposta) del conte di Fortsas . 312 sgg.
— Vedi Ryland.
Biblioteche — Vedi Parigi.
— ebraiche 433
Bibliotheca Lindesiana ..... 27 sgg.
Bidpai 153
Bione 343
Bisceglie 377
Bisignano 377
Bisticci (da) Vespasiano .... 317 sgg.
Bitetto 378
Bitonto 378
Blake W 154, 352
Blasoni, Dizionario dei 63
Blathwagh W 38
Boatieri Pietro 248
Boccaccio G 142, 154
— De casibiis virornm ili 434 sgg.
Bodenham John 154
Boece Hector 426
Boezio S 154, 247
Boffito G 23
Boiano 378
Bologna, vicende della sua storia scritta
dal Ghirardacci . . 357 sgg., 437 sgg.
Bonaparte Giuseppe Pag- 862
— Luciano 181
Bonaventura A 355
Boncompagno 248
Bonincontrius Laurentius, Vaticinitim a.
1488 349
Bonnart 344
— Trouvain et J. Mariette 344
Bora, Catarina di 108
Bossuet 342 sgg.
Botticelli S 315
Bouchet Jean 154
Bouilhet 185
Bourdeille (de) Pietro 149
Bourget 1S6
Bouvelle (de) Charles 154
Bova 378
Bovino 378
Brahms Io 108
Brandt Seb 154
Brantòme 186
Bratti Ricciotti — Vedi Giomo.
Braun G 184
Bray Anna Eliza 154
Brenz loh 108
Breviario di Filippo il Buono .... 20
— francescano 21 sgg.
Breviarium Grimani, (ed. de Uries) . . 36
Breydenbach. Bern. v 154
Brillat Savarin 186
Brindisi 378
Brofferio A 311
Bronte Charlotte 472
Brovv J. C 425
Browne, Sir T 425
— W 425
Browning Barrett Rob. ed Elis. . . 24 sgg.
Brugi Biagio, Un parere di Se. Maffei in-
torno allo Studio di Padova, Venezia,
1909-1910 90
Brugman J 425
Brunswick 425
Brunus, vescovo 425
Bry (De) 28
Bryant W. Cullen 154
Budapest — Vedi Ungheria.
— Catalogo dei mss. d. bibliot. Universit. 139
Bughetti Benvenuto, Descrizione della Co-
rona della B. V. M., Venezia, 1500 e.
300 sgg.
LA BIBLIOFILIA
Bunyan John . Pag. 31, 116, 162, 1S9, 431
Buonavita A 425
Burney Fr 425
Burns Robert .... 194, 425 sgg., 470
Burton R 425
Bury (de) R., bibliografo . . 94, 154, i57
Butler 425
Button Gwimnets . 38
Byrd W 425
Byron i94, 425
Caccia, mss. di 34i
Cadamotto 86 sgg.
Caiazzo 378
Callot lacques, incisore 337
— Riproduzione di sue stampe .... 479
Calvi 378
Calvino Gio 108
Cambridge -231 sgg.
Camden 154
Campagna 378
Campbell Thomas 154
Canne 378
Canova 1S7
Capaccio 37S
Capgrave lohn 154
Capo d' Ischia 384
Cappelloni Lorenzo 107
Capri 380
Capua 380
Carducci Giosuè, Pubblicazione di sue
opere postume . 161
Cariati 380
Carinola 380
Carjaval 344
Carlo II d' Ingh 102, 198, 296
— V 108, 193
— V, Sua vita mss 141
— VI di Francia 140, 341
— IX, di Fr 340
Carmelianus Petrus 154
Carreras y Daga Joan, musicista bibliofilo 117
Carrol Lewis 470, 472
Carta (la) e il suo avvenire 161
Cartiere di INIorlaix 144
Cartografia — Vedi Roma.
Cartularia 144 sgg., 148 sgg.
Caserta 380
Cassano 380
Cassiodoro 247
Castellano, music 355
Castellamare Pag. 380
Castellaneta 380
Castellani Vincenzo 74
Castello Giuseppe, mss. sull'incoronazione
di Carlo II 102, 198
Casti 107
Castro 381
Catalogo dei mss. della civica biblioteca
di Piacenza, di A. Balsamo . . 102 sgg.
Catania 381
Catanzaro ■ . . . 381
Caterina d'Aragona 193
— da Siena (S.) — Vedi Thomas.
Catherina (S.) de Senis, Leggenda, sec. XV
mss. min. (di proprietà Olschki) 22 sgg.
Cauvet 185
Cava 381
Cavalleria — Vedi Romanzi.
Caxton \V., tip 97, 306
Cefali! . . . . • 381
Celsus A. C 154
Cennini Bernardo 271
Centenario della i'^ traduz. inglese della
Bibbia 113 sgg.
— Vedi Bibbia.
Cerf Barry, The Franco- Italian « Cheva-
lerie Ogier », Chicago, 1910-1911 . . 264
Cerone Pietro, musicista . . . .121 sgg.
Cervantes 1S5, 188
Cesare 186, 472
— maestro • 248
Champlain (de) Samuele 154
Chanson de Roland 198
Chapmann George 154, 352
Charles 194
Chaucer GeofTrey 154
Chenier 186
Chichmaref Vladimiro, Di alcune « Enfan-
ces » dell' Epopea francese, Pietro-
burgo, 1910 264
Chieti 381
Chopin F 108
Choul Gugl 154
Cicerone . . . 147, 154, 1S4, 245 sgg., 724
— nella bibl. Nazion. di Parigi .... 339
— Epistole, mss. di Piacenza .... 107
Cina — Vedi Bibliografia.
Città, L'anima di una 196
Città Ducale 382
Claretie Jules 155
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
XI
Clarice W Pag. 155
Clemens Samuel L., \'endita della sua li-
breria 26
Clemente VIII 4
Cleriadus 155
Cleveland 24
Codex Ciinianicus 269
Codici miniati di scuola fiorentina posse-
duti dalla Libreria Olschki . . 317 sgg.
V. Olschki n&Whid. prec.
— facsimili e riproduz. nella Nazion. di
Parigi 342
Coggiola G 116
Colden Cadwallader 155
Coleridge S. T 352
Colombo Cr 306
Colonie italiane — Vedi Bibliografia.
Colonna Fr 155
Comani (popolo) 269 sgg.
Combe W 470, 472
Comte August 148
Confraternita di San Sebastiano, Regola,
preci e laudi nel libro di una 165 sgg.
Conra 382
Constitutioìi fran(aise 472
Conti, principe di 187
Conti, libri di, mss 144
Contrasto dell'anima col corpo .... 78
Conversano 382
Cook, capitano viaggiatore 295
Copenhagen, Codici ital. della biblioteca
di 434
Coppée 186
Coquillart Guillaume 154
Corajio tripolino 354
Cornazano 107
Corneille 188
Corona della B. V. AL, Venezia, 1500 e,
descritta 300 sgg.
Corot, incis 150
Cortambert Eugenio 339
Cosenza 382
Costante, medico 248
Costantinopoli, biblioteche di .... 19
— Vedi hnpero.
Cotrone 382
Country Evetiings, London, 1829 . . . 470
Courbet Gustave 150
Courcelles (de) commediografo, Sua colle-
zione venduta all'asta 161
Cousin Jehan Pag. 352
Couture Thomas 150
Crawford, bibliofilo 27 sgg.
Crescentiis (de) P 426
Crescini V., Canzone francese d'un trova-
tore provenzale , 1910 .... 261 sgg.
— Per la canzotie francese di G. Faidit
261 sgg.
Crispi 162
Cromwell i^g
Cronaca dei fatti occorsi in Italia dal 1446
al I40Ò 2QQ
Cronache medievali 248
Cruikshank 27, 472
Dante Aligh 434
— di Foligno, 1472, ristampato a Torino
315 sgg.
— varii esemplari 315 sgg.
— Aldo, 1502 • • • • 473
— Divina Commedia, (cod. Landiano).
102 sgg.
— Ediz. monumentale Olschkiana della
Divina Commedia 231, 478
— La Divina Commedia in frane, e ingl. 232
Daudet A 185, 339
Davia Francesco 437
Day John 155
Defoe Daniel 155, 194
Delafosse 185
Delisle L 184, 339
Delteil Luigi 40
Demetrio Falereo 256
— epistolografo greco 256
Demostene 256
Denon Vivant 185
Dent J. H., bibliofilo, Sua libreria all'asta
31 sgg.
Denton Daniel 155
Descartes R 108, 342
Descrizione delle feste ecc., Parma, Bo-
doni, 1769 353
Deward John Alexander 296
Dialetti inglesi, Dizionario dei .... loi
Diami 436
Dickens C
33 sgg.. 99, 190 sgg., 296, 429, 470 sgg.
Dinet 185
Dinkmut 36
Dionigi Francesco [o Scì^iioné) , Amor cor-
tese, Commedia, Fano, 1570. . 75 sgg.
XII
LA BIBLIOFILIA
Diritto di proprietà letteraria . . . Pag. 98
Disciplinati — Vedi Confraterriita .
Dit des Philosophes, ms. miniato . . . 143
Donato 247, 314
Doni A. Fr 355
Dorat 1S5, 187 sgg. 352
Dostoievvsky 96
Dottesio Luigi 311
Drydens 194
Dudley 157
Dumas A 1S5 sgg., 295
Duranti Guglielmo, In Sacrosanctum Lug-
diin. Co7ic. Commentarius , Fani, 1569
73 sgg.
Durer 312
Dùvets Jean 312
Ebrei — \'edi Biblioteche, Paleografia, In-
cunaboli.
Ecolampadio Gio 108
Edizioni a buon mercato 196 sgg.
Edoardo IV 194
Eliodoro 154
Eliot 470
Elisabetta d' Ingh 155, 194
Emich Gustavo, bibliofilo 346
Encyclopedia Britaìinica 34
Enrico Vili 193
Epistolae et Evangelia, mss 157
Epistolografia greca 256
Epopea francese 264
— franco-veneta 266
Erasmo di R 108, 185, 187
Erbari 84
Erodoto 156, 473
Esopo 153, 246
Esposizione — Vedi Libri, Biblioteca.
— Vedi Firenze.
— Vedi Napoli.
— Vedi Iconografia.
— di Torino, opere del sec. XV ristam-
pate 314 sgg.
Euclide 474
Eustazio 253 sgg.
Evangelia IV, lat. mss. perg. sec. X (di
proprietà Olschki) 13, 22
Evangeliario della Bibl. Civ. di Piacenza. 105
armerticum, mss. s. XIII .... 35
Evans Lewis 470
Eyck (van) Jean, pittore 336
Ex-libris francesi 339
Expositio Sequentiarum et Hymnorum,
Coloniae, 1495 e P(ig- 472
Faidit Gaucelm 261 sgg.
Fanning Nathaniel 474
Fano, Tipografi di 59 sgg.
Fantin Latour H 427
Federico II, imper 341
Fénelon 187
Feuillet 155
Ferriol, musicografo 119
Ferro, Bibliografia del 237
Festo ... 247
Ficino 107
Fielding 194
Filelfo 107
Filicaia V 431
Firenze — \'edi Incunaboli.
— Vedi Codici.
— V^edi Biblioteca.
— Esposizione di cimelii all' Istituto mu-
sicale Luigi Cherubini 355
— Disegni della Galleria d' Uffizi pubbli-
cati dall' Olschki 476 sgg.
Fitzgerald 473
Flaubert G 185 sgg., 474
Florisello di Nicea, Historia di don, 396 sgg.
Fondi 383
Forain 150
Fortescue, {Cai. d' incunaboli) 305
Fo.xe 31, 189
— Suo Libro dei martiri venduto al-
l'asta 116, 162
Fozio, Bibliotheca 258 sgg.
France A 148, i86
Franceschini, tip 406
Francesco II di Napoli 162
Francesco d' Antonio del Cherico, minia-
tore 21
Francesco (S.) 107
— (S.), Terz'ordine di 150
Francescucci Vincenzo (T. E. Vittore) . 64
— Vedi Vittore.
Francia, Notizie librarie e bibliografiche
della ... 139 sgg. 183 sgg., 336 sgg.
— Congrès des Sociétés savantes . . . 143
— Storia di 148
— Periodici 183 sgg. 338 sgg.
Francolin 36
Franklin B 38, 155, 194 sgg.
Fraternità — Vedi Confraternita.
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
Fregulphus, 1539 Pag. 154
Freiligrath Ferd 351 sgg.
Frontino S. Giunio 247
Fuchs Léonard 184
Fuenllana (di) Michele, Libro de musica,
1554 122
Fiiger H. Fr 108
Furnivall F. J., bibliofilo 31
Fust e Schoeffer, tip 305
Gabriel i59
Gaeta 383
Gaguin Rob i55
Galileo 473
Galfridus Monumetensis 149
Gallipoli 383
Garibaldi G 162
Gautier T 185 sgg. 343
Gay John 474
Gerace 383
Geronimo (De) G. D. Alcune osserva-
zioni sul cod. Marciano (Mezzabarba,
di rime antiche), 191 1 272
Gerung Mathias 312
Geyler 474
Geymiiller, H. v 36
Ghirardacci Cherub., Vicende della sua
Storia di Bologna . . 357 sgg. 437 sgg.
Ghirlandaio 317 sgg.
Giacomo 1 113 156
Giappone 183
— Vedi Bibliografia.
— Contes du vieux Japon .... 11 sgg.
Giobbe (ebr.), 1487 226 sgg.
Gioia, generale degli Agostiniani . 51 sgg.
Giomo Gius, e Bratti Ricciotti, Codici, do-
cumenti mss. e fonti per servire alla
storia della medicina, Venezia, 1909 . 90
Giorgi Agostino Antonio 6
Giornalismo in Inghilterra, Suoi inizi . . 432
Giovanni Damasceno (S.) 184
Giovanni Senzapaura 434 sgg.
Giovenale 156 sgg.
— e Persio, Aldo, 1501 474
Giovinazzo 383
Girgenti 383
Girolamo (S.) 32, 156
Giuliani e Cerato, tip 406
Giurispriidenza, opere medievali di. . • 248
Giuseppe Flavio ^ . . i57
Giusti G 311
Giustiniano fag. 248
Giustinian Leonardo 275
Giusthtianee 107
Giustino, martire 154
Glanville Bart 155
God Save the King, Sua origine .... 96
Goethe W 36, 1S7, 429, 472
— Suoi autografi ....... 108, 115
— Caterina Elisab. . 108
Goetz Walter, Kònig Rober voti Neapel,
1910 273
Gòtz von Berlichingen 108
Gohory Jacques 155
Goldsmith 194, 296
— 473
Goncourt 186
Gonin Fr., Disegni illustrativi dei Pro-
messi Sposi alla Braidense .... 39
Gorges 155
Goudeau 186
Goya 36, 155
Gozzadini Francesco 363
Gozzi G 90
Graduale 43 1
Graffigny, mad. de 344
Grammatica ebraica, Napoli, 1492 . 390 sgg.
Grammatiche antiche lai 247
Grassi (de) Giovannino, miniatore . . . 142
Gravina 383
Gray Thomas 32, 352
Greenwood Th. — Vedi Libreria.
Gregorio Magno i55
Grisell, lady 423
Grisone Federico 184
Griffio, tip 133
Grolier, leg i55
Gualterotti 352
Guardi, Suo disegno venduto per lire
40,000 161
Guardia . 384
Guglielmo da Saliceto 107
Guicciardini Fr i54
Guido da Montefeltro 273
Guizardus, magistrus 247
Guldinbeck 349
Gutenberg, Le più antiche ediz. di. . . 314
Hablot K. Browne 472
Haenel .109
Hain L 354
Hall James 47i
XIV
LA BIBLIOFILIA
Haklvyt Rice Pag. 155
Hamilton 186
— Ant 155
— Emma I55
— \V 162
Hamor Ralph 32, 155
Hardy Thomas 427 sgg.
Harnack Adolfo 308 sgg.
Hawthorne Nathaniel 471
Haydn Gius roS, 195
Hearn Lafcadio 474
Heidelberg, Legato di un milione all'Uni-
versità di 479
Heiltumsbuch, 1502 36
Heine E 108, 343
Heiss 36
Helyas 155
Hénault 188
Hennay Patrick 155
Hennepin 471
Herbert George .156
Hérédia 186
Herrick Rob 156
Heurcs del duca di Berry .... 140 sgg.
— Altre 140, 143, 147
— Vedi Horac, Ore.
Heywood Thomas 156
High J. L, Vendita della sua Libreria . 27
Hoe Robert 156
— Vendita della sua biblioteca ....
40, 95. 153 sgg- 191 sgg.
Hogarth 38
Hohenwang Ludwig 164
Holder-Egger Oswald, Der Schlussteil von
Ricobalds von Ferrara « Historia Ro-
mana », 1910 272
Holinshed Ralph 156
Holstein Luca 42 sgg.
Home (The) university Library .... 96
Hookes Nat 156
— ^orae 35 sgg.,
95. 97. 156 sgg., 184 sgg., 186, 343, 431
— Mss. di Piacenza 104 sgg.
— 1510 32
— Mss. sec. XV 471
— Mss. sec. XVI 352
— Mss. Olschki 436
— Mss. perg. sec. XIV, se. francese (di
proprietà Olschki) .... 13 sgg., 22
— Id., sec. XV
. . 17 sgg., 134 sgg., 216 sgg., 412 sgg.
Hookes Nat. Id., se. fiamminga, sec. XV
Pag. 17 sgg.
— Id., provenienti dalla biblioteca di Ma-
ria Leczinska 216 sgg.
— Id., secundum usum Rothomagen-
sem 416 sgg.
— Id., di scuola ital., sec. XVI. . . . 417
Hor sentati' s {The) Honour, 1620. . . . 426
Houghton (The) Gallery 32
Houssaie H 185
Hubbard W 156
Huber W 312
Hubert, pittore 336
Hugo V 1S6
Huth Enrico, vendita della sua Colle-
zione 193. 292 sgg., 424 sgg.
Huysmans 185 sgg. 344
Ibarra Joachin, tip 120
Ibraham S. B 156
Iconografia popolare italiana, Mostra di . 236
Illustrazioni di libri — Vedi Libri.
— colorate 98
— dei Proviessi Sposi e della Storia della
Colonna infame 39
Impero bizantino 261
Incendio di biblioteca 39
Incisione, Società per lo studio dell' 336 sgg.
Incunaboli, Cataloghi di .... 305 sgg.
— Catalogo universale degli 354
— ebraici a Firenze . . . 222 sgg. 384 sgg.
India Tullio, pittore e miniatore veronese. 22
— Bernardino, pittore, f. del precedente. 22
Inghilterra, Corriere bibliografico dell'. .
27 sgg., 92 sgg., 189 sgg., 292 sgg, 422 sgg.
— Vedi Giornalismo.
Ingoldsby 32
Inventario di libri del sec. XV — Vedi IJbr .
Inventiva Lazari 248
Irlanda, sua storia 96
Irving W 156
Ischia 384
Isernia 384
Isidoro 36
Isola 3S4
Isolellis (de) Pietro 248
Jacobus Spirensis, ludicium a. 1485. . . 349
Jacquet Jules 426
Janel . . 150
Jarry i57
— Nicola 186, 343
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
XV
Jessopp, dottor f<-^g- 232
Joannes Grammaticus 473
Johnson 37 > 298
Joly 187
Jonson Ben 156
Jourdain Sylv 156
Justinianus Augustus 185
Keats John . . 37, 156, 295, 352, 471, 473
Kempis (da) Tommaso 2)2), 156
Kent 193
Keye Ottho 156
Kilian Lucas 312
Kinnoull (lord), vendita della sua Li-
breria 426
Klein Jakob, vendita della sua Libreria . 27
Klinger 36
Kraft et Ransonnette 344
Kretschnier K., Die italìenische Portolane,
Berlin, 1909 85
Kugler Franz 344
Laborde 156
Lafayette 194
La Fontaine 156, 185, 187 sgg., 343 sgg. 474
Lalonde 185
La Marche (de) Oliver 154
Lamb 33, i93
— Charles 157, 471, 473
Lambros Spyridion P., Empereurs Byzati-
tins, Atene, 191 1 261
Lancaster (Pensilvania) 474
Langlois E., Les mss. du Roman de la
Rose, 1910 264
Lanna-Prag, vendita della Collezione. 35 sgg.
Lapidario 248
Lascaris Cost 157
Lattanzio 32, 247
Latini Brunetto 78, 341
Laudi 107
— Vedi Confraternita.
Laudonniere 157
Leader B, W 427
Lectiones in Evangelia, mss. sec. XX,
scuola frane, (di propr. Olschki). 417 sgg.
Lederer J 32
Legatura 297
— del sec. XVI in Inghilterra .... 30
— vendita di 36
Leggendario di P. Calò 81
Legrand L 344
Le Maire Jean 154
Leonardo da Vinci, Ediz. nazionale delle
sue opere .... Pag. 115, 161 sgg.
— Sua pianta di Imola 116
— Vedi Torchi.
Lepère, incis 150
Lesné 187
Lessing G. E 108
Levi Ezio, Un rimatore piacentino ano-
nimo del Quattrocento, 1909 .... 81
— Minzi Giacomo, Un capitolo inedito di
G. Gozzi 1410 90
Lex romana r aetica curiensis, mss. già di
Udine, Sue vicende 109
Legionario della Biblioteca Civ. di Pia-
cenza 105 sgg.
Libanio, Sue epistole greche 256
Liber fraternitatis rosaceae coronae . 349, 469
Librai di Roma nel Seicento 46
— Libreria pei, fondata da T. Greenwood.
92 sgg.
Libri sconosciuti ai bibliografi ....
349 sgg., 468 sgg.
— La disinfezione dei 477
— figurati 184
— (I) più grandi 356
— Lega contro il prestito dei . . 233 sgg.
— Esposizione a Lipsia di ornamenti di . 164
— rubati da un re negro 160
— ricevuti di diritto dalle biblioteche . . 297
— Crisi dei 297 sgg.
— (1) del notaio veronese Bartol. Squar-
ceti da Cavajon (1420). 241 sgg., 324 sgg.
Libro, Educazione del 231
— (II) in Francia H^ sgg.
— In Ungheria 345 sgg.
— (Il) in Inghilterra 422 sgg.
— Denigrazione del 477
— de la Compagnia, Fano, 1564 . 67 sgg.
Lille 152
Lily John i57
Lindsay David i57
Link 35
Lippmann 35^
Lipsia — Vedi Libri.
Lirar 36
Lisbona 46S
Liszt Fr 345
— Esposizione al Museo Nazionale un-
gherese su 347
— Suo ms. inedito scoperto 235
XVI
LA BIBLIOFILIA
Livingston Pag. 32
Livio 238, 247
Locher i57
Lodovici Antonius, De occiiltis proprieta-
tibus rerum, Lisbona, 1540 . . 468 sgg,
Loeben, Preliminari di 162
Londra 472
— Museo Britannico, Sua attività . 233, 237
— Catal. d. incunaboli del Museo Bri-
tannico 305
Longfellow H. W 98, 35i, 15S
Longo Sofista 157, 188
Lorris (di) Gugl 157
Loryot de Lavai Fr 154
Loti P 185
Lovelace Richard 157
Lucano 248, 473
Lucas D 427
Lucrezio 188
Luigi XI 148
— XIV 152, 195, 239
Suo catechismo 235
Lutero 28, 36, 108
Lydgate John 157
Lynch Thomas 38
Maberly 157
Machiavelli, Il nuovo 100 sgg.
Macrobio 157, 247
Maeterlinck M 185
MaflFei Se 90
Magliabechi Antonio 116
Maimon (ben) Mosè 229
— Vedi Mishnà.
Maioli Simone 74 sgg.
Maistre (de) S 1S8
Malory Thomas 157
Malvezzi Gaspare 363
Manchester, Librerie di 298
Matto (La) Jorte (ebr.), 1490 . . . 229 sgg.
Manoscritti — Vedi Francia.
— della Civica Biblioteca di Piacenza . .102
— preziosi (della Coli. Olschki), 13 sgg.,
216 sgg. 317 sgg., 412 sgg., 462 sgg. 480
— Catalogo Olschki e articolo su di esso
del dott. Tiberio Gerevich . . 20 sgg.
— della bibliot. di Budapest 139
— all'asta 35 sgg., 97
Mafioscritto della' « Lex romana raetica cti-
riensis », Sue vicende . . . .109 sgg.
Mansi Filippo 438
Mansi Frane. Ant Pag. 440 sgg.
Manzoni A 39 sgg.
Marchesi C, Trad. e compendi volgari di
antiche istorie nel sec. XIV, 191 1 . • 271
Marco Aurelio 33
Marcourt Antoine 143
Margherita di Navarra 158
Maria V. — Vedi Corona, Horae, ecc.
— Antonietta . ■ 296
— di Scozia . 193
Marivaux 188
Mark Twain — Vedi Clemens.
Markham 158
Marmi A. Fr 116
Marot CI 15S, 185
Marryat 295
Marston 15S
Martini Edgar, Eiistathianum, 1907 . . . 253
— Sua ediz. della Biblioteca di Fozio . . 25S
Martire, De orbe novo 158
Marziale t 157
Masaniello 172 sgg.
— Suo ritratto a sfumino 174
Mason 158
Massera A. F. Il « consiglio frodolente »
di Guido da Montefeltro, 191 1 . . . 273
Massimino di Trèves (S.) 149
Maupassant 185, 1S7 sgg.
Mazarinades 239
Mazzini G., mss. e cimeli suoi donati al
Comune di Genova 160
Meckenem (van) Israel 312
Mediavilla (de) Ricardus, Liber questio-
num, mss. perg. sec. XV (collezione
Olschki) 418 sgg.
Medici (de') Lorenzo 238
— Caterina 238
Medicina, Storia della 90
Melantone F 108, 312
Meissonier J. L. E 426
Mendelsohn 38
— Bartholdy Felice 108
Mer des histoires 158
Meredith G 473
Mérian Matteo, ine 150
Mérimée P 185, 188, 344
Messale 157, 431
Messico, mss. antico del 140
Meteorologia popolare 72
Meyer 158
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
XVII
Mezzabarba Ant. Isidoro .... Pag. 272
Michelino di Besozzo, miniatore . . 140 sgg.
Milano, Museo della Scala .... 433 sgg.
Milton 37, 158, 470
Miniatura 1 57, 336, 338, 34 1
— francese, Società per Io studio della . 164
Vedi Heures, Codici.
— Vendita di 431
— Vedi Horae, Evangelia.
— loro assegnazione 21 sgg.
— dei mss. Olschki 22 sgg.
— Vedi Manoscritti.
Mirabeau, frat. dell'oratore 343
Miroir historial 157
Mirrar far Magistrates 158
Mishnà, col comm. di R. Moshe ben Mai-
mon, Napoli 1492 391
Missa apostolorum 248
Mitchell Arthur, vendita della sua li-
breria 427
Modelbuch, 1599 36
Molière 158, 343, 352, 473
Montaigne 158, 186, 343
Montesquieu 158, 185, 188, 344
Monti Giacomo, tip 360
Morandotti A 308 sgg.
Moreau Hég 18S, 352
Morgan Pierpont J 163
— Sue collezioni 475
— Sua donazione all' Università di Gòt-
tingen 479
Morici Medardo i
Morin 188 sgg.
Morland George 38, 471
Morpurgo S 116
— Vecchio motivo tricolore, Sonetto di
G. Quirini, Firenze, 191 1 269
Moscardi Giacomo da Verona, tip. a
Fano 59 sgg.
Mosco 343
Mozart W. Am 108
Muglio (da) Pietro 24S
Murat Gioachino 162, 195
Musica 148, 152, 155
— Biblioteca di 33, 294
— Catalogo della Biblioteca musicale della
Deputazione di Barcellona, compilato
da Félipe Pedrell 117 sgg.
— Vedi Firenze.
Musset (de) A 187
Nanteuil Robert, incis Pag. 337
Napoli 148. 225 sgg. 384 sgg.
— Lettere ai Barberini dei Governa-
tori di 173 sgg.
— Mostra storica dell'Archivio di Stato . 162
Nasi, famiglia 317 sgg.
Necrologio della chiesa di S. Savino di
Piacenza 107
Nelson 38, 194
— Orazio 162
New York 158, 345
— Incendio del Campidoglio di Albany
che distrugge preziosi cimeli 39, 313 sgg.
— Vendite a • . . 351
Nichols John 32
Nicolaus de Ansmo 436
Nicolò Salernitano 107
— da Bologna 432
Nider 474
Nietzsche Fed . 108
Nobili (de') Ippolito 438
Norimberga, Cronica di 32, 36
Norton John 158
Novati Francesco, I Proverbi del Farina,
1910 82
Novello Vincenzo ......... 195
Novum Testamentuin, armenice, sec. XV. 35
— Vedi Bibbia.
Oberdorfer Aldo, Per l' ediz. critica delle
« Canzonette » di L. Giustinian, 191 1.
275 sgg.
Oberti de Orto 107
Odilon Redon 150
Officium B. M. V. 157
— sec. XIV 35
— codici sec. XV della Libr. Olschki.
23, 317 sgg.
— 1597 154
— 6". Crucis, etc, mass. perg. sec. XV
(Collez. Olschki) 419 sgg.
Olschki Leo S., Inaugurazione della sua
Biblioteca 477 sgg.
— Vedi Codici, Manoscritti, e Indici pre-
cedenti.
Omero 156, 245 sgg., 253
Onosander 157
Oppenord G. M 185
Oppiano 185
Orazio 156 sgg. 247 sgg.
Ordinaire de la Messe, 1733 154
XVIII
LA BIBLIOFILIA
Orda S. Romatiae Ecclesiae, mss. perg.
sec. XIV (collez. Olschki) Pag. 420 sgg,
— sec. XV 23
Ore di Torino e di Milano 434
— Vedi Offitium.
— di Torino 336
— della principessa di Croy e altre
11^ sgg., 342 sgg.
Oriolo (da) Gio., pittore 435
Ortelius Abraham 312
Ovidio 157, 1S8, 24S, 344, 470
Owen John, Sue opere 423 sgg.
Paillard, incis 150
Palare of Pleasiire 158
Paleografia ebraica 433
Paolo V 4, 8
— Diacono 434
Papiro (il più grande) contenente il Li-
bro dei ìHorti 237
Parigi — Vedi Accademia, Francia.
— Società degli Antiquari .... 142, 336
— Biblioteca Nazionale 145 sgg.
storica della città di Parigi . 152, 337
— Vendite 1S5 sgg., 343 sgg.
— Società per lo studio dell' incisione. . 336
— all'epoca classica (sec. XVII). . . . 337
— Biblioteca del Conservatorio di mu-
sica 338
— Scuola militare di Saint-Cyr. . . . 33S
— Biblioteca de l'Ecole de Charles. . 340
— Storia della tipografia a 183
— Archivi della Bastiglia 23S
Parkinson 158
Parliament of Davils 158
Parmantier Leon, Sua ediz. di Teodoreto 256
Parr Caterina 193
Pascal B 337
Passe (de) Crispin 312
Passerini G. L 478
Passio Doìnini, cod. Olschki del sec. XV.
318 sgg.
— Christi, mss. ted. perg. sec. XVI
(Olschki) 462 sgg.
Passione, poema franco-veneto .... 266
Paletta F 109
Pàtissier {Le) franfais 15S
Patrizio (S.) 94
Paulus De Polonia, Stellarinn etc, 1485 . 349
— de S. Maria 306
Peacham Henry 353
Pecquet Pietro, monaco bibliofilo del
sec. XVII Pag. 145
Pearell D. Félipe — Vedi Musica.
Peele 158
Pentateuco , Commento di R. Mosè Ben
Nachman, Napoli, 1490 . . . 384 sgg.
— col targum di Onqelos e il comm. di
Shelomo Izehaqi, 1490 386
— 1490-95 387
— s. 1. a 393
Periodici, Spoglio di . . 1S3 sgg., 33S sgg.
Persia, La pittura in 342
Perrault 1S6, 352
Persio 157, 248
Potòfi Alessandro 20
Petrarca Francesco . 107, 157 sgg. 246, 271
— Trionfi, mss. min., sec. X\' .... 23
— Aldo, 1501 353
Petrus Pictaviensis 431
Pettie 158
Pfintzing 159
Piacenza, mss. della Civica biblioteca . . 102
Pianeti, Ubro dei 107
Pietroburgo — \'edi Biblioteca.
Pillement 1S5
Pilot A., Le canzoni di Celio magno, Ve-
nezia, 1909 87
— Le «. 31 i serie d' Italia >> di L. Badoer . 88
Pindaro 473
— (Pseudo-) 246
Pindemonte 107
Pio V, 3 fot US proprius (per Fano), Fano,
156S 70 sgg.
Piovano Arlotto, Sue facezie trad. in te-
desco 435
Piranesi 344
Plannck St., tip 349
Plauto 158
Plinio 158
— Secondo 247
Ploos van Amstel 36
Plutarco 153, 246, 307 sgg.
Poe Edgar Allan 24 sgg. 158, 185 sgg. 344, 474
Pollastrelli Bernardo 107
Pompadour, mad. di 343
Poncelet Albert, Z<? légendier de Pierre
Calo, Bruxelles, 1910 81
Pontificale Romanorum, mss. min. sec. X\'. 23
— mss. del 1451, perg., ital. (Olschki) . 463
frane, sec. XV 464 sgg.
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
XIX
Pope Al Pag- 37
Porfirio 247
Portolano, Venezia, 1490 • 306
Portolani 85 sgg.
Povertà, qidstione della — Vedi Tocco.
Prayer-book 96, I97
Prières à la Vìerge I57
Privilegia etc. civitatis Valentiae, mss.
spagn. sec. XVI e XVII (Olschki)
466 sgg.
Proclo 256
Profeti poste} iori (ebr.), Soncino, ca. i486 222
Proverbi (ebr.), 1487 225 sgg.
Providence, Biblioteca dell'Università, Cat.
d. incunaboli 306
Psalterium i57 sgg.
— mss. sec. XV, min 23
— mss. ital. sec. XIV 465
Pucci Antonio, ms. delle sue Rime che
rimpatria 159, 479
Purcell Enrico, musicista. Sua opera ine-
dita 233
Purchas S 32
Qimchi David 222 sgg.
Libro delle radici, Napoli, 1490 . . 386
Napoli, 1491 389
Quares 158
Quarles Fr 353
Quaritch B., Cataloghi 31
Quénedey, incis 150
Quentel Enrico, tip 305
Quintiliano 158
Quirini Giovanni 269
Rabelais 158, 188, 198
— Nuova ediz. delle sue opere .... 435
Racine 158, t88
Raffaello 108, 476
Raleigh W 193
Rapisardi Mario, Sua biblioteca acquistata
dalla città di Catania 160
Ratdolt, tip 164
Reciieil, ecc. Paris, 1780 353
Régnard 188
Rembrandt 37
Renaudot Théophraste 337
Repetti Aless., fondatore della tip. Elve-
tica 311
Revelli Paolo, Utia Relazione dell' Abissi-
nia del 1578 88
Reynolds 38
Reynolds S. W fdg. 427
Richelieu (de) card 184
Richis (de) Leonardus, Pronosticon a. 1500 350
Ricobaldo da Ferrara (fonte dantesca per
l'episodio di Guido da Montefeltro) 272
Ridinger 36
Riforma 143, 147
Rime antiche 272
Rituale 158
Rizo Bernardino, tip 86
Roberti lohn 232
Rocca Angelo, fondatore della biblioteca
Angelica i sgg., 43 sgg.
Rochette (de la) Chardon 148
Rodurici Lodovicus 468 sgg.
Rolandinus, magister 248
Rolewinck 474
Roma 349
— Cartografia di (sec. XVI e XVII) . . 436
— Vedi Biblioteca Angelica.
— antiche piante di 2 sgg.
— librai del Seicento 46 sgg.
Roman de la Rose 264
Romanzi di cavalleria, italiani d' ispira-
zione spagnuola. L' Aniadigi di Gaula
(Saggio di bibliografia)
. 124 sgg., 200 sgg., 278 sgg., 394 sgg.
Romney 38
Rosebery, lord 422 sgg.
Rosenthal Giacomo, Nuova sede della sua
Libreria 116
Rossetti Dante 431
— D. Gab 115. 353
Rossi Girol., tip 358
— V., Fra i compagni Sempiterni, Padova,
1910 87
— I codici francesi di due biblioteche ve-
neziane del Settecento 268
Rouen, Esposizione retrospettiva. . . .153
Rousseau J. J 188, 353, 472
Rubbi G. B 439
Rubens P. P 108
Ruffo, card 162
Rumenia, libri sulla i47
Rusticucci Francesco, vescovo di Fano . 72
Rylands John 35
Opere orientali nella Libreria . . 29
Sabatier 187
Sacchi Giovenale 121
Saffo 343
XX
LA BIBLIOFILIA
Sagard-Theodat Pag. 158
Sahula (Izehaq ibn), Favola degli antichi,
Soncino, 1490, ca 387
Saint-Gelais (de) Octavien 1S5
Saint-Pierre (de) B 158
Saleman Cari, Zicr Kritik del « Codex Cu-
lìianicus », 1910 269
Sallustio 246
Salmi (ebr.), 1487 222 sgg.
Brescia, 1493 392
Salterio del sec. XIII 40
— Vedi Angilberga.
Sanso vino Fr 154
Santi — Vedi Raffaello.
Sauerweid 344
Sauvageot 36
Sauvarge ... 158
Savoia, Amedeo VI di 340
Scarselli Flaminio 370 sgg.
.Schedel 353
Schiller Fed 108, 343
Schubert Fr. ' 108
Scozia, tipografia in 430
Sebastiano (S.) — Vedi Cojifrateì'tiita.
— difensore della peste 165
— laudi di 171
Sedulio 24S
Seneca L. A 243, 247
Servio 247
Shakespeare 29, 32 sgg., 95, 97, 158 sgg. 294, 471
— Suoi ritratti numerosi 4S0
Schatzbehalter 36
Shelley P. B 193, 353, 471 sgg.
— Mary Godwin ... 353
Sibawaihi 149
Sickingen, Franz von 108
Siddons 38
Sidney Sir Philip 159
Siena — Vedi Thomas.
Silografia 305
Silvestre I. B 32
Simcoe 159
Skelton 159
Smedt (de) Carlo 142
Smith -159
— Joh" 474
— W 473
Società bibliografica ital., <f riunione 40, 236
Sofocle, scoperta di un suc^ dramma sati-
resco 428
Solino Pag. 247
Soncino 222 sgg., 387 sgg.
— (da) Gio 247
Soranzo Iacopo 26S
Spagna — \'edi Musica.
Spineda, tip 125, 133, 406
Spitzer 36
Squarceti Bartol. da Cavajon — Vedi Libri.
Stael (de) Mad 1S9
Stampa — \'edi Tipografia.
Stampe, Manuale dell'amatore di ... 40
— vendita di 312
Statuti dell'ordine di S. Michele, mss. mi-
niati 341
— et Ordinationi de la Compagnia de Sancto
Jnliano, mss. ital., XVI e XVII sec.
(Olschki) 465 sgg.
Stazio 248
Stedman E. CI., vendita della sua Colle-
zione 24 sgg.
Sterne L 159, 189
Stirling W. Al 353
Stock Elliot 97
Storia delle provincie meridionali d' Italia
nel sec. X\'I — Vedi Barberini, Car-
teggio.
— Ecclesiastica 256
.Stow 32
Strabone 153
Stradivari Ant 356
Stuardi, famiglia degli 239
Stuart Maria 187
Sturel René, Jacques Aniyot trad. de Tlu-
tarque (ree.) 307
Surtees 470
Suso 159
Svetonio 271
Swinburne 473
— A. Ch., mostra dei suoi mss. . . .115
Taddei, famiglia 317 sgg.
Tasso T 159, 18S
Tastu, madame 187
Taylor John 95
Temistio 185
Tennyson Alfredo ... 159, 351 sgg., 473
Teodoreto, Storia Ecclesiastica .... 256
Terenzio 245, 247
Teresa, Santa 13^
Thackeray. . 33, 191, 296, 353, 429. 47i- 473
Theseus '59
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE
XXI
Thetterdank Pag. 36
Theuriet 185 sgg., 188
Thil D., bibliotecario dell'Angelica 53 sgg.
Thomas de Aquino 474
— de Senis, Legenda Catherinae de Senis
mss. perg. ital. 1430-1440 (Olschki)
23, 466
Tipografia, Pubblicazioni sulla storia della
102 sgg., 300 sgg.
— Elvetica, Storia della 311 sgg.
— (La) a Fano 59 sgg.
— a Verona 60
— medievale dell' Esposizione di Torino
— Vedi Esposizione.
— in Francia 338, 340, 342
— a Parigi 183 sgg.
— origini della 184
— Vedi Torchi.
— Vedi Bibliografia.
— Vedi Incunaboli.
Tiro (di) Gugl 341
7 ironiane, note 342
Tocco Felice, La questione della povertà
nel sec. XIV, Napoli, 1910 .... 80
Tolomeo . . 246, 306
Tommaso (S.) d'Aq 248
— — di Cantilupo 296
Toni (De) Ettore, Un codice erbario ano-
nimo, Roma, 1904 84
— medico del sec. XV, Roma, 1909 84
Topografia, la più antica carta di. . . .116
Torchi (i) di Leonardo da Vinci . . . 479
Torino — Vedi Esposizione.
Tortoli Giovanni, Contenzione d'un' anima
e d' U7i corpo, Firenze, 1909 . . 78 sgg.
Tractatus varii philosophici et astronomici
mss. sec. XIV (di proprietà Olschki) 23
Tractatus de fraternitatibus in generali,
1500 350
Traicté de Peyne, poema 158
Tramezzino Michele, tip 408
Trésor (Le) de la Noblesse, 1497 . . . .183
Trevisan Bernardo 268
Tripoli, codice trovato a 354
Tritenheim (de) Jean 184
TroUope 295
Trovatori provenzali .... . 261 sgg.
Tudor Maria 193
Turkestan cinese, mss. portati in Fran-
cia dal 140
Ungheria, Corriere bibliografico dell' .
. . . Pag. 19 sgg., 137 sgg., 345 sgg.
— spoglio di riviste . 19 sgg., 137 sgg., 345
— Biblioteca Széchényi ... 20, 138, 345
Urbano Vili — Vedi Barberini.
Urbino 167
Urena, Marquis de, Reflexiones sobre la....
musica, Madrid, 1785 120
Vadé 344
Vaganay H., Les amour s de P. de Ronsard
(ree.) 307
— Les odes de P. Ronsard 307
Valentini, tip 406
Valerio Massimo 154, 247
Valla L 353
Vangelo, Scoperta d'un quinto .... 235
Vasari G. Nuova ediz. delle sue Vite . . 435
Vegezio 247
Vendita Hoe 153 sgg.
— Huth (di stampe) 312
Vendite 185, 343 sgg., 351, 47o sgg. 97, 189
sgg., 292 sgg.
— della Collezione Huth .... 193, 312
— di librerie in America . 24 sgg., 470 sgg.
— in Inghilterra .... 31 sgg., 424 sgg.
— Vedi sotto i singoli nomi propri.
Venezia . . . 125, 133,-148, 396, 406 sgg.
— Vedi Jiibliog rafia.
Venturini Leonardo, tip. . . 360, 437 sgg.
Verard Antoine, tip 183
Verona 60 sgg.
— nel sec. XV 241 sgg.
Vespucci A 159
Vicenza (da) Simeone 248
Vigna (della) P 248
Vigny (de) 189
Villon F 159
Vincentius Bellovacensis 159
Vinci (da) Leonardo, Ediz. dei suoi Qua-
derni di anatomia 435
— Vedi Leonardo .
Virgilio 147, 1S8, 247
— Eneide, mss. di Piacenza 107
— (De) Giovanni 246
Visio Fulberti 78
Vita Christi, cum Calendario, mss. ' sec.
XV ... 473
Vitruvio 247
Vittore Tito Elio, Phellina (poemetto lat.
per una cagnolina), Fano, 1562. 62 sgg.
XXII
LA BIBLIOFILIA
Vittore Tito Elio, Epistola ad L. Saxìum
Fano, 1567 Pag. 68 sgg.
— Exper lentia, Fano, 1568 ... 70 sgg.
Voltaire . • . 185 sgg., 198, 239. 343 sgg.
— scoperta di sue lettere inedite . . . 477
Voragine (a) J 36, 306, 344
Vuzola (de) Pietro 248
Wagner R 38, 108
— Valore di un suo mss 355
Walpole 159
Walton Izaac 32
Walton and Cotton 159, 473
Warning for faire ivomen ... . . 159
Washington 3^. i93 sgg., 313
Watson Henry 294 sgg.
Webley-Ackermann 150
Webster 02,
Weicher V., Sua edizione di Epistolografi
greci 256
Wellington Pug- 38
Westmacott 471
Wheatley 471
Whistler 474
Wilde Oscar 295
Wilibald Cristof 108
Willette A 150
Winthrop John 159
Wolley 159
Wordsworth W 353
Wotton Tommaso, legat. inglese, sec. XVI. 30
Wycherley W 159
Zainer Ginither, tip 164
— Johann 164
Zaltieri. tip 406
Zeli Ulrico, tip 305
Zeno Apostolo 268
Zuinglio U 108
Zutphen (de) Gerard 147
Anno XIII
Aprile 1 9 i i
Dispensa i^
La Bibliofilìa
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI
LA BIBLIOTECA ANGELICA
(1605-1870)
NOTE ED APPUNTI^')
L prof. Medardo Morici, pubblicando in que-
sto stesso periodico (2) alcuni cenni del bi-
bliofilo Angelo Rocca (e per incidenza della
biblioteca Angelica da lui fondata) (3), si
augurava che qualcuno si accingesse a stu-
diarne la vita e le opere « per cui in Roma,
e segnatamente nell' Ayigelica, troverebbe
materiali preziosi e quasi inesplorati ». Il
Morici deve essere stato tratto in inganno
da false informazioni : nell'Angelica non
esiste nulla del Rocca che possa illuminarne
la vita; nell'Archivio dell'Ordine Agosti-
niano mi si assicurò che nulla di lui si con-
servava — e debbo credere che l'informazione sia esatta; — in Vaticano, dove il
Rocca dimorava e mori, non mi riuscì di rintracciare le sue carte. Certo dovettero
esistere; le sue occupazioni letterarie, il suo commercio epistolare con i contempo-
ranei, le fatiche a prò dell'edizione della Bibbia, dovettero costituire un ammasso
di documenti che sarebbero preziosi sia per la vita del Rocca, sia per lumeg-
(i) Il sottotitolo di note ed appunti sta a significare che io non intendo fare la storia
della Biblioteca Angelica, ma solo esporre delle notizie che la lunga permanenza in essa bi-
blioteca mi diedero agio di conoscere.
(2) Anno II, disp. 9-10.
(3) L'anno di nascita del Rocca va rettificato da 1445 in 1545.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa i»
ENRICO CELANI
giarne il tempo e l'ambiente in cui visse. Non mi resta pertanto che augurare
ad altri di essere più felici di me nel rintracciare quelle carte.
*
L'area su cui sorge la biblioteca Angelica ha subito radicali mutamenti.
Come si vede dalla pianta del Cartario qui sotto riprodotta, il corpo di fabbrica
su cui sorse la prima biblioteca era completamente isolato dalla chiesa e con-
vento di Sant'Agostino, ed un vicolo pubblico passava rasente la chiesa, dove
oggi è il cancello d' ingresso della biblioteca, seguiva ove sono le scale, girava
a destra nell'attuale cortile dei frati, e sboccava, per la porteria dal convento, di
fronte al vicolo degli Spagnuoli.
1. Piazza S. Agostino.
2. Arco di S. Agostino.
3. Via delle Coppelle.
4. Via della Scrofa.
5. Vicolo degli Spagnoli.
6. Vicolo (soppresso).
7. Via dei Pianellari.
8. Via dei Portoghesi.
B. Biblioteca.
Piatila di Roma del Cartario, anno 1576.
Quelle casette isolate furono comperate dal Rocca, e li cominciò a formarsi
il primo nucleo dei libri che dovevano un giorno formare la biblioteca. Dovette
però forse o demolire o riattare molto, per accompagnare l'architettura dell'attiguo
convento, perché l'atto di donazione del 16 14 accenna appunto « alle stanze
fabricate di nuovo, contigue alla libreria che babbi no a servire per uso di
Monsignor Sacrista Donante, e doppo morte sua siano per abitazione del Biblio-
tecario o custode della libreria perpetuamente » . La donazione stabiliva pure
che il « vaso o stanza dove si deve collocare la detta libreria a questo effetto
fabricata, non si rimuova mai dalla sua forma, cioè non si dilati, né restringa ».
Nel libro delle Proposte del Convento Agostiniano ai 30 giugno 16 14 leg-
gesi: « Die 30 junii Patres vocales in sacristia capitulariter congregati decreverunt
esse fabricandas duas cellulas iuxta Bibliothecam prò Bibliothccario ad instantiam
perillustrissimi ac rev.mi d.ni vSacristae D. N. prò quibus constituendis ofFert id
Rev.mus d.nus Sacrista scuta centum reliqua fiat ex sumptibus Monasterii : et
LA BIBLIOTECA ANGELICA
hoc unanimi consensu statuerunt faciendum ». Infatti l'anno 1638 le piante di
Roma non recano più il vicolo e il fabbricato della biblioteca è attaccato al con-
vento; nel 1748 vi è ancora un cortile interno, e a quanto sembra aperto sulla
1. Piazza S. Agostino.
2. Via della Scrofa.
3. Arco di S. Agostino.
4. Via delle Coppelle.
5. Vicolo degli Spagnoli.
6. Via dei Pianellari.
7. Via dei Portoghesi.
Pianta di Roma del Nolli, 1748.
piazza di S. Agostino che però nel 181 2 sparisce, e tutto si confonde con il
fabbricato che racchiude il convento ; rimanendo però per la biblioteca un in-
gresso speciale, con una scala a parte perfettamente isolata e indipendente dal
convento.
1. Piazza S. Agostino,
2. Via della Scrofa.
3. Via delle Coppelle.
4. Arco di S. Agostino,
5. Via dei Pianellari.
6. Via dei Portoghesi,
\wm,\i
Pianta di Roma del Tournon, 181 2.
Un grande spirito di libertà informava la donazione del Rocca. In forza di
rescritti di Clemente Vili e Paolo V, egli istituiva la Biblioteca Angelica, eri-
gendone a proprie spese il fabbricato, dotandola di rendite proprie, e rendendola
ENRICO CELANI
giuridicamente autonoma : il Bibliotecario, nominato da un apposito Consiglio
dell'Ordine Agostiniano, amministrava personalmente le rendite, e solo una volta
l'anno doveva presentare i suoi conti al Generale dell'Ordine. Vi doveva essere
una sola chiave, e questa sempre in possesso del bibliotecario. E, come primo
esempio di libreria pubblica in Roma, il donatore stabiliva che il « bibliotecario
o custode sia tenuto ad aprire la libreria due volte il giorno eccetto il giovedì,
quando però nell' istessa settimana non occorre giorno di festa, e cioè la mattina
avanti pranzo, e due hore dopo il vespero nel tempo dello studio in convento;
nell'altro tempo solamente la mattina, e questo sia per obligo ; ma per cortesia
la possa aprire a chiunque e quando li piacerà. Né si neghi 1' adito ad alcuno,
o sia prete, laico, o religioso di qualsiasi Ordine che desidera stu-
diare nell'hore determinate ».
Era il Rocca nemico del prestito dei libri — e forse non aveva tutti i torti !
— tanto che stabiliva « sempre si debbano li detti Capitoli e Convenzioni in
perpetuo osservare et adempire sotto pena in evento di contravvenzione, che la
medesima libraria et altre cose, come di sopra donate, ricaschino alla Rev. Ca-
mera Apostolica per la Libraria Vaticana, con la copia della presente donazione
e lettere apostoliche ; ma non s' intenda la detta Libraria con l'altre cose ricadute
alla Rev. Camera Apostolica, né abbia luogo la caducità a favore della R. Ca-
mera suddetta, quando fosse stato rubbato qualche libro, ovvero portato fuori
dalla Libraria per studiare, ancorché questi tali caschino in scomunica latae sen-
tentiae, di maniera che non possino essere assoluti se non dal Papa, colla resti-
tutione di detti libri e di altra cosa rubbata alla Libraria ». Questa donazione
era basata su precedenti atti di Clemente Vili del i6 febbraio 1595 « Quae
nobis » e di Paolo V del 4 novembre 1609 « Cum sicut ».
Due iscrizioni ricordano l' istituzione dell'Angelica, e sono murate nell'atrio,
appena finito lo scalone.
FRATER ANGELUS ROCCA CAMERS EPISCOP. T(AGASTENSIS)
ORDINIS FRATRUM HEMITARUM S. AUGUSTINI ALUMNUS
ET APOSTOLICI SACRARII PRAEFECTUS
BIBLIOTHECAM
OMNI ARTIUM ET SCIENTIARUM GENERE REFERTISSnrAM
VIRORUM ITEM ILLUSTRIUM ICONIBUS AD VIVUM EXPRESSIS
ORNATAM
LONGO TEMPORUM SPATIO
MAGNOQ. LABORE ET SUMPTU COMPARATAM
COENOBIO S. AUGUSTINI URBIS STUDIOSORUMOUE OMNIUM
NON SOLUM RELIGIOSORUM
SED ETIAM CLERICORUM ET LAICORUM COMMODITATI
DAT DICAT DONAT
UT ANIMI GRATI PIETATEM ERGA FAMILIA:M AUGUSTINLA.NAM
PARENTEM ALTRICEM SUAM
ET ERGA LITTERATOS LITTERARUMQUE AMATORES PROPENSIONEM
VIVIS POSTERIS PATEFACIAT
ANNO SALUTIS MDCV
LA BIBLIOTECA ANGELICA
L'altra iscrizione dalla quale risulta pure l'autonomia della biblioteca è la
seguente :
BIBLIOTHECA ANGELICA
CAUTUM EST UT NE QUIS HANC BIBLIOTHECAM
VEL MINIMAM EJUSDEM BIBLIOTHECAE
SEU LIBRI SIVE CUIUSCUMQUE ALTERIUS REI
IN DIPLOMATE PONTIFICIO CONTENTAE
PARTEM AUFERRE ABSTRAHERE ALIOVE
ETIAiM STUDENDI COMMODITATE ASPORTARE AUDEAT
QUI SECUS FECERIT
ANATHEMATIS VINCULO STATIM ALLIGATUS ESTO
NON NISI A SUMISIO PONIFICE ABSOLVENDUS
QUI VERO DICTAM BIBLIOTHECAM VEL MINIMAM ITEM EIUS PARTEM
VENDERE AUT ULLO PACTO AB HAC DOMO ALIENARE AUSUS FUERIT
PRAETER EXCOMMUNICATIONIS LATAE SENTENTIAE POENAM
BIBLIOTHECAM IPSAM UNIVERSAM
CUM OMNIBUS ET SINGULIS REBUS AD EAM SPECTANTIBUS
AD CAMERAM APOSTOLICAM PRO BIBLIOTHECA VATICANA
ILLICO DEVOLUTAM ESSE SCITO.
Nell'opera del Rocca Chronìstoria de Apostolico Sacrario, Romae, 1605, sono
tessuti gli elogi dei Sacristi pontifici, ultima è la autobiografia del Rocca stesso
che in quell'anno occupava tale carica ; un indice per classi di quanto formava
il primo nucleo di libri dell'Angelica è nell'opuscolo Bibliotheca Angelica littera-
toriun litterariimque amatoriun comvwdiiati dicala, Romae, 1608. L'atto redatto dal
notaio Cusani ai 13 ottobre 16 14, ratificava tutto ciò: ed esso stabiliva come
condizioni essenziali che la biblioteca non potesse muoversi del vaso per lei
edificato, che non fosse considerata come cenobitica, che i frati agostiniani vi
potessero andare come studiosi e non come padroni ; in una parola era una fonda-
zione scientifica autonoma, vivente a sé, in locale proprio e con rendite proprie.
Il capitale assegnato al mantenimento della Biblioteca consisteva in prin-
cipio in sette luoghi di Monte che fruttavano 24 scudi l'anno : tre del Monte
Ristorato, prima erezione ; uno del Monte San Pietro, prima erezione, un altro
dello stesso Monte quinta erezione, e due del Monte Bentivoglio. Nell'ultimo suo
testamento del 7 aprile 1620 il Rocca lasciò prò pinguiori vestiario et recogmtio7ie
laborum del P. Bibliotecario prò tempore, luoghi di Monte dodici del Monte Fede,
col peso di dare dieci scudi l'anno al Converso che assisteva in libreria. Poco
tempo appresso Francesco Maria Onorati sacerdote di Jesi, con atto di Nicola
Betti notaio della terra di Conti, diocesi di Sinigaglia, dei io febbraio 1623, lasciò
un legato a favore del Bibliotecario prò tempore di ventiquattro luoghi di Monte,
con condizione che dal fruttato degli stessi si dovessero celebrare o fare cele-
brare tante Messe a ragione di bajocchi quindici per ciascuna. La signora Anna
Maria Zaccagni per il legato fatto da Lorenzo Zaccagni li 26 gennaio 1712, si
obbligava dare ogni anno, sua vita naturai durante, scudi quindici al Bibliote-
cario che doveva celebrare o fare celebrare cento Messe.
ENRICO CELANI
Il P. M. Agostino Antonio Giorgi, di S. Mauro, presso Rimini, celebre
orientalista, nel 1782 lasciò un fondo situato nel suo paese del valore di scudi 1730
il cui fruttato doveva metà darsi alla biblioteca del Convento di Rimini e l'altra
metà all'Angelica; e lo stesso Giorgi nel 1787 acquistò una casa in Genzano a
favore della biblioteca. Nella parete sinistra dell'atrio della biblioteca, lo ricorda
questa iscrizione :
ANTONIO AUGUSTINO GEORGIO
FRATRI AUGUSTINIANI V. C.
QUOD COLLEGI SUI GLORIAM
MORUM SANCTITATE
LITTERARUMQ. MONUMENTIS
POSTERITATI PROPAGA VERIT
BIBLIOTHECAM ANGELICAIM
CUI SUMMA CUM LAUDE PRAEFUIT
MULTIS VOLUMINIBUS COMPLEVERIT
REDITIBUS AUXERIT
IN TUITIONEM LIBRORUM
COEMPTIONEM NOVORUM
ET DEMENSUM DOCTORIS THEOLOGI
PRIMUM AB SE INSTITUTI
QUI BIBLIOTHECAE PRAESTO ESSET
FR. NICOLAUS SALERNO
AMICO VETERI IN CURATIONE BIBL. DECES.
M. P. A. P. C. N. CIOIDCCCIII
Monsignor Saverio Cristiani agostiniano, sacrista e vescovo di Porfirio, con
suo testamento dei 7 settembre 1792, aperto nel 1800, lasciava erede la biblio-
teca Angelica : da questa eredità si ebbe il censo di scudi 1 20 l' anno la casa
Manzoni di Forlì; capitale scudi 2500. Di lui è ricordo nell'iscrizione posta nella
stessa parete sinistra dell'atrio suddetto :
HONORI
XAVERI CHRISTIANI
NAT. PICENI FRATRIS AUGUSTIN.
DOCTORIS THEOLOGI
DOCTORIS DECURIALIS BONON.
PROVINCIALIS PROV. AEMILIAE
AB SACRARIO SEDIS AP.
PONTIFICIS PORPHYR.
CULTORIS POLITIORIS HUMANITATIS
CONCIONATORIS POETAE SUI TEMP. CLARISS.
FR. NICOLAUS SALERNO
PRAEF. BIBLIOTH. ANGELICAE
SODALI B. M. POS.
QUOD
MORIENS BIBLIOTH. HAEREDEM EX ASSE
INSTITUERIT
LA BIBLIOTECA ANGELICA
Altro censo pagava Monsignor Vecchiotti di scudi 73.62.
Monsignor Giuseppe Bartolomeo Menochio, agostiniano, vescovo di Porfirio,
ora venerabile, con testamento dei 7 novembre 182 1, lasciava all'Angelica un
censo di scudi romani 65, contro la casa Celestini di Roma ; altro censo lasciò
contro i fratelli Marchetti di Fermo di annui scudi 35. Da una casa in Genzano
avuta in eredità dal P. M. Fioretti agostiniano, si percepivano scudi annui 47.25;
per otto luoghi di Monte ricaduti alla biblioteca per soppressione del Convento
di Altamura nel regno di Napoli, scudi annui 11.28; e per altro censo già del
Convento di Cave scudi 28.32, e per la casa di Genzano lasciata dal Giorgi e
alienata dal governo francese scudi annui 100 e bajocchi 32.
Ricapitolando, verso la fine del secolo XVIII l'Angelica aveva queste
rendite :
Rocca, luoghi di monte 7
» » » 1 2
Onorati » » 24
Zàccagni
Giorgi, capitale scudi 1730
Censo convento, capitale scudi 1369
Cristiani, capitale scudi 2500
Vecchiotti » » 1472
Menochio » » 1300
» » » 700
Monte S. Pietro, luoghi di Monte 2
Monte Bentivoglio » * 9
Case in Genzano
Altamura, luoghi di Monte 8
Casa in Cave
Rendita annua scudi
scudi
24.—
di rendita
»
29.—
»
»
35-—
»
»
I5-—
»
»
80.—
»
»
36.90
»
»
120. —
»
»
73-62
»
»
65—
»
»
35-—
»
»
2.82
»
»
»
»
147-57
»
»
11.28
»
»
28.32
>>
scudi
710.51
*
La maggior parte dei libri lasciati dal Rocca trattavano di materie teolo-
giche e religiose ; ma anche le altre scienze vi avevano grande e scelta parte.
Ciò si ricava dalla citata Chronistoria del suo fondatore : « Interim in ejus asser-
« vantur Bibliotheca, quam ipsemet quadraginta fere annorum spatio, Augusti-
« nianae in primis familiae, deinde publicae commoditati, praesertim vero pauperum
« et advenarum, qui sine libris et pecuniis ignoti ad Urbem venirent, collegit.
« Haec enim Bibliotheca omni artium et scientiarum vel facultatum genere extat
« referta, quaecumque illa sit facultas litteris mandata. Quae autem ad ipsam Bi-
« bliothecam, quae quotidie libris amplificatur et iconibus exornatur, tractandam
« et conservandam pertinent, duabus inscriptionibus satis rectae declarantur.
« Inscriptiones autem, marmore incisae, ac Romanis conscriptae litteris, quas maju-
« scolas vocant, ad portae Bibliothecae levam ac dextram affixae, sunt quae in pa-
ENRICO CELANI
« ginis proxime sequentibus leguntur: quarum prima Bibliothecae dedicationem,
« praecipuasque dedicationis rationes comprehendit. Altera vero Bibliothecae trac-
« tandae atque conservandae complectitur formam, addita Bibliothecae amissionis
« et anathematis comminatione ».
L'Angelica aveva pure altri sussidi scientifici pel comodo dei lettori, come si
ricava da queste parole del citato breve di Paolo V, in cui dice esser detta biblio-
teca « compendiis sive tabulis ad variàs artes et scientias spectantibus in modum
« arborum, memoriae juvandae causa, conscriptis, mappis et iconibus ad cosmo-
« graphiam, geographiam et chorographiam spectantibus, sphaeris, astrolabiis et
« globis, universam mundi molem repraesentantibus, instrumentisque mathematicis
« refertam ».
Tutto ciò era riposto in una sala a parte, come consta dal citato libricciuolo
del Rocca, ove dice : « Chartae vero navigationum et descriptiones civitatum, pro-
« vinciarum et regionum delineatae, ligno et aere incisae, ac miniatae, quas vulgo
« Mappas vacant, in loco satis ampio Bibliothecae annexo, cum Instrumentis
« mathematicis et Machinis, Astrolabiis et Globis aliisque rebus curiosis asser-
« vantur ».
(Continua) ENRICO CelANI.
Bibliographie chinoise et japonaise
LIVRES, MANUSCRITS, JOURNAUX. IMAGES
(Une causerie).
Ne comptez pas, lecteurs de la revue La Bibliofilia que je vais vous faire
un article critique sur ces deux pays — un article sur leurs ouvrages — non si
vous me le permettez, je vais vous faire une conférence écrite, une causerie, pour
vous conduire, pas à pas, dans les progrès, que depuis cinquante ans ces deux
pays, amis de la science, ont faits.
Depuis longtemps nous savions que l'art chinois et japonais quoique un peu
barbare tenait une grande place dans le monde civilisé, tant en peinture qu'en
sculpture et broderie, mais ce que nous ignorons, ce sont leurs manuscrits anciens,
leurs livres modernes ; et pourtant leur littérature est simple et sentimentale ; elle
est très intéressante ; à certains moments, on serait tenté de croire, que les fabu-
listes Lafontaine et Florian sont allés rendre visite à leurs confrères de la race
jeaune. Je disais, que leur littérature était sentimentale, remplie de poesie ; la
preuve en est la reproduction ci-jointe d'une page d'un livre publié à Tien-Tsin
il y a une dizaine d'années avec une en-téte d'un vieux bois grave.
BIBLIOGRAPHIE CHINOISE ET JAPONAISE
En France (epoque de 1830, où l'on était alors tout au romantique (i), je
fus surpris de voir la reproduction d'une gravure sur bois de cette epoque.
Comment était-elle parvenue dans le celeste empire? Je voulus en connaitre
rénigme. Je m'adressai donc de nouveau à la personne, qui m'avait fait parve-
r^
Z. t. & M » ii 9^ ^ ^
vg: 4i w m m ^ ^ $
^ m ip !&. *> * % ò\,
«t 4. a. &. ^- 'il. T 1^
wiii m m $- T- z ^
. Wì ri l¥ m 1^ f A. Il
^ i- 1> ^^ i t- 1 jf
^ n ?; ifii li w f i-Jr
« * ^ -1? <: t 1^*
* ìli 5f f^ T^ ^- « —
B[ -» il 1 t f 1-
^ S f 1 S É ?
* m, #, ^. ?É. a. 5
H ^" * # Tt t f
«. 5Ì M f ^ i f ■
^ ju ;^ ^ M ^ iti;;;
-^ è. k ^ 'i' f . 5
# iit ^. ±. '». 6D ;^
«^1
Poesie chinoise : La /emme et la Rose. — Bois grave en France en 1830.
Texte imprimé à Tien-Tsin il y à 15 ano.
nir ce specimen d'imprimerie. C'est bien simple me fut-il répondu; presque tous
les vieux bois gravés, presque toutes les vieilles planches gravées sur cuivre
sont achetées par des imprimeurs chinois, qui .en tirent profit : chez nous en
(i) Le feuillet, dont je joins ici la reproduction, m'a été envoyé par Mr. Louis Maurel
de residence à Tien-Tsin.
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa i»
A. D'INGHUEM
Europe, l'artiste lit un livre, et en fait les illustrations — chez eux, c'est le
contraire — c'est l'écrivain, qui doit composer une poesie, un conte, une histo-
ire sur le dessin, une gravure que l'on leur soumet ; si cette feuille imprimée,
que je vous adresse, a pour titre la femme cueillant une rose, c'est une
poesie.
z M m mn 'ì^ i% m ^ m m
^-f^i^-mZ #^ A ZM
gj /£ ffi ìm fe^ f* ^ ^ ^ ^ #,
%\rà -u '<M. ^ it 'M m 'fl t ^0
ì% A if ì^ itP.MA& ^c ^ 'i:!?- #
PI] Z itk ^ f^ ni m Z ^ mM.
m it'^.^^.^^ f*^^ HI) ^4
0.)«n'^ z»uniz^^A
»;ii- m il M « ti i^ B m Té m
}3}#H ^j -^^.?^ S'Igea ^
^ S ra È-A @ :^ fif.^.fe' ^' #.
^Jr m.A n^ ^Mf fZ ZM
* K A il: i^ 5- ^^ ^>^ ^ ^
C'est très curieux de visiter, quand on le peut, une imprimerie chinoise,
mème la plus modeste, car tout se fait et se passe dans le plus grand mystcre
et le plus profond secret, le chinois est d'un caractère très méfiant et très om-
brageux, aussì ne laisse-t-il pénétrer personne chez lui.
Les Bibliothèques des lettrés et des savants sont rcmplies de livres, de
BIBLIOGRAPHIE CHINOISE ET JAPONAISE
manuscrits rares et précieux, rangés très méthodiquement dans des cases. Ces ma-
nuscrits ne sortent de leurs retraites que pour étre étudiés, déchiffrés, mais comme
par suite des difFérents dialectes, de leurs langages, tous ces savants réunis
pour donner une signification à tei ou tei manuscrit soit angours, soit tibétain,
soit chinois arrivent à ne plus se comprendre — et le travail en reste là. Cepen-
dant, ils doivent contenir, ces vieux manuscrits enluminés, bien des choses très
intéressantes sur leur histoire passée, sur leurs mceurs, sur leur famille. Le cón-
traire existe au Japon, où l'on ne parie qu'une seule et méme langue — le Nipon,
quoique cependant, dans chaque province, il y a une legère teinte de différence
mais cela s'appergoit bien moins qu'en Qhine.
Les Japonais sont fiers de leurs écrìvains, anciens et modernes, de leurs
artistes, ils aiment à s'instruire chez les autres, et ne s'opposent pas à étaler
leurs richesses littéraires et manuscrites devant les savants européens ; ils sont
aussi fiers, dis-je, que les chinois, méme lettrés, le sont peu.
Il y a quelques années, un éditeur de Tokio, a publié des traductions fran-
gaises de vieux contes japonais ; rien que leur titre donne à refléchir, je vais
vous en donner une idée.
Momataro, le premier né de la péche.
Honasaki, le vieillard qui fait fleurir les arbres morts.
Shisakiri-Suzumo, le moineau qui a la langue coupée.
C'est charmant, comme simplicité de style, et comme vérité. Jugez-en vous-
méme par l'histoire suivante :
CONTES DU VIEUX JAPON (0
La bataille du singe et du crabe. — Sarou kani-kassen.
Un singe et un crabe se rencontrèrent un jour au pied d'une montagne ;
le singe avait un pepin de kaki et le crabe portait dans ses pinces un morceau
de gateau de riz grillé ; le singe malin apercevant cette bonne aubaine, et voulant
en faire son profit, dit au crabe: Je t'en prie, échange-moi ce gateau contre
ma graine. Sans rien répondre, le crustacé se contente de donner son gateau, et
prit la graine qu'il pianta. A peine était-elle en terre qu'un arbre en sortit,
et poussa à une telle hauteur, qu'il fallait lever les yeux pour le voir, l'arbre était
couvert de kakis, mais le crabe n'avait aucun moyen de parvenir jusqu'en haut,
aussi pria-t-il le singe de monter, et de lui envoyer quelques fruits. Ce dernier
grimpa aussitót sur une des branches de l'arbre et se mit en devoir de faire
la cueillette.
(i) Traduction de L. Dautremer.
A. D'INGHUEM
Mais il mettait tous les beaux kakis dans sa besace, et lan^ait tous les
mauvais au crabe, qui, en dessous d- l'arbre, finit par étre tout meurtri, et
s'enfuit dans son trou le dos brise ; il y resta sans pouvoir faire un seul
mouvement. Quand les parents et les amis du crabe virent l'état où il se trouvait,
ils furent pris de "óìère et resolurent de le venger. Ils lancèrent pour cela un
défi au singe ; ma.'s celui-ci amena avec lui une troupe de ses compagnons, et
les malheureux crabes se voyant incapables de lutter contre une si grande
force se retirèrent dans leur trou plus furieux que jamais ; ils tinrent conseil,
et préparèrent un pian d'attaque. A eux ils joignirent un mortier à riz, un
pilon, une abeille et un ceuf et ils discutèrent ensemble sur la manière de ven-
geance qu'il conviendrait d'adopter, ils resolurent de demander la paix et par ce
moyen réussirent à attirer chez eux le roi des singes, celui-ci vente sans se douter
de ce qui était trame contre lui, et s'assit très tranquillement.
Tout en causant, il avait pris les « hibashi » , et remuait les charbons préts
à s'éteindre, quand tout à coup, l'ceuf qui se trouvait dans les cendres éclata
avec un grand « Bang » et lui brula tout le bras; surpris et blessé, le singe se
hàta, pour calmer sa douleur, d'aller plonger son bras dans le tonneau à vinaigre
de la cuisine mais l'abeille qui s'y trouvait cachée lui sauta au visage et le piqua
jusqu'à lui faire venir des larmes. Sans se donner le temps de chasser l'abeille,
il se sauva en poussant de grands cris, du coté de la porte ; mais, justement,
il y avait là quelques herbes marines qui s'enlacòrent dans sesjambes; il glissa
et tomba. Pardessus lui tomba le pilon, et le mortier arrivant en roulant jusqu'à
lui, le meurtrit tellement et le rendit si faible, qu'il fut impossible au malheu-
reux singe de se relever; il était donc ainsi à la merci des crabes, qui arrivant
leurs pinces en l'air, se mirent à le déchirer à qui mieux-mieux.
*
Morale : à malin, malin et demi. On doit ajouter ici que chaque conte est
illustre d'une fa9on remarquable par des dessinateurs japonais qui n'ont rien à
envier à leurs confrères d'Europe. Car leurs dessins sont très spirituels, en méme
temps que très corrects et beaucoup plus finis, que les nòtres.
Dans ma prochaine causerie je traiterai des journaux chinois, japonais et
des images de ces deux pays.
A. D'Inghuem.
-aOc
I-L.
I
I
ì^
La Bibliofilia, XIII, p. 17. _ //orae. - Manuscnì de l'ecole tlani
■^
^
La Bibliofilia, XIII, p. 17-18. — Horae. - Manuscrit de Fècole francaise du XV^ siede, sur vélin.
La Bibliofilia, XIII, p. 18. — Horae. - Manuscrit de l'école tìamande de la fin du XV« sièci
e, sur vélin.
f^
X
3
i^'^Ak'X
^^If^^'^.^S^^^o^^ 'Lia ■ é-
X
Io
I
QUELQUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 13
Quelques Manuscrits fort précieux
(Continuation : v. La Bibliofilia, voi. XII, p. 341-349)-
Evangelia IV latine. Manuscrit sur vélin, exécuté au X^ siede, in-fol.
Avec 4 grandes initiales ornem. et 4 petites miniatures peintes en cou-
leurs. Ais de bois ree. de veau avec 8 petits clous de bronze. (30789).
Manuscrit forme de 145 fF., sur vélin, très grand de marges, écriture
semi-gothique très régulière, en rouge et noir, 29 lignes à la page F. i r": ITEM
PROLOGVS BEATI HIERONIMI DE HIP» EVALTO^ | ... F. 4 v" à f. 9 r«
occupés par le « Canon concordantiae IV Evangeli orum » ont chaque page di-
visée en 2 colonnes par 3 colonnes architectoniques, les bases de plusieurs d'el-
les se terminant en grotesques. F. 9 v" blanc. F. io r": INCIPIT ARGVMEN-
TVM SCD'M M AT'HEVM. | Le texte proprement dit commence au v° du f. 1 2 :
INITIVM SCI EVL'II SCD'M MAT'HEVM. | Le Ms. finit au v" du dernier f.,
celui-ci d'une date plus recente, a été joint plus tard.
Les grandes initiales ornementales sont très bien peintes dans le sevère
style roman du temps, la première renferme la figure de S. Matthée. Les 4 pe-
tites figures peintes sur la marge, représentent les symboles des évangélistes, à
l'exception de la première qui donne la figure de S. Matthée, toutes sont ren-
fermées en cadres ronds, de rinceaux.
Manuscrit fort intéressant, très bien conserve, et orné d'un nombre d'ini-
tiales peintes en rouge et bleu avec des arabesques.
Horae. Manuscrit de l'école francaise, sur vélin, de la fin du XIV^ siede,
pet. in-8. Avec 14 belles miniatures et une foule d'initiales de dif-
ferente dimension et des bouts de lignes peints en couleurs et re.
haussés d'or. Mar. rouge, triples encadrements à filets, encadrement
fleurdelisé frappé à froid, fleurons aux angles, jolis milieux, les gar-
des doublés de vélin blanc, dent. intér., dos orné, tr. dor. (Lortic
fils). (29897).
Beau manuscrit compose de 12 fif. pour le calendrier, écrit en frangais,
et de 191 (192) ff. eh. Belle écriture gothique en grands caractères, rouge et noir,
réglé. Les miniatures assez remarquables par l'expression des figures et le des-
sin (61X51 à 55 mm.), sont entourées de bordures formées de rinceaux, feuilla-
ges et grotesques. Nombreuses initiales ornées et des bouts de lignes.
Les compositions sont — i : l'Annonciation. — 2: la Visitation — 3:
l'Etable de Bethléem. — 4 : l'Annonciation aux Bergers. — 5 : les Rois Mages.
— 6 : la Présentation au Tempie. — 7 : la Fuite en Egypte. — 8 : le Couronne-
ment de la Vierge. — 9 : le Christ assis sur son tròne, et entouré des symboles
u
LEO S. OLSCHKI
évangéliques. — io: S. Jean et Marie aux pieds du Crucifié. — 1 1 : la Pente-
cète. 12 : la Vierge et l'Enfant assis sur son tròne. — 13: le Jugement der-
nier. — 14: la Messe des Morts.
Très bonne conservation, larges marges, vélin très souple.
/
OCC'
CCC- ti'
ecc. uu.
■* « f<.C-CCft'
ecc. c*?-'V»'
6. trp*- >'
t,»-Vl«
ce l«aP-vuU''^-v«
w- V.^.V'in. ct.vt-
/
r i
a-'l CCC-tl-
ccc-;ie-
ecc. SCI»
5 ccC'.vui.
cccj:iin-
axxv'
«e- <»l- tu. cc-p^'tn- fi cfic-aycvnu-
ecc. t. It. iC'ic}^.-
«e- L'
Evangelia IV, latine. — Manuscrit sur vélin, exécuté au X« siècle.
QUELQUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX
15
Horae. Manuscrit flamand, sur vélin souple, vers la fin du XV^ siede.
in-8. Avec 12 grandes miniatures encadrées de bordures, 12 autres
bordures en face, 23 miniatures d'une dimension plus petite, plus
une foule d'initiales ornées, le tout peint en couleurs et rehaussé
d'or. Reliure anglaise du XVP siede, en velours pourpre, orné
d'encadrements gracieux en broderie d'or, tr. d'or, et cis. (31457).
\ WTlV.Vw £.d eVGtil 5Cc!m.' AVATttevA^ .
hraì^dm. A. hraham
"^^ * -' -/
* l^'trf nurlndiT.uircjTiiuir fot
:/fmurdtx-m.£f)- aimi'- dram. Amm tiurctm ■■*
rilnwn.iS^ilinoti Alili- gtP-iitr ■6oar.de!:id\ib.Boa:r.urr"
Evangelia IV, latine. — Manuscrit sur vélin, exécuté au X^ siècle.
Beau specimen de l'art flamand de la dernière epoque. Le manuscrit est
forme de 182 £f., jolie écriture bàtarde, en rouge et noir, 15 lignes à la page,
réglé. Le Calendrier est en frangais.
Voici les sujets des grandes miniatures — i : la Crucifixion ; la bordure
en face représente les instruments de la passion. — 2 : la Pentecóte. — 3 : l'An-
nonciation; dans l'encadrement un homme agitant un encensoir; la bordure en
face mentre un singe guidant une brouette tirée par des chiens. — 4: la Visi-
tation, dans la bordure un couple d'amoureux; la bordure en face renferme un
fou. — 5: l'Etable de Bethléem, dans la bordure 3 paysans occupés à man-
i6
LEO S. OLSCHKI
ger; un autre paysan se trouve représenté dans la bordure en face. — 6: l'An-
nonciation aux bergers, plusieurs paysans dont un avec une cornemuse, et une
femme ; dans la bordure en face, 2 paysans jouant des instruments de musique.
-1 : r Adoration des Mages, dans la bordure un gargon courant pour attraper
un héron par la tète; dans la bordure en face un autre gar^on cherchant à pren-
dre un héron par les jambes. — 8 : la Circoncision, dans la bordure 3 hommes
jouant; la bordure en face montre un groupe de moines. — 9: la Fuite en Egypte,
dans la bordure un berger endormi, tandis qu'un loup ravit une brebis; dans la
bordure en face, un paysan. — io: le Couronnement de la Vierge, dans les bor-
dures des paysans jouant et cueillant des raisins. — 1 1 : le Roi David en prière,
dans la bordure le mème lan^ant la pierre à Goliath et lui coupant la téte; dans
1 NCipn ^'■sttvvv %eA't»B\'a' ava-kcv^v»..
ite
-J:'^'
^^;>\ N 1 T I V M e tuuLjoiu uiuAyi nlu
^feS imrroaii^vlninmann .^tin' focicirmum
^k^" -• ^ vVl^uVlJ^^• Mv-^ifmittn vv.itctnciC n uv
fi ' ■: nutTi'^icv.i ;vavrr(:T-.;t-i- cceigrerfirbtnir
'^ III : W^ ^l;>\m\vitni X\i\ycxz.\l\r'. iun*ahllo riu "vlnic
^^■|cddiTr.A*Y*.TXiiùUiirdiCc^-t9.na;Trtrt-ain-
\-\ ? (:a;c'li:paimiuc«aqiu.tUeuctvliipnub'r
K^.C x:oiTpil?ó.irrf:icai:iid}«\i;:hirilh?.uCiirr > ^
l^è toir..inL\notv A'1>.Tmiuucaida'.rdc.iqa\ .
J^^ i-mlir.i^vt-c'^colorA'l^niiunnqiuinaHu -
1^) Uuiidt^RviidOìimn iVin.mt^rainun^MTnii.
l;rA'"eji5. aul'hUuf «ir
À
Evangelia IV, latine. — Manuscrit sur vélin, exécuté au X« siede.
QUELOUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 17
la bordure en face, David à genoux, tenant la téte du géant, au premier pian
des dames. — 12 : la Résurrection de Lazare, dans le fond un cimetière.
Les autres miniatures, plus petites, représentent les 4 EvangéHstes et
différents saints. Les bordures sont formées de fleurs, de fruits, d'oiseaux et d'in-
sectes, peints à la mode flamande, en relief sur fond d'or mat.
Le ms., à grandes marges, est en parfait état et toutes les couleurs ont
conserve leur éclat.
Horae. Manuscrit de l'école flamande du XV^ siècle, sur vélin, pet. in-8.
Avec 1 2 belles miniatures encadrées de bordures, 1 7 autres bor-
dures, 17 grandes initiales ornées et histor. peintes en couleurs et
rehaussées d'or. Mar. rouge, encadr. et entrelacs en couleurs sur
les plats, dos orné, tr. dor. (anc. rei.) Avec un étui en velours
rouge. (32198).
Superbe manuscrit de 195 ff., sur vélin très souple et blanc, écriture
gothique, régulière, en rouge et noir, réglé.
Les 12 miniatures, renfermées dans des bordures, mesurent 90X65 mm.,
leur exécution est très soignée, et malgré l'espace limite tous les détails sont
rendus avec grande fidélité.
Elles ont pour sujets, — i : les Saintes Femmes au pied de la Croix;
— 2: la Descente du Saint Esprit; — 3 : la Salutation Angélique; — 4: l'An-
nonciation; — 5 : la Visitation; — ó: les Rois Mages; — 7 : la Circoncision; —
8 : le Massacre des Innocents; — 9 : la Fuite en Egypte; — io: le Couronnement
de la Vierge ; — 11: le Roi David psalmodiant à l'Eternel ; — 12: le Christ
resuscitant Lazare. — Les scènes sont représentées sur des fonds d'intérieurs ou
de paysages, admirables de perspective.
Les jolies bordures se composent de fleurs, fruits, papillons et autres
insectes, oiseaux et grotesques, peints en couleurs vives sur un fond d'or mat.
On trouve dans le texte une foule de lettrines peintes en or sur fond rouge.
Ce beau manuscrit est d'une conservation irréprochable, avec grandes
marges. La riche reliure du temps est parfaitement bien conservée.
Horae. Manuscrit de l'école francaise, sur vélin, du XV*" siècle, très pet.
in- 12. Avec 12 fìgures à encadrement, 12 bordures ornées, de plus une
quantité de lettrines enluminées. Mar. rouge, riches orn. au pointillé
sur les plats et le dos, dent. int., les gardes doublées de mar, vert,
tr. d. Avec une botte en mar. olive. (Leighton). (29899).
Manuscrit minuscule, 85X64 mm., écrit sur 131 fif. en lettres goth.,
écriture uniforme, en rouge et noir. réglé. Les 12 miniatures, d'un dessin un
peu naif, mesurent 50X33 mm. environ et sont ainsi réparties — i : S. Jean et
Marie aux pieds du Crucifìé. — 2 : la Vierge et l'Enfant dans la gioire. — 3 :
l'Annonciation à la Vierge. — 4 : la Visitation. — 5 : l'Etable de Bethléem. —
La Bibliofilia, anno XIU, dispensa i» 3
i8 LEO S. OLSCHKI
6: l'Annonciation aux Bergers. — 7 : les Rois Mages. — 3 : la Présentation au
Tempie. — 9: le Massacre des Innocents. — io: la Fuite en Egypte. — 1 1 : le
Jugement dernier. — 12: la Messe funebre.
Toutes les figures ont pour décor une bordure à fleurs d'un style sim-
ple, leur verso est blanc; en regard de chacune d'elles, sur le feuillet suivant,
se trouve une jolie bordure formée de rinceaux et fleurs, accompagnant autant
d'initiales ornem., le tout luisant d'or.
Gracieux livre d'Heures, à grandes marges, bien conserve sauf quel-
ques traces insignifiantes d'usage.
Horae. Manuscrit sur vélin, de l'école flamande de la fin dii XV^ siede,
pet. in-8. Avec 8 grandes figures dont 2 en grisaille. comprises dans
des bordures, 13 petites figures en grisaille. i bordure, 7 listels, et
une foule d'initiales ornées, de différentes diniensions, le tout peint
en couleurs et rehaussé d'or. Mar. rouge revétu de velours pourpre
avec des ornements brodés en or, tr. dor. (anc, rei.). Avec un étui
en maroquin violet. {31 351).
Magnifique manuscrit forme de 144 fif. dont 3 blancs, écriture semi-go-
thique, en rouge et noir, 16 lignes à la page.
Les grandes figures ont pour sujets — i : S. Jean à l'ile de Pathmos.
— 2: S. Jean et Marie aux pieds du Crucifié. — 3: la Descente du S. Esprit.
— 4: l'Annonciation. — 5 : la Vierge pleurant le Christ. — 6: le roi David en
prières. — 7: la Vierge et l'Enfant. - 8: la Mort.
Le premier et le troisième sujct sont en grisaille et d'une exécution
très soignée. Les jolies bordures et listels, formés de fleurs, de fruits, d'inscctes
et d'oiseaux se détachent sur un fond d'or mat. Les 13 petites grisailles sur
fond bleu, enchàssées dans un cadre gothique d'or et placées dans la marge la-
terale, représentent SS. Michel, Jean-Baptiste, Pierre et Paul, Christophe, Séba-
stien, Adrien, Antoine, Nicolas, Ouentin, ]\Liric-Madeleine, Barbe, les 5 Saints et
les 5 Vierges recommandés par l'Eglise. Le tout est exécuté avec grande finesse
et dans un petit espace (30X15 mm.).
Les 12 premiers fF. renferment le Calendrier qui est suivi d'un f. écrit
en frangais « Senfuiuent les trois verité | que a fait et compofe meftre ie- | han
gerfon iadis chancellier de | paris.... v
Conservation parfaitc, beau vélin souple, larges marges.
Charmante rcliure du temps brodée en or par une dame italienne.
Livre d'heures absolùment exceptionnel sous tous les rapports. Les
deux grandes et treize petites grìsailles sont d'une grande valeur artistique
d'autant plus que l'on n'en rencontre d'analogues que très rarement. La cinquicme
miniature représentant la Vierge pleurant le Christ est, sans doute, une des plus
belles que l'on puisse rencontrer dans un livre à miniatures; c'est un tableau
d'un goùt et d'un art incompanibles. Digne d'étre mcntionnée aussi comme
miniature remarquable est la représentation de la Mort qui difFère de toutes les
autres que l'on rencontre dans de pareils manuscrits.
QUELQUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 19
Horae Manuscrit de l'école francaìse, sur vélin, exécuté vers le milieu
du XV*' siècle. in-4. Avec 16 superbes grandes miniatures encadrées,
et 4 petites, des bordures à chaque page, des initiales de differente
grandeur, des bouts de lignes et rubriques enluminés. Mar. olive,
encadr., fleurons aux angles, au milieu les Instruments de la Pas-
sion avec les chiffres MH, dos orné, tr. d. (rei. du XVP siècle). (32241).
Tvlanuscrit admirable par la richesse de la décoration et son exécution
merveilleuse. Il se compose de 192 ff., écriture gothique uniforme en bleu, rouge
et noir, 17 lignes à la page, réglé.
Le Calendrier, dont il manque le premier f., mois de Janvier, est écrit
en frangais, en rouge, bleu et or. Il est orné de 22 jolies petites figures repré-
sentant les occupations des mois et les signes du zodiaque* où se distinguent
les figures de la Vierge et de la Balance naìvement représentées par des dames
vètues de riches costumes du temps.
Les miniatures sont ainsi réparties — i : l'Annonciation, (intérieur d'une
riche architecture gothique); l'encadrement renferme 5 autres petites scènes à
personnages. — 2: la Rencontre de Marie et de S. Elisabeth. — 3: l'Etable de
Bethléem. — 4: l'Annonciation aux Bergers. — 5: l'Adoration des Rois Mages
— 6 : la Présentation au Tempie. — 7 : la Fuite en Egypte. — 8 : le Couron-
nement de la Vierge. — • 9 : le Roi David en prières: dans le fond de la bordure
des armoiries. — io: S. Jean et Marie aux pieds du Crucifié. — 11: la Pente-
còte. — 12: l'Office des Morts. — 13: la Trinité. — 14: S. Georges terrassant
le dragon. — 15: S. Jean-Baptiste. — 16: S. Christophe. Les 4 petites figures
ont pour sujet le supplice de S. Sébastien, vS. Nicolas baptisant, S. Antoine, le
martyre de S. Catherine.
Toutes les scènes sont sur des fonds d'intérieurs richement décorés ou
de jolis paysages à tons doux et harmonieux et d'une perspective très exacte.
Les costumes se font remarquer par leur diversité et leur richesse. Les gracieu-
ses bordures qui ornent chaque page, sont formées de rinceaux, fleurs, fruits et
vases d'où éclosent des fleurs, et s'élancent des tiges. Les couleurs ont conserve
tout leur éclat et l'or brillant est prodigué à chaque page.
Le manuscrit, à larges marges, est fort bien conserve, il manque un ou
2 fF. à la fin.
(A sicivre). Leo S. Olschki.
«jrjiKMXìticw^»^
CORRIE RE D'UN GHERIA
Riviste : Magyar Kónyvszemle (Rivista bibliografica ungherese). Annata XIX, fasci-
colo I (Gennaio-Marzo 1911). DoU. Emerico Karacson : Le biblioteche di Costantinopoli.—
Dott. Adriano Divéky : un nuovo frammento della cantica di Stefano Gàlszécsi. (Con un fac-
simile e con due riproduzioni). — Dott. Antonio Aldasy : Il congresso internazionale degli
archivi e delle biblioteche di Bruxelles. (Parte seconda). — Dott. Paolo Gulyas : Lo sviluppo
della rilegatura artistica. — Biblioteca ungherese : Contributi al primo volume dell' antica
CORRIERE D'UNGHERIA
biblioteca ungherese di Carlo Szabó. (Di Stefano Harsànyi, di Ignazio Horvàth, Lodovico Ke-
mény, Desiderio Rexa e di Elemér Ròssler). — Indicatore officiale : La Biblioteca Széchényi
del Museo Nazionale ungherese nell' ultimo trimestre del 1910 ; la Biblioteca dell' Università di
Budapest nel 1908. — Letteratura : 2 sul programma dettagliato di concorso per la biblio-
teca pubblica comunale, e su E. Szabó : Alcune massime circa l' architettura di biblioteche
moderne, con riguardo ai progetti della capitale. — T. Gerevich : su J. van den Gheyn : Le
Bréviaire de Philippe le Bon. Reproduction des miniatures des manuscrits. N"^ 95 11 et 9026
de la Bibliothèque Royale de Belgique. Bruxelles 1909. — Dott. Paolo Gulyas su Gustave
Lanson : Manuel bibliographique de la littérature franraise moderne 1500-1900. Paris 1909-1910.
— Dott. Paolo Gulyas, su Broadley A. N. : Chats on autographs. London 1910. — Rivista
dei periodici esteri. — Notizie diverse : Nomina nella Biblioteca Széchényi del Museo
Nazionale ungherese. Commemorazione di Sefano Szamota. 350™° anniversario della fonda-
zione della R. Biblioteca di corte e dello stato a Miinchen. Il catalogo descrittivo dei manoscritti
e degli antichi stampati slavi della Biblioteca Nazionale di Sofia. Sviluppo delle biblioteche
americane. Il libro più difiuso del mondo.
La Biblioteca Széchényi del Museo Nazionale Ungherese nel quarto semestre
del 1910. — La Sezione Stampati si arricchì complessivamente di 3469 pezzi. (Esemplari d'ob-
bligo 2742 ; dono 499 ; acquisto 235 ; da altre sezioni 2). Pervennero inoltre alla sezione 7740
stampati minori. Ad acquisti furono devolute corone 2935.45, franchi 80.45 e marchi io.
I frequentatori della sala di lettura furono 11.324, con 25.944 volumi. Furono rilasciati a
domicilio 1269 volumi a 533 persone.
Furono classificate 2446 opere, su 3289 cedole. Passarono al legatore 774 opere in 866
volumi. È in lavoro il nuovo catalogo della materia « Architettura ».
All' ufficio per gli esemplari d'obbligo giunsero 554 pacchi; le lettere spedite furono 790,
delle quali reclami 331.
La Sezione Matto scritti ebbe un aumento complessivo di 132 pezzi (dono : 6 mss. mo-
derni, 41 lettere letterarie, 2 analecta letterarie, i spartito, 7 lettere di contenuto musicale e
55 reliquie Petòfiane; da altre sezioni: 5 mss. moderni, i lettera letteraria, i lettera musica,
I spartito). Ad acquisti furono devolute corone 1105 e marchi 318.80.
La sezione Musica fu definitivamente catalogizzata.
I frequentatori furono 52 con 163 mss. e 1847 lettere letterarie. Furono dati a domicilio
42 mss. a 15 studiosi.
L'aumento della Sezione Giornali fu complessivamente di 109 annate con 19.597 nu-
meri. (Esemplari d'obbligo: 92 annate con 12.577 numeri; numeri singoli 5188. Dono: 2
annate con 248 numeri. Da altre sezioni : 12 annate con 1024 numeri. Acquisti : 3 annate con
560 numeri).
I lettori furono 898, che consultarono 1813 voli, di giornali.
Furono rivedute 109 annate con 15.489 numeri. Furono classificate 136 annate. Furono
legati 2x8 voli, di giornali.
\J Archivio ebbe un aumento di 2904 pezzi (acquisto 794 ; dono 2109 ; da altre sezioni i).
Per acquisti si spesero 6164 corone.
Si valsero dell'archivio 67 studiosi che eseguirono ricerche su 23.212 documenti. Furono
dati a prestito in 3 casi 54 documenti.
La critica ungherese e il Catalogo LXXIV della Libreria Olschki. — Abbiamo avuto
occasione di vedere parte delle bozze del secondo fascicolo della Rivista bibliografica unghe-
rese, che si pubblicherà alla fine di Giugno p. v. Nella rubrica Letteratura troviamo un inte-
ressante articolo sul catalogo LXXIV : Manuscrits sur vélin avec viitiiatures du X" au AT/e
siede della Libreria Leo S. Olschki di Firenze.
L' articolo è del dott. Tiberio Gerevich, ispettore-aggiunto presso il Museo Nazionale
CORRIERE D'UNGHERIA 21
Ungherese e libero docente di storia delle belle arti all' Università di Budapest, conosciuto anche
in Italia, specialmente per i suoi studi sulT arte bolognese.
Ne traduciamo alcuni brani, in cui l'autore compie un dotto lavoro di critica sul cata-
logo in questione, rilevandone le ottime qualità e completandone alcune notizie. Siamo certi
di far cosa grata in primo luogo al comm. Olschki, che non potrà fare a meno di godere di
questa nuova attestazione della stima e considerazione in cui sono tenute all'estero le sue
pubblicazioni, e in generale ai coiti lettori della sua Bibliofilia (i).
€ Le descrizioni contenute nel Catalogo abbracciano tutte le circostanze importanti. Non
pochi dei codici contenuti nella collezione furono di già illustrati da dotti specialisti nella Ri-
vista ottimamente redatta dall' Olschki, nella Bibliofilia. Dobbiamo però lamentare in alcune
delle sue descrizioni la insufficenza delle definizioni, dovuta a quanto pare a soverchia pru-
denza e circospezione. In alcuni luoghi manca perfino l' indicazione pel paese di provenienza.
Coi risultati delle ricerche e degli studi sulla miniatura, siamo al giorno d' oggi in grado —
ad onta dell' insufficenza del materiale comparativo — di stabilire non soltanto il paese di prove-
nienza, ma anche la precisa scuola, o almeno di supporta. ...
Enumeriamo più giù i pezzi più notevoli della raccolta, indicando nello stesso tempo
le definizioni che ci sembrano inesatte. La prima cifra si riferisce al numero corrente del Ca-
talogo.
7. Bibbia latina. — 131 miniature figurali. Pagg. 503. Il catalogo la fa risalire alla
prima metà del secolo XIII ; nel definire le miniature, dice soltanto che sono in istile roma-
nico. — A nostro avviso, le faremmo risalire piuttosto alla seconda metà di quel secolo. Nelle
miniature troviamo ancora, è vero, traccie di elementi romanici, però prevalgono quelli gotici:
le figure assumono forme più svelte, compaiono motivi decorativi trilobati, la cornice esterna
delle iniziali avanza in archi acuti. Ogni segno tradisce una mano francese : Nelle miniature
domina il modellato liscio, la rappresentazione piana. Tali completamente i visi, i dettagli vi
sono disegnati a punta di penna; i capelli consistono egualmente di linee ondulate parallele
a mò di fili, tirate a punta di penna, le mani sono a forma di ventaglio ; le iniziali vengono
incorniciate nel modo suindicato ; non mancano « dròleries ». Tutti questi segni e il modo
come risolve iconograficamente la figura del re Davidde, rivelano una mano francese. A quale
scuola francese appartenne il miniatore ? Non possiamo pensare a Parigi, perché lo stile delle
miniature non è a sufficenza uniforme, né è netto, chiaro abbastanza, non rivela un sentimento
ineccepibile per le forme e a quanto possiamo giudicare dalla riproduzione, la tecnica non ci
sembra di primo ordine. Queste circostanze negative ci farebbero supporre che le miniature
siano state eseguite nella Francia settentrionale ; ci mancano però altri segni essenziali, carat-
teristici per quella regione e sorti per 1' influenza inglese. Dobbiamo -pertanto ammettere un
(i) Siamo gratissimi all'egregio e solerte nostro corrispondente ungherese Dr. Luigi Zanibra delle cortesi sue pa-
role a nostro riguardo. 11 nostro catalogo LXXIV di manoscritti miniati ha avuto dappertutto un'accoglienza favorevo-
lissima e, stante la straordinaria sua importanza, abbiamo aderito al desiderio espressoci da varie parti di riprodurre in
questa Rivista con buoni facsimili le miniature più caratteristiche dei codici più importanti della nostra collezione e le
notizie descrittive da noi già pubblicate nel suddetto elenco. Siamo pure gratissimi all'egr. Dr. Tiberio Gerevich del suo
interessante articolo intorno al nostro catalogo. Nella nostra introduzione alla ristampa del medesimo (La Bibliofilia XII,
p. 274) abbiamo detto testualmente : « Farmi les manuscrits que nous allons décrire il en est certains qui peuvent compter
dans l'histoire de la miniature et qu'on peut rattacher indubitablement à tei maitre ou à telle école ». Siamo lieti che in tali
casi siamo sempre pertettamente d'accordo coli' egr. Dr. Gerevich ; dove eravamo nel dubbio, abbiamo creduto però più
opportuno lasciar il giudizio ai nostri lettori anziché esprimere il nostro. Ecco la ragione dell' insufficenza delle defini-
zioni in alcune nostre descrizioni che l'egr. Dr. Gerevich attribuisce a soverchia prudenza e circospezione da parte no-
stra. Non potremmo sottoscrivere senz'esitazione alla sua asserzione che « coi risultati delle ricerche degli studi sulla mi-
niatura siamo al giorno di oggi in grado di stabilire non soltanto il paese di provenienza, ma anche la precisa scuola >>
mentre siamo d'accordo colla chiusa di quel periodo, cioè che si può almeno supporla. Tra stabilire e supporre ci corre però
una bella differenza. Noi attribuiamo a mo' d'esempio, d'accordo col prof. Paolo d'Ancona, la miniatura del n.» II Brevia-
rium Franciscanum positivamente al fiorentino Francesco d'Antonio del Cherico dopo d' averla confrontata con altri lavori
di quest'insigne artista, mentre 1' egr. Dr. Gerevich non solo ne dubita, ma ci contraddice addirittura e non havvi dunque
un'assoluta certezza di stabilire o precisare
La critica dell' egr. Dr. Gerevich ci ha procurato quella soddisfazione, alla quale abbiamo agognato dicendo nel
succitato articolo: « Nous espérons donc faire oeuvre utile et servir la cause de la science. Notre but serait atteint si
nous avions réussi à fournir de préciéux matériaux à ceux qui cherchent à déméler et à préciser les origines et les
différentes périodes de floraison d'une des branches de l'art encore si peu connue sur bien des points ». N. d. D.
CORRIERE D'UNGHERIA
miniatore della Francia meridionale, appoggiati in questa nostra supposizione anche dalla cir-
costanza, che il codice fu della famiglia Minutoli Tegrimi di Lucca. Ad eguale risultato ci
conduce l'esame calligrafico del codice. Non vi troviamo le lettere eleganti, chiare, snelle della
scuola parigina, né quelle un po' inquiete, crude, bastarde della Francia settentrionale,
ma quelle gotiche della Provenza, simili alle lettere italiane, calme, un po' grossolane, con
spazi relativamente larghi.
8. Bibbia latina. L' epoca è esatta : fine del sec. XIII, — Manca di nuovo 1' indicazione
del luogo. Secondo la nostra opinione, fu miniata in Italia e — a giudicare dallo stile delle
miniature — ai confini della Lombardia e dell' Emilia.
9. Bibbia latina. Secolo XIII. — - Il catalogo non ci dice altro. Ci sembra della metà
del secolo. Le miniature ci fanno pensare, alla regione dove, a parer nostro, §fu miniata la pre-
cedente Bibbia n. 8, e precisamente ad una bottega che lavorava sotto influsso francese
(cfr. i visi).
II. Breviarium Franciscanum. Seconda metà del sec. XV. — Olschki attribuisce le
miniature al fiorentino Francesco d' Antonio del Cherico. A noi sembra piuttosto lavoro di
scuola.
13. S. Catherina de Senis. Leggenda. Secolo XV. Italia. — Il pezzo più prezioso della
raccolta, di speciale interesse storico-artistico. Terminus post quem, è l'anno 1461. Secondo
un' annotazione introdotta nell'ultima pagina, il calligrafo è « lacopus Macharius venetus ». Il
principale motivo decorativo della cornice e dell' iniziale a pagina io è basato suU' intreccio.
Da questo motivo si sviluppa un tipo decorativo speciale, che incontriamo di spesso nelle mi-
niature veneziane, fiorentine e napoletane del sec. XV. Interessa specialmente noi ungheresi,
perché non raro nelle corvine. Le miniature del codice constano oltre che della pagina ora
menzionata, di 50 iniziali. Leggiamo il nome del miniatore nel margine inferiore della pa-
gina IO* : « India fecit ». Tullio India era un pittore veronese, che oltre al dipingere minia-
ture, frescava, dipingeva ritratti e copiava quadri di Raffaello (Pozzo, 76 ; Rosini, V : 342 ;
VI : 449 . Lo chiamavano «India il vecchio », per distinguerlo da suo figlio Bernardino, egual-
mente pittore, superiore in arte al padre, e che operò tra il 1568-84. Tullio si presenta in
tutta la sua grandezza nella miniatura. Pensa da miniatore anche nei suoi affreschi. Fu uno
dei miniatori più festeggiati della sua epoca e finora non conosciamo che una sola sua opera,
le miniature cioè del codice Olschki. In origine il codice appartenne al Museo Cavalieri di
Milano, passò poi dal Dumoulard e più tardi per mezzo di Pietro Vergani dal Butter, a Lon-
dra (Francesco Carta: Codici, corali e libri a stampa miniati della Biblioteca Nazionale di
Milano. Roma, 1891, p. 56). (i)
17. Evangelia IV latine. Secolo X. — La calligrafia e qualche ornato fanno supporre
un' opera posteriore. L' organismo e le parti principali e in primo luogo le parti figurali della
decorazione sono copie meschine di qualche originale migliore del sec. X.
26. Ilorae. Fine del secolo XIV. Francia. — A giudicare dallo stile delle miniature è
della Francia settentrionale.
27. Horae. Metà del secolo XV. Francia. — Probabilmente opera di un miniatore pa-
rigino.
28. Horae. Metà del secolo XV. Francia. — Ci sembra opera di un miniatore della
Borgogna, il quale fu od operò in Italia. Ci confermano in questa nostra supposizione il suo
fare condensativo e alcuni tipi di visi che sanno di Milano.
50. Officium B. Mariae Virginis secundum usiim Romanum. Principio del secolo XV.
(i) Riceviamo or ora il fascicolo 17 della preg. Rivista Madouna l'erona, Bollettino del Museo Civico di Verona
dove si parla con molta benevolenza del nostro catalogo di manoscritti e si attribuisce pure un'importanza notevolissima
a questo codice che è forse opera unica di miniatura dell' India. Ci si fa però un appunto che è, per fortuna, l'unico
che l'egr. articolista può muoverci, quello cioè di non aver consultato lo studio che sugli India ha già fatto Fainelli
nella Madonna Verona, ma cotale deficienza è, come crediamo, ben perdonabile. ^N'. </. D.
CORRIERE D'UNGHERIA 23
Scuola fiorentina. — Non ci sembra esatta la definizione in base a Paolo D'Ancona (^z(^/zcy?//a,
X, 49). Le miniature rimontano in ogni modo alla metà del secolo XV. Sono opera di un
maestro ferrarese che risente 1' influsso di Cosmè Tura.
32. Ordo sanctae romane ecclesiae. Secolo XIV. Senza altra definizione. — Senza dubbio
opera bolognese, dei tempi prima di Nicolò da Bologna (1330-40) Caratteri gotici plastici,
cosi detti: littera bononiensis.
54. Petrarca: I Trionfi. Fine del Secolo XV. Italia. — Scuola fiorentina.
55. Pontificale Romaniim. 1451. Italia. — Le miniature sono secondo noi di qualche imi-
tatore ritardato di Nicolò da Bologna.
57. Psalterium. Secolo XIV. Italia. — INIiniature bolognesi del principio del secolo XIV,
ancora con tracce bizantine.
60. Thomas de Senis. Legenda Catherinae de Senis. 1430-40. Italia. — Con due iniziali
di maestro bolognese.
61. Tractatus varii philosophici et astronomici. Secolo XIV. — Di questo interessante
manoscritto in parte inedito si occupò G. Bofìiito nella Bibliofilia (X : 322). Secondo lui il
copista è identico all'autore e operò circa il 1300. Olschki colloca le miniature nel secolo XV.
Secondo la nostra opinione risalgono al principio del secolo XIV e sono di maestro bolognese
di secondo ordine. Troviamo persuadenti analogie nel Museo Civico di Bologna e nell'Archivio
Capitolare di Lucca ».
Continua l'interessante polemica a proposito della istituenda Biblioteca pubblica comu-
nale di Budapest, tra 1' eminente bibliografo ungherese dott. Paolo Gulyàs, del Museo Nazio-
nale Ungherese, specialista in materia di biblioteche pubbliche, popolari, e il dott. Ervino
Szabò, direttore dell' attuale Bibliotea comunale di Budapest. Alla polemica ha dato occasione
a suo tempo il memorandum presentato a proposito dallo Szabò, al Consiglio municipale di
Budapest, del quale facemmo parola anche nella Bibliofilia (XII, dispensa 5-6;.
Szabò pubblicò ultimamente due opuscoli : « Programma dettagliato di concorso per la
biblioteca comunale», Budapest 1911 e «Alcune massime circa 1' architettura di biblioteche mo-
derne,- con riguardo ai progetti della Capitale ». Budapest 1911.
Nel programma di concorso 1' autore ha raccolto tutti i postulati della letteratura ame-
ricana relativa alle biblioteche, ed ha tentato di realizzarli e di fonderli in un progetto di bi-
blioteca pubblica, che dovrebbe venire edificata a Budapest, in Europa dunque. Neil' esporre
i risultati degli studi americani in proposito ha parole di malintesa compassione per i tede-
schi, i quali secondo lui accecati dalla gioire, si ostinerebbero a fare da sé ed a non imitare
servilmente gli americani. Gulyàs occupandosi nell' ultimo fascicolo della Magyar Kónyvszemle
(Riv. bibliografica ungherese, XIX : i) delle sucitate due pubblicazioni, osserva saggiamente
a questo punto, che sono appunto i tedeschi a battere una buona strada, i quali nelle loro
innovazioni si dipartono sempre dagli effettivi bisogni e dalle loro forze materiali. Cosi per
esempio non succede a loro come a Szabò, di destinare 2 mq. di superficie ad ogni singolo
giornale quotidiano, i quali 2 metri fanno al caso del Neiv-York Herald o del Sun, ma sono
troppi per un giornale ungherese, di proporzioni relativamente molto ma molto più piccole.
Nel secondo opuscolo Szabò si occupa in tesi troppo generale dell'architettura e dell' or-
dinamento di una biblioteca moderna, perdendo di vista troppe volte la realtà delle cose.
Cosi per esempio né nel primo, né nel secondo degli opuscoli si fa menzione della
somma che verrebbe devoluta alla biblioteca, e che — come risultò in altro modo — è stata
fissata in i milione di corone.
Se si volessero realizzare tutti i punti del programma Szabò, sarebbero appena sufficienti,
adottando un rigoroso sistema di economia, 2 milioni e mezzo.
Luigi Zambra.
24 AMERICAN NOTES
AMERICAN NOTES
Brown University has recently issued a valuable List of Books Printed in the Fifteenth
Century. This bears the University's imprint at Providence, Rhode Island.
^^
Much interest in America was awakened by the sales of the collection of Books and
Autographs froni the Hbrary of the late Edmund Clarence Stedman, which recently took place
at Anderson's, New York. Books, manuscripts and letters rich in lìterary association comprised
the lots. « In the collection vvere several of Robert and Elizabeth Barrett Browning, hitherto
unpublished, and two letters of Edgar Allan Poe, together with a portion of a manuscript in
which he defended himself against the charge of plagiarism. Originai manuscripts, documents,
and first editions of Whittier, Lowell, and Holmes, Emerson, Bayard Taylor, Thomas Bailey
Aldrich, William Vaughan Moody, Matthew Arnold, Theodore Watts-Dunton, Swinburne, Ed-
mund Cosse, John Hay, Eugene Field, and many others, are also included.
One of the most interesting items disposed of was a two-page 8 vo. a. 1. s. of Grover
Cleveland, Executive Mansion, Albany, Dee. 7, 1S84, to Mrs. Elizabeth C. Kinney, Mr.
Stedman 's mother, and related to Mr. Cleveland through her own mother, who was a
daughter of Rev. Aaron Cleveland. The letter was written one month after Mr. Cleve-
land's first election as President, and while he was stili governor of New-York. « You
may be sure », he says, « that the responsibilities and the difficulties of the place to which
I bave been chosen sometimes press upon me most oppressingly. The comfort I find is in the
prayers of good people which I know are ofiered for my success and the faith I bave that
God will bless honest and good intentions ». The letter is slightly stained. It was knocked
down to George H. Richmond for $13. A part of the Confederate flag displayed from the
Marshall House, Alexandria, Va., for the tearing down of which Colonel Ephraim E. Ellsworth
of the Ellsworth Zouaves was shot and killed by the hotel proprietor, also a piece of the flag
rope and a part of the oilcloth of the stairway, stained with Colonel Ellsworth's blood, brought
$51 on order. Mark Twain items sold as follows.
First edition of « The Prince and Pauper », with autograph inscription to Mr. Stedman,
$31 (Drake) ; first editions of «A Connecticut Yankee in King Arthur's Court», presentation
copy with inscription, $37 <Dodd & Livingston) ; originai autograph preface to Mark Twain 's
Library of Humor, « Compiler's Apology », $20 (Dodd & Livingston) ; first edition of « The
Stolen White Elephant », with a. 1. s. of author inserted, $11 (Order) ; a. 1. s. to Mr. Sted-
man, « Don't teli any one, or I shall be caught in a lot of lies, which I bave been telling N.
England Societies of two other cities », $9,50 (Order); a. 1. s. two pages, Svo, Hartford, Jan.
IO, 18S3, inviting Mr. Stedman to a meeting of the « Monday Evening Club », fio (Order); a.
1. s., three pages, 8vo, Hartford, Feb. 6, 1883, to Mr. Stedman, « I wish I might write ali
books for the mere pleasure of writing them, and with no prospective audience before me, and
no intent to publish », $10,25 (Wright) ; a. 1. s. two pages, i2mo, Riverdale on Hudson, Oct. 8,
1901, to Mr. Stedman, $10 (Order).
An undated a. 1. s. of Samuel Taylor Coleridge, about bis health. to Dr. J. Pettigrew,
brought $18,50 (Richmond) ; « The Green Book of the Bards », i6mo., originai wrappers, 16
pages, uncut. Boston, 1898, printed in only 100 copies, by Will Bradley for Bliss Carman and
bis friends, with autograph presentation inscription by the author, $32 (Drake); « The Summer
Clouds », prose poems by Yone Noguchi, colored Japanese decorations, and Japanese pictorial
wrappers, i2mo., Tokyo, 1906, introduction by Bliss Carman, a. 1. s. of author inserted, $17
(Drake) ; first edition of George Darley's « Sylvia, the May Queen ». i2mo., London, 1827,
AMERICAN NOTES 25
$14 (Order) ; first edition of Austin Dobson's « Vignettes in Rhyme, and Other Verses » with
ìetter of author inserted, $17,50 (Order) ; first American edition of the same, lamo., New
York, 1880, introduction by Mr. Stedman, presentation copy to him by the pubHsher, Henry
Holt, and an a. 1. s. of Oliver Wendell Holmes inserted, praising the introduction, also three
a. 1. s. of Dobson inserted, $75 (Order) ; and another copy of the American edition, with orig-
inai manuscript of the same introduction inserted, signed by Mr. Stedman, « Editor's Private
Copy », $34 (Order) ; George Eliot's « How Lisa Loved the King », Boston, 1869, $53 (Order) ;
a, 1. s. ot Ralph W. Emerson, seven pages, i2mo., Philadelphia, 1856, to Mrs. Elizabeth C.
Kinney, on some verses forwarded by her, $33 (Smith) ; a. 1. s.of Emerson, 3 pages, Concord,
Nov. II, 1S73, to Mr. Stedman, thanking him for a portrait of bis volume of verse, and men-
tioning Mr. Stedman's «John Brown of Ossawatomie » $21 (Order)».
Autographed presentation copies of the first editions of a dozen of Thomas Bailey Aldrich's
books fetched $441.50, the highest price being paid for " The Story of a Bad Boy " ($126)
and the next highest i$6i) for " The Queen of Sheba ". Letters from Mrs. Browning referring
especially to the medium Home brought $47 and $48 each.
Mr. Stedman himself prepared the library for sale, and arranged the autographic material
inserted in the books. There is Mrs. Browning's own copy of « Casa Guidi- Windows », with her
annotations ; Landvis copy of the « Idyllica Heroica », with bis notes — this volume was got from
Landor by Swinburne, who presented it to Mr. Stedman.
Commenting on recent sales at auction of autograph letters a recent editorial in one of
the New-York newspapers ran as follows :
A man of literary taste who fills bis bookshelves with first editions of works of bis
contemporaries, inserting private letters from the authors, rarely if ever has in mind the future
dispersal of bis library by public sale. Very few men preserve private letters with the object
of having them turned into money by their executors. As a matter of fact few men live with
the thought of their executors in mind, and least of ali the literary man whose collections
aremade to gratify bis own intellectual desires. Some collectors may collect forposterity,even some
book collectors ; for there is money in rare books, though a valuable library is often sacrificed
by the mismanagement of executors. But the first editions of one's literary friends are not
valuable until many years after their publication, and in the library of an eminent man they
may only bave value then because of his eminence and the distinguishing marks which will
associate them with his fame, his bookplate, for instance, the author's written tribute to him
on the fly-leaf, and the inserted private Ìetter. Such volumes are salable. Dealers and pri-
vate collectors bid high for them. They may not long retain their value in the fluctuations
of the book market, but they are worth the gamble. First editions of the books of Thomas
Bailev Aldrich, and writers of his epoch, now rank in auction values not very far below the
Emerson, Hawthorne, and Poe first editions.
The library of a man of letters lately dispersed in this city contained many private
letters inserted in books. There has been some flurried comment on the sale because living
men do not often care to bave their private letters made public. Requests for advice and
the exertion of personal influence, appeals for encouragement, addressed by yqung authors to a
literary authority of mature years, are harmless while they remain in the possession of that
authority. But the once young authors, now mature themselves, aware though sad experience
of the small utility of influence as a factor in literary success, are apt to be worried by the
idea of their dispersal.
It would be generous, in such cases, for the executors to return the books and letters
to their authors, but executors are not habitually generous in this way. A collection falling
into the hands of executors is generally sold. The estate needs the money, or the executors
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa i» 4
26 AMERICAN NOTES
feel that it does. And the executors' right to sell is not to be questioned. Letters once dis-
patched through the mails are the property of the person to whom they are addressed, his
heirs and assigns forever. The right to publish them, however, remains with their authors, but
there is not often much consolation in that.
It is an indisputable fact that too many private letters are written ; too many, that is
to say, for the perpetuai comfort of the writers. The ancient advice, « never write a letter
and never destroy one », is somewhat musty and always savored of insincerity. \Ve must write
some letters. But in writing them vve inevitably cast bread upon waters which may return to
US, after many days, and when \ve are least anxious to bave it.
February 7 and S the Anderson Auction Company sold a selection of books from the
library of the late Samuel L. Clemens (Mark Twain). The following report of which is taken
from a newspaper announcement of the sale :
« Most of the books were of themselves, of slight vaine, but with very few exceptions
they contained Mark Twain's signature, generally with a date, and each volume contained a
certificate signed by Albert Bigelow Paine, Mark Twain's literary executor, saying that they
were from his library. Many of the books were presented to him by their authors. Some of
the volumes contained marginai notes in Mark Twain's autograph, while inserted in others
were fragments of his writing, the pieces often being of considerable interest. A copy of Dean
Sage's «The Restigouche and Its Salmon Fishing», privately printed, 105 copies only, in
1S88, is perhaps the most valuable book in the portion of the library sold. Portions of the
library bave been given to the public library at Reading, Conn., in which Mark Twain was
much interested. In 1908 he had a printed sheet, headed « To My Guests, Greeting, and
Salutation, and Prosperity », telling of the progress of the library, and closing with the
following characteristic sentenges, which bave not, so far as we know, been reprinted :
Everybody vvill bave a chance to contribute to this fund. Everybody, including my
guests— I mean guests from a distance. It seems best to use coercion in this case. There-
fore, I bave levied a tax — a Guests Mark Twain Library Building Tax, of one dollar, not
upon the valuable sex, but only upon the other one. Guests of the valuable sex are tax-free,
and shall so remain ; but guests of the other sex must pay, whether they are willing or not.
I desire that the money be paid to me, personally ; this is the safest way. If it were paid to
my secretary a record would bave to be made of it, and the record could get lost.
The manuscripts were most late manuscripts, the longest being « A Horse's Tail,
written on one side of 159 leaves, printed in Harper' s Magazine in 1906, and « Meisterschaft »,
92 leaves, printed in the Century Magazine in 18S8. A note to the printer on the « Meister-
schaft » manuscript shows that there was probably prepared a privately printed issue of this
piece which, if one is stili in existence, would be counted a great treasure by any Mark Twain
collector. This note reads :
Dear Van. Please set this up, & after you bave got jour proof as clean as you can,
send me a proof and I will correct it & return it to you, & ask you to strike off two or three
perfected copies for me to forward to the « Century ». . . . Keep the thing private. Don't
let it get out of your hands,
This shows that the originai pian was to set up the story in some other printing office
and strike off" a few copies which the author could revise with more care than could be
given to the regular magazine proofs. Whether or not this was actually done is, of course,
uncertain ».
A bequest of $20,000 will come to the University of Michigan Law Library by the will
of Octavia Williams Bates, '77, '96 law, who died last week at Baltimore, Md. The will prò-
AMERICAN NOTES 27
vides also that the remainder of the estate, after ali other bequests have been settled, shall
come to the university. A gift of $5000 is made to the Detroit High School Scholarship Fund
Association for the purpose of loaning money to needy students, who whish to attend the
university.
February 9 and io the Anderson Auction Co sold Part I of the important library of
Judge Jacob Klein of St Louis, Missouri. This included first editions of Matthew Arnold,
Lord Byron, Bret Harte, and other authors, books in fine bindings, autographs, and many other
interesting lots.
«The Merwin-Clayton Sales company on February 6-7-8 sold the Angling collection of the late
James L. High of Chicago. Included is the first edition of Izaac Walton's «Compleat Angler » (1653),
one of the rarest of English books. This copy is in old russia, tool ed on sides and back.
The Locker-Lampson-Van Antwerp copy in the originai sheep binding, which brought £1,290
in March, 1907, is novv in Mr. Morgan's library. The Heckscher copy, in modem binding,
sold in New York for $3,900 in February, 1909. Mr. High also owned the second, third,
fourth, and fifth editions of Walton, ali of which are rare and sought for by collectors,
as well as a very long list of later editions. Another great rarity is Venable's « Experienced
Angler » (1662), a perfect copy in old calf binding ».
From the New York Evening Post :
The Hov.'ard Willets collection, destroyed by fire a few years ago, was probably the
most extensive collection of Cruikshankiana ever brought together by any American collector.
A very remarkable collection of drawings and prints (extracted from books, but generally with-
out the text) was that of John B, Gough. This is now in the library of M. C. D. Borden.
The more famous works, as well as the works of famous writers embellished with Cruikshank's
plates, are sought for by many collectors, but few, like Bruton, Truman, and Douglas, attempt
to procure every book or pamphlet containing an illustration by Cruikshank or every separate
print which he made.
New York, February, igii.
Gardner Teall.
ENGLISH COURIER
A most interesting article on « The Library at Haigh » (Bibliotheca Lindesiana\ the
property of the Earl Crawford, appeared recently in « The Manchester Guardian ». It is from the
pen of D."" Axon, a littérateur of considerable distinction. We make a few extracts : Lord
Crawford, possesses a great collection of books which for extent, variety, and richness may
probably claim to hold the first position among the private libraries of England. The present
Bibliotheca Lindesiana represents in the main the work of the present Earl and his father.
Of this library an excellent catalogne in six volumes folio has been printed for private circu-
lation. It is in the form of a dictionary catalogne with ampie cross-references, and the rare
books are described with a fullness that leaves nothing to be desired. Mr. A. G. E. Philipps,
is the present librarian. The inscription on the fly-Ieaf, « Lindesiorum Principis Comitis Craw-
fordias et Amicorum », is no empty form, for the resources of the collection have always been
freely at the service of investigators. The catalogue represents twenty years of continuous
28 ENGLISH COURIER
vvork. In the introduction Lord Crawford gives an interesting histor^' of the formation of the
librarj'. His remarkable coUection of MSS. to ilkistrate the history of writing and of art in
connection therewith was sold to Mrs. Rylands, and now forms part of the John Rylands Li-
brary. The account of this transaction is especially notevvorthy. The Lindsays bave not been
devoid of a desire for Hterar>' fame, but notwithstanding the present Earl's fame as astronomer
and bibHographer and his father's claims as art critic and historian, the lover of literature
will give precedence to Lady Anne Lindsay, afterwards Barnand, who wrote the beautiful
ballad of « Auld Robin Gray », the autograph of which is one of the many treasures
of Haigh,
The library is remarkable for its wide range of interest, and passes from fifteenth cen-
tury incunabula to twentieth century tracts on temperance. In the department of history,
geography, and topography it is remarkably rich. Thus under the heading of France there
will be found so\irces of information for every period of its history, including many originai
editions of books and pamphlets that bave helped to shape the destiny of that country'. Of
De Brj's publications, which are amongst the rarest of geographical books, there is an amazing
series. There are some 1,500 Luther books, and theolog>' and ecclesìastical history are well
represented. The literature relating to Orientai subjects is also rich. The two volumes devoted
to « Proclamations » are full of material for British history. It is only on examining such a
calendar as is bere presented that it is realised how|.large a share of the government in the
Tudor and Stuart times was carried on by means of these documents. Perhaps the most
striking instance is that of the so-called « Book of Sports », which may almost be styled the
prologae to the great Civil War in England. Of course such a collection as the Bibliotheca
Lindesiana could not bave been brought together without ampie bibliographical apparatus, and
accordingly we find that section very full, including not only the folios of Maittaire and Dibdin
and the more scientific vvork of Proctor and Bradshaw, but a long array of the smaller mono-
graphs and essays of Léopold Delisle, G. Peignot, and similar investigators in the byways of
literary history. Many out-of-the-\vay subjects receive illustration in this library. Thus the
shorthand collection includes a special copy of the rarest book in the whole range of British
stenography (Brights Characterie). Again, hornbooks are amongst the scarcest things coveted
by collectors, but Lord Crawford has more than a score of them, including English, Scotch,
Danish, Dutch, and German varieties.
Lord Crawford purposes, in further volumes, to deal with the literature of philately,
with books and autographs relating to the French Revolution and the First Empire, with
ballads and broadsides, and with a collection of some 8,000 Papal buUs and briefs. It may be
noted as a curious fact tliat at one time there were five tons of type standing at the Aberdeen
University Press ready for being put into pages for this catalogne. In his « L' Envoi » Lord
Crawford says : « I bave done, and now send forth the results of some 20 years' continuous
work, undertaken in the cause of my successors, as a souvenir to my personal friends, and I
trust as a work of interest to the many public institutions and libraries, spread over the world,
with whom I bave long been in friendly communication ».
This great work of Lord Crawford and his assistants (concludes D'. Axon) will take
its place in the front rank of bibliographical literature. It is a noble monument of a
noble library.
The learned author of « Books and Bookmen » in the same well-known daily, gives
some items of interest as to the cost of « so great a Library » : In 1S81, when the Duke of
Marlborough's library was to be sold, a whisper was sounded in his ear that he might bave
the whole collection for £20,000, but he could not lay hands upon the money, so the books
went to auction. Now the result of the first sale alone was £19,300, and the sum total of
ali the sales ran to £56,000. Naturally Lord Crawford has « never ceased regretting » bis
inability to purchase. Worse, however, than not being able to buy books you wish, is having
ENGLISH COURIER 29
to part with books you prize. That is what happened about 1888. At that time the falling
due of certain mortgages coincided with a speli of commercial depression, and as he had
nothing else to realise he parted with part of his collection. It was a « bitter sacrifice », but
he knew the market too well not to be able to get the largest possible sum for the smallest
number of books. About 1899 an odd thing happened. A business man with whom he had
long dealt wrote asking if he had ever contemplated selling his collection of manuscripts.
The answer was a fiat « No ». Eighteen months later the question was renewed with an
added request to consider the matter at leisure and state whatever figure he uould. Reluctantly
he named a figure which, in conjunction with conditions laid down, he hoped would prove
absolutely prohibitive. The collection was not to leave British soil ; it was not to include
papers relating to the family nor those hearing on the French Revolution and the First Empire.
Ten days later he had reason to regret it. A letter came, to his great disgust, closing with
the terms, so his manuscripts had to go.
Says « The Manchester Guardian » : (Shakspere in the First Folio). A veneration for
Shakspere as be was originally printed is more common in America than it is here, where
the plays are read almost entirely in composite modem texts. To reprint in facsimile ali the
four Folios was a courageous and public-spirited undertaking, and Messrs. Methuen, who
started the work some years ago and bave now, proceeding backwards, reached the greatest and
most important of ali, the First Folio, are to be congratulated on the conclusion of their labours.
Mr. Henry Guppy, M. A., in his scholarly introduction to the Catalogne of the magnifi-
cent Collection of Eastern Manuscripts (papyri, codices, fragments, says : «One of the outstand-
ing features of the John Rylands Library of Manchester, is the interesting collection of Orientai
and Western manuscripts, numbering at the present time nearly seven thousand items, and il-
lustrating in a remarkable manner most of the more important materials and methods which
bave been employed from the earliest times for the purpose of recording, preserving, and
transmitting to posterity the knowledge of past achievements.
The nucleus of the collection was formed by the manuscripts contained in the Spencer
Library. This was added to from time to time by the purchase of individuai manuscripts.
But the present magnificence and special character of the collection were given to it
by the acquisition, in 1901, of the famous Crawford group of nearly six thousand roUs, tablets,
and codices.
The importance of the collection at the present time cannot easily be overestimated.
The manuscripts are well known to scholars, who bave always had ready access to them ; but
to the world at large, they are yet unknown. A few remarks, therefore, upon some of the
most noteworthy and characteristic features of these interesting literary records may not be
deemed inappropriate. Beginning with the Eastern section, it must be said at once that the
wealth of Orientai manuscripts, of ali ages, and in a variety of languages, can hardly be in-
dicated in a brief introduction like the present. Armenian, Ethiopic, Sanskrit, Pàli, Panjabi,
Hindustani, Marathi, Parsi, Burmese, Canarese, Singhalese, Tamil, Chinese, Japanese, Malay,
Javanese, Achinese, Mongolian, Balinese, Tibetan, Bugi, Kawi, Madurese, Makassar, and
Mexican manuscripts are here in abundance. Here, too, are examples of those curious and
rare productions, the medicine books of the Battas, inscribed on the bark of the alimtree, or
on bamboo poles. These things are, of course, curious. But of more general interest are
the great number of very precious Persian, Arabie, and Turkish manuscripts, numbering nearly
two thousand volumes. The examples of the Koran, dating from the eighth and ninth centu-
ries, are, in many cases, of extraordinary beauty and value. One copy, written on 467 leaves
of thick bombycine paper, of the date of A.D. 1500, must be one of the largest volumes in
the world, measuring, as it does, 34 by 21 inches, Of papyrus rolls and fragments there are
30 ENGLISH COURIER
examples of the « Book of the Dead » in EgA-ptian Hieroglyphic and Hieratic. The Demotic
papyri forni by far the most important collection ot documents in this script at present extant.
There are a number of Greek papyri, at present under arrangement by Drs. Grenfell and
Hunt, who have discovered, among other interesting documents, a new fragment of the recen-
tly-discovered Greek historian, Theopompus. There is also a considerable collection of Arabie
papyri, the result of the examination of which is awaited with keen interest.
In Coptic, the papyri and the codices range from the sixth to the sixteenth century.
In Samaritan there is an interesting, though net large, group of BibHcal and liturgical texts,
including an important vellum code: of the « Pentateuch », written in A.D. 1211. In Syriac
there is a vellum codex of the « Gospels » of the sixth century, and what is probably the
earliest known complete Syriac « New Testament », written about A.D. 1000. The Hebrew
manuscripts comprise many « Rolls of the Law », and severa! illuminated codices of the
« Haggadah », or «Service for Passover ». Of Greek codices there are several beautiful
Gospel books, but by far the most important volume of the group is a fragment of about
twelve leaves of a vellum codex of the « Odyssey » in a handwriting probably of the third
centurj-. Should this date be established it would make of it the earliest vellum book
known ».
The last number of The Library (a quarterly Review) has an interesting article on
« The Bindings of Thomas Wolton » by Mr. E. Gordon Dnff, JM. A., late Chief Librarian of
the fainous Rylands Library, Manchester .
About the middle of the sixteenth century a style of binding arose in this country
which, though obviously copied from foreign models, acquired a distinctive character of its
own, and was much in favour with the most eminent book coUectors. It is generally known
as « English Grolieresque », a most inappropriate terni, and associated with the name of that
great book coUector Thomas Wotton called from the motto often placed on his book, « Tho-
mae Wottoni et amicorum », the Englisii Grolier(i).
The bindings, which are always of sniooth brown calf, have very elaborate geometrical
designs fornied by a band or bands coloured black, and bordered with gold-lines. These are
relieved with bold gilt sprays, sometimes plain, sometimes azured or also coloured black. A
verj- judicious use of dotted gold backgrounds in small spaces adds much to the general
effect. This style of ornament seems to have originally come from Lyons, and many beau-
tiful examples of such foreign bindings are in existence. They, however, difl'er from the
English examples in that they are very rarely worked with the interlacing bands in black
alone, the more general custom having been to use a combination of brighter colours, red,
blue or green, at first these bindings were very carefully tooled, but they grew so rapidly in
favour that the Lyonnese printers, especially the fimi of Griphius, introduced the labour-saving
device of printing the whole of the design of the side from one block in gold, the interlacing
bands being afterward coloured by band, a few of the bindings of Grolier and Maioli are of
fine Lyonnese work, but most of their best specimens are Italian. As to the ultimate fate
of the fine library which Wolton possessed we have no Information says .Mr. Gordon Dufl".
It probably passed (he surmises) with the estate of Boughton IMalherbe to Edward, Baron
Wotton, his son. The question naturally arises who bound the books that fornied so magni-
ficent a collection ? The author of the article thinks that « we owe theni to the foreign re-
fugees who poured into England on the accession of Edward VI. The fine gilt bindings of
Henry VIII's reign, which are usually associated with the name of Thomas Berthelet, the
royal binder, are quite different in style, and, as he himself tells us, were tooled in the Ve-
(t) Wotton born in 1521 was a man of great leattiing, religion and mealth.
ENGLISH COURIER 31
netian manner with tools cut after the Italian models. But even his bindings show the in-
fluence of the new style, and on his bindings made for Edward VI, be often makes use of
interlaced geometrical patterns which were unknown in the preceding reign ».
The Publisher' s Circular (says The Times in his Literary supplement of Jan. 12 *'') in its
annual analyses of the books of the past year announces — in spite of two general Elections
and the death of King Edward Vili — a slight increase in the output of books in the United
Kingdom. The total for the year is 10.804 as compared with 10.725 for last year, an increase
of 79. Taken class by class, the figures show increases in the following subjects. : Religion
and Philosophy 42 ; Educational 30 ; Law 5 ; Social Science 54 ; Arts and Sciences 53 ; Vo-
yages and Travels 71 ; Poetry and Drama 115 ; Medicine 51 ; while the following subjects
show decreases : Fiction 48 : History and Biography 53 ; Year Books 29 ; Belles Lettres 32 ;
and Miscellaneous (paniphlets etc.) 191.
We read in The Times oi Feb. 2nd that it is proposed, to sell the copy of Foxe's Book
of Martyrs which belonged to John Bunyan during his imprisonment in the old country gaol of
Bedford, to raise funds for the Bedford General Library where the book has been since 1841.
The book is in three folio volumes, and it was printed in London for the Company of the
stationers, 1641. It is in black letters and there are several pictures of martyrs suffering at the
stake. At the foot of each title - page is written in ink in capital letters the name John Bunyan
— It is disputed however whether the autographs are in the handwriting of the famous
Author of Pilgrini's Progress. (Opposition has been ofiered to this proposai, as evidenced by a
letter in The Times Feb. 8*''', 11).
Mr. B. Quaritch says The Times, has issued in one volume the numerous catalogues of
books on the fine arts which he has issued in parts and at irregular intervals during the past
two years. The whole forms a substantial volume of 350 pages, enumerating some 4,400
Works on nearly every phase of art, including decorative and industriai art as well as the many
subjects comprised in the description « practical arts », such as aeronautics, horology, textile
fabrics, dyeing and so forth. There are indeed a great many art books which are not included
in Mr. Quaritch 's useful catalogne, but those which are there sufficiently indicate the costliness of
forming anything like a good and comprehensive reference library of books on art. The
section of catalogues of art collections and exhibitions is a lengthy one, and includes a good
many that are rare. One little idiosyncrasy strikes one in looking over this list : the price
asked for Christie's catalogne of the very tenth-rate Deutsch coUection (1895) is more than
three times that put on the superb Dudley catalogne (1892). The latter collection was one of the
finest which has come up for sale in recent times ; the Deutsch collection came in quite another
category.
c^ .
The London University Gazette announces that Dr. Percy Furnivall has presented to
King's College the library of his late father, Dr. F. J. Furnivall, to form part of the depart-
mental library of English Language and Literature, on condition that it is available to those
attending the evening school of English. In this department the late Dr. Furnivall evinced
special interest, and contributed before his death the nucleus of a library of Old Middle English
literature. The library is to be known as « The Furnivall Library ».
The Dent Library. — Messrs. Hodgson ad Co. sold last January the valuable library
of the late Rev. J. H. Dent, removed from the Manor House, Hallaton, Leicestershire, among
32 ENGLISH COURIER
which were a number of choice and interesting volumes, many possessing an importance apart
from and in addition to their rarity. The series of 50 early Bibles realized a total of £125,
and 39 editions of Prayerbooks £195, the entire Hbrary of 417 lots producing £1,633.
The early printed and other rare books included a good copy of the Lactantius 1468, a
book printed at Rome by Sweynheym and Pannartz, from the Duke of Sussex's library — £61
(Leighton) ; St. Jerome, « Epistolae et Opuscula », printed at Mentz by Peter Schoeffer, 1470,
from the Hawtrey library- — £41 (Leighton); a fine copy of the Nuremberg Chronicle, 1491 £31;
and an unusually fine and perfect example of the Book of Hours printed on velluni by Gillet
Hardouyn, 1510, from the Hawtrey library— £33 (Edwards). A copy of Stow's « Survey ofthe
Cities of London and Westminster », 1720, with annotations in the autograph of Thomas Gray,
the poet, extending over 60 pages, realized £95 (Hornstein) ; a presentation copy of John
Nichols's « History and Antiquities of the County of Leicester », 1795-1815, from the author
to J. Tailb « as a testimony of gjatitude for coUections made and drawings taken for this
work — £88 ; Izaak Walton's " Lives of Dr. John Downe », &c., 1670, with autograph
inscription to his sister from the author — £31 (Hornstein) ; « The Houghton Gallery », 1788,
with 129 fine engravings and an autograph letter from the Earl of Orford to Mr. Christie, 1779,
relating to the valuation and sale of the collection — £50 (Brall) ; J. B. Silvestre « Paléographie
Universelle », 1850, a good copy of this splendid work — £2'7 (Nijhoftì ; and a sound and
genuine example of the Fourth Folio Shakespeare, 1665 — £42 (Stevens and Brown). From
other sources there were numerous early books of travel relating to America, the most im-
portant of these being the very rare tract « A True Declaration of the Estate of the Colonie
in Virginia », London, 1610 — £200 (Stevens and Brown). Only three copies of this rarity are
recorded in Livingston's « Auction Prices of Books », the Barlow copy selling for 8210 in 1890,
whilst the Whitchurch example sold for £43 in 1894. Other sales were: — R. Hamor. « True
Discourse of the Present Estate of Virginia », 1615 — £121 (Sabin) ; J. Lederer, « Discoveries »,
1672, a clean copy of this very rare tract, with both the map and the « Licensed » leaf— £136
(Sabin) ; and S. Purchas, « Hakluytus Posthumous », 1624-6 — £64 (Maggs). The two days' sale
realized a total of £2,410.
The Standard Febr. 2"^^ says : Among many books, formerly the property of Mr. Hughes,
author of Mr. Brown's schooldays, which was sold on Feb. i*' by Mr. Hodgson, London, from
the property of a Lady, copies of the Ingoldsby Legends i*' edition of the 3 series presented
to Mrs. Hughes by their anonymous author Mr. Barham fetched £70. The i^' series contained
the Ingoldsby's autograph and in the last Volume was transcribed a poem written to Hughes,
father.
Mass'. Sotheby, Wilkinson, and Hodge of London sold by auction, on Febr. 22 "d^ 23 "d
and 27*'! respectively the foUowing Books and Mss. forming part ofthe Townsheni Heirlooms (re-
moved from Raynham Hall. Fakenham), including scarce Works on America, Travels, Histor>',
English and Foreign Literature, Books in Fine Bindings, CoUections of Pamphlets on Trade,
Finance, Ireland, &c., Fénelon's Aventures de Télémaque, 2 vols., 1785, with Originai
Drawings, Broadside Acts, Piranesi's Works, &c., also Books and Manuscripts, comprising
Standard Works in English Literature, Historj', Science, &c. ; Sport and Travel. Biography,
Art, Topography, and Genealogy ; Manuscripts on Vellum ; Milton's Paradise Regain'd,
First Edition ; Ackermann's Microcosm of London, University of Oxford, and Abbey Church
of St. Peter's ; Oudry's Edition of Lafontaine's Fables, Large Paper ; Hume and Marshall's
Game Birds of India; Books illustrated by T. Bewick; Markham's How to Chuse, Ride, and
Diet Hunting Horses; Books on Scotland ; Early Printed Books and Foreign Literature, &c.,
the Library of the Rev. G. Lockhart Ross (deceasedj, late of 20, Richmond square, S. W.,
ENGLISH COURIER 33
comprising valuable Theological Works, Topography, Books on Art, &c., including Publi-
cations of the Scottish Historical Society, English Historical Review, Henry Bradshaw Society
Publications, Wilkins' Concilia, Dugdale's Monasticon Anglicanum, by Caley, EUis and Bandinel ;
Works of the Fathers, Catholic Writings, &c.
By the death of Dr. Watson, professor at the Royal Manchester College of Music and
the University, the Musical Library of 5000 volumes which be bequeathed to the Corpo-
ration of Manchester in bis lifetime, becomes the absolute property of the citizens of that
industrious cantre. This magnificent Collection of early editions and rare works on the History
of art and music, vocal and instrumentai scores etc, vvill be housed in the temporary building
of the Free Reference Library, for which an edifice worthy of the city of Manchester will (it
is hoped) be erected on the site of the old Infirmary in the next 3 years. The Collection is
supplemented by Dr. Hall's generous gift of 750 items.
It will interest our Italian readers to know that the present Chief Librarian of the Free
Reference Library Mr. C. W. Sutton, M. A., succeeded the late Dr, Crestadoro, of Genoa,
an Italian patriot and a man of uncommon learning.
Says The Manchester Guardian : Examples of beautiful printing are the first four
books in the Verulam Library (Chapman and Hall) where for 6s. net you may bave, in the
kind of form Ruskin pleaded for in a celebrated passage in « Sesame and Lilies », Marcus
Aurelius and à Kempis of the ancients, and for the moderns Bacon's « Essays » and Lamb's
« Essays of Elia ». Mr. Arthur Humphreys has issued in small half-crown booklets, beautifully
printed with vignette headings, « five types by Mr. Chesterton and some other extracts and
essays from writers of belles-lettres ». The big centenary editions of Dickens and Thackeray
published respectively by Messrs. Chapman and Hall (35. 6d. each) and Messrs. Smith, Elder
(6s. net each) bave reached a further stage of publication, and the Caxton Publishing Company
has completed its edition of Shakspere (6s. 6d. net each).
The experiment of the Messrs. Nelson in putting upon the French market cheap reprints
of French works printed and published in this country has not lasted long enough to render
possible any prediction as to its lasting success.
The Times, London. — IMessrs. Christie, Manson, and Woods sold in January engrav-
ings of the Early English and French schools, the property of Lord Ronald Sutherland-Gower
and from other sources, the chief lots being : — « Christmas Gambols », after G. Morland by
J. R. Smith, and « Christmas Holidays », by and after J. R. Smith, a pair, in colours — 215
guineas (W. Sabin) ; « Mrs. Pelhani feeding chickens », after Sir J. Reynolds by W. Dickinson
— 120 guineas (Bush) ; « He Sleeps », by and after P. W. Tomkins, in colours, with wide
margin — 175 guineas (EUis and Smith) ; « Lady Charlotte Greville », after J. Heppner by
J. Young, in colours — 43 guineas (Maggs) ; and «La Petite Laitière Anglaise », after J.
Northcote by T. Gaugain, in colours — 46 guineas (EUis and Smith).
The new edition this year of Webster's New International Dictionary is more conservative
in the matter of spelling than one might expect in an American publication. Spelling across
the Atlantic has developed on its own lines, and the advocates of reformed spelling are much
more active there than bere. But for ali that, Webster assures us that American popular
practice has been little affected by the reform movement, and even the old American spel-
lings are ceasing to be universal. American publishers foUow the English spelling in books
intended tor both the American and English market, and this tends to favour our more
conservative practice. However, Webster is tolerably advanced. We find «center», « trav-
eler », « imperiling », and «wagon» preferred to the ordinary English forms. « Program »,
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa i' 5
34 ENGLISH COURIER
we are told, is now generali}^ adopted, but the English reader is not startled by such words
as « tho », « catalog », « relativ », « finisht », and « alfabet », (from « Miscellany », Maìichester
Gtiardiafi).
The University of Cambridge has taken over the copyright and control of the Encyclo-
paedia Britannica, and the promised new edition (the iith) vvill be issued from the Cambridge
University Press.
This edition is a completely new work, founded upon a fresh survey of the world in
every department of knowledge. Its production, which represents the labours of 1500 eminent
speciahsts, costs £230,000 before a single volume was printed, and has occupied for eight years
a permanent editoria! staff of 64 members.
The 28 quarto volumes of text contain, on an average, 960 pages each, with 1500 words
to a page. There are 40,000 articles ; 7000 illustrations in the text ; 450 full-page plates ; 417
maps. The index volume contains some 500,000 references. By those who apply immediately
the work may be purchased at the rate of 15S. lod. a volume. Payments will also be accepted
in monthly instalments of 2is.
Lord Rosebery on Dickens. « Lord Roseber>' was the chief speaker at a meeting held in
the Mansion House on Feb. 24 in support of the fund that is being raised in aid of the rela-
tives of Dickens. The centenary of the birth of Dickens falls next year, and it has been de-
cided to raise the commemorative fund by meàns of the issue of the Dickens stamp, which
people are asked to buy and fix in their copies of the works. The Lord Mayor was in
the chair.
« In the course of his remarks the noble Lord said, Dickens has given us a pleasure
which I think none of us overestimate, and we bave given him uncornmonly little in return.
It is estimated that there are 25 million sets of Dickens's works in the world at this moment,
making due allovvance for wear and tear. — (Laughter). We must ali allovv thet the wear and
tear of Dickens's works must be almost the greatest wear and tear known in literature ; for
those great works for which we ovve him a debt which we can never express on repary
we gave him very little. I think he died worth between £70,000 and £80,000. It is cal-
culated that £50,000 of that rose not from the works but from his readings of those works,
« After explaining the scheme of the Dickens stamp. Lord Rosebery went on :— « I
hope the time will come when a man owning a house and an edition of Dickens bringing
down a volume to lend to a friend and finding no stamp in it will be ashamed to produce it,
or at any rate will be so bitterly vituperated by his friend that he will liurry to buy stamps.
I like this idea of a Dickens stamp. There is no man so poor who cannot buy one penny
stamp and feel he owes to this dead man who passed away in his prime before the days of
great pecuniary profits from books and left this immortai heritage to bless his nation and
other nations of the same race. Sir Conan Doyle put in a plea for a revision of the law of
copyright. « It is », he said, « a hard case when a modem mediocrity at six shillings has
to make a living against a dead genius at sixpence ». It would be a giorious memorial to
Dickens if the injustice under which he and so many authors suffered was finally removed.
« Mr. Birrell said that now he had seen the stamp he saw that it was a beautiful tliing
and a real ornament to the hook, and he thought this the best and happiest scheme which
could be hit upon. On the copyright question he said a difficulty was that you could not
help authors selling their copyrights. They sometimes did not know they were going to be
read 150 years hence, and they might be very foolish to rely upon it. — (Laughter). They were
very apt to sell their rights out and out to a publisher, and « we bave none of us », be
added, « any desire whatever to enrich publishers ». — (Laughter) ».
ENGLISH COURIER • 35
The Rylands Library. Research use and the Bible tercentenary. We read in « The
Manchester Guardian » of Feb. 25*'^. The annual report just presented to the Governors by
Mr. Henry Guppy, the Chief Hbrarian, says : —
« The number of new readers admìtted to the hbrary during the year constituted a
record, with the issue of 676 tickets. One of the most noteworthy features of the use made
of the library during the year is the large amount of originai research work which has been
conducted by students of Manchester and the other universities of the North of England, as
well as by scholars from ali parts of the world. Every encouragement and help is extended
to readers of this class, with the result that their number continues steadily to increase...,
Another department of the library's activity, which has come to be regarded as part of the
regular routine, takes the forni of addresses, lectures, and demonstrations to students, crafts-
men, and members of various societies and guilds. A considerable number of students and
craftsmen bave been received in this way, in groups varying in size from twenty to a hundred,
and, avowedly, bave been assisted to a better knowledge of the possibilities of the library,
and how it can serve them in their work and studies.... The provision of a photographic stu-
dio with complete installation of apparatus has made it possible for the library to render
valuable assistance to scholars both at home and abroad, by furnishing them with photographed
facsimiles of pages from some of our rarer printed books and manuscripts.
« The number of volumes added to the library since the previous rfeport — 4,560 by
purchase and 15,080 by gift, a total of 19,640 — makes a record. Under the will of Dr.
Thomas Windsor, of Great Budworth and Manchester, the library receives at least 15,000
volumes.
« With regard to the future, it is hoped that the « Catalogne of English Books be-
fore 1640 » will by the end of the present year be ready for the printer. In connection with
the tercentenary celebration of the publication of the Authorised Version of the English Bible,
an exhibition is in process of arrangement to illustrate the historical sequence of the manu-
script texts, early versions, and printed editions which led up to the Authorised Edition of 161 1.
The exhibition will be ready by the middle of March, so as to synchronise with the actual
celebration, which is fixed for Sunday the 26"" of that month, and also with the opening
of the similar exhibition which is being arranged at the British Museum in London. A full
descriptive handbook will be printed, and a short series of public lectures will be given ».
{Bibliofilia will give detailed particulars thereon, in due coiirse). A. VaLGIMIGLI.
VENDITE PUBBLICHE
Sammlung Freiherr v. Lanna-Prag, Ma-
nuskripte und Biicher. — Versteigerung durch
Gilhofer & Ranschburg in Wien am 3. und 4.
Aprii 191 1.
3 Officium beate Mariae virginis. 14.
Jahrhundert 1450
4 Horae. Pergament. 15 Jahrh. Flami-
Handschriften des 13.- 18. Jahrhmtderts, mit \ schen Ursprungs 3510
5 Horae. Franzòsisch. 15. Jahrh. . . . 8000
7 Horae. Flamisch. 15. Jahrh. . . . 9950
8 Novum testamentum, armenice. 15.
Jahrhundert 1150
II Linck (Augsburger Patrizierfamilie) . 1550
und ohne Miniaturen.
(Uber 500 Kronen)
Kat.-Nr. Kronen
2 Evangeliarium armenicum. Handschrift
auf Pergament. 13. Jahrhundert . . 1000
36
VENDITE PUBBLICHE
Kronen Kat.-Nr.
i6 Nùrnberger Chronik. 16. bis 18. Jahr-
hundeit 765
17 Schònbartbuch, Niirnberger. Hand-
schrift auf Papier. Ende des 16. Jahr-
hunderts loooo
19 Stammbuch d. Ferdinand Freiherrn
von Tòrring. 1599 -1603 1750
20 Stamm-und Wappenbuch eines erbarn
Ungeltambts d. Khayserlichen Freyen
Reichs Statt Regenspurg. 1609. Hand-
schrift auf Pergament 335°
21 Stambuch des edlen Silber Stanis. 1602, 1250
23 Symbola. 17. Jahrhundert 660
28 Koranteile. Arabisch. 9. Jahrh. . . 5200
32 Einziig Christi in Jerusalem. Flamisch. 820
33 Die Geisselung Christi. Ebenso. . . 520
34 Das heil. Abendmahl. Ebenso . . . 950
Kunstlerische Eiiibànde, 16. bis ig. Jahrh.
53 Lyoneser Einband. 16. Jahrh. . . . 570
55 Grolier-Einband. 1544 2700
60 Franzòsischer Einband. 16. Jh. . . 1350
61 Franzòsischer Einband 16. Jli. . . 1550
62 Krause-Einband. 1579 1000
67 Silbereinband, vergold. Augsburger
Barockarbeit 770
69 Silbereinband auf gepunztem Grand.
Von kùnstleri.sch hochstehender Mo-
dellierung des figuralen u. des orna-
mentalen Beiwerkes 3000
Inkunabeln niif u. ohne Holzscìniittc.
89 Dinckmut, Erklerung der zwòif Ar-
tickel. 1485 2000
91 Heures à l'usage de Rome. 1498 , 500
93 Isidorus. Liber ethimologiaruni. 1470. 610
94 Lirar, Schwabische Chronik. 1485 . 1410
102 Schatzbehaiter 1491 990
109 Voragine, Heiligenleben. Sommer-u.
Winterteil. 1488 700
164 FrancoHn, Rerum praeclare gestarum
civitatis Viennensis, 1560 .... 990
174 Heiltumsbuch, Wiener. Wien, Joh.
Winterburg, 1502 1400
194 Luther- und Reformationsschriften.
Sammelband, enthaltend 27 Stùcke.
1520— 1524 1150
200 Modelbuch, Schòn Neues, von alier-
ley lustigen Mòdehi. 1599 .... 630
239 Theuerdank. 1517. Erste Ausgabe . 2050
240 Theuerdank. 1519. Zweite Ausgabe. 610
Illustrierte Werke des 77. uud iS. Jahrh.
255 Berlin, Recueil des prospects [7 Bl.
J. Rosenberg del. 1781—85. . . . 540
317 Ridinger, Vorstellung der wunder-
samsten Hirschen. 1768. Titelkupf.
u. 100 Kupfertafeln 1060
321 Ridinger, Sammlung von 85 Bl. Ori-
ginalzeichnungen von J. E. Ridinger.
Feder, Krayon und Kreide .... 2000
Moderne Kunstpublikationen. Zeitschriften
uud Saìnmelwerke. Luxusdriickc.
350 Archivio storico dell'arte. I — VII e
serie seconda I. 1880 — 95 .... 720
366 Breviarium Grimani. Herausgegeben
V. S. de Vries. 12 Bde. 1904 — io . 870
382 Collection Sauvageot. 1863 . . .\
383 La Collection Spitzer. 1890 — 92 . . )
406 Diirer, Albrecht, Zeichnungen. He-
rausg. von F. Lippmann. 5 Bde.
1883— 1905 780
425 Geymùller, H. v., und A. Witlniann,
Die Architektur der Renaissance in
Toscana. 46 Lfgn. 1SS5 — 1908. . . 1300
426 Goethe, W. v., Werke. Grosse Aus-
gabe. Weimar 1887 — 1906. In 134
Orig.-Hfrzbdn 500
428 Goya, Caprichos inventados y gra-
bados al' agua forte. 80 Bl. Radierun-
gen. (Madrid 1803) 1750
443 Heiss, Médailleurs de la renaissance.
9 vols. 1881 — 92 890
453jahrbuch d. kunsthistor. Sammlungen
des Allerhòchsten Kaiserhauses.' Bd.
I — 26. 1883 — 1903. Hfrzbd. . . . 3500
454 Jahrbnch derkgl. preussischen Kunst-
sammlungen. Bd. i — 30 u. Register
zu Bd. I— XX. 1880 — 1906. Hfrzbd. 820
457 Klinger, Brahms-Phantasie. Berlin
1894. Tadellos erhaltenes Exemplar,
Abdriicke auf Japanpapier .... 4600
459 Kupferstiche und Holzschnitte alter
Meister in Nachbildungen. Herausg.
von F. Lippmann. loMappen. 1S89-99. 710
504 Ploos van Amstel, C, Collection d'i-
mitations des dessins d'aprùs Ics prin-
VENDITE PUBBLICHE
37
Kat.-Nr. Kronen
cipaux Maìtres Hollandais et Fla-
mands. 1821 — 27. 4 Bde 1250
509 Rembrandt, L'ceuvre gravée. Texte p.
D. Rovinski 720
511 Rembrandt, Zeichnungen. Herausg.
V. F. Lippmann. 4 Bde. Berlin 1888-92. 1250
512 Repertorium fiir Kunstwissenschaft.
Bd. I — 28. 1876 — 1905. Hfrzbd. . . 1300
563 Baron Lannas Katalogsappart. Samm-
lung von ùber 800 Katalogen der her-
vorragendsten Versteigerungen. Die
meisten m.den beigeschriebenen Prei-
sen und gedruckten Preislisten. Nebst
einer Reihe von seltenen Auktionska-
talogen aus frùherer Zeit (1806 bis ca.
1860), ebenfalls mit beigefùgten Prei-
sen, resp. Preislisten 2000
Vendita della celebre collezione di auto-
grafi del Dr. Karl Geibel di Lipsia. — Nel
quaderno precedente (i) pubblicammo una
estesa relazione del nostro solerte corrispon-
dente intorno a questa vendita, che ebbe luogo
a Lipsia presso C. G. Boerner dal 3 al 6
maggio di quest'anno; egli richiamò l'atten-
zione speciale sul pezzo più importante della
raccolta, cioè sulla lettera autografa di Martino
Luther, di ben cinque pagine, diretta nel 1521
a Carlo V al quale non fu però mai recapitata.
I giornali pubblicarono la sensazionale notizia
che questa lettera fosse stata acquistata per
conto del sig. J. Pierpont Morgan al prezzo
favoloso di oltre 140 mila lire ! La Vossische
Zeitung soggiunse che la casa di vendite Boer-
ner l'avea segnata a soli 5000 marchi mentre in
pochissimi minuti l'autografo raggiunse il fe-
nomenale prezzo di 102000 marchi. Da Parigi,
ove si trova presentemente il sig. Morgan, ci
viene invece or ora smentita categoricamente
la notizia ch'egli l'avrebbe acquistata. Come
si spiega allora il comunicato giornalistico tele-
grafato a tutti i vènti che il sig. Morgan avesse
dato l'ordine di acquistare l'autografo a qua-
lunque prezzo ?
«KKJm««»liKXK'<«»»»»X>0'»-ltKI«)«XXM«K'ir»»
«Kji»KKXX)««lO»«<000<IOOO<)000<)OOCX«XX<XXX>)OUO<XX)(K1000<
NOTIZIE
Prezzi di autografi in Inghilterra e in America. — Negli ultimi anni, i prezzi sono
generalmente saliti ; il contrario avvenne in rarissimi casi. Nel 1827 un autografo della regina
Elisabetta, o di Carlo I costava 2 £ 2S ; uno invece dell' allora vivente Giorgio IV costava,
forse per mero servilismo, 4 £ 14S 6d. Oggi gli autografi di regnanti delle case Tudor e Stuard
valgono tante £, quanti s ne valevano nel 1827 o anche nel 1876. Nel 1909 per esempio, il
decreto di grazia per Edward Strode, firmato da Giacomo II, fu pagato 57 j£. All' incontro una
lettera di Giorgio IV e un' altra di Guglielmo IV non raggiunsero insieme che il prezzo di i2s.
Il pubblico inglese cerca e apprezza molto meno le lettere di regnanti esteri.
Si possono avere spesso lettere di Federico il Grande per 10-15S anche se di interes-
sante contenuto. Presentemente sono ricercatissimi gli autografi di Maria Stuarda. Una sua
lettera in data 13 giugno 1570, fu venduta nel 1910 per 715 £.
Contemporaneamente fu stimata soltanto 160 £ una lettera autografa della regina Elisa-
betta. Le lettere e gli autografi di uomini politici sono molto più a buon mercato. Nel 1887
un documento firmato dal Bacon e da altri costava 7 £ 7S. Dieci anni prima una lettera auto-
grafa di 2 facciate di Pitt junior era stata venduta per i8s, e una serie di io lettere di Bea-
consfield per 70 £. D'altra parte sono oggi molto ricercate, e raggiungono alti prezzi, le let-
tere di scrittori famosi. L' aumento dei relativi prezzi è addirittura favoloso. Nel 1827 Addison
valeva 2 £ 145, Pope 3 £ 55, Burns 3 £ los, Scott i8s. In cataloghi del 1876-78 Longfellow
costa I £ i8s, Wordsworth i £ is, cinque versi di Scott 4 £ 4s, una lettera amorosa di Keats 28 £,
due lettere di Burns 55 £. Nel 1891 Schiller costava io£ios, Burns 25 £, Wordsworth 3 £ los,
Thackeray 2 £. Allora il valore medio di una lettera di Dickens era 2 £. Oggi per una lettera
di Pope si pagano 7-10 £, per lettere di Johnson 40-50 £ ; una lettera di Keats fu pagata 500 £
all'asta Haber di New-York (io dicembre 1909). Nel 1904 un americano pagò 5000 £ un fram-
mento di 32 pagine del concetto originale del Paradiso perduto del Milton. Tra le lettere di
(i) La Bibliofilia, XII, p. 479.
38 NOTIZIE
generali, sono ricercate quelle di Wellington. Nel 1876-78 le sue lettere si pagavano in me-
dia 5s. Nel 1905 le poche righe scritte dal » principe di ferro » la vigilia della battaglia di
Waterloo, furono vendute per 105 £ all'asta Sotheby. Al giorno d'oggi le lettere scritte da Wel-
lington tra il 18 e il 20 giugno 1815, valgono in media 50 £, le altre si possono avere per 1-2 £.
Gli autografi di Nelson divennero di moda specialmente in occasione del centenario
della battaglia di Trafalgar. Una sua lettera diretta a Lady Hamilton fu pagata 1020 £. Quel
suo ms. di 8 pagine che conteneva il piano della celebre battaglia navale fu comperato al-
l' asta il 14 marzo 1906 per 3600 £ dal collezionista americano Frank Sabin. La cosa però non
finì qui: la stampa e l'opinione pubblica protestarono tanto vivamente contro l'esportazione
di un documento si importante per la storia nazionale dell' Inghilterra, che Frank Sabin
r offerse alla nazione inglese verso rimborso del prezzo d' acquisto.
Il documento venne riscattato da B. M. Woollan, e ora figura tra i tesori del British
Museum. Tra i musicisti il primato spetta al Beethoven : nel 1907 si diedero 660 £ da Sotheby
per due dozzine di sue lettere, mentre nel 1876 il prezzo di una era 3£ los nel catalogo Waller.
Seguono poi Mendelssohn e Wagner. Le lettere del primo oscillano tra 3-10 £, quelle del se-
condo si possono ricevere in media per 5 £. Le più importanti valgono anche 50 £. Per un
frammento di composizione wagneriana furono pagate ultimamente 100 £. Tra le artiste, sono
stimate più le lettere di Mrs Siddons, le migliori delle quali valgono anche 10-20 £. Tra i pit-
tori inglesi ricorderemo Hogarth, una lettera vale 35 £. Le lettere di Romney, Reynolds e
di Morland si possono avere per 3-10 £.
Maggiori ancora sono i prezzi di autografi americani in America. I meglio pagati sono
quelli di Button Guimnets, del quale si conoscono solamente 22 autografi, per ognuno dei
quali si può chiedere 5000 £. Sono rare le lettere di Thomas Lynch junior (1400 £). Gli auto-
grafi di Washington sono più accessibili (6-60 £). Franklin è ancora a più buon mercato (io £).
La corrispondenza di William Blathwagh (1649-1717) relativa alla colonizzazione dell' Ameiica,
fu acquistata dal menzionato Franz Sabin nel 1910 per 8650 £.
(Dalla Rivista bibliografica uiif^herese (XIX : I) : dott. P. Gulyas su Broadley A. N. Chats
in autographs, London 1910).
La mostra classica alla Biblioteca Mediceo Laurenziana di Firenze. — Poco fa si tenne
a Firenze un importantissimo congresso promosso dalla .Società per gli studi classici « Atene e
Roma ». Per tale circostanza la direzione della Biblioteca Mediceo-Laurenziana fece opportuna-
mente preparare un'esposizione magnifica dei cimeli greci e latini credendo di recare cosi un
buon servigio ai numerosi congressisti, ma il concorso di questi fu assai scarso. Leggiamo in
proposito nel I\farzocco W seguente articolo:
I congressisti dell' « Atene e Roma », e tanto più i non congressisti, han poco onorato
della loro presenza la magnifica mostra classica che il prof. Enrico Rostagno aveva preparata
e disposta nelle sale della Laurenziana. I congressisti han forse voluto elociuentemente aller-
mare con la loro assenza lo scarso fondamento di verità che ha l'accusa che si fa loro di oc-
cuparsi troppo di codici e di papiri ! Eppure nelle sei vetrine della mostra essi avrebbero po-
tuto ammirare una serie di preziosi cimeli greci e latini. Oltre ad un ricco numero di codici
pregievoli pel valore artistico ed oltre a quei manoscritti classici singolarmente insigni che i
visitatori vi possono quotidianamente ammirare (il l'irgilio /Mediceo, cioè, il Mediceo I di Ta-
cito, le Pandette di Giustiniano , il codice archetipo delle Tragedie di Eschilo e di Sofocle,
V Orazio con postille del Petrarca, etc.) vi avrebbero trovato, tra i Greci, il Tucidide del secolo
X; due Erodoti uno del sec. IX-X, un altro del sec. X-XI ; un Aristide à&\\2. fine del sec. IX;
un commento autografo ad Omero di Eustasio; una Silloge di Scrittori geoponici del sec. XI;
un Diogene Laerzio del sec. XI-XII, ecc. ecc.; e fra i codici latini, il celebre l^arrone « De
lingua latina >> del sec. XI ; il /Mediceo II di Tacito del sec. XI, dal Boccaccio tolto alla libreria
di Monte Cassino (cui apparteneva anche il Varrone) ; il codice « Etruscus » delle tragedie di
Seneca; il « Victorianus » di Terenzio del sec. IX-X; un Quintiliano del sec. XI e un esem-
plare delle opere filosofiche di Cicerone (sec. X) appartenuti a Werhinarius I (m. 1028) vescovo
di .Strasburgo; un Cornelio Celso del .sec. X; due codici di Ovidio del sec. XI , un Persio del
sec. XI (che fu tolto da un immeritato oblio e degnamente illustrato negli Studi italiani di fi-
lologia classica di G. Vitelli da Felice Ramorino) ; un Giustino del sec. XI, di provenienza cas-
sinese ; un Livio — decade prima del sec. X e un altro del sec. XI ; un prezioso esemplare,
NOTIZIE 39
parte in scrittura insulare, parte in scrittura carolina, del commento all' « Eneide » di Tiberio
Claudio Donato (sec. IX); una collezione di Opere Gromatiche del sec. X; i Priapeia in tra-
scrizione autografa del Boccaccio: alcune orazioni di Cicerone scoperte e trascritte dal Poggio.
Tutto ciò nelle prime quattro vetrine ; altrettante e più ne sarebbero occorse se fosse stato
possibile esporre tutti i cimeli paleografici greci e latini, classici, onde è gloriosa la Lauren-
ziana. Ma una vera novità avrebbero i congressisti trovato nel resto della mostra ; che appunto
per essa si distingueva dalle altre che in altre occasioni il dotto prof. Rostagno ebbe ad ap-
prestare: una esposizione, cioè, di papiri greco-egizi. Una quinta vetrina conteneva una serie
pregievole di Papiri della Laurenziana ; tutti documenti di varia età, dal sec. I-II dell'Era
Volgare al sec. VI: ricevute di tasse, atti di spartizione di proprietà, ecc., eccezione fatta d'un
breve frammento del libro I àé\V Iliade, e d'uno, più ampio, d'un codice del sec. Ili che con-
teneva un trattato di Palnwmansia. Come gli studiosi sanno, questi papiri sono stati pubblicati
e illustrati da Girolamo Vitelli. A parte, in una sesta vetrina, avrebbero trovata esposta una
preziosa scelta di papiri della Società Italiana per la ricerca di papiri in Egitto ; vari documenti,
cioè, dall'anno 60 di Cristo al sec. IV-V, compreso quello dell'anno 153 che il Vitelli per
buon augurio aveva chiamato « Papiro fiorentino N. i » e inoltre un notevole frammento della
fine del sec. VI di un codice che conteneva un cosi detto Indice del Digesto. A parte, poi la
tavoletta magica, in piombo, del sec. IV e i papiri molto opportunamente editi, con prefazione
del prof. Pistelli, w&W Omaggio al IV Congresso dei Classici, da Medea Norsa, Teresa Lodi e
Lorenzo Cammelli, scolari del prof. Rostagno in paleografia Greca.
Preziosi cimeli distrutti dall' incendio del Campidoglio di Albany. — Il Neiv York
Herald calcola a 125 milioni i danni causati dall'incendio del Campidoglio di Albany di
Nuova York. La biblioteca interamente distrutta era valutata 25 milioni ; ma in realtà il valore
dei manoscritti e dei cimeli che essa conteneva era inestimabile. Sulle prime vi fu il sospetto
che l' incendio fosse doloso. Lo si attribuiva ad un individuo implicato in uno scandalo di cor-
ruzione ed ansioso di fare scomparire le prove della sua colpevolezza. Altri hanno attribuito la
disgrazia al fatto che i senatori si trattennero nel palazzo fino a tardissima ora a bere e a
schiammazzare. Pare che in realtà il fuoco sia stato provocato da un corto circuito per un di-
fetto dell' impianto elettrico.
Un cimelio artistico-bibliografico. — La Sala Manzoniana della Biblioteca Braidense si
è in questi giorni arricchita di una nuova preziosità. Si tratta della raccolta di 321 disegni ori-
ginali di Francesco Gonin, che illustrano le più interessanti pagine della celebre edizione dei
Promessi Sposi e della Storia della colonna infame, che la tipografia Guglielmini e Redaelli
stampò in Milano nel 1840. Alla raccolta mancano 75 disegni dell' artista, che andarono disgra-
ziatamente perduti, come andarono certamente perduti gli altri 76 disegni di mani diverse che
pure servirono ad illustrare l'edizione milanese. Ma, cosi come è, la raccolta è ugualmente pre-
ziosa, ed è merito del cav. ing. Arturo Castiglioni, R. Ispettore delle Ferrovie, di averla non
solo riconósciuta e salvata, ma anche di averla ceduta a ragguardevoli condizioni alla Braidense,
la quale ne curerà l'ordinamento prima di metterla a disposizione degli studiosi speciali.
Per la biblioteca Ambrosiana di Milano. — È fine la trovata che mons. Achille Ratti,
l'antico e appassionato Prefetto della biblioteca Ambrosiana (fondazione gloriosa del cardinale
Federigo Borromeo) seppe escogitare per ottenere alla biblioteca stèssa un sussidio cospicuo dalla
Cassa di Risparmio di Milano. Cosi ne parlò egli stesso a un collaboratore della Perseveranza :
« Avevo in animo dì chiedere un sussidio alla Commissione Centrale di beneficenza ammini-
stratrice della Cassa di Risparmio e volli tastar il terreno. In massima mi si appoggiava, ma
alcuni rigidi interpreti dello statuto trovarono che la biblioteca non poteva esser compresa nella...
beneficenza propriamente detta. Allora mi sovvenni di una grande pagina scritta dal cardinale
Federigo per esortare quanti non avessero figli e congiunti stretti a ricordarsi nei loro testa-
menti « di quest'opera la cui utilità sarà perpetua e gloria di Dio grandissima, perché
appunto cara ancora alle estere nazioni ». Mi sovvenni che il Manzoni nei Promessi Sposi, a
proposito dei 150.000 scudi prodigati dal Borromeo nella Biblioteca scriveva fra altro : « Ci
son forse ancora di quelli che pensano che le spese di quel genere sono la migliore e più utile
elemosina ». Dunque il cardinale Fedrigo e il Manzoni erano d'accordo nel definire che i sus-
sidi per l'Ambrosiana sono beneficenza e della migliore! Ed allora non ristetti : feci trascrivere
i due brani e li inviai a tutti i membri della Commissione centrale di beneficenza. E unanimi
40 NOTIZIE
quei benemeriti signori, e con essi l'Autorità tutoria, accettarono il parere di quei due grandi
milanesi ».
La Bibbia di Gutenberg pagata 250.000 lire. — Nel mentre ci riserviamo di dar in un
prossimo quaderno il resoconto della vendita Hoe, intorno alla quale abbiamo già intrattenuto i
nostri cortesi lettori, riportiamo il dispaccio pubblicato dal Daily Telegraph sulla gara per
l'acquisto della Bibbia di Gutenberg.
Una magnifica copia della Bibbia di Gutenberg, uno dei sette esemplari che ancora re-
stano al mondo, fu comperata in New- York, il 25 aprile, per 250.000 franchi, dal miliardario
californiano Huntington, alla liquidazione della biblioteca del defunto signor Hoe. All'asta erano
presenti rinomati e ricchi bibliofili, convenuti da ogni parte del mondo, e la lotta per la pre-
ziosa Bibbia, la quale consta di due grossi volumi rilegati in pergamena, riccamente miniata,
si risolse alla fine in un duello combattuto a migliaia di dollari fra il sig. Giuseppe Widener,
figlio del miliardario di Filadelfia, che recentemente comprò per due milioni e mezzo il Mulino
di Rembrandt, e il sig. Henry Huntington, La prima offerta fu di 500 lire ; ma la seconda
salì immediatamente a 50.000 franchi. Cominciò da qui una gara magnifica, alla quale pre-
sero parte due bibliofili di New-York e uno di Londra, quello stesso che aveva venduto il
prezioso libro al defunto sig. Hoe per 100.000 lire, il sig. Smith, che rappresentava l' Hun-
tington, e il sig. Widener. I due bibliofili di New York abbandonarono il campo quando
il prezzo sali a 155.000 lire. Quando l'asta arrivò a 173.000 franchi, si ritirò anche il compra-
tore londinese. Invece lo Smith e il Widener continuarono a lottare fino a che non si arrivò
a 220.000 lire. Allora il Widener alzò il prezzo a 225.000 lire, ma lo Smith, senza scoraggiarsi,
balzò subito a 250.000. Il Widener si ritirò e la preziosa Bibbia di Gutenberg rimase cosi al-
l'Huntington. I presenti applaudirono entusiasticamente. All'asta venne posto un altro prezio-
sissimo volume, un libro di Sant'Albano, il primo libro inglese in cui si sia usata la stampa a
colori e di cui esistono soltanto due copie nel mondo. Anche questo libro fu comperato dal-
l' Huntington per 70.000 lire.
Un manoscritto del secolo XIII. — Tra giorni, alla Mostra d'arte retrospettiva interna-
zionale di Castel Sant'Angelo in Roma, figurerà un rarissimo manoscritto del secolo XIII, in-
viato da Imola alla Mostra stessa in seguito ad analoga richiesta del Ministero della Pubblica
Istruzione. Si tratta di un magnifico Salterio Miniato, della suddetta epoca, che si crede abbia
appartenuto al celebre cancelliere di Enrico Vili, Tommaso Moro, o cjuasi sicuramente a un
suo pronipote di egual nome. Il codice sarà disposto su di un mobiletto artistico, costruito dalla
locale Cooperativa per la lavorazione del legno su disegno del prof. Lazzaro e sarà assicurato
a cura del Comitato dell' Esposizione imolese per una somma considerevole.
La nona Riunione della Società Bibliografica Italiana. — Fin dallo scorso anno la Pre-
sidenza della società aveva avviate le opportune pratiche con il Comitato Esecutivo per le feste
commemorative del 191 1 in Roma, all'intento di tenere in questa città, designata già nella
ottava Riunione come sede della futura assemblea, il suo nono Congresso. In Roma poi, per
rendere più agevole il lavoro di preparazione, si è costituito sotto la presidenza dell' on. Ferdi-
nando Martini, un comitato ordinatore cosi formato : contessa Maria Pasolini Ponti, vice-presi-
dente ; comm. G. Barini, comm. M. Besso, comm. G. Bonazzi, bibliotecario della Vittorio
Emanuele, comm. Filippi, comm. V. Fiorini, cav. dott. Luigi Ferrari, bibliotecario del Senato,
membri ; dott. cav Arturo Magnocavallo, segretario.
Un nuovo repertorio per gli amatori di stampe. — Loys Delteil ha dato adesso in luce
un grosso volume di 448 pagine, cosi intitolato : Manuel de l'amateicr des Estampes du XìlII'^
siede. Questo libro è arricchito da cento riproduzioni fuori testo delle più notevoli incisioni
del settecento, e contiene l'indicazione di 1S19 stampe in nero o colorate (scuola francese, in-
glese, tedesca, fiamminga, italiana e spagnuola) ; l'elenco delle copie e delle falsificazioni, come
pure la citazione di 795 artisti, pittori e incisori, ed altresì 12379 prezzi d'aggiudicazione di ven-
dite avvenute negli ultimi anni. Uno speciale capitolo è dedicato alla « piccola stampa docu-
mentaria » : ex-libris, indirizzi, biglietti di visita, assegnati, immagini popolari, ecc.
Comm. Leo S. Olschki, Direttore-proprietario.
Nello Mori, Gerente responsabile.
1911 - Tipografia Giuntina, diretta da L. Franceschini — Firenze, Via del Sole, 4.
Anno XIII
Maggio-Giugno 1 9 i i
Dispensa 2'*-3'
La Bibliofilia
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI
LA BIBLIOTECA ANGELICA
(1605-1870)
NOTE ED APPUNTI (^^
U già accennato che il P. Angelo Rocca volle fare
dei suoi libri una pubblica biblioteca, ossia tenerla
aperta a quanti si presentassero per leggervi e stu-
diarvi, senza preventivi permessi. Pensiero generoso
e non mai abbastanza lodato, tanto più che a quei
tempi né in Italia né in Roma stessa, ninna biblio-
teca vi era aperta cosi facilmente al pubblico. Qui
non esistevano ancora né l'Alessandrina, né la Chi-
giana, né la Corsiniana, né là Casanatense ; le biblio-
teche monastiche non erano accessibili che ai reli-
giosi dei rispettivi ordini, e alla Vaticana non si
accedeva che previo permesso chiesto ed ottenuto, come si usa ancora adesso.
Questa generosa intenzione dell'illustre fondatore appare in prima dalla ci-
tata iscrizione in marmo, ove è detto che « la biblioteca è aperta a tutti gli stu-
diosi, non solo religiosi, ma anche chierici e laici » ; appare poi dal citato libro
ove narra come egli facesse porre sulla porta della biblioteca una breve iscri-
zione greca, che diceva :
T0I2 BOIAOMENOi::
o come oggi si legge sulla porta del vestibolo : VoIentUnis, e la spiega cosi :
« Greca inscriptio latine reddita, liberum omnibus litteratis litterarumque ama-
(*) Continuazione e fine vedi dispensa precedente.
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa 2^-y-
42 ENRICO CELANI
« toribus, bibliothecatn ingredi volentibus, quicumque illi sint, aditum statis
« horis patere, laconice monet » . E per allettare tutti ad entrarvi, pubblicava un
compendio di tutte le ricchezze scientifiche, letterarie ed artistiche che nella
biblioteca si contenevano, esposte secondo le diverse materie ; e tutto ciò perché
ciascuno intendesse di quanta importanza fosse la collezione che si apriva a
tutti gli studiosi, e nella quale ciascuno poteva trovare il meglio desiderabile
per i propri studi.
Nella citata sua Chronistoiia diceva parimente aver fondato l'Angelica
ad uso della famiglia Agostiniana non solo, ma anche per la comodità pubblica,
e specialmente dei poveri e degli stranieri, che senza libri e denari vengono
ignoti alla Città.
Al Rocca fu eretta una memoria innanzi all' ingresso della biblioteca. In
una cornice di diaspro tenero di Sicilia e l' interno di giallo antico, vi è il me.
dagliene in bassorilievo del fondatore della biblioteca racchiuso in cornice di
giallo brecciato. Al disotto 1' iscrizione seguente :
F. ANGELO ROCCHAE
ORD. EREM. S. P. AUGUSTINI
APOST. SACRARII PRAEFECTO ET EPISC. TAGASTEN.
VIRO DOCTISSIMO ET INTEGERRIMO
CUJUS OPERA
IN CAUSIS DE RELIGIONE GRAVISSIMIS
USI SUNT ASSIDUE PP. MAX.
SIXTUS V ET CLEMENS Vili
QUOD
BIBLIOTHECAM NUNCUPATAM AXGELICAM
APUD SUOS IN URBE ERECTAM
PUBLICAM ESSE JUSSERIT
TUM MAXIME OUUM L'NA VATICANA PATERET
ORDO AUGUSriNIANUS
me^ior beneficiorum ejus
:mon. renovari curavit
anno salutis nostre ci3i3cclxiv
Dall' « Inventario di tutti li beni, frutti, ragioni et azzioni e rendite della
libreria Angelica >> fatto il i° ottobre 1626, si ricava che si contavano € in più
e diverse scansie da 22 mila libri incirca, e continuamente vanno augmentandosi
stante l'assidua diligenza del Bibliotecàrio prò tempore ».
I lasciti di libri avvenuti dopo la morte del Rocca resero necessario l'am-
pliamento della libreria, che dovette eseguirsi tra il 1655 e il 1670. Nel citato
registro dei pagamenti all'anno 1661 si nota: « Et più ho dato scudi otto e
baiocchi dieci per il breve di poter trasportare la libreria dal luogo vecchio al
nuovo, assieme con la roba delle Camere della detta, e facoltà di potere tenere
li Libri prohibiti », ed appunto dall'anno 1661, in cui si trasportarono da S.Ono-
frio i libri dell' Holstein, all'anno 1670, che segui il trasporto dell'intera biblio-
teca, si hanno i seguenti ricordi :
LA BIBLIOTECA ANGELICA 43
1661 28 giugno. Ho dato scudi sei e baiocchi cinquanta alli carrettieri e facchini che
portarono la Hbreria di Mons. Luca Holstenio da S. Onofrio in Convento.
1661 novembre S. Ho dato a due facchini che trasportarono la libreria di Mons. Luca
Holstenio dalla camera ove fu messa da principio che fu portata in Convento alla
Camera della libreria nova, ove sta adesso, scudi 2 e baj. 20.
1662 marzo 27. Ho dato scudi due e baj. 70 al copista che ha copiato 1' indice di detta
libreria donata da Mons. Luca Holstenio.
1668 febb. 24. Per 3300 polizzini impressi col nome di Mons. Luca Holstenio da mettersi
ne' libri donati dal medesimo alla nostra libreria, diedi al Lazaris stampatore al
Pie' di marmo, uno scudo.
1670. Per il trasporto di libri dalla vecchia alla nuova libreria diedi a quelli che li porta-
rono scudi sei e baj. settanta.
1670. Item per trasportare gli altri libri donati da Mons. Luca Holstenio dalla stanza ove
erano alla nuova libreria scudi i e baj. 50.
1675. A quelli che portarono li libri n. 450 in circa con 4 mappamondi, de qua! due
grandi e due piccioli, una sfera et astrolabio con altri istrumenti matematici donati
dalla bo. me. del sig. d. Gioacchino Valtaino Lorenese, come dall' instr. di dona-
zione e testamento in atti diedi baj. 50.
Il Catalogo della biblioteca dell' Holstein che esisteva in Biblioteca come
risulta dalle note citate, più non trovasi; andò a finire, chi sa come e perchè, al
convento dei francescani di Nancy, e da questo, alla biblioteca pubblica della stessa
città. La direzione dell'Angelica ne fece trarre copia l'anno 1887. Il manoscritto
segnato col numero 17 14, ha il titolo: Bibliotheca Ill.mi d. Lucae | Holstenii q.
Canonici Basilicae \ nec non Bibliothecae Vaticanae Praefecti \ guani publice utilitatis
ergo cele \ berrimo S. Aiigiistini de Urbe asser \ vandani legavit. Anno Incarnationis
I Domiìiicae MDCLXI.
Che i libri fossero custoditi con cura lo dimostra il fatto che dall'anno 1634
in poi si trova registrato, tra le spese di manutenzione il <?> verderame per di-
fendere i libri dalle tarme ».
Poco sappiamo delle robe artistiche lasciate dal Rocca. L'anno 1621 trovasi
registrato : « E più ho dato scudi i e bajocchi 50 per fare un quadro del R.mo
Generale e posto in libreria ». Il Generale era allora Fulgenzio Gallucci di Monte
Giorgio.
Nel 1628 il quadro del Generale, Girolamo da Rigeli, da Corneto, era fatto
da Rossino pittore, al quale si dava uno scudo e venti baiocchi, ed altrettanto
allo stesso nel 1638 per avere fatto il ritratto del Generale Ippolito Montefìnale.
Doveva anche esistere il ritratto del Rocca, perché nel 1648 è registrato:
« E più per haver fatto dare la vernice al quadro di Monsignor Rocca nella
« libreria bajocchi 20. E più all' imbianchino del convento per bavere imbiancato
« la libreria, levati e rimessi li quadri scudi due e bajocchi settanta » .
Altri ricordi di oggetti d'arte che il libro di spese ci tramanda sono i se-
guenti :
1630. Spesi bajocchi 20 per fare il telaro del ritratto di monsignor Spinola.
1670. Per avere fatto lavare e dare la chiara d'ovo a tutti li quadri della libreria in nu-
mero di cento in circa, ho dato scudi i e baj. 50.
44
ENRICO CELANI
1675. Al facchino che portò il quadro di S. Girolamo opera del Guercino da Cento che
fu lasciato a questa libreria Angelica per testamento del Sig. Vincenzo Pacetti
baj. IO.
1679. E più ho dato per avere fatto indorare una cornice posta al quadro di S. Agostino
in un pilastrone della libreria scudi uno.
» E più ho dato per una cornicetta al ritratto del Sig. Cardinale Tuttavilla baj. 25.
1696. Speso per un ritratto del Cardinale Noris con la sua cornice, da tenere in libreria
scudi tre e baj. 70.
1699. Per un ritratto del nuovo protettore Card, Imperiali scudo uno.
Unica opera d'arte superstite è la Madonna col bambino che riproduciamo.
Era collocata all' ingresso della biblioteca ; al disotto un lumicino ad olio ardeva
costantemente e lasciava sul povero affresco le traccie del fumo. Alcuni anni
LA BIBLIOTECA ANGELICA 45
addietro, si provvide a che fosse staccata dal muro, riportata su rete metal-
lica, e collocata nell' interno della biblioteca. Staccato l'affresco dalla parete, com-
parve al disotto il vecchio muro a mattoni lisci ed arrotati : la Madonna do-
veva stare o neirantico Convento o nella chiesa, e tolta di li tagliando il blocco
del muro su cui era dipinta, questo fu incastrato nella costruzione dell'anno 1740.
Sul suo autore e sull'epoca, non credo emettere giudizi : forse altri espressamente
se ne occuperanno.
Il deposito del Rocca che è nella chiesa di S. Agostino fu incominciato
l'anno 1625. Nel libro dei pagamenti vi sono questi ricordi:
1625. E più ho dato scudi 26 e baiocchi 50 a Maestro Santi Ghetti scarpellino
buon conto del deposito che fa per hv buona memoria di Mons. Angelo
Rocca 26,50
1626. Ho dato scudi ventotto e baiocchi 50 a buon conto del deposito ecc. . . 28,50
» A Benedetto muratore scudi 5 e baj. 50 per avere messo in opera il deposito 5,50
» Al pittore e rame per il ritratto del Rocca ecc. . . . . . .4,80
» A Messer Francesco indoratore per avere indorate le lettere ecc. . . . 4.00
1627. E di più ho dato per ultimo saldo a Maestro Santi scarpellino ecc. . . 55,00
N.B. — Nota che si bene nel deposito posto nella chiesa è scritto che l'abbiano fatto li
padri di questo Convento, nondimeno la verità è che fu fatto con l'entrate della libreria.
Fu eretto nella cappella di S. Nicola da Tolentino : è ricco di ornati, e in
ovale vi si ammira il ritratto del Rocca. Al disotto 1' iscrizione che segue :
D. O. M.
F. ANGELO ROCCHAE CAMERTI OR. ER. S. AUG.
EPISCOPO TAGASTENSI ET APOSTOLICI SACRARII
SUB CLEM. VII LEONE XI ET PAULO V PP. MM. PRAEFECTO
INSIGNIS BIBLIOTHECAE ANGELICAE FUNDATORI
AC LIBÉRALISSIMO LARGITORI VIRO ERUDITISSIMO
ET DE AUGUSTINIANA RELIGIONE OPTIME MERITO
PIISSIMI PATRES AC FF. S. AUGUSTINI DE URBE
GRATITUDINIS ET BENEVOLENTIAE ARGUMENTO
POSUERE
• OBIIT ANNO SALUTIS MDCXX DIE VII APRILIS
AETATIS SUA E LXXV.
Per i lavori materiali eseguiti nella detta epoca e che possono servire di
riscontro per quanto esiste attualmente in biblioteca, ecco tutte le note da me
ritrovate :
1655. Allo scarpinello in tre giornate e mezzo per ralustrare i marmi della porta, degli
epitaffi e rifar le lettere, uno scudo e baiocchi ottanta.
1665. A Biagio chiavaro per due bracci di ferro, uno grande per la porta maggiore della
libreria e l'altro piccolo per la porta miliare della medesima, baiocchi 55.
1670. Allo scarpellino per lustrare e riptiliix le due tavole di marmo che staiino avanti la
porta principale della libraria con li loro epitaffi et le inscrittioni diedi bajocchi 50.
46 ENRICO CELANI
1670. In gesso per le spranghe poste da G. B.atta muratore alle scanzie superiori baiocchi 15,
ed in piombo per fermare // due ferri per tiettare le scarpe alla porta di strada
della libreria, diedi allo scalpellino b. 30.
1671. A M. Pietro Ciglia a conto dei lavori di falegname fatti nella libreria, scudi 150 di
quelli donati da un benefattore a questo effetto.
» A Maestro Marco Antonio ottonaro per tredici pomi di ottone lavorati e posti in
opera nella renghiera della libreria, scudi dieci.
1672. Id. per altri tredici pomi d'ottone, scudi dieci.
1673. Id. per altri tredici pomi, scudi io.
1673. Al vetraro Gabbus per fattura della finestra nell'andito della libreria che va all'orto e
d' una delle finestre nelle scale della medesima scudi tre e baj. 40.
» Per diecisette squadri di ferro comprati da Messer Francesco Ragaizotti chiavaro e
posti dal sopradetto Gabbus alle due finestre della prima stanza avanti la libraria,
diedi baj. 85.
1675. Per una molla nuova alla porta della scala lumaca della libreria.... baj. venti.
» Al Sig. Girolamo indoratore per il colore di noce dato alle tre porte della libreria
baj. 45.
1676. Per tre alfabeti di lettere grandi sopra le scanzie scudi 2 e baj. 80.
» Per fare nettare i banconi della libreria baj. 20
» Per avere fatto uno sportello al finestrino delle scale per andare sopra la ringhiera
baj. 25.
» Per 95 costole nude di libri da porre sopra la porta della scaletta della ringhiera
baj. 20.
» Al Capo d'oro per havere coperte 170 costole finte di libri scudi quattro.
1679. Ad uno scalpellino per avere accomodato la cornice della porta grande della libreria
baj. 20.
» Per nettare i banconi della libreria baj. 80.
E nell'anno 1661 lo scrupoloso bibliotecario registra: « E più per havere
fatto accomodare quattro para di lenzoli con guastarne due, bajocchi quaranta ».
Dallo stesso registro d'esito della Biblioteca si hanno notizie per quasi un
secolo delle librerie che esistevano in Roma. Per molti acquisti di libri il biblio-
tecario tralascia di segnare dove e da chi fossero fatti, e questo specialmente
verso la fine del secolo XVI, ma per molti ne ricorda, oltre il prezzo, pure la
provenienza. Spesso se ne acquistavano anche fuori di Roma, ed allora vi sono
segnate le spese di trasporto e di dogana. La libreria della Nave figura negli anni
1622-59, poi ancora nel 1672, seguono la libreria del Sole (a. 1622-29), libraro del
Giunta, (a. 1622-35) libraro Camerale che, pure a distanza d'anni, è ricordato quasi
tutto il secolo; Francesco Corbelletti (a. 1662); Fabrizio David libraro e legatore
(a. 1623); Giovanni Martinelli (a. 1622-24); libraro 2^ gigli d'oro (a. 1624), libraro
CiìqW Europa (a. 1626-38); libraro delle due Colonne (a. 1629); libraro della luna
(a. 1629-30); libraro della regina (a. 1631, 1646-47, 1669, 1680-89); libraro della
Fenice (a. 1631-33) ; libraro del Leone di Francia (a. 1630-1646); libraro del Pomo d'oro
in piazza Navona (a. 1Ó33-37); libraro della Gatta (a. 1635-44); libraro del Delfino
(a. 1636-44); libraro del Pellegrino {d,. 1636); libraro del Grifone (a. 1637-44); libraro
della Salamandra (a. 1637-41); libraro della Fontana (a. 1640-45); libraro del Lauro
LA BIBLIOTECA ANGELICA
47
,1 ^- /• i^ xA,-> ,^^ rhp forse è il medesimo del giglio d'oro
y :>''i'~^uAc
A^\ r«v77T /Cod Vat. Ottob. 31 18, e. I44)-
Disegno a penna del (jHEZZI. v»^ou. v cu..
nerva (a. 165.); Hbraro del Leonfrance.e (a- ■é.-^/) ™" f'' ' ,. ubrerla del C.r.0
libreria del Drago (a. .552-,657); libreria di Sa.i Paolo (a. ,657).
48
ENRICO CELANI
a Pasquino (a. 16Ò5); librerìa, del Nome di Ges7i in Pa.rìone (a. 1666-1670); libreria
dell'Aquila pure in Parione (a. 1667); e la libreria del Marion d'oro (a. 1681).
Intanto nel 1748 si iniziava su disegni, come vuoisi del Van Vittel, la fab-
brica del nuovo convento degli Agostiniani che sembra procedesse con molta
Disegno a penna del Ghezzi (Cod. Vat. Ottob. 31 18, e. i).
lentezza, e forse per insufficenza di fondi ; supposizione avvalorata dal fatto che
l'anno 1754, per gli atti del Alonti, il bibliotecario dell'Angelica dava a censo
all'ordine agostiniano la somma di scudi romani 1369 e per garanzia del censo,
LA BIBLIOTECA ANGELICA 49
il bibliotecario, come curatore del patrimonio della biblioteca, prendeva ipoteca
sui redditi delle botteghe sottostanti alla nuova fabbrica. Per stipulare tale atto
il Convento con procura del Generale Vesquez delegò il P. Beccari (Atti Monti,
II agosto 1753). Migliore e maggiore prova dell'autonomia della biblioteca An-
gelica non potrebbe darsi ; stipula atti per proprio conto — e vedremo che cosi
fece sino alla soppressione del 1871 — e ipoteca i beni e le rendite dell'Ordine
a garanzia del suo prestito. Fu dunque errore massimo quello di coinvolgerla
nella soppressione delle corporazioni religiose ; errore però che fu riconosciuto
— giova confessarlo — dalla stessa Giunta liquidatrice dell'asse ecclesiastico
che la considerò ente a sé, e ne iscrisse la rendita nel gran libro del Debito
pubblico.
Per la Biblioteca del Passionei furono fatte le proposte nelle Congrega-
zioni degli Agostiniani degli 8 dicembre 1762, 8 agosto 1763, e 21 settembe 1764,
e fu poi acquistata per 30000 scudi, somma enorme per quell'epoca. Il Galletti
che scrisse le Memorie della vita del cardinale Passionei, ne parla spesso e asse-
risce che comprendeva circa 40000 tra volumi, opuscoli e manoscritti. L' amba-
sciatore De Almeida aveva cercato di acquistarla per il Portogallo, Paciaudi
la chiese per il duca di Parma, ma Clemente XIII non volle fosse asportata da
Roma. L'atto di vendita fu rogato dal notaio Monti il 29 dicembre 1762. La colle-
zione delle stampe, pure preziosa, fu comperata dal cardinale Sciarra e donata
all' imperatrice d'Austria. Neppure il catalogo di questa biblioteca è più nel-
l'Angelica : i due volumi che comprendono i soli libri a stampa, sono oggi nel
fondo Ottoboniano dei manoscritti Vaticani.
Con rescritto pontifìcio dei 3 ottobre 1773 fu permessa la vendita dei du-
plicati risultati dall'unione del fondo Passionei a quello già esistente nell'An-
gelica.
La biblioteca, alla quale si erano recentemente unite le biblioteche del-
l' Holstein, del Passionei, ed alla quale erano stati fatti tanti altri minori lasciti,
sentiva penuria di spazio; ed il bibliotecario di allora, l'erudito p. Agostino
Giorgi, pensò di profittare della fabbricazione che si stava facendo dell'attiguo
convento dell' Ordine per unirvi, in un solo disegno, anche la biblioteca, ed
ampliarla usufruendo dei cortili e di quanto altro spazio vi fosse libero. E cosi
nel 17Ò3 fu demolita la vecchia fabbrica, i libri portati in convento, e costruita
rapidamente la nuova sede della biblioteca, adattandola al disegno già stabilito
per il convento, salvo per la disposizione interna, la scaffalatura ed altro che
furono eseguite su disegno di Nicola Faggioli, e non del Van Vittel come
erroneamente si crede. Furono a tale effetto adoperati i vecchi materiali, le scaf-
falature, le balconate in ferro, e gli stessi pomi di rame e ottone che erano stati
acquistati l'anno 167 1, e fìnanco gli alfabeti collocati alla sommità degli scaffali
per indicare la segnatura delle opere. Con le rendite proprie la biblioteca doveva
mantenere il suo personale, risarcire banconi, scaffali, vetri, ecc., ed era tenuta
alla conservazione della fabbrica propria, a riserva dei soli tetti, la cui manuten-
zione spettava al Convento di S. Agostino. La biblioteca restò chiusa al pubblico
sino all'anno 1786, e in questo frattempo i padri maestri Cosimo Schmalf, Riccardo
Tecker, tedeschi, e il p. maestro Daniele Marcolini veneto, coll'aiuto di altri reli-
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2«-3« 7
LA BIBLIOTECA ANGELICA 51
giosi dell'ordine compilarono i Cataloghi che esistono tuttora; il Marcolini redasse
anche un Catalogo dei manoscritti ; ma questo è scomparso.
Questi Cataloghi se restano a segnalare il grande amore e il tenace lavoro
dei padri agostiniani, restano pure a segnalare la triste azione commessa da uno
di loro. Tra gli anni 1832 e 1837 l'assistente al Bibliotecario, spinto dalla neces-
sità di avere denari per mantenere una relazione illecita per un frate, ed i figli
nati da questa relazione, cominciò a vendere i libri dell'Angelica. Disgraziata-
mente era un valente conoscitore di libri, e cosi potè scegliere e liquidare le
preziosità più rare e le migliori edizioni ; per nascondere il male fatto strappava
le pagine dei Cataloghi dove quei libri erano segnati, e le sostituiva con altre
pagine' ricopiate da lui, e naturalmente mancanti dell'indicazione dei libri rubati
e venduti. Queste pagine purtroppo abbondano nel Catalogo dell'Angelica. Il
bibliotecario del tempo fu ingiustamente accusato di tali furti, e tanto ne impres-
sionò, che il cervello gli die di volta ; si chiuse in biblioteca rifiutandosi di aprire
ad alcuno, e sordo a tutte le preghiere e le minacce, si sarebbe lasciato morire
di fame se i suoi correligionarii non avessero trovato il mezzo di entrare da una
finestra nella biblioteca, afferrarlo, e legato, trasportarlo nell' infermeria del con-
vento. A nulla valsero le cure, moriva poco dopo, di crepacuore e demente.
La riapertura della biblioteca al pubblico avvenne sul principio del-
l'anno 1786.
L'agente Ivicchese in Roma, Lorenzo Prospero Bettini, cosi scriveva al suo
governo in data 22 gennaio di quest'anno:
Stante l'indefessa cura del P. Maestro Giorgi, agostiniano, attuai vicario Generale
dell'Ordine, nel compiere la distribuzione e 1' indice della famosa biblioteca Angelica, di
molto accresciuta dopo l'acquisto della celebre biblioteca Passionei, lunedì mattina fu aperta
per la prima volta a publico comodo e vantaggio con gran concorso dei letterati e si
proseguirà a tenere aperta in tutti i giorni feriali, a riserva del giovedì.
Il periodo della occupazione francese in Roma segna anche per l'Angelica
un periodo tristissimo. Di tutti i quadri che possedeva, delle altre opere d'arte,
nulla più vi si trova, neppure il quadro raffigurante il Rocca. Furono asportati
dai francesi ? O qualcosa vi era ancora e scomparve nella soppressione degli or-
dini religiosi del 187 i ? Ecco una domanda alla quale non possiamo rispondere. I
quadri dovevano essere collocati nel corridoio attiguo alla biblioteca e nelle cinque
camere che costituivano l'alloggio del bibliotecario. Vicino alla porta che dava
comunicazione tra il convento e la biblioteca, vi era un colossale busto in marmo
del p. Gioia, sotto il cui generalato fu compiuta la fabbrica nuova del convento ;
ebbene questo busto, tolto dalla sua base, nel 187 1 fu rotolato nel vestibolo della
biblioteca, e li rimase, finché la pietà di un bibliotecario non lo rimise sur un
piedistallo, e ne risuscitò il nome. Se cosi non fosse stato, quel busto sarebbe
oggi quello di un ignoto frate agostiniano ! Perciò non possiamo asserire, come
spesso si fa per tante cose, che la occupazione francese fosse la sola causa della
perdita di tante opere d'arte possedute dall'Angelica ; altri barbari passarono
sulle nostre biblioteche, ed i mercati librarli inondati di opere rare, gli scandali
ed i processi che ne seguirono, la triste fine di tante altre biblioteche monastiche
52
ENRICO CELANI
soppresse, ci debbono fare cauti a lanciare accuse. Neppure del S. Sebastiano
del Quercino trovammo traccia.
Ai 2 di gennaio 1808 il Convento di S. Agostino fu occupato da circa
Disegno a penna del CjHEZZI. (Cod. \'at. Ottob. 3117, e. 46).
mille uomini di truppa francese; i padri che erano ridotti allora a pochi, furono
sul momento lasciati tranquilli ; ma nel maggio — aggiuntosi ai francesi un corpo
di truppa polacca, — i religiosi furono obbligati a sloggi^ire dal primo piano
per dare posto agli ufficiali, e poco dopo sloggiare anche dal secondo piano.
LA BIBLIOTECA ANGELICA 53
Ai religiosi non restò che l'appartamento del Generale e del Procuratore Gene-
rale con i rispettivi ammezzati, dove si ritirarono gli assistenti d' Italia e Ger-
mania e i padri maestri Perugini e Jonni ; la biblioteca e l'appartamento del
bibliotecario furono rispettati. Seguita la deportazione del pontefice, non si esitò
più a promulgare la soppressione degli ordini religiosi, e ai 27 aprile 18 io si
pubblicò dalla Consulta straordinaria di Governo un decreto che imponeva ai
religiosi non romani di tornare ai rispettivi paesi ; il superiore di ciascuna casa
religiosa, romano o no, doveva provvisoriamente rimanere al suo posto, ammini-
strare i beni dell' Ordine come per il passato, ed essere responsabile verso il
governo della conservazione di tutti i beni, dei titoli di rendita, dei libri, carte,
quadri, monumenti ed altri og-getti qualsiasi appartenenti al Convento.
Gli ordini di presentarsi alla Direzione Generale di polizia per ritirare ì
passaporti, pervennero al Superiore degli Agostinani il 13 e 18 maggio 18 io;
con gli ordini si allegava l'elenco dei frati che dovevano tornare ai loro paesi.
Ai 28 maggio si pubblicava l'altro decreto che, aboliti gli ordini religiosi, si
ordinava a tutti i preti, frati e monache, di spogliare l'abito ; il tempo massimo
accordato il 15 giugno venturo. Rimasero addetti alla biblioteca Angelica il
padre maestro Nicola Salerno, bibliotecario, e due conversi, fra Aurelio Lanna e
fra Agostino Ercolani.
Per la presa di possesso si presentarono i Commissarii la prima volta ai
5 di giugno: furono biffati gli archivi e la biblioteca; l'archivio fu trasportato
in seguito a Parigi, la biblioteca fu riaperta 1' 8 giugno per comodo degli stu-
diosi. Ai 23 luglio fu spogliato del tutto il Convento, e messo in vendita quanto
vi si era rinvenuto ; tra altro gli apparati di damasco rosso della chiesa, che
erano costati 18000 scudi si vendettero per mille scudi, e da un libro dell'or-
dine si ricava che « i compratori furono mischiati ebrei e cristiani » !
La biblioteca Angelica continuava sempre ad essere amministrata dal biblio-
tecario p. Salerno, e dal p. Carlo Thil, assistente teologo; si ammalò poi il Salerno
e lo sostituì il padre maestro Giuseppe Perugini, sicché poterono tirare innanzi
fino all'ottobre, mese di vacanza, e resistere, con tatto e prudenza, alle pressioni
che parecchi facevano perché la biblioteca fosse tolta di mano agli agostiniani,
e nominato bibliotecario un estraneo. Il p. maestro Perugini nell'autunno parti
da Roma per Sutri ove era ospite del marchese Casali ; intanto il marchese Bischi
nel novembre avvertiva il p. Thil delle mire che si facevano sull'Angelica e lo
consigliava di parlare personalmente col Duca Braschi, Maire di Roma, ed esor-
tarlo a lasciare la direzione della biblioteca agli ex-agostiniani, che l'avrebbero
servita anche senza alcun compenso. L' 8 novembre il Thil si recò dal Duca
Braschi che l'accolse affabilmente, e sentendo come lui, il p. Perugini e i con-
versi Ercolani e Lanna desiderassero restare in biblioteca, se ne mostrò soddi-
sfatto ; promise che avrebbe pensato a procurare a tutti i mezzi di sussistenza,
e per quanto sarebbe stato à lui possibile, avrebbe cercato che agli impiegati
delle biblioteche pubbliche che per decreto imperiale erano stati assunti in ser-
vizio e messi a disposizione della municipalità, non fosse fatto obbligo del giura-
mento. Ai 12 novembre 18 io furono dalla Segreteria del Maire spedite le lettere
di nomina per gì' impiegati delle pubbliche biblioteche ; ed ecco quella al Thil
che lo nominava Bibliotecario dell'Angelica.
54 ENRICO CELANI
Roma, lì 12 9bre 1810.
// Duca Braschi Onesti
Maire della Città di Roma
al Signor D. Thil
Li suoi meriti letterari e la cognita sua riputazione mi procurano il contento di
nominarla Bibliotecario in Capo della biblioteca Angelica coli 'annuo appuntamento stabi-
lito dal Consiglio Municipale, salva l'approvazione di S. M. I. e R. prevenendola però
del convenuto rilascio per la giubilazione del sig. Salerno, da prevalersi su detto Suo
appuntamento e quello del sottobibliotecario, siccome le partecipo la notizia della nomina
di direttore della Biblioteca medesima nella persona di Monsignor Martorelli.
Nel pregarla di gradire quest'attestato di mia premura per la sua persona, riceva
l'assicurazione di mia stima.
II Maire
Duca Braschi.
Consimile biglietto fu spedito lo stesso giorno al padre maestro Giuseppe
Perugini colla nomina di sottobibliotecario dell'Angelica. É poi da notare che
Monsignor Martorelli non volle accettare l'offerta di direttore della biblioteca, e
fu in seguito nominato a questo posto il padre abate Rudesindo Andosilla, val-
lombrosano, professore di eloquenza all'Archiginnasio romano, il quale lo accettò
e lo ritenne per tutto il tempo dell'occupazione francese.
Continuarono pertanto i padri agostiniani ad assistere ed amministrare la
biblioteca Angelica ; ma a tutto l'anno 18 io non riscossero né lo stipendio fissato
loro dal governo, né la pensione come religiosi, e convenne loro mantenersi del
proprio. Il 14 luglio 1811 arrivarono in convento, diretti al bibliotecario e al
sottobibliotecario due biglietti del Ministro di Polizia.
Governo Generale Impero Francese
di Roma Direzione Generale della Polizia
Roma, lì 14 luglio 181 1.
Il Signor Abate Thil Bibliotecario nella libreria Angelica è invitato a recarsi in
questa Direzione Generale di Polizia (Palazzo Ranuccini) domani alle ore 9 ant.
II Direttore Generale
L. NoiREZ.
Quello diretto al sottobibliotecario era dello stesso tenore. Presentatisi i
P. Thil ed il P. Perugini alla Polizia, vi trovarono anche il bibliotecario e sot-
tobibliotecario della Casanatense e quello dell' Eborense ; il che fece loro subito
supporre il vero motivo di quel!' invito. Furono introdotti uno dopo l'altro dal
Ministro, ed a tutti fu espresso l'ordine di S. M. Imperiale che agli impiegati
delle biblioteche di Roma si chiedesse la prestazione del giuramento prescritto
dalle leggi, e ne fu loro sottoposta la formula da pronunziare e firmare. Il p. Thil,
rispettosamente si rifiutò, e cosi gli altri. Il giorno dopo ricevevano tutti un
regolare licenziamento, e con questo l'ordine di rimanere al posto fino alla no-
mina del successore, che non si fece aspettare.
LA BIBLIOTECA ANGELICA 55
// Duca B ras chi- Onesti
Maire della Città di Roma
al Sig. D. Carlo Tini
ex- Bibliotecario dell'Angelica
Roma, li 2 agosto 181 1.
Avendomi il Signor Prefetto partecipata la vacanza dell' impiego da Lei lodevol-
mente esercitato di Bibliotecario dell'Angelica, mi sono trovato nella necessità di nomi-
narle il successore. La prevengo dunque che una tal nomina è già seguita nella persona
del sig. Canonico Mariottini. La prego perciò di andare con intelligenza tanto col sig.r
M.se Origo aggiunto incaricato della Pubblica Istruzione, quanto col Signor Direttore della
Biblioteca stessa per effettuare la consegna dei libri appartenenti alla medesima.
Gradisca le assicurazioni della mia perfetta considerazione.
Per il Maire
Il Principe Gabrielli, Aggiunto.
Questo biglietto era stato accluso in un altro proveniente dal Signor Mar-
chese Origo del seguente tenore :
Istruzione Pubblica
il. 108
Roma, lì 3 agosto 181 1.
// Jllarchese Giuseppe Origo
Aggiunto al Maire di Roma
Incaricato della Pubblica Istruzione
Al Sig. O. Carlo Thil ' •
Bibliotecario dell'Angelica
Le rimetto qui acclusa lettera del Signor Duca Braschi, Maire di Roma, con la
quale Le significa la nomina del nuovo bibliotecario destinato all'Angelica. A seconda di
quanto nella lettera suddetta le viene indicato, è necessario che Ella si porti da me per
combinare tutto ciò che riguarda la consegna che Ella dovrà dare al di Lei successore di
quanto esiste nella Biblioteca suddetta.
Sono con perfetta stima
Origo, Aggiunto.
La mattina del 5 agosto il marchese Origo si recò in Biblioteca unitamente
al canonico Felice Mariottini, nuovo Bibliotecario, e al sig. Raffaele Scaramucci
sottobibliotecario ; assisteva il P. Andosilla direttore della biblioteca, e fu dato
possesso formale ai nuovi impiegati, rimanendo però al servizio della libreria i due
conversi Agostino Ercolanì e Aurelio Lanna. Si cominciò la stessa mattina a fare
la consegna dei libri che fu fatta per « insinuazione secreta verbale » , volume
per volume, e che durò più di un anno, cioè fino al 15 settembre 181 2 !
Il sottobibliotecario Scaramucci per maggior comodo, e forse per economia,
si scelse l'abitazione nel convento, e chiese gli fossero concesse le stanze che
occupava il sotto priore del convento, e le ottenne con questa lettera :
56 ENRICO CELANI
Roma, lì 24 agosto 1811.
// Marchese Giuseppe Origo
Aggiunto al Maire di Roma
Incaricato della Pubblica Istruzione
Al Sig. Agostino Cocchi
Dopo gli ordini ricevuti da S. E. il signor Duca Braschi, Maire di questa città,
debbo ingiungerle di consegnare al sig. Raffaele Scaramucci sottobibliotecario dell'Angelica
le chiavi delle quattro camere attualmente libere, già destinate al Priore de' professi nel
Convento di S. Agostino, delle quali ha fatto richiesta il suddetto Scaramucci per proprio
uso perchè annesse alla Biblioteca.
Son con perfetta stima
Per il marchese Origo, aggiunto
Il Principe Gabrielli, Aggiunto.
Intanto tutto il Convento era dichiarato caserma militare, e via via tutto
occupato dalle truppe francesi. I quattro impiegati della biblioteca fecero istanza
perché si lasciasse loro l'abitazione, e cosi pure il curato, sottocurato e sacre-
stano della chiesa. Dopo molto tergiversare ottennero per abitazione i locali che
già servivano per 1' infermeria e il professorio, dai quali si poteva andare alla
biblioteca e alla chiesa senza passare per il convento. Fu ordinato perciò che si
aprisse una piccola scala sopra il pozzetto della sacrestia che venisse a corrispon-
dere immediatamente con la scala pubblica della libreria, e che venissero murate
tutte le porte che avevano comunicazione col Convento. L' esecuzione dei lavori
fu affidata all'architetto Camporesi, e a fra Agostino Visconti,
Di tutti gli agostiniani rimanevano quattro padri e quattro conversi. Si
tirò COSI fino al febbraio 18 14; ai 19 di questo mese le truppe napoletane coman-
date da Murat occuparono Roma ; tramontava la stella napoleonica ; gli agosti-
niani respiravano e riprendevano possesso della loro Biblioteca ; il povero Sca-
ramucci doveva sloggiare più che di fretta.
Il 17 dello stesso mese, due giorni prima dell'arrivo delle truppe di !Murat
il generale ]\Iiollis diramava gli inviti per una festa da ballo che doveva avere
luogo il 21, e a Monsignor Menochio, agostiniano, sacrista del Papa e vescovo
di Porfirio ne giungeva uno.
Il Signor Governatore Generale prega Monsignor Menochio farle l'onore di venire
ad un ballo in maschera la sera di lunedì 21 del corr. alle ore 9. Roma 12 febbraio 1S14.
Questo biglietto è personale, e si prega presentarlo all' ingresso.
La raffica rivoluzionaria del 1848-49 passò sull'Angelica senza sconv^olgerla
troppo ; gli agostiniani vi furono mantenuti come custodi consegnatari di una
proprietà dello Stato ; il 27 marzo ne prese consegna il nuovo governo. Alla
fine dei volumi del Catalogo per autori e per classi si trova scritto :
O. Candelori Commis. della PrefJ^ di Roma
Roma, zj marzo 1849
Visto per la descrizione ordinata daW Assemblea della Costituente della Repub-
blica Romana
Orazio Monetti Cer.\sini, Xot."
(Sigillo in ceralacca rossa).
LA BIBLIOTECA ANGELICA 57
Divenuta Roma capitale d'Italia, nel marzo 187 1 si emanava il decreto
che sopprimeva gli ordini religiosi e ne incamerava i beni e le rendite. L'art. 2
di esso decreto stabiliva : « il Governo prenderà possesso degli accennati stabili
nei termini di 15 giorni decorrenti dalla data della notificazione del presente
Decreto > , e l'art. 3 : « con speciali disposizioni Ministeriali sarà assegnato, dopo
la occupazione, la parte di locale che occorresse di riservare per il servizio
della Chiesa e sarà provveduto alla conservazione degli oggetti di arte ed
antichità delle Biblioteche, Archi vii, Musei ecc. che si trovassero negli accennati
conventi ».
Avveniva intanto l'occupazione del Convento per parte del Ministero della
Marina : la biblioteca rimase chiusa, e il Ministero occupò tutto : comprese le
stanze a lato della biblioteca che erano di proprietà dell'Angelica e servivano
per abitazione del bibliotecario e del teologo, lasciando libero il solo vaso, il grande
salone.
Nessuno si occupò di fare riconoscere i diritti della biblioteca e solo nel
settembre 1874, una convenzione stipulata tra un rappresentante del Ministero
dell' Istruzione, uno della Marina, ed uno della Giunta liquidatrice, assegnava
all'Angelica « il salone e tutti i locali a lato di esso, i corrispondenti ammezzati
e botteghe fino alla via della Scrofa, numero 80, seguendo la linea di prolunga-
mento dei muri di testata della biblioteca- alla facciata del Convento » . Venivano
cosi ad essere riconosciuti i diritti dell'Angelica, convalidati da una decisione
del Consiglio di Stato (18 marzo 1882) che riconosceva ancora una volta, almeno
sulla carta, « le camere del primo piano e tutti i locali sottostanti essere di
assoluta proprietà della biblioteca »; e dico riconosciuti sulla carta, perché il
Alinistero della Marina che riteneva il corridoio e le stanze a lato del salone
seguitò a tenerle, e più tardi, per sopramercato, invase anche gli ammezzati ;
r Intendenza di Finanza affittò per conto dello Stato le botteghe ; ed all'Angelica
non rimase altro da fare che accumulare in terra i libri nuovamente acquistati, o
inzepparne gli scaffali già pieni ; con quale utile dell'ordinamento e del servizio
pubblico è facile comprendere. Dopo molte lotte si ottennero due stanze negli
ammezzati, tanto comode, che per andarvi bisognava uscire sulla piazza S. Ago-
stino ed accedervi da un portoncino nell'attigua via : il risultato fu ovvio ; rima-
sero deserte per mancanza di comunicazione, e solo vi si trasportarono libri
inutili e duplicati.
Fu solo nel 1901, mentre maturavasi la prescrizione, che la direzione della
Biblioteca, dopo serio esame della questione, e convinta del proprio diritto, su
parere anche favorevole della R. Avvocatura Erariale, spiccò contro il Ministero
della Marina legale citazione innanzi al Tribunale per sentirsi condannare allo
sgombero dei locali indebitamente occupati, e ritenuti ancor più indebitamente
dopo la convenzione del settembre 1874. Dopo lunghe trattative il Ministero al
quale doleva di sgomberare le sei stanze al primo piano che servono agli uffici
del gabinetto, sgomberò tutti i sottostanti ammezzati, riattandoli e ponendoli in
comunicazione con la biblioteca, e la direzione, pur di sistemare le migliaia di
volumi che giacevano in terra, accettò provvisoriamente questa retrocessione di
locali, fermo restando il diritto e la proprietà della biblioteca per tutti gli altri
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2»-3» 8
58
ENRICO CELANI
già enunciati, e che si potranno avere quando il Ministero — ed è sperabile
presto — abbia altrove una più comoda e definitiva sede (i).
L' errore di comprendere la biblioteca Angelica nella soppressione degli
ordini religiosi fu dannoso anche finanziariamente. La Giunta liquidatrice le as-
segnò sul bilancio del fondo per il Culto la somma di lire 15000 annue, che il
fondo per il Culto, è doveroso riconoscere, ha sempre pagato, ma che l'Angelica, ed
anche questo è doveroso riconoscerlo, non ha riscosso che in minima parte, perché i
due terzi di essa somma furono annualmente ritenuti dal Ministero dell'istruzione.
Cosa ben curiosa se si osserva che in altri casi simili e per altre biblioteche, il Mini-
stero ha lasciato quasi tutta la rendita a disposizione dell'ente proprietario ed auto-
nomo. Sarebbe sperabile che anche per l'Angelica intervenisse una lieta soluzione;
altrimenti non resterebbe al bibliotecario « prò tempore », in base alle tavole di
fondazione che lo rendono amministrativamente autonomo, che citare il Ministero
al versamento completo della rendita per quanto riguarda gli arretrati, e diffidare
il fondo per il Culto a pagare per intero e direttamente al bibliotecario, l'assegno
stabilito nel suo bilancio.
Bibliotecari dell'Angelica (2)
Galluccius Fulgentius
i6x4(?)-i620
Floridi Aurelius
1620-1647
Foschi Gabriel
1647-1650
Luchini Paulus
1650-1663
Giromineo Joannes
Thomas
1663-1677
Sabbatini Joseph
1677-168S
Riccius Carolus
1688-1702
Nuzzi Adeodatus
1702-1721
Serani Nicolaus
1721-1727
Bellelli Fulgentius
1727-1742
Leoni Felix
1742-1745
Berti Laurentius
Giorgi Augustinus
Salerno Nicolaus
Thil Carolus
Morales Thomas
Saporetti Thomas
Carassai Augustinus
Palermo Joseph
Paglialunga Clemens
Lanteri Joseph
1745'
1752
1797
1815
1829
1830
1832
1837
1855
1864-
1752
1797
•1815
1829
•1830
•1832
1837
•1855
1864
1870
Roma, giugno 191 1.
Enrico Celani.
(i) Il Verbale del 29 gennaio 1902 col quale si addivenne ad una transazione sui locali
terreni e ó&W animezzaio, non fa parola delle stanze a lato del Salone sulle quali l'Angelica
ha diritto di proprietà ; il bibliotecario, che rappresentava oltre 1' Angelica anche il Ministero
dell' Istruzione, non ammise alcuna discussione su quelle stanze ed il Ministero della Marina
non si oppose, anzi dichiarò nel verbale stesso di non volere affatto disconoscere i diritti
della biblioteca.
(2) Per notizie biografiche su costoro cf. J. Lantkri, Postrema saecula sex religionis
Angustinianae ect. Tolentini-Romae, 185S-1860, voli. 3.
^Oa-
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 59
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI
Giacomo Moscardi da Verona
(1560-1572).
Il 28 Marzo 1560 veniva presentata al Consiglio speciale della Comunità
di Fano una istanza di Giacomo Moscardo da Verona, stampatore di libri, con
la quale, mentre chiedeva licenza di venire ad esercitare 1' arte sua nella città
di Fano, domandava la concessione gratuita di una casa di abitazione adatta
anche ad aprirvi la tipografia, l'esenzione dai dazi di entrata e di uscita di tutte
le cose inerenti alla sua industria, non che il trasporto da Fossombrone a Fano
delle sue masserizie e suppellettili, poiché trovavasi nell'indigenza (i). Il Consi-
glio speciale trasmise la supplica al magnifico Consiglio Generale che, riunitosi
il 4 di Aprile, accoglieva le domande del Moscardi approvando all'unanimità il
seguente partito : « A chi pare et piace che, stante la domanda di M.° lacomo
« stampatore da Verona, ex nunc per authorità di questo magnifico Consiglio et
« virtù del presente partito, se gli conceda la pensione d' una casa apta al suo
« exercitio per tre anni proximi avenire, et se gli paghi la conduttura delle sue
« robbe da Fosambrono a Fano etc. Et quanto alla essentione di datij di carta
« libri et colori et stampe, li Sig'nori Priori ne parlano co' moderni datieri et
« operino quanto che potranno a benefitio suo etc. » (2).
Il Moscardi si trasferi subito a Fano : infatti, il 24 dello stesso mese di
Aprile troviamo notato il pagamento di cinquanta bolognini per il trasporto delle
sue robbe da Fossombrone (3), e il 2 Maggio 1561 viene effettuato il pagamento
di fiorini dodici a Messer Peruzzino da Fossombrone per la pigione di un anno
cominciato il 14 Aprile 1560 della casa in contrada San Pietro in Valle data al
Moscardi per concessione del Consiglio (4). Il Consiglio speciale veramente vo-
(i) Die 28 martij 1560. — Super supplicatione Jacobi Moscardi Veronensis impressoris
librorum petentis velie facere suuni exercitium in hac civitate fanensi et sibi concedi gratis domum
prò sua habitatione aptam ad huiusmodi exercitium et exempcionem a solutione datij onniium
rerum ad suam artem facientium tam in conducendo Fanum quam extra portandum foras et pe-
tentis etiam a mag.ca Comunitate conducturam in duobus curribus grossis suppellectilium sua-
rum a Forosempronio ad civitatem Fani, et quod orator ad presens egenus et pauper est.
(Arch. Com. di Fano, Consigli, voi. 82, car. 41 t.).
(2) Ibid., voi. 82, car. 47.
(3) Adì 24 Aprile del 60. — Marco figlio di Giovan Naldino boi."' 50. sono per haver
portato da Fosambrono a Fano con il carro le robbe et massaritie del stampator per ordine
del Cons.o Generale celebrato alli 4 d'Aprile etc. Lib. 2 : io. (Arch. Sud., Depositaria, voi. 179,
car. 120).
(4) Adì 2 Maggio 1561. — M. Peruzzino da Fossambrone e per lui ad Andrea Durante
fiorine dodice quali sonno per il nolo d'una sua casa, et questo si è per un anno cominciato
alli 14 Aprile 1560 et finito alli 14 d'Aprile 1561, la quale casa fu data per ordine del M.co
Cons.o Gen.ie celebrato alli 5 {sic) Aprile 1560 a M.o Jacomo stampadore per anni tre. Lib. 24.
(Ibid. Depositaria, voi. 180, car. 129).
6o G. CASTELLANI
leva assegnare al Moscardi la casa dove teneva scuola il Maestro di gramma-
tica Pier Ludovico Leandro da Spoleto, trasferendo questa nella sala grande del
Podestà (i), ma poi tale trasporto non venne effettuato che nel Gennaio del
1561 (2) e così al Moscardi si diede la casa presa in afìfìtto dal Peruzzini, Quel
sti nel frattempo dovette cederla ai Frati di San Francesco ai quali furono fatti i
pagamenti dei semestri di pigione scaduti il 15 Ottobre 1562 e il 14 Aprile 1563 (3).
Questa prima casa abitata dal ]\Ioscardi doveva dunque travarsi nell'area ora oc-
cupata dal convento di San Francesco in via Nolfì. La concessione fu rinnovata
per un altro periodo triennale il 1° Giugno 1563, ma si prese in affìtto una casa
e bottega in piazza di proprietà dei Canonici (4) ; con questo mutamento il AIo-
scardi guadagnò di trasferirsi nel centro della città e il Comune risparmiò un
fiorino all'anno di pigione. Anche di questa casa possiamo stabilire approssima-
tivamente l'ubicazione, sapendosi che i Canonici possedevano la chiesa di San Sil-
vestro e le case adiacenti. Dopo due tacite rinnovazioni annuali nel 1566 (5) e
nel 1567 (6) la concessione ebbe una nuova conferma triennale nel 1568 (7) e
anche un'altra nel 1571 (8), ma i pagamenti della pigione si arrestano al 31
Marzo 1572 (9), per cui ci è forza credere che in quest'epoca il Moscardi o mo-
risse o si allontanasse da Fano.
Quest' umile e sconosciuto tipografo adunque venne da Fossombrone, dove
però non si sa se e quando esercitasse l'arte sua (io), come non si hanno noti-
zie della sua vita anteriore e posteriore a questo periodo di essa che chiame-
remo fanese. Il Conte Giuliari che scrisse dottamente della Tipografia Veronese
e dei tipografi veronesi che stamparono altrove, ne ricorda due pubblicazioni
eseguite a Fano senza dirci altro (ii). Il ch.nìo prof. Giuseppe Biadego diret-
tore degli Archivi e della Biblioteca comunale di Verona ha avuto la somma
cortesia di fare per me alcune ricerche intorno al IMoscardo ; ringraziandolo vi-
vamente riporto qui il risultato di esse con le stesse sue parole : « Che il tipo-
(i) Ibid, Consigli, voi. 82, car. 50 t.
(2) Ibid. Depositaria, voi. 180, car. 129.
(3) Adì 14 Ottobre 1562. — Guardiano et Frati di San Francesco libre dodice per nolo
della lor casa data a M.o Jacomo stampador per mesi sei etc. (Ibid. Depositaria, voi. 181,
car. 115),
(4) Adì ult.o Novembre 1563. — Rev.di Canonici fiorine 5 : 20 per nolo della lor casa et
botega in piaza data a M.o Jacomo stampadore et questi sonno per il nolo di un semestre
finito adì sopradicto che è il primo degli tre anni che il Mag.o Cons.o Generale celebrato adì
I giugno prox. pass.o ordinò che il dicto M.o Jacomo se li dovesse pagare il nolo de una casa.
Lib. II. (Ibid. Depositaria, voi. 182, car. 96).
(5) Ibid., voi. 185, car. 104.
(6) Ibid., voi. 186, car. 104.
(7) Ibid. Consigti, voi. 89, car. 87 t.
(8) Ibid. id. voi. 92, car. 37 t.
(9) Ibid. Depositaria, voi. 190, car. 97.
(io) Cosi mi scrive Mons. Augusto Vernarecci, il dotto storico Forsempronese, che rin-
grazio vivamente.
(11) Delta Tipografia Veronese, Saggio storico-letterario per M.'' Giamb. Carlo Co. Gii'-
LiARi. Verona, Merlo, 1871, in S**, a pag. 75.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 6i
« grafo appartenesse alla famiglia Moscardi ricordata dal Crollolanza è probabile.
« Dal campione dell'estimo di Verona del 1545 mi risulterebbe che in quel tempo
« esistesse, almeno in città, questa sola famiglia di tal cognome, divisa in più
« rami. Nell'albero genealogico della stessa compilato da Carlo Cannelli {La Ve-
« rifa nel suo centro riconosciuta nelle famiglie nobili è cittadine di Verona, Voi. II,
« f. 47, ms. 2224 di questa comunale) sono registrati quattro Giacomi nel se-
« colo XVI, figliuoli rispettivamente di Tomeo, di Cristoforo, di Francesco e di
« Zeno ; ma avendone rilevata l'età nei libretti anagrafici dell' Archivio del Co-
& mune mi sono accorto che nessuno dei quattro può identificarsi col Giacomo
« di Fano per ragione cronologica. Ne ho trovato però un altro che manca nel-
« l'albero. Nel libretto anagrafico della contrada di S. Vitale del 1529 una fa-
« miglia è descritta cosi : Moscardus de Moscardis q. Jacobi 42 | Blancha filia na-
« turalis 2 I D. Cathcriìia u.xor quondam Caruli fratris suprascripti 2^ \ lacobus 6 \
« Ludovicus 5, fi Hi. (I numeri indicano 1' età). Mi pare che questo Giacomo di
« Carlo che sarebbe nato nel 1523 possa essere quello che si cerca. Ma non so
« altro. La congettura diventerebbe assai verosimile se si trovasse in qualche
« documento che il padre del tipografo si chiamava Carlo ».
Nella impossibilità in cui mi trovo di fare qualche ricerca nell'Archivio
notarile di Fano, dove forse potrebbe trovarsi la conferma o meno di questa che
a me pare attendibilissima ipotesi, debbo rinunziare al desiderio di dare altre
notizie biografiche del Moscardi per esaminarne invece l'attività come tipografo,
la quale veramente non fu molta a giudicare almeno dai pochi documenti che
ce ne rimangono.
Egli apri subito trattative col Comune per la stampa o meglio per la ri-
stampa degli Statuti della Città; accennai in altro mio scritto (i) alla proposta
di un anonimo impressor librorum sottoposta al Consiglio Generale il 27 Giugno
1560, affacciando fin da allora l'ipotesi che egli potesse essere il Moscardi.
L' ipotesi diventa ora certezza perché conosciamo la presenza del Moscardi a
Fano e sappiamo altresì che la proposta venne fatta dal Gonfaloniere al Consi-
glio speciale il 14 Giugno in seguito ad un colloquio avuto con lo stampa-
tore (2). Dissi allora della deliberazione dilatoria del consiglio, ora posso ag-
giungere che il Moscardi non si fermò al primo tentativo ma tornò alla carica
in forma diversa. Infatti il 22 Maggio 1562 al Consiglio speciale fu presentata
dai Priori una proposta concepita in questi termini : « Altra volta si parlò della
stampa degli Statuti da farsi per conto del Comune, ma il partito allora presen-
tato non passò, forse per timore che gli esemplari stampati a spese pubbliche
venissero distribuiti gratuitamente. Desiderandosi non abbandonare l' idea di que-
(i) Gli Statuti di Fano, in « La Bibliofilia », voi. II, pag. 351 e segg.
(2) Die 14 Junii 1560. — Dominus Confalonerius proposuit se fuisse allocutum cum im-
pressore librorum super imprimendis Statutis civitatis cum maxime civitas eis indigeat. Qui
impressor obtulit se id libenter facturum et petit prò precio et eius mercede quindecim gros-
sos prò singulo statuto. Ideo quid agendum etc. (Arch. Com. di Fano, Consigli, voi. 82,
car. 92).
62 G. CASTELLANI
sta ristampa, perchè è cosa vergognosa {turpe est) non avere i libri delle nostre
leggi, si ritiene ora opportuno riportare la cosa al Consiglio perché stabilisca il
da farsi, tanto più che i Priori avrebbero trovato persone particolari disposte a
stampare gli Statuti a loro proprie spese » . Dopo non breve discussione nella
quale fu da prima scartata una pregiudiziale, come ora si direbbe, avanzata da
chi credeva non fosse ancora trascorso il termine di un semestre necessario per
poter tornare su di un argomento già discusso, si risolvette di trasmettere la
cosa al Consiglio generale (i) : però per quante ricerche abbia fatto non mi fu
dato trovare la discussione e deliberazione di questo in proposito.
A questo stesso anno 1562 risale la prima delle stampe del Moscardi finora
note, delle quali darò la descrizione in ordine cronologico.
1562.
T. Helii Vidoris, Phellina. Fani, Jacobus Moschardius, 1562, mense Augu-
sti, in 8".
Di carte 46 (pagine 92 di cui 84 numerate) : segnature A-L di 4 carte
l'una, più due carte intercalate nella segn. A. Carattere corsivo, linee 24 e 25
per pagina intera più il numero progressivo della pagina.
In alto della prima carta r. :
^ T. HELII VICTO jt
RIS FAXESTRIS
J- PHELLINA. J-
sotto, entro una cornice lineare, stemma partito, nel primo d'argento al castello
con due torri e aquila coronata che poggia le zampe su di esse, nel secondo d'ar-
gento alle tre fascie di verde, con elmo e lambrecchini sormontato da cimiero di
un mezzo lupo cerviero con cartella e motto : ^IHAEN AX A BAAA0MEX02
(non differendo) che occupa tutto il resto della pagina. A tergo eravi stampato
un epigramma che fu cancellato con gesso. Sul risguardo del mio esemplare e' è
questa nota ms. del prof. Giuliano Vanzolini : « Francescucci Vincenzo di Fano
« è l'autore di questo poemetto ignoto alla Bibl. Picena. Dietro al frontispizio è
« stato in quest'esemplare cancellato con gesso quell'epigramma che trovasi an-
« che a e. 2, il quale portava la dedica : AD HIPPOL. CAPILUPIVM | Mani.
« Fani Episc. summi Pont. \ ap. Venetos leg. Digniss. La ragione della cancellatura
« deve ripetersi, forse, dalla ripetizione, del med.° epigramma a e. 2, come ho
« detto, non da altro; non ci avendo tra l'uno e l'altro altra differenza che d'un
« promeriiisse mutato in demeruisse a e. 2 ». A me pare che la ragione della can-
cellatura sia invece questa. Il libretto era stampato interamente, come risulta
dalla sottoscrizione, nel mese di Agosto, con la dedica al Vescovo Capilupi
contenuta nei tre distici impressi a tergo del frontispizio. Al momento di pubbli-
(i) Ibid., voi. 84, car. 31, 31 t.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 63
cario parve forse troppo modesta e confidenziale simile forma di dedica e si volle
cambiarla in una lettera dopo la quale si tornò a stampare 1' epigramma dedi-
catorie insieme ad altri due. Ciò appare evidente dalla data della lettera che è
del 15 Settembre {idib. Sept.), e dal mezzo foglio o due carte pure con segnatura
A che vennero intercalate nella primitiva segnatura fra la prima carta col fron-
tispizio e quella segnata Aii che porta il numero di paginazione 3, mentre è
veramente la settima e non la terza pagina. Cosi l' epigramma diventava un
duplicato inutile e fu cancellato col gesso. Sarebbe stato forse più semplice, o
almeno a noi sembrerebbe tale, avere ristampato addirittura il primo foglio, ma
certamente non parve così al Moscardi.
La seconda carta porta in alto : HIPPOLYTO CAPILVPIO | mani, fmie-
stri episc. Pii quarti pot \ max. in Venetia, & Istria, reliqna \ qj Venetoru di t ione i
diui7iis I leg. T. Heliiis Victor Abst. \ S. P. D. La lettera dedicatoria, stampata in
carattere rotondo, va fino a tutto il tergo di questa carta : la seguente invece
ha tre epigrammi nel recto e il tergo bianco.
A pagina num. 3 (seconda carta della primitiva segnatura A) comincia
un'altra lettera: T. HELIVS VICTOR | ABSTEMIVS P. | CVPANIO AVE-|
RARDO I S. P. D., che finisce a pag. 9, linea sesta. Seguono vari epigrammi,
poi un'altra lettera: T. HELIVS VICTOR | ABSTEMIVS AVLO | VFREDIO
PATERNO I S. P. D. da pag. 11 a pag. 14, e finalmente, dopo altri epigrammi,
a pag. 17 comincia il poemetto in distici, con questo titolo: T. HELII VICTO-j
RIS I FANESTRIS PHELLINA., che finisce a pag. 68. A pag. 69: PHELLINAE
EPIT. A pag. 70: L. BENEFICI, ET TRANCI | Tranquilli Oipaniorum praelusio.
Da pag. 7 1 a pag. 76: EORVNDEIM BENEFICI, | <2f Tranquilli Puerolorti experietia.
A pag. 76: CP. CVPANII AVERARDI | Pri^ni hastati carmen de sex \ Phellinae
laborib., dieci distici di cui tre a pag. 77 ; segue: T. VICTORIS epilogns., e in
fondo alla pagina : T. HELII VICTORIS FANÉ- | STRIS PHELLINAE ET
NIS. Da pag. 78 a 83: Plurimn virorum in T. Helii \ Victor is Phellinam lusus :.
A pag. 84 : LECTORL, correzioni. Nella seguente, senza numerazione, e' è una
rozza silografia rappresentante un cane saliente a sinistra, e sotto: (E Imprimebat
Fani lacobus Alo- | schardius Veronensis anno j ab orto iustitiae Sole | M.D.LXII.
mense Augusto. Seguono tre pagine bianche.
Questa edizione è menzionata dal Giullari e nel Catalogo della Biblioteca
Manzoni (Parte I, n. 3394). La Biblioteca Federiciana di Fano ne possiede un
bellissimo esemplare che era del Conte Stefano Tomani Amiani, io acquistai
quello che apparteneva al prof. Giuliano Vanzolini.
Non mi è stato possibile identificare lo stemma figurato sul frontispizio. Esso
non corrisponde a quello de' Capilupi descritto dal Crollalanza (i) che concorda
con l'Amiani (2) : D'oro alla testa e collo di lupo al naturale. Quello de' Fran-
cescucci era d'azzurro alla ruota d' argento a otto raggi sormontata dalla croce
latina di rosso (3). E finalmente quello de' Moscardi di Verona, secondo il Crol-
(i) Crollalanza, Dizionario Storico- Blasonico delle Famiglie nobili e notabili Italiane ecc.
Pisa, 1886-1890, in 4", voi. I, pag. 223.
(2) Memorie Istoriche della Città di Fano. Ivi, 1751, ^ar. II, pag. 201.
(3) Quadro Storico-Topografico della Città di Fano (MS. della mia raccolta). Tav. VII, n. 50.
64 G. CASTELLANI
Manza (i), era d'azzurro al castello d'argento, cimato di tre torri, quella
di mezzo più alta aperta di nero, esso castello piantato sopra un poggio di tre
cime di verde. Potrebbe pensarsi a una impresa tipografica denotante il deside-
rio del nostro tipografo di affrettarsi, ma restano sempre da spiegarsi le parti-
zioni e le figure dello scudo.
Questa prima stampa del Moscardi contiene un poemetto latino di Tito Elio
Vittore Astemio, nome di battaglia o accademico di Vincenzo Francescucci da
Fano, nome che troveremo ancora ripetuto in quasi tutte le successive edizioni del
nostro tipografo, del quale fu probabilmente il correttore e forse un mecenate.
Di lui si hanno poche notizie riassunte nella epigrafe con la quale è ricordato
nel Quadro Storico-Topogfajico della Città di Fano dell' Istituto Albriziano (2) :
T. Aelius Victor \ ni potius \ Vinceìitius Franciscuci \ nobilis juriscoìisidtus \ a filio
T. Aelius I a nomiìie auteni Victor, | graeco-lat. eruditione | Poesi, astrologia, mathesi\
probatissimus ; \ Foelina (sic), Poema elegiac. \ Topograph. Venator. \ Fani in lucevi
dedìt I Claruit A. 1568. — Doìii, pitture e. sj. Gabuccini, morb. e. ij. Nessuno ha
pensato di lasciarci memoria precisa degli anni in cui nacque e mori, che però
non dovrebbe essere tanto difficile ritrovare. De' contemporanei che ne parlarono,
possiamo trascurare il Doni che lo nomina soltanto tra quelli di cui ricorda le
cortesie ricevute a Fano (3), ma non il Gabuccini, concittadino ed amico del
Francescucci, che in due luoghi della sua opera De Morbo Comitiali (4) ne parla
elogiandolo e dando per primo le notizie che servirono al compilatore del Quadro
Storico e agli altri che scrissero degli Uomini illustri di Fano, A car. 18 t :
« .... T. Gallius Victor, necessarius meus quum in omni doctrinae genere, tum
« vel in mathematicis egregie doctus acerrimique ingenii.... Huius enim uiri tanta
« ingenii felicitas, tanta est doctrina, ut magis, magisque in dies et laudanda
« sit morum honestissimorum eius suavitas, et admirandum ingenium >. E a
car. 57 t : « P>anciscus Unulphius Vincentiusque Franciscuccius, necessarii ambo
« mei, homines omnium et disciplina juris civilis eruditissimi et ingenio pru-
« dentiaque acutissimi atque poetarum oratorumque tum latienorum tum grae-
« corum studiosissimi, alterque nimirum secundus, in rerum coelestium scientia
« doctissimus.... ». L'elogio non potrebbe essere più lusinghiero e completo e.
per quanto si voglia concedere alla esagerazione dell'amico, pure non doveva
mancargli un certo fondamento di verità. Notisi che il Gabuccini lo chiama
T. Gallius Victor e non T. Aelius: il Francescucci stesso, come vedremo in ap-
presso, racconta di aver cambiato il Gallius in Aelius.
Un altro concittadino contemporaneo, non citato dal Quadìo Storico, parlò
del Francescucci. Gio. Andrea Palazzi ne' suoi Discorsi sopra \ Imprese (5) lo
ricorda nel discorso secondo a pag. 49, parlando di distici che cambiano di senso
leggendoli a rovescio : « Et per questo il Signor Vincenzo Franciscucci da Fano,
(i) Op. cit., voi. II, pag. 184.
(2) Tav. V. n. 24.
(3) Pitture del Doni academico pellegrino. Padova, 1564, in 4.'^ car. 57 t.
(4) HiERONVMi Gabvcinii, Fanestrìs Medici, ac Philosophi, De Comitiali Morbo Libri III,
Aldvs Venetiis, MDLXI, in 40-
(5) I Discorsi di M. Giov. Andrea Palazzi sopra l' Imprese. Bologna, 1575, in 8.»
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 65
« Filosofo, Poeta, Leggista, et Astrologo eccellentissimo di questi versi havendo
« fatto una lunga compositione, la chiama Radium sìve Naidcidam textoriam; poi-
« che i uersi di quella per l'inanzi, et per l' indietro a guisa, che uà la spola
« de' Tessitori per la tela, si possono leggere, tra molti de' quali questi quattro
« notai, che molto mi piacciono :
Carminibus niea, non nummis fit Lesbia missis.
Delia non Erato fert mihi blanditias.
Rus colo, non colo nunc Musas, seu numina Phoebi ;
Cynthia, non Pallas dat mihi consilium.
« Et mi souiene hauer veduto un'altra zifra del medesimo signor Vincenzo, fatta
« in due Tetrastichi, de' quali è '1 primo :
Iure liquet labiis adigendus gallus amicis.
Coenam ista', nostra ars rite parauit ; aui.
' Chortes tentandum : sic expedit : ense silete ;
Pace inita, non est rumpier unde fame.
« Il secondo :
Ipse bibe in tenebris, ede lurco, lude, locare ;
(Mensae abacum claudas : en tibi raptor adest)
Sed non est ludus luxu omnia perdere, tu inde
Vt potes, arte rapis, mens ea, ulta, quies :
« Ne' quali artificiosamente 1' autore, eh' uno, detto Capranica, rubbato haueua
« un Gallo d'un certo Camillo, scoprir uolle : percioche cominciandosi a pi-
« gliar la prima littera dell' ultima parola del primo Tetrastico et poi della pe-
« nultima sino a quella della prima, et così anco del Tetrastico secondo, si fanno
« questi duo uersi :
. . . Fur en ipse est Capranica galli ;
Quem rapuit pollens arte Camille tibi ;
« Cioè l'essametro dal primo : benché non intieramente, mancando il principio,
« et il pentametro dal secondo ». E nel terzo discorso, là dove ragione dei motti,
a pag. 150, accenna al motto: « LATET ANGVIS IN HERBA, tolto dalla
« iij. Egloga di Virgilio, et posto dal signor Vincenzo Francescucci da Fano in
« principio d'un suo uago componimento di molti uersi fatti sopra un fonte, da
« lui cognominato Bonicompagnio » .
Le due composizioni o poemetti del nostro Francescucci ricordati dal Pa-
lazzi non si conoscono e nemmeno si sa se siano stati stampati. Però quello sul
fonte Bonicompagnio, se, come io credo, fu scritto per la fonte di piazza dedi-
cata a papa Gregorio XIII Boncompagni nell'anno 1576, non potè certamente
essere stampato dal Moscardi del quale, come abbiamo veduto, cessano le noti-
zie col Marzo del 1572. Di essi però fa menzione, riferendosi al Palazzi, la Bi-
blioteca Picena (Tomo IV, pag. 233), i compilatori della quale non conobbero la
Phellina, ma ci diedero notizia di un altro scritto giovanile : Vincent ii Francescucci
Abstemii Fanensis de obitìc Thomae Avveduti dialogus, contenuto nel!' opuscolo :
Epitaphiorum Libelhis diversoruni Auctorum in Thomam Avvedutum Fanensem juve-
neni spedata virtute admirabilevi — Impriniebat Perusiae Lucas Bina Mantuanus
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2»-3» 9
66 G. CASTELLANI
A. D. 1536. pridie cai. Jan. in 4.° Non mi è stato possibile trovare questo li-
bretto (i), dal quale forse i predetti compilatori trassero la notizia che il Fran-
cescucci fece i primi studi a Fano, poi li continuò a Perugia sotto Giacomo To-
relli per le lettere e sotto Restauro Castaldo e Giovan Paolo Lancellotti per
ambe le leggi. Accennano anche a uno scritto de laudibus Astrologiae contenuto
a car. 417 e segg. del Codice Vaticano n. 3687.
Il presente poemetto è una dimostrazione evidente della bizzarria e della
erudizione del Francescucci. Egli, cantando la morte di una cagnolina chiamata
Fellina, ne racconta le caccie attraverso le campagne del territorio di Fano e si
propone, nientemeno, di purgare le denominazioni dei vari luoghi dalle corru-
zioni barbare riportandole all'etimologia latina. Questo egli dice nella lettera ad
Aulo Ufredio Paterno (forse un Paterniano Uffreducci ?) a pag. 1 2 : « Veruni si
catula deploranda tua nos caussam nacti ad veterum divertimus tum fundorum,
tum aliorum quorumpiam locorvim notationes et nomina, quorum ratio omnis
partim pravo loquendi usu, quo fere mutata sunt haec atque corrupta ; partim
vetustate lapsa conci dit iam diu, et prorsus ignoratur : patere liane me communi
nostrae patriae praestare nunc opellam ; quani alii qui ante nos fuere, maioribus,
ut puto, negotiis impediti nobis exolvendam reliquerunt etc. ». Come venisse
giudicata questa improba fatica dagli eruditi concittadini di allora basti a dimo-
strarlo il primo degli epigrammi laudativi stampato a pag. 78 che è di Giacomo
Torelli, quello stesso che era stato maestro del Francescucci a Perugia :
Horrida barbaries fanestrem invaserai agnini :
Et speciem, et rapiens nomina prisca locis.
Helius asseruit Titus omnia : quique colonis
Usus iùleis, quaeque loquela : docens.
Par meritum Augusti, atque Titi est ; par gloria, nani quae
Condidit Augustus ; reddidit ecce Titus.
Certo che alle volte le etimologie stiracchiate e stravaganti fanno ridere,
ma, ciò non ostante, sarei ben curioso di leggere i commenti che il Francescucci
dice di aver scritto al suo poemetto, che dovrebbero essere ricca fonte di noti-
zie importanti per la storia topografica del territorio fanese e per quella delle
famiglie che vi avevano possedimenti. Notizie che oggi è assai difficile, per non
dire impossibile, desumere dai versi ingemmati di immagini, reminiscenze e vo-
caboli i più strani, e dai nomi tutti trasformati o storpiati alla latina. Però que-
sto poemetto servi al Billi ne' suoi lavori su Bargni e Sahara e su Brettino (2)
e al Masetti nelle Memorie di San Paterniano (3). Io credo poi che, oltre alle
(i) Sono gratissimo al ch.mo prof. Pasquale Papa R. Provveditore agli Studi in Perugia
che ne fece ricerca in quelle Biblioteche.
(2) Billi Alessandro, Ricordo Storico di Bargni e Saliara. Fano, 1866. in 16^, pag. 5-6,
16 e 123-126 dove ne dà tradotto in buoni versi italiani il tratto riguardante Vincenzo Negu-
santi Vescovo di Arbe. — Brettino e Simone Cantarini, Cenni storico-artistici. Fano, 1866,
in 30, pag. 5.
(3) Memorie di San Paterniano Vescovo e Protettore di Fano, raccolte ed illustrate da
Mons. Celestino Masetti, Fano, 1875, i" 8°, nota a pag. 36.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI
(^1
difficoltà di interpretazione, il poema debba essere a chiave, come parmi, se mal
non mi appongo, accenni l'epigramma ad Aiihun a pag. 14:
Sunt unus, duo, tres, et quattuor ordine : versus.
Collige, summa omnis conficit Aule decerti.
Non liber est Phellina ; sed est epigramma. Recense.
Versa, epigrama ; librum linea recta facit.
Con la smania degli enigmi, della crittografia e dei giuochi di ogni genere
che aveva il Francescucci, il suo poemetto attende miglior Edipo che io non sia.
Pietro IMaria Amiani(i), parlando di Ottavio Cleofilo, riporta un brano
della vita di lui « stampata in principio delle sue opere latine nel 1562 e date
« alla luce da Giacomo IMascardino [sic) veronese. » Il brano è cavato dalla vita
del Cleofilo scritta da Francesco Poliardi e posta avanti ai poemetti latini An-
tropotheomachia, de Bello Fanensi et quaedani alia stampati da Girolamo Soncino
nel 1516. Dobbiamo credere a un equivoco dell' Amiani o il Moscardi ristampò
veramente le operette latine del Cleofilo in quest'anno 1562 ?
1564.
Libro de la compagnia. Fani, Jacobus Mo-
schardius, 1564, mense ottobri, in 4".
Di carte 112, delle quali 108 nu-
merate: segnature A-Ee di quattro carte
l'una: carattere rotondo con iniziali e ru-
briche in rosso ; 35 linee per pagina.
Il frontespizio porta in alto il titolo
stampato in rosso.
Tutto il resto della pagina è occu-
pato da una silografia rappresentante San
Girolamo nel deserto. Non ostante l'iden-
tità del soggetto e degli elementi usati
per rappresentarlo, questa incisione è to-
talmente diversa e più rozza di quella
che si trova a tergo del frontispizio del
Libro da compagnia o vero fraternità di
battuti, stampato nel 1518 a Venezia da
Nicolò Zoppino e Vincenzo de Polo, ri-
prodotta nell'opera magistrale del Prin-
cipe d' Essling Les Livres à Figures Vé-
nitiens (Seconde Partie, pag. 358),
A tergo della carta 108 numerata
èvvi la sottoscrizione : Ml^ Imprimebat
Fani Iacob9 Moschardius Veronésis Anno
[ ^ ab orto iustitiae Sole .M.D.LXiiii.
•LIBRO DE LA:
COMPAGNIA OVER.O DB LA FR.A(
ternita. nouatncnte Con nuouo ordine Rampato Et
diligentemente corretto, con molte additiooit
(i) Op. cit. Par. II, pag. 66.
68
G. CASTELLANI
Mése Ottobri ^. Segue la segnatura Ee di quattro carte non numerate, l'ultima
delle quali al recto ha il Registro e sotto la marca tipografica con le iniziali
I. M. V.
L'unico esemplare a me noto proviene dalla libreria del Conte Stefano To-
mani Amiani e trovasi nella Federiciana di Fano, dal bibliotecario della quale,
prof. Adolfo Mabellini, ebbi le fotografie di questa e delle altre stampe qui de-
scritte. Nel ringraziarlo del gentile concorso, mi piace riconoscere in esso e nelle
molte cure spese per aiutarmi in questo e in altri lavori e ricerche di storia locale,
non solo una prova di squisita e ben nota cortesia ma sopra tutto l'effetto di
una amicizia affettuosa.
1567-
Il 23 Aprile di quest'anno il Consiglio speciale stabili a pieni voti di por-
tare al Consiglio generale la proposta di stampare i nuovi capitoli e gli Statuti
del Danno Dato [\). Ma anche questa volta non sono riu.scito a trovare la deli-
berazione del Consiglio generale e, quel che più monta, non conosco l'esistenza
di una stampa degli Statuti del Danno Dato diversa da quella che costituisce il
libro IV degli Statuti della Città editi dal Soncinonel 1508. Solo nel 1627 per
i tipi di Flaminio Concordia fu stampata in Pesaro una : Tassa, onero Tariffa \
deir Offìtio I del Danno Dato \ della Città di Fano, in 4".
T. Helii Victoris, Epistola ad L. Saxium. Fani, 1567, in 4".
Di carte quattro non num. : segnatura A : carattere corsivo, linee ventisei
per pagina intera.
(i) Die 24 Aprilis 1563. — Vltimo transmissa fuit ad Generale propesila de imprimendis
novis capitulis super officio damnorum datorum una cum libro statutorum ipsorum damnoruni
datorum fabis omnibus albis. (Arch. Com. di Fano, Consigli, voi. 88, car. 177).
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI
69
Frontispizio sul diritto della prima carta:
EPISTOLA
T. HELII VIGT,
SAXOJSfEM.
EIVSDEM DE EOD.HEXAST.
AD PIVM.V.PONT-MAX
ir
Fani.poft dicm X. CAL; Nouemb,
H^ MD. LX VII, ^
Il tergo della prima carta è bianco. Al recto della seconda carta in alto è
ripetuto il titolo : T. HELIVS VICTOR | .L. SAXIO SAXONI, | LEGATO :
COGNO- I MENTO SAXO., e comincia subito l'epistola in distici cosi :
Gallius ante suis, sibi post suus (id cur ;
Fors alius tibi mox dixerit, atque aliis :)
Te quod non, oculis tantum non captus ; adiuit:
Quale hoc cunque tibi mittit epistolium;
Quod puer excepit domino dictante
Victor epistolium mittit ; quod tempia, Penates ;
Quod tibi commendet moenia, tecta, uiros :
Quodque urbana, simul quod rustica proedia ; dulcis
Quod patriae fines ; agricolasque ; deos ;
Compitaque ; et triuia, atque uias ; ac publica quot sunt ;
Quod tibi commendet seque suumque larem
70 G. CASTELLANI
che continua fino in fondo al recto della quarta carta. A tergo di questa :
De eodem L. SAXO : ad | PIVAI .V. PONT. MAX.
Credila cui sacro ueteris custodia templi
Fortunae, atque eodem est fanestris limitis ore:
Lucius, ex uoto confectis rebus ; ad Vrbem it
Sancte Parens : diuae et muros tutatus et agrum.
Sunt pia si ista : PII ut partem complectere Saxum :
Inter daque tuos ostro fulgere PL\LES.
Seguono poi due distici da aggiungersi a car. 3, verso 2^.
Sebbene manchi la sottoscrizione tipografica, non v' ha dubbio che questa
stampa di occasione sia uscita dai torchi del Moscardi. Xe debbo la cognizione
al Prof. Mabellini che la possiede.
Qui troviamo accennato al cambiamento del nome Ga/liiis in Helius, ma le
ragioni di esso rimangono un pio desiderio. A proposito di nomi, cade in ac-
concio osservare che il nostro poeta ha abbandonato il cognome di Abstemius:
che coll'andare degli anni non fosse più tale ?
L'argomento di questo breve componimento del f rancescucci finora, ignorato,
è strettamente connesso con un'altra stampa del Moscardi che passerò a descri-
vere prima di accennare ai fatti che diedero origine ad ambedue.
1568.
Motus Proprius S. D. X. Pii divina providentia Papae quinti. Fani, per Jacobum
Moschardium M.D.LXIIX. in fol.
Di carte otto non num.: segnature A-B : carattere rotondo, linee 49 per
pagina.
Il frontispizio è sul recto della prima carta cosi :
M O T V S
PROPRIVS S. D. X. PII DIVI=
na prouidentia Papae Qvinti
super declaratione compro=
batione et confirmatione terminorum
Ciuitatis Fani adiacentiumque
Castrorum
trans Metaurum
e in basso della pagina: Fani. M. D. LXIIX.
La sottoscrizione tipografica è in fine : J- Impressum Fani per lacobum
Moschardium J» \ Veronén. M. D. LXIIX. J-
Il breve è in data del 18 Decembre 1567 e fu presentato dall'oratore spe-
dito a Roma, Andrea Biliotti, al Gonfaloniere e Priori il 14 Gennaio del 1568,
come appare dalle note mss. sull'esemplare che esiste nell'Archivio Comunale di
Fano rilegato insieme con gli Statuti stampati dal Soncino. Altro esemplare
incompleto esiste nella Biblioteca Federiciana, questo pure unito a una copia
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 71
degli Statuti. Il Breve fu fatto stampare subito a spese del Comune che ai 19 di
Febbraio pagò a : « Maestro lacomo stampadore scudi doi mozzi per altrettanti
« che i ]\Iagnifici Signori Priori gli hanno promesso per sua mercede di bavere
« stampato il moto proprio sopra la confermatione della repositione de' termini
«di consenso et autorità de gli Eletti. Lib. 6.» (i).
I confini fra il territorio del Comune di Fano e quello dei Castelli del Con-
tado posti sulla sponda destra del Metauro passati col Vicariato di Mondavio
sotto la giurisdizione dei Duchi di Urbino, furono cagione di- lunghe e ardenti
controversie. Non ostante l'apposizione dei termini e la minaccia di scomunica
per chi li rimovesse, questi furono parecchie volte tolti e spezzati. Col fatto si
voleva forse supplire alla deficienza delle ragioni nel piato avanzato al Pontefice
dal Duca di Urbino. Dopo una nuova e quasi totale rimozione avvenuta nel 1567,
il Comune di Fano si rivolse al Papa che, per troncare la lunga questione, mandò
nuovo Commissario in persona di Monsignor Lucio Sasso. Questi, dopo aver
ricollocati a posto i termini rimossi, venne il 1 7 Ottobre a render conto del pro-
prio operato al Magistrato del Comune che non pose tempo in mezzo e inviò
oratore a Roma Andrea Biliotti afìfìnchè ottenesse la sanzione e la ratifica so-
vrana delle cose fatte dal Sasso, e cosi il riconoscimento incontrovertibile dei
confini nuovamente segnati.
II Francescucci trovò argomento degno della sua musa la missione .del
Sasso, ed esagerando poeticamente i danni arrecati dai molesti confinanti, trovò
modo di esaltare l'opera pietosa del Commissario pontificio, arrivando per fino
a preconizzargli per questo la porpora cardinalizia. Fu però profeta a lunga sca-
denza, perché il Sasso fu creato Cardinale da Clemente Vili soltanto nel 1593,
ventisei anni dopo !
Per la storia bisogna aggiungere che i termini furono ancora spezzati e
soltanto nel 1569 furono ultimate le cappelle erette ai confini, giusta il permesso
contenuto nel breve, le quali furono dipinte da Maestro Tarquinio da Bevagna (2).
T. Helii Victoris, Experientia. Fani, mense Febr. M.D.LXVIII. in 4".
Di carte quattro non num. : segnatura A : carattere corsivo la dedica e
rotondo i versi, linee 33 per pagina intera.
Al frontispizio che è disposto sul recto della prima carta cosi :
^T. HELII'3^
VICTORIS
EXPERIENTIA
AD FRANCISCVM
RVSTICVCIVM COL.
IVLIAE FANESTRIS
EPISCOPVM
FANI., mense Febr . M. D. LXVIII.
(i) Ibid. Referendaria, voi. iii, car. 210.
(2) Ibid. loc. cit., car. 219 e 334, e Consigli, voi. 90, car. 144 t.
72 G. CASTELLANI
segue una pagina bianca, e al recto della seconda carta comincia la lettera di
dedica : T. Helius Victor Francisco Rusticucio Episcopo \ fanestri .- diuini, & humani
iuris consultiss., che continua per venti linee a tergo. Dopo di essa seguono quattro
versi: Prognosticon statum, atq. solenne: quod ex D. \ Paidi die festo siimptiun uulgo
circumfertur. Nella terza carta: T. HELII VICTORIS | experientiae oracida XVI.;
ogni oracolo è formato da un tetrastico, ve ne sono cinque per facciata e uno a
tergo della quarta ed ultima carta. Vengono appresso due distici : Paraenesis e
Peroratio, poi: T, Helii Victor is experieyitiae et oracii^= | lornm XVI. finis, e alcune
correzioni.
Anche questa stampa, come 1' Epistola, è senza indicazione di tipografo, ed
è posseduta dal Prof. ]\Iabellini.
Xelle nostre campagne dal tempo che fa il giorno di San Paolo a' 25 di
Gennaio anche al presente si trae l'oroscopo dell'annata. 'Sii ricordo di aver udito
da bambino chiamare contarecci i giorni che precedono e seguono detta festa,
come quelli che si contavano avanti e indietro in corrispondenza dei mesi avv^e-
nire per sapere il tempo che avrebbe fatto. Ai pronostici meteorologici si uni-
scono quelli dei raccolti e degli avvenimenti per la connessione che 1' immagi-
nazione popolare ha sempre voluto trovare tra i fenomeni celesti e quelli di
questo basso mondo terraqueo. Pare che ai tempi del Francescucci i pronostici
del giorno di San Paolo corressero riassunti in questi quattro versi « ineptis
quidem et ieiunis » com'egli li chiama, dei quali si ignorava l'autore e la ragione
o regola da lui seguita nel formularli « aut longa annorum observatione, aut
« quapiam coeli constitutione quae tunc esset cum ille vivebat » :
Clara dies Pauli largam frugem indicai anni.
Si fuerint nebulae : pereunt animalia quaeque :
Si fuerint venti: portendit praelia genti.
Si pluit aut ningit : designai tempora cara.
La vigilia di San Paolo, pridie Paiilalia alla latina, cadde il discorso su
questi versi e fu suggerito al Francescucci di tradurli in linguaggio se non più
chiaro almeno più accurato. Egli vi si accinse subito e, per non scostarsi da un
certo non so che di cabalistico, li svolse in sedici tetrastici o scssantaquattro
versi, elevandoli alla terza potenza. Dopo averci raccontato questo nella lettera
dedicatoria al Vescovo Rusticucci, spiega anche la ragione per la quale aveva
pensato di indirizzare proprio a lui questa sua elucubrazione. Siccome non pochi
de' nostri, egli dice, ritengono che io attenda a cose astronomiche, potrebbero
credere che questi pronostici siano parto della mia mente, e che io presti fede
a simili divinazioni del futuro, profanando in certo modo la festa di San Paolo
con predizioni futili e vane. Questo non potranno più pensare vedendo la mia
operetta indirizzata e consacrata a persona saggia e grave, e per giunta. Vescovo
religiosissimo, al quale, scritta com' è per ischerzo, potrà servire di ricreazione
in mezzo alle gravi cure del pastorale ministero.
Non mancano nella lettera gli elogi del vescovo, de' suoi fratelli, Girolamo
che fu poi cardinale e allora era segretario del Pontefice Pio V, e Ludovico
castellano di Roma, e della nipote Diamante andata sposa a Girolamo Bonelli
nepote del Papa.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI
73
Che il Francescucci si occupasse di astronomia l'avevamo saputo dai con-
temporanei che lo ricordarono : che l'astronomia sdrucciolasse in astrologia lo
indica il titolo del manoscritto della Vaticana menzionato dalla Biblioteca Picena
e lo provano parecchi tratti del poemetto « Phellina » che sarebbe lungo ripor-
tare ; questi oracoli dimostrano che all'astronomia e all'astrologia univa lo studio
dei fenomeni meteorologici ed era scrittore di quei pronostici che furono i prede-
cessori dei moderni lunari.
1569.
Guilelmi Duranti. In Sacrosanctum Lugdun. Conc. commentarius. Fani, apud Ja-
cobum Moscardum, MDLXIX, in 4".
Di carte 8 non num. in principio, 106 num. e altre 18 non num. in fine:
Segnature * **, A - II di quattro carte l'una, meno A e II di due carte. Carat-
tere corsivo: linee 36 per pagina oltre la linea di testa; le ultime pagine hanno
38 linee e 1' indice 39.
Nel frontispizio dopo il titolo cosi disposto
IN SACRO SAN-
CTVM LVGDVN. CONC. SVB
GREG. X. GVILELMI DVRANTI
CQGNOMENTO SPECVLATORIS
Commentarius.
NVNC PRIMVM A SIMONE MAIOLO V. I. C. ASTEN.
INVENTVS, ET IN LVCEM EDITVS, MARGINIBVSQVE
tum ad operis fidem, tum ad authoris laudem
ab eodem exornatus.
Opus quod ultra annos tercentum latuit in hunc diem.
e' è una marca tipografica
che rappresenta una mano
uscente dalle nubi con 1' in-
dice sulla bocca di un ser-
pente avvolto dalle fiamme,
e il motto : Ipsa sibi impro-
bitas noxia ; non aliis. In
basso la sottoscrizione:
FANI APVD lACOBVM
MOSCARDVM. M. D.
LXIX. I De Licentia ordina-
rii, Et Reuer. P. Inqtdsi-
toris. I Cnni priuilegio Suni-
mi Pontificis ad decennium.
Al recto della carta 2
non num. : Sandiss. ac Bea-
tiss. D. D. I Papae Pio
QVINTO, I Simon Maiolus
S., lettera dedicatoria in carattere rotondo che prosegue a tergo e porta la data ;
Fani. XV. Cai. Maii. M. D. LXIX. A carte 3 comincia
Ipfa fiui inAprobitJinostiai non alili
! FANI APVD lACOBVM MOSCAR.I>V^f. M. D. IXIX.|
De Liceatit Ofiìinarìii. Et Rcucr. l'.Inquifirorii,
. Cum j ^riiiitf ^ìoSum miì'cntif i (it4i Jc<(nnmh ^ ...
GVILELMI DV-
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa 2"-3«
74 G. CASTELLANI
RAXTI COGNOIMENTO | SPECVLATORIS VITA | Per Simonem Maiolum.
viuliis audoribus, ac pct-uetustis momunentis collecta., che prosegue fino a metà della
car. 4 recto, il tergo è bianco. La car. 5 porta una lettera : Pio Ledori Simon
Maiolus I V. I. C. x'VSTEX. S ; che termina la tergo della sesta carta con un
Carmen di quattro distici del Mai oli al lettore. Nelle successive due carte non
num., la settima e l'ottava, e' incontriamo con altre bizzarre composizioni del
nostro Francescucci ; ne riporto i titoli : Car. 7 r : T. HELII VICTORIS FA-
NEST. I àX-ipa^Sr^Toc., 12 distici. — Einsd. hypòthesis, quattro esametri. — Eiusd.
decachordon, cinque distici, di cui tre sono a Cr.r, 7 t ; . Eiusd. tetrachoì'doìi , due di-
stici. — Eiusd. dichordon, un distico. — Aliud. — Eiusd. monochordon, statuaè su-
scribendum II. Dur., un esametro. — Eiusd. elogium iumulo insc7'ibenduni II. Dur.,
quattro esametri. — Aliud, di tre. — Eiusd. ad II. Dur. tetrast. — Car. 8 r: De
eod. et Maiolo aliud. - Aliud. — Eiusd. ad Maiol. disi. A car. 8 t : SIMONIS
MAIOLI V. I. C. ASTEN, IN GVILLEL. DVR. Comvient. Prue/alio.
Nella prima carta numerata della segnatura A al recto : INCIPIT AP-
PARA I TVS DO^IINI GVLIELMI | DVRANTI SVPER CONSTITV | TIO-
NIBVS GREG. X. IN CONCILIO | I.ugdunensi nunc insertis | in sexto Decre-
talium.
Al recto della prima carta della segnatura EE, non numerata, e' è: IXDEX
TITVLORViVI, ET CAPIT., e al tergo : hidex Rerum Notabilitim. In fine del-
l'ultima carta tergo : FINIS | REGISTRVM etc. e di nuovo la sottoscrizione :
Impressuìn Fani apud lacobum Moscardum Veronen. M.D.LXIX.
Questa edizione è citata dal Giuliari a pag. 75, e da Sarti e Fattorini, de
claris Archig}^mnasii Bononiensis professoribus etc. Bologna, 1889, Tomo I,
par. II, pag. 478. Ve ne sono esemplari nella Federiciana di Fano, nella Mar-
ciana di Venezia, nella Comunale di Verona e altrove. E forse la meno rara,
certo la più nota e la più importante delle stampe del Moscardi.
L'impresa che figura sul frontispizio era già comparsa, non so se per la
prima volta, in : VINCENTII CASTELLANI | Forosempromensis \ de bello Meli-
iensi I historia. \ Pisauri | apud Hieronymum Concordiam | 1566. in 8° di carte 40.
Con motto diverso la trovo adoperata dal tipografo Barezzo Barezzi di Venezia
nel 1643 e precisamente in La Cronologia Ecclesiastica^ del R. P. F. HOXOFRIO
PanvixiO Veroìiese etc. in 8."
Anche questo libro d'argomento severo e solenne è ingemmato dalle diva-
gazioni poetiche del Francescucci che, addottorato in ambe le leggi, nel presen-
tarlo ai cultori di esse, si sbizzarrisce in bisticci e giuochi di parole specialmente
sui nomi di Guglielmo, che chiama sempre Illhermus, Durante e del Maioli :
Quodnani opus hoc ? Sanctum, reserat Sacrae abdita legis,
Cuium opus est ? Mollit qui dura, et mollia durat.
Per iscrizione a una statua del Duranti propone questo verso :
Ille ego, qui duro, virgae haud obnoxius Herviis,
Ne tesse le lodi con questi altri :
Plurima qui nouit, qui scripsit plurima : quondam
Durantes silet IH' Hermus sub pondere saxi.
Non Hermus ; cippo Herma sedet, durantis imago.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI 75
E, rivolgendo il discorso al Duranti, cosi ricorda l'esumazione dell'opera ignorata
fatta dal Maioli :
Vix modo durares, duras qui Illherme ; cadenti
Ni tibi Maiòli dextra tulisset opem.
Quid iustuni magé, quam fratrem succurrere fratri ?
Maia Illhermum aluit, Maiaque Maiòlum.
Non vien fatto di domandare se queste freddure siano scritte per ridere o sul
serio ?
Non sono riuscito a trovare per quale ragione Simone Maioli dimorasse a
Fano. Questa dimora non dovette essere tanto breve e occasionale, perché nella
vita del Durante (car. 3t e 4, n. n.) accenna a un' opera « Le Notti Fanesi » che
stava scrivendo : « Speculum etenim iuris opus singulare composuit.... omnium
consensu Specxilatoris cognomentum est consequutus, opus ipsum ex aliorum vete-
rum scriptis in unum coUectis universum constat, nam uel integros codices tran-
stulit, ut in Noctibus Fanestribiis dicturi sumus.... ». Nella stessa Vita (car. 3r n. n.)
ci racconta la fondazione di Castel Durante, ora Urbania, per opera di Guglielmo
Durante dal quale ebbe allora il nome che poi fu cambiato da Urbano Vili nel
1635 : « Qua tempestate (1284) quum Urbinates Castrum Riparum Massae Tra-
bariae funditus evertissent, hic idem Guillelmus tunc Papae Nuntius, et Roman-
diolae Thesaurarius, Romani nominis tuendi causa, illud ipsum Castrum quod
antea in monte situm erat in ipsa planitie construi ac reffìci iussit, primumque
fundamentis lapidem iecit loco amenissimo, ac amplissimae planitiae qua Methau-
rus in peninsulae formam Castrum circumducit, suoque de nomine Castrum Du-
ràntis appellavit. Cuius rei monumenta marmorea adhuc extant in ipsius nunc
oppidi praetorio » .
Il Maioli fu uomo di molta dottrina: nacque verso il 1520; nel 1572 fu
fatto vescovo di Volturara, rinunziò a tale ufficio nel 1597 e poco dopo mori.
Tra le di lui opere edite ricordate dal Weiss (i) non trovo le Notti Fanesi.
1570.
Scipione Dionisio, Amor Cortese, Commedia pastorale. Fano, per Giacomo Mo-
scardo, 1570. in 12.°
Cosi l'Allacci (2): il Quadrio (3) cambia il nome di Scipione in France-
sco e i compilatori della Biblioteca Picena (4) seguono questa opinione perché
(i) Biografia Universale. Venezia, Missiaglia, voi. XXXIV, pag. 405-406.
(2) Drammaturgia di Leone Allacci, Venezia, MDCCLV, in 4» a due colonne, col. 55.
Si noti però che nella prima edizione (Roma, 1666, in 12», pag. 19) V Allacci dava il nome di
Francesco Dionisio : quindi cambiamento in Scipione dev'essere avvenuto per errore di trascri-
zione nella ristampa. Si può dunque ritenere per certo che autore della commedia pastorale sia
stato Francesco Dionigi o Dionisio.
(3) Quadrio, Della Storia e Ragione di ogni. Poesia ecc., voi. Ili, parte II, Milano,
MDCCXLIV in 4°, pag. 71 •
(4) Tomo IV, pag. 6-7.
76 G. CASTELLANI
si sa, essi dicono, che Francesco « ebbe del genio per tal sorta di componi-
menti » . Non so se l'Allacci abbia veduto questa stampa o 1' abbia riferita su
notizia di altri, io non ho potuto vederla e quindi non sono in grado di risol-
vere il dubbio che rimane sul nome di battesimo dell' autore. Scipione Dionisio
o Dionigi è affatto sconosciuto, mentre Francesco è noto come scrittore di di-
verse opere. Fu prete e famigliare, fin da giovane, del Vescovo Francesco Ru-
sticucci dopo la morte del quale, avvenuta nel 1597, si ritirò a Venezia ove
dimorava il fratel suo Bartolomeo, pur esso prete, e scrittore o meglio compila-
tore di vari libri di storia e di erudizione che ebbero una certa voga a' suoi
tempi. Francesco diede alla luce nel 1594 un Decainerone Spirituale {i) col quale
si proponeva di distogliere, specialmente le donne, dalla lettura pericolosa del
troppo libero Decamerone del Boccaccio, ina non raggiunse certo lo scopo, per-
ché il Quadrio racconta che lo stampatore per esitare l'edizione dovette regalare
buon numero di esemplari. Ciò non ostante la Biblioteca Picena registra una se-
conda edizione del 1599 che io però non ho veduta. Quanto al genio per i com-
ponimenti drammatici si ha di lui: Devota Rappresentazione | dei Martirii \ di Santa
Christina Vergine, | e Martire di Giesii Christo. | Di nuovo cotnposta dal ReverJ^" \ M.
FRANXESCO DIONIGI da Fano. — In Fano, appresso Pietro Farri, MDCXII.
in 4", di car. 92 num. e 8 non num. in principio.
Questa sacra rappresentazione sarebbe stata dunque stampata quarantadue
anni dopo la commedia pastorale Amor Cortese. Però una meno che superficiale
osservazione ci persuade che la data della stampa dev' essere errata. Il libro è
dedicato al Cardinale Rusticucci con lettera data da Fano il 16 Giugno 1592 ;
il Cardinale mori il 14 Giugno 1603. Non si può ragionevolmente ammettere che
scorressero venti anni tra la dedica e la stampa, e meno ancora che, essendo nel
frattempo venuta a mancare la persona cui era indirizzata la lettera dedicatoria,
questa rimanesse tale e quale. Io credo che 1' anno della stampa sia veramente
il 1592, e l'errore sia dovuto a una trasposizione di cifra, facilissima ad avvenire
e diffìcile ad essere avvertita : MDCXII invece di MDXCII. Con questa corre-
zione viene diminuita di venti anni la distanza fra la stampa di&VC Amor Cortese
e quella del Martirio di Santa Cristina, e quindi rimossa in parte la difficoltà di
assegnare la prima commedia a Francesco Dionigi. In parte, perché questo buon
prete, infiammato di santo zelo per la propaganda dell'ascetismo e del buon co-
stume, parrebbe che male avesse potuto trattare un soggetto profano e leggero.
Ma chi ha letto 1' Amor Cortese ? Chi sa se il soggetto sia sacro o profano ?
1571-
Il 5 Aprile di quest'anno il Consiglio Generale accordò un sussidio di dieci
scudi sulle rendite del Ponte Aletauro a Raffaele Aquilino che stava stampando
una sua opera in esaltazione della fede cristiana (2). IMa, contro ogni mia aspet-
(i) // Decamerone Spirituale, cioè le Diece Spirituali Giornate del R. I^L Fran'CESCO
Dionigi da Fano. In Venetia, appresso gli Heredi di Giovanni Yarisco. MDXCIIII, in 8" grande,
con una silografia.
(2) Arch. Com. di Fano, Consigli, voi. 29, car. 39.
NOTE TIPOGRAFICHE FANESI ']^
tativa, l'opera non usci dai torchi del Moscardi bensì da quelli di Girolamo Con-
cordia tipografo a Pesaro con questo titolo : TRATTATO PIO \ NEL Q V ALE
SI I CONTENGONO CINQVE | Articoli, pertinenti alla Fede Christiana con \ tra
Vhebraica ostinatio7ie, estratti dalle | Sacrosante antiche scritture, àf coni \ poste per
Rafael Agiiilino à \ gloria del Signore. \ AL SANTISSIMO ET BEATISS. | Pa-
dre Nostro Signore, Papa Pio V. (Marca tipografica : Una donna armata con la
mano d. poggiata su di una colonna spezzata e col pezzo della colonna sotto il
braccio sinistro). In Pesaro Appresso Gieronimo Concordia. \ Con licentia de^ Supe-
riori. I MDLXXI. In 4", carte num. 106 e 6 non num. in principio: carattere cor-
sivo, iniziali istoriate.
In questo libro si verifica lo stesso fatto che abbiamo constatato nella
« Phellina » : una dedica intercalata nella prima segnatura. L'Aquilino era an-
dato a Roma col suo libro beli' e stampato con la dedica al Pontefice Pio V ;
nel frattempo « piacque alla Superna Bontà di chiamarlo a sé » e allora egli in
fretta e furia fece stampare una nuova lettera al Successore Gregorio XIII in
un foglietto che venne aggiunto dopo il frontispizio.
Raffaele Aquilino era un Ebreo convertito alla religione cattolica: ebbe la
cittadinanza fanese il 24 Luglio 1567 (i) e da questo conferimento apprendiamo
che era nativo di Senigallia, particolare rimasto ignoto alla Biblioteca Picena.
Fu Commissario per la distruzione de' Libri Talmudici nello Stato di Urbino e
in parte della Marca ; scrisse diverse opere tutte di argomento polemico ed asce-
tico che sono ricordate dalla Biblioteca Picena suddetta sulla scorta del Mazzu-
chelli (2). Un suo figliuolo era maestro di scrivere o di calligrafia agli stipendi
del Comune di Fano (3).
Con tutto r impegno posto nelle ricerche non sono riuscito a mettere in-
sieme più di sette stampe uscite dalla Tipografia di Giacomo Moscardi. Per un
periodo di dodici anni sono proprio pochine ! Mi conforto pensando che sono
cinque più di quelle annoverate dal Giuliari, e di esse quattro affatto ignote ai
bibliografi, compresa quella del Libro de la Compagnia, che non mi pare priva
di una certa importanza.
Non dispero che altre possano venir fuori e sarò ben grato a quelli che
vorranno darmene notizia.
Venezia.
G. Castellani.
(i) Ibid., voi. 88, car. 218.
(2) Tomo I, pag. 196-198.
(3) Arch. cit.. Consigli, voi 88, car. 115.
73
CARLO FRATI
Bollettino Bibliografico Marciano
PUBBLICAZIONI RECENTI RELATIVE A CODICI O STAMPE
DELLA BIBLIOTECA MARCIANA DI VENEZIA *)
150. Contenzione d' un'' anima e d' un
corpo. Testi del sec. XIV in prosa
ed in rima, aggiuntovi P originale la-
tino, per ctira di GIOVANNI TORTOLI,
Accademico residente (R. Accademia
della Crusca). — Firenze, tip. Gali-
leiana, 1909; pp. 153, in 8" (estr.
d. Atti d. R. Accad. d. Crusca, a.
1907-08).
Il prof. Francesco Berlan, iniziando una
serie di Testi di lingua, che dovea veder la
luce sotto gli auspici ' di una Società veneta
dei bibliofili ', la quale ebbe vita effimera,
pubblicò nel 1844, dietro V Etica d' Ai-i-
stotile competidiata da ser Brunetto La-
tini, due leggende ascetiche, togliendole dal
cod. Marc. It. l'.34, il quale però non spetta
al sec. XIV^, come ritenne il B. e ripete qui
il T. (p. 5), ma indubbiamente al XV, come il
fac-siìiiile qui soggiunto testimonia agevol-
mente.
Ora la prima di codeste leggende, che nel
cod. veneziano s'intitola: Incomincia il con-
tasto che fece l' atiima col corpo, il quale con-
tasto ebbe in visione Santo Bernardo , ri-
pubblica qui il T., non però sul cod. Mar-
ciano (che fu dal B. fedelmente riprodotto,
ma che presenta non lievi errori rispetto ai
Codici toscani, come il T. dimostra in fine
della sua interessante pubblicazione), ma bensì
su tre codd. fiorentini : a) Palai, yj della
Bibl. Nazionale di Firenze, già di Pier del
Nero, e citato dall'Accademia della Crusca;
òj Laur. Gadd. 120, più corretto del prece-
dente, ma lacunoso; e) Riccard. 1345, del
principio del sec. XV, ma arieggiante la forma
trecentesca ; il migliore di tutti, e perciò po-
sto dal T. a base della propria edizione. Il T.
*) Cont. : V. Bibliofilia, voi. XH, pag. 400, disp. io"-ii".
ritiene questi tre codici fiorentini e il Mar-
ciano ' nella sostanza e nella forma tanto...
simili fra loro, che ben si vede esser tutti de-
rivati, più o meno direttamente, e quindi in
modo più o meno buono, da un medesimo
fonte ' (pp. 11-12). A fianco del testo volgare
prosastico (pp. 46-91), il T. pubblica poi di
nuovo quello latino in versi, da cui deriva,
più noto col titolo di Visio Fulberti o Phi-
liberti, e edito più volte, fuori d' Italia e di
su codici stranieri, ma valendosi qui di un
cod. Marc. (Lai. III. 2y), scritto a Venezia
da un prussiano circa il 1414-1417, e che è
(secondo il T.) il solo sin qui noto conservato
in biblioteche italiane. Ed il fatto che 1' unico
codice italiano conosciuto, contenente questo
testo, fu scritto da uno straniero, sembra
confermare 1' opinione, già di per sé proba-
bile, che l'autore di esso non fosse italiano.
Su questo cod. Marciano — che trovasi de-
scritto esattamente dal Valentinelli, Bibl.
ins., voi. II, pp. .206-208, non ricordato qui
dall'editore — e sul metodo seguito nell'edi-
zione, si cfr. pp. 36-37. In nota al testo
del contrasto latino sono date ' tutte le va-
rianti di quello dej Du Méril ' (p. 38) ; ma
un fugace confronto col ms. ci ha fatto rile-
vare un certo numero di passi, in cui per lo
più si attribuiscono al cod. Marciano lezioni
erronee, che non gli appartengono. Cosi nella
quart. 7, v. 3, il cod. ha realmente fructum
e non fructus ; — q- 9, v. 3 : pessima, non
pexima ; — q. io, v. 4 : il cod. ha realmente
quod, non quo ; — q. 19, v. 2 : il cod. ha
correttamente nequam, non ncque ; — q. 34,
v. 4 : il cod. ha ciilpam imputare, non culpas ;
— q- 37> ^'' 2: il primo et manca nel cod. ;
— q. 39. V. I : il cod. ha efiettivamente Scio
me culpabilem, come l'ediz. Du Méril, non
Oro me e, che non dà senso ; — q. 42, v. i :
il cod. ha correttamente (come l' ediz. Du
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
79
Méril) ìHUJidus, non mtindo ; — q. 42, v. 2:
il cod. ha honorem, non hoìwres ; — Q- 47,
V. 2 : il cod. ha correttamente ratio, non rito ;
— q. 47, V. 3: il cod. ha: Ut cui plus pre
ceteris (che corrisponde all'ediz. Du Méril:
Cui maior gratid), non Ut età pre ceteris ; —
q. 53, V. I : il cod. ha siricis (per sericis)
ainicta, non surcis ; — q. 53, v. 2 : il cod. ha
"-J«?.§
ìli^c^o <^3.bcv,o ..T^cr.S.f
'*-• ■-»-; -^«^«7 ^ i-^
;ptiu«n-t rtcj> copti u^atin^ *^.-réi»'^nn/i/-:
rn.-t A]ouc-r>tv ^^.^ti^jx> Ic^pcyfhy Jpc.ix > '
Contrasto dell' atiima col corpo. Redazione in prosa, del sec. XV.
Cod. Marc. It. V. 34 (f. 2^). Cfr. n.o 150.
Ecce quod de omnibus, non Ecce quae ; —
q. 59, V. 4 : il cod. ha nec oratione (come il
Du Méril), non nec prò oratione ; — q. 64, v. i :
il cod. ha correttamente premiserat, non pro-
miserat ; — q. 71, v. i : il cod. ha Post hoc
(forse per hec) tandem omnia, non anima ; —
q. 84, V. 4: il cod. ha correttamente Cuiquani
prorsus hominum, non Quiquam. Più, era forse
opportuno conservare, anche nella stampa, la
distinzione (per mezzo di iniziali più grandi),
8o
CARLO FRATI
che nel codice è sempre fatta per le quartine,
ove principia un nuovo interlocutore.
Oltre i due testi indicati, latino e volgare,
il T. ne produce poi (n.° II, III) altri due in
volgare : a) V uno in prosa, che ine. : ' Es-
sendo messer santo Bernardo una notte in
visione...', dal cod. Palai, ijy della Bibl. Na-
zionale di Firenze, scritto circa il 1375-80
(pp. 95-1 II) ; b) l'altro in 70 ottave, composto
nel 13^7 da ' un gran peccatore ' e che in-
comincia :
Fattoi- del cielo, de la terra et acque,
dal cod. Riccard. 1351, del sec. XIV (pp. 113-
140). Ora il T. ritiene che autore di quest'ul-
timo poemetto sia un frate agostiniano di
Siena, e precisamente lo stesso autore di
altri due componimenti in rima, che nello
stesso cod. fiorentino seguono al Contrasto,
e di cui il primo è una Visione in 3* rima, e
il secondo un Servetitese. Ora 1' opinione del
T. può avere rincalzo dal fatto, che anche
un cod. Marciano del sec. X\' contiene il poe-
metto in ottava rima, qui pubblicato dal T., e
la Visione in 3'^ rima. A f. 56^ del cod. Marc.
It. I. 30, leggesi infatti : Questa visione ebbe
Santo Bernardo e ridusse la in rima per amore
d' uno grande pechatore.
Fattore del celo, della lena e aque,
Lo qual gouerni e tieni com tua potenzia
Poy riìncoprasti noi quando ti piaque.
Però ti prego che la tua clemenzia
Col tuo bel figliuolo che nel mondo naque,
Aiuti me si pieno di negligentia,
Ch ' io possa dire la grande questione,
Che II' anima fa col corpo per ragione.
Il cod. Marc, all' infuori dell' ipermetria
di alcuni versi e di lievi varianti, concorda
col cod. Riccard., ed il poemetto vi conta
pure 70 ott., e fin. (f. 64L) :
E poj vi raconiando et pecatore
Di costui ched à qui detto e questo scrisse,
Che prechiate per lui et Saluatore
Che a llui dica come a\l'\ ladron disse.
E poi vi prego sanza fa\r'\ romore,
Tornate a casa colle menti fisse
In quel che salva noi che siamo in uia.
Yhesu ui salili, figliuol di Maria.
Deo gr alias. Amen.
Finito la uisione di Sam Bernardo la quale
vide comtrastare l'anima col corpo e doue fu
menata.
Poco più oltre (ff. [i3b-ii5b), il cod. Marc,
contiene pure la Visione in terza rima, colla
rubrica, affatto simile a quella del cod. fio-
rentino : Qui contenda certe reprehension et amai-
stramenti, li quali la uer^ene Maria disse in ui-
sione a uno chierego dissoluto zouene, el quale
iera molto so denoto, siatido iti la cita de 'Reso
infermo a fine de morte, ecc. Incomincia :
Carissimo fradelo, io son la madre
Che del summo ualore ò partorido,
L'ergine pura, q uè lui eh' è mio padre ^ ecc.
Il cod. Marc, trovasi descritto nel I voi. del
Catalogo dei codd. 31arciani italiani. Modena,
1909, pp. 128-32.
151. Tocco (Felice), La quistione della
Povertà nel secolo A'/r", secondo nuovi
documenti. — Napoli, Fr. Perrella,
19 io; pp. XI-311, in-8". ('Nuova Bi-
blioteca di Letteratura, Storia ed Arte',
diretta da Fr. Torraca).
Buona parte del volume (pp. 1-173) è oc-
cupata dalla ristampa, riordinata e riveduta,
della memoria Un codice della Marciana di
Venezia sulla quistione della Povertà, che vide
la luce, parecchi anni or sono, neW Ateneo
Veneto (ser. X, voi. (11 1886), pp. 39-70; ser.
XI, voi. I (1S87), pp. 87-126 e 163-203), ma
che rimase quasi sconosciuta a molti dotti,
specialmente stranieri. Il cod. Marciano ac-
cennato nel titolo, è il Lai. Z. 142 (non J12,
come si leggeva nella stampa à^W Ateneo Ve-
neto), del sec. XV, già appartenuto al card.
Bessarione, di cui reca in principio lo stemma,
e descritto dal Valentinelli (II, 356-60). Il
curioso testo, pubblicato e dottamente illu-
strato dal T., si riferisce alla nota polemica
sorta, prima fra Domenicani e Francescani da
una parte e il clero secolare dall'altra, poi
tra l'uno e l'altro dei due ordini religiosi,
sulla questione della povertà ; e consiste nei
responsi de' più eminenti cardinali, vescovi e
teologi, ai quali si rivolse papa Giovanni XXII
prima di dichiarare, colla decretale Cuin inter
nonnullos (1323), eretica la proposizione affer-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
mata nel Capitolo generale de' Francescani,
che Cristo e gli apostoli non possedettero
nulla, né in proprio, né in comune. Esso ci
è conservato da due codici : il l^ai. lat. 3740,
già citato ed usufruito in parte dal Raynaldo
negli Annales Ecclesiastici; e il Marciano, co-
pia del Vaticano, quasi d' un secolo più an-
tico. Il testo consta di cinque parti : nelle
prime due sono riportati gli opuscoli favore-
voli alle opinioni francescane ; nelle ultime tre,
i contrari. Autori degli opuscoli e delle ri-
sposte del primo gruppo sono: il card. Vitale
du Four, vescovo di Albano, il card. Ber-
trando della Torre, Arnaldo Royard,
arcivescovo di Salerno, fr. Anfredo o Gau-
fredo(Goutheri) di Barcellona, i vescovi
di Gaffa (fra Girolamo), di Lisbona (fr. Ste-
fano, confessore del re di Portogallo), di Riga
in Livonia (fr. Federico) e di Bajadoz (fr.
Simone). — Autori delle scritture del secondo
gruppo : il card. Gaucelino (Gaucelm de
Jean), il card. Pietro de Prato o de
Pratis del titolo di S. Pudenziana, il card.
Pietro le Tessier, il card. Simone de
Archiaco, detto anche ' card. Viennese ', il
card. Bertrando de Montfavez, il card.
Raimondo Ruffi o de Ruffo, il card. Be-
rengario Freddi, il card. Pietro de Ar-
reblay, il card. Niccolò Fran ville , il card.
Pietro Colonna, il card. Napoleone Or-
sini, il card. Arnaldo di Pelagrua, il
card. Gio. Gaetano Orsini e il card. Jacopo
Gaetano degli Stefaneschi. Le risposte,
secondo il T., non sono tutte contemporanee,
ma furono per la maggior parte composte tra
il 1321 e il 1323.
152. PONCELET (Albert), Le Légendier
de Pierre Calo ; in Analecta Bolla^i-
diana, voi XXIX (Bruxelles, igio),
fase. 1-2, pp. 5-1 16.
Fra i Leggendari, o raccolta ^\ Legettdae
de tempore et de sanctis, di cui è ricca la let-
teratura agiografica latina del m. e., uno dei
più copiosi, dei men noti, e tuttora inedito,
è quello di Pietro Calò, domenicano di
Ch loggia, di cui rinfrescò, parecchi anni
sono, la memoria il compianto prof. Mon-
ticelo in appendice al suo studio su V Appa-
ritio Sancii Marci (i), ma di cui si hanno
scarse notizie. Soltanto è certo eh' egli com-
pose la sua opera fra il quarto e il quinto de-
cennio del sec, XIV ; che solo una piccola
parte dell' opera sua fu utilizzata nel sec. XVII
dai compilatori degli Ada Sanctoriun ; e che
egli mori 1' 11 dicembre 1348, come è atte-
stato dal Necrologio del monastero di S. Do-
menico in Cividale. — Il dotto bollandista,
autore della presente memoria, dopo aver
passato in rassegna i predecessori dell' agio-
grafo clodiense, Bartolomeo da Trento
(pp. 14-19), Vincenzo di Beauvais e i suoi
abbreviatori (pp. 19-24), Jacopo da Vora-
gine e i suoi ricompilatori (pp. 24-26), Ber-
nardo Guy (pp. 26-28), Guido di Chà-
tres, abbate di St. Denis (pp. 28-30), ecc.,
intraprende lo studio speciale sul Calò e sul-
l'opera sua, intitolata Legetidae de tempore
et de sanctis, della quale non si conoscono at-
tualmente che tre manoscritti, di cui il più
completo ed autorevole (sebbene non sempre
corretto) è il Marc. Lat. IX. 15-20, composto
di ben 6 voli., membr., in-fol., di bella let-
tera semigotica del sec. XIV, tutta di una
stessa mano, e di perfetta conservazione. Il
P. ha avuto 1' abnegazione di dare la tavola
di tutte le 862 leggende di Santi che i sei
enormi in-folio contengono, indicando per
ognuna V incipit e V explicit, ed il luogo pre-
ciso in cui si trovano nel ms. Marciano, e
negli altri due codici conosciuti, Barberiniano
e di York ; ed ha fatto certo opera utilissima,
a completare sempre più l'ottima Bibliotheca
hagiograpìiica latina, edita a cura degli stessi
benemeriti Bollandisti, tanto più che non ha
mancato di soggiungere in fine (pp. 109-116)
un Indice alfabetico dei Santi compresi nel-
1' opera del domenicano di Chioggia.
153. L[evi] (E[zio]), Ancora di ' Un ri-
matore piacenthio anoìiimo del Quattro-
cento '/ in Bollettino storico Piacentino,
a. IV (1909), pp. 89-90.
Il dott. L. corregge da sé l'errore di stampa
e di lettura, già da noi rilevato \_Boll., n. 95]
(i) MoNTicoLO (G.), Breve notizia intorno ai niss.
delle ' Legendae de tempore et de Sanctis ' di fr. Pietro
Calò da Chioggia ; in N. Ardi. Veneto, voi. IX (1S95),
pp. 132-36.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2»
82
CARLO FRATI
a proposito delle rime di un anonimo piacen-
tino contenute nel cod. JMarc. It. IX. 142,
da lui pubblicate. L' esatta lezione dell' ex-
libris era del resto già stata data dal Yalen-
TiNELLi, qui cit. dal Levi ; e dell' antico pos-
sessore del cod., Marco da Pieve di
"Wr
m Ine-
»
npir
nrcncc-ftìbfi-f
_, ^«dmdrtrire
^ Tfolcncs e finn i I jiirrc-ilUirmum
CTrarlrr.r.i:.ij^!b^m.-iinmx-òfcr
«•r.jciurcnnnjtcqbjircjocfi-uir
la ns Ict^bims-ic' tn pnn otr ttmt:».
plcniuf- (xmcir rtpimflip fic il;lnj
m 6.\ fknrr IVcf.i 1: ofiutì «■ br Wi \>"
(vniipfixn'rrncJ7rniln:rni':5.!b;f
uUTi&Xccmmdf- |»fplc«r:n l'up
flmaK-Htx'^irr.urcrnx'nicquial:
OSTOcno: trncjrcjutfbinii.nn'nTu
. fulinn c.Tn'p rrm prtt;ciirrlif'tr
ajmrcmdi (clrpnib.-.irtii.ipotn'
W cpjc p nn cr. f ó et fa^ pnc & f'm ji
«: pjHCÉi<;raasr>id?:im«riint'ùf,
biiniz i U ira." tic co* pc»Rii rrprrc. .1 Ui
Jp i fic CUI! jT'Tui.qiic^rnci-pjfru-'
ntr.i' cbit nò p^ni! tTìUfùc-Opiie'
1 • ilh:oJpluTf(m~'7ot5Tncirupic"iP
ftibiaff- rcumni T ninao itni<c
wnn quo nirtMtmtx» j ifor n oVci
TiuTftrCi ,1Uli cÙTTorc» idi'qiico
; 1 1 r^jaopn.t'r t Ictcr
'—-. -'"fyOnic- n:nrrfiic-mtrpnr.f
I?tLn cnTiì^iTTi rrugTO*u">
li-; lucrt? T «rutliclrtj i: .ino
lic>rrtintPilh<m:t l-iri qu
• •into; tj-'ii lìncrccf- finir
•c.niu e. i-iicr rtf.i tt-ui pc:.
nu-ix-oncr- {(^tmiuaoV
-fl-iHKpir jbjoj jpnbnr
iturvor'untiirrnii.tptncvfcirri
■ cvtjr rTpTìCif (Tcvi .ilcrnuj-tìLi iilci:
p p-ifci V ito: «7 rrf: lc{nr'^rnfliy i'
iqu-ibau tinàe jpniiif|rhnt':ri:i
jnonrrfmli trrtpcTcnottiocrerin
uiriifqsJPvaìni'X-in: fqii -«h^ii-f.
p.plj.if. .irtirt tnmior::n'7 mici'.-n
'.une fr iihirrcpTir.icfiili.1 jb.i?u"c
tu PTii uIìt; .tfiun HI r-irirTufot .tplc
A pouifu"- t'm m.ijtnn ^uhdmitm
' UAr ./-Jc}jir'i-rTuf<}-l-MCiniiV.in
41 • òpuTtrafc , -■•;">-.
ictpxiTtnc.l . . ., iic
, •niuaJuro'riip vv ;7r::iin'cti;'
• •rftm>hcK.coiiar.i&^Bri5!.rcnv'
rra>jK.VTia«70H:r«riirjitr.ilip6s,
qH(;Mcrbi.trm.irtn5iq\v p'.mra_
tn (b irrcalun* tcjccjr ft rf; t;,'
TutKnie d/imm rfpnàti nin:. i ■ " '
fptmTii'Ttnptisn.i rtmf- fum'*frK>
fpf np'iitnr ocSj jt osni!."i ^rtri^'V
nrsjt.rr.iMscnJTT!! Ctiui no5T«?
ciinftS^Trpncnr'a: pC'ìrnifta m'cr
^tniou c^r irc.?p'tr' re •iir<;r!r:u'?
• re \'n <jtiif l«niar liba rMtu 7 inj
djjhrcrijptJjzciqnib; itnTitnc r
KpugTUmrìiipba IT^r ^ a^imx
8tt!Btrmhirai47f;7imjctiijn«
pmcnn«wrfl'n?kircc^:atl:r ::»•
q'CifrUnac.Cjryauiafrtir.i: . Hm,
tauajcpbr'prifPcrzc^c^ÌLmL-^ ;^
.l'jt.ctcnu cp iJiv uù; .if frp.Ti.;^sj;
, rima Panili r,t:.f cniuai-^'piiiircfi
nwjp tmcl»;jt «at.I^^ ccr. L.!n7r'
o wneìsK, {13*10?: a-jtjur Tuiic £» cthr
.Cmta'nDcrf finrciTnuiicfpluàiK
maispn.i"..O.rnr.;a:: Inorai e. 4t
lcc(tir ITrraii.C cp- rrcr.-.luncni*
ftirqimcnnci^ipnti:ci;'.mn«-VTÌ
ftiimr'!cp.iirnfii.i>mè..Tir.r.yor
ctmrlcUTUirnr ~".uri:.t".tp prcnJi
mne cqTiu"(}r fp tttrcnr. u-r..?" > v
bjbiiMnic niuir.Ti>.»ttii>roT:- -
mlirr >>?'■■ xi.-frc iVUmo;ci^
u e Ijn 1 e .'» ! rt o> fmj fia ; r^ i • •
<|^ iTqiini: al patii» fi.cnrrct;i.u]i'
cnrotiiuinr iji nsfu où rtu cifJi lù
pirpn".tttt:vili.icc;»-yrcc>..it-.'?ni
ni q~irpri: ri[ua«^.t .itfpai.ip.c'ì j
ir r rrirvr q-icf «riij tm a ixTr.. 7 nm
(cqf'oOTn rpnòiló d; ftiituc .1 tf' 'e
mii.ifl(T* liùibvTmic inci).r qu^- n
(i«nib.icinricnit3Tr<:.ipTic(ff)ro ,
piti -. pr.r..tMicn;:ct.Myi7UT:C'
• mTi>mrj <TC(Tmrilc«Trijctni.iiT.'
plnuf.Tri!.-cirj VriT.irtraciarcpr
■nMi.ifrin.-oi.iCmfrcuuaoirtJio
cir.o'i*:c7'-T.'r'i-rcl?.inr'irbit'<Tj'i!
■ r— --•■.-fftj:
lUfir.T • >TJIPV
pjrLiI; i, ,. ^:.- . ■•■fbftif
«•»»•»■.
PiKTRO Calò da Chioggia, Legetidae de Sanctis, voi. L
Cod. Marc. Lat. IX. 15 (f. i^). Cfr. n.o 152.
Sacco, del q. Giovanni, darà notizie il eh.
dott. Luigi Suttina.
154. NOVATI (Francesco), Per la storia
della Paremiograjìa Italiana 7ie' se-
coli XV e XVI: IL / proverbi del
Farina : in // Libro e la Stampa, a.
IV (19 io), fase. 2, pp. 61-65.
I Proverbi del Farina, composti di 35 di-
stici di endecasillabi a rima baciata, pre-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
83
ceduti da un preamboletto di 6 settenari, in in una stampa veneta, s. a., dietro il Bugtar-
cui il componimento è malamente qualificato dello, opera piacevole da dar spasso, ecc.
per ' frottola ', videro la luce sin dal sec. X\T (Mise. Marc. 1945- 35) / m- "ella loro reda-
Erbario anonimo, del sec. XV, con aggiunte posteriori.
Cod. Marc. Lat. VI. 250 (f. 25^). Cfr. n." 155.
zione veneta genuina (che nella stampa le 1 mani del sec. XV, ma che, nella parte che
forme dialettali furono in gran parte italiani. contiene i />.....3.- (ff. 39^40^), piovete esse
zate) ci sono conservati da un solo codice, il scritto circa il 1482, epoca m cm fu e empia o
Mare. IL IX. 38. già Farsetti, scritto da più il Libro de' Polido e Lronora, trascritto nello
84
CARLO FRATI
stesso codice dalla stessa mano (fF. 25'"^- 39^).
Il preambolo ine. :
Brigata, se V ne piaze ;
e la serie proverbiale :
Dicho che hogìii tropo noze.
Chi nonti à focho mal si choze.
155. De Toni (Ettore), Un codice-erba-
rio ano7iimo. — Roma, tip. della Pace
di F. Cuggiani, 1904; pp. 44, in-4°,
e. Il tavv. (estr. d. Memorie d. Poti-
ti/. Accad. Romana dei Nuovi Lincei,
voi. XXII).
Accanto agli Erbari maggiori posseduti
dalla Marciana, quelli di B. Rinio (sec. XV)
e di P. A. IMichiel (sec. XVI), che l'a. ha
fatto oggetto di studi sinora solo in parte pub-
blicati [cfr. Boll., n. 122-123], egli ha preso
in esame anche i minori e gli anonimi, fra i
quali è quello del cod. Marc. Lai. VI. 250,
oggetto della presente memoria. È un cod.
cartaceo, mancante di frontispizio, e quindi
anche del nome dell'autore e dell'epoca in
cui potè esser composto. Questa può rilevarsi
solo induttivamente e approssimativamente
dalla scrittura più antica, che è del sec. XV ;
ma diverse mani seguono alla più antica, o
dello stesso secolo, o dei successivi. I nomi
delle piante sono ora in italiano, ora in la-
tino ; e taluni nomi « più o meno corrotti
ci danno un lume, per quanto vago, pel luogo
natale dell' ignoto semplicista, perché certe
desinenze ed altre particolarità accusano il dia-
letto friulano» (pp. 2-3). Il luogo di pro-
venienza della pianta è ricordato solo due
volte, e in entrambe si tratta di Monte
Baldo, nel veronese, ben noto sin da quei
tempi nel veneto per la sua flora.
Sgraziatamente il cod. è malconcio, per lo
strappo di alcune carte, per abrasioni, e per
gravi mutilazioni sofferte ne' margini (ove si
trovavano annotazioni importanti) a causa di
una barbara raffilatura del volume ; ma 1' a.
ci offre egualmente una illustrazione compiuta
della parte rimastaci, che interessa la bota-
nica storica, distinguendo con diversi carat-
teri la scrittura più antica e quelle posteriori,
che sono, secondo il DT., non meno di dieci.
In fine trovansi V Indice alfabetico delle piante
(pp. 41-44), e due fac-simili delle figure bota-
niche del codice.
156. De Toni (Ettore), Un codice-erbario
medico del sec. XV. — Roma, 1909 ;
pp. 6, in-4'' (estr. d. Atti d. Ponti/.
Accademia Romana d. Nuovi Lincei,
a. LXIII, sessione I del 19 dicem-
bre 1909),
Si tratta di un breve Libro delle virtù delle
erbe, in volgare, del quattrocento, contenuto
nel cod. Marc. li. Z. 7S (descritto nel I voi.
del Catalogo d. codd. Marc. Ital., pp. 94-95,
qui non citato), e riguardante le virtù medi-
cinali di 19 piante, delle quali 12 poste sotto
i segni dello zodiaco (e che quindi si do-
vevano raccogliere quando il sole si trovava
in quel determinato segno) ; e 7 sotto i pia-
neti. Il testo ine. : « Salbia si è la prima
erba deli 12 segni del ciello.... » ; e per ciò
che riguarda le piante sottoposte ai pianeti,
la fonte medievale deve ricercarsi in un apo-
crifo Tractatus de septem herbis sectindum sep-
tem planetas, attribuito ad Alessandro
Magno (i). H' a. identifica botanicamente le
19 piante, e dimostra che né quelle sottopo-
ste ai segni dello zodiaco, né quelle sottopo-
ste ai pianeti, s'accordano colle piante indi-
cate in altri codici : e precisamente nel « co-
dice erbario medievale », posseduto dal cav.
Michelangelo Guggenheim e descritto
dal DT. negli Atti del R. Istituto Veneto
(a. 1897-98; ser. 7», voi. IX, pp. 1235-1271,
con IV tavv.); né nel bellissimo Liber de
simplicibus di Benedetto Rinio (cod. Marc.
Lai. Ì'I. 59, non ./p, come qui scrive l'a.),
tanto celebrato dal Collenuccio e dal Ruskin,
del quale il DT. ha fatto un' illustrazione,
tuttora inedita. Ai presunti influssi dei segni
dello zodiaco e dei pianeti sulle piante, ed
alle facoltà medicinali di queste, si riferiscono
alcune curiose rappresentanze figurate, che ador-
(i) Il Sathas, Monumenta histor. Hellenicae, voi. VII
(1888), pp. LXIII-LXVII, pubblicò: Tractatus de septem
herbis et de septem eorum praelibatis attributis, il quale
però non sembra avere rapporti diretti col testo volgare
del cod. Marciano.
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
85
nano il cod. Guggenheim sopra accennato,
come può vedersi dai fac-sitnill ofiertine dal
De Toni (loc. cit.).
157. Kretschmer (Konrad), Die Ita-
lienische Portolane des Mittelalters. Ein
Beitrag zw Geschichte der Karlogra-
phie und Naiitik. — Berlin, E. S.
Mittler, 1909; pp. Vlll-688, in-8" gr.,
e. I carta. (In: ' Veròffentlichungen
des Instituts fiir Meereskunde u. des
1
iii^ "n^*
\ . : _ _ _- :r>
t»cf-^^ct:^^ ctr ^fra<nTio et-plM\ v>cco VT<rr-Ap>iacret: tvo
Tncnie -jiC^,? ilo v^^l^o ef «iVTniRvv»*. «rCKPc.Gi-aeft-
accipir rdrii^yT^ Posta Tinare tti^IÌ^av ^<?f rì^«^y^(><,
V»iicnnV«^ alld^i^ Ti^xcg^ entro Ftrt^<^^<2i=iifi-a
acre jl» an^/»t- Aì> aTlcpcit»tn;i ■x\7iix<s^zi p p<yt^<?te
l»olt ere etnie ì rmo52/ir<m "^c |>^0i 72?2 r;XSn3-C
«t.'
Frammento di Portolano, del sec. XV.
Cod. Marc. It. XI. 87 (f. t). Cfr. n.» 157.
Geograph. Instituts an der Univ.
Berlin ', hrsg. v. A. Penck, Heft
13).
In questo importante lavoro sulla carto-
grafia medievale italiana sono registrati, ana-
lizzati, e in parte anche pubblicati i segg. Por-
tolani della Marciana: i) cod. Marc. It. VI.
2J3 (Nicolaiis de Combitis, sec. XIV): p. 125,
n. 20 • 2) It. VI. 212 (Jacobus de Giroldis,
1426): pp. 127-28, n. 26; 3) ^f- Z. 76 (An-.
drea Bianco, 1436) : pp. 130-31. "• 33 ; 4) J^-
IV. 9. (Anon., sec XV) : pp. 132-33- "• 35 ;
5) //. XI. 87 (Framm.) : pp. 199-201, n. 2.
86
CARLO FRATI
L' intero testo è pubbl. a pp. 235-37, n. 2; 6)
It. IV. 170 (Pietro de' Versi) : pp. 204-06, n. 4.
L'intero testo è pubbL a pp. 246-67 ; 7) Inc.
V. 706 [non //. IX. 4/] {^Rizo, 1490) : pp. 220-
22, n. 8. L' intero testo è pubbl. a pp. 420-
552 ; 8) //. IV. 2 (Ant. Millo, « Isolario »,
1590) : p. 230, n. 8.
Dalla indicazione del Kretschmer (p. 220) :
« CI. IX, Cod. 4 », parrebbe che il ' Portolan
Rizo ' [volgarmente noto coli' attribuzione al
Cadamosto] fosse tratto da un codice, men-
tre è riprodotto dall' incunabulo rarissimo :
« Impresso cum diligentia in la citade de
Uenexia per Bernardino Rizo da no-
uaria stampador 1490 adi 6 nouembrio», del
quale non si conoscono che tre esemplari,
compreso il Marciano [/;/r. l'. 7o6\. Da una
brevissima collazione del principio della ri-
stampa del Kr. (pp. 420-552) coli' incunabulo,
sembrano essere incorsi alcuni errori o inesat-
tezze. Cosi a p. 420, Un. sest' ultima, ultima
parola, deve leggersi coli' incunabulo « cadex »
\== Cadice], e non « cader », come ha il Kr.
Lo stesso errore si ripete poche linee più
innanzi (p. 421, lin. 2). Ibid., lin. 20, 1' incun.
ha : « E cosi è in lo trauerso de le ixole
de fora », e non: « E cosi in lo trav. »
Ibid., lin. 31, r incun. ha correttamente : « per
tuli i luoghi e porti de rocha toua », e non :
« per tutti i fuoghi ». P. 422, lin. 9, l' incun. ha:
« e danflor fina a drepa », e non : « fina a
diepa ». La stessa osservazione vale anche per
la lin. seg., ecc. — Quanto al Frammento
di Portolano contenuto nel cod. miscellaneo
Marc. It. XI. 87, proveniente dal Consiglio
dei Dieci, di cui il Kr. dà una descrizione a
pp. 199-201, e pubblica il testo a pp. 235-37,
conviene anzitutto correggere un grossolano
errore del Kr., che attribuisce il frammento al
sec. XIII (p. 200), mentre esso è indubbia-
mente del XV, come dimostra W facsimile qui
pubblicato. Nella lin. 4* (del testo pubbl. a
p. 235) deve leggersi « et plui [=//«] poco »,
anziché « pliu poco », Cfr. anche più innanzi,
p. 236, lin. 20. P. 235, lin. 5*, convien leg-
gere : « Cui se' [l'erbo'] ad acre » [come poco
più sopra il cod. ha : « Cui est a cauo S. an-
drea »], anziché « Cuise ad acre ». P. 236,
lin. 28^, ove il Kr. legge « uer ponente tra-
montana », deve leggersi soltanto « uer tra-
montana », perché ponente è chiaramente
espunto. P. 237, lin. i^, è saltata una riga
del cod., che legge : « Sasne con lo cauo delo
leoka se uarda dentro austro et afracin et
poco uer austro .". fanu con lo leoka se uarda
per afracin poco uer ponente » : mentre il
Kr. stampa : « Sasne con lo cauo delo leoka
se uarda dentro austro et afracin poco uer po-
nente ». — Più frequenti, se non più gravi,
sono le inesattezze nella stampa del Portolano
di Pietro de' Versi (pp. 246-67), tratto dal
cod. Marc. It. lì'. 170 (ff. 40^-67»). Subito
nella i^ lin. convien leggere : « Questo sera
l'amaistramento », anziché : « Q. sarà la mai-
stramento ». Ibid., lin. 2^, e 19=^ ; p. 247,
lin. i^, 6*, 13*, ecc. : « zoé », e non «cioè ».
P. 246, lin. 2* : « S. Zorzi », anziché : «S. Gorzi ».
P. 246, lin. 3* e 15"» : « sera ai do \^= due]
chaxoni » e « sia dentro de i do chaxoni »,
anziché : « sera aido cha.xoni » e « sia dentro
de ido chaxoni », Cfr. anche p. 247, lin. i*,
7^, 13^, 17*, ecc. E analogamente a p. 247,
lin. 22^, convien leggere : « dentro di do àl-
bori », anziché : «dentro dido albori». P. 247,
lin. 12^, il Kr. legge, senza senso : « Perpassa
cioè (!) San Nicholo de lido » [anche il punto
esclamativo è del Kr.], mentre il cod. ha cor-
rettamente : « Per passa 3 San Nichelò de
lido». P. 247, lin. 16'^, il Kr. ha : « e sei vorà
quando sarà al tocho », omettendo la parola
sauer, che nel cod. trovasi chiaramente dopo
vorà (z'orà saver), e che è indispensabile al
senso. P. 247. lin. 29*, il Kr. ha la strana
forma: « una barcha diver la longeza dona
gallia », mentre il cod. si lascia leggere nor-
malmente: « de la longeza d' ona gal-
lia », ecc.
Il Kr. si occupa altresì del Mappamondo
di fra Mauro, che ora purtroppo non fa più
parte della Marciana (p. 140, n.** 51), e di un
Portolano di Grazioso Ben incasa del 1471,
che conservasi a S. Michele di Murano
(p. 144, n.o 65).
158. Behrmann (Walter), Ueber die
niederdeidschen Seebìlcher des funfzehnten
u. sechzehnteìi Jahrhunderts. Inaugu-
rai -Dissertation zur Erlangnng der
Doktorwurde (Univ. zu Gottingen).
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
87
— Hamburg, L, Friederichsen & Co.*^,
igo6; pp. VI, III, e. IV carte (estr.,
d. Mitteilungen d. Geogr. Gesellschaft
in Hamburg, Band XXI).
L' autore della presente tesi dottorale, con-
sacrata ai Portolani della Germania meridio-
nale dei sec. XV e XVI, ha occasione di
occuparsi anche di alcuni testi prettamente
italiani, dei quali ci riguardano direttamente
il Portolano di Pietro de Versi (1444) [cod.
Marc. It. IV. iyó\ (pp. 23-27), pubblicato poi
per intero dal Kretschemr nell'opera più
sopra ricordata [cfr. Boll., n.'^ 157] ; e il Por-
tolano cosi detto del Cadamosto (1490), pure
ricordato nell'art, precedente (pp. 33-40), e che
fu più tardi per intero riprodotto dal Kret-
schmer. Scopo dei raffronti che il B. istituisce,
da una parte, fra il Seebiich germanico e i testi
francesi, e dall'altra, fra lo stesso Seebiich e
i due testi italiani sopra ricordati, è quello di
controllare se sia accettabile l'opinione di Teo-
baldo Fischer, che la fonte del Seebuch sia da
riconoscere in un testo italiano. Il B. esclude
questa ipolesi dell' illustre cartografo, e per
timore che il risultato delle proprie indagini
possa sfuggire al lettore, stampa le conchiu-
sioni proprie in carattere grassetto : « Die
Quelle ist keine italienische gewesen » (p. 41).
Ammette però una più stretta affinità tra il
Seebuch ed i testi italiani, e specialmente il
Cadamosto, che non tra il Seebuch ed i testi
francesi.
159, Rossi (Vittorio), Fra i compagni
Sempiterni. Briccica storica piibbl. \J)el
giubileo universitario del prof . E. Teza\
— Padova, G. B. Randi, 1910; pp. 14,
in ló".
La compagnia dei ' Sempiterni ' a \'enezia
fu una delle cosidette ' compagnie della Calza ',
delle quali si è occupato recentemente e lar-
gamente il dott. L. Venturi, ed ebbe vita
brevissima, tra il marzo 154 1 e il carnevale '42.
Il R. ha qui pubblicato e opportunamente illu-
strato un documento (sfuggito alle ricerche del
Venturi) relativo ai festeggiamenti dei Sempi-
terni : cioè alcuni l'ersi fati per la compagnia
dei Sempiterni su li presenti che i fece a le
donne in una sua festa, che si leggono nel cod.
Marc. Lai. XI l\ 243, fase. VI, di provenienza
Morelliana, noto per altre pubblicazioni trat-
tene da E. Lovarini e da altri. Ogni verso è
preceduto dal nome della dama, cui il dono
veniva offerto ; dall' indicazione del dono, e
dal nome del cavaliere ofl'erente. Cosi, ad es. :
Lugrecia Contarini : uno Amor, per Zorzi
[Corner :
Non mie, ma vostre le saete et l' arco.
La poesia, probabilmente, non è completa,
ma ha il pregio di aggiungere qualche nome al-
l' elenco dei Sempiterni, compilato dal Venturi.
160. PlLOT (Antonio), Le canzoni di Ce-
lio Magno (1^^6-1602) in relazione colla
lirica veneta del tempo ; in Ateneo Ve-
neto, a. XXXII (1909), II, pp. 1 17-155
e 267-308 ; ed estr." di pp. 82, in 8".
Di Celio Magno • — « che tra i gravi pen-
sieri del carico di valorosissimo e mentissimo
Secretarlo di questo Stato, ed altre sue nobili
e degne qualità, scopre anco in questa glo-
riosa virtù \^poetica'\ la felicità del suo vivacis-
simo ingegno mirabilmente », come è detto
di lui in un libro veneziano dell' estremo '500 (i),
analizzato altrove dallo stesso prof. Pilot —
questi si era già occupato in più altre sue pub-
blicazioni [cfr. Boll., n.^ 49, 66, 70]. Con que-
sta, che ci sembra migliore delle precedenti,
egli si propone di offerire uno studio letterario
sulle sue canzoni, in confronto colla produzione
poetica veneta contemporanea, prendendo a
scorta 1' ediz. delle sue poesie fatta in Vene-
zia nel 1600, ed esaminando le canzoni singo-
larmente, neir ordine stesso che hanno nella
stampa. Talvolta egli ha occasione di ricor-
dare o pubblicare scritti, in verso od in prosa,
del Magno od a lui diretti, esistenti in codd.
Marciani ; ed a tale riguardo è deplorevole
che le segnature de' codd. sieno spesso errate,
e manchino quasi sempre dell' indicazione della
carta a cui si trova il testo allegato. Cosi dal
(\\ Il Merito delle Donne di Moderata Fonte o Mo-
desta Pozzo: cfr. Vii-OT {X.), Sette gentildonne l'eneziang
a conciliabolo, ecc. Venezia, 1910, p. 27.
88
CARLO FRATI
cod. Marc. It. IX. i^g (f. 2ib) è pubblicato
(pp. 50-51) un son. inedito del Magno :
Quante, pria che da te faccia partita.
Dal Marc. It. IX. 166 sono pubbl. 3 son.,
pure inediti, del M., che nel cod. si leggono
rispettivamente a ff. 49I), 64I), 81'' :
i) Pur volgo i passi e n' è ben tempo hoìnai
(pp. 47-48) ;
2) O per sangue e miserie a me congiunta
(p. 51) ;
3) Se pur d' alto saper lingua non mente
(P. 50) ;
sonetto quest' ultimo che il P. indica erronea-
mente come tratto dal cod. //. IX. 159. — Il
cod, //. IX. iji è ricordato giustamente, per
una scrittura in prosa, anepigrafa, del M.,
« dalla quale, se pur ne fosse bisogno si può
chiaramente rilevare il grado della sua cultura
letteraria e in modo speciale la sua compe-
tenza in fatto di versi d' Orazio » (pp. 3-4 ;
cfr. nel cod., ft". 161-164), e per una scrittura,
pure inedita, intitolata Prefatione sopra il
Petrarca (p, 37 ; cfr. nel cod., If. 154-159) ;
ma a torto per una lettera di Ottavio Me-
nini al Magno (S. Vido, 20 genn. 1599) e per
le osservazioni del M enini stesso a due can-
zoni del M., r una per la battaglia di Le-
panto, l'altra in morte di Elena Mazza,
madre di Orsatto Giustinian (pp. 12 ;/. 2, 22
n. I, 29 n.) : scritture che leggonsi, non nel
cod. It. IX. 171, cit. dal M., ma nell' It. IX. i-/2
(ff. 21^ e 27''^-34*). In quest' ultimo cod. tro-
vansi pure : a) un Sonetto copiato per essere
l' originale quasi smarrito d' inchiostro, d' In-
certo, al M., riguardante una canz. di que-
st'ultimo in morte del Venier (f. 97^), di cui
il P. pubblica (p. 53 n.) la 2^ quartina e qualche
altro verso ; b) due lettere al M., 1' una del
Menini (9 die. 1597), l'altra di Battista Gua-
rini (20 die. 1597 [non /jp/, come stampa il
P.]), che il P. (p. 58 n.) ricorda (cfr. cod., ff.
22^, 9^); f) un son. dello Strozzi - Cicogna
relativo a Roma (f. 79^^), di cui il P. pubblica
le 2 terzine (p. 58 n.) ; d) una lettera del
Menini al M. (f. 23*^) sulla sua canzone Deus
(2 ag. 1596), che il P. pure ricorda (p. 67 ;/. 2).
161. PlLOT (Antonio), Le « Miserie d' I-
talia » in alcune ottave di Lauro Badoer.
— Roma, tip. editrice Romana, 19 io ;
pp. 19, in 16°. (estr." dal FanfuUa d.
Domenica, a. XXXII, n." 28).
Il P. Lauro Badoer, ' crucifero ', è autore
di un volumetto di Rime spirituali, che fu stam-
pato a Bologna, senza data, nel sec. XVI ; di
una canzone in lode di Sisto V, pubblicata
a Roma nel 1589 ; di una traduzione in versi
italiani dei Sette Salmi Penitenziali, edita a
Mantova nel 1594 ; e di alcune buone ottave
Sopra le miserie d' Italia, che il P. qui ri-
stampa (pp. 15-19). L'opuscolo del P. ci ri-
guarda però soltanto perché a pp. 4-5 vi sono
pubblicate alcune notizie biografiche sul Ba-
doer, tratte dal toni. I del Campidoglio Ve-
neto del Cappella ri (cod. Marc. It. ]"II. 15,
fam. ' Badoer ', sotto 1' a. 1590).
162. Revelli (Paolo), Una relazione sul-
VAbissinia del 1578 ; in Bollettino della
Società Geografica Italiana, ser. 4®,
voi. XI (1910), pp. 607-24.
La Relazione suU'Abissinia, di cui si occupa
qui il R., ha il seguente titolo nel cod. Am-
bros. R. mi, miscellaneo di più scritture del
sec. XVL proveniente da Gio. Vinc. Pi-
nelli : Relazione dell'Africa, suoi dominii,
proprietà e costumi, dettata da G iovanni
Abissino e scritta da Piero Jhtodo nel
iSjS. Ora il R. dimostra che ' Giovanni
Abissino ', autore originario della Relazione
contenuta nel cod. Ambros., deve identificarsi
con 'Juan de Baltasar', informatore di
Luis de Urreta per la sua Historia eclesia-
stica, politica, naturai.... de la Etiopia (Va-
lencia, 1610-11, in 4°), e con ' Don Baldas-
sarre Abissino ', che figura come autore
di una Relazione consimile contenuta in due
codd. Marciani : nel JÌIarc. It. /V. jj2, del
sec. XVn, ove ha il seguente titolo: Relatione
del Grafi Regno de gli Abissini, overo d'Ethio-
pia, fatta da Don Ba Idassare Abissino,
Caualiere dell'Ordine di Sant'Antonio a requi-
sitione del Reu.™" 3Ionsignore Migliore, Ve-
scouo di S. Marco, et Comendatore Generale
dell' Ordine di S. Spirito di Roma ; — e nel
iMarc. It. VII. 2027, del sec. XVIIL Nei due
codd. Marciani non figura il nome di Pietro
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
Duodo, nel quale il R. è indotto a ricono-
scere quel Pietro Duodo, figlio di Francesco,
di cui si hanno Relazioni al Senato del 1592;
che fu alla fine del sec. XVI Riformatore dello
Studio di Padova, e, nel 1605, uno dei quattro
Ambasciatori della Serenissima a papa Paolo V ;
ed il R. ritiene che, mentre la redazione am-
brosiana, recante il nome del Duodo, risale al
1578, quella dei due codd. Marciani non possa
essere anteriore al 1586, e forse al 1597 : le
due redazioni, ambrosiana e marciana, stareb-
bero quindi a rappresentare (scrive il R.) « ri-
spettivamente, in ordine di tempo, la prima e
r ultima forma che nelle redazioni italiane ebbe
ad assumere la fantastica relazione suU'Abis-
sinia di quel curioso avventuriero del Fatigar
[cioè di 'Giovanni Baldassarre' o 'Bal-
dassarre Abissino '], che, recatosi verso la
fine del sec. XYI nella Spagna, contribuiva
direttamente a rendere sempre più sospetto
agli intenditori il senso critico del domenicano
spagnuolo Luis de Urreta » (p. 609). Il R.
riconosce poi alla redazione più antica (1578),
sebbene anch'essa in gran parte favolosa, un
interesse maggiore pel suo contenuto geogra-
fico, che egli mette in rilievo.
L' a. ha inoltre occasione di accennare a
p. 608 «. I e 2 ai codd. iVarc. It. VII. 336 e
Sjg, contenenti una Relazione sulla Polonia di
Pietro Duodo (1592) ; ed al Marc. lai. X.
6g, contenente in fine una soscrizione autografa
e datata dello stesso Duodo (1608).
163. Bernardy (Amy A.), Venezia e
il Turco nella seconda metà del sec. XVII,
con docianeìiti inediti e con prefazione di
P. ViLLARi. — Firenze, G. Civelli,
1902; pp. VI-143, in 8" fig.
Questo saggio di una giovane scrittrice stra-
niera su un punto importante della storia di
Venezia e d' Italia nel seicento, non può dirsi
condotto con rigoroso metodo storico. Tutta-
volta I' importanza del tema prescelto, l'abbon-
danza dei materiali inediti di cui l'autrice si è
valsa, la forma vivace e piacevole dell'esposi-
zione, e le garbate parole onde un nome caro
all' Italia, Pasquale Villari, presenta questo
studio alla benevolenza dei lettori italiani, ci
consigliano a tenerne conto nel nostro Bollet-
tino, tanto più che molte volte i codd. Mar-
ciani sono indicati dalla sig.na B. col solo nu-
mero d'ordine, senza quello della classe ; e
poiché mss. di storia veneta si trovano cosi
nella classe VII degli Italiani {Storia Feneta),
come nella VI {Storia civile) e nell' XI (Mi-
scellanea), cosi non riesce sempre agevole, a chi
non abbia una pratica speciale de' nostri Ca-
taloghi, rintracciare la segnatura esatta dei mss.
adoperati. Anche per questa ragione ci sembra
quindi opportuno dar qui l'elenco generale dei
codd. Marciani consultati dalla B., completando
le segnature di quelli che sono citati imper-
fettamente e seguendo l'ordine numerico delle
segnature : cod. Alare. II. VI. 5/ (p. 73 n.) ;
//, FI. isj (p. 9 n. 2) ; //. VI. 143 (p. 9 n. 2) ;
//. VI. 190 (p. 70 n. i) ; //. VI. igi (p. 70
;/. i); //. VII. IDI (p. 9 ;/. 2); //. VII 171
(p. 84 n. 2); //. VII. 172 (p. 84 n. 2); II. VII.
200 (p. IO n. 2); //. VII. 211 (pp. 15 n. I,
30 n. 2, 61 n. 2, 4, 5); //. VII. 214 (p. 9 ;/. 2);
II. r//. 336 (p. 70 n. i); //. VII. 381 (p. loi
;/. i); //. MI. 386 (p. 34 ;/. 2); //. ìli. 392
(p. loi n. i); //. VII. 399 (p. loi n. i); //.
/'//. 40J (p. loi ;/. 2); //. VII. 32J (p. 9 n. 2);
//. VII 643 (p. 65 n. 2); //. VII. 648 (p. 9
;/. 2); It. VII. 651 (p. 77 n. I, 3); //. VII.
6j6 (pp. 60 ;/. 2, 84 n. 3, 86 «. 2, 92 n. 3, 93
«., 94 ;/. i); //. /'//. 637 (p. 43 n. 2); //.
/'//. 674 (p. 52 n. i); //. VII. 882 (p. 65 ;/. 2);
//. VII. 901 (p. 48 n. 2); 11. MI. 902 (p. loi
;/. i); //. VII. 923 (p, 19 n. 3); It. VII 975
(p. 77 ;/. 2); //. VII. 976 (p. 19 n. 3); II. VII.
1068-69 (p. 92 n. i); //. VII. 1098-1104 (p. 20
n. 4); //. VII. 1105-06 (p. 20 ;/. 4); II. VII.
1107 (p. 20 n. 4); It. VII. 1232 (p. 18 ;/. I,
2, 5); II. VII. 1261 (p. 14 n. 5); //. /'//. 1552
(pp. 46 n. 2, 107 ;/. i) ; //. VII. 1563 (p. io
;/. 2); //. MI. 1566 (pp. 9 w. 2, 54 n. 3); //.
/'//. 1569 (p. 15 n. I); II. VII. 1608 (p. 51
;/. 4); //. VII. 1617 (pp. 9 n. I, 78 «.); //.
/'//. 1623 (pp. 8 ;/., IO n. 2, 29 n., 33 n. 2,
no H. I); //. VII 1645 (p. 83 w.), //. VII.
1760 (p. 22 n. 4); //. VII. 1767 (p. 18 ;/. 4);
//. VII. 1921 (p. 20 n. 4); //. VII. 1922- 1926
(p. 20 ;/. 4); //. VII. 1998 (pp. IO n. 3, 54
n. 2, 107 n.); II. VII. 2162 (pp. 22 n. 4, 85
;/, 2); II. VII. 2187 (pp. 49 ;/. 2, 59 n. i) ; //.
XI. 23 (pp. 13 n. 2, 22 n. 3) ; II. XI. 80 (p. 30
n. 2); It. XI. 91 (p. 25 n. 4); It. XI. 206
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2"'3''
90
CARLO FRATI
(pp. 23 n. 3, 34 ;/. 3 [ove è indicato come 1
« Cod. Marc. 206, ci. XL ! »], 79 n. i, 112 «.); !
It. XI. 246 (pp. 26 ;/. I, 49 n. I, 74 n. i). —
Nella Nota bibliografica che chiude il volume
è pubblicala poi la tavola (però non completa)
delle due .l/Zi-^^Z/aw^^ Marciane a stampa n.^* 166
e 169, contenenti molte Relazioni ed altri scritti
contemporanei sulle guerre di Venezia contro
il Turco (pp. 135-138).
164. BruGI (Biagio), U)i parere di Sci-
pione Maffei intorno allo Studio di Pa-
dova sui principi del Settecento. Edizione
dal testo origiìiale, coti Intioduzione e
note : in Atti d. R. Istituto Veneto,
tom. LXIX (Venezia, 1909-10), parte
2% PP- 575-91-
Come il eh. autore ricorda, il Maffei ebbe
occasione di scrivere Pareri sull'eventuale rior-
dinamento scientifico e didattico di due Uni-
versità italiane : suU' Università di Padova nel
1713-15, e sull'Università di Torino nel 171S.
Quest' ultimo Parere fu pubblicato dal can.
GiULiARi (Verona, 1871); quello sull'Ateneo
Padovano fu anch' esso già edito due volte,
dal Labus (Milano, 1808) e dal Gamba (Ve-
nezia, 1829). Nella citata memoria del prof. Br.
esso rivede pertanto la luce per la terza volta,
ma secondo una redazione diversa dalle due
precedenti, tratta da due manoscritti dell'Ar-
chivio di Stato di Venezia, nessuno dei quali
autografo ; da un ms. ora appartenente al
R. Istituto Veneto; e dal cod. Marc. It. lì'.
^g2, miscellanea di appunti, scritture e lettere
sullo Studio di Padova, e su argomenti
idraulici, tìsici e astronomici, proveniente da
Giovanni Poleni, e che trovasi descritta nel
Catal. d. codd. Marc. Itat., voi. II, pp. 196-97-
165. Levi-Mixzi (Giacomo), Un capitolo
inedito di Gaspare Gozzi ; in Fanfulla
della Domenica, a. XXXII (19 io), n.° 8
(20 febbraio), p. 3.
Ne' codici Marciani si conservano parecchie
poesie tuttora inedite del Gozzi : di queste,
giudica il L.-M., « ve ne sono di meno che
mediocri e di quelle degne di vedere la luce
e di essere poste a paro con quelle che pas-
sano per le migliori del grande veneziano ».
Per saggio delle meritevoli di vedere la luce,
l'a. pubblica qui dal cod. Marc. Ital. XI. 121
— miscellanea messa assieme dall'ab. Gio.
Antonio Verdani (amico di A. Zeno, col
quale convisse dal 1733 al 1735), e prove-
niente dal Morelli — un capitolo inviato verso
il 1740 a Giovanni Sibiliato, impiegato ai
Dazi della Repubblica Veneta e noto per le
sue canzonette molto diffuse a quel tempo.
Incomincia (ff. 430-31) :
Al partir vostro restai semivivo.
Il capitolo in 3^ rima (e che, appunto perché
tale, avrebbe dovuto stamparsi coi versi rag-
gruppati in terzine, come stanno nel cod., e
non a guisj^di versi sciolti) appartiene alla
serie delle Rime piacevoli, « ed è simile (scrive
il L.-M.) nella forma e nel concetto a quello:
Ho una gran voglia di a»i>nazzar)ni tosto,
scritto evidentemente in epoca posteriore, e
dedicato esso pure al Sibiliato ». — Lo stesso
cod. Marciano contiene altre rime del Gozzi,
autografe, per testimonianza del bibliotecario
G. Veludo.
l65. GiOMO (Gius.) e Bratti (Ricciotti),
Codici, documenti manoscritti e fonti per
servire alla Storia della Medicina, con-
servati nclF Archivio di Stato e nel Museo
Correr di Venezia. — Venezia, tip. A.
Pellizzato, 1909; pp. 37, in 8".
Questa pubblicazione, che fa parte degli
Atti della II Riunione sociale dell' Associazione
italiana di storia critica delle scienze mediche e
naturali, promette nel titolo forse più di quanto
mantenga. Si tratta infatti soltanto di un Elenco
frettoloso e indigesto, preparato per la circo-
stanza, di un materiale storico-bibliografico,
che sarebbe stato certo interessante, ove la
elaborazione ne fosse stata curata da mani più
abili. Sebbene non appaia nel titolo, anche la
Marciana è purtroppo compresa in questo opu-
scolo, dacché vi è stampato, di su una copia
esistente nell'Archivio di Stato, un disordinato
Elenco degli Atti del Collegio medico-chirur-
gico di Venezia (dal sec. XV al XVIH, ma
con molte e gravi lacune), già posseduti dal
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO 91
nob. dott. Camillo Corner, ed ora custoditi
nella Marciana (pp. 12-17): elenco che fu qui
pubblicato tal quale. Ciò dichiarato ad esclu-
dere qualsiasi presumibile complicità della bi-
Xo'ijS'*Sifr»^ìf::'
blioteca in questa pubblicazioncella, non ci resta
che indicare che i mss, del Collegio Medico-
chirurgico, compresi nel presente elenco, sono
ora contrassegnati (ciò che nell'opuscolo non
ItAi'LatrtUAtH' l«> ^rfunv, te dice
\ Ch'ha, unii, 'Jt'Ya^ fùri-ura. JiMoUrf
j alu, (M iyw^ ur, iumt, tMéiate mko
1 T^iV 1 » uicjin /!*/ <^'i^f . / '^ .
- 2M
^^■
-,,. v^
Gaspare Gozzi, Capitolo (autografo).
Cod. Marc. It. XI. C2i (f. 238^). Cfr. n.o 165.
è neppure accennato) codd. Marc. It., VII. j che dei singoli mss. si sia potuto fare un ra-
2j2y-23S9\ ma non corrispondono esattamente, zionale e stabile ordinamento.
né pel contenuto, né per l'ordine, all'Elenco,
pubblicato, a insaputa della biblioteca, prima (ContitmaJ Carlo Frati.
92 ENGLISH COURIER
ENGLISH COURIER
The following interesting and suggestive Memoir which appeared in the Library Associatioii
Record is from the pen of Dr: Axon, undoubtedly one of the most learned men in the north
of England :
« The late Mr. Thomas Greenwood, whose name is deservedly held in honour for the
Services he has rendered by his advocacy of popular libraries as a necessary element in national
education, made in his lifetime a nevv departure by the foundation of a « Library for Librarians ».
The phrase might be interpreted either in a narrow or in a broadly inchisive spirit, and it is
in the latter that Mr. Greenwood worked. In a Library for Librarians there should be gathered,
so far as is possible, ali the literature that bears upon the knowledge of books in the past
and in the present. The librarian has to deal with the physical aspect of literature and he
has also to deal with its life-giving spirit. This has to be kept distinctly in view and yet is
sometimes in danger ot being forgotten. The Greenwood Collection has been presented to the
Manchester Reference Library, but on conditions by which it will be available to librarians
and to students outside of Manchester. The library at present contains more than ten
thousand volumes, and the founder has made arrangements for increasing it, and also for
supplying it with the bibliographical literature of the future as it appears. If we consider
bibliography in the widest acceptation of the word, it has lo do with ali the methods by
which men bave recorded events and ideas since the beginning of time. The brick-libraries
of Assyria and the papyrus MSS. of Egypt belong to the librarian and the bibliographer no
less than the products of the Aldine, the Chiswick, or the Kelmscott press. The history of
writing in ali ages, the history of libraries in ali ages and the history of printing in ali countries
bave a special interest for bini. Hence Silvestre's great hook on universal palseography and
the publications of the Pakeographical Society bave a place in this Library for Librarians. But
this historical side of the librarian's interest is not the only one, nor in this work-a-day world
is it, perhaps, the most important. A library is, or ought to be, a sort of « universal provider »
both of information and of ethical inspiration and enthusiasm. Knowledge, like faith, should
produce good works. The librarian of even the smallest library has to find the answers to a
hundred questions, and the man who asks about the pictures of Leonardo may be succeeded
by an anxious inciuirer as to the cookery of prehistoric ages and he by a student of the Russian
land laws. The investigator of Buddhism may be followed by one who needs a hook of practical
directions as to plumbing.
To know what has been written, and especially to know what has been printed, and
more particularly to know what is easily available, is the function of the librarian, and for this
he needs the list of books published in ali countries and on ali subjects so far as these can
be obtained. Consider for a moment what this means for our own literature alone. Herbert,
Ames and Dibdin, the Stationers' Registers, the Term Catalogues, the long series of the
English Catalogne and its predecessors stretching backward from the twentieth to the eighteenth
century, the works of Lowndes, Allibone, W. C. Hazlitt, and other bibliographers make alto-
gether, in spite of their varying value, a fine record of English authorship. In a similar fashion
the literary activity of other countries can be traced through the centuries. France in particular
is rich in the extent, variety and excellence of its bibliographical books. The universal cata-
logne seen in beatific vision by earnest bibliographers is stili unaccomplished. The greatest
contribution that has been made to it is the magnificent catalogne of the printed books in the
British Museum. This work, unequalled in extent and excellence in the whole range of
bibliographical lilerature, has done mudi to raise the standard of cataloguing, Having used
it almost daily since the first section came from the press I bave had a fair opportunity of
ENGLISH COURIER 93
finding oiit both its strength and its weakness. When ali deductions bave been made for
minor mistakes in fact, and for mistakes, or what may seem such, in method, the British
Museum Catalogne is a magnificent work of which the nation may be justly proud. There is
no greater collection of accurate and vvell-arranged bibliographical data in the world. The
efforts of Graesse, Ebert, Brunet and others to deal with literature in the mass, or at least
with masses of literature, are of course represented in the Greenwood Collection. Here too
are the bibliographies of individuai writers from Ruskin and Austin Dobson to Dante and
Pushkin. An interesting feature of this section are the lists of the writings of men like Mandell
Creighton who bave written in periodicals and transactions many illuminating monographs on
special and little-known topics. To look over the list of the books and articles of John
Eglington Bailey is like peeping into a scholar's notebook. Then there are bibliographies of
special institutions - Ackworth School for istance— and the special classes or orders, such as
the Quakers or the Jesuits. There are clues to the ànonymous literature of various lands.
Then there are long series of special bibliographies on subjects in every department of
intellectual research. The writings and history of different schools of philosophy, of different
religions and sects and their dogmas and creeds ; many questions of politicai, social and
national science bave been explored by bibliographical experts. Another wide field in which
there is stili much to be done is the bibliography of literature. It is not always easy to mark
off the boundaries of literary history and bibliography ; they shade off into each other perhaps
more readily than the other departments of intellectual activity. This is perhaps more parti-
cularly noticeable in what is sometimes called comparative literature. Thus Prof. Victor
Chauvin's Arabie bibliography is the most detailed study that has been made of the history of
prose fiction. Internationalism has got a surer footing in literature than in politics ; no one
can really understand, for instance, Byron's position without taking into account bis wide&pread
influence on continental literature. It is better wherever there is doubt to be inclusive rather
than exclusive. The bibliography of history and topography is at once extensive and interesting.
In many of the counties of Great Britain something has been done to register the literature of
the district, and these lists are gathered together in the Library for Librarians. Special biblio-
graphies are increasingly important from the enormous mass of existing literature, from the
rapidity with which it accumulates, and from the difficulty and sometimes the danger of the
destruction of what may seem to bave lost its force and usefulness. In this manner the biblio-
grapher is the friend and helper of every serious student of every serious subject. What gra-
titude we owe to Poole and bis successors for their efforts to make available the contents of
periodical literature. Some of it, much of it, perhaps, is rubbish, but hidden away in the
dust-heap are many careful scholarly articles that teli more, in a few pages, than we should
extract from a long-winded folio.
It is part of a librarian's work to nourish, if not to create, a love of reading. Therefore
the Library for Librarians has some shelves for treatises on the love of books, on the duties
of the librarian and on the varied knowledge that the ideal booklover should possess, though
the real one may sometimes not quite reach the ideal standard. Richard de Bury had
predecessors and he has had successors whose words bave a glow that gives a charm to their
wisdom.
Catalogues of libraries great and small are an important section of the Library of Libra-
rians. Here are the catalogues, so far as they bave been printed, of the great public collec-
tions of the world, and of famous private libraries. The commercial aspect is represented by
a long array of sale catalogues and booksellers' catalogues. There are materials for thought
on ali the problems of library management from fireproof buildings to movable shelves, indi-
cators and scrap books. There are schemes of classification and courses of reading and plans
for the better utilisation of library forces. There are books relating to ali the arts and Industries
that go to the manufacture of books. There are also specimens of what has been done in the
94 ENGLISH COURIER
past and the present in beautiful bookwork. There are a few fine examples of mediaeval and
orientai manuscrrpts, some interesting incunabula, examples of famous presses, remarkable
bindings, microscopie books and other curiosities. These form a valuable and interesting section
of the collection, but the}- only form a small section of it, for the aim of the founder has been
utilitarian. He has gathered many fine copies, and presentàtion copies, books remarkable for
rarity, for extra illustration, for fine bindings or other peculiarities, but the main intention of
the Greenwood Collection is to help the librarian in ali departments of his work, alike in
those which relate to its material problems and in those which deal with its loftier aspects.
How shall libraries be best housed, be best arranged, be best managed to serve the purpose
for which they were created ? How shall they be made to contribute in an ever-increasing
degree to the spread of information and to the deepening of the love of literature and of
learning and to their increase as forces in the life of the nation ? These are the problems
to the right solution of wihch the Greenwood Library for Librarians is an important
contribution.
This extract from the March number of The Contcmparary Review will interest the
readers of Bibliofilìa: The Dean of Durham has edited for the first time a series of documents
relating to Richard De Bur>-, author of the « Philobiblon », for publication under the auspices
of the Surtees Society. Richard de Bury was Bishop of Durham for some twelve years, but
there are only fragments of his episcopal register, covering altogether about eighteen months
vhich have been included among these transcripts. The dean discusses with his customary
acumen the disputed authorship of the « Philobiblon », and comes to the following conclusion :
« That while external evidence is strong against Bury's authorship, the internai proofs are
heavily in his favour. Whether or not every page of the books was written by him no one
can say ; yet this is certainly the case that the whole work on every page bears the clear
impress of his personal character, and his wish to let the world know what were his aims.
His friends certainly helped him ; it may be granted that much of his credit as an author is
due to them ». The bishop died in 1345, and was buried in his cathedral. The dean records
the circumstances in which a fine monument of white Sicilian marble has been placed recently
over his resting-place by the Grolier Society of New York.
« In the originai design, « he states », we proposed to inscribe on a pedestal under the
« centrai figure the name of the Grolier Society, the donors of this most interesting gift, but
« when we sent the drawing of the design to New York for their criticism and approvai, the
« president of that distinguished Society replied that, while they were delighted at the design
« they begged us not to place on it any notice of their Society, as their only wish was to
« honour the forerunner of English libraries and literature, not to glorify their own Society ;
« and for this honourable cause no mention of the kind donors is to be seen on the tomb. »
The Eveniiig Neics in an appreciative article on St. Patrick, the Patron Saint of Ireland,
informs us that « It has been proved to the satisfaction of ali the most eminent Irish scholars
and crities that the exquisite MS. of his Confession, consisting of 216 vellum leaves and 1,096
years old was actually copied by a monk named Ferdomnach from Patrick's own writing ».
The « Winchester Diocesan Chronicle » states that the Dean and Chapter have lately
received a munificent gift from the Duke of Devonshire. This is a large volume which repro-
duces in facsimile the famous « Benedictional of St. ^thelowld » (Bishop of Winchester 963-984^
which is now the chief treasure of the Library at Chatsworth, one of the seats of the noble
Duke. « Some two years ago remarks upon the possession of this illuminated MS. of the
ENGLISH COURIER 95
tenth century went the round of the public press suggesting that it ought rightfully to be
restored to Winchester, where it had its origin. These were specially unfortunate, as well as
mistaken, because the late Duke vvas in vvhat proved to be his last illness, and they gave him
pain. He had for many years been preparing to give to the nation at great expense the
splendid work which has now been produced, with exhaustive introductions, under the care of
Sir G, F. Warner, of the British Miiseum. There is no exact evidence as to when the hook
vvas alienated from Winchester ; most probably it was at the time of the sack of the Cathedral
by the Parliamentary soldiers. But whoever then acquired it saved it, and its subsequent
purchase for Chatsworth, at a time when there was little appreciation of such treasures, was a
happy thing ».
The London Times of Aprii 6'^ contained the following interesting news on « the Hoe
Library sale ». « The second instalment of the catalogne of the first portion of the Hoe
Library sale has now reached England. This covers the letters from L. to Z, and includes
3,538 out of the estimated 16,000 books of which the library is composed ».
« From an English point of view the_ most striking feature is the beautiful Book of Hours
« Ad Usum Sarum », executed in the 15**^ century for Sir William Herbert, Earl of Pembroke
of the first creation, a partisan of Richard III, in the Wars of the Roses, who was captured
and put to death in 1469. This fine MS., on 231 leaves, iiV2Ìn- by S'/éin., was executed in
England, and is embellished with 24 small circular miniatures and with about 260 of a smaller
size, in addition to severa! hundred initial letters. In the 19*'* century it was in the possession
of the Borghese family of Rome, and was sold by them to an Italian antiquary, who disposed
of it to the late Mr. F. S. EUis, the London bookseller, who in turn sold it to General Brayton
Ives, of New York, for about $10,000 (£2,000). At the Ives sale in 1891 it was purchased for
$5,900 (£1,180) ».
« Another important Book of Hours was executed by a 15"» century French artist for
the « Regenta » Anne de Beaujeau, daughter of Hing Louis XI, of France. This, like several
other MSS. in this portion, came from the Firmin Didot collection, as did also the magnificent
Missale Romanum, executed in the u'i^ century for Charles VI. of France, and presented by
that King to Henry V. of England on the occasion of the marriage of the latter to Catherine
of Valois. At the Didot sale it was purchased by a Paris bookseller and sold to the Comtesse
Mniszeck (stepdaughter of Honoré de Balzac) for loo.ooof. ».
« There are eight early quarto Shakespeare plays, five of which were originally bound
together and formed one volume in the Duke of Roxburghe's library; these were I/enry V.,
1608; King John, 161 1 ; Hamlet, 161 1 ; Henry IV., 1613 ; and Richard H., 1615. The others
include one of the two editions of A Midsummer Night's Dream, 1600 (this has the imprint
of James Roberts). The set of the first four folio editions of Shakespeare's plays include the
very fine tali copy of the First Folio, 1623, believed to be the second largest known, which at
the Syston Park sale of 1884 realized £590 ».
« A copy of a unique book by John Taylor, « the Water Poet », has (says the Times),
recently come into the possession of Mr. Tregaskis, the bookseller of High Holborn. It is
« The Complaint of Christmas and the Teares of Twelfetyde, 1631. Hitherto the existence of
this work was only known through an entry in the Stationers' Register for 1630, where the
author's name, the title, and the publisher are recorded. Its disappearance is doubtless due
to « the rollicking violence of its attack on the Puritans ». Fifteen years later Taylor published
a book with a similar title, but of a totally different character ».
96 ENGLISH COURIER
Apropos of the first edition of « God Save the King » (tempo George II.) the Editor of
« Miscellany » in The Manchester Guardian gives some items of interest. It is curious, he
savs how recent in origin our national anthems and patriotic songs are. Till nearly the middle
of the eighteenth century England was without « Rule, Britannia » and « God Save the King »;
tili near its dose Scotland lacked « Scots vvha hae » and « Auld Lang Syne » (as \ve know it);
Ireland's « Wearing o' tlie Green » only dates from the Jacobite period, the melody being
traced back to 1740, and « St. Patrick's Day » — played by Irish warpipers at Fontenoy in
1745— is first heard of about forty years eadier. Turning to Franca, the « Marseillaise » dates
from 1792, and in America « The Star-spangled Banner » from 1814, though its tune — an
EngHsh one -belongs to a drinking song of earlier date. The German, Russian, ItaHan and
Austrian national anthems are nineteenth-century compositions. The Welsh « Land of My
Fathers » and « God Bless the Prince of Wales » are of stili later introduction. Party songs
there have been in Britain about the « King over the water » and on this side of it, but
the patriotic song seems to have come into existence almost within the last century
and a half.
« The Oxford University Press has nearly ready, in two volumes, a history of « Ireland
under the Normans, 1 169- 12 16 », by Mr. Goddard Henry Orpen, who edited some years ago
« The Song of Dermot and the Earl » — the Old French poem which has come to be recognized
as a primary authority for the period of the invasion. This and other virtually contemporary
accounts, such as that of Gerald de Barry, are now fully co-ordinated with evidence obtained
from charters and other sources, and especially from recent archa:ological and topographical
research {Times 6'^ Apr. 11)».
Messrs. Williams and Norgate have published the first ten volumes of « The Home Uni-
versity Library », a series of shilling books the object of which is to place before as large a
number of readers as possible the results of advancing knowledge in main departments of
study— literary, social, and scientific. The series is edited by Professor Gilbert Murray, Mr.
Herbert Fisher, and Professor Arthur Thomson, and the first ten volumes include books by
Mr. Belloc, Mr. Masefield, Sir Courtenay Ilbert, and Mr. F. W. Hirst.
Mr. Heinemann has in' preparation a new translation of the works of Dostoevsky by
Mrs. Constance Garnett, whose English versions Turgenev and Tolstoy have long been recog-
nised as masterpieces in the art of translation. The first volume, to be published this autumn,
will be « The Brothers Karamazov », which will be foUowed by « The Insulted and Injured »
and « The House of the Dead », « Crime and Punishment », « The Idiot », &c. (from The
Manchester Guardian).
The following notices are also from The Manchester Guardian, one of the leading dailies
in the United Kingdom : « In view of the Coronation the Oxford University Press have issued
a commemorative edition of the English Prayer-book, containing the « Form and Order of
Service » to be observed at the Coronation ceremony in Westminster Abbey on June 22. The
edition is issued in a variety of beautiful bindings, sizes, and prices, with the crown and Royal
monogram stamped on the covers, and a slip which may be used where the Prayer-books are
purchased, as no doubt many will be, for presentation to friends. The Prayer-book may be
obtained separately or bound up with « Hymns Ancient and Modem ». The same Press
ENGLISH COURIER 97
issues various editions of the Coronation Service varying in price from a penny volume to one
at half-a-crovvn, bound in white buckram, rubricated, and printed on hand-made paper ; also
editions of the Forms of Prayer and Thanksgiving recommended by the Archbishops of Can-
terbury and York.
The Cambridge University Press publish cheap editions of the Coronation Service and
the Forms of Prayer and Thanksgiving ».
« The death took phice on May 2nd at his home in Highgate of Mr. EUiot Stock, the
vell-known pubhsher. The fìrm in Paternoster Row which bears his name was estabHshed by
him in 1859, He retired from business about three years ago. Among the authors vvhom
Mr. Stock served as publisher were Mr. Augustine Birrell and the late William Sharp. Some
of the productions of the house were facsimile reprints of Caxton's « Dictes and Sayings » and
« Game and Playe of Chesse », Dame Juliana Berners's « A Treatyse of Fysshynge with an
Angle » and « Boke of St. Albans », a facsimile of Bunyan's « Pilgrim's Progress », and a
facsimile of Thomas à Kempis's « Imitation of Christ ». It was to the theological and anti-
quarian side of the business that Mr. Stock mainly devoted his energies, and in addition to
publishing « The Churchman » the firm published for the Bishop of Edinburgh, the Bishop of
Durham, Dr. Alfred Plummer, and Archdeacon Wilberforce. Many book-lovers will perhaps
best remember the fimi by its periodical publication of « Book Prices Current », a valuable
record of prices obtained at auctions. This publication owes its inception to Mr. Elliot Stock ».
Messr. Sotheby, VVilkinson and Hodge sold at their Auction Room in London, last
March valuable and Rare Books, illuminated Horse and Antiphonaria, Early English Manuscripts,
illuminated Orientai Manuscri|its, letters and papers of White of Selborne, the Collection of
Horn Books of the late Sir John Evans, K.C.B., F.R.S., P.S.A., &c., early and rare Shakes-
pearian quartos and folios, rare and unique American historical tracts chiefly relating to Vir-
ginia, productions of the Early English Presses, including Caxton's Chronicles, 1480, a series
of the first editions of the writings of Swinburne, French illustrated books of the Eighteenth
Century, a fine set of the Sporting Magazine. Also autograph letters and historical documents,
including C. Lamb. S. T. Coleridge, Sir W. Scott, C. Dickens, W. M. Thackeray, G. Wash-
ington, Sir J. Reynolds, J. J. Rousseau, &c., proof sheets to « Hints from Horace » and
« Observations upon an Artide in Blackwood's Magazine », with important corrections and
additions in the autograph of Lord Byron, an interesting series of letters from the Fari of
Beaconsfield to his sister, an extremely fine letter from Charlotte Bronté respecting an early
offer of marriage ; musical transcripts and scores, &c.
They sold on May 2"^ Books and Manuscripts, comprising the property of a Lady,
including First Editions of the Writings of Matthew Arnold, William Blake, the Bronte Sisters,
Elizabeth Barrett and Robert Browning, Robert Burns, Lord Byron, S. T. Coleridge, John
Keats, Charles Lamb, George Meredith, John Milton, D. G. Rossetti, P. B. Shelley, A. C.
Swinburne, Lord Tennyson, W. Wordsworth, and others— Originai Issue of the Germ— the
Second Folio Shakespeare, &c., and other Properties. On May 8*^, gth, and io"», they sold :
Books and Manuscripts, comprising the Library of the late Rev. Alfred Dewes, D. D., Li. D.,
of St. Augustine's Vicarage, Pendlebury— Works in General Literature, Poetical Works, Books
on History, Theology, &c.— The Property of the late Joseph James Muskett, Esq., the well-
known East Anglian Genealogist— Suifolk Manorial Families, several Copies ; Suffolk Green
Books, &c.— The Property of the late J. A. Clark, Esq.— Chiefly Works on Naturai History,
Barrett's Lepidoptera, Sowerby's English Botany, Ray Society Publications, &c.— Selection from
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2"-3" ^3
98 ENGLISH COURIER
the Libran- of the late D. S. Perkins, Esq.— Nichols' History of Leicester, Large Paper, Uncut ;
Dugdale's Warwickshire, Shaw's Stafibrdshire, &c.— The Property of the Rev, L. S. Gresley,
and other Properties, including — A Small Collection of Indian Miniatures, Fine lUustrated
Works, PubHcations of Learned Societies, Muir's Facsimile Reprints of William Blake's
Works, &c.
Says the Contemporary Revìew for March : « The Art of colour printing has reached a
wonderful perfection, and can be seen in that perfection in the edition of Longfellow's « Golden
Legend » (Messrs. Hodder and Stoughton, price lo^. 6d net) illustrated by ^Mr. Sidney H. Me-
teyard. The twenty fìve illustrations are full of dramatic force and religious feeling, and bave
that strange note of mediseval fancy that distinguishes the work of Albrecht Durer when he
crowned with bis weird idealism the woodcut work of the monkish printers. The colour work
is wonderfully reproduced, and recalls some of the finest work that adorns certain fifteenth-
century Mss. Longfellow would bave been proud to bave seen bis mediccval legend so well
in medireval colour and line work ».
It will, no doubt, interest the readers of Bibliofilìa, if we give the salient points of the
speech delivered at the House of Commons on Aprii 7^'' by Mr. Sydney Buxton (the President
of the Board of Trade) on the new Copyright Bill. He said the bill had been before the
country for eight months, and no objection had been taken to the principle underlying it-the
principle that authors were entitled to ampie protection for their works and that the lavv of
copyright should be put on a more simple, clear, and intelligible basis. He presented a similar
bill last year, not with the view of passing it, but to allow those interested an opportunity of
considering its details. He had since received a considerable number of representations and
deputations, and he believed that as a result the present bill was an iniprovement on that of
last year. There were three urgent reasons why tiie law of copyright in this country should
be put on a reformed basis. The first was a domestic reason. The Copyright Acts urgently
required amendment, qualification, and simplification. There were something like twenty-two
of them, dating as far back as 1735, and each dealt differently with a dift'erent class of works,
such as books, music, lectures, drawings, paintings, photographs, and so on. It was proposed
to sweep away these anomalies by repealing eighteen of the Acts and a considerable portion
of the other four, and bringing order oùt of òiiaos in one bill of 38 clauses. The next reason
was an Imperiai one. Last year the various self-governing Dominions, the Foreign Office, the
India Office, the Colonial Office, and the Board of Trade were represented by delegates at a
Conference held to discuss tiie question of copyright. They arrived at a more or less unani-
mous arrangement that there should be as much unifcìrmity of copyright law throughoul tht.-
Empire as was possible. In order to attain this object it was agreed that an Imperiai Act
should be passed and that the self-governing Dominions should be allowed to legislate for
themselves, taking tiiat Act as a model, and by so doing to secure reciprocai Imperiai privi-
leges. The third and most urgent reason was an International one. Great Britain was a party
to the originai Copyright Convention of Berne of 18S8, the fundamental principle of wliich was
that each of the Union States should extend to citizens of the others the advantages which it
gave to authors under its ovvn law. That Convention had been considerably modified ano
improved by the Berlin Convention of 1908, the object of wliich was to bring the domestic
laws of the countries concerned into harmony with each other so as to secure the greatest
possible amount of international uniformity. Already twelve out of sixteen Union countries
had ratified that Convention, and if Great Britain wished to remain with the Union countries it
became necessary for ber to ratify the Convention also. This involved a good deal of alteration
in our copyright law ».
ENGLISH COURIER 99
N. B, — The second reading was carried without a division but subsequently the
Copyright Bill was amended in grand Committee, so as to include in the exemptions from
infriflgement, newspapers' sumniaries of lectures and reproductions of works of scuipture or
artistic craftmanship and of pictures (not privately owned) in public places or buildings. It is
well worth our while to reproduce the following letter, for it gives the opinion of a great
authority on the Bill. Our readers need not he reminded that the author of the Letter is the
famous Scholar, whose works on Dante have attracted so mnch attention, of late, in Italy :
To the Editor of " The Manchester Guardian ",
Sir, — r cannot but think that many, like myself, must have been restrained from pro-
testing earlier against the proposed alteration in the law of copyright either by sheer incredulity
or by despair. But now that the evil seems really dose upon us I hope that some of us may
be shaken out of our lethargy. The general feeling that life in this world is harder than it
ought to be, and that almost everyone ought to be, and might be, better off than he is,
together with the want of any cultivated power of analysing the movements of material wealth,
has led us into an easy-going sympathy with any proposai that tends to give any worthy or
reputable persons more money, without for a moment asking where the money will come from,
or what direct or indirect consequences will accompany the change.
The Dickens stamp movement is a kindly and honourable thing. But I was shocked to
find in your report of a meeting held in support of it that the « very moderate fortune of
£80,000 » was a quite inadequate reward to Dickens for ali that he had done for Ihe world,
and that the speakers drew the « sensible conclusion » that the law of copyright ought to be
altered. Such remarks suggest strange reflections. I wonder what pecuniary reward would
be « adequate ». How many thousand pounds would have put the world really straight with
Isaiah or the Evangelist Matthew, for istance ?
When we contemplate the happiness which Dickens has given to the British public and
the « moderate » amount of money that he left to bis descendants, is it really the « sensible »
thing to do to set about devising how, if another Dickens arises amongst us, the happiness
he gives to the public may be made smaller and his reward larger till a just balance is
secured ? What a desolating conception of the mission and the privileges of genius we have
bere!— Yours, &c.,
Philip H. Wicksteed.
P. S. — The machinery provided for forcing publishers to act on other than commercial
principles is obviously futile. P. H. W.
Childrey, Wantage, 11^'^ Aprii.
The following is from "The Daily Dispatch" . An Author's Solution of the Libel Difficulty:
Owing to libel actions brought against authors recently with respect to the names used in
their works of fiction, Mr. A. St. John Adcock, in « A Man with a Past », which will shortly
be published by Mr, .Stanley Paul, has the following notice on the front page: —
Author's Declaration to ali Whom it May Concern.
" I solemnly and sincerely declare that this is a work of fiction ; that ali its characters
were invented by me and have no originai in real life ; that if any living man or woman pos-
sesses the same name as any one of them it is nothing but an interesting accident, and, as
there is really no copyright in names, I do not think he or she can consider there is cause
for tears.
ENGLISH COURIER
Unlikely as it may seem, my own name has twice, to my knowledge, been given to
characters in fiction, once by Theodore Hook and once by a novelist who stili survives.
Theodore Hook had been dead a long time when I was born, but I no more derive my
surname from bis pages than I imagine that the surviving novelist in question derived the
name of bis character from me.
Even if he did, I forgive him, but without prejudice to my rights to sue him for libel
if it ever happened that my reputation is no longer robust enough to take care of itself. "
We give an extract from the Report of the Departmental Committee on the supply of
the books to the inmates of Prisons in England. « The Committee state that the facilities for
reading in prisons are, generally speaking, good, and are taken advantage of by the majority
of prisoners. The ordinar}- demand which has to be met by the library of a large prison is
about as varied as that which is catered for by the circulating libran*- of a provincial town,
and at one or two prisons would compare favourably with it in point of quality. What is
somewhat surprising is the extent to which the works of the best English novelists are either
spontaneously asked for by prisoners, or accepted and read with pleasure when recommended
by the chaplain. There is always a considerable number of prisoners who read Scott, Dickens,
and other standard writers, and even prefer them to other books. This « educated demand »
is chiefly to be found among convicts. Among locai prisoners it is the exception to find
persons of any substantial degree of education. At Dartmoor, besides Dumas, Rider Haggard,
and Mrs. Henry Wood, Dickens, Thackeray, Scott, and Shakespeare are in regular demand ;
while Pope, Southey, and Chaucer bave also their adherents.
A stili larger class of prisoners take pleasure in such authors as Charles Reade (whose
« Never Too Late to Mend » is a great favourite in prisons), Marion Crawford, Seton Merri-
man, Besant and Rice. Clark Russell, Mrs. Henry Wood (whose cìientèle among prisoners is
perhaps larger than that of any other author). Charlotte Yonge, Miss Braddon, Marie Corelli,
Wilkie Collins, Rider Haggard, Conan Doyle, and other popular authors, ali of whoni are
well represented in prison libraries. Among the women at Holloway, Mrs. Henry Wood is
an especial favourite. At Borstal her pre-eminence was just maintained against the compe-
tition of Dickens, Clark Russell, Henty, Fenimore Cooper, Charles Reade, Conan Doyle, and
Marryat ».
Witli reference to the exclusion of « Tiie Xew Machiavelli » from the Municipal Libraries
of Manchester, the following letters will give a correct idea of the controversy. Audi altcram
pariein, is a motto which should never be lost sight of.
« To the Editor of the Manchester Guardian,
It is quite possible that any particular library may be right in excluding a sincere hook
like « The New Machiavelli » for particular reasons. But in order to justify themselves the
library authorities ought to be able to say that they bave already excluded twothirds of the
modem novels written by women and one-third of those written by men — ali the works which
treat of sex questions at ali, beginning with the lightest and most frivolous. Hear what Ruskin
says : — « Whether novels, or poetry, or history be read, they should be chosen not for their
freedom from evil, but for their possession of good. The chance and scattered evil that may
bere and there haunt, or bidè itself in, a powerful hook never does any harm to a noble girl;
but the emptiness of an author oppresses her, and bis ainiable folk degrades her. » — Vours, &c.,
Harold Graha.m ».
ENGLISH COURIER loi
« In the hero of « The New Machiavelli » (as in Mr. Wells in his « First and Last
Things ») one seems to observe the union of the Hellenic spirit of beauty vvith the modem
social spirit. And this rare spirit expresses with poignant clearness its experiences in the attempt
at self fulfilment. The hero discovers that our knovvledge of the nature of morality is as ele-
mentar>' as the knowledge of physiology was amongst Spanish doctors in the days of Gii Blas,
that the policy of repression and ostracism is childshly inadequate. His failure is laid to the
charge of the universal burking of the sex problem, and there is the practical evidence that
society will never obtain the fullest from its units until a more delicate, more finely scientific
knowledge of the problem has been elucidated than is generally accepted as satisfactory.
That such an intimate appeal to society on this most vital and most complex question,
put forward with almost Biblical clarity, should win condemnation in a county where « the
thinking for England » is supposed to be done: points to a comedy worthy the pen of Aristo-
phanes, at least in the quiet opinion of
A Southern Rustic ».
« I bave read carefuUy « The New Machiavelli », and greatly admire its brilliancy and
suggestiveness, and especially in relation to sociology and current thou^ht. I must say,
however, that I consider its teaching on sexual ethics highly pernicious and alien to Christianity.
Had Mr. Wells portrayed life as a spectator, as Mr. Arnold Bennett does, the case would not
have been so serious. But Mr. Wells, to say the least, novvhere dissociates himself from the
attitude of his « hero » to sexual matters.
That attitude, to me, is utterly abhorrent and immoral. What is more to the point ot
this controversy, it is entirely anti-social. If unfaithfulness to a good wife, preceded before
marriage by many sexual sins gloried in, is to be condoned and made inevitable, what kìnd
of social chaos are we to be landed in ? I should like to know what the women readers of
this hook think of the prospects of their sex under such an ethie of sex relationship. To me
it seems to be a brief for uttermost sexual self-indulgence, regardless of personal purity or of
the well-being either of others or of society in general. Should such a hook be placed in a
public library ?— Yours, &c.,
Samuel E. Keeble ».
The following resolution is very significant : At its half-yearly meeting the Moral Educa-
tion Society passed a resolution expressing appreciation of the « wise discrimination » exercised
by the Libraries Committee of the Manchester City Council in the selection of books for « unre-
stricted circulation ». The resolution also states that the Society, « whose object is to promote
pure ideals of thought and living amongst young people », is convinced that the action of the
Committee is approved by the majority of responsible citizens.
We end our Compilation with the following interesting piece of news : —
The Tivies Book Club announces that by special arrangement with Professor Joseph
Wright (who succeeded the celebrated Max Miiller in the Chair of comparative philology at
Oxford University) it has secured the sole right of issuing his famous Dictionary of the
English Dialects.
The completion of the work is a distinct feather in the cap of British philology. In
spite of the vast labours that have been bestowed by foreign scholars upon the dialects of
their own countries, no other nation can yet show a dictionary comparable in any respect to
this. The comparative Grammars of ali the dialects, treated historically which is contained in
ENGLISH COURIER
the last Volume (they are six in ali) is also absolutely unrivalled : for no other country' pos-
sesses any grammar of the kind at ali. We are told that the collection of the books and mss.
belonging to the late Prince Louis Lucien Bonaparte was placed at the editor's disposai by the
Princess, and proved a mine of valuable information.
In the next Number, La Bibliofilia vvill giv^e a synopsis of an article which has appeared in
the London Aìitiqtiary with reference to a MS. formerly belonging to the noble family of Roc-
cabianca di Ripatransone, giving an account of the coronation of Charles II, written by an
Italian eye-witness (Josefo Castello), sometime Governor of the Abruzzi, a man of great valour,
who was in the suite of Prince Alessandro Farnese.
A. Valgimigli.
XXXXHMXKB
x xx» » «-Kx wr>o« r « »
■ KKXK KXKIC ■ WXM ■
« ìOfWX XXXM %%yt* 5fK»0< ■
«lOOCKKXKJC
Pubblicazioni di carattere bibliografico
e intorno alla storia dell'arte tipografica
Catalogo dei manoscritti della Civica Biblioteca
di Piacenza. Parte Prima. Piacenza, A. Del
Maino, 1910, in-S'^, di pp. 1V-S9.
Per incarico della Commissione, che pre-
siede alle sorti della P>iblioteca di Piacenza, fu
pubblicata quest'anno da me una puntata del
Catalogo dei Manoscritti di questa Biblioteca.
Vedranno gli studiosi quanto di buono si con-
tenga in quella Biblioteca che, per essere rela-
tivamente poco conosciuta, ben di rado ha at-
tratto sopra di sé le cure di quanti si occu-
pano di antichità bibliografiche; mi sia soltanto
permesso di porre in rilievo alcuno fra i più
importanti manoscritti.
Il più antico e importante manoscritto che
si conservi nella nostra Biblioteca è il Salte-
rio della Regina Angilberga dell'anno 827,
secondo chiaramente risulta dalla e. 2 v. Esso
proviene dal monastero di S. Sisto, la cui isti-
tuzione risale ad Angilberga, moglie di Ludo-
vico Il ; nel 1803 fu donato dai monaci bene-
dettini a Moreau .Saint-Mery, amministratore
dei ducati Parmensi in nome della repubblica
francese ; alla sua morte acquistato da un il-
lustre piacentino, il cav. Giuseppe Poggi-Ce-
cilia, venne donato alla Biblioteca nel 1820.
Purtroppo il munifico donatore ebbe l'infelice
idea di sostituire alla legatura originaria una
legatura suntuosa in argento dorato, la quale
stranamente contrasta coll'antichità del mano-
scritto ; e come se tale violazione non bastasse
ne fece anche tagliare i margini. Contiene i
150 salmi di Davide secondo la versione di
S. Girolamo insieme ad altre preci della chiesa.
Da alcuni fu emessa l' ipotesi che iJ prezioso
cimelio non sia pervenuto integro ; ma non si
può dire che soccorrano argomenti perentori!
a tale riguardo. Di questo codice parlò il Bru-
nati nelle sue dissertazioni bibliche, pubbli-
cate a Milano nel 1838; ma la sua importanza
paleografica non ci pare che sia stata posta in
sufficiente evidenza dagli studiosi in materia.
Degno di nota, sotto altro riguardo, ci pare
il codice Landiano V explicit del (juale ripor-
tiamo nel facsimile, explicit da cui risulta la
data del ms., il 1336. Il testo è scritto a due
colonne per pagina ; le iniziali dei canti sono
rosse ed azzurre, di solito alternatamente ;
quelle delle cantiche non vennero eseguite,
benché il copista avesse lasciato in bianco lo
spazio per esse, che è assai più ampio di quello
delle iniziali dei canti. Fino dal 1S65 Bernardo
Pallastrelli, studioso di cose piacentine, addi-
tava in una memoria stampata presso il Del
Maino agli studiosi di Dante il codice allora
PUBBLICAZIONI DI CARATTERE BIBLIOGRAFICO
103
co rtt^mtìpxpammis^m3i;mn 11 t n
^4rr-t4lji*iivTiiY*- érir^r <v/' fiorii ttH^m-T^ rv-
inidipfum;
\ iiueTiafTne | UfuirTU' ba^nx-'Orrìnct^^ ini mi ci
ZI!;x emm homo pxafmù^ tf)rati<?1pèt'2iai .
qui tdtvxipxricfmcvfm:,prtftcJUAU
fixvermt ftippurrocnotieni-
f TI hoc co^^ oui antn av tu li xi me> amn/
narì^iidefcn: tniTPiaifmeuf fuppr ^^^"'.
^ \^ urrrmprcptm inn0cenTi;vrn fUfce
Salterio di Angilberga. (Coni. s. n.)
I04
PUBBLICAZIONI DI CARATTERE BIBLIOGRAFICO
mediocremente conosciuto; negli anni 1900-1901
rivolse ad esso le sue cure il Vandelli, al quale
di tanto, come ognuno sa, la critica del testo
della Divina Commedia va debitrice.
Livres d'heicres, corrispondenti press'a poco
agli attuali libri da messa, sono posseduti da
molte biblioteche nostre e straniere ; due esem-
plari, uno di essi veramente splendido, offre
pure la nostra Biblioteca di questo tipo gra-
zioso di codice ; nell' uno dei quali (Land. 189)
occorrono dodici miniature a pagina intiera con
storie, altrettante cornici rettangolari poste nelle
pagine, che stanno di contro alle miniature, e
altre dodici grandi iniziali senza storie messe
fciic»n onc l.tiiii.t mciicc fìiprt»/ìà
rt?trt»inc Tprn crCci^ttitlììiciìiTruo/T:!
Tiiiiììì tT^rtjntf lU'prnrK^uTn et
fìct?=* orsino- ^ ÌK^
ITICI) .
Dante. — Divina Commedia. (Land. 190).
PUBBLICAZIONI DI CARATTERE BIBLIOGRAFICO
105
a colori su fondo dorato; nell'altro (Land. 188)
stanno sei miniature a pagina intiera con sto-
rie e altrettante grandi iniziali con storie nelle
pagine, che stanno di contro alle miniature.
Bellissimo è un Lezionario, di cui diamo
riprodotta mediante facsimile una carta ; ha
pagine riccamente adorne, ora circondate da
una semplice fascia divisa in medaglioni, qua-
dretti, rettangoli con figure simboliche, ani-
mali, ora insieme colla fascia sopraddetta ar-
ricchite da lettere capitali, illustrate con dise-
gni relativi a fatti del nuovo Testamento.
Accanto al Lezionario un Evangeliario, no-
tevole per ricchezza di ornamenti, con cui sono
Officio della Vergine. (Land. i{
fregiate tutte le lettere capitali e gli spazi mar-
ginali delle carte. Lavorate con speciale studio
si presentano le carte 44 v. e 45 r. ; di queste
la prima contiene nella parte superiore la fi-
gura di S. Francesco che riceve le stimmate,
e ai lati nel contorno due teste, una di donna,
l'altra di uomo, circondata di alloro con so-
pra la data MDLVI, che probabilmente indica
l'anno in cui il lavoro fu eseguito; la seconda
ha in alto un gruppo di otto figure, ai due
lati una testa femminile e una maschile, in
basso lo stemma dei minori osservanti.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2«-3»
io6
PUBBLICAZIONI DI CARATTERE BIBLIOGRAFICO
'- vjn Jiimicùriofiv; Ine in.mcr. ^iccao
cimiti dVcoinimió
aDJCiU5DlCÒ*:]|\
te nbi rigmtuKiro
mino ixo ino mp
liiiiouinmrcriuiìi
iic m occdliiiH fupza. £r pivii acìxu: ^
iHon pa.iiii -z non rcm.Uv cv>iiimum.;:i
i>iViL Jluoiic ci'ijo romiit} auiiD-.lHu
i]uio panim iiobit^ eli inolclbf clic Ir»
nu!uLnit?.L|m.i molclli cllirci xxo mco:^
iPioprcr Ixx Daini oonuiiui? iir iiobis fi
jmnn. £ccc tiirijo coiicipici 'T [uricrli
Uum.auar.ibiturnojticn aut} ciiuiuid.
S»t)'nima mei comcixf utfcui rcp:o
Iure iiulum -i cligcrc luiium,^ .^tv^'
f'n imicmioiic e^niurc £riicu>.'t^'
_ c.e^n(bU^:^ril>iuli .iDll>bili|t!c6
■^i0&^'
f:-^
j>
Leziouario. (Com. 48).
PUBBLICAZIONI DI CARATTERE BIBLIOGRAFICO
107
Accanto a questi un bel manipolo di codici
latini, dei quali diedi già io stesso l'elenco ne-
gli Studi di filologia Classica (anno IX).
Un Virgilio (Land. 34) Eneide in elegante
minuscola con fregi ai margini e le iniziali di
ogni argomento e di ogni libro alluminate, un
Cicerone (Land. 8) Epistole elegantissimo per
finezza di pergamena e bellezza di calligrafia,
e parecchi altri, che ognuno potrà vedere de-
scritti nel nostro Catalogo.
Già il Bresslau {Handschriftliclies aus Ila-
lieti) aveva posto in debito rilievo un Necro-
logio della chiesa di S. Savino di Piacenza
importante sotto il rispetto storico e paleogra-
fico, per cui viene giustamente considerato uno
dei più singolari codici italiani di carattere ne-
crologico ; basti per noi l'averne fatto qui
cenno.
Si sa quanta importanza sia venuto acqui-
stando oggi cogli studi più recenti sul diritto
italiano la conoscenza della vecchia legislazione
statutaria. Nel nostro catalogo si troveranno
descritti molti codici contenenti statuti o di
paesi (Castellarquato) o di città (Piacenza) o
di arti (dei lanaiuoli, dei medici, dei mercanti,
dei mugnai, degli speziali ecc.).
Fra i codici letterari volgari questa prima
parte del Catalogo segnala due copie delle
Rime e dei T^r/o;/;? petrarcheschi, entrambe del
sec. XIV, cartacea l'una, membranacea l'altra;
i Fioretti di S. Francesco ; non poche laude
già studiate dal Prof. Della Giovanna, un gruppo
di giustinianee illustrate dal Prof. Fermi, al-
cune opere latine del Filelfo, del Ficino, del
Cornazano, delle lettere autografe del Pinde-
monte, delle novelle del Casti. Inedita e nota
a pochi ci rivela un cartaceo del sec. XV la
Geographia di Alessandro Ariosto, scritta da
lui per comando di Sisto V. Un' illustrazione
del sistema planetario offre // Libro dei pia-
neti, accanto al quale figura un Computo eccle-
siastico « che tracta del sole e della luna del-
l'anno e dei mesi della settimana e del dì e
delle ore e di più altre cose convenienti acciò
ordinate per la Sancta madre Chiesa », compi-
lato nel 1470 dal fiorentino Adimari. Di chi-
rurgia tratta il famoso trattato di Cirugia di
Guglielmo da Saliceto composto a Bologna
nel 1288, di medicina V Antidotario di Niccolò
Salernitano ; qualche interesse può avere la
Narrazione di tre congiure di Lorenzo Cappel-
loni del 1588, come pure un Libellus Feudo-
rum ricavato al tempo di Filippo Maria duca
di Milano da un antico libro di Oberti de Orto,
giureconsulto al tempo di Federico II.
I manoscritti compresi in questo primo vo-
lume derivano da tre fondi diversi :
1. il Fondo Comunale, la cui formazione
è strettamente congiunta colla storia dell' isti-
tuto dalle sue origini attraverso le successive
accessioni ;
2. il Fondo Landiano, risultante dai li-
bri e manoscritti del marchese Ferdinando
Laudi, cultore appassionato degli studi (1778-
1853), la cui Biblioteca si fuse colla Comunale
nel 1872 ;
3. il Fondo Pallastrelli, che comprende
i libri e manoscritti donati dal conte Bernardo
Pallastrelli (1S07-1877), studioso accurato della
storia cittadina, per la maggior parte riguar-
danti cose patrie.
L'esecuzione tipografica del catalogo, ele-
gante e severa al tempo stesso, venne affidata
all'antica ditta A. Del Maino di Piacenza ;
quattro facsimili accrescono il pregio tipogra-
fico del lavoro, rappresentanti il i. Ve.vplicit
del codice Dantesco, il 2. una carta del fa-
moso Salterio d'Angilberga, il 3. due carte di
un affresco della Vergine, il 4. una carta del
Lezionario.
Piacenza, 2 gennaio igii .
A. Balsamo.
io8
VENDITE PUBBLICHE
VENDITE PUBBLICHE
Hauptpreise der Geìbel-Hertenried'schen
Autographen-Auktion bei C. G. Boerner-
Leipzig (von 500 Mark ab).
Abteilung Reforuiafion.
Mark
Gòtz von Berlichingen, L. a. s. . . . 580
Johannes Brenz, L. a. s 500
Johann Calvin, L. a. s 730
Cari V. L. a. s 750
Johann Maier Eck, L. a. s 720
Des. Erasmus von Rotterdam, L. a. s. . 810
Martin Luther, L. a. s. an Cari V. . 102000
Katharina von Bora, Schreiben an ihre
Schvvester 6000
Philipp Melanchthon, L. a. s 530
Moritz, Kurfùrst von Sachsen, L. a. s. . 860
Johannes Oecolampadius, L. a. s. . . 600
Franz von Sickingen, L. a. s 560
Ulrich Zwingli, L. a. s 3200
Deutsche Literatur des i^.-ig. Jahrhiinderts.
Katharina Elisabeth Goethe, die Mutter
des Dichters, L. a. s 570
Johann Wolfgang von Goethe, L. a. s. 550
Goethe's Korrespondenz mit Cari Ciisar
von Leonhard in Hanau 1710
Heinrich Heine, Korrespondenz mit Ale-
xander Weil 660
derselbe, Dentschland ein Winterniiir-
chen 500
derselbe, Kahldorf, Ueber den Adel,
von Heine geschriebene Einleitung
zu diesem Werk 7000
Gotthold Ephraim Lessing, L. a. s. . . 3050
Friedrich Nietzsche, Korrespondenz Nietz-
sche's an seinen Verleger E. W.
Fritzsch-Leipzig 2700
Friedrich von Schiller, L. a. s, an Kòrner 910
derselbe, Original-Manuskript, Hero
und Leander 14000
Ausserdeutsche Schriftsteller und Die/iter.
René Descartes, L. a. s 605
Bildende K'iiusi/er.
Peter Paul Rubens, L. a. s 1710
derselbe, L. a. s 2200
Mark
Rafaele Santi di Urbino, L. a. s. . . . 1560
derselbe, Quittance a. s 500
Heinrich Friedrich Fiiger, Handschriftli-
cher Nachlass 750
Alitsik.
Ludwig vari Beethoven, L. a. s. . . . 595
Johannes Brahms, Korrespondenz mit Dr.
A. Schubring, Dessau 3900
Frederic Chopin, Manuskript A. 3. Ma-
zurka aus Op. 59 660
Christoph Wilibald, Ritter von Gluck,
Oelportrait von T. Kliemesch 1783 . 1400
Joseph Haydn, L. a. s 500
derselbe, eigenhàndiges Musikmanu-
skript « Acht Sauschneider miissen
es sejn » Capriccio 1720
Felix Mendelssohn-Bartholdy, Eigenhàndi-
ges Musikstiick, Capriccio Fis-moll . 590
Wolfgang Amadeus Mozart, L. a. s. . . 900
derselbe, L. a. s 1505
Wolfgang Amadeus Mozart, L. a. s. an
seinen Vater 900
Musiker-Autographen -Album Herz-Her-
tenried . . ' 565
Franz Schubert, L. a. s 705
derselbe, L. a. s. an Hofrat Rochlitz-
Leipzig 1005
derselbe, Musikmanuskript « Tiefer
sinket schon die Sonne » fiir eine
Singstimme und Piano .... 620
Richard Wagner, Manuskript zu « Tann-
hàuser » 1. Akt I. Szene .... 660
Hauptpreise der Stammbucherauktion Fr.
Warnecke bei C. G. Boerner in Leipzig (von
500 Mark ab).
Staìumbitcher des 16. Jahrhiinderts.
Stanmibuch des Christoph von Teuffenbach 3100
Stammbuch des Wolfgang von Apfaltern
u. des W. H. Auer v. Gùntzig . . 1850
Stammbuch des Franz v. Domstorft' . 10250
Stammbuch des Georg Brentel .... 1350
Stammbuch des Philipp von Damm . . 8350
Stammbuch des Wilhelm von Hodenberg 1920
VENDITE PUBBLICHE
109
Stammbuch des Georg Werner , . . .
Stammbuch des Hieronymus Albertus .
Stammbuch des Matthias Lei . . . .
Stammbuch des Caspar Koch . . , ,
Stammbuch des Franz WendeHn Oler .
Stammbuch des Stephan Cuno v. Loss-
nitz zu Steg
Stammbuch des Hieronymus Kress .
Stammbuch des Dr. med. Paul Wagner.
Stammbuch des Johann von Leublfìng .
Stanimbiicher des ij. Jahrìmnderts .
Stammbuch des Johann Phihpp von Pap-
penheim
Mark.
1850
525
520
550
lOIO
805
1650
905
1050
1050
Mark.
Stammbuch des Christoph Wider . . .1110
Stammbucli des Freiherrn von Collo-
nitzsch 950
Stammbuch des Georg Rabner .... 520
Stammbuch des Heinrich von Poser . . S60
Stammbuch des Thielmann Regenstorfi" . 700
Stammbuch des V. Kiesewetter . . . 600
Stammbuch des Lorenz Baudisz von
Treschen 570
StaìHinbucher des 18. Jahrhunderts.
Stammbuch des Jenenser Studenten Moritz
von Platen 1030
NOTIZIE
Le vicende di un prezioso manoscritto e per la tutela del patrimonio bibliografico
italiano. — Toghamo dal Corrieredella Sera: Il prof. Federico Patetta della R. Università di
Torino pubblica negli Atti della R. Accademia delle scienze di Torino una nota sulle vicende
del celebre manoscritto udinese della tanto discussa « Lex Romana Raetica Curiensis » che ha
prodotto grande sensazione nel mondo scientifico. In base ad alcune lettere inedite che ven-
gono pubblicate e riprodotte ora in facsimili il Patetta dimostra che nel 1867 il prof. Haenel,
noto ricercatore delle antichità giuridiche medioevali, e celebre "professore dell' Università di
Lipsia, aveva comperato segretamente dai canonici del Capitolo di Udine il celebre manoscritto
per una somma di duecento talleri, cioè poco più di 750 lire, violando le esplicite disposizioni
del diritto italiano sul patrimonio di enti ecclesiastici. Dalle lettere risulta che 1' Haenel stesso
aveva suggerito ai canonici di Udine di corrompere a mezzo di persona fidata i doganieri ita-
liani. Cosi il manoscritto passò in Germania e il prof. Haenel morendo lo legò alla Biblioteca
di Lipsia, colla condizione esplicita che non dovesse darsi a prestito fuori della biblioteca stessa.
Il prof. Patetta nella citata comunicazione esprime anche la convinzione che il celebre codice
Sessorlano dell' Epitome di Giuliano sia stato trafugato dall' Haenel.
Questa notizia ebbe per conseguenza una viva disputa tra l'on. Rava, già ministro del-
l' Istruzione Pubblica, e l'on. Cornaggia nel parlamento italiano.
Si tratta in verità di un caso gravissimo e che dimostra a quali gravi pericoli sia sotto-
posto il ricco patrimonio bibliografico di codici e di stampe che è disperso in tanti archivi
pubblici e privati d'Italia.
Quando nel 1847 Gustavo Haenel, erudito noto e ricordato con lode per il merito indi-
scutibile di pregiate edizioni di testi antichi, seppe che nell'Archivio Capitolare udinese esisteva
ancora una copia della Lex Romana Raetica Curiensis, fu preso dalla voglia di possederla. E
ne aveva ben ragione. Il manoscritto, unico al mondo, risale al secolo nono; e la sua impor-
tanza per la storia del diritto è dimostrata dal fatto che da sessanta anni in qua gli storici ne
fanno oggetto di discussioni lunghe ed accanite, la cui definitiva soluzione sarebbe per la
scienza certo interessantissima. Recatosi ad Udine, 1' Haenel vi fece, per nostra disgrazia, la
conoscenza dell' archivista canonico Giovanni Francesco Banchieri, che egli seppe adulare e
incensare chiamandolo persino « vir muliis titulis insignis, nec mimis hmnanitate qaam ingenii
acumìne doctrinaeque ubertate conspicuiis ». Seppe lo Haenel far tanto da farsi imprestare dal-
no NOTIZIE
l'archivista canonico e dai suoi colleghi il preziosissimo codice. Da Lipsia il codice una prima
volta ritornò ad Udine, certo perché la trama ordita riuscisse meglio. Ma nel 1867 1' Haenel
senz'altro, profittando della caduta della dominazione austriaca, gelosa custode delle ricchezze
artistiche e bibliografiche dei suoi domini, propose al canonico Banchieri di vendergli il mano-
scritto. Non seppe respingere l'offerta l'archivista, dichiarando anzi che a suo parere il codice
sarebbe stato meglio conservato in una pubblica biblioteca estera che non nell'archivio della
chiesa di Udine. Fissato il prezzo a 200 talleri, ossia a 750 lire (oggi il prezzo venale sarebbe
di gran lunga maggiore) la corrispondenza si trascinò per le difficoltà di fare emigrare nasco-
stamente il codice all'estero. È del 24 ottobre 1869 la lettera seguente indirizzata dall' Haenel
al canonico udinese, che il Patetta potè, insieme con altre, scovrire e comprare da un antiquario.
Essa è la prova sicura che i due complici erano pienamente consapevoli non solo di aver fatto
un contratto giuridicamente nullo, ma anche di aver commesso un'azione riprovevole e che
poteva avere, almeno per ì venditori, conseguenze assai gravi.
Ecco la traduzione della lettera rivelatrice dell' infame complotto :
« Passo dunque all' altro argomento della tua lettera, che mi tiene in ansia. Poiché ti
confesso in verità di non sapere proprio in che modo si possa agevolmente condurre a termine
la faccenda che fra noi si tratta ; essendo impedito dalla vecchiaia e dall' inverno di venir di
persona a conferirne teco, e non avendo persona a cui commetterla. Cosi stando le cose, stimo
non potersi altrimenti conchiudere l'affare, se non si mandi un uomo sicuro e per quel che si
attiene ai doganieri molto accorto — la forza dell'oro espugna anche le fortezze meglio guer-
nite — a mie spese, purché queste non eccedano la somma di quindici talleri prussiani, a
Gorizia o Trieste ; affinché consegni all' ufficio postale la cosa, c/ie noi sappiamo, involta in un
involucro di tela o di carta cerata, col mio indirizzo e con 1' indicazione del prezzo, e al tempo
stesso procuri di farsi dare indietro dall'amministrazione postale una carta, ove si dichiari che
la cosa le fu consegnata. Mi farai cosa grata se mi scriverai, se questa combinazione, che a
mio parere è semplicissima, ti vada a genio, perché ove a te non piacesse, io mi metto in
cerca di un qualche mercante di Lipsia avente rapporti di commercio con i Setaioli udinesi, del
quale ci si possa fidare ».
Il codice emigrò cosi all'estero e per un po' di tempo 1' Haenel ebbe il pudore di citarlo
ancora come Codex Archivi Ecclesiae Metropolitanae Utinensis e di profondersi in ringraziamenti
al Banchieri per avergliene concesso il prestito.
Morendo, egli però lo legò, insieme con gli altri suoi codici, alcuni dei quali pure com-
pendio di furti, alla Biblioteca universitaria di Lipsia, coli' obbligo di non poterli concedere a
prestito; e nel 1888 prende il nome di Codex bibliothecae Universitatis Lipsiensis.
Ora che il furto è documentato nelle sue fasi successive dai documenti scoperti dal
Patetta, che cosa si deve fare ? L' Accademia delle Scienze di Torino nell'adunanza del 23
aprile, su ampia relazione del suo presidente, on. Paolo Boselli, fece voti affinchè il Governo
italiano procedesse alle pratiche di ricupero del manoscritto derubato. E sarebbe certo deside-
rabilissimo che il Governo sassone e la Biblioteca Universitaria di Lipsia spontaneamente imi-
tassero l'atto nobile del Morgan rispetto al famoso piviale d'Ascoli. Ma propose altresì l'Acca-
demia torinese che il Governo, ammaestrato da questi e simiglianti casi occorsi in passato,
provvedesse energicamente per il futuro ; e prendesse provvedimenti, anche con nuove norme
legislative, atti a tutelare il nostro patrimonio bibliografico cosi come si tutela il patrimonio
artistico. Bene farà il ministro Finocchiaro ad ordinare agli economi dei benefici vacanti una
severa vigilanza sui tesori delle chiese e degli archivi ecclesiastici. Ma facoltà consimili di vigi-
lanza dovrebbero essere attribuite altresi ai bibliotecari e a corpi scientifici incaricandoli di redi-
gere inventari e di vegliare alla conservazione del nostro prezioso patrimonio bibliografico.
Dopo tale pubblicazione Guido Biagi, 1' illustre direttore della Biblioteca Laurenziana di
Firenze, diresse al Corriere della Sera la seguente lettera :
« Neil' assennato articoletto, pubblicato nel Corriere di ieri 23 maggio, circa la tutela del
NOTIZIE III
patrimonio bibliografico , a proposito del furto perpetrato dall' Haenel del codice della Lex
Rouiana Raetica Curiensis, e del quale 1' illustre prof. Patetta ha rinvenuto le prove, s' invocano
nuove norme legislative e provvedimenti « atti a tutelare il nostro patrimonio bibliografico, cosi
come si tutela il patrimonio artistico ».
Ora nuove norme legislative non occorrono, perché la legge 20 giugno 1909 sulle anti-
chità e belle arti controfirmata dai ministri Rava (istruzione), Carcano (tesoro) e Orlando (grazia
e giustizia) ha già provveduto all' uopo, annoverando tra le cose mobili eh' essa tutela o do-
vrebbe tutelare anche « i codici, gli antichi manoscritti, gli incunabuli, le stampe e incisioni
rare e di pregio ». Le leggi son, ma chi pon mano ad elle? può ripetersi con il divino Poeta,
perché dal giugno 1909 si attende ancora che il Consiglio di Stato approvi il regolamento in
esecuzione di cotesta legge, nel quale regolamento la Giunta consultiva per le biblioteche inseri
tutte quelle disposizioni che più le parvero adatte a conseguire 1' intento della conservazione
di questa parte del patrimonio nazionale, che è stata sin qui trascurata dallo stesso Governo.
E invero dopo la soppressione delle corporazioni religiose, chi si è mai occupato di quei 722,191
volumi che lo Stato concesse in deposito a biblioteche comunali, e sui quali più volte in pla-
tonici Congressi ho richiamato l'attenzione del Ministero?
Siam sempre li : quando si tratta di libri e di biblioteche, i reggitori della pubblica cosa
rispondono alle nostre petulanti domande : inajora premimi. E intanto gli stranieri e i mercanti
continuano allegramente ad alleggerire il patrimonio nazionale dei più preziosi cimelj. Gli uffici
d'esportazione presso le biljlioteche governative, veggono di tanto in tanto comparire qualche
incunabulo — dei meno pregevoli — per il quale si chiede il nulla-osta pagando la relativa
tassa. Ma le automobili seguitano tranquille e indisturbate a passare il confine, e agli eleganti
yachts dei miliardari americani, nei quali i finanzieri non possono mettere il naso, affluiscono
le barche e le gondole onuste di libri e di manoscritti, sotto gli occhi delle autorità che non
debbono accorgersene.
Che fare ? Se non si vuole imitare la fiscalità americana col prescrivere una visita anche
all' uscita del confine — (visita che sarebbe più proficua dell' altra) — si applichi almeno la
legge del 1909 e si dia modo al competente Ministero di eseguirla senza ulteriori indugi. La
legge permette al Governo di impedire l'esodo dei cimeli bibliografici, purché si facciano le
denunce e le verifiche prescritte.
Ma riuscirà il Ministero a sollecitare l'approvazione del regolamento della legge 20
giugno 1909 ancor dormiente al Consiglio di Stato, e si troverà un ministro del Tesoro che con-
ceda a quello dell' Istruzione le poche migliaia di lire occorrenti per i provvedimenti da prendere ?
Si tratta di libri? Majora premunì! »
A questa lettera rispose 1' on. L. Rava col seguente breve scritto pubblicato pure dal
Corriere della Sera :
« Leggo ora (ero in viaggio) la lettera dell'amico prof. G. Biagi al Corriere « sulla tutela
del nostro patrimonio bibliografico ».
Se il dotto professore avesse avuto sotto gli occhi la tornala della Camera, col mio breve
discorso, avrebbe visto che non dimenticai di raccomandare a! ministro guardasigilli l'applica-
zione della legge 20 giugno 1909 sulle Antichità e Belle Arti, da me proposta e difesa.
Appunto per la tutela dello speciale patrimonio che si conserva nelle chiese, io desiderai
che la legge portasse pure la firma del ministro guardasigilli. La legge ha norme rigide e giuste
per la buona custodia anche degli importanti documenti della nostra storia, dovunque e co-
munque siano conservati.
Ma occorre fare gli inventari (chi non ricorda l'opera del povero Mazzatinti ?), e soprat-
tutto occorre che il Ministro del Tesoro non neghi i fondi, come non li negò per il catalogo
dei nostri monumenti. Siamo d' accordo. Io mi rivolgo alla sua cortesia per un piccolo fatto
personale. Dice malinconicamente il Biagi : « quando si tratta di biblioteche e di libri, i ministri
rispondono majora premimi».
112 NOTIZIE
È proprio cosi ?
Per parte mia posso dire che biblioteche e libri mi parvero sempre cose degne della
massima cura : ed ebbi la buona fortuna di poter proporre e di veder approvate due leggi
speciali per le biblioteche ; e di render possibile 1' insegnamento della biblioteconomia (ormai
necessario) e di pubblicare i nuovi regolamenti, anche per le biblioteche non aperte al pubblico)
e di istituire un organo di studio « la Giunta superiore delle biblioteche » di cui è parte assai
operosa il Biagi stesso. L' ultimo Congresso internazionale di bibliografia lodò e approvò le
riforme italiane ».
Con questa lettera l'ex ministro dell'Istruzione Pubblica si difende contro l'accusa che
i ministri sogliono rispondere niajora premunì quando si tratta di biblioteche e di libri ricor-
dando le utili riforme da lui introdotte in favore delle biblioteche, mentre da queste colonne
vogliamo anche noi rispondere all'esimio prof. Biagi per difenderci contro le generiche accuse
da lui lanciate contro i librai. Come può egli dire che i mercanti{^.) continuano allegramente ad
alleggerire il patrimonio nazionale dei più preziosi cimeli senz'addurre delle prove ? La Biblio-
teca Laurenziana da lui si egregiamente diretta, fa le funzioni d' Ufficio d' esportazione per i
libri ed i codici, ed egli dovrebbe conoscere perciò perfettamente tutte le operazioni che vi si
compiono ; invece di parlar soltanto dell'emigrazione di cimeli egli avrebbe dovuto anche accen-
nare alle molteplici importazioni di tesori bibliografici che al suo ufficio vengono presentati !
È ormai notorio che in Italia purtroppo da molto tempo non s' incontrano più sul mercato
librario delle grandi rarità bibliografiche e che per averle i librai debbono concorrere alle aste
di Londra, Parigi, Bruxelles, Vienna ecc. L' egr. prof. Biagi ha ben veduto i molti tesori bi-
bliografici da noi importati in Italia e dovrà convenir con noi che abbiamo un grande merito
di ricondurre al nostro paese cimeli una volta già emigrati e di offrire in tal modo alle biblioteche
d'Italia r occasione di poterli acquistare per assicurarli al nostro patrimonio bibliografico.
Purtroppo codesti casi sono però assai rari. Noi abbiamo l'abitudine di richiamare l'attenzione
particolare dei singoli bibliotecari sui libri e codici di speciale loro interesse e di concedere
delle condizioni oltremodo vantaggiose per incoraggiarli all'acquisto, ma non sempre riusciamo
nel nostro intento. E però anche vero che qualcuno riconosce con gratitudine le preferenze da
noi a tal uopo usate ed accoglie con entusiasmo le nostre proposte ; ed a corroborare ciò ci-
tiamo due esempì di data recentissima : alla R. Biblioteca Estense di Modena segnalammo il
primo libro stampato a Modena che vi mancava ancora ; la direzione si affrettò a chiedere ed
ottenne subito dal Ministero dell' Istruzione Pubblica l'autorizzazione di acquistarlo, di modo
che potè assicurare alla sua Biblioteca il prezioso incunabulo. Alla Nazionale di Napoli segna-
lammo recentemente un preziosissimo incunabulo napoletano col medesimo successo. Vi sono
dunque per fortuna anche in Italia delle biblioteche e — possiamo aggiungere con viva sod-
disfazione — dei veri bibliofili, che senza strepito acquistano dei cimeli pagandone dei prezzi
elevati ; e l'egr. prof. Biagi potrebbe forse spiegarsi con questa ragione il fatto da lui lamentato
eh' egli vede solamente di tanto in tanto comparire qualche incunabulo — dei meno pregevoli
— per il nulla-osta. Mentre la Laurenziana non ha da curarsi che degli stampati e dei mano-
scritti, abbiamo a Firenze ancora 1' Ufficio d' Esportazione per i codici miniati e non sappiamo
se il prof. Biagi, lanciando delle accuse contro i librai-anticiuarì (da lui chiamati mercanti) abbia
tirato la freccia contro questi e pubblicato il suo monito anche nel nome del direttore di que-
st' Ufficio ; noi abbiamo motivo di dubitarne.
Da parte nostra abbiamo sempre scrupolosamente osservato le prescrizioni della legge
ma purtroppo finora abbiamo potuto soltanto constatare che queste erano spesso ignote a chi
avrebbe dovuto conoscerle per il primo. Abbiamo lottato, con articoli, memoriali, conferenze ecc.
contro delle fiscalità assurde che ci obbligavano di presentare qualunque stampato anteriore al
i8oo per il nulla-osta ^ed il sig. prof. Biagi si ricorderà bene di aver anche apposto la sua pre-
ziosa firma al nulla-osta [su carta bollata da 6o centesimi] per l'esportazione d'un volume del valore
di 50 centesimi) finché siamo riusciti ad ottenere che tale operazione si limitasse soltanto ai libri
NOTIZIE 113
anteriori al 1500. Non abbiamo da osservare nulla contro la sorveglianza rigorosissima dei doga-
nieri al confine, lasciando loro la facoltà di aprire e frugare i pacchi prima che escano dal-
l' Italia, ma dobbiamo però insistere eh" essi conoscano anzi tutto la legge e sappiano poi an-
che distinguere un incunabulo da un sillabario o qualsivoglia altro libro recente.
L' egr. prof. Biagi si rammenterà di certo benissimo del processo lunghissimo e dispen-
dioso che r Erario dovette sostenere colla nostra Libreria per il sequestro d' un esemplare dei
Commentari di Giulio Cesare stampati a Londra nel 1712, che la sapiente dogana di Genova
considerava, contro il parere dell'ufficio d'esportazione da lui diretto, come un cimelio di somma
importanza la cui emigrazione in America sarebbe stata un danno irreparabile per il patrimonio
bibliografico nazionale ; lo Stato dovea pagare parecchie migliaia di Lire per convertire i signori
della dogana all'opinione dell' ili. prof. Biagi ! E recentissimamente si ripetè questo caso alla
dogana di Chiasso, che non lasciava passare un nostro invio accompagnato dal documento
d'esportazione rilasciato proprio dall' Ufficio diretto dall'egr. amico prof. Biagi. Dovea trascor-
rere più d' un mese di corrispondenza col Ministero dell' Istruzione Pubblica prima che si otte-
nesse l'ordine di far proseguire la spedizione.
Plaudiamo sinceramente al consiglio patriottico dell'egr. prof. Biagi che si usi la maggior
sorveglianza possibile sulle automobili, gondole, barche e sugli eleganti yachts (e perché non
anche sui velivoli ?) e quando si sarà scoperto qualche contrabbando condanneremo aspramente
chi avesse tentato a commetterlo, ma finché si lanciano senza prove delle accuse o dei so-
spetti contro una classe benemerita della cultura nazionale noi ci opponiamo con proteste ener-
giche, sicuri di farlo con la piena solidarietà di tutti i colleghi.
La Bibbia di Re Giacomo I - Un centenario inglese. — Togliamo dal Resto del Carlino
questo importante articolo di Gastone Chiesi :
« Mentre 1' Italia sta celebrando colle feste dell'arte e dell' industria a Roma, a Firenze
ed a Torino il primo cinquantenario della proclamazione ideale della propria unità, 1' Inghil-
terra è assorbita in altre feste ed in altre celebrazioni di carattere ben differente ma non meno
interessanti.
In questi giorni ricorre per l'appunto il terzo centenario della presentazione a Giacomo I,
re d' Inghilterra e di Scozia, della primissima copia della Bibbia tradotta in inglese, colla sua
approvazione, dai più eminenti uomini che nel campo delle lettere e della religione in quel
tempo esistessero.
Si è discusso, e non da oggi soltanto, intorno alla influenza che la traduzione della
Bibbia dai testi ebraici, greci e latini, in inglese, ha avuta sulla nazione tutta e sui suoi glo-
riosi destini imperiali. Non pochi sono coloro i quali affermano che dalla Bibbia, e dalla
Bibbia sola, vengono tutte quelle virtù di energia, di costanza, di disciplina, di rispetto del
principio autoritario, quell' educazione al sentimento del dovere, che formano il forte tessuto
fondamentale del carattere di questo popolo e lo hanno condotto alla invidiabile, ed invidiata,
posizione che occupa nel mondo.
A me personalmente la controversia sembra vana. La Bibbia ha avuta indubbiamente
una influenza grandissima sulla formazione del carattere dei popoli anglo-sassoni, certamente
ha contribuito a dare alla loro mente quella semplicità e quasi ingenuità di pensiero che cosi
frequentemente sorprende noi latini quando per la prima volta ci troviamo a contatto non con
un singolo inglese, ma con una collettività di questa razza.
Certo si può disputare che alla Bibbia od alla influenza della Bibbia siano dovute tutte
le fortune che sono capitate a questo popolo nel campo politico, militare e coloniale da tre
secoli appunto a questa parte !
Anche in Germania la Bibbia è stata tradotta nella lingua comune del popolo, anche
colà ha esercitato, colla riforma, una influenza enorme, incalcolabile quasi sul carattere della
popolazione, forse più che in Inghilterra la Bibbia ha influito profondamente sul morale dei
114 NOTIZIE
popoli tedeschi, ma fino ad anni recenti essa non ha mostrato di potere o di volere condurre
la Germania protestante a quell'apogeo di potenza conseguito da più di cento anni dalla pro-
testante Inghilterra. E ciò perché mancavano colà le condizioni favorevoli, l'ambiente propizio,
le ragioni impellenti, del rapido assurgere della razza ai suoi più alti destini.
Non bisogna quindi credere, come oggi si vuole far credere, che le Indie siano state
conquistate colla Bibbia alla mano e per amore della Bibbia, che il Canada sia stato strappato
ai francesi sol perché gli inglesi erano protestanti e sapevano la Bibbia a memoria, mentre i
loro avversari erano cattolici e giuravano sopratutto per la verginità di Maria, non bisogna
neppure supporre che le navi inglesi, le quali hanno sbarcato sulle coste dell'Australia i primi
galeotti e le prime mandre di bovini, le prime dozzine di pecore, fossero state guidate verso
il continente ignoto, che oggi ha innanzi a sé cosi grande e meraviglioso avvenire, da un Ar-
cangelo di quelli che fanno apparizione nei Testi Sacri !
La Bibbia non ha fatto nulla di tutto questo, ma essa ha fatta opera non meno grande
e generosa verso questo popolo : gli ha dato un monumento letterario che non ha confronto
presso nessuna altra nazione moderna del mondo, ha contribuito con Shakespeare a fissare defi.
nitivamente la lingua inglese, nella sua forma nitida e precisa che ancor oggi è la sua impa-
reggiabile qualità e l'ammirazione di quanti stranieri per diletto o per necessità sono vòlti a
studiarla o ad usarla.
Vi sono dei momenti nella vita di un popolo in cui non vi è alcuna differenza fra la
lingua parlata e la lingua letteraria. La traduzione della Bibbia in inglese ha còlto uno di
questi rarissimi e felici sincronismi e lo ha fissato per quanti secoli può ancora dare l'avvenire.
La traduzione della Bibbia in Inghilterra fu infatti un'opera collettiva, non di uomini ma
di popolo, è l'anima del popolo inglese che si rispecchia nelle linee sonanti, nei versetti armo-
niosi, nelle descrizioni poderose. E la sua anima, è la sua inspirazione.
Chi ricorda più, neppure oggi, neppure in questi giorni di celebrazioni e di commemo-
razioni festose, i cinquantaquattro vescovi dottori e professori che da Giacomo I ebbero 1' in-
carico di condurre a termine il grande lavoro che era stato promesso al popolo e che il pt)polo
domandava con un grido di passione ?
Nessuno li rammenta quei brav' uomini che presi ad uno per uno non furono mai né
grandi scrittori, né grandi teologi, né grandi professori, ma che collettivamente hanno prodotta
un'opera veramente monumentale.
Sette anni durò il lavoro di preparazione, di traduzione, di revisione, di composizione,
di correzione ed infine dì stampa della Bibbia, e furono certamente sette anni fra i meglio
impiegati nella storia del popolo inglese e possiamo anche aggiungere della Cristianità.
Prima della famosa edizione autorizzata da re Giacomo la Bibbia era già stata tradotta
parzialmente o per intero nella lingua inglese, e prima fra tutti da William Tyndale che scontò
col martirio la sua audacia e la sua fede, essendo egli stato appunto impiccato ed arso sul rogo
per avere disobbedito agli ordini della chiesa cattolica che allora rifiutava il consenso non sol-
tanto di tradurre la Bibbia nelle lingue volgari delle varie nazioni, ma anche di lasciarla leg-
gere in latino a chi poteva avere conoscenza sufficiente per farlo.
Dopo il Tyndale la Bibbia venne tradotta anche dal Miles Coverdale, e siccome non si
trovò uno stampatore in Inghilterra che osasse stamparla, bisognò inviare il manoscritto a
Zurigo che allora era uno dei centri più famosi del movimento riformistico e protestante
europeo. Altre traduzioni seguirono di tempo in tempo, ma esse furono tutte imperfette, troppo
risentendo delle caratteristiche particolari di temperamento e di coltura di questo o di quel
traduttore, molte anzi avevano il difetto di essere tradotte a scopo partigiano e cioè per age-
volare la penetrazione di questa o di quella tendenza teologica, di questa o di quella speciale
setta, ed infatti del luteranismo, del calvinismo, del presbiterianismo, di modo che le varie
traduzioni, se soddisfacevano ad una delle tendenze allora in vivissima lotta fra di loro, urtava
ed offendeva le altre.
Fu il rettore della Università di Oxford, Rainolds, il quale consigliò a re Giacomo di
ordinare una traduzione dei Testi Sacri la quale non dovesse e non potesse offrire ragione di
controversie alle varie tendenze religiose, le quali travagliavano il paese, non per i fatti sacri
NOTIZIE 115
riportati, ma per lo spirito della traduzione e per le arbitrarie interpretazioni che ai fatti
si davano.
Ed il Re, che aveva reputazione di pedante e di meticoloso, forse fu lusingato dall' idea
di ottenere una traduzione del Libro Sacro cosi fedele ed onesta da riuscire a soddisfare tutte
le tendenze e tutte le fazioni, e ricondurre, per quanto era possibile, la pace religiosa nell'animo
del suo popolo.
Il successo che ebbe la versione autorizzata non appena fu pubblicata dimostra che la
meta a cui il Re ed il Rainolds tendevano fu raggiunta, la Bibbia divenne popolare, fece la
sua apparizione in tutte le famiglie, nella casa dell' anglicano come in quella del puritano, e
più tardi in quella del quacchero come in quella del metodista. Ed è per questo che il gran
libro ha potuto compiere una azione non soltanto morale e religiosa quale da esso chiedevano
i sostenitori, i preparatori, i martiri della traduzione ; ha anche adempiuto ad una funzione
artistica e letteraria che ha lasciata grandissima impronta nella storia passata dell' Inghilterra e
la cui influenza dura tutt'ora incontrastata.
L' Inghilterra ha quindi ragione di celebrare con vera solennità il terzo centenario della
famosa traduzione nella persuasione confidente che fin quando il popolo inglese non smetterà
di leggere la Bibbia, la bellezza di questa lingua, le sue tradizioni non saranno in pericolo.
E cosi lo storico coscienzioso potrà attribuire una gloria anche al regno triste del me-
lanconico figlio di Maria Stuarda, quella di avere prodotto il volume nel quale è tanta parte, e
la parte migliore, dell'anima di questo popolo ».
Gli scritti vinciani. — In una sua riunione la Commissione reale per l'edizione nazionale
degli scritti di Leonardo da Vinci ha deliberato di raccogliere le fotografie di tutti i foglietti
e di tutti i disegni di Leonardo che sono disseminati presso le biblioteche e i musei di ogni
parte del mondo. Si calcola che si avranno da fotografare circa quattromila foglietti di mano-
scritti e circa quattrocento disegni, non comprendendo quelli contenuti nel famoso Codice Atlante
già pubblicato a cura dell'Accademia dei Lincei.
A tale scopo la Commissione ha diramato una circolare invitando quanti posseggono
cimelii vinciani a dargliene notizia. Si spera per la fine dell'anno di avere completata la pre-
ziosa raccolta, che verrà poi ordinata e pubblicata con metodo razionale e critico.
La Commissione si riunirà ai primi di giugno per prendere cognizione dell'esito delle
pratiche in corso presso 1' Istituto di Francia e i Reali Musei inglesi, i quali posseggono la
maggior parte degli autografi di Leonardo che debbono essere fotografati.
Una lettera inedita di Goetlie. — Il Mondo artistico di Milano scrive che a Berlino fu
venduta per 325 lire una lettera autografa e inedita di Wolfango Goethe, indirizzata al genti-
luomo di Corte von Einsiedel, nella quale il Poeta esprime un curioso giudizio sul mercanteg-
giare italiano del suo tempo.
La lettera, datata da Roma io novembre 1787, è una raccomandazione in favore di un
giovane italiano, tal Filippo Collina. « Egli — scrive Goethe al von Einsiedel — ti potrà essere
assai utile, perché quando tu dovrai accompagnare la Duchessa in viaggio, ti risparmierà tutte
le noie degli acquisti e del mercanteggiare : noie che in Italia sono veramente insopportabili a
meno che non si voglia aizzare un italiano contro gli italiani ».
Manoscritti di Swinburne. — Nella ricorrenza del centenario della nascita di Algernon
Charles Swinburne si è aperta a Londra una esposizione di manoscritti e di opere del celebre
poeta, ordinata dal signor Gosse che dello Swinburne fu intimo amico per oltre quarant'anni e
che possiede una ricca collezione di suoi manoscritti.
La mostra si divide in tre sezioni : la prima comprende i manoscritti ; la seconda le varie
edizioni delle opere del Poeta, dalla più antica e rara alla più moderna e comune ; la terza
comprende un' interessantissima raccolta di disegni, i quali servirono ad illustrare le varie opere,
disegni in gran parte dovuti alla matita di Dante Gabriele Rossetti.
Fra le opere si trovano alcuni pamphlets di carattere politico, i quali rivelano il Poeta
sotto nuova luce, essendo in gran parte sconosciuti anche ai suoi più intimi amici.
Uno di questi opuscoli sembra sia stato stampato in tre soli esemplari.
ii6 NOTIZIE
La pili antica carta topografica. — Finora fu ritenuto quale carta topografica più antica
la pianta di Vienna che fu eseguita nel secondo quarto del XVI secolo. Recentemente fu sco-
perta dal prof. Mario Baratta dell' Università di Pavia fra i manoscritti vinciani del Museo
Britannico di Londra una pianta topografica di Imola colla data del 1501. Leonardo si trovava
allora nella Romagna al servizio del Duca di Valentino Cesare Borgia come ingegnere militare.
La pianta eseguita in base a misurazioni colla bussola è di un'esattezza straordinaria in tutti
i suoi benché minimi particolari, ed aggiunge ancora un nuovo non indifferente merito ai molti
già conosciuti ed apprezzati di Leonardo da Vinci.
La nuova Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. — L' 8 maggio di quest'anno si
compi solennemente in presenza dei Reali d' Italia, delle autorità civili e militari e di un pub-
blico enorme stipato su tribune appositamente costruite ed all'aperto, mentre diluviava, la
cerimonia della posa della prima pietra della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Il bibliotecario Dr. G. Coggiola faceva per cotale fausto avvenimento una bella pubbli-
cazione dal titolo « Giubileo di Cultura », col contenuto seguente : VIII Maggio MCMXI
(G. Coggiola) — Antonio Magliabechi : il fondatore (S. Morpurgo), col ritratto del fondatore,
la veduta del Salone Magliabechiano e coH'eftige di Anton Francesco Marmi, amico ed esecu-
tore testamentario del Magliabechi e primo bibliotecario della Magiiabechiana — Due secoli di
vita della Biblioteca (G. Coggiola), con 7 facsimili — ■ La vecchia sede e le sue angustie
(S. Morpurgo), con 4 illustrazioni fra le quali è degno di speciale menzione il ritratto bellissimo
del defunto direttore della Nazionale Desiderio Chilovi che fu un promotore instancabile e
benemerito della nuova Sede — La nuova Sede e il suo nol)ile vicinato (S. Morpurgo e G. Cog-
giola), con 13 illustrazioni.
Il « Libro dei martiri » di Foxe all' asta per 200,000 lire. — Negli uffici della ditta
Sotheby si erano adunati il 26 maggio corr. i più noti mercanti di oggetti d'arte e collezionisti
di Londra. Era annunciata infatti la vendita all'asta d' una preziosa copia del Libro dei martiri
di Foxe.
Il libro fu stampato nel 1641, ma il suo attestato di nobiltà non gli viene dall'età, bensì
dal fatto che fu il migliore compagno di prigionia del grande apostolo non-conformista John
Bunyan, seguace del monaco Kno.\ e autore di quel curioso libro // l'iao^gio del pe/Iet^riiio, che
ricorda la Divina Couimedia, se non altro perché il pellegrino, che ne è protagonista, va a
conquistare la fede e la beatitudine attraverso l' inferno, il purgatorio e il paradiso. Il libro era
stato acquistato molti anni fa dalla biblioteca privata di Bedford, che Io custodiva come una
preziosa reliquia. Ma ora i direttori della biblioteca hamio deci.so di vendere i libri per far
fronte a gravi imbarazzi finanziari che minacciano l'esistenza stessa dell'antica istituzione.
Fra i ricchi mercanti di oggetti d'arte accorsi oggi alla vendita, alcuni erano pronti a pagare
il libro fino a 180 o 200,000 lire. Ma pochi momenti prima che la vendita cominciasse, giunse
un ordine del Ministero invitante la ditta Sotheby a rinviare per qualche tempo la vendita.
Pare che il Ministero abbia creduto necessario di intervenire a nome della nazione per
impedire che un simile cimelio vada a finire nel museo di qualche milionario d'oltre Oceano.
Il Governo promuoverà forse una sottoscrizione nazionale per riscattare il libro.
La Libreria antiquaria di Jacques Rosenthal di Monaco si è trasferita dalla Karlstrasse io
alla Briennerstrasse 47.
L'instancabile libraio di S. M. l'Imperatore di Germania e Re di Prussia si è insediato
nel proprio sontuo.so palazzo da lui or ora costruito appositamente per la grande sua Libreria.
Auguri cordiali.
Comm. Leo S. Olschki, Direttore-proprietario.
Nello Mori, Gerente responsabile.
1911 - Tipografia Giuntina, diretta da L. Franceschini — Firenze, Via del Sole, 4.
Anno XIII
Luglio 1 9 i i
Dispensa 4^
La Bibliofilia
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI
UNA GRANDE PUBBLICAZIONE
DI BIBLIOGRAFIA MUSICALE
Ierita di essere segnalata all'attenzione dei nostri lettori una
importantissima pubblicazione di bibliografia musicale: cioè il
grande Catalogo della Biblioteca Musicale della Deputazione
di Barcellona, con note storiche, biografiche e critiche, trascri-
zioni in notazione moderna dei principali motivi musicali e
facsimili dei documenti più importanti per la bibliografia spa-
gnuola, compilato dallo illustre compositore e musicologo
D. Félipe Pedrell, il celebrato autore dei Pirenei, della Celestina, di tanti lavori e
musicali e storici e bibliografici, vera illustrazione della Spagna musicale moderna.
L'edizione è di gran lusso e di squisita eleganza, sia per la bellezza e per
la varietà dei caratteri, sia per la qualità dell'ottima carta a mano, sia per le
illustrazioni e pei fregi di cui è doviziosamente adornata.
Ma noi, più che della veste esteriore, dobbiamo occuparci del contenuto dei
due grossi volumi, i quali recano un cosi ampio e prezioso contributo alla storia
della musica ed alla bibliografia musicale.
Giova innanzi tutto ricordare come alla passione bibliografica del maestro
Joan Carreras y Dagas, nato a Girona nel 1828, morto a La Bisbal il 19 No-
vembre 1900, si debba il primo nucleo di quella raccolta di opere musicali e
letterario-musicali che costituisce attualmente la Biblioteca Musicale della Depu-
tazione Provinciale di Barcellona.
Il maestro-bibliofilo andava raccogliendo con grande amore quanti libri e codici
e stampe musicali poteva trovare nelle botteghe, nelle vendite ai pubblici incanti,
presso privati, in Spagna e fuori, tanto che nel 1870 la suppellettile da lui rac-
colta era cosi ampia che dove farne un primo e sommario catalogo egli stesso,
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4» 15
iiS ARNALDO BONAVENTURA
senza però alcun metodo bibliografico. Si era sparsa intanto la fama dell' impor-
tanza di tale raccolta: i dotti la visitavano e ne rimanevano meravigliati ; il
celebre maestro Barbieri dichiarava che sarebbe stata una vergogna se la città
di Barcellona non l'avesse acquistata: alcuni stranieri facevano offerte al posses-
sore, mentre altri facevano appello al suo patriottismo perché non lasciasse andare
fuori di Spagna la preziosa raccolta. Anche fra noi, qui in Italia, ci son molti che
danno, e a ragione, simili consigli a chi vuol disfarsi di qualche sua collezione
e chi scrive sa di musei di strumenti e di raccolte che avrebbero dovuto e do-
vrebbero restare in Italia. ]\Ia... l' Italia non compra e chi è obbligato a vendere
raramente spinge il suo patriottismo fino a... non vendere !
Ma torniamo in Ispagna.
Il maestro Carreras offri la sua biblioteca alla Deputazione Provinciale di
Barcellona che nominò una Commissione coli' incarico di esaminarla e di riferire.
La relazione fu favorevole e la Biblioteca venne acquistata, per 20,000 pesetas,
nel 1892. Passarono vari anni prima che se ne potessero fare l'ordinamento e il
catalogo, finché al principio del 1907 fu creata una Commissione autonoma con
r incarico di tenere in custodia i tesori artistici ed archeologici della città. Questa
Commissione riunì in un unico edificio varie importanti raccolte e tra queste anche
la Biblioteca che fu poi inaugurata dalla Giunta dei ^Musei di Barcellona. Questa
Giunta e per essa il suo Presidente Prat de la Riha fece tosto iniziare gli studi
sulla detta collezione musicale e stanziò una somma per le relative pubblicazioni,
prima fra le quali un Catalogo monumentale illustrato del quale affidava la compi-
lazione al chiaro M° D. Félipe Pedrell. Questi ha ora compiuto l'opera sua coi
due magnifici volumi di cui ci occupiamo e intorno al contenuto dei quali faremo
ora un rapido cenno.
Giova innanzi tutto far parola del metodo seguito nel grave ed arduo lavoro
del valoroso musicologo spagnuolo, quale si può rilevare dal suo breve ma inte-
ressante Proemio.
Il concetto fondamentale cui il Pedrell si è ispirato, consiste in ciò: fare
in modo che il Catalogo sia non solo la classificazione di una biblioteca ma anche
uno strumento indispensabile di cultura storico-musicale. Perciò, divisa la materia
in molteplici categorie secondo i soggetti, egli fa seguire alla descrizione biblio-
grafica di ciascuna opera ampie e diffuse notizie biografiche e monografiche di
ogni genere, l' indicazione del contenuto del libro, molteplici richiami e raffronti,
apprezzamenti sull' importanza dell'opera, estratti o passi notevoli, spesso le pre-
fazioni, commenti critici e notizie storiche, più o meno in esteso secondo i casi,
esempi musicali, a volte anche di non piccole dimensioni.
Il materiale viene diviso in sette categorie o classi ciascuna delle quali ha
molte suddivisioni e, se cosi può dirsi, sotto-suddivisioni. Per darne un' idea,
riferiamo la classificazione del Pedrell, nelle linee sue generali :
I Classe. — Essenza dell'Arte (Filosofia — Estetica — La Musica come
arte e come professione — La Musica nell'educazione, etc.)
II Classe. — Storia (generale; della musica antica, medievale, moderna,
religiosa, sinfonica, drammatica, del canto, della declamazione, della danza, della
musica popolare, dell' insegnamento, dei concerti, dei teatri, dell'organografia,
della liuteria, critica, etc, etc).
UNA GRANDE PUBBLICAZIONE DI BIBLIOGRAFIA MUSICALE
119
III Classe. — Teoria (Musica matematica, Armonia, Contrappunto, Com-
posizione, Strumentazione, Metodi strumentali, Arte del canto, della mimica, della
coreografia, etc).
IV Classe. — Pratica (Opere dei musicisti — Monumenti della musica an-
tica, della musica orientale ed esotica — Musica sacra — Musica profana —
Opera seria e comica — Canzoni, Danze, Canti nazionali — Musica pura e sin-
fonica, etc, etc).
V Classe. — Poligrafia (Dizionari tecnici, Riviste, Almanacchi, Pro-
grammi di concerti, spettacoli, etc).
VI Classe. — Letteratura musicale (Libretti, Scenari, Argomenti, Elogi in
versi e in prosa, novelle, poemi, poesie, etc).
VII Classe. — Bibliografia. — (Bibliografia generale — Storia della let-
teratura musicale (critica) — Cataloghi di biblioteche generali e speciali, di ven-
dite, di editori, di fabbricanti di strumenti, etc, etc).
Di queste sette classi, quattro sono contenute nel primo volume e tre nel
secondo. Se noi dovessimo accennare pur alle principali tra le opere che per
rarità o per importanza sono indicate e illustrate nel monumentale Catalogo,
troppo ci dovremmo diffondere. Ci limiteremo quindi a ricordarne pochissime e
segnatamente quelle che più direttamente si riferiscono all'arte musicale spa-
gnuola, mentre delle molte riferentisi all'arte italiana abbiamo, come è naturale,
esemplari anche nelle Biblioteche nostre, oltre che in quelle d'altri Stati d' Europa.
Cosi, nella prima parte (Essenza dell'arte) che è, a vero dire, assai povera,
segnaliamo le Reflexiones \ sobre la Arquitectura \ Ornato \ y Musica del tempio.... J
AMA>lt. CON MVSKjt .XNTVfffX ^^
Ferriol, // libro sulla danza (v. pag. 121).
I20
ARNALDO BONAVENTURA
por ci Marqjiis de Ureìia \ Madrid MDCCLXXXV \ por D.Joachin Ibarra \ impresor
de Camara de S. M. — Il Pedrell fa un assai lungo commento di questo libro,
interessante anche per noi italiani per l'omaggio che l'A. rende al nostro gran
Boccherini e per ciò che dice del Sammartini, dell' lomelli, del Pergolesi.
^Coiniencael libro llamado de j
i <;laraaQ d< infhinittos wufkaUs dirmdo (tlill»Pri[ìintofcnor r!jf
fior don FMncifco de (unign Qondi dfJVJirnnda^fcnor dcUt cd \
Cni de oJjelLvieda y btif^ì ^c.copvrfìoporel niuy reuereudo pa ^
drefray Im Bermuda deU orde deh s niettorer.en el qu.tlha'.U [
rjitodo lo que en muficA dejjeare^y eotiettefeys léror.fégS enii
ptiginA pguihe fé vn>v,exnmin4do y Aprouddopor loi egregia
mficot Bernardino de Jìguerod,y Chrijhud de mornlet . i j f {
^Cc/ipriuitegio.^
Bermudo. Instrumcntos musicales, 1555. (v. pag. 122).
Più ricca e più importante è la classe relativa alla Storia. Vi notiamo, oltre
alle solite storie, antiche e moderne, ed oltre alle traduzioni latine delle opere di
UNA GRANDE PUBBLICAZIONE DI BIBLIOGRAFIA MUSICALE 121
Aristosseno, Tolomeo, Aristotile, Porfirio, etc., i Saggi del Requeno sul ristabi-
limento dell'Arte Armonica dei Greci e dei Romani, e nella parte critica, l' inte-
ressante libro del Valls in cui tratta la famosa Otiestione di Zamora, intorno alla
quale il Pedrell dà le più larghe ed esaurienti notizie.
Notiamo altresì le opere del Santisso-Bermudez, del Hortador Ferrer y Castro,
del Cerbellon de la Vera, del Salado, del Bruguera y Morreras, tutte accurata-
mente elencate e illustrate con note.
Assai curioso è poi il libro del Ferriol sulla Danza, con disegni coreografici
e musica, di cui riferiamo un fac-simile a pag. 119.
In questa parte relativa alla Danza sono pur notevoli varie danze antiche e un
Quartetto vocale burlesco composto sui gridi dei venditori ambulanti barcellonesi.
Anche la classe Teoria colle molteplici sue suddivisioni contiene parecchie
opere assai interessanti quali, oltre a quelle note del Descartes, del P. Sacchi, del
Baini, del De La Fage, i trattati spagnuoli del Tosca, del Sinibaldo, del Sanchez
e quelle, relative alla Notazione, del Gii, del Valldemusa, di altri. Nella suddivi-
Ritratto di Pietro Cerone, (v. pag. 122).
122
ARNALDO BOXAVEXTL'RA
sione più direttamente pertinente all'Armonia, al Contrappunto, alla Composizione,
notiamo il cinquecentesco Trattato del Bermudo, (vedi fac-simile a pag. 120) quelli
italiani del Vanneo, del Vicentino, dello Zarlino, dello Zacconi non che quello di
un italiano fattosi poi spagnuolo, cioè Pietro Cerone, di cui riferiamo il ritratto
a pag. 121.
Seguono moltissimi altri Trattati di autori d'ogni tempo e di ogni nazione;
1^
^IBRO DE M VSIC A PARA^
Vihuela,inticuladoOrphenicaIyra,Enl
c\\ Te córienenmuchasy digerfas obras»
Cópucdo por "Miguel de Fuenllana,
Dingidoal muyalroymuy poderofo fc
fior don Philippe principe dcE^pana,
Rfy df ynglatcrn,de Nopolci Sic nfoffóor,
y^' CON PRIVILEGIO TlEAL.'^i
J^
Taffado en veynte y ocho reales-
Miguel de Fuenllana. Libto de Musica, 1554. (v. pag. 123).
UNA GRANDE PUBBLICAZIONE DI BIBLIOGRAFIA MUSICALE 123
ma se volessimo elencarli dovremmo ricopiare 1' intero catalogo. Diremo quindi
soltanto che ai trattati di teoria musicale seguono i metodi di musica strumen-
tale, per molti dei quali sono riprodotte nel Catalogo le varie Intavolature, e poi
i metodi per l'Arte del canto.
Nella quarta classe (Musica pratica) troviamo innanzi tutto indicata una
ricca collezione di musica sacra; codici membranacei e cartacei, messali, antifo-
nari di molta bellezza e di molto valore, trattati di canto gregoriano e altre opere
del genere, che il Pedrell illustra ampiamente e di cui sono riferiti nel Catalogo
frontespizi, figure ed esempì musicali abbondanti.
Ha poi una particolare importanza la superba raccolta di Villancicos, Re-
sponsions, Solos, etc, che potrà servire a studiare a fondo un genere tanto inte-
ressante per la storia della musica popolare spagnuola, cosi originale e caratte-
ristica, come per lo studio della musica religiosa nelle sue manifestazioni nazionali
e regionali. Dopo gli Oratori e dopo la musica per Organo, cominciano le opere
di musica profana, prima delle quali V Orpheonica Lyra del Fuenllana, cui, perla
sua importanza in rapporto alla musica monodica con accompagnamento di viole
il Pedrell consacra parecchie pagine costituenti una vera monografìa sull'argo-
mento. (Vedi fac-simile a pag. 122).
Di più egli trascrive in notazione moderna vari Villancicos del Vasquez, del
Flecha con accompagnamento di viola e una canzone del Fuenllana con accom-
pagnamento di chitarra ed altre antiche composizioni, ponendo anche spesso a
raffronto il testo originale colla traduzione in notazione moderna. — La suddivi-
sione relativa ai Madrigali e ad altri componimenti profani è pure assai ricca. Vi
figurano, tra i tanti, i nomi di Lope de Vaena, Aldomar, Anchieta, Granjel, Penya-
losa, Quesada, Escobar, Rivatrecha, Morales, Pastrana, Flecha, Verdelot, Monte,
Lasso, Càrceres, Piccioni, Rimonte, Torre, Duron, Hidalgo, etc, etc. Anche in
questa parte sono abbondantissime le trascrizioni musicali in notazione moderna.
Seguono le Opere teatrali in partitura (collezione di poca importanza), i
pezzi staccati di opere teatrali, anche in varie riduzioni, le opere comiche, le zar-
zuele, le tonadilles ed una collezione di canti popolari o popolarizzanti e di mu-
sica strumentale da camera.
La quinta classe, Poligì-afia, contiene pochi e ben noti Dizionari di musica:
la sesta {Letteratura musicale) accoglie Libretti, Elogi di artisti. Novelle, Poemi
ed altri scritti sempre relativi alla musica. E il solo Extrait du Catalogne critique
et raisoHìié d'une petite bibliotheque musicale par Adrien De La Page, forma la set-
tima ed ultima classe, quella cioè della Bibliografia.
Una estesa Tavola Alfabetica e un Indice delle opere di Bibliografia musi-
cale consultate per la compilazione del Catalogo, chiudono il secondo ed ultimo
volume dell' opera.
La quale, oltre ad essere un prezioso documento bibliografico ed un prezioso
istrumento di studio, pare a me essere anche un ammonimento e un esempio :
che se in tutte le biblioteche musicali si facessero e si pubblicassero simiglianti
cataloghi, sarebbero enormemente agevolati gli studi dell'arte e la diffusione della
cultura storico-musicale.
Arnaldo Bonaventura.
124 HUGUES VAGAXAY
Les Romans de chevalerie italiens d'inspiration espagnole
ESSAI DE BIBLIOGRAPHIE
AMADIS DI QATJI^A*)
Che il Re don Briano si mosse da Toleto per dar la battaglia al Re Mi-
ramamolino che era all'assedio di Cordona. Cap. LVI.
Che il Re Don Briano uenne à giornata con pagani, & con l'aiuto di Li-
suarte, & gli altri compagni ottenne la uittoria. Cap. LVII.
Che Lisuarte, & suoi compagni partiron con prospero vento da Cartagine
per la via di Trabisonda. Cap. LVlII.
Ch' andando Lisuarte per mare capitò nell'Isola della simia doue vidde cose
di gran marauiglia. Cap. LIX.
Che i cinque cauallieri liberaron il gran Cirugico Elisabatto, c*c suo nipote
dalle mani di corsali. Cap. LX.
Che Lisuarte, &, compagni gionsero al porto di Trabisonda, & che Alchifa
andò innanzi a farlo sapere. Cap. LXL
Le gran carezze fatte à quei cauallieri, & che parlaron con la Prencìpessa,
et r Infanta. Cap. LXII.
Che comparse in questa corte Fristione col cauallier incantato, & che Li-
suarte, & Onoloria trassero à fine quella auuentura. Cap. LXIII.
Che gionse vn messo del Re della Saluadigina per compire la battaglia
che era citata con Lisuarte, et gli altri. Cap. LXIV.
Per qual cagion non potè trar à fin quella auentura Lisuarte nella corte del
Re Amadis. Cap. LXV.
Le parole che successero fra il Re della Saluadigina, & Lisuarte et Pe-
rione, e '1 giorno ordinato della battaglia fra loro. Cap. LXVI.
Che i tre campioni entraron in campo col Re, et suoi fratelli, et la gran
battaglia che fecero. Cap. LXVII.
Che Lisuarte, et Perione andaron molte volte à parlar alle donne loro, et
che si sposaron di secreto Lisuarte con Onoloria, et Perion con Griceleria.
Cap. LXVIIL
Che essendo vsciti à caccia, l' Imperator, et Perione incontraron vna
donzella, et Pieron promise di vendicarla, et andò seco con l' Imperatore.
Cap. LXIX.
Che r Imperatore, et Perion furon fatti prigioni nell' isola doue gli hauea
la donzella condotti. Cap. LXX.
Che Lisuarte, et Onoloria, furon presi da i medesimi, et furon condotti
tutti quattro per mare senza saper doue. Cap. LXXI.
*) Continuation : v. La Bibliofilìa, voi. XH, pag. 390.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 125
Che Ariadello, et Clinio si misero in vna naue per ir à cercar l' Imperator,
et gli altri, et che Onoloria et la sorella partoriron dui figliuoli. Gap. vlt.
Il fine della Tavola.
F. I. LIBRO DI LISVARTE 1| DI GRECIA. FIGLVOLO 1| DELL'IMPE-
RATORE Il SPL ANDIAMO.
F. 275, Il fine del libro di Lisuarte di Grecia.
L' opera sono fogli 35.
'^ 1610.
« Venezia, Spineda, in 8vo. ». Melzi.
London. British Museum. 1074 e. 16 — Catalogne Landau, t. I, p. 26.
Voi. VII. (Seguito del Libro VII).
1564.
LISVARTE DI GRECL\.... libro secondo..,. Venezia, Tramezzino, 1564,
in 8vo.
* Sedici carte preliminari contengono il frontespizio, il privilegio di Paolo IV,
quello del Senato Veneto in data 23 agosto 1563, la dedicai/ Conte Hippolito Be-
vilacqua, e la tavola ». Melzi, p. 331.
[Mon exemplaire est incomplet de ces seize feuillets préliminaires]. — Cata-
logue Landau, t. I, p. 26.
495 fF., I f. blanc.
F. I. IL SECONDO II LIBRO DI LISVARTE || DI GRECIA, || Ouero
aggiunta di Lisuarte di nuouo ritro- || uata ne gli annali de gli Imperadori || di
Trabisonda, & ridotto nello || idioma Italiano.
[Chacun des chapitres est précède d'un sommaire : leur réunion suppléera
à l'absence de la table, mais il convient de noter que les deux textes, ici comme
en d'autres livres, offrent quelques variantes].
Quel che auuenisse di Lisuarte di Grecia, di Perione, di Olorio, & del-
l' Imperador di Trabisonda, presi & incantati dalla Reina di Argene. Gap. I.
Che furon Perione & Lisuarte disencantati secretamente da Alchifo, & in
qual modo, & quel che lor disse. Cap. IL
Quel che auuenne a i duo generosi principi Perione di Gaula, & Lisuarte
di Grecia suo nipote usciti dell' Isola di Argene. Cap. III.
Che Lisuarte, & Perione accettarono l' impresa per il rescatto delle due
donzelle, & che si misero in camino separatamente. Cap. IV.
Quel che auuenisse in questa nauigatione a Perione di Gaula andando
uerso la montagna spauentosa, & doue apportò. Cap. V.
Che nauigando Perione dopo molti giorni capitò a una Isola doue ebbe
notitia di quel che cercaua, & nuoua del gigante della montagna spauentosa.
Cap. VI.
L' honor grande, che la gente barbara di questa Isola fece a Perione,
& alla Duchessa, & che gli narrarono la inimicitia che hauean co '1 gigante.
Cap. VII.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4^ 16
126 HUGUES VAGANAY
La festa fatta a Perione, vSc alla sua compagnia, & che la duchessa hebbe
nuoua della figliuola che era in poter del gigante. Gap. Vili.
La grande & spauentosa battaglia, che ebbe Perione co "1 gigante Bada-
larco neir Isola della Speranza, & il fine di essa. Gap. IX.
La grande allegrezza de gli Isolani per la morte del gigante, quel che Pe-
rione fece con i cauallieri, & che partirono dell' Isola. Gap. X.
Le parole che passarono fra Perione, & il gigante Badalarco sopra il fatto
della battaglia, & che entrati in campo dieron principio al combattere. Gap. XI.
Che Perione uccise il gigante rimanendo egli malamente ferito, & V honor
grande che gli fu fatto, & fu medicato. Gap. XII.
Le feste che furon fatte nell' Isola della Speranza, & che fu ordinata una
statua a Perione, & quel che fecero i giganti. Gap. XIII.
Ghe tornò 1' huomo con la relatione dall' Isola della Speranza, & quel che
disse, & il disegno che fece la gigantessa Elidamanta. Gap. XIV.
Ghe uenne il principe Perione nell' Isola de i giganti, & il ragionamento
che hebbe con la gigantessa Elidamanta. Gap. XV.
Ghe fu disfidato Saramanto a battaglia, & che Elidamanta si armò & calò
al piano, & quel che passò fra lei & il caualliere della spera. Gap. XVI,
Le grate accoglienze, »S: 1' honore che fu fatto al prencipe Perione di Gaula
nel castello della montagna spauentosa. Gap. XV IL
La festa che si fece in questo castello per la uenuta della Duchessa, &
quella che si fece nell' Isola per la pace. Gap. XVIII.
Quel che si fece nel castello di Saramanto dopo la uenuta della Duchessa,
& che si ragiono di matrimonio. Gap. XIX.
Il ragionamento che fece Perione alla Duchessa & a Lidistora, & quel che
fece Elidamanta, & le risposte che hebbero. Gap. XX.
Quel che disse «& fece Elidamanta co '1 cauallier della spera, & con Lidi-
stora, & che fu concertata la partita. Gap. XXI.
Quel che auuenne a Lisuarte di Grecia nel regno di Orano con i duo dra-
ghi & comme ui apportò. Gap. XXII.
La fiera, & inaudita battaglia, che fu fra il drago di Orano, & il buon
prencipe Lisuarte, & il fine che hebbe. Gap. XXIII.
Il gran lamento, che Androsilla & lo scudiero fecero sopra Lisuarte pen-
sando, che fosse morto, & che per opra del nano fu saluato. Gap. XXIV.
Ghe fu condotto il principe Lisuarta in una lettica fatta di uimene, & doue
egli capitasse. Gap. XXV.
Ghe fu riceuuto con grande honore nella uilla della montagna Lisuarte
& medicato, & quel che fece la reina udita la nuoua della sua uenuta.
Gap. XXVI.
L' apparecchio che fece al caualliere de i dragoni la Reina Lucidiana, &
come lo riceuesse nel suo castello, & quel che si fece per tutto il regno di
Orano. Gap. XXVII.
Gon quanta allegrezza fosse Lisuarte riceuuto nel castello della Reina, i
ragionamenti che hebbero insieme, & che guarì della sua ferita. Gap. XXVIII.
La partita della Reina per la città Metropolitana di Orano, l' ordine
che si tenne, & che le città & terre del regno furono rihabitate. Gap. XXIX.
LES ROMANS DE CHEV ALERTE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 127
Quel che a Lisuarte disse la Reina al suo partire, & che arriuò egli alla
corte del Gran Re della China, oue fu riceuuto con gran festa. Cap. XXX.
Che fu Flordauro armato caualliere da Lisuarte, & dopo il principe della
China, & che non potendo il Re disturbargli la impresa, fece apparecchio pe '1
suo partire. Cap. XXXI.
Il ragionamento, che hebbe il Re con il principe Lisuarte per farlo desi-
stere dalla impresa, & che si diede ordine al suo partire. Cap. XXXII.
Quel che passò fra l' Infanta Egidiana, & il principe Flordauro nel partir
da lei, & come con lui partì il principe della China per seguir l'auenture del
mondo. Cap. XXXIII.
Che si apparecchiò il principe Lisuarte di partire, & quel che gli disse il
Re della China, & che partirono il dì prima per diuerse strade i duo cauallieri
nouelli. Cap. XXXIIII.
Che i duo principi cauallieri nouelli si separarono, & quel che auuenne a
Flordauro nel castello amoroso con una donzella, Cap. XXXV.
Il ragionamento che il cauallier nouello hebbe con la donzella di Ardelia,
& come si innamorò della bella Martiana sua sorella di honesto amore. Cap. XXXVI.
L'allegrezza della donzella di Ardelia, & che le due raccontarono in qual
modo fossero state robbate, & quel che auuenne dopo. Cap. XXXVII.
Cha fu questo principe uittorioso in una battaglia con un cauallier, che
guardava un passo. Cap. XXXVIII.
Che passata la riuiera, il principe di Orano mandò le due donzelle alla
Infanta Egidiana sua signora, & doue capitasse la sera ad albergare. Cap. XXXIX.
Che le due donzelle uennero a ritrouare l' Infanta, & quel che successe ne
i lor ragionamenti. Cap. XL.
Che la donzella sorella della dama intercedette per il principe Flordauro,
& quel che disse alla sorella, & il contrasto hauuto insieme. Cap. XLI.
Che Delitia scoperse al principe Flordauro la cagion della sua prigionia.
& il ragionamento che passò fra loro, & quel che fece la bella Clodiana.
Cap. XLII.
Che la bella Clodiana parlò co '1 cauallier prigione, & le cortese parole che
passaron fra loro, & quel che conclusero. Cap. XLIII.
Il grande honor fatto al principe Flordauro dalla bella Clodiana, & gli altri,
& che dopo le molte feste per le nozze partì al suo uiaggio. Cap. XLIIII.
Che il cauallier dalla fenice hebbe dura battaglia co '1 gigante, & che l'uc-
cise & liberò quelle donzelle che hauea già fatte prigioni. Cap. XLV.
Che le due donzelle liberate raccontaron chi erano esse & l'altre, & che
andò il cauallier dalla fenice ad assaltar l'altro gigante. Cap. XLVI.
La spauenteuole battaglia che fu fra il gigante & il cauallier dalla fenice,
& il fine che hebbe. Cap. XLVII.
Che il secondo gigante mori per le mani del cauallier dalla fenice, & furon
saluate le donzelle, che dissero chi erano. Cap. XLVIIL
Che il cauallier dalla fenice soccorse la principessa Oritia, & la gran bat-
taglia che ebbe col gigante. Cap. XLIX.
Che il cauallier dalla fenice uccise il terzo gigante, & che quiui comparse
il Duca di Aliano con molti suoi cauallieri. Cap. L.
128 HUGUES VAGANAY
Il grande honore che in questo monasterio fu fatto al cauallier dalla fenice,
& la diligenza usata in medicarlo. Cap. LI.
Che fu il cauallier dalla fenice codotto con grande honore nella città di
Aliano, & l'amor che gli prese la principessa Oritia. Cap. LII.
Che partì il cauallier dalla fenice per il lago incantato, & quel che gli
auuenne uicino a i confini di esso. Cap. LUI.
Che la donzella andò co '1 cauallier della fenice al castello della cattiua
usanza, & quel che gli auuenne. Cap. LIIII.
Che seppero i signori del castello dalla ria usanza che era il loro hoste il
cauallier dalla fenice, «& quello che fecero. Cap. LV.
Che il cauallier dalla fenice fu quella notte auuertito da isabella del
fatto del lago incantato, & che egli ammonì lei di quella mala usanza. Cap, LVL
La buona ammonitione che il cauallier dalla fenice diede nel suo partire
a Lisabella, & come ella & il marito uotaron di lasciar quella ria usanza.
Cap. LVII.
Che il dì seguente il cauallier dalla fenice con un simil modo ridusse a
buon proposito di riformar la ulta Falardo. Cap. LVIII.
Quel che auuenne al principe Lisuarte di Grecia nell'andar al Re del Giap-
pone con i diece cauallieri. Cap. LIX.
Che la donna narrò a Lisuarte chi era, & la cagion che 1' hauea condotta
in quella Isoletta. Cap. LX.
Che Lisuarte hebbe dura battaglia co '1 gigante, & che 1' uccise liberando
molti honorati prigioni che conducea seco, & chi erano. Cap. LXI.
L'allegrezza che fu fatta per la morte del gigante, & con che pericolo stette
la notte nelle tende. Cap. LXII.
Quel che auuenne lor la notte con l'assalto delle due gigantesse della rocca,
& qual fosse il fin dell'assalto. Cap. LXIII.
La gran battaglia che fu fatta quella notte fra le gigantesse & suoi & Li-
suarte & gli altri cauallieri, & il fin di essa. Cap. LXIIII.
Che dopo molto contrasto fu l'altra gigantessa uccisa, restando Lisuarte
malamente ferito, & che fu presa la rocca & liberati molti che ui erano prigioni.
Cap. LXV.
L'allegrezza che fu fatta la mattina, c^- che stettero all'assedio del castello
fin che fu Lisuarte guarito, & che fu preso, & quel che ui trouarono. Cap. LXVI.
Che fu assalito Lisuarte da i ladroni del gigante, & che diffendendosi egli
uccise tutti da uno impoi, e che andò cercando i prigioni. Cap. LXVII.
Che furon reuestite le donne & i cauallieri, & che le Reine andarono
all'alto, che fu ueduto il tesoro, & la grande allegrezza che si fece. Cap. LXVIII.
Che furon le dame prigioniere riuestite, & che le Reine seppero chi erano,
& il medesimo fu fatto de i cauallieri. Cap. LXIX.
Che furon uestite la principessa & l' Infanta sua cugina, & dopo loro altre,
& il grande honore che dal Re & dal cauallier lor fu fatto. Cap. LXX.
Che uenute le naui partiron per il regno di Salamara, & che Lisuarte di-
spose il Re con tutti a farsi christiani. Cap. LXXI.
Che giunti nel regno di Salamara furon tutti riceuuti con gran festa, »S: che
si battizzò il Re con tutto il Regno. Cap. LXXIL
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATLON ESPAGNOLE 129
Che Lisuarte mandò molti doni al Re & alla Reina del Giappone, & come
si apparecchiò a passar nel regno di Alcanzara. Cap. LXXIII.
Che partirono Lisuarte «& quelle principesse, & quel che loro auuenne pe '1
camino la seconda sera. Cap. LXXIIII.
L'amore di Salamandra prese al caualliere, & l'affanno che sentì la notte,
«& quel che fece Lisuarte in cercare il cauallier musico. Cap. LXXV.
La gran battaglia nata fra questi duo cauallieri, & che uolle Lisuarte spar-
tirgli, & non potendo, mandò à chiamar la bella Salamandra. Cap. LXXVL
Che la bella Salamandra spartì la battaglia de i duo cauallieri & gii fece
amici, & le parole che passaron fra loro. Cap. LXXVIL
Quel che passò fra la bella Salamandra & i duo cauallieri suoi amanti, &
che partiron tutti per il regno di Alcanzara. Cap. LXXVIII.
Che Saladino raccontò quel che era auuenutogli nel suo amore al prin-
cipe Lisuarte, & come egli lo confortò nel fatto del suo amore. Cap. LXXIX.
Che caualcando questa compagnia trouò duo ualenti cauallieri in battaglia,
& che seppe per che combattevano. Cap. LXXX.
Che i cauallieri, & le dame spartiron con fatica quella battaglia & il ra-
gionamento fatto fra loro. Cap. LXXXI.
Che fu fatta gran festa a i duo cauallieri, de i quali l' uno fu veduto
esser donzella, & che Lisuarte si apparecchiò a udir le ragioni loro. Cap. LXXXII.
La disputa piaceuole che fu fatta fra la bella Martiana & il cauallier da i
galli d' oro sopra il fatto delle donne, & la sentenza che ne nacque del giudice
Lisuarte. Cap. LXXXIIL
La risposta che diede la bella Martiana al cauallier da i galli d' oro & quel
che disse il giudice Lisuarte. Cap. LXXXIV.
I dolci ragionamenti amorosi, che passaron fra il cauallier da i galli d' oro,
& la Infanta Giglidora, & fra la bella Martiana, & il cauallier dall' alicorno.
Cap. LXXXV.
Che in questo giorno medesimo con la occasione del secreto boschetto, Li-
suarte scoperse il suo amore alla bella Antidora. Cap. LXXXVI.
Che seguiron le dame & i cauallieri il lor camino, & quel che loro auuenne
il giorno prima, che entrassero nel regno di Alcanzara. Cap. LXXXVII.
Quel che auuenne a questa compagnia nel castello del dispetto, & come
furon tutti i cauallieri presi. Cap. LXXXVIII.
Che la donna raccontò qual fosse la legge & la cagione perche 1' hauea
fatta, & il contrasto che hebbe con Martiana. Cap. LXXXIX.
II modo che tenne la bella Martiana in liberar quei cauallieri prigioni, &
il gran ualore che mostrò con 1' armi. Cap. XC.
Il rumor che fu nel castello, & come furon i cauallieri liberati per opra &
ualor della ualorosa Martiana. Cap. XCI.
Che dopo molto contrasto rimasero i cauallieri uittoriosi, & come la signora
del castello del dispetto fu assediata nella torre. Cap. XCII.
Con che patti fosse dalla torre liberata la signora del castello del di-
spetto, & che abhorrita la legge i cauallieri apparecchiaron la partita. Cap. XCIII.
Che dopo alcuni dì apparecchiaron la partita dal castello ribattezzato del ri-
spetto, & che la bella Antidora mandò un caualliere al Re suo padre. Cap. XCIV.
HUGUES VAGANAY
Che il caualliere per far bene a quelle donzelle le mandò tutte con la buona
nuGua al Re & quel che fecero. Cap. XCV.
Che uenuto il Re, la donzella gli diede la lettera della principessa, 1' alle-
grezza che si fece, & i doni che ottennero. Cap. XCVI.
Che furono apparecchiate giostre «S: torneamenti, «& la pompa che fu ordi-
nata per riceuerli dal Re di Alcanzara. Cap. XCVII.
Con quanta pompa fosse soUennizzata la entrata di queste principesse,
& il grande honore, che fu fatto al caualliere da 'i draghi. Cap. XCVIII.
La pomposa giostra che fu fatta il dì seguente, & che ne rimase uitto-
riosa la bella iMartiana con riceuer somma lode da tutti. Cap. XCIX.
Che il cauallier dallo alicorno riporto il pregio della giostra del se-
condo dì, & che del terzo n' ebbe 1' honore il caualliere da i galli d'oro. Cap. C.
Che finite quelle gran feste, dalla gran corte del Re di Alcanzara, una don-
zella trasse dalla corte la ualorosa Martiana & il cauallier dallo alicorno. Cap. CI.
Che Lisuarte il dì seguente si presento al Re con la Reina di Albumoro
domandando licenza per la impresa contra i giganti, & che si fece apparecchio.
Cap. CU.
Che fu mandata la disfida a i giganti, & che il principe Saladino & il
cavallier da i galli d' oro si offersero di entrar bisognando in battaglia con lui.
Cap. CHI.
Che uennero i duo fratelli giganti, &; che si confermaron le conditioni della
battaglia, Cap. CIV.
Che fu ordinato il dì della battaglia, & il brauar de i giganti, le parole che
passaron fra Salamandra «&: il principe Saladino. Cap. CV.
Che i cauallieri si condussero in campo con i duo giganti, & quel che disse
il Re alla Reina & all' altre. Cap. CVI.
Che fu principiata la gran battaglia fra i duo cauallieri & i duo giganti,
& in qual'modo i cauallieri rimasero uincitori. Cap. CVII.
Che i duo fratelli per la cortesia che uiddero in Lisuarte si dieron per
uinti senza più combattere, & 1' allegrezza che si fece. Cap. CVIIL
Le cortesi parole de i duo giganti, & come fu il Re di Albumoro liberato
di prigione da loro, & la allegrezza che in questa corte si fece. Cap. CIX.
Il dolce ragionamento che fu fra la principessa Salamandra & il principe
Saladino, & come ella gli promise che quando fosse guarito haurebbe potuto
parlarle in secreto. Cap. CX.
Che il cauallier da i draghi fu introdotto la sera alle stanze della bella
Antidora & i ragionamenti che hebbero insieme. Cap. CXI.
Che Saladino guarito che fu, parlò nel medesimo modo di notte con la sua
Salamandra, & che si sposarono in secreto, essendo ella fattasi co '1 cuore Chri-
stiana. Cap. CXII.
Che tornò la sera seguente il principe Saladino, & che co '1 suo amor
passò più inanzi che la notte precedente, Ov: che fu liberato il Re di Albumoro.
Cap. CXIII.
Quel che disse il cauallier da i galli d' oro al Re, & che liberato con lo
heremita, fu cagione che fossero tutti gli altri liberati per suo amore, «& che
partiron per la città. Cap. CXIV.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D' INSPIRATION ESPAGNOLE 131
Le amorevoli accoglienze, che si fecero la Reina & il Re di Albumoro
con le figliuole, & il riceuimento fattogli dentro la città dal Re & dalla Reina
di Alcanzara. Cap. CXV.
Che fu sposata la principessa di Albumoro in secreto da Saladino che
dormì seco. Cap. CXVI.
Che il dì seguente si tramò questo matrimonio & quel dì Giglidora, & che
fu concluso, & furon fatte soUenni feste. Cap. CXVII.
Quel che ragionò Lisuarte con Antidora nel fatto del suo amore, & quel
che ella le rispose. Cap. CXVIII.
Che danzarono, & la notte parlò Lisuarte con Antidora gran pezza, & quel
che ne ottenne, & come partì il Re di Albumoro con la Reina, i generi & le
figliuole. Cap. CXIX.
Che il principe di Orano lesse la lettra del sauio vecchio, & ricevuto
il dono con grande allegrezza si mise nella aventura del lago incantato.
Cap. CXX.
L' ansietà di questa Infanta per il pericolo del caualliere, & quel che a lui
auuenne nell' entrare & nello uscir del lago. Cap. CXXI.
Quel che uolle far la Infanta pe '1 caualliere & non potè, & quel che al
principe auuenne in questo lago incantato. Cap. CXXII.
Quel che fece il principe di Orano per entrare nel palagio incantato & gli
impedimenti che se gli opposero, dopo 1' hauer la porta aperta. Cap. CXXIII.
La gran battaglia che fu fra i duo cauallieri & la marauiglia delle dame
che la mirauano, & il fine che ebbe. Cap. CXXIV.
Il fine che hebbe questa battaglia, & che il centauro prese amor grande
al cauallier, & la festa che ne fecero le dame. Cap. CXXV.
Che ridusse anco amico suo questo principe 1' ultimo caualliere, & che era
egli, & chi eran il gigante & la gigantessa. Cap. CXXVI.
Che il principe di Orano vincendo quelle difficoltà, salì le scale, & prese
la Maga disfacendo 1' incanto. Cap. CXXVII.
Che il principe Flordauro finì di tirar a fine V aventura del lago incantato,
& che prese la Maga. Cap. CXXVIII.
Che si dichiara chi era il cauallier dell' ultimo portico, & chi era il gigante,
& la donzella di gran statura. Cap. CXXIX.
Che disencantati tutti & guarito il caualliere, la Maga apparecchiò il par-
tire, & quel che successe fra Elidamanta & Perione. Cap. CXXX.
Che Elidamanta & Perione conseguiron lo effetto de i loro amori, & che si
diede ordine alla partita fuor di quel lago disencantato, Cap. CXX XI.
La nuoua che hebbe il principe di Orano del pericolo & del regno di Si-
ponto, & che fu risoluto di andar a soccorrerlo. Cap. CXXXII.
Quel che auuenne alla bella Martiana, & come andò in soccorso della R(;ina
Lucidiana, & l'allegrezza che ella ne fece. Cap. CXXXIII.
Quel che auuenne al Duca di Alta torre, & come essendo sbarattato fu
soccorso dalla ualorosa Martiana & dal cauallier dallo alicorno. Cap. CXXXIIII.
Che fu mandata la bella Martiana a soccorrer la Reina restando quiui il
cauallier dallo alicorno & quel che ui seguì. Cap. CXXXV.
Che la Reina hebbe l'auuiso della uenuta del famoso cauallier della uer-
132 HUGUES VAGANAY
gine, quel che le disse la guida, & quel che fece Martiana nel passar pe '1 campo.
Gap. CXXXVI.
La gran festa che al cauallier dalla uergine fece la Reina, & quel che le
auuenne nel uederlo, & quel che disse. Gap. GXXXVII.
Ghe r Infanta di Guardastagno sentì piacer singolare della nuova del
lago disencantato, & che uenne nel regno di Orano in soccorso della Reina.
Gap. CXXXVIII.
Quel che fece il cauallier dall'alicorno nel campo del Re di Saba con l'aiuto
del soccorso che gli uenne dalla signora donzella cacciatrice. Gap. GXXXIX.
La grande allegrezza, che fu fatta nella città di Orano per la uittoria del
cauallier dell'alicorno, & quel che fece la ualente Martiana. Gap. GXL.
Ghe il principe di Orano giunse nel regno di Siponto con la sua com-
pagnia, & in che termine trouasse il fatto della guerra, & quel che fece.
Gap. GXLI.
Ghe il principe Lisuarte giunse nel regno del Giappone, & l'honor che gli
fu apparecchiato. Gap. CXLIL
L' honore, & la festa che si fece al principe Lisuarte, & quel che successe
alla Infanta nel uederlo. Gap. GXLIII.
Quel che passò fra Lisuarte & la Infanta del Giappone, & le molte feste
che a questo principe furon fatte. Gap. GXLIIII.
Ghe si ragionò dopo molte feste della battaglia, ohe si hauea da far co '1
gran Seluaggio, & quel che per il parer del Re fu ordinato. Gap. GXLV.
Ghe l'Araldo arriuò nell' Isola del gran Seluaggio, & spiegò la sua disfida,
& quel che ei rispose. Gap. GXL VI.
Ghe Lisuarte ottenne la gioia dalla Infanta, tS: che ella uolle, che hauesse
una sua donzella seco, & che partì con gran dolore di lei. Gap. GXLVII.
La gran battaglia che seguì quella notte & il fine che hebbe, & che il Re
il dì seguente sloggiò co '1 suo campo. Gap. GXLVIII.
Ghe Ardelia & l'altre entraron nella città, & che riconobbe cjuiui la bella
Martiana sua figliuola, & quel che fra loro auuenne. Gap. GXLIX.
Ghe il Re di Saba «& Glaristoro Re del Montelibeo disfidaron per terminar
la guerra tre cauallieri con loro a battaglia, & che fu la disfida accettata. Gap. GL.
Ghe i tre cauallieri entraron nella città, & il grande honor che lor fu fatto,
& i ragionamenti, che hebbero con le lor donne & con la Reina. Gap. GLI.
Ghe la Reina Lucidiana seppe dalla Maga chi era il cauallier dalla spera,
& che ella gli scoperse chi era, & gli diede nuoua che il caualliere da ì draghi
ueniua. Gap. GLII.
Ghe i Re uennero a uisitar la Reina, & che il Re di Montelibeo si inna-
morò della Infanta di Guardastagno, & quel che passò in quella corte. Gap. GLIII.
La grande & spauentosa battaglia cominciata fra i diece cauallieri, & quel
che successe nel fin di essa. Gap. GLIIII.
Ghe la Reina honorò molto i Re, & quel che auuenne nel fatto dell'amor
loro, oc quel che dissero alla Reina iS: alla Infanta. Gap. GLV.
Le amorose parole che passaron fra i Re & la Reina &: l' Infanta, &, quel
che alla Reina disse la Maga, & il consiglio che le diede intorno a questo amore.
Gap. GLVI.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 133
Che scoperti i Re i loro amori alla Reina & all'Infanta hebbero grate ri-
sposte, & che Perione di Gaula concluse matrimonio fra loro. Gap. CLVII,
L' allegrezza che in questa corte si fece per queste nozze, & che furon
concluse l'altre fra il Re di Saba & la Infanta, & quel che passò fra loro.
Gap. CLVIII.
Le gran cose in arme fatte dal cauallier dal lago incantato & suoi com-
pagni nella guerra di Siponto contra il Re della Facea. Gap. GLIX.
Ghe giunsero le genti del soccorso al cauallier dal lago incantato, & ui
giunse il cauallier da i draghi co '1 gigante suo amico, & 1' honor che gli fu
fatto. Gap. GLX.
Ghe giunse alla città di Siponto il principe Perione con la sua compagnia
& il gran riceuimento che fu lor fatto, & che si apparecchiarono a uscire.
Gap. GLXI.
Ghe uenuta la donzella i cauallieri entrarono in campo, & che il principe
Lisuarte & il compagno rimasero uincitori. Gap. GLXII,
Ghe Vrganda & Alchifo. ricondussero Lisuarte e Perione nell' incanto della
Reina Zirfea, & quel che a quei principi dissero & scrissero. Gap. vltimo.
F. 495 v". Il fine dell'aggiunta di Lisuarte di Grecia.
In Venetia per Michele Tramezzino. MDLXIIII.
''' 1599-
« Si ristampò in Venezia, Griffio » Melzi, 768.
'•' 1610.
« Ivi, Spineda » Melzi, ibid.
1630.
LISVARTE II DI GREGIA || FIGLI VOLO DELLO |1 IMPERATORE ||
SPLANDIAXO. Il LIBRO SEGONDO, || Chiamato AGGIVNTA; || Di nuouo
ritrouato, (S: tradotto nella lingua Italiana, || per M. Mambrino Roseo. || [Marque] ||
IN VENETIA, MDGXXX. || Appresso Lucio Spineda.
In-8 de 14 ffnc, 2 ff. blancs [manquent] 495 fF., i f. [? blanc, manque ici].
Gommuniqué par M. A. Picard, libraire à Paris. — Melzi, ibid.
F. [-(-] Titre. — v°, blanc.
F. -[- 2. TAVOLA II DE' CAPITOLI || DELL' AGGIVNTA || DI LI-
SVARTE.
F. I. LISVARTE || DI GRECIA, || LIBRO SEGONDO.
F. 495 v". Il fine dell'aggiunta di Lisuarte || di Grecia.
Réimpression, page à page, de l'édition de 1564.
{A suivre). HUGUES VaGANAY.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4^ 17
134 LEO S. OLSCHKI
Quelques Manuscrits fort précieux
(Continuation : v. La Bibliofilia, voi. XIII, pag. 13-19).
Horae. IManuscrit sur vélin, de l'école francaise. du milieu du XV^ siècle.
in-4. Avec IO grandes miniatures ornées de bordures, 9 petites
figures, 9 listels, une quantité de lettrines ornées et bouts de
lignes. Ais de bois ree. de velours pourpre, les gardes de soie
rouge. (32199).
Ce riche manuscrit est écrit sur 92 fF. en lettres bàtardes, en rouge,
bleu et noir, réglé, 24 lignes à la page ; le Calendrier, en fran^ais, est écrit sur
2 colonnes.
Les sujets représentés dans les miniatures sont — i : Saint Jean dans
l'ile de Pathmos. — 2 : l'Annonciation. — 3 : la Yisitation. — 4 : l'Etable de
Bethléem. — 5 : l'Annonciation aux Bergers. — 6 : l'Adoration des Mages.
— 7 : la Présentation au Tempie. — 8 : la Fuite en Egypte, — 9 : le Couronne-
ment de la Vierge. — io: la Pentecòte. — La plupart des figures sont peintes
sur un fond de paysage remarquable par la perspective et la variété des tons.
Les bordures, très variées, se composent de rinceaux, fleurs, fruits,
oiseaux et grotesques, le tout rehaussé d'or et d'un bel effet. Les petites mi-
niatures représcntent des saints et des épisodes de l'histoire sainte. Au verso du
f. 18 on trouve un écusson tenu par 2 lions. A la fin du manuscrit les memes
armoiries tenues par 3 animaux grotesques.
Ce riche et beau manuscrit, soigneusement peint, se distingue par
l'harmonie des couleurs employées, par l'heureux groupement des personnages,
par les costumes et la perspective. Il est à grandes marges et d'une conservation
admirable. Les bordures peintes en couleur brune et les bucardes sont caracté-
ristiques et font supposer que le ms. a été exécuté pour un grand seigneur
d'Espagne. (Voir la planche).
Horae. IManuscrit sur vélin, du commencement du XX'*" siècle, exécuté
en France. in-4. Avec 12 miniatures encadrées, chacpie page décorée
d'une bordure laterale, des initiales de differente grandeur, des listels
et bouts de lio^nes. Veau bleu. fil. et riches ornem., dos orné, tr.
dor. (29003).
Livre d'Heures très riche, forme de 135 fF. réglés, écrit en grosses lettres
gothiques, en rouge et noir. Le Calendrier est en fran^ais.
Les miniatures sont ainsi réparties — i : l'Annonciation — 2 : la Yi-
sitation. — 3 : la Nativité. — 4 : l'Annonciation aux Bergers. — - 5 : l'Adoration
des Mages. — 6 : la Circoncision. — 7 : la Fuite en Egypte. — 8 : le Couronne-
ment de la Vierge. — 9:.S. Jean et Marie aux pieds du Crucifié. — io: la
OUELQUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 135
Pentecóte. — 1 1 : le Roi David en prières. — 12 : l'Office des Alorts. — Toutes
les scènes, sauf deux, sont peintes sur un fond quadrillé, rouge, bleu et or, et en-
cadrées de filets d'or et en couleurs et d'une superbe et large bordure couvrant
la page entière. Ces bordures ont pour décor des rinceaux de feuillages et de
fleurs, des vases où éclosent des fleurs. Les bordures unilatérales, à chaque page,
sont exécutées dans la méme manière.
Le manuscrit est à grandes marges et d'une conservation parfaite. (Voir
la pianelle).
Horae. Manuscrit enluminé de l'école francaise, sur vélin, du commen-
cement du XV*' siede, pet. in-4. Avec 20 superbes miniatures
encadrées de riches bordures, chaque page ornée d'une bordure d'un
coté Seul, un grand nombre de grandes et petites initiales et bouts
de lignes enluminés. Mar. bleu. fil., tr. dor., avec ex-libris de John
Bridges. (31460).
Magnifique manuscrit de 194 ffi, écriture gothique uniforme, en rouge
et noir, 14 lignes à la page, réglé. Le Calendrier, en frangais, est écrit en rouge,
bleu et or.
Il est difficile à déterminer l'usage que suit ce Livre d'Heures, parce
qu'aucune des trois le^ons usuelles de Paris n'est donnée dans les Matutinae, on y
remarque le nombre inusité de 8, dont 3 appartiennent à l'usage de Rouen.
D'ailleurs les Heures suivent en general l'usage de Paris. Il faut admettre qu'on
a modifié le texte usuel d'un Livre d'Heures à l'usage de Paris pour la conve-
nance de la personne, pour laquelle le manuscrit a été exécuté. Les SS. Leobin
(Lubin), Tugnale (Tudnal) et Corentin sont invoqués dans les Litanies.
Les peintures représentent — i : la Vierge debout tenant une palme. —
2 : la Vierge nourrie par un Ange. — 3 : S. Lue. — 4 : S. Matthieu. — 5 : l'An-
nonciation. — 6 : la Visitation. — 7 : S. Jean à l'ile de Pathmos. — 8 : S. Marc.
— 9 : la Nativité. — io: l'Annonciation aux Bergers. — 11: l'Adoration des
Mages, — 12 : la Circoncision. — 13 : la Fuite en Egypte. — 14: le Couronne-
ment de la Vierge. — 15 : le Roi David en prières. — 16: S. Jean et Marie
aux pieds du Crucifié. — 17 : la Pentecóte. — 18: l'Office funebre. — 19: la
Vierge et l'Enfant écoutant la musique d'un ange. — 20 : le Jugement dernier.
Beaucoup de miniatures se distinguent par la rareté des sujets. Par
exemple, la seconde miniature, représente la Vierge assise à un métier à tisser
et un ange lui porte des aliments. Ceci est une interprétation fìgurée du chap. Vili,
2 du Protevangelion « mais Marie restait au tempie, y était élevée comme une
colombe et recevait la nourriture de la main d'un ange » . L'une des miniatures
des célèbres Heures de Bedford représente le mème sujet (Marie nourrie par un
ange), mais on le rencontre rarement figure de cette manière. Dans la 9-= minia-
ture (la Nativité) l'Enfant est représente assis sur son séant, tenant son genou,
sur un coussin écarlate rehaussé d'or, Tane et le boeuf apparaissent de l'autre
coté derrière une baie verte. Le mème coussin écarlate se retrouve au n'^ 1 1 (les
Mages). Fort intéressante est la miniature n» 18, représentant un enterrement
136 LEO S. OLSCHKI
dans un cimetière, au lieu de l'ofifice des morts. Egalément assez rare et inté-
ressante est la peinture n'^ 19, où l'on remarque la Vierge et l'Enfant écoutant
un ange agenouillé jouant du Théorbo. Le ms. qui nous offre ces particularités
curieuses est en mème temps un specimen fort intéressant de l'art de la minia-
ture en France, à peu près vingt ans avant l'invention de l'imprimerie.
Une partie des miniatures présente un fond d'échiquier très brillant ;
les encadrements se composent de fleurs et de rinceaux.
Le ms. est complet et d'une exceliente conservation, les marges sont
d'une largeur exceptionnelle. fJ^oz'r les deux planches).
Horae. Manuscrit sur vélin du XV^ siècle, exécuté en France. in-4.
Avec 1 2 grandes et 1 2 petites miniatures, 1 2 autres plus petites
dans des médaillons, 144 bordures à 3 còtés, nombreuses initiales
et bouts de lignes, soigneusement peints en couleurs et rehaussés d'or.
Mar. vert, fìl. dor., encadrem. et dos orné à froid, dent. intér., tr.
dor. (rei. du commencement du XIX^ siècle). (29900).
Superbe manuscrit forme de 174 ff., belle écriture sémi-gothique uniforme,
en rouge, bleu et noir. Le calendrier en frangais, écrit en rouge, bleu et or, est orné de
12 petites miniatures faisant corps avec des initiales, représentant les occupations
des mois. Sur les marges sont fìgurés, 12 médaillons avec les signes du zodiaque.
Les grandes miniatures, comprises en larges bordures, prenant la page
entière, représentent — i : l'Annonciation, très belle figure sur un fond d'ar-
chitecture gothique, somptueux encadrement d'un très bel effet, — 2 : la Visi-
tation. — 3 : S. Jean et la Vierge aux pieds du Crucifié. — 4 : la Pentecóte. —
5 : l'Etable de Bethléem. — 6 : l'Annonciation aux Bergers. — 7 : les Rois
Mages. — 8 : la Fuite en Egypte. — 9 : le Couronnement de la Vierge. —
io: le Roi David en prières. — 11 : l'Office des Morts. — 12 : Saint Serge et
Saint Bachoantius (?), vétus de riches costumes et d'armures, tenant une lance de
la main droite ; devant eux une dame, agenouillée, en prières ; de ses mains part
une banderole avec la legende : « O martires dei mementote mei » . La scène a
lieu dans la cour d'une chàteau.
Les bordures se font remarquer par leur très gracieux dessin et par
l'harmonie des couleurs employées. Leur ornementation consiste en rinceaux,
feuillages, fleurs et fruits, peints avec grande exactitude.
La conservation de ce beau Livre d'Heures est irréprochable, les marges
sont très larges, les couleurs et l'or brillent d'un vif éclat. (Voir la pianelle).
Horae. Manuscrit sur vélin, de l'école francaise du milieu du XV"" siècle. in-4.
Avec 12 miniatures à pleine page, une foule d'initiales de differente
grandeur et des listels, le tout peint en couleurs et rehaussé d'or. Mar.
vert, fìl. et encadrements sur les plats, dos orné, dent. int.,tr. dor. (29039).
Magnifìque manuscrit de 154 fif. (dont 3 blancs) réglés, belle écriture
en grosses lettres gothiques, en rouge et noir. Les io premiers ff. contiennent
le Calendrier en fran^ais.
fvu-
La Bibliofilia, XIII, p. 134. — Horae. - Manuscrit de l'école francaise du XV« siede, sur vélin.
/3é
S
S
o
o
3
^
Cd
mi
I
;34
•a
o
S
s
Hr :^ -'^'
nc
s
o
3
S
et
mi
f
^
-^M
%^^ '""" '''y
J V ^^^In^HM
C's»""'^^ <^ ^* i / /
, \>.-<^'-^2Hi
Hf^^ ^ '.r^ jtJMrtftì
* ' • - ^^^"^m*
ri ' "* f^lE'^
^^'^Pi
^^gpK
^^p
F^i^lKS
X!
-li
X
O
et
OUELOUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 137
Les 12 superbes miniatures d'une dimension exceptionnelle, mesurant
150X105 mm. à peu près, occupent la page entière. Les sujets représentés sont
— I : S. Jean à l'ile de Pathmos. — 2 : Marie tenant le corps de son fils sur
ses genoux. — 3 : l'Annonciation à la Vierge. — 4 : la Visitation. — 5 : l'An-
nonciation aux Bergers. — 6 : l'Adoration des Mages. — 7 : la Circoncision. —
8 : la Fuite en Egypte. — g : S. Jean et Marie aux pieds du Crucifié. — io : la
Descente du Saint Esprit. — 1 1 : le Roi David en prières. — 12: la Mort au
lit d'un mourant.
Les figures sont peintes sur des fonds d'architecture ou de paysages,
qui se distinguent par les diverses nuances d'un bleu aux tons des plus har-
monieux. L^n cadre en or mat parsemé de pierres précieuses sert de bordure
pour les miniatures. Signalons la dernière scène, remarquable par le contraste
produit entre l'intérieur somptueux où se trouve le mourant, et la figure de
la Mort aux pieds du lit ; au fond dans le ciel des démons et un ange.
Ce riche Livre d'Heures est peint avec des couleurs vives et délica-
tement rehaussé d'or. Il a de très grandes marges et sa conservation est
parfaite, qvioique les miniatures aient été enlevées et plus tard remises à
leurs places. (Voir la pianelle).
(À sìiivre). Leo S. Olschki.
«lUOO<KÌ<«li««*«»KX«>'>lXKM)i»"«"«««««K» ■«■« M^KKXKMMirKXKWKXWMWliKWXXMMWKJOOOlKXWKlOlltMMXKIiKXXMJOOOeB
CORRIERE D'UNGHERIA
Riviste: Mdgyar Kónyvszemle {Rivista Bibliografica ungherese): Annata XIX, fascicolo II
(aprile-giugno 1911).
La Biblioteca Széchényi del Museo Nazionale Ungherese nell'anno 1910 (con un facsimile
e con due riproduzioni). — Dott. Hiador Sztripszky : I più antichi monumenti tipografici dei
ruteni dell'Ungheria (Parte prima, con due figure). — Dott. Béla Ivanyi: La scrittura e i
libri ad Eperjes nei secoli XV-XVI. (Parte prima). — Dott. Antonio Aldasy: Il Congresso in-
ternazionale degli archivi e delle biblioteche a Bruxelles (fine). — Biblioteca ungherese: Con-
tributi al primo volume dell'antica biblioteca ungherese di Carlo Szabó. (Per cura di Zoltàn
Ferenczi, Stefano Harsànyi, Ignazio Horvàth, Lodovico Kemény e di Desiderio Rexa). — In-
dicatore officiale: La Biblioteca Széchényi del Museo Nazionale Ungherese nel primo tri-
mestre del 1911. — La Biblioteca del Museo Nazionale Transilvano nel 1909. — Letteratura:
S sul Catalogus manuscriptorum bibliothecae reg. scient. universitatis Budapestinensis, Tomus II,
Pars III, Pars IV. Budapest, 1907, 1910. Egyetemi nyomda, 8^, VI, 848; 4, 280 pp. — Dott. Gio-
vanni Melich su dott. Paolo Gulyàs: Catalogo per le biblioteche popolari, Budapest, 1910.
— S su Fried. Dòrnhòffer : Seelengàrtlein. Hortulus animae. Cod. bibl. Pai. Vindob. 2706.
Frankfurt a. M., 1911, Baer & Co. — 2 su Hanns Bohatta : Katalog der liturgischen Drucke
des XV. und XVI. Jahrhunderts in der herzogl. Parma'schen Bibliothek in Schwarzau am Stein-
feld N.-Ò. Wien, 1909, 1910, A. Holzhausen. — G. P. su Hanns Bohatta: Bibliographie der
Livres d' heures (Horae B. M. V.), officia, Hortuli Animae, Coronae B. M. V., Rosaria und
Cursus B. M. V. des XV. und XVI. Jahrhunderts. Wien, 1909, Gilhofer & Ranschburg. —
Dott. Paolo Gulyàs su Friedrich M. Kircheisen : Bibliographie des Napoleonischen Zeitalters.
Berlin, 1908, E. S. Mittler u. Sohn. — Rivista dei periodici esteri. — La letteratura bi-
bliografica ungherese nel IV° trimestre del 1910 e nel I" del 1911, per cura di Ignazio Horvàth.
itS CORRIERE D'UNGHERIA
— Notizie diverse : Società per le riproduzioni di manoscritti miniati. Il catalogo LXXIV
della libreria Olschki (Vedi la Bibliofilia XIII, pag. 20-23Ì. Quanto costa all'anno la produzione
libraria scientifica in Germania? L'edizione della Bibbia di Gutenberg a 42 linee. — Supple-
mento : Le stamperie ungheresi nel 1910.
La Biblioteca Széchényi del Museo Nazionale Ungherese nel primo trimestre del
1911. — La Sezione Stampati si arricchì complessivamente di 3546 pezzi (esemplari d'obbligo
3002 ; dono 146 ; da altre sezioni 19 ; acquisto 376 ; pubblicazioni ufficiali 3). Pervennero inoltre
alla sezione 7701 stampati minori. Furono spese per acquisti corone 4231.30, marchi 796.75,
lire 30 e franchi 31.30.
I frequentatori della sala di lettura furono 11,603, con 24,851 volumi. Furono prestati 1534
volumi a 583 persone.
Furono classificate 2229 opere su 2851 cedole. Vennero rilegate 939 opere in 1090 volumi.
All'ufficio per gli esemplari d'obbligo giunsero 882 pacchi ; le lettere spedite furono 746,
delle quali reclami 312.
L'aumento della Sezione Giornali fu complessivamante di 362 annate, con 22,010 nu-
meri (esemplari d'obbligo 353 annate con 21,156 numeri ; dono: 5 annate, 748 numeri; acquisto:
4 annate, 106 numeri.
I lettori furono 1154, con 1525 annate di 1229 giornali in 1745 volumi.
Furono rivedute 262 annate con 16,229 numeri. Furono classificate 56 annate.
La Sezione Manoscritti ebbe un aumento complessivo di 88 pezzi (dono: i ms. moderno,
2 frammenti di codici, 53 mss. di musica, i lettera di interesse musicale. Acquisto: 8 mss.
moderni, 8 lettere letterarie, un'analecta letteraria, 2 mss. di musica, 2 lettere di interesse mu-
sicale. Da altre sezioni: una reliquia petòfiana, 6 mss. moderni, 2 lettere letterarie, un'ana-
lecta letteraria.
Ad acquisti furono devolute corone 410 e marchi :^i. Si terminò la revisione del cata-
logo dei mss. orientali in base alle definizioni del prof, d' Università Ignazio Goldziher.
XJ Archivio ebbe un aumento di 9429 pezzi (acquisto pezzi 3838, dono 2590, da altre
sezioni i).
Per acquisti si spesero corone 9392 e marchi 103.80.
Si valsero dell'archivio 49 studiosi che eseguirono ricerche su 13,971 documenti. Furono
prestati 891 documenti in 9 casi.
La Biblioteca Széchényi del Museo Nazionale Ungherese nel 1910. — L'aumento com-
plessivo nelle quattro sezioni della Biblioteca fu di pezzi 150,353 (144,911 nel 1909).
I lettori furono 38,044 (34,907 nel 1909), con volumi 158,911 (179,771 nel 1909). Le tes-
sere rilasciate per poter frequentare le sale di lettura della Biblioteca, furono 37S8 (3682
nel 1909).
I. Sezione Stampati. — Aumento pezzi 13,538 (14,327 nel 1909), e precisamente: esem-
plari d'obbligo 10,852 (11,931 nel 1909), dono 1210(880 nel 1909), acquisto 1491 (1494 nel 1909),
da altre sezioni 15 (22 nel 1909). A questi vanno aggiunti 29,100 stampati minori (29,999 nel
1909), dimodoché l'aumento complessivo fu di pezzi 42,638 (44,326 nel 1909).
Per acquisti si spesero corone 9701.61, marchi 264.72, lire 45.50, franchi 100 e dollari 2
(nel 1909 si spesero corone 13.795.62, marchi 4257.70, franchi 30.30 e dollari 2).
I donatori furono 204 (209 nel 1909).
I frequentatori furono 32,306 con volumi 69,591 (32,099 con 71,638 volumi nel 1909).
Furono cotaloghizzate 7385 opere su 9652 cedole (nel 1909 invece 6308 opere su 9241 ce-
dole). Passarono al legatore 1895 opere in 2328 volumi (nel 1909, 2161 opere in 2835 volumi).
CORRIERE D'UNGHERIA 139
II. Sezione Giornali. — Aumento complessivo pezzi 95,043 (94,210 nel 1909), e precisa-
mente : esemplari d'obbligo 87,883, dono 1941, acquisto 3288, da altre sezioni 1931.
Per acquisti si spesero corone 213.90 (209.50 nel 1909).
I lettori furono 3301 con 6512 volumi di giornali (nel 1909 furono 3437 con 6766 volumi).
Furono catalogizzate 677 annate, riveduti 69,775 giornali, e rilegati 1298 volumi.
III. Sezioìie Manoscritti. — Aumento complessivo, pezzi 494 (425 nel 1909), e precisa-
mente : dono 15 mss., 60 lettere di interesse letterario, una lettera di interesse musicale, 14 ana-
lecta letterarie ; una raccolta di canzoni popolari ; acquisto 22 mss, dell'epoca moderna, 41 let-
tere di interesse letterario, 17 lettere di interesse musicale, 2 composizioni musicali, 25 ana-
lecta letterarie ; da altre sezioni 7 mss., io lettere di interesse letterario, 2 lettere di interesse
musicale, una composizione musicale, 8 analecta letterarie.
Furono spese corone 3313.20 e marchi 318,80 (nel 1909 corone 2989 e marchi 54.60).
Si valsero della sezione 260 persone con 3706 mss. (nel 1909, 235 persone con 1090 mss.).
IV. Archivio. — Aumento complessivo pezzi 7119, e precisamente: dono 3164, acquisto
3425, da altre sezioni 4, in deposito 526.
Si spesero corone 57.320, marchi 361.95 e franchi 1200.
Si valsero dell'archivio 242 persone con 73,841 documenti (nel 1909, 252 persone con
101.291 documenti).
Catalogus manuscriptorum bibliothecae reg. scient. universitatis Budapestinensis. Tomus II.
Pars III. Pars lY. Budapest, 1907, 1910. — Il tomo primo del catalogo in questione fu pub-
blicato nel 1881. È in corso di stampa la sua seconda edizione, che nella prefazione narrerà la
storia della sezione manoscritti della Biblioteca universitaria. La parte prima (pag. vi-303) del
tomo secondo fu pubblicata nel 1889 e abbraccia i libri manoscritti e le raccolte miste ; la se-
conda (pag. 304-810), pubblicata nel 1894, contiene i documenti originali in pergamena, i do-
cumenti e le lettere originali, la raccolta Hevenessy e quella Pray, La parte terza (pag. vi-848)
pubblicata ora colla data 1907 oltre ai supplementi dà il catalogo della collezione Kaprinay,
formata da ben 102 volumi, che contengono un materiale storico di somma importanza. La
parte quarta (pag. 280) contiene l' indice alfabetico delle cose, delle persone e dei luoghi e quello
cronologico del materiale contenuto nei tre volumi, e infine l'indice generale delle materie. Le
descrizioni dei mss., salvo pochissime ec cezioni, sono date nelle parti 11^ e III'' del catalogo
in lingua latina, di modo che se ne pò- tranno servire con vantaggio gli studiosi dell'estero
L. Zambra.
COURRIER DE FRANGE
Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Séance du 27 janvier. — M. Morel-Fatio
annonce qu'il aura à entretenir l'Académie du résultat de ses études paléographiques et critques
sur la correspondance de sainte Thérèse ; en attendant, il annonce l'apparition d'une nouvelle et
très importante traduction des oeuvres de la sainte, établie par les Carmélites du premier monastère
de Paris, qui, jadis au faubourg Saint-Jacques, se trouve aujourd'hui transféré à Bruxelles. Ce
travail du plus haut mérite fait grand honneur à ces religieuses ; il précise, sur beaucoup de
points, notre connaissance des écrits mystiques de sainte Thérèse et renouvelle l'histoire de
la réforme du Carmel au seizième siècle.
— M. Thomas annonce que M. Roger Drouault, receveur de l'enregistrement à Nontron, a
rencontré, dans le dos de la relieure d'un registre du bureau des hypothèques, datant de 1830,
I40 COURRIER DE FRANXE
un fragment des comptes de l'artillerie royale remontant au début du règne de Charles VI. I
y est fait allusion au conflit qui, au mois d'avril 1358, s'eleva entre le célèbre prévót des
marchands Etienne Marcel et Jean de Lyons, maitre des artilleries du royaume.
— INI. Bréal entretient l'Académie des recherches que poursuit M. Pelliot, gràce à l'en-
semble inattendu de documents que sa mission a rapportés du Turkestan chinois. Au point de
vue de la linguistique, quatre dialectes nouveaux s'y rencontrent. Leur déchiftrement occupe
MM. Levi, Meillet et Gauthiot. L'histoire des religions y trouvera des données nouvelles
jusqu'au douzième siècle, pour le boudhisme et pour le christianisme, en particulier pour les
hérésies nestorienne et manichéenne. L'archeologie y note des fresques remarquables et des
fragments d'architecture dont l'art constitue un chaìnon intermédiaire entre la Perse et la
Chine. La littérature enfin s'enrichit non seulement de textes religieux, mais encore de pièces
relatives à la medicine et au théàtre.
11 ne faut pas s'étonner de la variété et de la richesse de ces résultats, puisque c'est
une bibliothèque entière qui a été ramenée au jour. Quelques personnes en France ont cru
pouvoir contester l'authenticité de ces textes. A Pékin, on a été moins sceptique : une mission
de lettrés chinois n'a pas tarde ni hésité à aller mettre la main, dans le Turkestan, sur tout
ce que M. Pelliot avait dù y laisser. Non seulement à Pékin, mais à Saint-Pétorsbourg, des
études se poursuivent sur cet ensemble de documents : MM. Tcharbotsky et de Staèl-Holstein
s'en occupent. On rencontre là des fragments d'ouvrages sanscrits que l'on n'avait pu rencon-
trer jusqu'à présent : pour contester leur authenticité, il faudrait admettre qu'un érudit aurait
pu actuellement composer, en excellent sanscrit, un hymne dont il se trouve que des traductions
en pàli et en tibétain existaient seules jusqu'à présent.
Séance du io février. — r>L le docteur Capitan présente à l'Académie un manuscrit
bilingue, du seiziéme siècle, d'origine mexicaine. C'est un rouleau de papier d'agave sur lequel
sont écrits, d'un coté, plusieurs nombres marqués qui représentent des tètes de lapins, des
poules, des vétements et, de l'autre coté, toute une procedure en langue espagnole, datée de
1534 ; déchifiVée par 1\L Morel-Fatio, elle se trouve complète ; c'est la plainte formulée par les
Indiens des deux villages de Totolapan et d'Atlatav, dépouillés par le corregidor Luiz de Borrio
de leurs ponles, de leurs lapins, de leur mais, de leurs vétements, de deux esclaves et d'une
bourse pleine d'or. Après enquéte, le jugement du tribunal destitue le corregidor. Ce document
d'ordre judiciaire présente un intérét particulier pour la vie sociale du Mexique peu après la
conquéte espagnole : quand les fonctionnaires administratifs pillaient ainsi leurs administrés,
les magistrats de l'ordre judiciaire s'effor<jaient de leur rendre justice.
Séance du ij février. — M. le comte Durrieu ajoute un nouveau chapitre à ses travaux
sur les rapports de l'art francais et de l'art italien du temps de Charles VI. En étudiant, conime
il l'a fait, le célèbre manuscrit des Très riciies Heures du due de Berry conserve à Chantilly, il
a déterniiné que ces miniatures ne sont pas dues à une main italienne, mais qu'elles sont
d'une inspiration très italienne. Cela n'est pas surprenant, car Jean, due de Berry, avait pour
beau-frère le premier due de Milan ; les artistes francais ou bourguignons ont diì ètre en rap-
port avec l'art lombard. S'appuyant sur une découverte recente d'un érudit italien, M. Giulio
Zappa, M. Durrieu étudie aujourd'hui plus particuliérement ce Michelino da Besozzo, connu
depuis 1394 jusqu'à 1442, qui, peintre et miniaturiste employé par les ducs de Milan, jouit de
la plus grande réputation au point d'étre qualifié pictor excellentissimus.
Un livre d'heures de la maison Rospigliosi permet d'apprécier son talent. M. Durrieu
pense qu'on peut retrouver de lui chez nous quelques dessins, notamment dans le ms. lat. 5,888
de la Bibliothèque nationale, dont une miniature montre le due de Milan entrant dans l'éternité.
Si l'art francais sous Charles VI a beaucoup emprunté à l'Italie, il faut reconnaìtre que l'Italie
nous doit aussi, à cette epoque, quelque chose. Un des plus beaux thèmes de l'art chrétien
notamment, celui de la Vierge venant s'agenouiller dans le Paradis aux pieds de Dieu qui la
COURRIER DE FRANGE 141
couronne, au milieu des anges et des saints, a d'abord été traité en Franca avant d'avoir été
adopté au sud des Alpes par des maìtres tels que Fra Angelico et Filippo Lippi.
— M. jMorel-Fatio annonce que la Bibliothèque nationale vient de s'enrichir, gràce à la
liberante de la marquise Arconati Visconti, d'un gros manuscrit du seizième siècle contenant
une histoire inèdite de Charles-Quint. L'auteur, Hugues Cousin, appartenait à une famille
comtoise originaire de Nozevoy (Jura) et eut pour frère Gilbert Cousin, secrétaire d'Erasme.
Hugnes recut en 154S la charge de fourrier de l'empereur. Son histoire, écrite en 1556, porte
surtout sur la rivalité entre Charles-Ouint et Francois I»"" et les luttes religieuses en Allemagne;
mais il a aussi raconté en détail certains faits de guerre auxquels il assista. Chargé comme
fourrier de préparer les installations de la conférence qui eut lieu à Marcy, près Calais, en 1555,
il en a donne, dans son ouvrage, un très cnrieux dessin. Cette histoire, riche d'informations
et d'une langue assez savoureuse, mériterait d'étre publiée.
Séance du 3 uiars. — M. le comte Paul Durrieu fait la seconde lecture de son mémoire
sur Michelino da Besozzo et les relations entre l'art italien et l'art francais à l'epoque du règne
de Charles VI.
— M. F. de I\Iély reprend l'étude des Très riches Heures du due Jean de Berry, conservèes
à Chantilly et attribuées aux frères Limbourg. Il rappelle que, si plusieurs pages très francaises
peuvent étre attribuées à Henri Bellechose, tous les critiques d'art, qui ont examinè le manu-
scrit, y ont reconnu des influences italiennes indénìables et surtout siennoises, car on y voit
des copies, presque serviles, de tableaux de Bartolodì Maestro Fredi, de Taddeo Gaddi, de
Taddeo di Bartolo et des souvenirs de Duccio. Mais comme jusqu'ici on n'a jamais rencontré,
dans aucune pièce d'archives, le nom d'artistes italiens au service du due de Berry, on croit
pouvoir affirmer que c'est un des frères Limbourg, qui rapporta d'un voyage ignoré en Italie,
des copies d'ceuvres d'art dont il s'inspira.
M. de INIély apporte aujourd'hui deux lettres échangées entre le due de Berry et un de
ses familiers, en 1409. Celui-ci, qui se trouve alors à Gènes et à Sienne, propose au due de
lui envoyer un artiste merveilleux qu'il a rencontré dans cette dernière ville, et le due lui
répond qu'il accepte. L'artiste n'est pas nommé, mais on peut y reconnaitre Domenico
di Nicolo del Coro, le célèbre marqueteur, qui travailla au Dòme de Sienne vers 1400.
A ce moment, son style est très italien. Quand il exécute, quelques années après 1428,
au retour, par consèquent, les stalles du Palais de la Seigneurie, il s'inspire d'une oeuvre
essentiellement francaise, le Livre d'Heures enluminé vers 1402 par Beauneveu, pour le due
de Berry, et conserve aujourd'hui à la Bibliothèque nationale. On ne saurait affirmer, par exemple,
que Domenico del Coro ait travaillé aux Très riches Heures. Mais, dans une miniature admi-
rable, l' Adoration des Mages, on aperroit dans le fond une ville : c'est Sienne, fort facile à
identifier avec son aspect traditionnel. Cette miniature est signée Filippus. Or, en 1394, nous
trouvons à Sienne un miniaturiste, Filippo di Francesco di Fiero di Bertuccio. Il est donc à
peu près certain que cette vue de Sienne fort exacte est signée d'un nom siennois, quand
nous savons la présence de siennois à cette epoque chez le due de Berry ; il faut croire que
Filippo est venu sans nul doute avec Domenico del Coro auprès du due, ce qui expliquerait
très simplement les influences siennoises si manifestes que nous trouvons dans un certain
nombre de miniatures de ce manuscrit cependant si absolument francais dans son ensemble.
M. le comte Durrieu observe que, si M. de Mèly n'est pas le premier à avoir étudié,
dans leur ensemble, les Très riches Heures de Jean, due de Berry, l'identifìcation particulière
du miniaturiste Filippus, qui travailla à embellir ce manuscrit, avec le siennois Filippo di
Francisco, est un résultat nouveau dont on doit le féliciter.
Séance du io niars. — A propos de la correspondance, M. le comte Durrieu signale que
le R. P. Dom Blanchard, bénédictin de Solesmes, a découvert à Portsmouth la plupart des
feuillets jadis enlevés au précieux livre d'Heures qui a péri en 1904 dans l'incendie de la Bi-
bliothèque de Turin et connu, dès le quinzième siècle, sous le nom dC Heures de Savoie.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4» 18
142 COURRIER DE FRANGE
Exécuté pour une petite-fiUe de saint Louis, il avait appartenu successivement aux roi Charles V
et Charles VI, au due Jean de Berry ; M. Durrieu en avait constate les lacunes avant sa dis-
parition et il indique celles qui subsistent encore. M. H. Yates Tompson vient de publier la
reproduction intégrale des feuillets si heureusement découverts par le P. Blanchard.
— M. le président annonce à l'Académie la mort du R. P. Charles de Smedt, de la
Compagnie de Jesus, président de la Société des Bollandistes depuis 1S82, membre de l'Aca-
démie royale de Belgique, correspondant étranger de l'Académie depuis 1S94, survenue à
Bruxelles le 4 mars. Il prononce l'éloge de ce savant, né à Gand, le 6 avril 1S33, entré dans
la Compagnie de Jesus en 1851, qui a consacré les trente-cinq dernières années de son existence
à diriger, avec beaucoup d'honneur, la Société des Bollandistes dont l'activité historique est
digne des plus grands éloges. Dés 1882, il a fonde le recueil des Analecta Bollandiana, qui est
si vivant et si apprécié. Ses longs et patients travaux ont mene à bien les trois premiers
volumes des Ada Sanctoriim pour le mois de novembre, dont le troisiéme a paru à la veille
de sa mort. « La Belgique, termine le président, perd en lui un érudit éminent : nous nous
associerons à son deuil et tous ceux d'entre nous qui l'ont plus particuliérement connu garde-
ront un souvenir fidèle à la mémoire de ce savant et de cet homme de bien ».
Séaiice du j avril. — M. le comte Durrieu entretient l'Académie d'un très bel exemplaire
manuscrit des StatiUs de l'Ordre de Saint-Michel, conserve en Angleterre dans la collection du
colonel sir George Holford. Dans une des miniatures de ce volume, M. Durrieu croit recon-
naìtre un portrait du jeune roi Edouard VI d'Angleterre, qui fut créé chevalier de Saint-Michel
dans sa quatorzième année, et il en conclut que ce superbe volume pourrait bien étre un don
du roi de France Henri II au souverain anglais, à l'occasion de sa nomination dans l'ordre
en 1551.
Séance du 21 avril. — Communication est faite d'une note dans laquelle M. Omont
annonce qu'un manuscrit du quatorzième siècle, ayant pour titre Ethimologiae nioraliter disfiuitae
et dont M. Léopold Delisle avait signalé la disparition frauduleuse, vient de reprendre sa place
dans les collections de la Bibliothèque nationale.
Ce manuscrit, mentionné dans le premier catalogne de la Librairie royale de Blois sous
Franc^ois I*"", devait, ces jours derniers, étre mis en vente à Londres, en niéme temps que la
première partie des collections d'un bibliophile célèbre, M. Charles Butler. Le fils de ce
dernier, le capitaine Butler, ayant reconnu la provenance suspecte de ce volume, n'a pas voulu
qu'il fùt compris dans la vente et il vient spontanénient de la faire remettre à la Bibliothèque
nationale. Les érudits et les bibliophiles accueilleront avec reconnaissance cette décision aussi
noble que libérale de M. le capitaine Butler.
.Séance du 19 mai. — M. le comte Durrieu annonce que gràce à un libraire parisien, à
la suite de la vente Hoe faite à New-York, un manuscrit francais du XV« siècle, orné de
grandes miniatures d'un art assez délicat, qui sont les copies de celles du Josèphe de Jean
Fouquet, de la Bibliothèque nationale, vient de rentrer en France.
Société des Antiquaires de France. Séance du 25 janvier. — M. de Mély présente les
photograpliies en couleurs d'un manuscrit de Boccace conserve à Carpentras ; il les rapproche
du tableau dw Martyre de saint Georges de la salle des Primitifs francais au Louvre ; il signale
enfin la curieuse description en vers qui termine le volume en indiquant le nom du scribe. —
M. Durrieu indique qu'un Boccace de la bibliothèque de Genève présente la méme particularité.
Séance du 75 mars. — M. de Mély reprend l'examen des oeuvres de Michelino da Be-
sozzo et de Giovannino de Grassi, l'auteur de l'Album de Bergame, dans lequel se trouve le
dessin originai de la Curée du sanglier, des Très riches Heures du due de Berry. M. P. Durrieu
a propose de voir dans l'esquisse de Giovannino la copie d'un originai antérieur de Michel
lino qui aurait eu une grande influence sur l'art de Giovannino. M. de I^Iély rapproche les
oeuvres authentiques des deux artistes, il montre la diflérence extraordinaire qui séparé leurs
COURRIER DE FRANGE 143
deux manières ; enfin il apporte les documents qui prouvent que Giovannino était mort très
vieux en 1398 ; il est difficile de croire que Michelino, né en 1375, ait eu, aussi jeune, quel-
que influence sur un artiste célèbre à la fin de sa carrière.
M. de Mély apporte ensuite les photographies qu'il vient de faire d'un nierveilleux ma-
nuscrit appartenant au comte Xavier Branicky, qui le possedè dans son chàteau de Villanovv,
près de Varsovie. Il contient sept grandes enluminures semblables à celles des Heures d'Anne
de Bretagne, de l'atelier de Bourdichon. C'est ainsi le sixième exemplaire de cet admirable
manuscrit qui vient à la lumière depuis que M. de Méy a découvert, il y a deux ans, un
mandat qui indiquait une réplique de ce volume qu'on croyait unique.
Séance dii 22 mars. — M. de Mely apporte quelques remarquables miniatures d'un ma-
nuscrit richement enluminé de la bibliothèque de Lille. C'est un Dit des Philosophes en
francais, du milieu du quinzième siede. Au frontispice, dans une riche bordure, on lit en
grosses lettres historiées, Johannes, nom sans doute de l'artiste qui le decora. Le faire des
miniatures est admirable, mais c'est bien plutót celui d'un peintre que d'un miniaturiste. M. de
Mély propose de l'identifier avec un artiste très célèbre du quinziéme siècle, auquel Jean Le-
maire de Belges adresse en 1502 des louanges posthumes dans son poème la Plainte du Dé-
siré (Johannes qui tant fut élégant).
Séance du ig avril. — ÌNL de Mély signale l'album de portraits du temps de Francois P""
et de Henri II, généralement attribuès aux Clouet, qui est conserve à la bibliothèque muncipale
de Lille. On n'a pas remarquè jusqu'ici qu'il porte au dos les trois croissants enlacès qui
sont souvent la marque des volumes ayant appartenu à Diane de Poitiers. Si l'origine était
ainsi quasi-royale, l'importance de l'album deviendrait nécessairement très grande.
Séaìice du j inai. — M. de Mély communique de nouvelles observations sur les Heures
d'Anne de Bretagne. Un des points qui pouvait endre doutex l'identification de la partie an-
terieure à 1501 avec un manuscrit payè à Jean Poyet et à Jean Riveron de Tours était la
spécification très précise d'Heures à l'usage de Rome ; le soin qu'on avait pris de préciser la
liturgie adoptée rendait la discussion possible. Or il vient de constater que la première partie
des Heures d'Anne de Bretagne est un office de petites Heures à l'usage de Rome, ce qui rend
maintenant très possible l'identification.
Congrès des Sociétés savantes, tenu à Caen du iS au 21 avril. — Section d'histoire.
Séance du 18 avril {soir). — M. Etienne Deville de la Société historique du '56 arrondissement
de Paris, répond à la vingt-deuxième question du programme, en faisant connaìtre les fragments
de manuscrits et d'imprimès, presque tous découverts par lui dans de vieilles reliures.
Il présente aux membres du congrès un certain nombre de ces pièces, notamment : un
fragment de missel, dixième siècle ; plusieurs feuillets de manuscrits, douzième et treizième
siècles, dont le plus grand nombre appartient à des ouvrages liturgiques ; deux proviennent
d'un manuscrit de l'abbaye de Lyre, retrouvé en 1845 par M. Chassant. Trois actes mutilés
ayant servi de couvertures, quinziéme et seizième siècles; six feuillets d'un manuscrit des grandes
chroniques de France, quinziéme siècle, et une sèrie de pièces sur papier, quinziéme et dix-
huitième siècle.
M. Deville a également retrouvé et communique divers morceaux d'imprimès, quin-
ziéme et seizième siècles : missel, psautier, livres d'heures et divers traités, dont l'identification
reste à faire. Beaucoup sont des èpreuves corrigées, particularité qu'il convient de noter.
Séatice du io avril {viatin). — M. Oursel dèmontre, par le rapprochement de textes
publiés depuis fort longtemps (Pommeraye, Crespin, Th. de Bèze, etc.) et de documents ma-
nuscrits, en partie inèdits, extraits des registres capitulaires de la cathédrale de Rouen, des
registres de la Tournelle de Rouen et des registres de délibérations communales de Rouen,
que les fameux « placards » d'Antoine Marcourt contre la messe ont été répandus à Rouen
le 27 janvier 1534-1535 par un certain Guillaume Husson ou Huchon, de Blois, qui fut d'ailleurs
supplicié quelques mois plus tard.
144 COURRIER DE FRANGE
— M. Bourde de la Rugerie, archiviste du département du Finistère, raconte l'histoire des
papeteries qui existaìent jadis dans les environs de Morlaix. Gomme beaucoup d'autres établis-
sements industriels de Basse-Bretagne, les papeteries furent fondées par des normands. Le
plus ancien « moulin à papier », dont l'auteur ait trouvé mention, celui du Val-Pinard, près
de Morlaix, est cité dans un document de 1499 ; il ne paraìt pas avoir subsisté longtemps, mais
dans cette région, ainsi que dans les environs de Lannion et de Landerneau, trente à qua-
rante papeteries furent créées au dix-septième siècle sur des terrains concédés à des ouvriers
normands par des familles nobles de Bretagne. Tous ces établissements étaient peu impor-
tants ; ils étaient installés de facon rudimentaire et occupaient peu d 'ouvriers ; la valeur des
marchandises qu'ils expédiaient en Espagne et en Hollande atteignit cependant 300,000 à
400,000 livres. Fort éprouvées par les guerres de la République et de l'empire, les papeteries
de Basse-Bretagne retrouvèrent une certaine prosperile après 1815. Le progrès de la grande
industrie les a fait disparaìtre.
Séance du 19 avril {soir). — En réponse à la sixième question du programme, RL le
comte de Caix de Saint-Aymour signale au congrès les archives et les livres de raison de la
famille de Brossards des Ils, conservés au chàteau des Ils-Bardel (Calvados). Ces archives, très
considérables, remontent au commencement du quatorzième siècle (1316) et permettent de re-
constituer le type d'une vieille race de gentilshommes bas normands, vivant pauvrement et
noblement sur leurs terres et obligés de lutter, à partir du dix-septième siècle, contre les excès
de la centralisation et de la fiscalité royales, Les livres de raison des Brossards, commencés
en 1590 par Gilles de Brossard, seigneur de Bréveaux, personnage intéressant sur lequel M. de
Caix donne quelques détails. furent continués par ses descendants pendant cinq générations et
leur rédaction se poursuivit régulièrement jusqu'au milieu du dix-huitième siècle. M. de Caix
de Saint-Aymour en tire quelques traits intéressants, notamment à l'année 1658, le récit
d'une manifestation sentant la révolte et qui motiva la réunion, dans la plaine de Trun, de
2,000 gentilshommes venus pour protester contre les malversations et les vexations des
« traitants ».
— M, Etienne Deville, de la Société libre de l'Eure, a étudié un livre de comptes de
l'hòtel-Dieu de Bayeux (1466-1467), manuscrit aujourd'hui conserve à la Bibliothèque nationale,
après avoir fait partie de la collection de M. A. Monteil, dont il porte le noni sur la reliure
du volume. Il n'embrasse qu'une pèriode d'un an, mais il oftVe de curieux détails que M.
Deville s'est efforcé de mettre en lumière.
La partie relative aux recettes lui a permis de relever certains noms de personnages et
surtout quelques mentions intéressantes pour la topographie de la ville de Bayeux à cette
epoque : la rue Bienvenu, la rue Lectière, la rue Saint-Malou, la rue de la Tanerie, la rue aux
Cocqs. Celle consacrée aux dépenses a permis à M. Deville de relever certaines particularités,
comme : payements aux officiers et gratifications, salaires d'ouvriers qui touchaient en general
20 deniers par jour ; dépenses pour réparations et d'organisation intérieure : nourriture, chauffage,
entretien de la basse-cour. La boisson commune était la cervoise et le cidre, à noter pour une
pipe et demi, y compris l'achat des pommes 7 livres, plus 2 sols et 6 deniers pour le
brassage.
A citer également la partie relative aux dépenses nécessitées par les écritures de la mai-
son : achat de papier, parchemin, matières à faire de Tenere et ciré pour sceller les actes.
Une curieuse mention à retenir, c'est celle relative à la confection du présent compte, trans-
cription, parchemin et papier ; le manuscrit coùta 200 livres, somme élevée quand on la
rapproche de la dépense totale qui se monta, en argent, à 593 livres. M. Deville a reproduit
à la suite de son mémoire de nombreux extraits de ce document qui nous initie à l'admi-
nistration d'un établissement charitable pendant une aiinée de la seconde moitié du quin-
zième siècle.
— M. Sauvage, archiviste-adjoint du Calvados, signale les cartulaires laìcs conservés aux
COURRIER DE FRANGE 145
archives du Calvados, ceux des Le Chevalier, de la Danjie, Pegnie, Jean Sallet, des Perrote
de Cairon, du fief de Fournet, tous rédigés dans la seconde moitié du quinzième siècle et
pour la plupart authentiques. Il mentre qu'il faut les rapprocher des cartulaires, censiers, etc,
exécutés à la méme epoque dans les chartriers ecclésiastiques et qui éclairent le monument de
restauration écononiique consécutif en Normandie, à la guerre de Cent ans.
— M. l'Abbé Alix, cure de Breville-sur-Orne, a lu un travall intitulé : Un moine bìbliophile
au dix-septième siècle. Pierre Pecqtcet, soiis-prieur du Plessis-Grimault. L'auteur, s'inspirant
d'un manuscrit de la collection Mancel, à Caen (n" 73) et d'un manuscrit de la bibliothèque
Sainte-Geneviève à Paris, n*^ 1875, esquisse à grands traits la vie de son héros, né à Senlis en
1584 et recevant à quinze ans l'habit des chanoines de Saint-Augustin dans le prieuré du
Plessis-Grimault. Devenu bibliothécaire du couvent, Pierre Pecquet s'occupa à mettre en ordre
ce qui reste de livres et manuscrits en son monastère. Il recopie de sa main plusieurs manuscrits
trop usagés, notamment le Vieiix Nécrologe. Il regrette vivement la perte d'autres manuscrits.
Il fut investi successivement et mème simultanément de plusieurs charges, notamment celles de
sacriste et de prieur-curé de la paroisse, charges qui étaient alors sources d'assez bons revenus.
Le bibliothécaire en profita pour recueillir le plus grand nombre de volumes possible. Bien
plus, il voulut faire des élèves ; mais il ne réussit qu'imparfaitement. Il entretint des rela-
tions avec les moines studieux des abbayes voisines, notamment avec M. Le Gueydon, prieur
d'Aunay, puis abbé de Barbery. Il légua à ce dernier sa bibliothèque, comptant 2270 volumes,
dont il avait établi le catalogne, aujourd'hui conserve à la bibliothèque de Caen. Cette biblio-
thèque resta au prieuré, d'où à la Revolution elle passa en partie à la bibliothèque de Vire,
En 1656 le moine bibliophile fut enterré dans la chapelle Saint-Roch de son église
Gonventuelle.
Bibliothèque nationale. — Rapport adressé au ministre de l'Instruction publique et des
Beaux-Arts, par M. Henry Marcel, sur les services de la Bibliothèque nationale pendant l'an-
née 191Q.
« J'ai l'honneur de vous adresser le rapport annuel sur les différents services de la Biblio-
thèque nationale. Avant d'entrer dans le détail de ces services, pour l'année 19 io, j 'estime
qu'il est de mon devoir d'attirèr votre bienveillante attention sur la situation faite au grand
dépòt de la rue de Richelieu. Ce dépòt qui, par sa nature méme, est destine à s'accroìtre
d'une facon périodique et constante, risque d'ètre entravé, dans son fonctionnement normal,
par le cadre restreint de son personnel et par les limites étroites de ses bàtiments.
Pour ne parler que du département des imprimés, il y a vingt ans, on évaluait à envi-
ron 3 millions le nombre des volumes existant à la Bibliothèque nationale. D'après les chiffres
que vous trouverez exposés plus loin, ce département s'enrichissant d'au moins 50,000 unités
par an, c'est, au bas mot, d'un tiers qu'il s'est accru pendant ce laps de temps. Or, à ce flot
montant des productions de toutes sortes de la librairie moderne, qu'il s'agit d'enregistrer, de
cataloguer et de communiquer à un public dont les légitimes exigences augmentent dans les
mémes proportions, quels moyens d'action avons-nous pu opposer? Fante des crédits nécessai-
res, nos efforts n'ont pas toujours abouti aux résultats que l'on aurait pu en attendre.
Après les améliorations introduites dans le service des Communications et dans la pu-
blication des buUetins mensuels, que j'ai eu l'honneur de vous signaler dans mas précédents
rapports, d'autres réformes s'imposent, qu'il paraìt impossible de réaliser, quand on songe que
le nombre de nos fonctionnaires et agents n'a presque pas varie depuis plus de vingt-cinq ans,
quand on songe surtout que les locaux, affectés à des collections qui s'accroissent dans les
proportions que je viens d'indiquer, sont demeurés les mémes depuis près de onze ans. C'est
ainsi qu'en l'absence de place, nous sommes obligés d'avoir recours à des espédients désas-
treux pour le classement et la communication des collections, tels que l'installation de casiers
provisoires au milieu des travées du magasin centrai, ou le placement de séries sur un doublé
146 COURRIER DE FRANGE
rang. C'est ainsi encore que, ne pouvant plus les recevoir rue de Richelieu, nous allons ètra
amenés à vous demander l'autorisation de transporter la sèrie des journaux de province, qui
s'accumulent au rez-de-chaussée et jusque dans les sous-sois du bàtiment de la rue Colbert,
dans un autre locai extérieur à la bibliothèque, sauf à les mettre à la disposition des lecteurs
qui en demanderont la communication dans des conditions qui seraient à déterminer.
Si encore l'insuffisance du nombre de nos agents employés à la manutention des volu-
mes, emmagasinés souvent à une grande distance de la salle de travail où ils doivent étre
consultés, si cette insuffisance, dis-je, était compensée par une machinerie plus en rapport avec
nos besoins, le temps qui s'écoule entre la demande d'un ouvrage et sa remise au lecteur
pourrait parfois étre abrégé. Mais, là encore, nous sommes loin de compte. La plupart des
monte-charge mus à bras d'homme dont nous pouvons disposer laissent beaucoup à désirer
et les moyens mécaniques, comme les ascenseurs automatiques, le tapis roulant, etc, que nous
réclamons depuis des années, n'ont pas encore pu étre installés.
Il est aussi un service de la Bibliothèque nationale qui a pris une grande extension :
c'est celui de la photographie. Il n'est pas de jour que nous ne recevions des demandes por-
tant sur des sèries considérables de documents destinés à illustrer les publications, les revues
et journaux dont le nombre augmente sans cesse. Ces documents, surtout ceux conservès aux
départements des Estampes et des Manuscrits, sont souvent exposés à des détériorations du fait
des manipulations, du transport des volumes à grande distance effectué par un seul agent, etc,
et des mesures effectives s'imposent pour faciliter cette manipulation, peut-étre aussi pour
limitar la reproduction des ouvrages et pièces des collections nationales, si l'on veut en em-
pècher la complète destruction.
Il me semble que les quelques e.xemples que je viens de citer suffisent, entre tant d'au-
tres, à faire ressortir l'urgence qu'il y aurait à relever les crédits affectés au personnel, au ma-
tériel et aux bàtiments de la Bibliothèque nationale, sous peine d'exposer notre grand établis-
sement littéraire, scientifique et artistique à des comparaisons fàcheuses avec les bibliothèques
de l'étranger, sous peine d'arréter dans leur dèveloppement et méme dans leur fonctionnement
régulier des services dont l'activité, pour l'année 1910, est constatée par les statistiques qui suivent.
Département des Imprimès, cartes et collections géographiques. — Au département
des Imprimès, les améliorations réalisées dans les différents services, depuis qu'ils ont chacuu
à leur téte un conservateur-adjoint, se sont poursuivies normalement. Les ouvrages venus par
la voie du dépòt legai, des dons ou des acquisitions sont communiqués aux lecteurs dans le
laps moyen d'un mois après leur entrée à la bibliothèque.
Dans la salle de travail du département des Imprimès, si la moyenne du temps qui s'é-
coule entre la demande d'un livre et sa remise au lecteur ne dépasse guère un quart d'heure,
il faut attribuer ce rèsultat au zèle des fonctionnaires et agents. Tandis que leur nombre n'aug-
mente pas et que, tout au contraire, les dispositions du décret organique de 1909, qui néces-
sitent deux ans de grade pour chaque avancement, ne nous permettent pas d'avoir nos cadres
complets, le nombre des lecteurs ne cesse de croìtre. Il dépasse, certains jours d'hiver, le
chiffre de 750, alors que les places à la disposition du public dans la salle de travail sont au
nombre de 344 seulement. Beaucoup de gens doivent rester debout et travailler sur les pupi-
tres des casiers. Les bulletins communiqués (460,694) dépassent d'une vingtaine de mille les
Communications de l'an dernier.
La statistique des salles du département des Imprimès, pour l'année 1910, accuse les
chiffres suivantes : Salle de travail: Lecteurs: 186,990; volumes communiqués: 572,168. —
Salle publique de lecture: Lecteurs: 34,906; volumes communiqués: 52,327. — Salle de gèo-
graphie: Lecteurs: 2405; pièces communiquées: 29,250.
Accroissement des collections, Dépòt legai. : Seine : livres et brochures : 5792 ;' jour-
naux et publications périodiques : 160,000; musique: 6507. — Départements: livres et brochu-
res: 10,220; affiches électorales: 11,480: journaux et périodiques: 380,000; musique: 200.
COURRIER DE FRANGE 147
Acquisitions. — Livres étrangers: 12,225; Hvres anciens: 87; revues et périodiques étran-
gers : 72,000.
Dotis. — 4600 numéros formant ensemble plus de 6000 volumes. — Section de géogra-
phie : Dépòt legai, 233; dons: 150; acquisitions: 638.
Entretien des collections. — Reliures à l'exlérieur ; 14,204; reliures à l'intérieur: 7849.
Dons prìncipaux. — De nombreux ouvrages en langues étrangères ont enrichi de facon
très notable nos collections. M. Emile Picot, membre de l'Institut, nous a donne une impor-
tante sèrie d'ouvrages roumains, près de mille, qui resteront groupés sous le nom du donateur.
Citons, entre autres, les revues rouniaines Transilvania, Biset-ica. Ortodoxa romana, et surtout
la Coliiinna lui Traianu, dont les premiers numéros sont presque introuvables aujourd'hui. —
De M. Georges Hévelle, traducteur des romanciers d'Annunzio et Blasco Ibanez, nous avons
recu des romans et des poésies contemporaines, en italien et en espagnol, qui ne forment pas
moins de 450 volumes. — Un curieux recueil de quatre ouvrages religieux, publiés de 1794 à
1796, à lelgavva et donnés par M. Monthiers, nous a fourni des spécimens, jusqu'ici rares dans
notre dépòt de la langue lettonne, idiome populaire de la Courlande, apparente au lithuanien.
— Au grand collectionneur américain J, Pierpont Morgan, nous devons un exemplaire de son
Catalogne of jeu'els and zvorks, publié avec le plus grand luxe. — M'ne Dinah Felix, la der-
nière sceur de Rachel, nous a légué en doublé exemplaire, habillé d'une belle reliure en ma-
roquin plein, l'ouvrage d'Adrien Delahante, Une famille de finance au dix-htdtième siede. —
De la Scìiola cantoruìn nous avons reru en don un lot de 253 partitions musicales, pièces et
brochures.
C'est aux dons surtout que nous devons de combler nos lacunes. La comparaison d'an-
nuaires bibliographiques, comme ceux de Nilsson et Le Soudier, avec \e Jour7ial de la librairie
permet au service des entrées de relever les omissions du dépòt legai. Quand ces omissions
sont trop anciennes pour étre signalées au ministère de l'intérieur, des démarches officieuses
auprès des éditeurs permettent de réparer l'oubli conimis par l'imprimeur. Chaque année, 250
volumes nous sont ainsi remis à titre gracieux par les maisons d'édition et 6000 à 7000 nu-
méros par les directeurs de périodiques.
Le service de l'inventaire s'adresse, non pas aux éditeurs, mais aux auteurs. Au cours
de l'impression du catalogne general, il communique aux auteurs dont il peut se procurer
l'adresse les placards en épreuve de leur bibliographie, en vue de rectifications ou d'additions.
Nombre d'écrivains se font un plaisir d'enrichir nos collections des ouvrages qui nous man-
quent, si bien que, pour la seule année 1910 et pour les seuls auteurs dont les noms commen-
cent par Do-Du, nous n'avons pas re^u moins de 1510 brochures, opuscules et volumes fran-
cais ou étrangers.
De méme, le bibliothécaire des sociétés savantes, qui a entrepris une soigneuse révi-
sion des collections confiées à sa garde, a obtenu de diverses sociétés 109 volumes et fascicules
manquants. Enfin, la section de géographie, que n'alimente plus depuis plusieurs années le
dépòt legai des départements, cherche également à combler ses lacunes.
Principales acquisitions. — Parmi les livres anciens dont s'est enrichi en 1910 le départe-
ment des Imprimés, on peut signaler:
1° La première édition parisienne des Epistolae familiares, de Cicéron (Paris, 1477), in-
connue des auteurs du catalogne des incunables contenus dans les bibliothèques publiques de
France ; — 2» Cinq opuscules imprimés en 1499 au Monastère de Montserrat: la Règie de saint
Benoìt, V Incendium amoris, de Saint Bonaventure, V Instriictio novitiorum de qnatiior virtiitibus
et les Méditationes du méme, le Tractatus de spiritualibus ascensionibus, de Gerard de Zutphen ;
— 30 Un Virgile illustre, de l'annèe 1502, publié à Strasbourg chez Grùninger, in-folio; —
4° Le Breviarium secundum usunt ordinis S.Johannis Hierosolymitani, Lyon, 1517, in.S^; belle re-
liure gaufrée de l'epoque; — s*' Les Heures de Boiirges, publiées à Paris vers 1541 ; — ó*^ La
collection des ceuvres d'un réformé qui se signala par ses dissertiments avec Luther, Andreas
148 COURRIER DE FRANGE
Rudolph Bodenstein dit Carlstadt; — y'^ 750 numéros appartenant à divers journaux de l'epoque
révolutionnaire, période pour laquelle nous cherchons de plus en plus à combler nos lacunes.
Entra autres acquisitions de la section de géographie, il faut citer une carte francaise,
jusqu'ici inconnue, des deux Amériques, par Jacques de Vaulx (1584). Elle offre cette particu-
larité que notre pavillon flotte sur le continent américain, où se se rendaient deux vice-rois
francais chargés d'en prendre possession. Dans un atlas manuscrit du seizième siècle, non
identifié jusqu'à présent, on a reconnu des vues cótières prises sous les yeux du célèbre na-
vigateur Drake, lors de son dernier voyage en 1595-1596: l'endroit où a été immerge, en vue de
Puerto-Bello, le corps du vainqueur de V hivincible Armada s'y trouve soigneusenient marqué.
La section de géographie procède à l'édition d'un nouveau catalogne de ses périodiques
étrano-ers. Ces revues pourront étre communiquées au public, dans la salle de géographie, dès
l'apparition de chaque livraison.
Catalogues et inventaires. — i^ Bidletms. Le Bulletin des récentes publications fran-
caises a compris, en 1910, 11,074 articles, disposés chaque mois suivant le pian adopté en
1908; les tables des noms d'auteurs et de mots typiques sont sous presse. En dehors des 804
pages consacrées aux récentes publications, il y une pagination à part pour les livres anciens
(22 pages) et les cartes et plans de la section de géographie (92 pages). — Le Bulletin étran-
ger comprend 7500 noméros. — Le catalogne des dissertasions académiques étrangères de 1909-
1910 compte 4950 articles.
2^ Catalogues. — Les travaux de catalogne, exécutés en 1909-1910, ont été les suivants:
Catalogne general des imprimés. Impression des tomes XLII-XLV (Dript-Dur). — Catalogne
des actes royaux. Tome i^r (Des origines jusqu'à la mort Henri IV), in-8^, CCXXII, 852 co-
lonnes. — Catalogne méthodique de l'histoire de l'Amérique (autographié). Tome V, pages
40-360. Araucanie, Terre de Feu, ile Malouines, généalogies et biographies (Abbott-Ribòn). —
Catalogne des ouvrages anonymes de l'histoire de France (autographié). 2e sèrie (noms de
lieux), tome V, pages 400-956 (Aveyron, Chàteaubriant). — Catalogne de factums. Envoi à
l'impression d'un dernier supplément et de la table. — Catalogne de la musique ancienne.
Tome I^"", in-40, 241 pages. Le tome II paraìtra incessamment. — Répertoire alphabètique des
livres mis à la disposition des lecteurs dans la salle de travail du département des Imprimés.
In-80, XX-316 pages.
L'essai de catalogne par matières, tenté l'an dernier sur les volumes du catalogne ge-
neral (lettre D), a été continue. Pour deux volumes et demi, il n'atteint pas moins de 30,000
fiches. Il rendra de grands services, dès que nos ressources permettront de l'activer assez pour
le mettre à la disposition des lecteurs.
L'inventaire de tous les périodiques francais et étrangers se poursuit également.
DÉPARTEMENT DES MANUSCRITS. — La statistique des services du département des ma-
nuscrits pour l'année 1910 donne les résultats suivants: Lecteurs: 42,133; manuscrits commu-
niqués : 74,010. — Manuscrits prétés : Paris, 314; départements, 92; étranger, 92. Total: 498
manuscrits. — Manuscrits photographiés, 1,062. — Manuscrits envoyés des départements et de
l'étranger pour ètre communiquès à la Bibliothèque nationale : départements, 97 ; étranger, 64.
Total: 161 manuscrits. — Manuscrits entrés: par acquisitions, 271; par dons : 113. Total: 384
manuscrits. Reliures : à l'extérieur, 3,392 (y compris les volumes provenant de la mission
Pelliot) ; à l'intérieur, 56. Total: 34,448 manuscrits.
Principaux dons. — Copies de cartulaires normands, manuscrits, notes et extraits histo-
riques, légués par M. Léopold Delisle, administrateur general honoraire de la Bibliotiièque
nationale, et remis par son frère M. Xavier Delisle. — Itinéraire de Louis XI. Don de la
Société de l'histoire de France. — Papiers historiques sur Venise et Naples, de feu Michel
Perret et Leon Cadier. Don de M. le directeur de l'École des chartes. — Correspondance de
Chardon de La Rochette. Don de M"^" veuve Eug. Chatel. — Lettres d'Auguste Comte. Legs
du docteur Audiffrent, de Marseille. — Manuscrits autographes de Théodore de Banville. Don
de M. et M'"^ Georges Rochegrosse. — Manuscrits autographes d'Anatole France. Legs de
COURRIER DE FRANGE 149
M™« Arman-Caillavet. — Cinq manuscrits de pastorales basques. Dons de MM. G. Hérelle et
Em. Picot. — Deux manuscrits lolo. Don de MM. Pierre Duchesne-Fournet et Lapicque. —
Fragment d'un chansonnier francais du treizième siècle. Don de M"« veuve Paul Aubry.
Parmi les acquisitions faites au cours de l'année 1910, signalons. — Halachot-Guedolet, ma-
nuscrit hébreu du onzième siècle. — Lectionnaire des évangiles, manuscrit syriaque, à peintures,
du douzième siècle, — Grammaire de Sibavvaihi, manuscrit arabe de Fan 11 57. — Sergius,
Commentaire sur Aristote, manuscrit syriaque du treizième siècle. — Proverbes de Meidani,
manuscrit arabe de l'an 1197. — Dictionnaire biographique des compagnons de Mahomet, par
Ibn Ilhak, manuscrit arabe du treizième siècle. — Chronique arabe de Bar-Hebraeus, manus-
crit arabe du quatorzième siècle. — Poésies antéislamiques, manuscrit date de l'an 1305. —
Dictionnaire persan-arabe de Beihati, manuscrit du quinzième siècle, — Histoire de la maison
de Timour, par Abder-Rezzat, de Samarkande, manuscrit du seizième siècle. — Galfridi Monu-
metensis historia Britonum, manuscrit latin du treizième siècle. — Statuts de Saint-Sauveur et
obituaire de Saint-Laurent d'Ai.x, manuscrits latins des quatorzième et quinzième siècle : —
Cartulaire de Saint-Maximin de Trèves, manuscrit latin des quinzième et seizième siècles. —
Chartes et correspondance de princes de la maison de Savoie, depuis le treizième siècle: 14
volumes, — Testament autographe de Pierre de Bourdeille, seigneur de Brantòme, — Corres-
pondance originale du maréchal de Luxembourg pendant la campagne de Fiandre, en 1693. —
Correspondance des ministres Colbert et Le-Tellier, relative aux eaux et forèts, — Receuil de
documents originaux sur la fabrication des assignats,
Catalogues. — Catalogne des livres chinois, par M. Courant, fascicule 7. — Catalogne
des manuscrits tibébains, par le doctenr P. Cordier, 3" partie. — Catalogne des manuscrits
indiens, par M. Cabaton, fascicule 3, — Catalogne des manuscrits persans, par M, Blochet,
tome II. — Catalogne des manuscrits arabes, persans et turcs (supplément jusqu'en 1910), par
M. Blochet. — Catalogne des manuscrits des nouvelles acquisitions des fonds latin et francais
(1908-1909). — Répertoire des manuscrits latins et francjais des nouvelles acquisitions (1891-1910),
par M, Omont. — Catalogue des collections de province, par M. Lauer, tome II et dernier. —
Catalogne de la collection Baluze, par MM. Auvray et Poupardin. — Catalogue de la collection
des Mélanges de Colbert, par MM. de La Roncière et Bondois. — Catalogue de la collection
Dupuy, par M. Dorez, tome III et dernier. — Table generale des manuscrits de l'ancien fonds
francais, par M. Labrosse. — Table generale des manuscrits du nouveau fonds francais, par
M. Vidier. — Répertoire general des correspondances originales et autographes conservées au
département des manuscrits.
— Département des estampes. — La statistique des Communications au département des
Estampes pendant l'année 1910 accuse les chiffres ci-dessous : Nombre de bulletins : 18,909.—
Nombre de recueils communiqués au public: 54,821. — Nombre de recueils communiqués à
l'atelier de photographie : 5,033. Ce chiffre est en augmentation de 16 p. 100 sur les Commu-
nications faites en 1909 et de 21 p, 100 sur celles faites en 1908.
Le service de la photographie pése tout particulièrement sur le personnel de service du
Cabinet des Estampes; le gardien qui est prepose spécialement à l'atelier de photographie est
littéralement surchargé. L'extension de ce service entraine l'application de plus en plus striate
des mesures de conservation prévues par le règlement de la Bibliothèque nationale; le con-
servateur insiste pour que le personnel de service soit renforcé et pour que la construction du
monte-charge desservant l'atelier de phothographie soit commencée.
Dépót legai. — Le dépòt legai a fait entrer au département des Estampes, pour Paris :
3,152 pièces ; pour les départements, 152 pièces. Ces chiffres permettent de constater que le
flèchissement, observé jusqu'en 1907 dans le rendement du dépòt legai, a été enrayé. Le dépót
se fait maintenant avec régularité pour les albums de gravures. Le dépòt des épreuves de
graveurs est plus lent à obtenir.
Dons. — Nombre des dons, 131. Nombre des pièces données, 1,086. Le département
des Estampes s'est enrichi par la libéralité d'artistes, au nombre desquel nous citerons : feu
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4*
I50 COURRIER DE FRANGE
Théophile Chauvel, qui a légué son oeuvre grave et lithographié, remis au Cabinet des Estampes
par M™« Chauvel. M. Ch. Jouas a donne, en épreuves d'artiste, son illustration de la « Cathé-
drale » de Huysmans ; I\I. E. Friant, 5 eaux-fortes originales ; M. B. Naudin, 4 eaux-fortes
originales; M. Loir, 25 eaux-fortes originales. Un amateur, qui a exprimé le désir de garder
l'anonyme, a oft'ert au département des Estampes, en épreuves exceptionnelles, toutes les pièces
d'Odilon Redon, qui manquaient à la collection. L'oeuvre de Forain s'est enrichi de iS eaux-
fortes et lithographies originales oflertes par RI. R. Kcechlin ; M'ie J. Courbet a donne un dessin
originai de Gustave Courbet ; M. G. Ohnet, un portrait de Thomas Couture, dessiné par lui,
méme, M. Gallier, une sèrie de voitures du dix-huitième siècle, dessinées par Janel, Webley-
Ackermann ; M"e H. Richard, arrière-petite fille du graveur Ouénedey, un médaillon sculpté
représentant Aglaé Quénedey ; M. H. Béraldi, différentes notices sur des graveurs et des bois
gravés par Paillard et Lepère; M. Stròlin, une planche, le dòme florentin, gravée à l'eau-forte
par Corot, etc.
Le département des Estampes a recu le don de plusieurs publications ; la Table du
Mercure de France, éditée par la bibliothèque J. Doucet ; les catalogues illustrés de Gabriel de
Saint-Aubin, publiés par la Société des dessins de maìtres ; les images de confrérie, de RL l'abbé
J. Gaston, publiées par la Société d'iconographie parisienne ; le recueil des dessins de l'école
polytechnique, etc.
Acquisitiofts. — Nombre d'acquisitions, 131. — Nombre de pièces acquises, 2,889. —
Farmi les acquisitions de pièces anciennes, les plus importantes sont : l'épreuve d'un nielle
florentin du quinziéme siècle, représentant la Madone et un donateur agenouillé. Cette épreuve
est actuellement la seule connue. Duchesne, dans son traité sur les nielles (n» 64) et Dutuit
(Manuel n° 165) n'ont pu décrire que les copies de cette pièce ; — un diplome d'afiìlié au
tiers-ordre des Franciscains, 1505. Ce diplòma délivré à Assise à un Italien, porte une vignette
avec legende fran^aise xylographiée. C'est un document intéressant au point de vue de la
diffusion des estampes francaises ; — une sèrie de cinq gravures sur bois in-folio, représentant
deux musiciennes, deux musiriens et un chef d'orchestre, pièces non décrites, exécutées
vers 1570 environ ; — - deux gravures en criblé : sainte Anne, la Vierge et l'enfant Jesus ; le
martyre de saint Sébastien. Ces deux gravures peuvent compter parmi les plus importants
spécimens connus de la gravure en criblé, fin du quinziéme siècle. La première a èté echangèe
contre un fragment du pian de Francfort, grave par Mathieu Mérian en 162S, complétant
l'exemplaire conserve par la ville de Francfort ; — trois pièces d'une « Passion » francaise
avec légendes xylographiées, vers 1500 — une sibylle et un prophète, faisant vraisemblablement
partie d'une suite inconnue jusqu'à présent. Gravure sur bois, seizième siècle, avec legende
xylographiée ; — une estàmpe emblématique : le passereau mal conseil, faisant partie d'une
suite dont on connait déjà deux pièces. Gravure sur bois, seizième siècle.
Parmi les acquisitions d'estampes modernes intéressantes, il faut signaler : une épreuve
très rare de la Toimel/e, litht)graphie originale de Forain, acquise à la vente Ragot ; l'oeuvre
d'A. Willette, comprenant 2,520 pièces. C'est un ensemble qu'il serait à peu près impossible
de reconstituer une seconde fois ; il a été forme avec beaucoup de persévérance et de sagacité
par un érudit collectionneur parisien, M. Paul Blondel, qui a fait bénéficier le Cabinet des
Estampes du résultat de ses recherches. RL Blondel avait déjà recueilli dans les mémes condi-
tions l'oeuvre de Forain, qui constitue aujourd'hui un ensemble de 17 volumes au département
des Estampes.
Reliiire. — Le département a fait relier, en 1910, 22S volumes ou recueils, dont 44
grands in-folio. — Catalogues. Catalogne de la collection de Vinck. Le tome II e.st en prépa.
ration, redige par M. Bruel. — Catalogne des portraits. Le tome \'II est achevé par M. La-
ran. Il est actuellement sous presse.
Bàtiments. — Il ressort des considérations et des statistiques qui précèdent que la question
primordiale pour nos services est celle des bàtiments. Si J\I. Pascal, architecte de la Biblio-
thèque nationale, était mis à méme d'activer la construction de la seconde salle de lecture
COURRIER DE FRANGE 151
avec les magasins qui y seront annexés et l'installation du département des médailles, dans
les locaux qui lui sont destinés rue Vivienne, nous pourrions réaliser, dans une certaine me-
sure, les aniéliorations réclamées depuis si longtemps. Malheureusement, la modicité des crédits
alloués au service des travaux, à laquelle viennent s'ajouter les grèves et les difficultés avec
les entrepreneurs, est un obstacle à leur prompt achèvement.
D'un récent rapport que j'ai demandé à M. Pascal, il résulte qu'il va pouvoir couvrir
de verre les chàssis inclinés du grand comble de la salle nouvelle, de sorte que, sans étre
tout à fait affranchis des dangers de la temperature extérieure, les travaux pourront se continuer
prochainement à couvert et que nons commencerons à voir disparaìtre les causes si fàcheuses
d'humidité dont souffrent, depuis quatre années, les pièces inférieures de cette partie centrale
de la construction, en cours depuis bientót quatorze ans.
M. l'architecte ne peut pas encore prévoir l'achèvement de cette salle. Néanmoins l'année
191 1 en verrà la clóture verticale le long du chemin de ronde qui a été aménagé pour la
surveillance, pour la ventilation et pour l'entretien, à la partie la plus haute du plafond vitré
et des oeils-de-beuf qui éclaireront ladite salle. On commencera bientòt le garnissage de la
voùte et la construction de ces ceils-de-beuf ; la partie decorative suivra. Pendant ce temps le
bàtiment sur le jardin, arrivé seulement au-dessus du plancher haut du rez-de-chaussée et dont
quelques colonnes émergent déja, pourra étre conduit jusqu'à son faitage, si rien ne vient re-
tarder la réalisation d'études en avance de plus d'une année.
Quant à la transformation de la machinerie, monte-charge, transports à bras, tapis rou-
lants, etc, elle est subordonnée à l'achèvement de la construction actuelle, dont elle sera le
complément tout indiqué, quoiqu'il soit indispensable de nous doter immédiatement au moins
de deux ascenseurs, qui, en tout état de cause, pourraient étre utilisés dans l'avenir et rendraient,
dès à présent, les plus grands services.
En terminant cet exposé, je prends la liberté, monsieur le ministre, de faire appel à tonte
votre sollicitude en faveur d'un établissement qui, sans l'intervention énergique des pouvoirs pu-
blics, serait bientòt atteint dans ses forces vitales et dans le fonctionnement de tous ses services.
— M. Henry Marcel, administrateur de la Bibliothèque nationale, a eu, pour célébrer le
centenaire de Théophile Gautier, l'heureuse idée d'organiser une exposition de souvenirs se
rapportant au poète. Huit vitrines, réunies dans la salle d'honneur de la Bibliothèque, conte-
naient les unes des portraits et caricatures du poète, les autres les ceuvres: poésies, romans et
voyages, des autographes, etc... M. Marcel et ses coUaborateurs doivent étre repierciés pour
ce témoignage rendu à la mémoire du célèbre écrivain.
— La marquise Arconati Visconti vient de faire don au département des Manuscrits de
la Bibliothèque nationale d'un volume particulièrement important pour l'histoire du XVP siècle.
C'est l'exemplaire, sans doute originai et dont on ne connait pas d'autre copie, d'une Histoire
de Charles-Quint, due à l'un de ses officiers, le Franc-comtois Hugues Cousin.
— M. Henry Omont a publié dans le dernier numero de la Bibliothèque de l'Ecole
des Chartes l'inventaire sommaire des Nonvelles acqidsitions du Département des manuscrits,
peìidant les années igog-igio (Paris, in 8°, 67 p.). Parmi les acquisitions, on noterà : un
ancien exemplaire des actes du troisième Concile de Constantinople (680), du IX« siécle ; un
un traile des offices ecclésiastiques d'Amalaire, du X« siècle ; une copie de l'Histoire des Bretons
de Geoffroi de Monmouth, du XIIP siècle ; un exemplaire des Voyages de Jean de Mandeville
en Terre-Sainte, du XlV-siècle ; un cartulaire de l'hópital de Burgos, du XIV« siècle ; une copie
du cartulaire de l'abbaye de Saint-Maximin de Trèves, du XVI« siècle ; un registre des privi-
léges de l'Universitè de Toulouse, du XVP siécle; un exemplaire des statuts du chapitre de
Saint-Omer ; un obituaire de l'abbaye de Saint-Laurent d'Avignon, du XV siécle ; un inven-
taire de la bibliothèque et des joyaux de Ferdinand I"'' d'Aragon, roi de Naples ; le testament
autographe de Brantóme ; les minutes originales de la correspondance du maréchal de Luxem-
bourg avec Louis XIV, pendant la campagne de Fiandre de 1693 ; une volumineuse collectiòn
de piéces et correspondances originales sur l'histoire de Savoie (XVI^-XVIIIe siècles).
152 COURRIER DE FRANGE
Notons, parmi les dons : manuscrits et papiers, principalement relatifs à l'histoire de
Normandie, que M. Léopold Delisle avait conservés près de lui, après le don fait de ses
collections à la Bibliothèque nationale, et qui ont été remis par son frère, M. Xavier Delisle.
(L'inventaire en sera publié ultérìeurement) ; collection de chartes sur le Poiton. formée par
Benjarnin Fillon et donnée par M™« Charier-Fillon ; mémoires et correspondance de La Ré-
vellière-Lépeaux, donnés en 1888 par M. R. David d'Angers, mais dont la communication
avait été réservée jusqu'en 1910 ; correspondance d'Auguste Comte avec le D'' Audifi'rent :
manuscrits autographes des ceuvres poétiques de Théodore de Banville, donnés par M. et
M™^ Georges Rochegrosse, etc.
Tous les articles réunis forment un total de 463 volumes manuscrits, ajoutés aux fonds
latin et franrais des nouvelles acquisitions.
— Le premier volume du Catalogne du fonds de musique ancienne de la Bibliothèque
nationale, publié par M. J. Ecorcheville, vient de paraìtre. (Paris, Société Internationale de
musique, 1910, in-4^ 241 p. A-Air.) Dans son avant-propos, l'auteur nous informe que ce
catalogne « forme le relevé bibliographique des ouvrages imprimés ou manuscrits, théoriques
ou pratiques, en partition ou en parties séparées, déposés au Département des Imprimés de
la Bibliothèque nationale, dans les séries V (Beaux-Arts) et Vm (Musique). Sont exclus les
ouvrages classés dans les autres séries du Départemant (Poesie, Liturgie, Bibliographie, etc),
dont certains cependant ont trait à la musique, mais qui sont incorporés dans le Catalogne
general des livres de la bibliothèque. Sont exclus, de méme, les ouvrages de musique du Dé-
partement des manuscrits ».
Le dépouillement s'arréte au milieu du X\'II1« siècle, vers 1750. L'ordre alphabétique
est rigoureux, méme pour les anonymes. Les manuscrits ont fait l'objet d'un dépouillement
thématique. « Pour tonte pièce manuscrite, soit isolée, soit incorporee dans un recueil, et qui
n'est pas manifestement le copie d'un imprimé vérifié, le lecteur trouvera quelques mesures
d'incipit dans ce catalogne. Dans ce dépouillement thématique, toutes les ceuvres qui portent
un nom d'auteur sont groupés au nom de cet auteur ; les autres figurent à leur place dans les
recueils auxquels ils appartiennent. Ce classement alphabéticjue sera ultérieurement complète
par des tables méthodiques, où la division des matiéres sera poussée aussi loin que possible,
et qui se reféreront tant aux pages des volumes qu'aux numèros des clichés. Ces tables contien-
dront un classement alphabétique des chansons manuscrites ».
Félicitons AL Ecorcheville du travail qu'il a entrepris depuis plusieurs années et du soin
qu'il a apporté à la rédaction de son catalogne qui est tout à fait une nouveauté.
Bibliothèque historique de la ville de Paris. — L'exposition annuelle de la Biblio-
thèque de la \'ille de Paris, en l'hotel Le Peletier de Saint-Fargeau, vient de s'ouvrir.
Vl. Marcel Poète, l'érudit conservateur de la bibliothèque et inspecteur des travaux historiques,
à qui l'on doit ces intéressantes reconstitutions, a consacré l'e.xposition de cette année à
« Paris au temps des grands classicjues ». Notre prochain courrier contiendra un compte-
rendu de cette exposition.
Lille. — La Bibliothèque municipale de Lille a fait l'acquisition d'une très intéressante
gravure sur cuivre, qui appartenait à AL Laloy, mort récemment, à Houplines. C'est un
almanach royal de l'année 1681, représentant le voyage du roi Louis XIV dans les Flandres,
le 2 aoùt 1680. Cette pièce, qui mesure o™5o sur o™3o de largeur, sort de l'imprimerie Lan-
glois, à Paris. Le roi est représenté au centre, à cheval ; derrière lui un carrosse ; dans le
fond, le Dauphin à la téte de son régiment et des fusiliers ; à l'arrière-plan, les fortifications
de la citadelle de Lille, qui viennent d'ètre terminées. Devant Louis XIV, et à genoux, se
tiennent les magistrats de la Cité. On apercoit, dans un médaillon, le roi s'embarquant à
Dunkerque, sur le navire VEntreprenant. A gauche et à droite, sont quatre autres médaillons,
représentant l'entrée de Louis XIV à Ypres, à Tournai, à Ambleteuse et à Saint-Omer. A la
COURRIER DE FRANGE
153
partie inférieure, le graveur a, dans un rectangle, représenté la reception faite, par le roi, à
la dauphine et au dauphin, à leur arrivée à Vitry-le-Francois, le 6 mars 1680. Cette gra-
vare est très rare ; il n'existe, en effet, qu'un nombre très restreint de calendriers de cette
epoque.
Rouen. — A l'occasion du Millénaire de la Normandie, la Bibliothèque municipale de
Rouen a organisé une exposition rétrospective, comprenant des manuscrits (miniatures, livres
de chceur, avec ou sans notation musicale, albums amicorum, chartes, bulles, etc), et des
livres imprimés, des reliures, des variétés typographiques (thèses, affiches, brevets, diplómes,
calendriers, etc), ainsi qu'une collection de sigillographie et de numismatique. M. Loriquet,
conservateur, a fait appel aux collectionneurs, pour compléter les lacunes que peuvent présenter
les collections de la bibliothèque. Nous donnerons, dans notre prochain Courrier, un compte
rendu de cette exposition qui interesse les bibliophiles. A. Boinet.
*>ooo<«W)0<ioum*«jiiiK»w
■ VIOIXXXXIOOCX mrxx IODI X xtcxx a
■XXX XXXX XXXM WOOt IO( Wt W(X« KKIOI KMm xxxx
VENDITE PUBBLICHE
Vendita della Biblioteca di Roberto Hoe
di New York. — Dal 27 aprile al 5 maggio
u. s. fu venduta all'asta la celebre biblioteca
del defunto Roberto Hoe il quale era uno dei più
grandi bibliofili e collezionisti di tutti i tempi.
La casa di vendite Anderson di New York
pubblicò un bel catalogo illustrato diviso in
due parti che corrispose all' importanza del-
l'asta e seppe con straordinaria abilità richia-
marvi ima tale attenzione che il concorso di
bibliofili, collezionisti e librai d'ogni dove nella
metropoli degli Stati Uniti divenne addirittura
enorme. Gli incunaboli, i manoscritti, le lega-
ture ecc., accesero una gara vivissima tra i
concorrenti di modo che ottennero dei prezzi
che sorpassavano di gran lunga le previsioni
più ardite e che, in parte, possono anche es-
sere considerati come fantastici e non giusti-
ficati. Lo strano è che alcuni capi, quantun-
que riconosciuti da bibliofili esperti e provetti
per non autentici, furono ciononostante di-
sputati fra i collezionisti e venduti a dei prezzi
favolosi. Le 3538 opere catalogate nell'elenco
distribuito dalla Ditta Anderson, che costitui-
scono la sola quarta parte della intera biblioteca,
raggiunsero la rispettabile cifra di oltre cinque
milioni di lire : fedeli alla nostra promessa ne
citiamo le opere più preziose coi loro prezzi :
20 Aesopus. Fabulae latine Rinucio in-
terprete. Mediol., 1479 .... $ 525
56 Alexander. (Sir William, Fari of
Stirling). Recreations with the Mu-
ses. London, 1637 1500
75 Anacreon. Odae graece et latine
Lutet. 1554. (Su pergam.) . .
78 Anacréoìi, Sapho, Bion et Moschus
Paris, 1773-74
117 Art de bien vivre. Paris, 1492 .
141 Aiigustinus. (S.). De doctrina chri
stiana, sive de arte predicandi
Mog., Schoeffer & Fust, s. a. .
142 Augtistìnus (S.). De Civitate Dei
Ven., 1470. (Su pergam.) , .
154 Bacon (Sir Francis). Essaies. Lon
don, 1598
252 Bertiers (Juliana). The Book of
Saint Albans. Caxton i486. . .
269 Biblia Sacra Latina. Mainz, Gu
tenberg ca. 1455
274 Biblia Pauperum. Ven. (1510) .
276 Bidpai. The Dialoges of Creatures
Moralysed. S. 1. et a.
280 Ada scitu dignissima docteque
concinnata Constantiensis concili
celebratissimi. Med. (1512). Leg
Grolier
286 Appianus. Des Guerres des Ro-
mains. Lyon, 1544. Leg. orig. colle
armi di Enrico I di Lorrena
287 Ariosto. Lione, 1586. Leg. orig. .
288 Arrianus et Hanno. Periplus, Plu-
tarchus de fluminibus, Strabonis
Epitome. Bas., 1533. Leg. orig. .
289 Artemidorus . Da Somniorum inter-
pretatione. Bas., 1543. Leg. orig.
297 Bible. The Holy Bible, containing
1150
675
650
900
2700
1575
12000
50000
510
635
1550
900
1050
575
525
154
VENDITE PUBBLICHE
the Olde Testament. Edinb., 1715.
Leg. Roger Payne $ 900
300 Bible. The Holy Bible, 1646 ; Book
of common Prayer. 1642. (Leg. orig.) 520
306 Boiivelle (Charles de). Livre singu-
lier et vtile, touchant l'art et pra-
tique de Geometrie, Paris, 1542.
Leg. Francesco I 11 50
308 Camden (William). Britannia sive
Florentissimorum Regnorum.... de-
scriptio. Lond., 1600. Esemplare
della Regina Elisabetta .... 575
309 Choul (Guglielmo). Discorso della
Religione antica de Romani. Lio-
"^. 1559- Leg. orig 600
317 Coqiiillart (Guillaume). Oeuvres
Par. 1532. Bella leg, del 1874 , , 2000
323 Fregiilphus . Col. 1539, Leg. Maioli. 650
327 Guicciardini (Francesco). H istoria
d'Italia. Fior. 1561. Leg. con ritratto
di Enrico II (??!) 2600
328 Helidorus. Aethiopicae historiae li-
bri decem. Bas. 1552. Grolier . . 5500
331 Justine Martyr. Les Evvres De
sainct lustin. Par. 1559. Leg. orig. 1050
334 Le Maire de Belges (Jean). Les il-
lustrations de Gaule. Lyon, 1549.
Leg. orig 700
335 La Marche (Oliver de). El Caval-
iere Determinado tradvzido de len-
gua Francesca. Anvers 1553. Leg.
orig 780
336 Loryot de Lavai (Francois). Les
Secretz Morau.x. Paris, 1614. Leg.
col monogr. di Maria de' Medici. 650
344 Officium Beatae Mariae Virginis
nuper reformatum. Paris, 1597.
Leg. Clovis Ève 1000
353 Ordiìiaire de la messe et les ve-
spres du dimanohe, 1733. Leg.
genere Derome 2100
364 Sansovino (Francesco). Cronologia
del mondo. Ven. 1580, Leg. En-
rico III 750
371 Valerius Maximus. Ven., 1534.
Leg. Grolier 1500
389 Blake (William). Poetical Sketches,
Lond., 1783 725
390 Blake (William). Songs of Inno-
cence, 1789 700
391 Blake (William). The Marriage of
Heaven and Hell. (1790) . , , $ 3500
392 Blake (William). Songs of Expe-
rience, 1794 700
393 Blake (William). Milton : A Poem
in 12 Books, 1S04 9000
396 Blake (William), Blair (Robert), La-
vater (John Casper). Aphorisms on
Man. 1825 1325
407 Boccaccio (Giovanni). Il Decame-
rone. Fir. 1527 525
410 Boccaccio (Giovanni). Il Decame-
rone. Lond., 1757, 5 voi. . . . 1000
411 Boccaccio (Giovanni). The Deca-
meron containing An hundred plea-
sant Nouels. Lond., 1620. . . . 800
414 Boccaccio (Giovanni). Cy com-
mence Jehan bocace de Certald
son liure. Bruges, 1476. Esemplare
scompleto di una carta e con io
carte in facsimile ! 7000
415 Boccaccio. Here begynneth the
bokeof Johan Bochas. Lond., 1527. S75
421 Bodetiham (John). Englands He-
licon. Lond., 1600 1500
422 Boethius. De Consolatione Philoso-
phiae (in latino e fiammingo). Gand
14S5 4900
432 Bonaparte (Lucien). La tribù In-
dienne, ou Edouard et Stellina.
Paris, 1792 1725
455 Bouchet (Jean), L'Amoureu.x transy
sans espoir, Paris, Verard. (1503).
Su pergamena 3400
480 Brandt (Sebastian). The Ship of
fools. Lond., 1509 1825
494 Bray (Anna Eliza). Life of Tho-
mas Stothard. Lond., 1851 . , . 1350
503 Breydenbach (Bernhard v.), Opu-
sculum sanctarum peregrinationum,
14S6 675
530 Bryant (William Cullen), The Em-
bargo, or sketches of the times. Bo-
ston 1808 3300
576 Bury (Richard de), Philobiblion,
sive de amore librorum, 1473 . 725
62S Campbell (Thomas). Life of Mrs.
Siddons. Lond., 1834 725
632 Capgrave (John), Novae Legendae
Angliae. Lond. 1516 1310
VENDITE PUBBLICHE
155
643 Carmelianus (Petrus). Carmen de
sponsalibus inter Carolum. Lond.,
e. 15 14. Su pergamena ... $ 3000
667 Celsus (A. C). Medicinae libri
Vili. Ven., Aldo, 1528. Su perga-
mena 1700
684 Champlain (Samuel). Des Savvages,
ov, Voyage de Samvel Champlain,
etc. Paris (1603) ....... 3825
685 Champlain (Samuel de). Les Voj'-
ages. Paris, 1613 700
687 Chapmann (George-translator). Se-
ven Bookes of the Illiades of Ho-
mere, etc. Lond., 159S 3000
688 Chapmami (George-translator). The
Crowne of ali Homers VVorckes
Batrachomyomachia Or the Bat-
taille of Frogs and Mise. Lond.,
(1624) 650
721 Chaiicer (Geoffrey). The noble and
amerous ancyent History of Troylus
and Cresyde. London (1517) . . 1500
738 Cicero. Ofificiorum libri III. Ven.,
Aldo, 1517. Su pergamena, ma
scompleto 575
742 Cicero. Rhetorica nova et vetus
sive Rhetorica ad Herennium. Ven.,
Jenson, 1470. Su pergamena . . 1825
744 Cicero. Tusculanarum quaestionum
libri quinque. Romae, 1469. . . . 565
753 CVar^/'zV(Jules). Puyjoli. Paris, 1890. 500
736 Clarke (William?). Polimanteia, or
The meanes lawfull and ulawfull,
etc. London, 1595 520
758 Cleriadus et Meliadice. Paris, Ve-
rard, 1495. Su perg. e miniato. . 8600
772 Golden (Cadvvallader). The History
of the Five Indian Nations. New
York, 1727 900
791 Colonna (Francesco). Hypneroto-
machia Poliphili. Ven. 1499. . . 900
1000 Z>a>' (John). The Isle of Gvls. Lon-
don, 1606 855
looi Day (John). Law-Trickes. Lon-
don, 1608 855
1021 Defoe (Daniel). The Fortunes and
Misfortunes of the Famous Moli
Flanders etc. Lond. 1721. . . . 870
1057 Denton (Daniel). A Brief Descrip-
tion of New-York. Lond., 1670 . 3300
1226 Queeìi Elizabeth'' s Prayer Book.
Lond., 1578 $ 600
1250 Etat actuel de la Musique etc. Pa-
ris, 1770 515
1264 Everie ÌVoman in Her Humour.
Lond., 1609 700
1308 Feuillet (Octave). Julia de Treceur.
Paris, 1885 615
1378 Franklin IntprÌ7it , Cato's Moral Dis-
tichs. Philadelphia, 1735 .... iioo
1379 Franklin Impriìit. Cato Major. Phi-
ladelphia, 1744. . . .... 825
1385 Aiitograph letter. Benjamin Frank-
lin. Oct. 27, 1753 500
1414 Gagiiin (Robert). De Origine et Ge-
stis Francorum Compendium. Paris,
1500. Su perg., ma scompleto . . 515
1498 Glaìiville (Bartholomeus). De Pro-
prietatibus Rerum. Lond., 1495 . 2000
1505 Gohory (Jacques). Livre de la Con-
quète de la Toison d'Or. Pa-
ris, 1563 1500
1513 Gorges. America Painted to the
Life. Lond., 1659 iioo
1516 Goya. Book of Etchings. Madrid,
(1800) 950
1522 Gray (Thomas). Elegy in a Country
Church yard. Lond., 1751 . . . 4500
1545 Gregorius (Magnus). Le Dialogue
de Mons. Saint Grégoire. Paris,
Verard, 1505. Su pergamena . -. 800
1550 Grolier Bessarion.Wen., Aldo, 1516,
leg. Grolier 3000
1576 Haklvyl (Richard). The Principal
Navigations etc. Lond., 1599-1600. 3400
1614 Hamilton (Antony). Originai draw-
ings, illustrating Hamilton's Me-
moires de la Vie du Comte du
Gramont. Lond., 1589 775
1615 Hamilton (Lady Emma), Memoirs.
Lond. 1855. . 750
1617 Hamor (Ralph). True Discourse
of Present State of Virginia. Lon-
don 1615 710
1619 Hentiay (Patrick)., The Nightinga-
le, etc. Lond., 1622 625
1655 Halyas. Knight of the Swanne.
Lond., 1502. Su pergamena. . . 21000
1656 Helyas (reprint of above). New
York, 1901. Su pergamena . . . 500
156
VENDITE PUBBLICHE
1275
850
1670 Herbert. (George) The Tempie.
Cambridge (1631) 8 2000
1675 Herodotus. Herodoti libri novem,
Yen., Aldo, 1502 500 (!)
1676 //éTrzV/è. (Robert), Hesperides. Lon-
don, 1647-48 750
16S3 Heywood. (John). The Spider and
the Flie. Lond., 1556 950
1685 Heywood (Thomas). The Second
Part of If ye know not me you
know no bodie. Lond. 1606. . . 500
1694 HeyTvood {^\\ovl\z.?). Loves Maitres-
se. Lond., 1636 790
1698 Hieronyinus. Epistolae et tractatus.
Mogunt., Schoeffer, 1470. Su perg.
1705 //c't' (Robert). Lecture on Bookbind-
ing. New York. 18S6. Su perga-
mena
1708 — Bierstadt. Library of Robert Hoe.
New York, 1895 500
171 1 Holitished (Ralph). The Firste Yo-
lume of the Chronicles of Engiand,
etc. Lond., (1577) 560
1715 Homerus. Opera graece. Fior.,
1488*) 3S00
1718 Hookes. (Nathaniel). Amanda. Lon-
don, 1653 510
17 19 Horae. Paris, 1498. Su pergamena. 625
1720 Horae. -Paris, 1498. .Su pergamena.
172 1 Horae. Paris, 1503. Su pergamena.
1722 Horae. Paris, 1508. Su pergamena.
1724 Horae, in spagnuolo. Paris (1510).
1725 //<9>-a<?.' Paris, Verard, 149S. Su per-
gamena 655
1726 Horae. Paris, 1506. Su pergamena. 575
1727 Horae. Paris, 1506. Su pergamena. 625
1729 Horae. Paris, 1506. Su pergamena. 640
1730 Horae. Paris, 1522 525
1731 Horae. Kerver, Paris, 1525 . . . 525
1733 Horae. Paris, Hardouyn, 1500. Su
pergamena
1734 Horae. Paris, 1507. Su pergamena.
1735 Horae. Paris, 1510. Su pergamena.
1736 Horae. Paris, 1513. Su pergamena.
625
850
900
500
800
925
525
725
*) Un esemplare magnifico legato in marocchino rosso
dell' Impero A^Weditio pHnceps rarissima di Omero è se-
gnato nel nostro catalogo 6S al n. 440 al prezzo di
Fr. 12000; non è di certo inferiore all'esemplare testé
venduto per quasi Fr. 20000 ! N. d. D.
1737 Horae. Paris, 1525. Su pergamena. 4500
1738 Horae. Paris, 1543 S 700
1739 Horae. Paris 1549 700
1740 Horae. Paris, 1541 1500
1744 Horatiiis. Yen. [1470]. Esemplare
con una carta supplita a penna . 675
1767 Hubbard. (William). Narrative of
Trouble with Indians in New Eng-
iand. Boston 1637-76 565
17S9 Ibraham (S. B.). Mirages. Paris,
[1906] 810
1790 Ibraham. Rabià el Kouloub. Pa-
ris, 1902 655
1801 Ii-i!Ìng. (Washington). Manuscript
used in revising Knickerbocker Hi-
story of New York, 1854. . . . 3000
1S04 Irving (Washington). Sketch Book,
with manuscript revisions. N. Y.
1854 1550
1819 Ii-oing (Washington). Manuscript,
Life of Goldsmith 4250
1520 Irz'itig (Washington). Portion of
manuscript of Life of Washington. 2800
1521 Irving (Washington). Manuscript
in memorandum book on Life of
Washington 575
1828 James I. of Engiand. The Essayes
of Prentise to the Divine Art of
Poesie. Edinb. 1584 i*J3o
1897 Jonson (Ben). Characters of Two
Royal Masques. Lond. (1608) . . 535
1899 Jonson (Ben). Chloridia. London,
(1630) 1550
1901 y6»«.yo«(Ben). Works. Lond., 1616-40. 375o
1905 Joiirdain (Sylvester). A Plain De-
scription of the Barmudas. Lon-
don, 1613 600
1918 y«t'É';/a/. Satires. Paris, 1796. Su perg. 655
1925 Keats (John). Endymion, with auto-
graph letter from author. London,
1878 1000
1927 Keats (John), Letters and Poems.
New York, 1883 600
1929 A^>w/i/.y (Thomas). Imitatio Christi.
G. Zainer (1471) ^975
1934 Keye (Ottho). Koude en Warme
Landen, 1659 loio
194S Laborde. Chansqns. Paris, 1773 . 710
1965 La Fontaìne. Contes et Nouvelles
en vers. [Paris], 1762 725
VENDITE PUBBLICHE
157
1995 Lamb (Charles). Beauty and the
Beast, (1813) $ 515
2013 Lascaris (Constantius). Grammat.
graeca. Med., 1^76 2300
2017 Laudomtiere. L'Histoire notable de
la Florida. Paris, 15S6 500
2033 Lily (John). The Wonian in the
Moone.. Lond. 1597 1320
1049 Locher. Album des portraits et cos-
tumes Suisses. (Bàie) 1824 . . . 625
2073 Longiis. Les Aniours Pastorales.
[Paris, Quillau]. 1718 925
2079 Lorrìs et Meung. Le roniant de la
rose. Paris, (1497) 825
2093 Lovelace (Sir Richard). Lucasta
(1649) 705
2099 Lindsay (Sir David). Dialogue Be-
tween Experience and aCourtie,etc.
London, 1566 700
2100 Maberly. The Print CoUector. Lon-
don 1844 1600
2104 Macrobius. In Somnium Scipionis
Expositiones et Saturnalia. Yen.,
Jenson, 1472 650
21 IO Malory (Sir Thomas). Le Morte
d'Arthur. W. Caxton, 1485 . . . 42800
21 15 Beda. Opusculum. Ms. membr.
saec. XII 540
21 16 Bibita (Sacra Latina). Ms. membr.
saec. XIII 1850
2120 Biiry (Richard). Philobiblion. Ms.
cart. saec. XV 1450
2124 Dtidley. Heroica Eulogia. Ms.
membr. saec. XVI 1S75
2126 Epistolae et Evangelia. Ms. membr.
saec. XVII 725
2127 Pembroke Hours. Ms. membr.
saec. XV 33000
2128 Book of Hours. English, fifteenth
century Manuscript i960
2129 Book of Hours, fifteenth century . 2050
2130 Book of Hours, fifteenth century.
French 7850
213 1 Hours, fifteenth cent\iry. French . 2300
2132 Hours, fifteenth century. French . 1450
2133 Hours, fifteenth century. French . 2400
2134 Hoìirs, fifteenth century .... 975
3135 Hours, fifteenth century .... 5100
2136 Hours, lattar fifteenth century . . 1850
2137 Hours of Anne de Beaujeu . . . 24000
2138 Book of Hours, fifteenth century.
Flemish $ 11650
2139 Hours, fifteenth century. French . 3000
2140 Hours, fifteenth century. Flemish. 2010
2 141 Hours, fifteenth century. French . 900
2142 Hours, sixteenth century . . . iiooo
2143 //cTrtr^, Works, fifteenth century Ms. 1650
2144 farry. Airs Nouveaux de la Cour.
(Paris XVIIe siede) 575°
2145 fosephus. Antiquitates Judaicae.
Ms. membr. saec. XIII 8200
2147 fuveualis et Persius. Satyrae. Ms.
ital. su perg. del XV sec. *) . . 8200
2148 Lydgate{]o\\vì). The Lyf of Our lady.
Ms. del XV sec 1025
2149 i^/rt;Y/(7//^.Epigrammata. Ms. membr.
saec. XV 75°
2150 IMedìtations on the Passi on. Ms.
olandese del XV sec 2100
2153 IMitiiatures. 32 lettere iniziali mi-
niate 600
2154 JMircuer historial de France. Ms.
membr. del XV sec 6000
2155 Missale Romatium per Carlo VI.
Ms. membr. del XIV sec. . . . 18900
5216 Officium B. M. V. Ms. membr.
ital. del XV sec 825
2157 Officium B. M. V. Ms. membr.
ital. del XV sec 1325
2158 Officium B. M. V. Ms. membr. ital.
del XV sec 1400
2159 Onosander. De Optimo Imperato-
re, etc. Ms. membr. ital. del
XV sec 600
2168 Ovid. Les XXI Epistres. Ms. mem-
br. frane, del 1500 loooo
2170 Petrarca^ Sonetti. Ms. del XV se-
colo 900
2171 Petrarca, Rime. Ms. membr. del
XVI sec 1450
2172 Prières à la Vierge. Ms. membr.
frane, del XV sec 1025
2173 Psalterium. Ms. membr. inglese
del XIII sec 1650
*) Questo bel manoscritto pel quale il libraio Belin di Pa-
rigi ha pagato circa 42000 lire è descritto nel nostro Bullettino
N. 2 (Novembre 1892) e fu offerto al prezzo di 2750 lire; per
tale cifra fu acquistato dal defunto sig. Rob. Hoe ! In nem-
meno venti anni il suo valore è dunque salito da 2750 a
42000 lire ! ! N. d. D.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 4»
158
VENDITE PUBBLICHE
2174 Psalterium, Ms. membr. frane, del
XV sec. . . 8 700
2175 Psalterium. Ms. membr. spagnuolo
del XV sec 1150
21 78 Rituale. Ms. membr. frane, del
XV sec 950
2179 Sauvarge. L'Etlquette. Ms. membr.
frane, del XVI sec 2200
2180 Traìcté de Peyne. Poeme Allégo-
rique. Ms. membr. frane, del XVI
sec. di 20 carte 2000
2 191 Marguerite de Navarre. Histoire
des Amens Fortunez. Paris, 155S. 1600
2198 Markham. Hungers Prevention.
Lond. 1621 1175
2205 Marot. Les Opuscles. Lyon (1530). 875
2206 Marot. Ladolescence Clementine.
Lyon, 1534 770
2218 Marstoti. What You Will. Lon-
don. 1607 950
2219 Marston. Parasitaster. Lond. 1606. 975
2228 Martyr. De Orbe Novo. Paris, 1587. 1310
2233 Masoìi. Brief History Pequot War.
Boston, 1736 1850
2272 Mer des histoires. Paris, 1488 . . 4300
2288 Meyer. Homo Microcosmus, ete.
Franeof. , 1670 750
2290 ilfz7/'c>;/. Poems of John Milton (1645). 1520
2294 Milton. Paradise Lost. Lond., 1667. 1750
2302 Mirrar for Magìstrates. London,
1563 550
2310 Molière. Sganerelle ou le Coen
Imaginaire. Paris, 1660 . . . . ino
231 1 Molière. L'Escole des Maris. Pa-
ris, 166 1 600
2341 Molière. Les Oeuvres Reveues
(1682) 530
2344 Molière. Oeuvres avee des Remar-
ques Grammatieales. Paris, 1773 . 520
2357 Montaigne. The Essayes, ete. (Queen
Elizabeth's copy). Lond., 1603. . 605
2362 Montesquieu. Le Tempie de Gnide.
Paris, 1772 704
2422 New York Charter. New York, 1749. 2500
2423 Frank' s New York Directory. New
York, 1786 .... .... 2275
2438 Norton. (John). The Redeemed
Captive. Bost., 174S 1350
2498 Pointer. The Palaee of Pleasure
Beautified (1566) 650
2499 Painter. Palaee of Pleasure Beauti-
fied (London, 1569) 8 1000
2516 Parkinson. Paradisi in sole Para-
disus Terrestris. Lond. 1629 . . 850
2517 Parliame?it of Devils. Lond. 1509. 3900
2536 Le Pàtissier Francois. (Elzevir).
Amst., 1655 1200
2570 Peele. The Battell of Aleazar. Lon-
don, 1594 1060
2571 Peele. The Famous Chronicle of
King Edward I. Lond., 1599 . . 725
2572. Peele. Merry Conceited Jests. Lon-
don (1620) 660
2593 Petrarca. Le Cose Volgari. Ven.,
Aldus, 1501. Su pergamena . . 4100
2595 Pettie. A Petite Fallace of Pettie.
Lond., 1576-77 725
2626 Plautus. Comediae e.x recensione
Georgii Merulae Alexandrini. Folio.
Ven., 1472 725
2630 Plinius. Historia Naturalis. Folio.
Venezia, 1472. Jenson. Su perg. 2725
2642 Poe. Letter. 2pp. 4to, 1848 (New
York) 1700
2675 Quares. A Feast for Wormes. 410
(London, 1620) 600
2700 Ouintilianus. InstitutionesOratoriae.
Folio. Romae, 1470. Su pergam. . 3100
2704 Rabelais, 3 vols., 4to. Amster-
dam, 1741 1000
2709 Ratine, 7 vols., 8vo. Paris, 1768. 780
2056 Longfellow. Outre Mer, with let-
ter. Boston, 1833 1175
2864 Sagard-Theodat. Histoire du Ca-
nada. Svo. Paris, 1636 500
2S76 Saint-Pierre. Paul et Virginia, royal
4to. Paris, 1806 750
2970 Shakespeare. Henry \'. 4to. Lon-
don, 1608 . . Sio
2071 Shakespeare. King John. 4to. Lon-
don, 161 1 2075
2972 Shakespeare. Hamlet. 410. Lon-
don, 161 1 3150
2973 Shakespeare. Henry 1\'. 4to. 1613. 2500
2974 Shakespeare. Richard III. 4to. Lon-
don, 1615 1810
2975 Shakespeare. Midsommer Night's
Dreame. 4to. London, 1600 . . . 2050
2976 Shakespeare. Love's Labor's Lost.
4to. London, 1631 700
VENDITE PUBBLICHE
159
2977 Shakespeare. Pericles. 4to. Lon-
don, 1635
2978 Shakespeare. Collected Works. First
folio. London, 1623
2979 Shakespeare. Works. Second folio.
London, 1632
2980 Shakespeare. Works. Third folio.
London, 1664
2981 Shakespeare. Works. Fourth folio.
London, 1685
2982 Shakespeare. Poems. Urst edition,
i2mo. London. 1640
2986 Shakespeare .CoWeciQà Works. Extra
illustrated, 21 vols., 8vo. London,
1S57
3065 Sidney (Sir Philip). Countess of
Pembroke's Arcadia. Small 4to.
London, 1590
3066 Sidney. Defence of Poesie. 4to. Lon-
don, 1595
3075 Simcoe.. Journal of Queen's Ran-
gers. 4to, Exeter (1787) ....
3080 Skelton. Why Come Ye Not to
Courte? i6mo. London, 1545-1552.
3101 Smith. History of Province of New
York. Royal 4to. London, 1757 .
3137 Smith, Statutes of Edward III. etc.
Folio. London, about 1482 .
3147 Sterne. A sentimental Journey. 2
vols., 8vo., ist ed, London, 1768.
3172 Suso. Lorloge de Sapience. Folio
(Paris) 1493. Prima ediz. francese.
Esemplare su pergamena.
3194 Tasso. Jerusalem Delivered. 2 vols.,
4to. London, 1803
3214 7 ennyson. Poems by Two Brothers,
ist ed., small 8vo. London, 1827.
3219 Tennyson. In Memoriam. 8vo. Lon-
don 1885. Cobden Sanderson bind-
ing
3220
$ 525
3231
13000
3236
1350
3243
3200
333S
750
3339
2700
3340
1500
3341
ii^^
800
3125
3366
660
3406
2250
3410
2300
3411
5200
500
3415
13500
800
500
1950
34S4
3206
3526
Tennyson. The Lady of Shalott,
4to. New York, 1881 .... $ iioo
Pfintzing. Tewrdannck. Folio. Nù-
renberg, 1517 900
Theseiis. Folio. Paris, 1534 . . . 925
Gabriel. Account of Province of
Pennsylvania, etc. i2mo. London,
1698 900
Vespucci. (Amerigo). Narrative of
Third Voyage. 4to (Paris, 1503) . 1700
Vespucci. Third Voyage. 4to, pro-
bably from German press, about 1 504 3000
Vespucci. Third Voyage. German
translation. 4to. Strassburg, 1505. 850
Vespucci. The New World etc, 8vo,
Paris, 1516 850
Villon (Francois). Les Oeuvres de
maistre Franroys Villon, 8vo (Pa-
ris, 1532J 3800
Vincentius Bellovacensis. Miroir H is-
toriai. 5 vols., folio (Paris, 1495) . 900
Walpole. The Mysterious Mother.
8vo (Strawberiy Hill, 1786) . . . 600
Walton and Cottoti. The Complete
Angler. 4 vols., extended from one,
4to (London, 1808) ^150
Walton and Cotton. The Complete
Angler. 2 vols., extended to io,
8vo (London, 1836) 2350
Warning for faire wotnen. Small
4to (London, 1599) 875
Winthrop (John). A Declaration of
P'ormer Passages and Proceed-
ings between the Englis band the
Narrowgansetts. Small 4to (Cam-
bridge, Mass. 1645) loooo
Wolley (Charles). A Two Years'
Journal in New York, 8vo. (Lon-
don, 1701) 2400
Wycherley (William), Miscellany
Poem. Folio (London, 1704) . . 2000
. irwwwirvìr»)(irìrwìnorMir>nnr**v»rwìrirK
NOTIZIE
Un manoscritto che rimpatria. — Riceviamo da Wellesley : Il manoscritto delle rime
del vecchio banditore fiorentino, Antonio Pucci, citato dal D'Ancona e da altri sotto il nome
di Codice Kirkupiano, e creduto definitivamente perduto si ritrova, dopo molte vicende, nella
Biblioteca del Wellesley College agli Stati Uniti.
La Direzione del Collegio, riconoscendo 1' alto valore del manoscritto, tanto dal lato
i6o NOTIZIE
letterario quanto da quello storico, ne ha decretato il rimpatrio, credendo con quest' atto far
cosa cara agli amatori della Letteratura popolare Toscana del trecento ed affermare quel sen-
timento di fratellanza che unisce gli studiosi di ogni paese nonché attestare in tal modo la
loro riconoscenza per tutte quelle facilitazioni procurate agli studiosi di oltre mare dalla gene-
rosità del governo Italiano.
Per volontà espressa dei donatori il manoscritto, il quale giungerà in Italia nell'autunno,
verrà depositato in perpetuo nella R. Biblioteca Nazionale di Firenze.
La Biblioteca del poeta Mario Rapisardi. — Nel giugno scorso il Comitato dell'Espo-
sizione agricola siciliana deliberava di destinare la somma residuale della Mostra, in lire qua-
rantamila, per acquistare la biblioteca ed i manoscritti di Mario Rapisardi. Il io luglio corr.,
alla villa del poeta è avvenuta la funzione della consegna. Fra gli intervenuti erano il sindaco,
il presidente e i componenti il Comitato dell' Esposizione e pochi intimi amici. Il notaio lesse
l'atto con cui il poeta cede la biblioteca, i manoscritti e gli oggetti d' arte esistenti nella sua
abitazione al Comitato dell' Esposizione allo scopo di donare il tutto alla città di Catania,
riservandosene 1' uso vita naturai durante. Firmato 1' atto e riscossa la somma, Rapisardi con-
segnava al sindaco lire diecimila destinandole in favore del Sanatorio dei tubercolosi di
Catania.
Il poeta lesse poi la seguente lettera agli intervenuti :
« Agli egregi commissari della II Esposizione agricola siciliana.
« Ho idoleggiato in cincjuant'anni di lavoro assiduo e tra non pochi imbarazzi i sogni più
sublimi che abbiano mai acceso la fantasia dei poeti e illuminate le meditazioni dei pensatori.
Il lavoratore affranto è ora costretto a chiudere l'officina.
« Catania madre mi è stata sempre liberale di incoraggiamento e di afletto. Alla vigilia
della mia partenza per il polo ignoto, la vostra parola affettuosa, o amici, e la vostra generosa
offerta, mi riempiono l'animo di ammirazione. Il vostro culto rispettoso dell'arte, la tolleranza
gentile di opinioni radicalmente diverse dalle vostre, e che tali si manterranno, se avremo co-
scienza di noi, mi prova che l'opera nostra si innalza con ardire sereno dalle gore dei volgari
interessi per illuminarsi nelle sfere dei supremi ideali. Accogliete, vi prego, il senso fervido
della mia gratitudine, e recate alla Patria gloriosa il mio più vivo augurio della sua perpetua
ascensione per l'erta luminosa dell' ideale, recate il saluto più affettuoso e commosso del tìglio
riconoscente e devoto ».
Manoscritti e Cimeli Mazziniani donati al Comune di Genova. — I tìgli del patriotta
Felice D' Agnino, in osservanza delle volontà dallo stesso espresse prima di morire, fecero
consegna al Sindaco e alla Giunta Comunale dei manoscritti e dei cimeli mazziniani già pos-
seduti dal loro padre.
All' atto della consegna delle iireziose reliquie, il Sindaco pronunziò alcune parole di
ringraziamento, alle quali rispose a nome degli offerenti, il signor Giuseppe D'Agnino uno dei
figli del donatore.
Pella consegna venne redatto verbale.
La Giunta Municipale poi, sempre in omaggio alla memoria del grande pensatore geno-
vese, deliberò di acquistare l'autografo dell'ultimo capitolo dei Doveri del/' Uomo rimasto
presso il tipografo che nel 1860 ne fece in Genova l'edizione (colla supposta indicazione di
Londra) a cura e sotto la sorveglianza di Maurizio Quadrio.
Un re negro arrestato per furto di libri. — L' arresto di un re è un fatto piuttosto
insolito nella cronaca.
Un telegramma da Lagos nell'Africa Occidentale britannica annunzia che è stato arrestato
il re Djebu Remo il quale è accusato di aver sottratto e poi venduto dei libri appartenenti alla
Corte di giustizia.
Pare che il fatto abbia sollevato una grande ostilità fra gli indigeni.
NOTIZIE i6i
Per l'avvenire della carta. — Oramai quando si parla di boschi e di foreste, altro non
ci si affaccia alla nostra mente, come esse costituiscano sopra qualunque altro commercio, uno
sfruttamento per la produzione della carta. Ora i giornali danno — a maggior consolazione dei
fabbricanti — la seguente notizia : « Il capo dei servizi forestali degli Stati Uniti ha fatto di
recente una interessante statistica degli spazi boschivi sparsi su tutta la terra. Da essa si vede
come il pericolo di un diboschimento generale sia tutt'altro che prossimo, poiché vi sono circa
i6 milioni di chilometri quadrati coperti da foreste. Tre milioni di essi si trovano in Europa,
ed il 78 per cento di tale superficie è diviso fra la Norvegia, la Svezia, la Finlandia e la Russia.
L' America del Nord vanta più di 6 milioni e 905.000 chilometri quadrati di foreste, di cui
quasi la metà si trova al Canada. È a notarsi che gli Stati Uniti amministrano in modo rovi-
noso il loro superbo capitale boschivo, poiché i tagli annuali rappresentano il triplo della nuova
produzione ».
La collezione del commediografo De Courcelles. — La vendita all'asta della collezione
del romanziere e commediografo Pietro De Courcelles che recentemente ebbe luogo a Parigi,
ha fruttato complessivamente la somma di lire 1.535.000, superiore di quasi mezzo milione alle
più larghe previsioni. Il prezzo più sorprendente raggiunto è stato quello pagato per un sem-
plice disegno a penna del veneziano Guardi, che rappresenta ima corsa di gondolieri sul Canal
Grande. Il disegno era stato comprato otto anni or sono dal De Courcelles per la somma di
400 franchi da un antiquario londinese di passaggio a Parigi. Il perito chiese 15.000 lire e il
disegno fu venduto per 40.000, che è il prezzo più alto che finora sia stato raggiunto da un
disegno del Guardi.
Le opere minori e postume di Giosuè Carducci. — Si sono chiusi a Bologna i lavori
della Commissione incaricata di stabilire le cose manoscritte di Giosuè Carducci da destinarsi
alla stampa. Da qualche tempo intorno al grande poeta si sono accese critiche e discussioni.
In Italia non c'è una via di mezzo. Si glorifica oggi, e domani si abbatte Valenti, onesti,
mediocri devono passare oggi tra gli altari domani nella polvere.
Ma di tutto ciò che si dice, si stampa, si discute resta serena la nobile figura del Car-
ducci. C è da rasserenarsi a vederla cosi buona, oggi più che mai, ed a persuadersi che il
pubblico si forma esso il suo giudizio, senza badare troppo ai carducciani ed agli anticar-
ducciani.
Intanto il relatore della Commissione per i manoscritti del poeta, intervistato da un
giornalista tra i coiti, ha esposta sinceramente la propria ammirazione e stupefazione per il
valore indiscutibile dei materiali raccolti dal Carducci per le lezioni universitarie, che saranno
appunto tra le pagine più nobili e degne della stampa. Il maestro fece lunghi studi per queste
sue dissertazioni, le quali mostreraimo ancora, se ve ne è bisogno, la coscienziosità critica, lo
spirito acutissimo di ricerca, l'amore dell' indagine e del raffronto, che furono i massimi ideali
del Carducci come insegnante.
Fra le opere designate alla pubblicazione, vi saranno poesie e frammenti giovanili.
L' edizione nazionale degli scritti di Leonardo da Vinci. — Completiamo la notizia da
noi data nel quaderno precedente de La Bibliofilia intorno all' edizione nazionale degli scritti
di Leonardo da Vinci colla seguente comunicazione che si ha da Roma :
« In questi giorni ha tenuto varie adunanze in una sala del Senato la Commissione Reale
per l'edizione nazionale delle opere di Leonardo da Vinci, presieduta dal sen. Blaserna.
Alle sedute hanno partecipato i commissari on. prof. Cermenati, vice-presidente della
Commissione, ed i prof. G. B. De Toni, G. Romiti e A. Venturi, assistiti dal segretario tec-
nico Ettore Zoccoli.
Particolarmente importante è stata la comunicazione del presidente prof. Blaserna che in
un suo recente viaggio a Parigi ha ottenuto il permesso di riprodurre fotograficamente tutto il
prezioso materiale autografo vinciano conservato nella biblioteca nazionale, nonché i disegni
j62 notizie
conservati a Chantilly nella collezione Condé e quelli conser\'ati nell'Accademia di Belle Arti
di Parigi.
La Commissione Reale ha pure già ottenuto il permesso di riprodurre i disegni che sono
custoditi nel Museo del Louvre, nella Biblioteca di Chatsworth, nella Kunsthalle di Amburgo,
nel Museo delle Belle Arti di Budapest, nel Museo di Weimar, nel British Museum e nel South
Kensington Museum ».
La mostra storica del grande Archivio di Stato napoletano. — Ferdinando Russo
parla lungamente nel Mattino della mostra storica disposta dal soprintendente dell'Archivio di
Stato di Napoli cav. Casanova sotto gli auspici del Ministero dell' Interno. Tutto è serio in
questa mostra e solenne, perfino l'addobbo modesto e severo in cui si cerca invano lo svolazzo
di orifiamme antiestetiche. I documenti esposti sono tutti di primissimo ordine : autografi, bozze
di lettere, stampe, giornali, poesie, reperti, disegni, leggi, sentenze, conti ecc. Nulla è celato
o male esposto. La mostra si apre con un documento di primaria importanza : l'originale dei
Preliminari di Loeben. Della Repubblica Partenopea e dei suoi fattori vi sono commoventi
ricordi : autografi di William Hamilton e di Orazio Nelson che dimostrano la lubrica coscienza
del primo, la prepotenza del secondo. La figura del cardinal Ruflb appare assai meno atroce
allor che si scorge che non suo fu il tradimento pel quale caddero in mano del Nelson i pa-
trioti capitolati e si legge la lettera sprezzante fattagli scrivere dall' inglese per avvertirlo del-
l'abrogazione della capitolazione e si vede il pericolo d' arresto da lui corso per aver rifiutato
di pubblicare la notificazione del Nelson, documento anch' esso esposto.... Ed ecco una parte
ben penosa: i registri che grondano sangue. Di alcuni si legge il titolo; di altri si possono
scorrere le pagine; ecco la nota delle spese per funi, capestro, tavole che servirono al boia
per impiccare Cirillo, Conforti, Pagano, ecc. Ed accanto, ecco le confische dei loro beni, le
proscrizioni degli altri.... V è il decreto con cui Giuseppe Bonaparte aboliva la feudalità ; vi
sono i documenti della cattura e del processo di Murat e quelli sul moto di Avellino, sul
moto del Cilento, sulla spedizione e sulla condanna dei fratelli Bandiera.... V è il diario di
Crispi per la spedizione da Marsala a Salemi, a Calatafimi, a Palermo della cui capitolazione
sottoscritta a bordo dell' « Hannibal » comparisce alla Mostra l'originale. Accanto sono l'ultimo
decreto del re Francesco II e il primo decreto di Garibaldi che da Casalnuovo nomina il Sirtori
suo dittatore. Poi ecco i libri di bordo delle navi sarde « Carlo Alberto » e « Vittorio Ema-
nuele ». Quello della « Carlo Alberto » è aperto alla data di giovedì 6 settembre e vi si legge
la « partenza da Napoli alle ore 7 '/o di sera del re Francesco II per Gaeta a bordo di una
nave battente bandiera spagnola ». Chiude il ciclo dei documenti del Risorgimento il rendi-
conto della gestione finanziaria dell' esercito meridionale. Veramente non si poteva meglio
commemorare il Cinquantenario della patria che evocando tanto periodo di storia del Mezzo-
giorno con i tesori inestimabili che conserva il veramente grande Archivio di Stato. La mostra
acquista singolarità per essere stata sapientemente disposta nel vetusto chiostro invece che nei
saloni monumentali, perché meno vi si senta Vaccadeinia.
Una grande polemica intorno ad un piccolo volume. — Nel quaderno precedente de
La Bibliofilia abbiamo pubblicato una breve notizia intorno il Libro dei JMartiri di Fox posto
in vendita dalla città di Bedford ma ritirato pochi momenti avanti il principio dell' asta dagli
auzionari invitati dal Governo inglese a rinviarne per qualche tempo la vendita. Intorno a que-
sto volume prezioso La Tribuna di Roma ebbe dal suo corrispondente londinese la seguente
notizia più particolareggiata :
« Un piccolo circolo letterario esistente da quasi un secolo in Bedford possiede una pre-
ziosa reliquia bibliografica, il volume del Libro dei JMartiri del Fox, che John Bunyan il famoso
predicatore evangelista, ed autore del Pilgrim Progress, portò con sé in carcere e tenne, as-
sieme ad una Bibbia, nei dodici anni in cui rimase imprigionato in conseguenza delle sue idee
religiose.
Il volume è annotato di pugno del Bunyan e qua e colà i periodi sono intersecati da
NOTIZIE 163
aggiunte e da versi. Sulla pagina esterna porta la firma del suo proprietario originario e la
data dell' imprigionamento.
Si tratta quindi di un volume che, data la grande influenza morale e letteraria che il
Bunyan ha esercitato sulla società inglese, ha un vero pregio storico ed un valore sentinientalo
incalcolabile.
Ma il circolo letterario di Bedford è povero, o per meglio dire a poco a poco ha lasciato
accumulare al suo passivo una bella somma di debiti, circa tremila o quattromila sterline, e
per pagarli, rinsanguando nello stesso tempo le proprie finanze per un bel periodo a venire,
ha pensato di vendere all' asta pubblica il piccolo tesoro del quale ricevette dono sessanta o
settanta anni fa, quando non era ancora venuto di moda il pagare somme favolose per cimeli
di questo genere.
Dalla vendita del piccolo volume il circolo spera di tirar fuori almeno sei o settemila
sterline, tanto più che 1' inevitabile compratore americano ha già fatta la sua apparizione in
Bedford nella persona del notissimo Pierpont Morgan.
L'asta avrà luogo fra breve e nel frattempo i giornali inglesi dal Times in giù strepi-
tano contro gli americani i quali comprano ogni cosa, e contro gli inglesi che vendono tutto
quello che hauno di storico, di bello e di artistico.
Alcuni giornali domandano perfino che vengano approvate dal Parlamento delle leggi restrit-
tive le quali servano ad impedire 1' esodo di quanto può essere ritenuto prezioso, dall'Inghilterra.
E sta bene, ma in attesa che una legge di questo genere venga approvata, è curioso vedere
come in questo ed in altri casi consimili il mecenatismo inglese non si faccia vivo affatto.
Mentre appena la notizia che il Club di Bedford intendeva vendere il libro prezioso fu
nota, un gran numero di collezionisti americani, tedeschi e francesi, si sono affrettati a fare
delle offerte o quanto meno hanno domandate delle informazioni, non un solo collezionista o
bibliofilo o antiquario inglese si è fatto vivo.
Eppure una volta gli inglesi erano in primissima linea per tutti gli acquisti del genere,
in ogni possibile occasione, ed il fatto che ora se ne trovi neppure uno disposto a spendere
una somma relativamente insignificante per evitare che un cimelio come quello in questione
vada all'estero, non è soltanto un indice di mutati gusti e di cambiate consuetudini, ma può
anche ritenersi come un segno di decadenza intellettuale e di diminuito senso di quella inde-
finibile responsabilità morale che le classi ricche hanno verso la Nazione.
In assenza di un milionario inglese disposto a sacrificare il prezzo di una nuova automo-
bile o di qualche metro di ermellino da usarsi per le feste della coronazione, per acquistare il
libro prezioso i giornali stanno polemizzando sul modo di impedire la vendita ricorrendo a ca-
villi legali e danno del Circolo Letterario di Bedford ».
Il rapporto dell'egregio corrispondente londinese de La Tribuna ci sembra un po' troppo
pessimista e forse anche esagerato ; mettiamo intanto in dubbio che nessun collezionista in-
glese si sia fatto vivo per acquistare il prezioso volume mentre l'avrebbe fatto un gran numero
di collezionisti americani, tedeschi e francesi ! Non vogliamo essere maligni ma una simile
asserzione ha il sapore di una reclame troppo spinta allo scopo di accendere la gara fra i col-
lezionisti e di far salir il prezzo al massimo che qualche volta rasenta la ridicolaggine. Il pa-
triottismo degli inglesi è si profondamente radicato che non ha bisogno di esser portato in ballo
ogni qualvolta si presenta sul mercato un libro od un altro oggetto raro. .. Sapienti sat ! Non
troviamo poi giusto che si cerchi di svegliar il patriottismo in simili casi collo spettro dello
straniero quasi che concorresse ad una vendita come ad una battaglia per vincere il nemico....
E questo povero signor J. Pierpont Morgan diventa dappertutto uno spauracchio, un Hannibal
ante portas, mentre egli coli 'animo suo generoso di cui ha dato ad esuberanza delle prove ve-
ramente eloquenti ne è ben lontano mille miglia e non si lascia affatto trasportare a delle
i64 NOTIZIE
cifre fantastiche da una gara artificiale di patriottismo ma piuttosto dal vero amore dell'arte e
da un giusto e sano apprezzamento degli oggetti che s'offrono in vendita.
Se un tale sistema di reclame dovesse perdurare, proporremmo agli abolizionisti ed an-
timilitaristi di far decidere le sorti delle nazioni con delle vendite all' asta a colpi di biglietti
di banca anziché coi cannoni....
Società per lo studio della miniatura francese. — In Francia si é or ora costituita una
Società la quale ha per scopo lo studio della miniatura francese ; ne è presidente il signor Mau-
rice Fenaille, segretario il signor H. Bourin e J. Doucet il tesoriere. Questa Società accolga
come soci gli amatori, i collezionisti e gli studiosi della miniatura francese e ne pubblica i
lavori che riguardano quest'arte dall'origine sino ai nostri giorni. Le singole pubblicazioni veri
ranno pagate dalla Società stessa. Con una quota annua di L. 25 si ha diritto a tutti i lavori
editi dalla Società. Per le adesioni e gli schiarimenti rivolgersi al Segretario signor Henri
Bourin, 144 rue de Longchamp, Paris.
Esposizione di fogli staccati della Biblioteca del " Bòrsenverein „ a Lipsia. — Dal
12 al 17 maggio la Biblioteca del « Bòrsenverein » dei librai tedeschi a Lipsia teneva aperta una
esposizione della propria collezione di ornamenti di libri. Degna di speciale menzione è quella
parte dell' esposizione che riguarda i più notevoli esempi dell' ornamento ed illustrazione dei libri
di Augsburg, Norimberga, Strasburgo ed Ulm del XV e XVI secolo. Fra gli esempi esposti delle
officine di Augsburg, avean maggior pregio : due pagine di testo ornate ed illustrate da
Gùnther Zainer, una del 1468, l'altra del 1475 ; un completo alfabeto di Ludwig Hohenwang del
1477 circa, riccamente ornato di rabeschi ; due frontespizi splendidamente intagliati da Johann
Ottmar nel 1502 ; due illustrazioni tolte da un breviario del 1516, alcuni contorni ed una figura
disegnata per Ratdolt da Jòrg Breu e incisa in legno con tale finezza da eguagliare le incisioni
più squisite in rame; un maggior numero di frontespizi per Silvan Otmar e Johann Miller del 1510
fino al 1520, i quali mostrano non solo evidente l' influsso dell'arte ornamentale di Daniel Hopfer,
ma pure gli spiccati caratteri del Rinascimento del Burgkmair. Infine alcuni titoli di Hans
Weiditz per Grimm e Wirsung nei (|uali si manifestano tutta la vivacità e la grazia di quest' artista.
Degli esempi delle officine di Norimberga sono notevoli otto iniziali in stile gotico eseguite per
Konrad Zeninger del 1489 ispirate dai disegni di Israel van Meckenem, varie prove caratteri-
stiche delle grandiose edizioni di Koberger ; una splendida prova del ritratto del morente Cor-
rado Celtes fatto dal Burkmair e quattro titoli di Albrecht Diirer e della sua scuola per Fried-
rich Peypus.
La città di Ulm era rappresentata da due fogli riccamente ornati tolti da edizioni di
Johann Zainer (1474-75) e da alcune serie di iniziali di Giovanni Reger e Conrad Dinckunst
del 1480 circa. Dell'officina di Apianus di Ingolstadt era esposto il bellissimo alfabeto ornato
con istrumenti matematici eseguito da Michael Ostendorfer nel 1507. L' ornamento più antico
d'un libro di Strasburgo apparteneva all'officina di Knoblochtzer ; degno di particolar nota ne
è 1' iniziale H, del 147S, la (juale rappresenta nei contorni il lavaggio dei piedi di S. Pietro. Inoltre
è notevole un' incisione in legno del 1502 tolta dall' edizione del Virgilio di Johann Grùninger,
che è evidentemente inspirata dall' arte del bulino del Schongauer. Dal 1510 al 1515 datano
alcuni forti ed intrecciati contorni di titoli eseguiti in chiaro-scuro da Hans Wechtiin per com-
missione di Schott e Knoblouch. Per la medesima officina furono eseguiti alcuni lavori da
Hans Baldung fra cui il vigoroso ritratto dell' Indagine e le due splendide iniziali rappresen-
tanti la morte di Maria e l'Adorazione di Gesù Bambino. Come illustratore e disegnatore finis-
simo si rivela David Kandel nell'erbario illustrato nel 1552 per Wendelin Rihel.
Comm. Leo S. Olschki, Direttore-proprietario.
Nello Mori, Gerente responsabile.
191 1 - Tipografia Giuntina, diretta da L. Franceschini — Firenze, Via del Sole, 4.
Anno XIII
Agosto-Settembre 1 9 i i
Dispensa 5^-6^
La Bibliofilìa
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI
Il Libro di una Fraternità di San Sebastiano
REGOLA, PRECI E LAUDL
Il E compagnie laiche di Disciplinati aventi a patrono san Seba-
stiano, l'atleta di Cristo, si distinsero per un loro precipuo
carattere sociale di difesa, non soltanto pietistica, contro il
morbo mortifero. Quest'uffizio di una sua fraternità, vissuta
sin dal quattrocento in un castello (i) innominato, probabil-
mente delle Marche, ci apprende che esistevano fraternite del
Santo anche 1' una prossima all'altra e unite fra di loro in
terre vicine (2). Assai più che per aver difeso strenuamente secondo gli Achis
ambrosiani i confessanti il Cristo, potè diffondersi universalmente il culto di
S. Sebastiano in Italia, mercè un'antica leggenda che additavalo liberatore della
famosa pestilenza infierita a Roma nel 680, e preservatore dai languori e dal
terrore istesso della epidemia.
Alcuni passi degli oretims che leggonsi nell' uffizio vi si richiamano aperta-
mente : qiioniam tota patria ytalie tids pì'ecibiis et meritis liberata fiùt a morti fera
peste (e. 7^) e ancora : fac... et ab ornili peste sagiptisque et epedimie langoribus et
timore saluos et securos presentar] (e. I"). Onde a lui ancora 1* immenso tributo
d'una passionale iconografia trionfante in bellissimi nudi alla quale parteciparono,
com' è noto, anche i più insigni artisti dall'epoca bizantina all'eterno splendore
del nostro Rinascimento. Non meno di 289 sono le più importanti forme rappre-
sentative del martire saettato che si avvertirono, soltanto nella pittura italiana
sino alla fine del '400, dal barone von Hadeln (3).
(i) per la pace del nostro castello, a e. 29*.
(2) et debbia mandare ad un'altra fraternità de sancto Sebastiano, a e. 30^.
(3) Zur Kmistgeschichte des Aiislandes. Heft XLVIII. Strassburg, 1906.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5»-6"
i66
ANNIBALE TENNERONI
E venendone qui il destro, offriamo ai colti lettori della Bibliofilia una pit-
tura inedita del giovin martire, su fondo d'oro, assai strana e considerevole per
esservi ritratto vestito, contro l'uso generale artistico, in manto roseo e calze
rossa e nera, accosciato sul pavimento e cinta la fronte della palma del martirio
in rosso, reggente i suoi emblemi, la freccia e la spada. Ignoto è il soggetto
del polittico, nella cui predella figurava insieme con altri questo gentil quadretto
i critici che ritengono di arte nordica e più probabilmente francese, ovvero
anche italiana con evidenti influssi francesi, e, per lo squadro poi del viso e la
prospettiva del pavimento, più del primo quattrocento che della fine del trecento.
Da quella dell'Arte, il martirio dell' Adoniastico arciere, liberatore e guari-
tore, oggi è stato assunto alla più alta consacrazione della poesia in lingua d'oil
dal latin genio oltrepossente di Gabriele d'Annunzio che sa gl'intimi legami fra
le due lingue sorelle (i).
(i) Le Martyre de Saint Sebastien. Mystère compose en rythnie franrais par Gabriele
d'Annunzio et joué à Paris sur la scène du Chàtelet le XXII mai MCMXI avec la musique
de Claude Debussy. Paris, Calman Levy, 191 1.
IL LIBRO DI UNA FRATERNITÀ DI SAN SEBASTIANO
167
Torniamo ora al codice sconosciuto che per più motivi ha richiamato la
nostra viva attenzione. E desso un membranaceo dei sec. XV e XVI, misurante
cent. 28 X 18. di carte I, 47 con antica nvunerazione annerite e macchiate qua e
là nel margine inferiore dal lungo uso e dal tempo. In tutto cinque quadd. dei
quali il I di 6 ce, il II-IV di 5, il V di 3 con un solo richiamo. Scrittura di
mani diverse che si successero nella Compag-nia, essendo stato questo propria-
mente il suo testo ufficiale. Grossa lettera semigotica, rotondeggiante, corale,
della prima mano, senza tratti superflui : capitali in rosso e maiuscole tocche di
rosso, rubriche latine e volgari dalla e. 1-32" : corsiva italica d'una seconda mano,
chiara e con rare abbreviazioni dalla e. 32^-42'': semigotica e corsiva di altre
mani nelle ce. 46'', 47^ ecc. Conserva la legatura del tempo in assi tarmate, co-
perte di pelle scura in parte oggi consunta : tracce e avanzi di fermagli.
Proveniente da Urbino, della cui fraternità di Disciplinati, che si dissero di
Santa Croce, si hanno i Capitoli e gli ordinaìnenti in un ms. membran. del sec. XV,
e in altro cartaceo più antico, che speriamo vegga presto la luce per le dotte
cure del prof. IMonaci, 72 laude, adesposte, raccoltevi a loro uso, fra cui parecchie
del primo periodo costituenti un gruppo a sé mancante ad altri testi,
I. — Benedictiones, Oremus, lectiones, prieghi in volgare e lauda per il
fratello morto da e. I-9''. La quale, non rinvenuta in alcuno dei centinaia di Mss.
che dovemmo esaminare per il repertorio di laudi (i), e contenendo essa forme
ed accenti jacoponici è qui in servigio degli studiosi riferita per intero, sciolte
le abbreviazioni, serbatene la disposizione strofica, e le parvenze ipermetriche
facilmente eliminabili al canto o alla lettura, e apponendovi per maggior chia-
rezza l'ortografia moderna.
[Lauda per il fratello morto.]
e. 7". O FRATEllo del nostro core,
et per lu suo grande honore
E la uirgine Maria
Gl'angeli si sieno tu' difesa
che non nocci a tte nulla ofìfexa
Si che per nulla sua arte
Fratelli, tornate a penitentia
et ciaschuno abbia timentia
che l'anima s' è departita
Tornate a Christo cum paura,
prima che la morte scura
imperochè non sapete
Io uo' ueglio recordare
sen^a troppo induciare
Or pensate che la uita è breue.
per l'aternal uirtù di Christo
in ciel te dia verage aquisto :
t'asciguri in questa uia.
con li sancti uirtuosi
Unde dicha « uanne uia » :
lu nimicho non aggia in te parte.
e pensate de la morte
de uenire a tal sorte,
de questa miserabile uita.
fratelli miei, con gran tremore
venga a uoi cum furore,
quando morire uoi douete.
che el uè couene a omni partito
rendere ragione de ciò che fatto auete.
che se ne uà commo el caldo uene.
(i) Tenneroni A. Inizii di antiche poesie italiane religiose e mot-ali con prospetto dei
codici che le contengono. Introduzione alle Laudi spirituali. Firenze, Leo S. Olschki, 1909.
i68
ANNIBALE TENNERONI
Non pensate per nostra richezza
né per beltà né per fortezza
boni, rei, tali e quali
A me non iialse niente,
né amicho, né parente,
imperò sì fate penitentia
A me guardate, o peccatori,
la morte cum grande dolori
et andato so' a rendere ragione
Poi che fece departita
e senza fallo ella n'é gita
de ciò che a ifatto o male o bene
Poi che l'anima è partita,
Se ella posesse harauere la vita
ma già non gli ual niente
Padre et madre, moglie et fìgliolj,
pregoue che a scempio pigliatj.
Gommo io e uoi moririte
O fratelli, or ce pensate
et a la mente u'arecate
sì che a la fine posto siate
O fratelli, che messo m'auete
pensate che morire douete
però fate penitentia
Oime, per dio, che facesti
Che compagnia tu avesti
Ciascuno di noi pensando forte
Quando l'anima se partia,
dal buono angelo ed dal rio,
menarlano de nante a Christo.
Oime che pena, tu pati !
se li peccati te sonno lassati,
dillo a noi in cortesia
Però uè prego, fratelli miei,
et denoti stati sempre ai pei
che sempre starà denante Christo
bona gente, che qui site
e onore facto ci auete
de fratello nostro che qui é morto,
de essere lassati al mondo
che la morte non uè metti al fondo,
tutte uè menarà uguali.
né medice, né medine
che pur m' a conducto al fine:
innante che uenga la sententia.
se de ciò aggio aiuto:
da uoi, fratelli, m' a departito
innante a coluj che me creone.
l'anima dal corpo tristo,
a rendere ragione a Christo
et de ciò che s'aconuene.
penitentia noria fare,
et al corpo ritornare:
a l'omo che morto s'cl se pente.
Tucti m'anno abandonato:
et non uè sia desmenticato
et aiutare non nel perite.
a questa misera uita
che uè conuen far partita.
nella gloria di beati.
nella scura sepultura
commo dice la scriptura.
in nante che gionghi la sententia.
quando l'anima se partio ?
depo la morte, fratello mio ?
sì temaria più la morte.
aconpagniate fo da doi,
che sapeuano l'opere sue
Or pensace, peccatore tristo.
S'el t'é giouato la disciplina,
per lo confessare de prima,
et amaestrace a l'ultima uia.
che obseruate la disciplina,
de sancto Sebastiano beato,
per nostro auocato.
con noi insieme a questa fossa
a sepelire la carne et l'ossa
Christo uè conduca a bon porto.
IL LIBRO DI UNA FRATERNITÀ DI SAN SEBASTL\NO 169
com.
Pregate a Christo, o bona gente, per l'anima del fratello nostro,
che la guardi dal fuocho ardente et conducolo in quel sancto chiostro,
et la Vergine superna sì la conduca a vita eterna.
Ciascuno dica el pater nostro e pregamo dio ch'el perdoni
che questo fratello nostro che a lui non abandoni,
et però preghiamo tutti Santo Sebastiano ch'el caui di lutti.
II. — Regola, o disciplina, da e. i2''-32*.
« Yhesus
El primo capitolo de li offitiali et del muodo del'alectione et del tempo.
In prima dicemo et ordenamo che nella dieta fraternità continuamente debia
auere una priore.... »
fin. « E questa famo perche ìiiuno non ardischa de non volere pagare le suo offerte
per lo tempo che occurano. »
Consta di 31 capitoli e tre altri aggiuntivi dopo in fine (e. 46*'-47*) ^^
Daptisto del biagio priore con tucti li dodici compagni. Appare nell' insieme un
risultato di precedenti elaborazioni, dimostrandoci a paragone d'alcune altre del
genere messe alle stampe di già meglio avviato il sodalizio nel mutuo soccorso,
nel culto dei morti, come pure nell' ordinamento interno e nello sviluppo della
sua proprietà collettiva. Meriterebbero certo di esser considerate men raramente
sotto questi diversi aspetti, le moltissime Regole, Capitoli e Statuti di corpora-
zioni laiche religiose nel medioevo, editi sino ad ora in scarso numero a sussidio
degli studii filologici. Non sarà quindi senza interesse, anche in riguardo alla
identificazione del castello, di cui sappiamo soltanto che aveva Varcipreite (e. 1 7"),
e de fora le maestade, e la chiesa di S. Sebastiano latitano circa a imo miglio (e. 1 3''),
annotare del volgare più antico nel libro quelle voci caratteristiche (1) determi-
nanti piuttosto a questa che a quella parte della zona marchio-umbra, o la lingua
del testo. La quale in fondo è del tipo comune letterario con profferenze locali
apparenti or si or no pur nello stesso vocabolo.
Ili, — Laudi trascrittevi in fine per mani diverse dello scorcio del sec. XV,
o, più probabilmente, de' primi lustri del seguente, da e. 32''-45^.
(i) ghiesa, giese chiesa; mercori mercoldi ; venare, venare di; lìgetima legittima; se for-
nisce si finisce; a pieio ««o</o a piede nudo ; estaendo %X2avAo ; ^<rw//rar/;«o incontreremo ; remore
rumore; i magiure; triviale breviario; se asforgi; in men(o in mezzo; /;/ que muodo in che
modo ; fiada fiata ; lo ascrotino lo scrutinio ; parovole parole ; sene sé ; vadino depo i chierci
vadano dopo i chierici ; epedemie {x^&W \n\xo\X.n^) epidemia; asciguri; misuri ; veglio voglio ;
posesse potesse; desmeiiticato d\m&nt\cato; rfcz due ; lassati perdonati ; haravere riavere; siipriore
sottopriore ; sendice sindici ; vestìali vestiarii ; elegiare leggere ; cruce ; ascenpio esempio ; caritè-
vilemente; ta^jo cassato ; siromio saranno; commo come; calli caU; (engania zizzania; perpetuale;
auetitario inventario ; giendo ; nomina nomi ; lasita lascita ; frustierii forestieri ; sosedio sussidio ;
veccia ma altre volte vecchia; adiutorio; apontare; bolignini bolognini, moneta; suo sue; famo
facciamo etc.
ANNIBALE TENNERONI
Bel manipolo di 21 laude cantate dalla fraternità, il quale comprende pur
alcune inedite del secondo e più ancora del terzo periodo toscano della lauda.
Eccone la tavola.
e. 32^ Ave, vero corpo di Christo, | per noi foste crocefixo
e. 33^ Preghiam Maria madre del Signore | che cce perdone omne nostro errore
e. 33^ Preghiam Yhesu nostro Salvatore | che perdonan^a doni al pecchatore
Cfr. i cit. Inizii di ant. poesie religiose etc.
e. 34^ El nome del buon Yhesu | sempre sia laudato || Xel nome....
Cfr. Inizii cit.
e. 35^ Verbiim caro factum est \ de Virgine Maria \ In questo anno gratioso
e. 36'' Ave, croce beata; | la qual se' stata dengna
Cfr. lìiizii cit.
e. 37'"^ O Yhesu Christo, bello mio figlio | O della trista madre consiglio
e. 37*^ Ogni huom con mente pia | s'enchine a quel bambino
e. 38^ Anima benedecta: dall'alto creatore [ risguard'al tuo Signore
Cfr. Inizii cit.
e. 38^ Gaude, targo mater Christi, | que per aurcni concepisti, Gabriele nnntio
e. 38'' 1 Gloriosi et sancti dottori | sancto Ambrogio et sancto Angustino
e. 39^ Dio te salvi, o del mare stella, | tu vera madre de dio omnipotente
e. 40'^ Veròum cìiaro, dolce manna | nell'altare dico osanna
Cfr. Inizii cit.
e. 41* Vergine gloriosa: Matre del saluatore | A chi t'ama de core
e. 41^ O croce inchina le tue forge | et lassame tocchare el mio fìglolo
e. 41^ Con lachryme di core | piangere si dee la sancta passione
e. 42^" Allegrate, regina, del tuo fìgliuol beato | che gì' è resuscitato
Cfr, Inizii cit. pg. 49.
e. 42^ Ora udite lo lamento | che fa de Christo Maria | perchè a inteso el tra-
dimento
(Ampio rifacimento di laudi umbre derivate da « Donna del paradiso » di
fra Jacopone)
e. 44^ Levate gli ochie, o peccatori, | retornate a penitenzia
e. 45^^ El re del cielo è nato ] Omni homo debbia gaudere
e. 45^ O martir glorioso | Santo Sebastiano, | a noi porge la mano | contro el
morbo penoso
Ne pubblichiamo per saggio quest'ultima in grazie al soggetto, diventato
oggi d' interesse letterario ed artistico.
IL LIBRO DI UNA FRATERNITÀ DI SAN SEBASTIANO
171
Lauda a San Sebastiano.
O martir glorioso
santo Sebastiano,
a noi porge la mano
centra el morbo penoso.
O nobil cavaliere,
che per l'amor de Dio
lassaste voluntiere
el mondo falso e rio,
Prega Yhesu che pio
che voglie perdonare
e noi deliberare
centra el morbo venenoso.
Così cum grande amore,
noi te vogliam pregare,
col nostro redentore
tu ce debbi scusare.
E voglie perdonare
a noi el grande errore,
si che l'aflitto core
in lui si se reposi.
Gommo tu confortaui
i martir benedetti,
e sì li predicaui
che stessero perfetti
E puoi siranno eletti
a r immortai corona,
là dove omni persone
vede dio glorioso.
Adonqua omni cristiano
recorga del buon core
a santo Sebastiano
che è nostro protetore.
Che lui preghi el Signore
che questa pestilentia
leui per su' clementia
e donice repuoso.
Amen.
Leggonsi altre laude liriche a san Sebastiano in altri laudarii de' Discipli-
nati, ad es. in quello di Saluzzo e di Pisa notificato dal prof. Gian. Monostrofica
è la seguente laudetta cantata negli Abruzzi, e compresa nel cod. « Vittorio
Emanuele » 349, contenente laudi liriche, drammatiche e rappresentazioni sacre
dei Disciplinati dell'Aquila.
O martire glorioso Sebastiano,
o caualeru de dio che tucti satia,
pe' tucti fidelij demanda la gratia
e non te scorde el populo Aquilano.
Chi non ignori quanta ricca messe di poesia lirica e drammatica si svolse
e venne a noi tramandata sin dal dugento per opera delle confraternite de' Di-
sciplinati o Laudesi e Bianchi, vorrà facilmente con noi riconoscere a questo
pregevol codice membranaceo una importanza storica e letteraria.
Annibale Tenneroni.
172 ENRICO CELANI
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
Contributo alla storia delle provincie meridionali nel secolo XVII.
Il pontificato di Urbano VII! «più re che papa, rettore più che pastore»,
gli anni che lo precedettero e lo seguirono, non furono ancora oggetto di spe-
ciale studio. Se ne togli il Gregorovius (i) e una monografia ignota di Andrea
Nicoletti rimase manoscritta, niun altro ebbe a servirsi degli svariati e preziosi
documenti dell'Archivio della Casa Barberini, oggi passato al Vaticano.
Il periodo nel quale Maffeo Barberini, prima cardinale poi papa, Francesco
ed Antonio cardinali, furono al potere fu lunghissimo ; vicino ad essi quasi tutti
i membri della loro casa erano investiti di cariche e funzioni elevate : non è
dunque da meravigliare se il carteggio barberiniano sia una fonte storica preziosa.
La vastità del numero dei corrispondenti — e qui per ora, ad eccezione dei
viceré, non diamo che i soli ecclesiastici — basterebbe a dare 1' indice di tale
importanza : giova però notare che molto di sovente non era semplicemente il
prelato che scriveva, ma ad esso univasi il diplomàtico, il minuto informatore
delle persone che avvicinava e dei fatti dei quali spesso era testimone oculare.
Ed allora alle lettere si allegano avvisi, relazioni, stampe e quanto altro sembrava
utile e curioso per illustrare gli avvenimenti.
Questa corrispondenza comincia verso l'anno 1611, con lettere ai Borghese
ed ai Ludovisi, e continua coi Barberini dall'anno 1613 fino circa all'anno 1670.
Gli avvisi da Napoli e da Palermo sono frequenti per gli anni 1 622-1 630, e
aumentano durante la sollevazione di Masaniello, del quale, unito alla relazione,
vi è pure un ritratto a sfumino, che riproduciamo. Decresce con il cadere della
potenza dei Barberini, e cessa, come osservammo, l'anno 1670.
La nota che presentiamo non ha necessità di illustrazioni ulteriori che sa-
rebbero sempre monche e incomplete : essa indica le fonti di più che mezzo se-
colo di storia delle provincie meridionali, e chiunque si accingerà a scrivere la
storia di questo periodo — che è quasi tutta da fare — non potrà trascurare
quanto qui viene indicato : a noi sarà sufficiente avere raccolto queste notizie
ed essere stati di aiuto agli studiosi.
Dividiamo questo indice del carteggio in tre parti :
I. Lettere di Viceré e Governatori di Napoli ;
II. Lettere dei Nunzi ;
III. Lettere dei Vescovi, in ordine alfabetico delle diocesi.
Precede il nome dello scrivente, le date estreme della corrispondenza, e la
segnatura del manoscritto Vaticano-Barberino (VB) con 1' indicazione delle carte.
Enrico Celani.
Roma, settembre 191 1.
(i) Urbano VITI e la sua opposizione alla Spagna e aW imperatore . Episodio della guerra
dei trenf anni. Roma, Bocca, 1879.
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
173
I.
Il viceré di Napoli Conte di Lemos y
Andrade.
Due lettere in spagnuolo al cardinale Maffeo
Barberini, la prima del maggio 1610, la seconda
dell' I dicembre 1613. VB. 7604, ce. 1-2.
Lo STESSO E CONSORTE.
Lettere ai cardinali Borghese e Maffeo Bar-
berini, ed una a Paolo V, del 3 dicembre 1610
al 13 agosto 1613. ce. 3-8.
Il Duca d'Ossuna.
Lettere al cardinale Borghese e a Paolo V,
con diverse istanze, dal 3 dicembre i6i6 al 23
marzo 1618, più una di ignoto contro il me-
desimo Viceré, del 7 settembre 1618.
ce. 9-27.
Il Cardinale Zapata.
Lettere a Gregorio XV, al cardinale Ludo-
visi e ad altri dal 23 marzo 1621 al 17 dicem-
bre 1623. ce. 28-72.
Il Duca d'Alva.
Lettere ai cardinali Ludovisi e Francesco
Barberini e alcune a Gregorio XVe Urbano Vili,
dal 30 novembre 1622 al 26 luglio 1629.
VB. 7605, ce. 1-79.
Il Duca d'Alcala.
Lettere ai cardinali Francesco e Antonio, e
al principe Taddeo Barberini, dal 12 agosto
1629 al 5 maggio 1631. ce. 80-93.
Il Conte di Monterev.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, al-
cune ad Urbano Vili, al cardinale Antonio e
al principe D, Taddeo Barberini (comprese
varie lettere della consorte) dal 26 aprile 1631
all' 8 gennaio 1638. VB. 7606, ce. 98.
Il Duca di Medina de Las Torres.
Lettere (comprese alcune della consorte
D. Anna Carafa) ad Urbano Vili e al cardi-
nale Francesco Barberini, dal 2 dicembre 1637
al 22 maggio 1644. VB. 7607, ce. 1-64.
L'Almirante, viceré di Napoli.
Lettere agli stessi dal 9 maggio al 17 dicem-
bre 1644. ce. 65-76.
Avvisi pubblici e privati della sollevazione
fatta in Napoli da Masaniello, tra i quali
avvisi alcune lettere di Francesco Marciano
dall' 8 luglio 1647 al 7 aprile 1648.
VB. 7608, ce. 91.
Il Conte di Castrillo.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
25 novembre 1653 al 6 aprile 1659.
VB. 7609, ce. 1-12.
Il Conte di Pignoranda (?).
Lettere allo stesso, dal 4 febbraio 1659 al
22 marzo 1664. ce. 13-21
Di Pietro D'Aragona.
Lettere allo stesso, dal 2 gennaio 1663 al 18
marzo 1670. ce. 22-57.
Il Duca di Segorbe.
Lettere allo stesso, dal 6 maggio 1670 al 30
gennaio 1672. ce. 58-85.
Il Marchese d'Astorga.
Lettere allo stesso, dall' 8 novembre 1672 al
28 settembre 1675. ce. 86-122.
Il Marchese de Los Velos.
Lettere allo stesso, dall' 8 ottobre 1675 al 29
dicembre 1677. ce. 123-138.
Il Duca d' Ossuna, viceré di Palermo.
Lettera al cardinale Borghese del 26 feb-
braio 1616. VB. 7610, e. I.
Il Conte di Castro.
Lettere a Paolo V e al cardinale Borghese,
al cardinale Maffeo Barberini e al cardinale
Ludovisi, dal 24 settembre 1616 al 21 giugno
1621. ce. 2-8.
Il Marchese di S. Croce.
Lettere al cardinale Francesco Barberini,
dall' 8 settembre 1623 al 17 marzo 1624.
ce. 9-13.
Antonio Navarro della Rategna.
Lettere allo stesso, dal 17 dicembre 1623 al
18 marzo 1624. ce. 10-12.
Il Duca di Alburquerques.
Lettere ad Urbano Vili e al cardinale Fran-
cesco Barberini, dal 4 settembre 1627 al 14
agosto 1631. ce. 14-20.
Il Duca d'Alcala.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
5 ottobre 1632. ce. 21.
La Bibliofilia, anno XI II, dispensa 5^-6»
174
ENRICO CELANI
D. Francesco di Melo.
Barberini, del 13 dicembre 1635- ce. 22-23. ^
L'Almirante, viceré di Palermo.
Lettere allo stesso, dall' 11 novembre 1641
al 3 agosto 1643, più nna del 18 gennaio 1644-
ce. 31-34-
Il Marchese de Los Velos.
Lettere allo stesso, dall' 8 aprile al 15 di-
cembre' 1644. ce. 35-39'
Il Duca di Sermoneta e consorte.
Lettere allo stesso, dal 15 febbraio 1663 al
2 marzo 1667. '''■ ^^'S^-
Il Duca d'Alburquerques.
Lettere allo stesso, dal 31 «"^rzo 1667 al 22
^/- ce. s'^-óo.
marzo 1669. '-'-• ^-^
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
175
Il Principe di Lignes.
Lettere allo stesso, dal 22 agosto 1670 all'ii
gennaio 1673. ce. 61-6S.
Il Marchese di Villafranca.
Lettera allo stesso, del 16 febbraio 1676.
GC. 69.
Il Cardinale Portocarrero,
Lettere allo stesso, dal 12 luglio 1677 al 13
gennaio 1678. ce. 70-73.
Il Duca dell' Infantado.
Lettera allo stesso, del 22 luglio 1653.
ce. 74.
Il Conte di Avala.
Lettere allo stesso, dal [3 gennaio 1660 al
18 gennaio 1663. ce. 75-78.
D. Manuel Monge.
Lettere allo stesso, dal 17 agosto 1662 al
22 aprile 1672. ce. 79-82.
D. Bernardo Vigil de Quinones, Giudice
della Monarchia in Sicilia.
Lettere allo stesso, dal 12 novembre 1663 al
13 dicembre 1675. ce. 83-86.
D. Giovanni Vela.
Lettere allo stesso, dell' anno 1665.
ce. 88-90.
D. Francesco de Altamira Angulo.
Lettere a Giovanni Andrea duca di Massa
e all' abate D. Cesare Bellaeera, dal 6 al 30
marzo 1673. ce. 91-93.
D. Sanco de Lonada.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, de!
20 giugno 1674. ce. 94.
Lettera di anonimo Aquilano scritta dallo
Spedale il 6 maggio 1568 (probabilmente a
D. Jacopo Piecolomini vescovo di Teramo.
VB. 7611, ce. 1-4.
Mons. Lelio Sega.
Lettere : le prime due scritte da Benevento,
ov'era Governatore, al cardinale Borghese, del
12 febbraio e 12 marzo 161 1 ; le altre scritte
tutte dalla Sicilia al cardinale Ludovisi e al
cardinale Francesco Barberini, dal 30 aprile
1622 al 4 settembre 1625. ce. 5-34.
D. Giovanni A. Suarez, reggente di Napoli.
Lettera a Paolo V, del 2 luglio 1613. ce. 35.
D. Giovanni Battista Valenzuela Vela-
SQUEZ, reggente di Napoli.
Due lettere al cardinale Ludovisi, la prima
del 19 dicembre 162 1, la seconda del 26 mag-
gio 1622. ce. 36-38.
D. Juan Enriquez, reggente di Napoli.
Lettere al cardinale Ludovisi e al cardinale
Francesco Barberini, dal 13 settembre 1622 al
21 novembre 1623. ce. 39-44.
Zappia, reggente di Napoli.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
22 giugno 1627. ce. 45.
Scrittura in favore di F. Calandra (1621).
ce. 46-46^.
Il Conte di Lemos.
Lettere al cardinale Ludovisi ed una a Gre-
gorio XV, dal 22 ottobre 1622 al 12 giugno 1623.
ce. 47-57.
La Contessa di Monterey.
Una lettera scritta da Genova a D. Anna
Colonna il io novembre 1628, e un'altra scritta
da Roma al cardinale Francesco Barberini, il
17 febbraio 1631, con allegati. ce. 58-60.
Il Duca d'Alva.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
14 febbraio al 21 dicembre 1630 (accompagna-
mento della regina d' Ungheria da Barcellona
a Napoli) più un'altra a D. Taddeo Barberini
Prefetto di Roma, del 1° agosto 1636.
ce. 61-78.
Avvisi di Napoli del 12 febbraio 1641.
ce. 79-81.
Mathias de Casanate, reggente.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dai
16 dicembre 1642 al 1° dicembre 1643.
ce. 82-83.
D. Felice Lanzina y Ulloa, del Supremo
Reale Consiglio di Napoli : del quale ebbe la
Fiscalia nel settembre 1664 e la Presidenza nel
settembre 1668.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
24 gennaio 1657 al 25 aprile 1676.
VB. 7612, ce. 1-43.
D. Diego de Ulloa.
Lettere allo stesso, scritte da Napoli e da
Foggia, dal 21 gennaio 1668 al 15 agosto 1677.
ce. 44-47-
176
ENRICO CELANI
D. Nicola Guascon.
Lettera allo stesso, del 23 agosto 1678.
ce. 48.
D. Antonio Navarreto, marchese della
Terza, Deputato regio per le cause e i ne-
gozi dei Regolari in Napoli, di poi Vice- Presi-
dente del Real Consiglio e quindi Reggente
dello stesso.
Lettere al cardinale Francesco Barberini,
scritte da Napoli come Delegato, dal 31 agosto
1658 al 24 dicembre 1661 ; come Vice-Presi-
dente del Consiglio, dall'i i novembre 1664 al
15 agosto 1673 ; come Reggente del detto Con-
siglio, dal 21 aprile 1674 al 27 agosto 1678.
VB. 7613, ce. 64.
II.
Monsignor fra Deodato Gentile, vescovo
di Caserta, nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Borghese, ed alcune (in
principio) al cardinale Maffeo Barberini dal
28 gennaio 161 1 al 27 aprile 1612.
\'B. 7460, ce. 159.
Lo stesso.
Lettere con alcuni allegati, allo stesso, dal
jo maggio al 31 luglio 1612. VB. 7461, ce. 152.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 2 agosto al 28 di-
cembre 1612. \'B. 7462, ce. 165.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 4 gennaio al 30 aprile
1613. VB. 7463, ce. 150.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 3 maggio al 28 giu-
gno 1613. VB. 7464, ce. 104.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 2 luglio al 20 ago-
sto 1613, più tre lettere al cardinale Maffeo
Barberini, due dell'anno 1614, l'altra del 1615.
VB. 7465, ce. 85.
Monsignor Paolo Filonardi, arcivescovo di
Amalfi, nunzio a Napoli.
Lettere ai cardinali Maffeo Barberini e Sci-
pione Borghese, dal 14 luglio 1618 al 2 feb-
braio 1621 ; al cardinale Ludovisi, dal 15
febbraio al 3 agosto 1621. VB. 7466, ce. 77.
Monsignor Giovanni Battista Pamphili,
(poi Innocenzo X), nunzio a Napoli.
Lettere, la prima al cardinale Borghese, e le
altre, tutte con alcuni allegati, al cardinale Lu-
dovisi, aventi a tergo varie minute di risposta
dello stesso cardinale, dal i^ gennaio al 29
maggio 1621. VB. 7467. ce. 91.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, con le risposte a tergo,
dal 1" giugno al 28 agosto 1621.
VB. 7468. ce. 131,
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, con allegati, e risposte
a tergo, dal 3 settembre al 28 dicembre 1621.
\'B. 7469, ce. 148.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i" gennaio al 30
marzo 1622. VB. 7470, ce. 105.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i*^ aprile al 30 luglio
1622. VB. 7471, ce. 100.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, con allegati, e minute di
risposte dello stesso cardinale, dal 2 agosto al
21 dicembre 1622. VB. 7472, ce. 106.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, con minute di risposta,
dal 1" gennaio al 31 giugno 1623.
VB. 7473, ce. 123.
Lo STESSO.
Lettere ed allegati al cardinale Francesco
Barberini (le prime delle quali scritte innanzi
che il detto Barberini fosse cardinale), dall' 8
agosto al 31 dicembre 1623. VB. 7474, ce. 120.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal 6 gennaio al 30 aprile
1624. VB. 7475, ce. 89.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal 4 maggio al 31 ago-
sto 1624. L' ultima è indirizzata a D. Carlo
Barberini. \'B. 7476, ce. 107.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, ed alcune a D. Carlo
Barberini dal 3 settembre 1624 al 15 maggio
1625. VB. 7477, ce. 98.
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
^n
Antonio Diaz, vescovo di Caserta, inter-
nunzio e poi nunzio a Napoli e i suoi uditori
Francesco Degli Albizzi e Alfonso Cappelletti,
e il suo segretario Famiano Andreucci.
Lettere (due in cifra) al cardinale Francesco
Barberini e a qualch'altro, con alcuni fogli di
avvisi in principio, dal 3 gennaio 1626 al 4
maggio 1627. VB. 7478, ce. 72.
Monsignor Cesare INIonti, nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
12 maggio al 31 luglio 1627. YB. 7479, ce. 109.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal 3 agosto al 31 dicem-
bre 1617. VB. 7480, ce. 126.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i" gennaio al 18
aprile 1628. VB. 7481, ce. 186.
Alfonso Cappelletti, incaricato della nun-
ziatura vacante di Napoli.
Lettere, con varii fogli di avvisi, al cardinale
Francesco Barberini, dal 22 aprile al 3 giugno
1628. ce. 87-107.
Monsignor Alessandro Bichi, vescovo del-
l' Isola, nunzio a Napoli.
Lettere, con alcuni allegati, al cardinale
Francesco Barberini, e alcune ai parenti dello
stesso cardinale, dal i^ giugno al 29 agosto
1628. VB. 7482, ce. 137.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso (in principio una del
P. Girolamo Cedri, Priore di S. Tomaso di
Napoli, dal 2 settembre al 30 dicembre 1628.
VB. 7483, ce. 1x6.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal 2 gennaio al 28
aprile 1629. VB. 7484, ce. 89.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i^ maggio al 28 ago-
sto 1629. VB. 7485, ce. 83.
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, con alcuni fogli di av-
visi, dal i*^ settembre 1629 al 30 giugno 1630.
VB. 7486, ce. 82.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 20 giugno al
30 dicembre 1628. VB. 7487, ce. 84.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 6 gennaio al
27 febbraio 1629. VB. 7488, ce. 53.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 marzo al
29 aprile 1629. VB. 7489, ce. 56.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i" maggio al
29 settembre 1629. VB. 7490, ce. 64.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 2 ottobre al
29 dicembre 1629. VB. 7491, ce. 64.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i*^ gennaio al
i" giugno 1630. VB. 7492, ce. 53.
Il cardinale Francesco Barberini, Soprin-
tendente della Segreteria di Stato.
Minute di lettere in cifra a mons. Alessan-
dro Bichi, vescovo dell' Isola, nunzio a Napoli,
dal 17 giugno 1628 al 25 maggio 1630.
VB. 7493, ce. 63.
Monsignor Nicolò Herrera, nunzio a
Napoli.
Lettere, la prima a D. Taddeo Barberini,
l'altre con molti allegati, al cardinale France-
sco Barberini, dal 7 settembre 1630 al 27 aprile.
1632. VB. 7494, ce. 124.
Lo stesso.
Lettere con varii fogli di avvisi, allo stesso,
dal i" maggio al 31 agosto 1632.
VB. 7495, ce. 102.
Lo stesso.
Lettere ed avvisi allo stesso, dal 4 settembre
al 28 dicembre 1632. VB. 7496, ce. loi.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal i" gennaio al 25 giu-
gno 1623. VB. 7497, ce. 109.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 2 luglio al 31 dicem-
bre 1633. VB. 7498, ce. 119.
Lo stesso.
Lettere allo stesso, dal 7 gennaio al 27 giu-
gno 1634. VB. 7499, ce. 96.
178
ENRICO CELANI
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i*' luglio al 29 dicem-
bre 1634. VE, 7500, ce. So,
Lo STESSO,
Lettere ai cardinali Francesco, Antonio e
a D. Taddeo Barberini, e alcune a monsignor
Antonio Ferragallo, segretario della cifra, dal
6 gennaio 1635 al 27 giugno 1637.
VB. 7501, ce. 66.
Lo STESSO.
Lettere a monsignor Antonio Ferragalli, se-
gretario della cifra di S. S., e alcune ai cardi-
nali Francesco e Antonio e D. Taddeo Barbe-
rini, dal 14 luglio 1637 al 5 aprile 1639,
VB. 7502, ce. 62.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, al cardinale Francesco Bar-
berini, dal 6 luglio 1630 al 31 dicembre 1631,
VB, 7503, ce. 135.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 gennaio al
27 aprile 1632, VB. 7504, ce. 103.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i" maggio al
31 luglio 1632, VB. 7505, ce. 107.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 al 31 ago-
sto 1637. VB. 7506, ce, 48,
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 4 al 25 set-
tembre 1632. VB. 7507, ce. 76.
Lo STESSO,
Lettere in cifra, allo stesso, dal 18 gennaio
al 19 febbraio 1633. VB. 7508, ce. 45,
(Quasi tutte guaste dall'umidità).
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal i'' al 12 marzo 1633. •
VB. 7509, ce. 44.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 15 al 29
marzo 1633. VB. 7512, ce. 55.
Lo STESSO .
Lettere in cifra, allo stesso, dal 2 al 30 aprile
u^33- VB. 7513, ce, 53.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 al 31 mag-
gio 1633. VB. 7514, ce. 60.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 4 giugno al
30 lugHo 1633. VB. 7515, ce. 70,
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 2 al 16 ago-
sto 1633. VB. 7516, ce. 51.
Lo STESSO,
Lettere in cifra, allo stesso, dal 16 al 30
agosto 1633, VB. 7517, ce. 56.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i" al iS ot-
tobre 1633. VB, 7518, ce. 65,
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 22 ottobre
al 5 novembre 1633, VB. 7519, ce. 60.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dall' 8 al 22 no-
vembre 1633. VB. 7520, ce. 49.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 26 novembre
al 13 dicembre 1633. VB. 7521, ce. 53.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 18 al 28 giu-
gno, del settembre e dal 17 al 27 dicembre
1633, VB, 7522, ce, 51.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i°al 22 aprile
1634. VB. 7523, ce. 58.
(Xulla è rimasto dai mesi di gennaio-marzo di quest'anno).
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 25 aprile al
30 maggio 1634. VB. 7524, ce. 63.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 giugno al
18 luglio 1634. VB. 7525, ce, 56.
Lo STESSO,
Lettere in cifra, allo stesso, dal 22 luglio al
15 agosto 1634. VB, 7526, ce, 46.
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
179
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 19 agosto al
21 novembre 1634. VB. 7527, ce. 50.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, del maggio, e dal
16 settembre al 30 dicembre 1634.
VB. 752S, ce. 44.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 25 novembre
al 30 dicembre 1634. VB. 7529, e. 46.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 6 gennaio al
13 marzo 1635. VB. 7530, ce. 40.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, con minute di
lettere del cardinale, dal 2 gennaio al 31 marzo
1635. VB. 7531, ce. 51.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 17 marzo al
12 maggio 1635. VB. 7532, ce. 33.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 15 maggio al
16 giugno 1635. VB. 7533, ce. 37.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 19 giugno al
21 luglio 1635. VB. 7534, ce. 33,.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 4 al 25 agosto
1635. VB. 7535, ce. 51.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, e minute del
cardinale in risposta, dal 7 aprile al i" settem-
bre 1735. VB. 7536, ce. 51.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i» al 22 set-
tembre 1635, VB. 7537, ce. 49.
Cardinale Francesco Barberini.
Minute di lettere in cifra, a monsignor Ni-
colò Herrera nunzio a Napoli, dal 29 giugno
1630 al 31 luglio 1632. VB. 7538, ce. 79.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 5 agosto 1632
al 29 settembre 1633. VB. 7539, ce. 70.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 3 novembre
1633 al 15 settembre 1635. VB. 7540, ce. 40.
Monsignor Lorenzo Tramaldo, vescovo di
Gerace, nunzio a Napoli.
Lettere (alcune in cifra) ad Antonio Ferra-
gallo. Segretario della Cifra di S. S. e aìtre
poche a D. Francesco e D. Taddeo Barbe-
rini dal IO aprile 1639 ^1 29 dicembre 3640.
VB. 7541, ce. 58.
Lo STESSO.
Lettere (alcune in cifra) agli stessi ed a Giu-
liano Férragàlìo, dal 1° gennaio al 31 dicembre
1641. VB. 7542, ce, 115.
s
Lo STESSO.
Lettere agli stessi, con varie minute di ri-
sposte della Segreteria di Stato, dal 7 gennaio
al 28 giugno 1642. VB. 7543, ce. 96.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, al cardinale Francesco Bar-
berini, con minute di risposta, dal i» luglio al
30 agosto 1642. VB. 7544. ce. 70.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 2 settembre
al 30 ottobre 1642. VB. 7545, ce. 99.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, ed alcune ad
Antonio Ferragallo, Segretario della Cifra e a
D. Taddeo Barberini, dal 1° novembre al 30
dicembre 1642. VB. 7546, ce. 80.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, con minute di
risposta, dal 3 gennaio al 28 febbraio 1643.
VB. 7547, ce. 68.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, e minute di ri-
sposta, dal 3 marzo al 28 aprile 1643.
VB. 7548, ce. 52.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, e minute di ri-
sposta, dal 2 maggio al 30 giugno 1643.
VB. 7549, ce. 56.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, e minute di ri-
sposta, dal 4 luglio al 29 agosto 1643.
VB. 7550, ce. 60.
l8o
ENRICO CELANI
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal i*' settembre
al 20 ottobre 1643, VB. 7551, ce. 58.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 24 ottobre
1643 al 19 gennaio 1644. VB. 7552, ce. 86.
Lo STESSO.
Lettere in cifra, allo stesso, dal 23 gennaio
al 20 maggio 1643. VB. 7553, ce. 65.
Lo STESSO,
Lettere in cifra, allo stesso, dal 31 luglio al
29 dicembre 1643. VE. 7554, ce. 64.
Lo STESSO.
Lettere, con alcuni allegati, allo stesso, dal
2 gennaio al j8 settembre 1644, e più una da
Gerace del i^ luglio 1645. ^'B. 7555. ce. 82.
Lo STESSO.
Avvisi ■ mandati allo stesso, dal 2 marzo al
29 dicembre 1643. VB. 7556, ce. 51.
Lo STESSO.
Avvisi mandati allo stesso, dal 2 gennaio al
23 luglio 1644. VB. 7557, ce. 95.
Monsignor Valerio Muti, vescovo di Città
di Castello, nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Maffeo Barberini, dal 23
gennaio 1609 al 15 gennaio 1610.
VB. 7558, ce. 1-8.
Monsignor Marcantonio Vicentini, vescovo
di Foligno, nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
17 febbraio 1671 al 25 settembre 1677.
ce. 9-37.
Monsignor Giulio Spinola, nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
20 gennaio 1654 al 18 ottobre 1663.
VB. 7559, ce. 92.
Emilio Altieri, vescovo di Camerino (poi
Clemente X), nunzio a Napoli.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
20 dicembre 1644 al 21 settembre 1652.
VB. 7560, ce. 1-23.
Giulio Spinola, arcivescovo di Laodicea,
nunzio a Napoli.
Lèttere al cardinale Francesco Barberini e
al suo segretario, dal 5 luglio 1661 al 7 giugno
1665. ce. 24-32.
Marco Gallio, vescovo di Rimini, nunzio
a Napoli.
Lettere allo stesso, dal io marzo 1668 al 13
dicembre 1670. ce. 33-49.
Alle lettere del Nunzio fanno seguito queste altre :
Il P. Juan de S. Bernardo, custode del
Convento di S. Lucia del Monte a Napoli e
Provinciale dei Francescani Scalzi di S. Pietro
d'Alcantara.
Lettere allo stesso, (la prima forse al segre-
tario Colorsi), dal 13 gennaio 1669 al 5 febbraio
1673. ce. 50-61.
Fra Giovanni della Croce, Provinciale
degli Scalzi.
Lettera allo stesso, del 16 agosto 1678.
ce. 62-63.
Il Conte di Lemos.
Lettere allo stesso, da Napoli, dal 29 maggio
al 6 novembre 1663. ce. 64-67.
D. Giovanni de Centelles, luogotenente
di Camera di Napoli.
Lettere allo stesso, dal 22 dicembre 1663 al
5 gennaio 1672. ce. 68-78.
Giovanni Michele Cicala, capo delle Armi
del Re di Spagna ed altri Cicala.
Lettere allo stesso, dal 1667 al 1674; degli
altri dal 1650 al 1669. ce. 79-88.
Il Marchese di Visso, generale delle Galere
di S. M. Cattolica.
Lettere allo stesso, dal 21 dicembre 1674 al
21 aprile 1676. ce. 89-92.
Alessandro degli Effetti.
Lettere di avvisi scritte da Napoli al cardi-
nale Ludovisi con allegate alcune minute di
risposte dello stesso cardinale, dal 16 aprile
162 1 al 23 marzo 1622. VB. 7561, ce. 106.
Lo stesso.
Lettere avvisi allo stesso, dal i^ aprile 1622
al 23 giugno 1623. VB. 7562, ce. 98.
Monsignor A. Serra, nunzio straordinario
presso la Regina d' Ungheria nel suo passag-
gio per 1' Italia.
Lettere al cardinale Francesco Barberini con
alcuni fogli di avvisi, dal 23 giugno al 3 set-
tembre 1630. Ne precede una scritta da Napoli
il 4 gennaio 1630. VB. 7563, ce. 68.
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
l8i
Lo STESSO.
Lettere allo stesso, dal settembre al 21
dicembre 1630. VE. 7564, ce. 54.
Lo STESSO.
Cifre al card. Francesco Barberini, sopra il
passaggio in Italia della Regina d' Ungheria,
con varie minute dello stesso cardinale, dal
15 luglio al 19 dicembre 1630.
VB. 7565, ce. 19S.
L' abate Salvatore di S. Barbara, cano-
nico e cappellano maggiore di Otranto.
Lettere di avvisi, la prima al cardinale Bor-
ghese del 13 aprile 1610, le altre al cardinale
Ludovisi, dal 5 giugno al 23 settembre 1622.
VB. 7566, ce. 1-4.
L' abate Paolo De Angelis.
Lettere di avvisi scritte da Palermo al car-
dinale Francesco Barberini, dal 25 gennaio 1624
al 6 gennaio 1625. ce. 5-10.
L' abate Giulio Cesare Braccini.
Due lettere allo stesso, la prima del 22 feb-
braio 1625, l'altra del 20 dicembre 1631.
ce. 11-12.
L' abate Della Scala.
Due lettere allo stesso (dell'anno 1636).
ce. 13-16.
L' abate Giovanni Domenico Orsi.
Lettere ed allegati allo stesso e ad Ur-
bano VIII, dal 3 febbraio 1633 al 22 ottobre
1643. ce. 17-27.
L' abate Bartolomeo Pensa, inviato stra-
ordinario a Napoli.
Lettere allo stesso, con minute di risposta
dello stesso cardinale, dall' 11 ottobre all' 8
novembre 1652. ce. 2S-39.
D. Placido Padiglia, abate del Monastero
dei PP. Celestini di Ortona a Mare, celebre
oratore.
Lettere al cardinale Maffeo Barberini, dal 16
febbraio 1613 al 4 dicembre 1620.
VB. 7567, ce. 32.
Valerio Barisoni.
Lettere quasi tutte di avvisi, la prima ad
Urbano VIII, le altre al cardinale Francesco
Barberini, dal 4 gennaio al 6 aprile 1624.
VB. 7568, ce. 1-17.
Orazio Blanconi e Ottavio e Antonio
Blancardi.
Lettere di avvisi, dal 18 febbraio al 15 marzo
1625. ce. 18-27.
Avvisi di Napoli scritti da Anonimo al
Coadiutore residente in Roma. Due sono da-
tati dal 21 e 28 marzo 1625, gli altri senza
data ; ma evidentemente sono dello stesso
anno trattando tutti dei moti di guerra in
Italia svoltisi in quell' epoca. ce. 28-64.
Avvisi di Napoli (ottobre-dicembre 1625).
ce. 65-67.
D. Paolino Bianchi.
Lettere di avvisi al cardinale Francesco Bar-
berini, dal 24 aprile 1632 al 5 giugno 1635, con
una relazione (in fine) di galere spagnuole
naufragate. ce. 68-74.
Francesco Palitonio.
Una lettera di avvisi al maggiordomo di S. S.
del i" febbraio 1635. ce. 75-78.
Domenico Roncalli.
Lettere di avvisi al cardinale Francesco Bar-
berini, dal 28 dicembre 1635 al 17 maggio 1636.
ce. 79-95.
D. Paolino Bianchi.
Lettera allo stesso, del 22 gennaio 1638
sopra una fittizia malattia del Papa. ce. 96.
Nicolò Rosciolli (?)
Lettera allo stesso, del 4 agosto 1642.
ce. 97.
L' abate G. Perrone.
Lettere di avvisi al cardinale Francesco Bar-
berini, dal 24 febbraio 1616 al 6 ottobre 1618.
VB. 7569, ce. 1-18.
Modo con il quale passò la cavalleria di
Napoli a Milano l'anno 1617.
ce. 19-22.
Pietro Rossi.
Lettere ed avvisi da Napoli, dal 9 giugno al
31 luglio 1618. ce. 23-31.
Il capitano Valerio Barisoni.
Lettere di avvisi al cardinale Ludovisi, dal
27 febbraio al 17 dicembre 1621. ce. 32-61.
Scritture varie amministrative e contenziose
in materia di giurisdizione. VB. 757°-
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5»-6«
ENRICO CELANI
III.
Acerno.
Pietro Paolo Bonsi, fiorentino.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
25 gennaio 1640. VB. 7571, ce. i.
Camillo Ragona (Aragona), traslato alla
chiesa di Capaccio nel 1665.
Lettere allo stesso, dal 23 luglio 1645 al 14
febbraio 1662. ce. 2-6.
Acerra.
Carlo De Angeli, vescovo di Acerra {Acer-
ranus).
Lettere allo stesso, dell'anno 1667. ce. 7-8.
S. Agata dei Goti.
Ettore Diotallevi.
Due lettere al cardinale Maffeo Barberini, la
prima del 16 dicembre 1610, l'altra del io
agosto 1623. ce. 9-10.
Giacomo Circio (Girgi).
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
12 settembre 166S. ce. 11.
Alessano.
Nicolò Antonio Spinelli.
Lettera allo stesso, del 6 aprile 1631.
ce. 12.
D. Placido Padiglia, dalla chiesa di La-
vello traslato alla sede di Alessano ai 4 di-
cembre 1634.
Lettere allo stesso, dal 3 maggio 163S al 16
giugno 1643. ce, 13-23.
Giovanni Granafeo.
Lettera allo stesso, del 20 maggio fósS.
ce. 24.
Andrea Tontola.
Lettera allo stesso, del 6 ottobre 1668.
ce. 25.
AHfe.
Fra Girolamo Zambeccari, bolognese.
Lettere allo stesso, dal 13 giugno 1631 al 12
febbraio 1632. ce. 26-28.
Fra Giovanni Michele Rossi.
Lettera allo stesso, del 14 agosto 1635.
ce. 29.
Pietro Paolo De Medici.
Lettera allo stesso, del 15 settembre 1653.
ce. 30.
Giuseppe De Lazzaro.
Lettera allo stesso, del 7 agosto 1678.
ce. 31.
Amalfi.
Paolo Emilio Filonardi, poi nunzio a
Napoli.
Lettere allo stesso, scritte dalla sua sede
arcivescovile e da Banco suo luogo nativo,
dal 6 aprile all' 8 ottobre 1623. ce. 32-35.
Angelo Pico.
Lettera allo stesso, del 4 maggio 1639.
ce. 36.
Stefan'o Quaranta.
Lettere allo stesso, dal 22 ottobre 1656 al 9
aprile 1675. ce. 37-42.
Andria.
Alessandro Strozzi, traslato poi alla chiesa
di S. Miniato.
Lettere a D. Carlo e al cardinale Francesco
Barberini, dal 22 giugno 1626 al 3 settembre
1629. cr. 43-53.
Fra Felice Franceschini, m. e. di Cascia.
Lettera ad Urbano Vili del 9 dicembre 1634,
con allegato e altra al cardinale Francesco Bar-
berini del 27 gennaio 1635. ce. 54-56.
AsCANio Cassiano.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
13 dicembre 1643 al 15 dicembre 1656.
ce. 57-61.
Alessandro Egizio.
Lettere allo stesso dal 16 dicembre 1662 al
18 marzo 1673. ce. 62-65.
S. Angelo dei Lombardi.
Ercole Rangoni.
Lettere ad Urbano Vili, a D. Carlo, e al
card. Francesco Barberini, dal 9 agosto 1623
al 24 febbraio 1628. ce. 66-70-^.
Una lettera al card. Francesco Barberini del 24 febbraio
1624 fu messa per errore nel VB. 7602, e. 75.
Fra Ignazio Ciantes, O. B.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
17 dicembre 1658. ce. 71.
IL CARTEGGIO DEI BARBERINI
183
Anglona.
Innico Siscara.
Lettera al cardinale Mafìeo Barberini, del 23
dicembre 1617.- ce. 72.
Alessandro Deti.
Lettera D. a Tadde o Barberini, del 18 maggio,
1633. ce. 73-
Marc'Antonio Cuccini.
Lettere al cardinale Francesco Barberini, dal
7 maggio 1638 al 5 agosto 1644. ce. 74-78-
Francesco Antonio De Luca.
Lettera al cardinale Francesco Barberini, del
23 marzo 1658. ce. 79.
Aquila.
Gonzalo De Rueda, spagnuolo.
Lettere al cardinale Maffeo Barberini ed una
a Paolo V, dal i" settembre 1617 al 6 novembre
1620. VB. 7572, ce. 1-6.
Fra Alvarez De Mendoza.
Lettera ed allegato al cardinale Francesco
Barberini, del i*^ gennaio 1624. ce. 7-8.
Gaspare De Gaioso.
Lettera ad Urbano VIII del 7 agosto 1640.
ce. 9.
Clemente De Pezzo.
Lettera al card. Francesco Barberini, del 20
aprile 1648. ce. io.
Fra Francesco De Leon.
Lettere allo stesso, dal 15 marzo 1657 al 26
marzo 1660. ce. 11-16.
(L'Ughelli, Italia Sacra, lo chiama erroneamente Fer-
dinando).
Carlo [De Angelis].
Lettere allo stesso, dal 21 dicembre 1663 al
i» settembre 1674. ce. 17-29-
(Questo vescovo manca nella Serie data dall' Ughelli ;
il Gams dà il De Angelis vescovo per gli anni 1663-1674).
Giovanni da Torricella y Cardenas.
Lettere allo stesso, dal 31 luglio 1677 al 23
settembre 1678. ce. 3o-33-
Aquino.
Filippo Filonardi.
Lettera.... da Fermo il 24 dicembre 1609.
ce. 34.
Alessandro Filonardi.
Lettere al cardinale Francesco, a D. Carlo
e D. Taddeo Barberini, dal 5 aprile 1624 al 18
dicembre 1643. ce. 35-46.
Marcello Filonardi.
Lettere al cardinale Francesco Barberini,
dall' II dicembre 1655 al 2 aprile 1668, con
alcune risposte dello stesso cardinale.
ce. 47-53-
(Continua).
COURRIER DE FRANGE
Périodiques. — Le Biblìographe moderne , ]\xm 1910. — G. Lepreux, Une enqitéte sur l'ìm-
primerie de Paris en 1644. Contribution précieuse à l'histoire de l'imprimerie parisienne et qui
nous fait connaitre un assez grand nombre de publications qui ne figurent pas dans la
bibliographie du P. Louis Jacob. — Maurice Tourneux, Salons et expositions d'art à
Paris (1801-1900). Essai bibliographique (suite). — Max Prinet, Le Trésor de Noblesse (publié
en 1497 par Antoine Vérard et dont les exemplaires sont rares). — Association amicale pro-
fessionnelle des archivistes frattgais. Septième assemblée generale (/«■" avril igio). — Henri
CouRTEAULT, La situatiou des archivistes aux Archives nationales. — Jacqueline Thévenin,
Une bibliothèqiie d'aveugles. La Bibliothèqiie Braille.
Bibliographie de la France. — N"^ 2 (3 janvier) A. Z. Notes sur quelques bibliothèques.
Bibliothèque du Congrès à Washington. — Bibliothèques publiques au Japon. — No 5 (3 fé-
vrier). Ed. Sauvel, Proprietà littéraire et artistique. Note sur la protection des ceuvres littérai-
res et artistiques au Pérou. — N^ 6 (io février). Réglement concernaìit l'enregistrement des de-
mandes de protection du droit d'auteur aux Etats-Unis. — N» 8 (28 février). Ed. Sauvel. Pro-
i84 COURRIER DE FRANXE
priété littéraire et artistique dans les répiibliqiies Sud-Aìiiéricaines. Brésil. — No io (io mars).
Louis Prunières, La morale de Vhistoire des ifidustries dii livre. Pourquoi l'histoire des indu-
stries du livre comporte une morale. Les origines de l'imprimerie: Gutemberg. Quelques maì-
tres : les Estienne, Aide Manuce, les Plantin, les Didot. Trois libraires : Nicolas Flammei,
Barbin et Renduel. La lecon du passe. Dignité des industries du livre. Necessitò de la culture
generale et professionnelle. — N» ii (17 mars). Hcmblot, L'édìtion littéraire au XIX^ siede.
— N° 18 (31 mars). Henri Bourrelier, La Hbrairie classiqne et le livre d'eriseignenient.
— Bibliothèqiie de l'Ecole des Chartes. N° de septembre-décembre. — L, Delisle, Maté-
riaiix polir l'édìtion de Guillaume de Jumièges, préparés par Jules Lair. — Maurice Jusselin,
Le droit d'appel dénommé Appel volage et Appel frivole. — Ch. De La Roncière, Une carte
frangaise encore incoiinue du nouveau monde (1^84). (Carte d'Amérique de Jacques de Vaulx,
pilote de la marine, acquise par la Bibliothèque nationale). — R. Delachenal, Date d'une
miniature d'un vtanuscrit de Charles V (Bible « historiale » du Musée Meerman-Westreenen,
à la Haye, dont la miniature initiale a été achevée entre le 21 janvier et le 28 mars 1372). —
Note cryptographique datis un manuscrìt de Jean de Tritenheivi (Rerum Saxonicarum libri III
de Widuking de Corvey, manuscrìt ayant appartenu à Jean de Tritenheim, XIV^-XV^ siècle).
— Bulletin du bibliophile. — 15 janvier. F. Lachèvre, L'édition originale de l'Histoire
contique ou Voyage dans la lune de Cyrano de Bergerac. — I\L Fi'rcv-Ravnacd, Deux lettres
de Pidansat de Mairobert au marquis de 3larigny (1759). — P. Lacombe, Bibliograpliie des
travaux de M. Léopold Delisle. Supplément (1902-igio) (suite).
15 février. — P. Lacombe, Bibliographie de M. Léopold Delisle (suite). — Eug. Griselle,
uìi supplément à la e orr espandane e du cardinal de Richelieu (fin).
15 mars. — Ernest Coubert, Deux poètes, professeurs d'écriture au XVI'' siècle: J. Le-
moyjie et P. Hubert. — Albert Desvoyes, Deux lettres inédites d'Alfred de Mgny. — P. La-
combe, Bibliographie des travaux de M. Léopold Delisle. Supplément (fin).
15 avril. — M. Tourneux, Antoine- Alexandre Barbier et les trois éditions du « Diction-
naire des ouvrages anonymes ». — Ernest Courbet, Deux poètes, professeurs d'écriture au
XVP siete: J. Lemoyne et P. Habert. — L'abbé Eug. Griselle, La Bruyère et Bossuet. —
Henri Clovzot, Les Débuts de l'imprimerie à Lu^on. C'est en 1694 que Jacques RIorneau fonde
en cette ville le premier atelier d'impimeur.
— Revue des Bibliothèques. — Octobre-décembre 1910. G. Lepreix, Contribution à l'his-
toire de l'imprimerie parisienne. IV. Un libraire (et imprimeur?) inédit du XVe siècle [Gervais
Coignart]. — V. Les correcteurs d'Islande Bonhomme. en 1545. — \'L Le Conseil prive et
les recueils de poésies. — Pierre Champion, Un « Liber amicorum » du Xl'P siècle. Notice
d'un manuscrit d'Alain Chartier, ayant appartenu à Marie de Clèves, femme de Charles d'Or-
léans (7 pi.). — Ernest Wickersheimer, Notes sur quelques bibliothèques américaines.
— Catalogne de la Librairie Th. Belin, de Paris. — Livres à figures sur bois des XV^ et
XVP siècles (197 p. et fig.). — A signaler: Faustus Andrelinus, Opera (recueil in-4°). — Arios-
to, Orlando Furioso (Venetia, Vincenzo Valgrisio, 1572, in-4"', rei. du XVIe siècle) — Bible
(Genève, Fr. Estienne, 1567, 4 t. en i voi. Belle rei. du XVI^ s.) — G. Bruin, seu Braun,
Civitates orbis terrarum, in aes incisae et excusae (Coloniae, 1572-1574. 5 voi. in-fol., 310 grav.
par Fr. Hogenberg et Sim. van den Noevel) — Chapelet de l'irginifé. Manuscrit du XV^ s.,
sur vèlin, ornementat. — Ciceronis in epistolas ad Atticum Bauli JManutii Covimentarius (\'ene-
tiis, 1547, in-S°, belle rei. anc.) — Léonard Fuchs, Commentaires très excellents de Ihystoire
des plantes... (Paris. J, Gazeau, 1549, in-fol. ChiflVe de Nicolas Fouquet) — Frederico Gri-
sone, Ordini di calvalcare... (In Pesaro, Bart. Cesano, 1558, in-4°, belle rei. ital. avec les armes
du cardinal Hippolyte d'Este, dit le cardinal de Ferrare) — S. Jean Damascène, Histoire de
Barlaam et de Josaphat, roy des Indes (?3.ns, G. Chaudière, 1578, in-S°, avec armes de Henri III)
— Heures à l'usage de Rome (Symon Vostre, almanach pour 1488- 1508, 58 fig) — Hore inte-
merate Dei Genitricis l'irginis Marie (Symon Vostre, almanach commencant à 1495. 53 fig) —
COURRIER DE FRANGE 185
Heures à l'itsage de Toni (Symon Vostre, almanach de 1502-1520, 18 fig.) — Heiires à l'usage
de Rome, (Paris, Nic. Hygman, pour Guill. Eustache, 1517, 38 fig.) — Horae Beatae Marine
llrginis (Parisiis, per G. Hardouyn, almanach de 1527 à 1541, gr. in-S", vélin, 13 gr. fig. Rei.
du XVIe s.) — Heures à l'usage de Troyes (Troyes, Jean Du Ruau, almanach de 1587 à 1603,
8r fig. Rei. style Ève, avec monogramme de Louise de Lorraine, femme de Henri III) — Jus-
tiiiiani Augusti historia (Lugduni, ap. Frane. Le Preux, 1594, in-80, Rei. XVIe s.) — Clément
INIarot, CEuvres (Lyon, G. Rouille, 1547-4S, Rei. XVIe s., avec le nom de Gosvinus de Mer-
sen) — Guill. Michel, Le Siede dorè (Paris, Guill. Fesandad, 1521, fig.) — Oppianus, De Vena-
tione (Lutetiae, ap. Mich. Vascosanum, 1555, in-40. Rei. XVIe s. à entrelacs, faite pour Claude
d'Orgemont, seigneur de Méry) — Octavien de Saint-Gelais, Le Vergier donneur {Paris ,] . Trep-
perel, vers 1500, fig.) — Le Mirouer de la Rédempcion (Lyon, Mathieu Huss, i486, une des
premières impressions lyonnaises) — Omnia Themistii opera (Venetiis, Aid. Manutius et Andr.
Asulanus, 1534, avec armes de Henri II et de Diane de Poitiers).
Ventes. — 23-24 janvier. Bibliothèque de feu M. Drion. — Livres du XVIIIe siècle et
modernes. Total : 52.823 fr. Principaux prix : Co7ites de La Fontaine, 1762, in-8'', édition des
Fermiers généraux, figures d'Eisen, reliure de Pasdeloup : 1.860 fr. ; Les Métaniorphoses d'Ovide,
1771, 4 voi. in-4<', avec figures : 1.300 fr. ; Les Baisers de Dorat, 1770, in-8", figures d'Eisen :
905 fr. ; Le Tempie de Guide de Montesquieu, 1772, in-40, figures d'Eisen, reliure moderne :
710 fr. ; Don Ouicholfe, 1746, figures de Coypel, Boucher, Cochin, etc, in-4° : 520 fr. ; Les
Fables de Dorat, 1773, in-S", figures de IMarillier, exemplaire sur papier de France : 505 fr.
Publications de la Société des Amis des Livres : Quinze histoires d'Edgar Poe, par
Baudelaire, illust. de Legrand en 2 états : 1.582 fr. ; Eloge de la folie, d'Erasme, comp. de
Lepère : 800 fr. ; Aspasie, Cléopdtre et Théodora, par H. Houssaj-e, illustration de Giraldon
et dessins originaux ajoutés : 750 fr. ; Zadig, par Voltaire, illust. de Garnier, Rops et
Robaudi : 1941 fr.
Publications des Cent bibliophiles : A Rebours par Huysmans, grav. en coul. de Lepère :
1.540 fr. ; Cinq contes parisiens de Maupassant : 550 fr. ; Trois contes à soi-méme par de
Régnier : 701 fr.
Ouvrages avec aquarelles originales : Quatrains, miettes, et rognures, par Bouilhet ; ma-
nuscrit, 26 aquar. de Robaudi : 961 fr. ; 3Ille de Maupin, par Gautier, édition Conquet, 1883,
papier du Japon, aquar. de J. Avril : 1.350 fr. ; Au Maroc par Loti, 1890, papier de Hollande,
aquar. de Jouas : 1.200 fr. ; Pécheur d'Islande de Loti, 1886, pap. de Hollande, aquar, de
Bourgain : 850 fr. ; Contes choisis par Maupassant, 1892, avec illustrations, aquar. de Dillon :
800 fr. ; Point de lendemain, par Vivant Denon, 1861, pap. de Hollande, aquar. de Chatinière :
1.285 fr- ; -^^ Printemps des Ccsurs par Dinet, 1902, comp. en coul. : 981 fr.
30 janvier. — Bibliothèque H. B. — La vente des livres modernes de la bibliothèque
de M. H. B..., faite par M. Desvouges et M. Durel, a produit 15.690 fr., avec les principaux prix
suivants: Carmen, par Mérimée, 1884, in-8°, dessins originaux d'Arcos et eaux-fortes de Nargeot
ajoutées, reliure aux armes du comte Berthier : 1.217 fr. ; Hérodias, Un Cccur simple et La
Legende de saint Julien l'Hospitalier par Flaubert, édition Ferroud, illustrations de Roche-
grosse, Adam et L.-O. INIerson, papier du Japon, eaux-fortes en 3 états : 1.005 fr- 5 ■^'^ ^"^i^
rustique de Theuriet, 1888, illust. de Lhermitte, exempl. sur Chine : 915 fr. ; Sapho, de Daudet,
1888, in-80, pap. du Japon, illust. de Reschan en 2 états et 9 aquarelles d'Heidbrinck : 520 fr. ;
La Dame aux Camélias, de Dumas, 1858, édition illust. par Gavarni, papier de Hollande :
550 fr. ; La Vie des abeilles, de Maeterlinck, 1908, comp. en coul. par Schwabe : 560 fr.
20 fevrier. — Dans une vente de recueils d'ornements anciens, faite par M, Desvouges
et M. Rapilly, on note les prix suivants : Fleurs, orttements, etc, par Pillement, 210 eaux-
fortes, 3.505 fr. à M. Besombes ; GEuvre de G. M. Oppenord, 94 pièces, 1.020 fr, ; CEuvres
diverses de Lalonde, 1,980 fr. ; Recueil de meubles, de Delafosse, 1.200 fr, ; Recueil d'ortienietits
de Cauvet, i.ooo fr.
i86 COURRIER DE FRAXCE
21 février. — Bibliothèque de M. Y. de W. — Livres modernes. Total : 22S06 fr. Un
rare exemplaire broché de Zadig, par Voltaire, Amis des Livres, 1893, avec illustrations de
Garnier, Rops et Robaudi, a été pavé 1.6S0 fr, ; Quinze histoires d'Egar Poe par Baudelaire,
Amis des livres, 1897, illustrations de Louis Legrand, 1.495 fr. ; U71 ccsiir simple, Herodias,
et La Legende de Saìnt-Jidien l'Hospitalier, par Flaubert, édition Ferroud, in-S^, broché, figures
en 3 états, 760 fr.
14 mars. — Une vente de livres anciens, faite par 1\I. Desvouges et ^L Ledere, a
produit 33.430 fr. Le numero de vedette était Les Sept Offices de la semaine, manuscrit de
Jarr}-, date de 1650, fait pour la Grande Mademoiselle, avec huit miniatures et reliure en
maroquin, avec fermoir en or émaillé orné de pierres, qui a été adjugé 8.000 fr. à ^L Ledere,
sur une demande du mème chiffre.
Gomme autres principaux prix, on note: Anacréoìi, 1773, maroquin ancien, 1.105 fr. ;
Henres, manuscrit du XV« siede, avec neuf miniatures, 1.800 fr. ; Heures, de Simon de Co-
lines, 1543, figures de. Tory : i.ooo fr. ; Fables, de La Fontaine, 166S, édition originale in-40,
1.125 fr. ; Livre du chevalier de la Toiir-Laudry, manuscrit du XIV® siede, 1.200 fr. ; Essais,
de Montaigne, Bruxelles, 1659, reliure de Simier : 1.550 fr.
15-1S mars. — Livres modernes illustrés. La vente de ces livres modernes a produit
26.944 fr. Le numero capital était la collection complète des 26 dessins originaux de L. -Olivier
Merson pour la Legende de SI Julien l' Hospitalier de Flaubert, recouverte d'une superbe re-
liure de Mercier, avec cuir ciselé de Lepère. Sur demande de 15.000 fr., M. Conard a pavé ces
dessins 13.100 fr. contre M^L Rahir et Carteret. Le n. 85, Une nuit de Cléopdire de Gautier,
avec 22 dessins originaux de Paul Avril, a été achetée 5.300 fr. par AL Ledere.
Voici les autres principaux prix : La Femme de trcnte ans de Balzac : i.ooo fr. ; Pastels
de Bourget : 1.085 fr. ; Les Sept discours de Brantóme : 1.005 fr- ; Physiologie du goiit de
Brillat Savarin : 1.850 fr. ; Les Cojmnentaires de Cesar: 1.600 fr. ; Poésìes de Chénier, dessins
originaux de Giraldon : 4.800 fr. ; Severo Torelli, de Coppée, édition originale, aquar. de
Wagrez : 3.750 fr. ; Chansons de Delmet, avec 20 croquis de Willette : 1.550 fr. ; Les Trois
Mousquetaires de Dumas, avec dessins originaux de Leloir : 3.600 fr. ; Herodias de Flaubert,
2 aquar. de Rochegrosse : 1.220 fr. ; La Tentation de sai>it Antoine de Flaubert, édition origi-
nale, aquar. de Wagrez : 2.500 fr. ; La Rótisserie de la reine Pédauqiie par A. France, édition
originale, 50 aquar. de ISIorin : 2.260 fr. ; Jean et Jeannette de Gautier, avec dessins originau.x
de Lalauze : 4.500 fr. ; Mademoiselle de Maupin de Gautier : 1.720 fr. ; Le Poi Candaule: i.c6o fr. ;
Le Roman de la momie : 1.700 fr. ; Germinie Lacerteiix de Goncourt : 1.905 fr. ; Faysages
parisiens de Goudeau : 2.200 fr. ; La Guirlande de Julie, avec aquarelles de Giacomelli: 3.000 fr.;
Mémoires du comte de Grammont, sur Japon : 3.005 fr. ; Les Trophées de Hérédia, 1893, aquar.
originales de Giraldon : 4.505 fr, ; le méme ouvrage, 1907, illusi, de L.-O. Merson , 1.850 fr. ;
Marion de Lorme de Hugo, aquar. de Cortazzo : 1.600 fr. ; Notre-Dame de Paris: 1.050 fr. ;
Illustrations de L.-O, Merson pour Notre-Dame de Paris : i.ooo fr. ; A Rebonrs de Huys-
mans : 1.520 fr.
12 avril. — Une vente de livres modernes dirigée par M. Lair Dubreuil et M. Meynial
a produit 19,000 fr. Un exemplaire de Les Conles de Perrault, édition Curmer, 1843, premier
tirage, couverture illustrée, reliure de M. Michel, a fait 805 fr. ; La Vie rustique de Theuriet,
édition Launette, sur papier vélin teinté, avec dessin originai de Lhermitte : 625 fr. ; Mémoires
du comte de Grammont par Hamilton, édition Conquet, iSSo, papier du Japon, compositions
de Delort en doublé état: 605 fr.
27-29 avril. — Bibliothèque de feu ÌM. Rouart. — La vente de la bibliothèque de
feu I\I. Alexis Rouart, sous la direction de M. Baudoin et M. Cornuau, a produit 64981 fr.
Principaux prix : Deux albums, l'un de papier blanc, l'autre de lithographies, reliures roman-
tiques, 630 et 610 fr, ; un buvard reliure romantique mosaiquée, avec l'inscription : Au Poi,
COURRIER DE FRANGE 187
1.020 fr. ; une autre reliure à la cathédrale, 550 fr. ; Oiivrages de Canova, 1825, reliure roman-
tique mosaiquée, 725 fr. ; Télémaqiie, par Fénelon, 1784, fig. de Moreau, rei. de Bozérian, 650 fr.
INI. Besombes a payé 6.020 fr. un exemplaire de La Reliure, poème par Lesné, relieur à
Paris, édition de 1S27, sur grand raisin vélin, avec superbe reliure romantique mosaiquée et
doublée. Un recueil, Quadrine de Marie Stuart, 2 mars 1829, comprenant 26 planches de
costumes et vues du bai offert par la duchesse de Berry, lithographies d'après Eug. Lami,
coloriées, avec reliure de Simier, auxarmesde Louise-Charlotte, épouse de Francois Antoine-
Marie, infant d'Espagne, a été payé 2.155 fr. par M. Rahir. Les Petits Acteurs du grand théatre,
par Joly, recueil de 60 planches de costumes en couleurs, a fait 1.300 fr. ; et un exemplaire de
Les Soiiffrauces du jeune Werther, Paris, Didot, 1809, avec 3 dessins originaux de l'epoque et
les 3 figures de ÌMoreau, a fait 1.085 fr. L^n exemplaire de Le Petit paroissien complet, avec
reliure en maroquin, au chiftre de l'impératrice Josephine, a été payé 1.5S0 fr. ; Poésies, par
]\jme Tastu, 1827, reliure romantique mosaiquée, 1.300 fr. ; Oraisons fu7tèbres, 1826, 22 portraits
et 12 fig., reliure de Simier, 1.210 fr. ; 4 volumes d'Alfred de Musset, en éditions originales,
645 fr. ; La IMédecine opératoire, par Sabatier, iSio, aux armes de Napoléon P'", 900 fr. ; une
reliure italienne du XVI« siècle, en veau, 610 fr.
5 mai. — Dans une vente de livres modernes qui avait lieu par les soins de MM. Desvouges
et Carteret, un exemplaire des ceuvres de Balzac, 1855, premier tirage, avec illustrations, a
fait 1.360 fr, ; DLidemoiselle de Maupin de Gautier, 1883, sur Japon, eaux-fortes de Toudouze
en trois états et une aquarelle originale 1.855 francs ; Les Trois Mousquetaires et La Dame de
Monsoreau de Dumas, illustrations de Leloir, en tirages à part 855 fr. ; Le Mariage de Figaro,
de Beaumarchais, 1785, édition originale, 850 fr. ; Le Roman de la inomie de Gautier, 1901,
compositions de Lunois en trois états : 800 fr.
8 mai. — Une vente de livres 8 mai faite par MM. Desvouges et Carteret a produit
56.659 fr., avec les principaux prix suivants : Contes et tiouvelles de La Fontaine, édition des
Fermiers Généraux, 1762, 2 voi. in 8*^, reliures de Derome: 3.200 fr. à M. Morgand ; Zadig de
Voltaire, édition des Amis des livres, 1893, a M. Carteret : 2.355 f""- ! Histoire d'un merle blanc
de Musset, 1853, in 18° avec 22 aquarelles originales de Giacomelli, à M. Conard : 2.020 fr. ;
Les quatre fils Aymoti, 1883, in 4, papier de Chine, reliure de Marius Michel: 900 fr.; reliure
ancienne in 4", maroquin à denteile : 925 fr. Des éditions originales de Maupassant se sont très
bien vendues. La Maison Tellier 1881, sur Hollande, a fait 1.400 fr. Moìisieur Parent, 1886, sur
Hollande : 705 fr. ; Une vie, sur Hollande : 655 fr.
9 mai. — Dans une vente de livres faite salle 13, par I\L Dobignard et M. Du May,
Les Baisers, de Dorat, 1770, sur grand papier in-S", reliure de Lortic, ont fait 910 fr.; Salammbo,
de Flaubert, 1902, papier du Japon, illustrations de Rochegrosse, et deux aquarelles originales,
900 fr. ; Contes et Nouvelles, de La Fontaine, 1762, reliure ancienne, 750 fr. ; Contes choisis,
de Maupassant, 500 fr. ; Les Quatre fils Aymon, 1883, sur Chine, illust. de Grasset, 600 fr.
15-18 mai. — BiBLiOTHÈQUE DE M. L. DE MoNTGERMONT. — Livres illustrés du XVIIIe
siècle. La vente des beaux livres du XVIIIe siécle de la bibliothèque de M. de Montgermont,
faite par M. Desvouges et M. Rahir, a produit 609.841 fr. C'est un beau résultat surtout si l'on
songe que ces livres avaient coiàté environ 350.000 fr. au vendeur. On peut considérer que
depuis dix ans les prix ont au moins doublé.
Le prix principal a été celui de 21.000 fr. donne par l'expert pour le n. 54, L'Eloge de
la folle, d'Erasme, 1751, avec 17 dessins originau.x d'Eisen. Le n. 24, le Catalogne de la vente
des tableaux du prince de Conti, en 1779, orné dans les marges de 275 dessins par Gabriel de
Saint-Aubin, fait pendant l'exposition et la vente, a été adjugé 15.500 fr. à M. David Weil, au
lieu de 1.855 fr. seulement à la vente Guyot de Villeneuve. Le n. 25, un autre catalogne, celui
de la vente du due d'Aumont, en 1782, avec 105 dessins par Germain de Saint-Aubin, a été
poussé à 15.100 fr. par ]\I. Danlos, au lieu de 2.055 f^- à la vente du baron Pichon en 1897.
i88 COURRIER DE FRANGE
Gomme autres principaux prix on note: N. 7, Orlando Furioso d'Arioste, 1773, rei.
anc. à dentelles : 14.100 fr. ; n. 36, Rodogiuie de Corneille, 1760, imprimé au chàteau de
"Versailles par les soins de Mme de Pompadour, avec le dessiii originai de Boucher,
pour le frontispice, reliure en mosaique de Mercier: 14.000 fr. ; n. 19, // Decanierone de
Boccace, 1757, 5 voi., reliures à dentelles : 12.200 fr. (7.000 fr. à la vente Techener en 1S89) ;
n. 35, Théatre de Corneille, 1764, 12 voi. aux armes de la Du Barry : 10.100 fr. ; n. 113,
Contes de La Fontaine, 1795, figures de Fragonard à l'état d'eaux-fortes : 10.000 fr. ; n. 90,
Abrégé chronologiqtie du président Hénault, 1752, aux armes de Louis XV : 9.000 fr. ; sur
demande de 5.000 fr. ; n. 46, Fables de Dorat, pap. de Hollande, illusi, de Marillier :
S.900 fr. ; n. 22, La Tribù indignile par Lucien Bonaparte, 1799, papier vélin : 8.000 fr. ;
n. loi, Chansoìis de La Borde, 1773, 7.6oo fr. ; n. 102, figures de ISloreau avant la lettre
pour l'ouvrage précédente 6.750 fr. ; n. 112, Contes de la Fontaine, 1762, reliure à den-
teile : 6.300 fr. ; n. 28, Don Ouicholte, 1799, avec les dessins originaux de Lefebvre et Le
Barbier: 6.200 fr. ; n. 15, Pyginalion, 1775, tirage à part, reliure de Mercier: 5.250 fr. ; n. 47,
lUustrations de IMarillier pour les Fables de Dorat: 5.700 fr. ; n. 115 Fables de La Fontaine,
1755-1759, 4 voi, sur Hollande, avec reliure à dentelles, a été payé 17.500 fr. par ^L Ledere.
Le n. 204, la Gerusalemme liberata du Tasse, 1784, avec 82 dessins originaux de Cochin, a été
adjugé 15.000 fr. à ]NL Rahir, qui s'était déclaré marchand à ce prix. Cet exemplaire avait
été payé 40.000 par le comte de Provence. Depuis, il fut vendu 500 fr. à la vente Renouard,
425 fr. à la vente Thibeaudeau, 3.950 fr. à la vente Doublé, 5.105 fr. à la vente Gresy et
8.400 fr. à la vente Maglione. Le n. 189, cruvres de J.-J. Rousseau, 1783, avec 27 dessins par
Marillier, a été payé 14.100 fr. par M. Rahir. En 1795, à la vente Duperron, cet exemplaire
avait fait 3.550 fr. en assignats, ce qui équivaut à peu près à 20 fr. Le méme a donne aussi
13.100 fr. pour CEuvres de Rabelais 1741, 3 voi. en grand papier, avec reliure de Derome. Cet
exemplaire avait fait 11.000 fr. à la vente Henri Bordes en 1897.
Nous indiquerons encore : n. 132, Daphnis et C/iloé, 1758, reliure de Padeloup : 6.050 fr.;
n. 136, Lucrèce, 1768, grand papier, rei. attribuée à Derome : 4.560 fr. à M. Besombes ;
n. 149, CEuvres de Molière 1734, 10.000 fr.; n. 151, illustrations de Moreau le jeune,
pour ìMolière, 1773 : 7.900 fr. ; n. 152, Le Tempie de Guide, 1772, aux armes de la
comtesse d'Artois, 9.000 fr. ; n. 159 Métamorpìwses d'Ovide, 1771 : 7.S00 fr. ; n. 160, le méme
ouvrage, 1806, reliure par Doli, aux armes du comte d'Artois : 6.600 fr. ; n. 163, Etrennes
fra7igaises , 1766, aux armes de Louis XV : 5.000 fr. ; n. 177, CEuvres de Racine, 1760, 5.300 fr. ;
182, CEuvres de Régnard, 17S9, 6 voi. rei. à dentelles, 8.500 fr. ; n. 187, Lettres de deux
amants, par J.-J. Rousseau, éditions originales de 1761, 4.500 fr. ; n. 213, Histoire du petit
Jehan de Saititré 1791, avec 4 dessins de Moreau : 10.500 fr. ; n. 217, Les Géorgiques de Vir-
gile, 1770, pap. de Hollande, reliure à dentelles, 8.700 francs ; n. 222, CEuvres de Voltaire,
1785-1789, fig. de Moreau en doublé état, 7.000 fr.
Livres modernes. — Un exemplaire de Le Jeu de l'amour et du hasard, de Marivaux,
édition Conquet, 1894, avec 16 aquarelles originales de Maurice Leloir, et superbe reliure de
Mercier, a été adjugé 16,000 fr. à ^L Conard, sur demande de 10,000 fr. ^L Carteret a payé
7000 fr. Nos oiseaiix, par Theuriet, avec 22 aquarelles de Giacomelli; et 5100 fr. Chronique
du règne de Charles IX, avec dessins originaux de ^L Ed. Morin. A noter encore : Les
trois dames de la Kasbach, par Loti, dessin de Bourgain, 2000 fr. ; 5 dessins originaux de
Hedouin, pour l'oyage autour de ma chambre, 4950 fr. ; Contes choisis, de Maupassant, exem-
plaire unique avec dessins ajoutés, 2560 fr. ; Mosaiques, par Mérimée, 40 aquar. de Robaudi,
3700 fr. ; Le viyosotis, par H. Moreau, 134 dessins originaux de Robaudi, 4500 fr.; Les Cou-
settes, de Morin, dessins originau.x de Somm, 1900 fr. ; Dimanches parisiens, de Morin, 41 des-
sins originaux de Lepère, 5000 fr. ; Manon Lescaut, grand papier de Hollande, 3700 fr. ; Les
Confessions, de Rousseau, sur Hollande, 1881, figures en tirages à part, 3000 fr. Dessins origi-
naux de Hedouin pour Les Confessions, 5000 fr. ; Les Confessions, 1889, illustr. 4 aquar. et 64
ENGLTSH COURIER 189
dessins originaux de Leloir, 2900 fr. ; dessins originaux de Delort, pour les Mémoires de Mme
de Stael, 4000 fr. ; Servitude et graìideurs militaires, de de Vigny, avec dessins originaux de
Dupray, 3160 fr. ; Zadig, de Voltaire, Amis des livres, 1893, 2350 fr.
Une sèrie des compositions de Toudouze, gravées par Champollion, pour 3/lle de Maupin,
en épreuves d'artiste, a fait 425 fr. et 6 eaux-fortes de Bracquemond, d'après Moreau, pour les
Fables de La Fontaine, en doublé état: 440 fr. Une suite d'un portrait et 5 figures dessinés
et gravés par Hedouin pour le V^oyage sentimetital de Sterne, épreuves d'artiste en plusieurs
états, en tout 32 pièces, a été payée 2095 fr. Les eaux-fortes en doublé état de Lalauze,
pour les Mémoires de Mme de Stael, on fait 520 fr. et Le Cabaret dii picits sans viti par Mo-
rin, Paris, Delagrave, 1891, exemplaire de l'artiste, avec aquarelles originales: 500 fr.
A. BOINET.
ENGLISH COURIER
In the Bibliofilia of May-June (page 116) an announcement was made by the Editor of
Notizie to the effect that: John Bunyan's copy of Foxe's « Book of martyrs » was to have been
sold by auction at Sotheby's rooms in London on May 26'^^ ^^t that the British government
had thought it necessary, at the last moment, to intervene in the name of the nation so as to
prevent that the cimelio might find its way into a Library or museum of an American Millionaire ».
The Attorney General's intervention caused surprise, as he stated in the House of Commons on
May 23''^ that any action in the matter did not appear to be open to him. He was asked in the House
by Sir George White whether bis attention had been called to the proposed sale of the book, « which
was formerly in the possession of John Bunyan during bis imprisonment, and whether, the book
having been purchased by public subscription in 1841 and deposited in the Bedford Library as
a sacred trust, any steps would be taken to prevent such action ». His reply was that he was
informed that the Institute was purely a private association, that the book was purchased by
some of the members of the Association from the general funds of the Library, and that it
was the absolute property of the members of the Library. In those circumstances, and in the
absence of any other Information, it did not appear to him to be open to take action in the
matter. Interviewed on his arrivai at Bedford (May 26*'') Mr. Farrer stated that he had had a
long consultation with the Attorney General, and the result was the Library title to the book
was to be inquired into. Mr. Farrer added that from what the Attorney General said he felt
he had no option but to withdraw the book from sale. The Manchester Guardian of May 27"'
adverting to the matter, said : « had the book come under the hammer the bidding would have
been exceptionally keen, and it would not have been surprising had the figures run into some
thousands of pounds. The auctioneer's catalogue explained that the book contained the au-
tograph signature of John Bunyan on the three volumes which constitute the work. The hi-
story of the volumes, the catalogue points out, can be traced back to 1780, when they were
purchased by Mr. Wontner of the Minories, from whom they descended to his daughter, Mrs.
Parnell. They were subsequently sold in Evans's, in Pali Mail, to Mr. Upcott, who bought them
for a friend. They next passed into the hands of James Bohn, from whom they were bought
by William White, the Bedford bookseller, and were purchased from him by public subscription
in 1841, passing to the Bedford Literary Institute. The trustees of the Bedford Literary Insti-
tute proposed to sell the book to pay off a mortgage. In 1902 the Institute put to auction
their copy of the Ryal Book, printed by Caxton from the French in 1487, and it was bought
by Quaritch for £ 2,225 ». To the surprise however of book-lovers the English press, under
date July 15*^, caused it to be known that the Attorney General had decided that there was
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5»-5» ' 24
I90 ENGLISH COURIER
not sufficient evidence to attach a « public trust » to Bunyan's copy of « Foxe's Book of
Martyrs, » which is in the possession of the Bedford Institute. This decision was communi-
cated by Sir Rufus Isaacs to the Bedford Institute, who are thus free to sell the book or not
as they think fit !)
The three following extracts are from The Eveniug Xezcs of July 4»''. « Historic fan.
Dickens and Dora ».
«■ A Greek codex of the four Gospels, laboriously indited 1,000 years ago, and a fan scar-
cely a quarter of a century old, inscribed with historic signatures, make strange company, yet
auction juxtaposes these curious antitheses, and on July 27, at Sotheby's, London, where to
be offered, along with the true account of the relations between Dickens and Dora, venerable
illuminated manuscripts and flippant letters by Wilde and Whistler.
The fan is indeed a memento mori. It is that « Jubilee fan, » sold for the benefit of
the memorable Charity Bazaar at the luncheon party given by the Duke of Edinburgh on June
20, 1887. Signed by the Royalties of the time it now reminds us, says the « Daily Telegraph »
of those who have passed away. Oueen Victoria, King Edward MI., the Emperor and Em-
press Frederick, King Christian, Leopold IL, Albert, King of Saxony, Carlo, King of Portugal
and the Duke of Clarence. The signatures of the King, then Duke of York, Queen Alexandra,
the Emperor William, as son of the Crown Prince, the King of Greece, the Duke and Duchess
of Connaught, and many others, combine to give the fan extraordinary historic interest.
The Dickens letters, privately printed for the Boston Bibliophile Society, prove the la-
bours of ÌVIr. Stonehouse and Professor Baker in elucidating the love story of the novelist and
INIarie Beadnell. The first set of letters, written in 1833 show the drammatic intenseness of
an attachment doomed to disappointment. Over twenty years afterwards Dickens re-opened the
correspondence. In a touching letter he then wrote :
« Whatever of fancy, romance, energy, passion, inspiration, and determination, belong to
me, I never have separated, and never shall separate, from the hard-hearted little woman —
you — whom it is nothing to say I would have died for with the greatest alacrity. Vou may
have seen in one of my books a faithful reflection of the passion I had for you, and may have
thought it was something to have been loved so well, and may have seen in little bits of
« Dora » touches of your old self sometimes, and a grace here and there that may be revived
in your little girl, years hence, for the bewilderment of some other young lover — though he
will never be as terribly in earnest as I and « David Copperfield » were ».
IMr. Stonehouse's M. S. notes help to identify many of the originals of Dickens's charac-
teres, notably of Mr. Winkle.
Last j'ear the manuscript of Wilde's « Decay of Lying » realised £111. A remarkable
series of others will be equal bait to collectors. The originai manuscripts for portions of « Dorian
Gray » and of « The Fiorentine Tragedy, » and the draft of the « Sphinx » need only be men-
tioned. Then there is such a poignant note as that written by Wilde as a boy at school, thank-
ing his mother for a hamper. We have, too, a sonnet in bis band, « On the Sale by Auction
of Keate's Love-Letters, » the beginning of which sums up the whole matter:
These are the letters which Endymion wrote
To one he loved in secret and apart ;
And now the brawlers of the auction mart,
Bargain and bid for each blotted note.
The letter from Whistler to Wilde restore us a little. Seeing his friend in Chelsea
wearing a coat « befrogged and wonderfully befurred, » Whistler wrote, « How dare you ?
What means this unseemly carnival in Chelsea ? Restore those things to Nathan, and never
ENGLISH COURIER 191
let me see you again masquerading the streets in the combined character of a degraded Kos-
suth and Mr. IMantaHni ».
« Valuable Mss. Lord Chesterfield's rare experience in recovering an item of his collec-
tion which had been disposed of below its value also befell Lord Ashburnham, who at one
time possessed the most valuable collection of manuscripts in England. Wishing to dispose
of a portion of his collection, he entered into negotiations with the British Museum. The
authorities considered £7,000 too high a price for the batch of manuscripts offered them, aud
Lord Ashburnham then found a foreign purchaser for £8,000. A few years later he received
the same batch of manuscripts back in exchange ; and at the sale of the Ashburnham manu-
scripts in 18S7 the British Government paid £45,000 for the batch, which they could at one
time bave purchased for less than a sixth of that sum. It vvas -a case of the Sibylline leaves
over again ».
A Valuable Dickens Ms. Mr. H. F. Dickens, K. C, tells an interesting story concer-
ning the originai manuscripts of his father's famous « Carol. » The novelist presented the
MS. to Thomas Milton, an old schoolfellow. In 1875 Mr. Milton sold it to Mr. Francis Har-
vey, a bookseller, for £50. Then it passed into the hands of Mr. George Churchill, an enthu-
siastic autograph collector. Mr. Churchill treasured it until 1S82, when circumstances compel-
led him to part with it. After photographing every page of it, it was sold to Mr. Bennett,
a Birmingham bookseller and curio dealer, who eventually found a purchaser who readily signed
a cheque for £200 for it. Finally it was bought for £300 by Mr. Stuart M. Samuel, of Lon-
don, who is said to stili retain the precious document ».
Says the Manchester Guardian : Amongst a portion of the library of the late Sir Charles
Dilke, sold at Christie's on ]\Iay 9''' the originai edition of William Blake's « Songs of Inno-
cence, » with 27 coloured plates, described by Sir William Dilke as « the finest copy I ever
saw, » realised £250. A first edition of John Keats's « Endymion, » and a first edition con-
taining « Lamia, » « Isabella, » « The Ève of St. Agnes, » and other poems were knocked
down at £48 and £50 respectively. For a set of catalogues of the Royal Academy of Arts,
dating from 1769 to 1834, illustrated with originai drawings, autograph letters, and portraits,
£504 was paid.
TH.A.CKERAVANA AT THE British Museum . Thackeray occupies quite a modest place in the
catalogne of the British Museum reading-room. He is responsible for only 271 entries, as aga-
inst, 858 to the credit of Dickens, and the lion's share of 1,215 to that of Sir Walter Scott.
A further study of the Thackeray columns shows that the translations of his works number
between twenty and thirty. The earliest entry under his name does not relate to an essay in
literature. It refers to some satirical drawings which he executed for a Ballet by Theophile
Wagstafi". published in 1836. Thackeray as a writer does not come on the scene until five
years later. — (ÌVesiininsier Gazette).
Bibliofilia, of May-June, p. 95, gave some particulars of the famous Hoe Library. The
following is an additional list of some of the most important Books (Hoe Library) recently
sold in New York by the Anderson Auction Company : — the Gutenberg or Mazarin Bible, a ma-
gnificent copy printed on vellum — the Catholicon of Balbus de Janna [1470] — St. Augustine's
De Civitate Dei, on vellum, 1470 — the extremely rare Editiones Principes of Cicero, 1469,
and the Rhetorica, on vellum, 1470, Apuleius, 1469, Horace, 1470, Euclid, 1482, Homer, 2 vols.,
1488, and other important Incunabula from the German and Italian Presses — Hypnerotomachia
Poliphili, 1499, and other Fine Books with Woodcuts — Dame Berners Book of Saint Albans
(only two perfect copies recorded), i486 — Helyas, Knight of the Swanne (the only book known
to bave been printed on vellum by Wynkyn de Worde), 151 2 — Biblia Pauperum, a Block Book
[circa 1510] — a Collection of Printed Horae, between 1498 and 1521, no less than 14 of which
are printed on vellum, several being beautifully illuminated — Historical and other fine Bindings
192 ENGLISH COURIER
of the Fifteenth to the Eighteenth Centuries, including Books bound for Jean Grolier, Fran-
cis I., Henn,- III. of France, Queen EHsabeth, and other Kings and Queens of France, En-
gland, and Spain — Specimens of the Art of Nicolas and Clovis Ève, Le Gascon, Pa-
deloup, Derome, and Roger Payne, and examples from famous collections — many rare
books in EHzabethan and Jacobean Poetical and Dramatic Literature — a Remarkable Se-
ries of First Editions of Defoe, including the First Issue of Robinson Crusoe — the First
Edition of Gray's Elegy, 1751 — The Kilmarnock Burns, in the originai blue wrappers, uncut,
1786, and several IMS. Poems and Autograph Letters — Blake's Milton (only tuo other copies
known), 1804, a presentation Copy of the Poetical Sketches, 1783, Songs of Innocence and
Experience, 17S9-94, and the Marriage of Heaven and Hell [1790] — Keats's Endymion, First
Edition, with A.L.S. to Fanny Brawne, 1818 — First Editions of English Poets and Novelists
of the Nineteenth Century — Books with Coloured Plates — Early Americana, including Vo-
yage de Samuel Champlain, First Issue [1603], Hakluyt's Virginia, richly valued, 1609, Hamor's
True Discourse of Virginia, 1615, Hubbard's New-England, with the map, 1637, Gorge's America
Painted to the Live, 1659, and Denton's Brief Description of New York, First Edition, uncut,
1670 — French Illustrated Books of the Eighteenth Century-, in contemporan.- bindings — The
Writings of the Modem French Authors, many being special editions, or with Originai Dra-
vvings inserted, aud sumptuously bound, the whole being in the finest condition.
Mess^ Sotheby, Wilkinson and Hodge, London, bave, amongst others, sold the following
Collections : the First and second portions of the extensive and valuable Library of the late
Charles Butler.Esq., of Warren Wood, Hatfield, and 3, Connaught-Place, \V., comprising many
fine illuminated and important Historical Manuscripts — Editiones Principes and First and
Early Productions of the English — and Continental Presses — Books with the Earliest
Specimens of the Engraver's Art — Eighteenth-Centurj- French illustrated Books — rare
Works of Shakespeare and his Contemporaries, as well as the later English Writers —
superb Copies of the Greek and Latin Classics — Productions of the Aldine and Elzevir
Presses. Important editions of Dante, Boccaccio and Chaucer. — Also : Classical, Histo-
rical, Topographical, Genealogical, and other Manuscripts and Autograph Letters of the late
Sir Thomas Philipps, Bart. F. R. S., &c., of Middle Hill, Worcestershire, and Thirlestaine
House, Cheltenham, including nearly two hundred Volumes on Vellum, dating from the Ninth
Centur)-, relating to England, Germany, France, Italy, Switzerland, &c., comprising Early
Chronicles, including Cronicon de Melsa, Dudo de S. Quentin, St. Denis, Konigshòfen, Wm.
of Malmesbury, St. Neot — the Cartularies of Ford, Glastonburj-, York, &c., Abbeys — Royal
Household Books and Accounts — Historical Correspondence of Sir Julius Caesar, the Due de
Guise, Duke of Ormonde, Sir \V. Petty, &c. — Originai Treaties between England and
Flanders — Historical and Genealogical Works, including Sir W. Dugdale's Papers —
Early Poetry by Behaim, Lydgate, Oddisworth, Jacopone di Todi, Petrarch, &c. — the
unique MS. of Bp. Pocock's Reule of Cristen Religioun — Classical, Ecclesiastical, Medicai,
and Legai Works, including Lucretius, Ovid, Virgil, Hildegard, S. Pancratius, Mayerne — Celtic
Manuscripts and Works on Ireland — with many important Early Manuscripts relating to the
History and Literature of Germany. A prominent feature of the Collection is the unique and
very fine Cartulari' of the Benedictine Monastery of S. Marry's York, which was founded in the
reign of William the Conqueror, Early Italian Woodcut Books — County Histories and English
illustrated Works — Bibliographical Works, &c., mostly in fine bindings, selected from the
most famous Libraries dispersed during the last 50 years ;
And : \'aluable Books and Manuscripts, comprising a further selection from the Library
of the late Sir John Evans, K.C.B., F.R.S. (deceased), late of Nash Mills, Hemel Hempsted,
Herts., late President of the Society of Antiquaries, London, and Trustee of the British Museum,
including important Works on Archaeolog>', &c., the Property of S. R. Crockett, Esq., Torwood,
Peebles, N. B., including The Alpine Journal ; Arabian Nights, translated by Sir R. Burton ;
Collections of the Writings of Jane Austen, The Bronté Sisters, J. Fenimore Cooper, Charles
ENGLISH COURIER 193
Dickens, Washington Irving, G. P. R. James, Charles Kingsley, W. M. Thackeray, Horace,
Walpole. &c. ; Sir W. Fraser's Scottish Family Histories ; Americana ; Chronicles of Froissart,
Grafton, Holinshed, &c. ; Purchas' Pilgrims 5 vols. ; Gould's Birds of Great Britain ; the First
Folio Shakespeare, &c. ; a Manuscript written by Nicolas Jarry ; the originai Manuscript Do-
cument establishing the English Army, 1660, the Property of Edward Almack, Esq. F.S.A. ;
and other Properties, including Illuminated Horìe and other Manuscripts on vellum ; Books in
Armorial Bindings; John Bunyan's Copy of Foxe's Book of Martyrs, Walton and Cotton's Com-
plete Angler, First Editions, 1653-76 ; Important Manuscripts relating to the Armada and King
Henry VII., &c. The Magnificent CoUection of Autograph Letters and Historical Documents,
forming part of the famous Huth Library, founded by the late Henry Huth, Esq., and main-
tained and augmented by his son, the lale A. H. Huth. Books and Manuscripts, comprising
the Library of the late Thomas Hartwell Mayhew, Esq. (23, Limes-grove, Levvisham), and other
Properties, including a valuable CoUection of XVIP^ Century Tracts and Pamphlets relating to
the Rebellion and Civil Wars of the Reign of Charles L, &c.. with an interesting CoUection of
Civil War Newspapers : First Editions of the Writings of George Meredith ; publications of the
Kelmscott, Vale, and Essex House Presses, including the Works of Chaucer ; the Works of
Oscar Wilde, Andrew Lang, William Morris, Rossetti, John Ruskin, Thackeray, and Swinburne !
scarce Poetica! Works, Biography and Topography, Japanese Works, English Classics, IIlu-
strated Books, &c.
Huth Collection Sale (from The Daily Mail, June 15, 191 1). The sale of the Huth collec-
tion of autographs was continued at Mess^ Sotheby's rooms on June 13*** over £7,000 being reali-
sed during the afternoon. The chief lot was a letter written by Mary Queen of Scots, while
in captivity, which fell at the remarkable price of £1,025. The letter was acqui red by the late
collector for two guineas(!) and ten per cent commission. Another item was a letter written by
Katharine of Arragon, Queen of Henry Vili from Buckden, February 8"' 1534, to her nephew,
the Emperor Charles V. It relates to the subject of her divorce, and entreats the Emperor,
as the only friend she has in the world, to aid her to obtain justice.
She closes the appeal with the words : — I was almost determined not to trouble your
Majesty any more with my letters, but entrust the declaration of my justice to God, and ac-
cept this as a remedy for my troubles and a consolation for my life. Yet it seemed to me as if
especially when I see that the sin wherein the King my Lord charges me with, it were to bring
about other sins every hour as it would appear from the attempt they have lately made, without
fear of God and to the great scandal of ali Christendom, against the Holy See.
After spirited bidding the letter, which Mr. Huth bought for £26 was knocked down
at £800.
A letter by another of Henry VIII's wives Katharine Parr, to her brother. Lord Parr,
had reference to her marriage to the king.
She observed that: It hathe pleased his Highness to take me of ali others most unworthie
to his wief, whiche is as of reason, it ought to be the greatest joye and confort that could
happen to me in this World.
This realised £175, the price originally paid by Mr. Huth being £27, Other notable
items which showed remarkable increases in vaine were the following :
Price Paid Price of the Day
Kent's 3 page letter £ 6-0-0 450
Lamb's MSS « Grace before meal » » 5-2-6 455
Mary Tudor i page letter » 81 520
Raleigh (Sir W.) i page letter » 84-0-0 770
Shelley 3 page letter » 6-12-0 425
Shelley 3 page letter » 7 §5
Washington 3 Y2 P^ge letter » 15 *■.... 71
194 ENGLISH COURIER
The two days sale realised £23,000 which showed a profit to the originai collector of
over £10,000. The 245 lots cost about £2,000. No lot, however cost over £100.
« AuTOGRAPH Profits » (from TAe Daily Mail, June ló^h (11). £1,015 for Henry Fielding's
Signature.
The remarkable sum of £1,015 was paid at Mess^ Sotheby's Rooms on June i3tf> for
Fielding's autograph receipt. £600 paid him for the copyright of his masterpiece « Tom
Jones » together vvith the originai agreement for writing the hook signed by him. These two
documents formed part of the fine collection of autograph letters and documents gathered by
the late Mr. Henry Huth, for which Mess^ Sotheran purchased in 1868 for 12 guineas. Many
other remarkable increases in value occurred during the afternoon, the 123 lots sold producing
about £6000.
The total amount paid for the whole collection (245 lots) the remainder of which is
being sold to-day, was a little over £2,000, and in no case did a single iletter or document
cost aver £100. On June 14*^ not fewer than 15 items attained the dignity of 3 figures, and
on 30 items a profit of no less then, £3,270 was shown. The following were among the most
notable increases :
l'rice Paid Price of the Day
Beethoven's 9 Page Autograph score £ ii-o-o £ 205
Burns' Authograph MS., The Jolly Beggars » 12-0-0 » 490
Charles i l'o page letter » 14-15-0 ....,» 66
Defoe I page letter » ii-ii-o » 295
Drydens i page letter » 37-10-0 » 200
Edward IV i page letter » 31-10-0 » 130
Elizabeth 3 page letter » 75-0-0 » 365
Fielding receipt and agreement » 12- 12-0 » 1,015
Goldsmith » 37-100 » 280
The Burn's MS, which consisted of 88 lines aroused a spirited contest finally falling to
Mr. G. B. Smith of New York
The Manchester Guardian of June 6"' had the following article : Sale of [Autographs.
Byron's Contempt for the « Lake School of Poets ». Good prices w^ere realised for miscella-
neous autographs recently sold at Messrs. Sotheby's in London. For a letter on two pages
written by George Washington from Mount Vernon on May 25, 1786, and relating to the en-
couragement of American agriculture, Mr. Brentano gave £65. The sum of £45 w^as paid by
Mr. Pearson for a three-page letter from Frederick IL, King of Prussia, written in 1734, when
he was fighting as a Royal prince under Eugene in the short war between Austria and France.
Mr. Pearson gave £26 for an apparently unpublished Byron letter on si.x pages, sent to
Octavius Gilchrist from Ravenna on September 5, 1821, and containing the following poetical
criticism :
It is a great error to suppose the present a high age of English poetry — it is equiva-
lent to the age of Statius and Silius Italicus.
These poor idiots of the Lakes, too, are diluting our literature as much as they can,
in short, ali of us . . . . (except Campbell and Rogers) bave much to answer for.
Mr. Major gave £18 for a three and a half page letter from Nelson, written off Lagos,
May IO, 1805, when he was just off to the West Indies in pursuit of the enemy's fleet, which
had made good its escape, and saying:
The disappointment has worn me to a skeleton, and I ani in good truth very, very
far from well, and a West India trip is not . . . best suited to my taste, but under the present
circumstances who would giva up the voyage ?
The sum of £90 was paid by Mr. Pearson for a collection of about a hundred letters
in Lafayette's band, some of them dealing wirh his earliest intrigues in the Revolution. The
same period was brought to mind by drafts in Benjamin Franklin 's writing addressed to the
ENGLISH COURIER 195
Governor of New York Slate and the Delegates of Pennsylvania in Congress, September 22,
1787, recommending means to apprehend persons responsible for disorder. on the boundaries of
the States. For these Mr. Sabin paid £18. ics. Another single letter from the same -writer
reached £15. ics. (Mr. Maggs). Three pages written by Louis XIV. to Charles II. of En-
gland (May 7, 1678), brought £17. los, (Mr. Pearson) : and for a letter to Napoleon from his
brother-in-law, Joachim Murat, dated May 20, 1808, and containing a denial that he had in-
fluenced the council of Castille in favour of the King of Naples, Joseph Bonaparte — « my
views are absolutely pure and disinterested (towards you). I hope that the new king
has been appointed. » — Mr. Charavay paid £22.
An interesting musical autograph was a threepage letter in Italian from Haydn to Mme.
Polzell, a singer at the theatre of Piacenza, written from London, January 14, 1792 during his
first visit to England, and speaking of his reception. Mr. Pearson went up to £49 for this
document.
The total of the sale was £908.
.^
A leading article from the same important Daily is bere reproduced in its entirety as
we consider it of special merit and interest. The Novello Centenary. The « Musical Times » for
June presents a Novello Centenary Supplement. The Novello firm has been throughout
the last century so far representative in the publication of English choral music that this hi-
storj' of its activities reads like a complete history of the subject. It is not generally known
that we in England enjoy peculiar privilege in the cheapness of our choral music. The cheap-
ness of instrumentai music and songs in German editions keeps us from suspecting that their
part-songs and other choir music is even now mudi dearer than ours. This advantage we ovve
largely to the past enterprise of the Novello family. The first representative of the family
in this work was Vincent Novello, the « good Catholic friend, Nov. — » lauded in Lamb's
« Chapter on Ears. » He began his musical life as a choir-boy at the Chapel of the Spanish
Embassy, under Samuel Vebbe, the greatest of the English glee-writers. In those days en-
thusiasm meant perforce the collection of manuscripts, and young Novello soon had a store.
Use was probably the object of his earliest publications, for the first of them, « A Collection
of Sacred Music, » in two folio volumes, dated May, iSii, he was forced to bave engraved
at his own expense because no other publisher would take the risk. Easy Masses, and those of
Havdn and Mozart, followed, and five volumes of Italian pieces from the Fitzwilliam Manu-
scripts. « Purcell's Sacred Music. » « Croft's Anthems, » « Greene's Anthems, » and « Boyce's
Cathedral Music » were solid contributions to English church music, and they did away with
the general necessity for manuscript copies in cathedral choirs.
« Boyce's Cathedral Music » is dated 1842. In 1S41 there began to spring up a new
type of singing class, chiefly under John Hullah and Joseph Mainzer. In 1841 Mainzer,
began to issue a small sheet, the « National Singing-class Circular, » and in 1842 « Mainzer's
Musical Times and Singing-Class Circular, » which was turned over to Novello, the printer, in
1844 and became the « Musical Times. » The inclusion of a piece of choral music in each
number laid the foundation for the cheap prices we enjoy in this class of music. There was
reform and philanthropy in the movement from the first, and the singing classes went band in
band with temperance reform. Mainzer settled In Manchester in 1847, and the surrounding
places proved a good field. The effort to reach the poorer classes is shown in the publication
of the popular oratorios in monthly parts. « St. Paul » was issued in twenty sixpenny parts.
In 1850 the son and successor of Vincent Novello petitioned Mr. Milner Gibson, the Chan-
cellor of the Exchequer, for the removal of the Excise tax on paper, the tax upon advertise-
ments, and the stamp tax on newspapers, which were vexatious hindrances to this popular
movement. Alfred Novello's services in this struggle afterwards brought the suggestion of
a knighthood from Mr. Gibson, but the compliment was declined. The association of music
with philanthropic objects has not always strengthened music, and a tendency to Tupperise
196 ENGLISH COURIER
vocal music remains with us to this daj'. It has been not less marked in connection with the
tonic sol-fa movement, which has eventually ousted the system of Hullah and Maixzer trough
its higher theoretical qualities. Spencer Curwen was the elaborator of this system, and he
also issued a magazine, the « Tonic Sol-fa Reporter, » in connection with it. This system is
largely adopted in Novello's « School Music Review, » which is now doing much towards
raising the standard of music teaching in schools, a field in which there is stili much work to
be done. In 1S94, when the « Musical Times » commemorated its jubilee, Mr. Gladstone,
in a congratulator\- letter to the Novello fimi, wrote : « Your firm is inseparably associated
« in my mind with the introduction of cheap (instead of frightfully dear) music into this country,
« and therefore with the remarkable extension of musical taste, knowledge, and practice among
« the people of this country- during the last half-century. » It is no more than just to extend
his praise now over the complete century since Vincent Novello began his labours.
^^
The Soul of a Citv. Mr. Muirhead Bone's « Glasgow, Fifty Drawings, » has recently
been published by Messrs. MacLehose. « The hook is a great piece of patriotism — a gift of
loving and understanding interpretation made to Glasgow by one of her greatest living sons,
who is also perhaps the most remarkable draughtsman in Britain of our day. Mr. Bone has
seized that immanent and impalpable thing the soul of a city, and through imagination, insight
and a technical power of expression well-nigh unmatched has made it a shining, living thing,
apprehensible by ali of us. His grasp embraces ali its aspects. Glasgow is not merely a pa-
geant of docks and shipping and populous streets busy with hurrying streams of traffic, but a
place of secluded and deserted squares and terraces that are like a city of the dead. Look
at his drawing of « St. Vincent-street Looking South » ; ali the emptiness and desolation of
a residential neighbourhood off the highways of traffic are in it ; the one figure entering a
four-wheeler seems, as he would in life, charged with some strange and important destiny that
should bring him out in a place so remote and stili. There is another study of the sanie
Street looking west and one of Douglas-street, both with shining, soaking pavements and dark,
rain-sodden skies that are of the very essence of the town. Mr. Bone, though he pays his
due respect to the older monuments that are the traditional matter of draughtsmanship, tackles
the new as joyfully as the old. His zest and gusto for life and the stones that shelter and
surround it are inexhaustible. Buchanan-Street, the railway stations, the flare and busyness of
rail-layers on the tramway lines by night, Street markets and shipping and scaffolding — ali
come his way, and each is invested with its special dramatic and artistic quality. Even that
great rock of offence in Glasgow architecture, the University, finds itself transformed into so-
mething beautiful — its tower seen in the distance hanging in the sky or gleaming palely
through a window at night behind a seated figure. Times are changed now, and the old Scot-
land with its bare ridged fields and windy airs has given place to the new, where smoulde-
ring slag-heaps join town to town under black and murky skies. Mr. Bone has seen this too,
and noted it, as his « St. RoUox » bears witness. It is a wonderful hook ». (Manchester Guardian).
On The Sale of Cheap Reprints, the 3Iaiuhester Guardian has the following: There
are one or two interesting points in a discussion by « The Bookseller » of the congestion in
stocks of books consequent upon the rapid succession of cheap reprints. These « popular
libraries » are said to necessitate Constant modifications of shelves and spaces in the shops,
but they cannot be disregarded even by the large and fashionable booksellers. « That the
« cheap hook is bringing back a semblance of life to the smaller country shops may be ad-
mitted, » and perhaps it may be admitted, too, that the multiplication of centres of literary
interest is a good thing. Possibly « the cheap literature of to-day is preparing the book-lovers
of to-morrow » ; those who now care for little beyond the book's message may presently de-
ENGLISH COURIER i97
velop the specialist's love for forni and associations. It seems to be the curious experience of
booksellers that while a series of popular books is in process of issue the demand for it con-
tinues, but that the completion of the series reduces the sales at once ; « in each case the
« closing of the list has had the immediate effect of deadening the stock. » Of course in these
series some books go far better than others, and it is difficult to represent them adequately
without the danger of acquiring bad stock. On this point a practical suggestion is made, and,
though booksellers are loth to adopt the system that is sometimes described in Manchester as
taking goods « on appro, (approvai) » there seems to be something in it. As the « slow-sellers »
not only take up space, but do so to the exclusion of books that would sell, and as « this condi-
tion of unhealthy circulation has killed many a good series, » it is proposed that the book-
seller should be permitted to exchange the books that do not sell for others of the same se-
ries and at the sanie price. Obviously a publisher will not like to receive a lot of « returns, »
especially if the various booksellers are alike in failing to sell particular books, but even this
inconvenience and disadvantage niay be preferred to the prevention of a free circulation.
Says the Editor of « Books and Booknien {Manch. Giiard.) « A correspondent sends us
a note with so niuch of the gusto of the book-hunter in it that only exigencies of space pre-
vent US from printing it in full. He deals with second-hand hook buying in small country tovvns,
and points out that, whereas in great centres the booksellers knovv values so well that they do
not sell books at less than the maximum price, in the country, on the other band, auctioneers
who price an ox at a glance assess ali books on the scale of waste paper. « The furniture
sales at term-time, » he says, « are the book-hunter's great opportunity. In one corner he
finds, perhaps, loo volumes (once it was a heap weighing half a ton) ; he selects a bundle
— if they are not already tied up into curiously indiscriminate « lots, » — and when the hou-
sehold goods are ali cleared off and the attendance decimated he makes his modest bids against
a pavvnbroker or a marine store dealer. He has no competition from the second-hand book-
sellers of big towns 30 to 100 miles distant, and as long as he keeps clear of modem fiction,
which sells at an astonishingly high rate on such occasions, he is assured of bargains. » Here
is one of our correspondent's « lots. » It included Hayley's « Life and Letters » of Covvper
and the Poems, seven vols., 1812 ; « Peter's Letters to his Kinsfolk, » four vols, 1819: James
Hogg's « Queen Hinde, » « Life and Letters of Lady Russell, » 181 9 : Knickerbocker's « Hi-
story of New York, » Hammond's Controversial Tracts, 1644 ; and Laurence Echard's « History
of England » (folio), This « lot » went for four shillings ! « But, » says our correspondent,
« the biggest bargain of ali was Swift's Works, edited by Scott, 1824, I9 volumes, in capital
condition, for 2s. 6d. the lot! Why, it is worth the money alone to discover Swift's theory of
how the Irish Protestant bishops were appointed. » There is nothing in those purchases which,
perhaps, would give Mr. Quaritch a sense of lost opportunity, but they are stonishing results,
and show that a resident in the country has no reason to envy those who can raid the London
bookstalls at will ».
Several very beautifully bound editions of the Prayer-book, which include the Coronation
Service, were issued early in June to meet the occasion. That published by the Oxford Uni-
versity Press is dedicated to the King by special permission, It is specially printed from new
type, in red and black, and is issued in various bindings. A pleasing one is that in purple and
gold, with a design by Mr. Cyril Davenport, Superintendent of Bookbinding at the British Mu-
seum. The prices vary, according to binding, from half a guinea to a guinea. The Prayer-book
published by Messrs. Eyre and Spottiswoode contains, among other appropriate features, the
words and score of the Coronation anthem composed by Sir Frederick Bridges. It is bound in
purple, gold, and scarlet, and is of useful bulk.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5°-6» 25
igS EXGLISH COURIER
We take the following from « Aìnicitia » (the organ of « The International Brotherhood »)
so ably edited by l'Ir. H. H. Bellhouse :
« Toiis les Chefs-d'ceuvredelaLittératuyefranqaise. is. per vohime net. This series is now
being issued as a companion to that of Everynnan. It will consist when complete of loo vo-
lumes, and is being issued at the rate of five in each month. The May instalment consisted
of « La Chanson de Roland, » « Le Pére Goriot» (Balzac), « Deux Vies parallèles » (Amyot),
a volume of Rabelais and one of Voltaire.
Messrs. Dent are to be congratulated on their excellent series, which is unsurpassed for
value to students of French literature. A perusal of the list indicates how admirable is the se-
lection. The works of each author are accompanied by a biographical and criticai notice, and
such notes as are strictly necessar}-. Explanations of words in the old French text, which re-
quire glossing, are inserted in brackets in French and in different type after the words them-
selves, whereby the waste of time and fatigue of continuai reference to a general glossar}' will
be avoided. Printed in good, clear type and strongly bound in cloth; the volumes are light
and handy, and pleasing in appearance ».
We give bere an extract of an article by A. V. which appeared in the London Antiquary :
« Dr. Mariano Desideri, an Italian scholar, has published a MS. formerly belonging to the
noble family of Roccabianca di Ripatransone, giving an account of the coronation of Charles IL,
written by an Italian eye-witness. The description given is the more interesting from an hi-
storical point of view as the year r66r saw tiie restoration of the Monarchy in England. In
view of the recent coronation, it may be of interest to give some account of the MS., which
bas been ably edited by Prof. Desideri, of the Liceo Regio, Tivoli. The descriptions of
the coronation forms part of a larger MS., entitled « Itinerario, o sincero racconto del
viaggio fatto da me G. C. (i.e. Giuseppe Castelli), per l'Italia, Francia, Spagna, Olanda,
Inghilterra, Fiandra e Germania ». The author begins his account of the coronation with an
invective against Cromwell. « I will not », he says, « renew the memory of the most
strange and frightful tragedy that the world has ever seen. » « It pleased God, » he quaintly
continues « to relieve mankind of the Protector, and Charles, aided by General Monk and the
Royalists, carne to the throne. » The public entry into London took place on Monday
Aprii 22"d, i66r, the day preceding St. George's day. The cortège extended over three miles.
The author minutely describes four triumphal arches that had been erected, representing Abun-
dance, Concord, Joy, and the Restoration of the monarchy. AH along the route the buildings
were lavishly decorated with magnifìcent carpets and costly tapestr>\ At seven on the mor-
ning of Aprii 22"^ the King, accompanied by his suite, went to the Tower of London, where
ali who were to take part in the pageant had assembled. Castelli gives a minute description
of the procession. First came a drum, followed by trumpeters and the Duke of York's Guards
on horseback ; then came forty outriders, clad in red tunics, with silvers lace. The esquires
of the Knight of the Bath were followed by representatives of the Court of Chancer>- the Masters
of the Ceremonies, cup bearers, shield bearers, and others. The seventy Knights of the Bath,
in their robes, were followed by the judges and the Earl Marshal. Then a drum, twelve trum-
peters, the mace-bearer, sergeant, and trumpeter, ali superbly attired. Next came the several orders
of the nobility, followed by many heralds, with cassock of blue velvet and embroidered lace,
hearing the Royal Arms. The Lord Chancellor and mace-bearers were followed by other judges.
After the Lord High Treasurer came representatives of the Dukedoms of Normandy and of
Aquitaine. These were immediately followed by the Duke of York, with ten pages and twenty
footmen in splendid uniforms. Then came the Constable of England, with twelve mace-bearers,
and the Lord High Chamberlain. Finally appeared His Majesty, clad in the Royal robes em-
ENGLTSH COURIER 199
broidered with gold lace, riding a vvhite borse sumptuously caparisoned. His Majesty was sur-
rounded by a bodyguard of noblemen and gentlemen, ali splendidly attired. Then carne
General Monk dressed m a siiperb uniform ; then the Captain of Halberdiers, with halberd.
The soldiers, Castelli notes, had a uniform like the Germans. A drum and four trumpeters
carne later, followed by the Royal Guards on horseback. These numbered 250, and carried
carbines in their hands. A volunteer guard of gentlemen on horseback was headed by the
Lieutenant of the Tower of London. In this order the cavalcade, numbering 1,500, went to
the royal palace. The following day, Aprii 23''d, being the feast of St. George, His Majesty
went by water to the neighbouring Church of St. Peter, whither he was escorted by the no-
blemen and barons who were present on the preceding day. The barons, earls, marquises,
and dukes headed the procession. Then followed three carrying swords, symbolizing Justice,
Fortitude, and Mercy, the last blunted as a sign of mercy. Next carne the Chancellor, the
Constable, the Chamberlain, the Duke of York, General Monk, with the crown in his band,
and the Duke of Buckingham with a silver globe, symbolizing the world, On entering the
Church the King sat on chair near the throne, which was placed in the centre under the
dome. After many hymns had been sung, the King arose and took his seat near the aitar,
and listened to a long sermon preached by a Bishop. This ended, the Chancellor marched
round the three sides of the church, asking in a large voice ali the dukes, marquises, earls,
knights, and barons, assembled if they wished to bave Charles II. as their King. To which ali
answered: Yes, yes ! Long live the King! This done the King sat on the chair that had be-
longed to St. Edward, and was invested with his regal robes. The ceremony of anointing was
performed by William Juxon, Archbishop of Canterbury, the same that had ministered to the
King's father on the scaffbld. Then two sceptres, one of which was said to be St. Edward's,
were placed in the King's band. He was then crowned with a magnificently jewelled crown.
The King now for the first time assumed a position on the royal throne in view of the people,
The Duke of York and ali the other noblemen advanced to swear allegiance to the new King.
Whilst the oath was being administered the Chancellor proclaimed on ali sides the coronation
of the King, exhorting, ali to show their fealty, and proniising that on doing so they would
find him a loving prince and father. Whilst this proclamation was being made, gold and Sil-
ver coins were thrown among those assembled. The ceremony ended, His Majesty went to the
Great Hall of Parliament where that morning he banqueted under a superb canopy, with the
Duke of York and, at other tables, ali the nobility and members of Parliament who were pre-
sent. We give in full Castelli's narrative of the following interesting episode :
Half way through the banquet there appeared in the hall a knight in full armour, with
an esquire carrying his shield, followed by other persons. Having reached the table at which
the King was seated, he raised his vizor, and challenged anyone who did not consider legiti-
mate the coronation of the King. He declared that he was ready to maintain it, and to
give the He to anyone of diverse sentiment from his own. As a proof of this, the threw down
his giove on the floor as a challenge, and waited for some time to see if anyone moved. No
one having come forward to contradict him, he was honoured by the King with various viands
and a bowl of wine. The Knight, having humbly thanked His Majesty, forthwith withdrew.
The banquet ended the ceremonies. That same evening ali over the city bonfires were lighted
as a sign of public rejoicing. « These loyat .demonstrations of joy » our author concludes,
« proved the universal jubilation over the restoration of the rightful King to his father's throne ».
A. Valgimigli.
HUGUES VAGANAY
Les Romans de chevalerie italiens d'inspiration ^spagnole
ESSAI DE BIBLIOGRAPHIE
AIVIADIS DI GAULA
Voi. Vili e IX (Libro IX).
1550.
VHÌSTORIA DIl AMADIS DI GRECIA CA- 1| VALLIER DELL' AR-||
DENTE SPADA. || NVOVAMENTE DAL SPA- \ gnuolo nella lingua Italiana
tradotto. || [Fleuron] || [Grande marque de la Sibylle, avec devise: QUAL PIV
FERMO II È IL MIO FOGLIO || È IL MIO PRESAGIO.] \\ Co 7 Priuilegio del
sommo Pontefice Giulio III. & || dell Illustrissimo Se?iato Veìieto per anni XX.
Bibliotheca regia Monacensis. P. O. hisp. 100 (relié en 2 volumes, peaii de
truie estampée à froid avec fermoirs en cuir.) — Melzi, n.** 769 (ne l'a pas vu,
mais le signale d'après le Catalogne Pinelli et Crofts).
In-8 de 12 ffnc," 205 fF., i f. blanc. — 344 fF.
E. [A j]. — Titre. — v", blanc.
F. A ij. IVLIVS PAPA III. Il MOTV PROPRIO &.... [Privilège general
donne à IMichael Tramezinus pour « diverse opere Latine, & Italica: ipsa Italica
tam ex latino, & hispanico idiomate translata, quam Italica,... »].
F. A iij v", 1549. die. 75 Odobris in Cons. Rogatorum. [Privilège special à
Amadis de Grece, signé Aloysius de Garzonibus Due. Not.].
E. A iiij. ALL' ILLVSTRIS- || SIMO ET ECCELLENTISSI- || mo Signor,
il Signor doìi Alfonso da Este || Prencipe di Ferrara.
Commune parere è Illustrissimo & Eccellentissimo Signor mio di tutti i
sani, che la Caualleria egregiamente essercitata, sia il più degno & honorato grado,
che la fortuna possa dar à mortali ; per ciò che quella è il mantenimento de gli
Stati, conseruatione della pace, & un singoiar' esercitio di uirtù, nel quale l'huomo
può scoprire quanto di ualore, e di gentilezza s'annida nel cuor suo, come s' è
ueduto ne l'età uecchia, & hora più chiaramente nella nostra in molti famosi
Cauallieri, ma spetialmente nella Eccellentia uostra, la quale ne gli anni teneri
già buona pezza manda in luce quei frutti, che la buona speranza con chia-
rissimi inditij sin da le fascie prometteua : la onde uedendosi tanti alti principi]
di quella uirtù, da tutti meritamente commendata, ogn' uno reuerisce & honoran
quel raggio che da non matura forza per tutto lampeggia di maniera, che con
la sua luce ha già superato ogni inuidia ; & io parimente da tanto splendore
desto, e poi dal Signor Bartholomeo Sala, che per la seruitù, la qual deue à
*) Conlinuation : v. La Bibliofilia, voi. XHI, pag. 124.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 201
quella, tien conto minutamente d' ogni sua uirtù, e la predica di continuo, rag-
guagliatone, à pieno : mi ho posto in cuore, che hauendo fatto tradurre di fre-
sco ne r idioma Italiano . Amadis di Grecia, libro auanti ad ogni altro che sia
mai uenuto in luce, in ragionar della Caualleria più egregio, non potesse, ad
altro Caualliero di nostra età, che meglio con fatti esprimesse la uirtù militare,
intitolarlo à nostra Eccellentia ; essendo più che certo, che mi riuscirà prima
quel, che tanto ho bramato, di esser dico di tanta uirtu seruitore, e poi che
l'opera istessa sotto il lampeggiante fauore di quella n' andara tanto sicura, quanto
il famoso nome suo batte le ueloci ali per ogni paese ; dirò anchora che uostra
Eccellentia leggendo la rara uirtu Caualleresca de' passati s' inanimerà più ad
essercitare tutto quel ualore e cortesi maniere, che uedra tanto singolarmente
nell'altrui uita espresse, rauuedendosi di haver già senza leggerne, da natia in-
clinatione mosso, tanto operato nella Caualleria, che ne ^prende l'età nostra stu-
pore & allegrezza, sperando pur di ueder rinuerdire quell'antica militia, che solo
à giouare altamente à gli oppressi studiaua, il che ha tanto essaltato la Caual-
leria,, che ogni ingegno «It età la predica, e commenda. Appresento adunque à
uostra Eccellentia questo picciol dono, con ferma speranza, che non potrà la pic-
ciola mia fortuna contra porsi eh' io non rimanga Servitore di quella, il che mi
recherò à somma gloria, e goderommi della benigna accoglienza che farà Vostra
Eccellentia à quest'opera, poi che non posso con maggiore occasione appresen-
tarmi à piedi di quella, laquale Iddio conserui felice.
D. V. Eccellentia humilissimo & affettionatissimo Seruitore, Michele Tra-
mezzino.
F. [A vj] TAVOLA DELLA PRIMA 1| parte di questa opera.
In qual modo il cauallier dell'Ardente spada da fanciullo capitasse in man
de' Mori, & da chi hebbe creanza. Cap. I.
Che essendo il Re ito à caccia fu da un Orso ferito & scampato dal fan-
ciul dell'Ardente spada. Cap. IL
Che Maudeno disse al Re che la Reina haueua pratica d'amor co '1 caual-
lier dell'Ardente spada. Cap. III.
Che il Re Magadeno, «& Fulortino fur liberati dal cauallier dell'Ardente
spada, & che fu preso il Re di Tarso, & fu posto fine alla guerra. Cap. IIII.
Che '1 cauallier dell'Ardente spada fu proueduto di buone arme in una fo-
resta dal mago Alchifo. Cap. V.
Che '1 cauallier dell'Ardente spada capito alla montagna diffesa, & prese la
fortezza uincendo Fraudalo. Cap. VI.
Che '1 cauallier dell'Ardente spada fu uisitato dal Re di Hierusalem, & quel
che concertaron sopra la sua libertà. Cap. VII.
Quel che fecero Griceleria & Onoloria dopò che partorirono, & lor figliuoli
si perderono. Cap. Vili.
Che Lucenti© & Florindo si partiron nascosamente da Florisma, & Lucen-
ti© fu fatto caualliere. Cap. IX.
Che Lucenti© andò con la donzella di Grimarte, & uccise il cauallier che le
haueua t©lto 1' elmo. Cap. X.
Che r Imperator Splandian© uenne alla montagna diffesa, «S: combattè co' 1
cauallier dell'Ardente spada. Cap. XI.
HUGUES VAGANAY
Che i uenti Turchi uolsero uccidere Splandiano, & egli con l'aiuto di Fran-
dalo gli uccise. Cap. XII.
Che '1 cauallier dell'Ardente spada uinse il Re di Sicilia & andò poi con
esso lui. Cap. XIII.
Che il cauallier dell'Ardente spada col Re di Sicilia si persero in mare &
capitaron nella gran Bertagna. Cap. XIIII.
Che il Re Amadis seppe che quello era il cauallier che hauea presa la
montagna diffesa. Cap. XV.
Che '1 cauallier uinse Orizeno & Brauarte che uennero à prouarsi con lui.
Cap. XVI.
La battaglia che il cauallier dell'Ardente spada, & il Re hebbero con Fra-
dalone Ciclopo & suo figliuolo. Cap. XVII.
Che fu morta la Gigantessa, che fur liberate la Reina & la figliuola, l'amor
di lei e '1 cauallier dell'Ardente spada. Cap. XVIII.
La gran fortuna e' hebbero in mare, & una cosa marauigliosa molto che
uiddero. Cap. XIX.
Che il cauallier dell'Ardente spada guadagnò per forza d'arme l'Isola d'Ar-
gene. Cap. XX.
Che furon disencantati 1' Imperator di Trcbisonda, Lisuarte di Grecia, Pe-
rion di Gaula, & Òlorio. Cap. XXI.
Il modo che la Reina Zirfea tenne in incantar quei personaggi. Cap. XXII.
Quel che fra 1' Imperator di Trabisonda, & i cauallieri fu detto & fatto in-
nanzi che Assiana tornasse di caccia. Cap. XXIII.
Che un solo Caualliere combattè con sei innanzi il castello. Cap. XXIIII.
Chi era il cauallier dall'arme nere, & perche quiui capitasse. Cap. XXV.
Che r Infanta Assiana mandò per il cauallier dell' Ardente spada, & che ui
andò à medicarsi con Gradamarte. Cap. XXVI.
Che r Imperatore & gli altri andarono à desintir con l' Infanta Assiana.
Cap. XX VII.
Che la Gigantessa Alalfadea uenne a domandar aiuto al Re Amadis.
Cap. XXVIII.
Che dal cauallier dell'Ardente spada & Gradamarte fu soccorso il Re
Amadis. Cap. XXIX.
Che i duo cauallieri appartarono all' Isola della Torre Vermiglia, doue li-
beraron Galeotto, & Aladasima. Cap. XXX.
Che r Imperatore di Trabisonda & gli altri capitarono alla gran Bertagna,
che Perione combattè co '1 cauallier del passo, & si riconobbero padre, & figliuolo.
Cap. XXXL
Che iVlchifa portò nuoue alla Reina Oriana di Lisuarte & Perione.
Cap. XXXII.
Quel che fece il Re Amadis nella Ciclada maggiore, poi che fu guarito.
Cap. XXXIIL
Che il Re Amadis incontrò in mare la rcina Burucca & andò con esso lei
à liberarla della falsa accusa. Cap. XX XIIII.
Che il Re Amadis combattè con Maudeno & Azarucco suo cugino, & amen-
dui uinse. Cap. XXXV.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 203
Quel che intrauenne nella corte dell' Imperator di Roma. Cap. XXXVI.
Che il Duca di Bug^lione uccise à tradimento l' Imperatore Arquisillo &
Dinerpio suo figliuolo. Cap. XXXVII.
Che le Prencipesse Brisena & Sclariana furon prese da corsali. Cap. XXXVIII.
Che destatasi Brisena si trouò manco la figliuola, che fu liberata da Gan-
dalino, & dal Re Amadis. Cap. XXXIX.
Che i Prencipi che eran nella gran Bertagna si partiron per i lor Regni,
e '1 soccorso mandato al Re Amadis. Cap. XL.
Che al Cauallier dell'ardente spada auuenne una strana auuentura. Cap. XLI.
Chi fusse il cauallier e' haueua in mar combattuto col cauallier dell'ardente
spada, & perche andaua cosi. Cap. XLII.
Quel che Brimarte fece dopò questa uittoria in seruigio di Onoria Prencipessa
di Polonia. Cap. XLIII.
Che il cauallier dall'ardente spada lasciò Gradamarte & andò à cercare
Brimarte. Cap. XLIIII.
Quel che al Re di Sicilia auuenne, & che fu soccorso il Re Amadis nel
racquistar l' Imperio. Cap. XLV.
Che soprauenne il cauallier dell'Ardente spada à combattere con Brimarte.
Cap. XLVI.
Che '1 cauallier dell'ardente spada scrisse al Re Magadeno & che si mutò
il nome chiamandosi Amadis di Grecia. Cap. XLVII.
Che uinse il Re Amadis la battaglia e '1 Re di Francia fu morto da Ama-
dis di Grecia. Cap. XLVIII.
Che fu ubbedito per Re di Francia Alpartaccio, & i Francesi in fauor del
Re Amadis andaron contra l' Imperator Tiranno. Cap. XLIX.
Che fu data la battaglia, e '1 successo di essa. Cap. L.
Che furon abbrusciate le porte della città & gli Alemani morti. Cap. LI.
Chi furono quei che presero la città di Maguntio. Cap. ultimo [Lll].
Il fine della tauola della prima parte del libro di Amadis di Grecia.
F. [a viii v°], blanc.
F. b. TAVOLA DELLA SECONDA PAR I| te del libro di Amadis di Gre-
cia cauallier || deW ardente spada.
La giunta dell' Imperator di Trebisonda nel suo Imperio, «& che Zairo sol-
dan di Babilonia si innamorò in sogno della Prencipessa Onoloria. Cap. I.
Le grate accoglienze fatte all' Imperator & quei Prencipi dall' Imperatrice
& le figliuole. Cap. IL
Che Zairo mandò per saluocondotto allo Imperator di Trabisonda. Cap. III.
Le grate accoglienze fatte dall' Imperatore al Soldano & Abra. Cap. IIII.
Quel che fece Zairo gli otto primi giorni che la giostra mantenne, & la
lettra che mandò à Onoloria & la risposta. Cap. V.
Che il ualente cauallier Brimarte amatore capitò in Trabisonda & la bat-
taglia e' hebbe con Zairo. Cap. VI.
Che r Infante Abra scoperse à Lisuarte l'animo suo, & la risposta che le
diede. Cap. VII.
Che il Soldano Zairo, Abra & gli altri si fecero con inganno Christiani,
e '1 rumor che nacque nella corte. Cap. Vili.
204 HUGUES VAGANAY
Che r Imperator fece intendere à Lisuarte & Onoloria che desser campioni
che diffendesser in campo la causa loro, et chi accettò la battaglia per loro.
Cap. IX.
La battaglia fatta per difFesa di Onoloria & Lisuarte. Cap. X.
Che seppe Lisuarte chi era il caualliere che lo haueua liberato. Cap. XI.
Che il Re Amadis con Amadis di Grecia liberò da morte Brimarte, & pa-
cifìcogli insieme. Cap. XII.
Che Nichea mandò una lettra al cauallier dell'ardente spada. Cap. XIII.
Chi era questa Prencipessa Nichea, & perche, & come s' innamorasse del
cauallier dell'Ardente spada. Cap. XIIIL
Quel che pensò sopra questa lettra Amadis di Grecia & la risposta che
diede. Cap. XV.
Che andando Amadis di Grecia à Londra si incontrò co '1 Re Amadis, & il
Re Galaoro. Cap. XVJ.
Quel che adiuenne fra Amadis di Grecia «!fc la Prencipessa Lucela.
Cap. XVII.
Che Bussendo ritornò con la lettra alla Prencipessa Xichea. Cap. XVIII.
Quel che auuenne dopò la partita del nano. Cap. XIX.
Dell' incantamento che fece Zirfea Reina d'Argene sopra l'iimor d'Anasta-
rasso. Cap. XX,
L'essercito che si assembrò contra 1' Imperator di Trabisonda, Cap. XXL
Che partorì Onoloria, & quel che le auuenne dopò il parto. Cap. XXII.
Come fusse à caso 1' Imperator soccorso & morto Zairo. Cap. XXIII.
Che Lisuarte di Grecia sposò . Onoloria, & Perione Griceleria, & tutti tor-
naron in Trabisonda. Cap. XXIIII.
Che fussero i cauallieri che presero il nano & quel che al cauallier del-
l'ardente spada auuenne per liberarlo. Cap. XXV.
Che fu ucciso Aberuice, & liberata la Reina, & il sogno che sognò Amadis
di Grecia. Cap. XXVI.
Che incoronata Abra dell' Imperio di Babilonia hebbe in suo soccorso la
Reina Zaara che sfido Lisuarte. Cap, XXVII.
Che la Reina Liberna andò con Amadis di Grecia à ueder la gloria di
Nicchea. XXVIII.
Che la donzella di Abra presentò la lettra à Lisuarte di Grecia. Cap. XXIX.
Che andando Amadis di Grecia cercando il Mago si incontrò un scudiero
che portaua 1' imagini. Cap. XXX.
Quel che ad Amadis auuenne all' Isola dishabitata. Cap. XXXI.
Che Amadis di Grecia andò à l' Isola della Lizza per liberar Bussendo, &
che uccise la bestia serpentaria. Cap. XXXII.
Che Bussendo narrò ad Amadis di Grecia quel che gli era auuenuto & gli
diede la lettra dì Nicchea. Cap. XXXIII.
Che la Reina Zaara con l' Imperatrice Abra uenne alla corte di Trabisonda
& che fu deputato il giorno della battaglia con Lisuarte. Cap. XXXIIII.
Che la Prencipessa Onoloria scoperse à Lisuarte che pensaua che '1 cauallier
dell'ardente spada fosse suo figliuolo. Cap, XXXV.
La battaglia che fece Lisuarte con la Reina Zaara. Cap. XXXVI.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 205
Che Leofano, & Malfadea uennero alla corte di Trabisonda, & la uenuta di
una donzella strana. Cap. XXXVII.
Che Amadis di Grecia iienne alla corte con la donzella di Abra.
Cap. XXXVIII.
Che fu disfidato Lisuarte & fur signalate l'arme e '1 campo. Cap. XXXIX.
Che fu la Reina Zaara assoluta da Lisuarte di quel che gli haueua promesso
nella battaglia. Cap. XL.
La gran battaglia fra Amadis di Grecia & Lisuarte & in qual modo si
riconoscessero. Cap. XLI.
Che r Imperatrice Sclariana fu sposata à don Florestano di Sardegna.
Cap. XLII.
Che Amadis di Grecia uisitò Abra, & la persuase à pacificarsi con Lisuarte,
& quel che ella rispose. Cap. XLIII.
Lo inganno che una donzella fece à Lisuarte & Amadis di Grecia alla corte.
Cap. XLIIII.
Che fu Lisuarte preso à tradimento con Amadis di Grecia & liberati dalla
Reina Zaara. Cap. XLV.
Le lettre che Abra & Lisuarte si mandarono di disfida. Cap, XLVI.
Quel che auuenne nella prona di castello. Cap. XLVIL
Quel che successe ad Abra nella pruoua del castello. Cap. XLVIIL
Che Amadis di Grecia si partì con la Prencipessa Lucida, «& il ragiona-
mento dell' Infanta Asiana. Cap. XLIX.
Che la Reina di Argene uenne per Vrganda & Alchifo per menargli à
ueder la gloria di Nicchea. Cap. L.
L'edificio mirabile che questi tre sani fecero nel castel dell'universo. Càp. LI.
Che portò la lettra Alchifa alla corte, & che Amadis di Grecia apportò nel
Regno di Saba. Cap. LII.
Che si persero in mare il Re Amadis l' Imperator Splandiano & gli altri
& prouaron la gloria di Nicchea. Cap. LUI.
Quel che auuenne al Re Amadis & il Re don Galaoro, Cap. LIIII.
Che il Re Amadis prouò la auuentùra della gloria di Nicchea laquale
disencantò con tutti gli altri. Cap. LV,
Che Amadis di Grecia uinse il Re dell' Isola Taprobana, & che maritò
Lucida à Gradamarte. Cap. LVI.
Il ragionamento fatto da x\bra à i sessanta Re perche la seguissero contra
Lisuarte di Grecia. Cap. LVII.
L'ordine che tenner Amadis di Grecia & Gradamarte nell' andar nell'Im-
perio di Nicchea. Cap. LVIII.
Che il Soldano ricercò d' amore Nereida, & la risposta che ella gli fece.
Cap. LIX.
Che Nereida andò à uisitar Nicchea & il ragionamento fatto fra loro. Cap. LX.
Che il Prencipe di Tracia hebbe nelle mani lo scudo di Mondon della
Lizza, & quel che fece. Cap. LXI.
Che '1 Prencipe di Tracia parlò à Nicchea. Cap. LXII.
Che Nereida salì la torre dell' Vniuerso doue uidde l'errore in che era posta
Nicchea. Cap. LXIII.
La Bibliofilia, anno XI H, dispensa ^^-d?^ ^°
2o6 . HUGUES VAGAXAY
Che Xereida uinse nella battaglia il Prencipe & 1' uccise & vinse Fulor-
tino. Gap. LXIIII.
Che Xereida andò à uisitar Xicchea, & se le manifestò. Cap. LXV.
Che Nereida andò à ueder Fulortino tS: si conobbero con molto piacere.
Cap. LXVI.
Che uenne alla corte del Soldano nuoua della guerra di Trabisonda, & che
Nereida andò in soccorso di Asiana. Cap. LXVII.
Che moriron 1' Imperator di Trabisonda, la Imperatrice, & la Prencipessa
Onoloria. Cap. LXVIII.
Che r Imperatrice Abra comparse à uista della città di Trabisonda, che si
condolse del dolor di Lisuarte. Cap. LXIX,
La battaglia e' hebbe Lisuarte con le genti pagane. Cap, LXX.
Che r Imperatrice Asiana soccorse Lisuarte con buono essercito. Cap. LXXL
Le lettre che si mandarono queste due competitore dell' Imperio di Babi-
lonia. Cap. LXXII.
Le cose che successero durante il termine della tregua. Cap. LXXIII.
Quel che seguì in questa pericolosa battaglia, e '1 soccorso di Nereida.
Cap. LXXIIII.
Che Lucentio combattè con Perion di Gaula, & si conobbero per padre &
figliuolo. Cap. LXXV.
Che r Imperatore & Abra giunsero alla corte *Sc le parole usate da Abra
alle sue donzelle. Cap. LXXVI.
Quel che auuenne nella corte delle» Imperatore dopò che si conobbero Perion
di Gaula & Lucentio suo figliuolo. Cap. LXXVII.
Della nuoua sparsa della morte di Amadis di Grecia, & quel che fece Lu-
cela. Cap. LXXVIII.
In qual modo Amadis di Grecia robbasse la sua cara Xicchea. Cap. LXXIX.
Quel che auuenne in questo tempo à Gradamarte. Cap. LXXX.
Quel che auuenne ad Amadis di Grecia, à Xicchea, Zaara, & gli altri.
Cap. LXXXI.
Che r heremita raccontò la causa dell'incanto di quell'Isola. Cap. LXXXII.
Le strane cose che uiddero nel castello incantato Amadis di Grecia & la
Reina. Cap. LXXXIII.
La battaglia che hebbe Amadis con Mostruofurone &: la libertà de i pri-
gioni. Cap. LXXXIIII.
Che liberato Gradamarte, & gli altri uenne al Castel Xicchea. Cap. LXX XV.
Quel che fece Lisuarte con Abra & con Asiana, & che egli sposò poi Abra.
Cap. LXXXVI.
La entrata di Zaara & X'^ereida in Trabisonda & l'allegrezza della ritrouata
di Amadis di Grecia. Cap. LXXXVII.
Che Furior Cornelio uenne à disfidare Amadis di Grecia. Cap. LXXXVII F.
Il fine di si pericolosa battaglia & che quei Prencipi partiron tutti per i
Regni loro. Cap. LXXXIX.
La lettra che mandò Lucela ad Amadis di Grecia. Cap. XC.
Che Xicchea partorì don Fioriscilo, & altre Reine hebbero figliuoli.
Cap. XCI.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 207
Quel che auuenne della figliuola dell' Imperator Lisuarte & Onoloria.
Cap. XCII.
Che don Fioriscilo con Garintero pe '1 mezzo di Darinello andò à ueder
Siluia. Cap. xeni.
Che don Florisello si fece pastore per amor di Siluia. Cap. XCIIII.
Che Darinello ritornò à Siluia, & tutti tre si partiron per 1' inferno di
Anastarasso. Cap. XCV.
Quel che à questi tre auuenne nell' andare all' inferno di Anastarasso.
Cap. Vltimo. [XCVI].
// fiyie della taiiola della seconda parte del li- || bro di Amadis di Grecia.
F. I. LA PRIMA PARTE 1| DELLA RISTORI A DI |1 AMADIS DI
GRECIA, Il Caiiallier deW Ardente spada.
F. 205. Il fine de la prima parte di Amadis di Gre || eia cauallier dell'Ar-
dente spada.
Au v°: In Venetia per Michele Tramezino. \ Nel M D L.
F. [CC vj] blanc.
Le tome II n'a point de titre, mais commence au f. i par un simple titre
de départ : LA SECONDA PARTE |1 DEL LIBRO DI AMADIS j] DI GRECIA
CAVALIER II DELL'ARDENTE SPADA.
F. 344. Il fine della seconda parte di Amadis di\ Grecia canal lier dell'ardente
spada. Il In Vinegia per Michele Tramezzino. |1 M D L. — Au v°, grande marque
de la Sybille, comme au titre du premier volume, mais sans la devise.
1557.
U HISTORIA Z>/ Il AMADIS DI GRECIA CA- || VALLIER DEL-
L' AR- Il DENTE SPADA, || NVOV AMENTE DAL SPA- \\gnuolo nella lingua
Italiana tradotta. || [Alarque] || Col Priuilegio del sommo Pontefice Giulio III. & ||
dell Illustrissimo Senato Veneto per afuii XX.
In-8 de 8 ffnc, 105 ff., r f. blanc.
Bibliothèque de la Ville de Lyon, 346603. — Non signalé par Melzi. —
London, British ]\Iuseum. 12450. e. 19.
* 1565-
Cette édition, que Melzi décrit d'après l'exemplaire qu' il possédait, parait
correspondre exactement à celle de 1550, sauf que les deux volumes portent à
la fin : In Venetia per Michele Tramezzino, MDLXV.
* 1574-
« Si ristamparono questi due libri in Venezia, Enea de Alaris, 1574 ».
Melzi, n." 769.
* 1580.
« In Venezia, Eredi Tramezzino ». Melzi, ibid.
Serait-ce la mème édition que la suivante, non citée par Melzi ?
2o8 HUGUES VAGANAY
1580.
HISTORIA II DI AMxVDIS || DI GRECIA || CAVALLIER DELL' AR-
DENTE Il SPADA. Il Nuouameìite da Spagìiuolo nella lingica || Italiana tradotta. ||
[Marque] || IN VENETIA, || Appresso Gio. Battista Vscio. MDLXXX.
Bibliotheca regia Monacensis P. O. hisp. loi.
In-8 de 8 ffnc, 205 ff., 3 ff. blancs. — 343 ff., i fnc.
[F. a] Titre. — v", blanc.
F. a 2 TAVOLA DELLA || PRIMA PARTE || DI AIMADIS || di Grecia, ||
Cauallier dell'Ardente Spada. — F. a 4. // fine della Tauola della prima parte del
libro II di Amadis di Grecia. — F. a 4 v». TAVOLA DELLA || SECONDA PARTE ||
DI AMADIS DI GRECIA, || Cauallier dell'Ardente Spada. — F. [a 8]. // fine
della Tanola dalla seconda Parte || di Amadis di Grecia. — v", blanc.
F. I. LA II PRIMA PARTE || DELL'HISTORIA || DI AMADIS DI GRE-
CIA, Il Cauallier dell'Ardente Spada. — F. 205 r". IL FINE DELLA PRIMA
PARTE II di Amadis di Grecia, Cauallier del- \\ l'Ardente Spada. — v\ REGISTRO. ||
a A B C D E F G H I K L M N O P\\0 R S T VX Y Z.\\AA BB CC.\\ Tutti
sono Quaderni. || [Marque : la mème que sur le Titre] || IN VENETIA, || Appresso
Gio. Battista Vscio. MDLXXX.
FF. ce. 6, 7, 8, blancs.
Le second volume n'a pas de titre, et commence au f. i: DELL' HISTORIA ||
DI AMADIS DI GRECIA || Cauallier dell'Ardente Spada, || PARTE SECONDA.
— F. 343 v". Il fine della Seconda parte di Amadis di Grecia, \\ Cauallier dell Ar-
deìite spada. — F. [Vu 8] REGISTRO. \\ABCDEFGHIKLMNOPQ\
RST VX Y Z. A a Bb Ce Dd Ee Ff Gg Hh li Kk \\ LI Mm Nn Oo Pp Oq Rr
Ss Tt Uu. Il Tutti sano Quaderni. — v", blanc.
'= 1585.
« hi Venezia, Rampazzetti. Melzi, n.° 769.
* 1586.
« Ivi, senza stampatore » . Melzi, ibid.
* 1592.
« Ivi, Eì'edi Tramezzino ». Melzi, ibid.
''^ 1606.
« Ivi, Zaltieri ». ]\Ielzi, ibid.
1615.
LA HISTORIA DI || AMADIS || DI GRECIA || CAVALLIER DELL'AR-
DENTE Il SPADA, Il Nuouamcjite dalla Spagjuiola nella || lingua Italiana tradotta ;\
E in questa vltima impressione con som || ma diligenza si de gli errori della ||
stampa, come de' falli della lingua || corretta. || Con licenza de' Superiori. \\ [Mar-
que] Il IN VENETIA, MDCXV. \\ Appresso Pietro Milocho.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 209
Collection Hugues Vaganay. — Melzi, n." 769.
2 voi. in-8 de 8 fFnc, 20Ó ff., 2 ff. blancs. — 344 ff.
F. [a] Titre dans un encadrement. — v", blanc.
F. a 2 TAVOLA DELLA || PRIMA PARTE |1 DI AMADIS DI GRE-
,CIA. jl Cauallier dell'Ardente spada. — F. a 4 r". Il fine della Tauola della Prima
Parte del libro di \\ Amadis di Grecia. — v^ TAVOLA DELLA [j SECONDA
PARTE II DI AMADIS DI GRECIA. || Cauallier dell'Ardente spada. — F. [a 8]
r°. // fine della Tavola della seconda parte del li- jj bro di Amadis di Grecia. —
v°, blanc.
F. I. PARTE PRIMA || DELL'HISTORIA || DI AMADIS DI GRECIA, ||
CAVALLIER DELL' ARDENTE || SPADA. || E. 206 r^ IL FINE DELLA
PREMA PARTE 1| di Amadis di Grecia cauallier del- || l'ardente spada. — v",
REGISTRO. \\aABCBEFG HJ K L M N O P Q R\\S T V X Y Z. Aa Bb
Ce. Il Tutti sono Quaderni. || [Marque] || IN VENETI A, || Appresso Pietro Milocho.||
MDCXV. — F. Ce 7, 8, blancs.
Le second volume n'a pas de titre special.
F. I. PARTE SECONDA II DELL'HISTORIA II DI AMADIS DI GRE-
CIA, Il CAVALLIER DELL' ARDENTE SPADA. — F. 344 r". Il fine della
seconda parte di Amadis di Grecia || Cauallier dell'ardente Spada. — v^ REGI-
STRO. Il A B CDEFGHJKL M N O P 0\\ R S T V X Y Z.\\ Aa Bb Ce Dd
Ee Ff Gg Hh Ji Kk LI Mm \\ Nn Oo Pp Qq Rr Ss Tt In. || Tutti sono Quaderni.
* 1619.
« /?i Ve?iezia, Valentini » . Melzi, ibid.
* 1629 A.
« Pc'i, Spineda ». ]\Ielzi, ibid.
* 1629 B.
« La historia di Amadis di Grecia. In Venetia, MDCXXIX, Presso Gio. Bat-
tista Combi. In-8. 8 ff. lim. et 885 pp. eh. Cette édition n'est pas citée par
Melzi ». Catalogne Landau, t. I, p. 26.
London, British Museum, 12450 e. 6.
Voi. X. (Seguito nel libro IX)
* 1564.
<; La terza parte di Amadis di Grecia intitolata Aggiunta di Amadis di
Grecia.... Venezia, Tramezzino, 1564, in 8vo ».
Melzi, n" 770. — London, British Museum, 12410 d. 12.
« 12 carte preliminari contengono il frontispizio, il privilegio di Pio IV,
quello del Senato Veneto in data 23 agosto 1563, la dedica a Don Alfonso da
Este, e la tavola. Il testo ha carte 312 numerate, l'ultima delle quali ha verso
la data :
In Vinegia per Michele Tramezzino, MDLXIIII.
HUGUES VAGANAY
« Si trova fra i nostri libri. Esistono esemplari coll'anno 1565, se pure non
è una nuova edizione. E inutile rammentare le edizioni posteriori, trovandosi
ciuesf Aggiicnta sempre ristampata in seguito alle edizioni già ricordate delle due
prime parti ». Melzi.
Cette dernière assertion n'est peut-ètre pas exacte de tous points : l'exem-
plaire de l'édition de 1580 citée plus haut ne renferme que les parties I et II
reliées en un seul volume dans le vélin d'origine. Mais mon exemplaire de 161 5
a bien les trois volumes et l'exemplaire Landau de 1629 a également cette troi-
sième partie.
1615.
AGGIVNTA DI 11 AMADIS 11 DI GRECIA |! Intitolata la Terza Parte. ||
Ritrouata ne gli Aìuiali di Trabisonda, | cf portata nella lingua Spagnuola. jj Et nuoua-
mente tradotta nella nostra i| lingua Italiana. || Per M. Af amorino Roseo da Fa-
briano. [] Con licenza de' Superiori. || [Marque] IX VEXETIA, ]^IDCXV. |1 Ap-
presso Pietro ]\Iilocho.
Collection Hugues Vaganay.
In-8 de 8 ffnc,, 312 ff.
E. [a] Titre. — v", blanc.
F. a 2. TAVOLA DELLA 1| AGGIVXTA DI i| Amadis di Grecia.
Come si racconta lo stato in che erano le cose, & a che tempo auenne quel
che in questo libro si contiene. Cap. I.
La ribellione di molti Regni delle Reine donzelle di Abra, e della Babi-
lonia, & che Amadis di Grecia, con Lucentio, don Elorelus, hebbero per questa
impresa gran soccorso. Cap. IL
Come fosse ordinato, & diuiso 1' essercito christi^no per assaltare i Regni
nemici, e che partì con grande allegrezza dal porto di Trabisonda. Cap. HI.
Il gran pericolo in che si viddero Vagliado, & Erandalò con le Reine loro
spose, & come si saluassero in quella fortuna, «S: doue capitassero. Cap. IIII.
Quel che fecero ie donne per pietà del caualliere, & che lo fecero medicare,
facendogli honor grande, e quel che ei disse quando tornò in se. Cap. V.
Quel che fece Fraudalo quando intese non ritrouarsi la sua compagnia, &
il dolore di Vagliado, con quel che da amendui auenne. Cap. VI.
Che il Re Vagliado fu raccolto con gran cortesia nella montagna della
nobil Pastora, & il ragionamento, che hebbe con lei. Cap. VII.
Che andarono a parlar alla Sauia, le accoglienze che al Re fece, e quel che
ella gli disse circa la compagnia perduta, & intorno al suo fatto. Cap. Vili.
Il ragionamento che hebbe la sauia donzella con la nobil Pastora, «Jc i la-
menti che fece nel fatto del suo nuouo amore, & che partì la cugina. Cap. IX.
Che la Saggia donzella raccontò tutto il fatto del naufragio al Re Va-
gliado, & doue erano le due Reine, & quel che passò nel fatto de i loro amori.
Cap. X.
Che Amadis di Grecia scampò per grande auuentura, arriuando saluo al
lito del Mare, & quel che quiui gli auuenne con alcune donzelle. Cap XI.
La gran cortesia, che usarono ad Amadis di Grecia, &: come egli prese
amor grande à quelle donzelle, »& quel che fece per loro. Cap. XII.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 211
Che Amadis di Grecia col figliuolo del suo hoste partì pe '1 Regno come
cauallier' errante, & quel che gli auuenne. Cap. XIII.
Quel che auenne al buon' Imperator Lucentio, & alla sua armata in questa
gran tempesta di mare, & quel che fece, cessata che fu. Cap. XIIII.
Quel che fece in quella Isola il Re Balano, con la gente che ragunò quiui,
& che diede di se auuiso allo Imperator Splandiano, & l'apparecchio, che si fece
Cap. XV.
Che le due armate si unirono insieme, & che i duo Prencipi ragionaron del
fatto di quella guerra, concertando di assaltare i nemici. Cap. XVI.
La risposta di Frandalò, & come si apparecchiò a entrar' a prouarsi nel-
l'auuentura di quello incanto, hauendo dalla donzella inteso molte altre cose di
esso. Cap. XVII.
Che Frandalò giostrò co i duo cauallieri, & gli vinse, & le parole cortesi
della Duchessa, & che volle ir seco alla pruoua di quella auuentura. Cap. XVIII.
Che la Duchessa prese amor grande al cauallier Christiane, & con vn suo
disegno volle ir seco a veder la prona di quella auuentura. Cap. XIX.
La beffa, che alla Duchessa, & alla sua compagnia fu fatta quella sera, &
doue fossero dal villano condotte le dame. Cap. XX.
Quel che auuenne alla Duchessa, a Frandalò, & a gli altri la mattina, &
che si ritrouarono con le lor genti, & doue. Cap. XXI.
La gentil burla che quei maligni spiriti fecero a tutte quelle dame, & la
risa che tutte ne fecero. Cap. XXII.
La festa, che le donzelle fecero, & come risolueron di andare al palagio
incantato, per veder fare al cauallier Christiane la pruoua di quella auuentura.
Cap. XXIII.
Che andando il Re Fraudalo solo al palagio incantato, fu preso, & portato
per aere in lontan paese, & doue fu lasciato. Cap. XXIIII.
Che il Re Fraudalo riconobbe la Reina sua moglie, & la Reina di Coma-
gena, & esse conobbero lui, & quel che auuenne. Cap. XXV.
Che il cciuallier della Fortuna giostrò co i dieci cauallieri, & gli vinse, &
come furon tutti ammessi al passare del ponte. Cap. XXVI.
L'honor grande che fu fatto al cauallier dalla Fortuna per la vittoria ri-
ceuuta, & quel che gli dissero le donzelle, & i cauallieri del ponte. Cap. XXVII.
Che doppo partiron di compagnia tutti, & quel che auuenne loro per il
cammino, & che il Re si scoperse alle Reine. Cap. XXVIII.
Che partendo venne nuoua della venuta di un de i giganti, & come vsci
il cauallier dalla Fortuna a combatter con lui, & l'uccise. Cap. XXIX.
La gran battaglia, che passò fra il Gigante, & il Cauallier dalla Fortuna,
& come fu il Gigante vcciso par le sue mani, Cap. XXX.
L'allegrezza, che le due Reine sentirono, «& la festa, che fu fatta al caual-
lier della Fortuna, per la vittoria riceuuta del gigante. Cap. XXXI.
La morte del Re falso di Traramata, come i prencipali del Regno man-
dar on con honor grande al cauallier dala tempesta. Cap. XXXII.
Che il Cauallier dalla Fortuna vccise l'un de i Giganti, & l'honor grande,
che gli fu fatto, & quel che auuenne a le due Reine, co '1 Cauallier dalla tem-
pesta. Cap. XXXIIL
HUGUES YAGAXAY
L'allegrezza che si fece nel Castello, & che fu il Re medicato con gran
cura, & le donne co '1 Signor del luogo accettarono il Battesimo. Gap. XXXIY
I ragionamenti che passarono fra le due Reine, & il Cauallier dalla tem-
pesta, & quel che auuenne co i Giganti, Gap. XXXV.
Con quanto ardire, & gran valore Amadis di Grecia vccidesse duo de i tre
Giganti, & ricuperasse la Signora, oc sue donzelle. Gap. XXXVI.
Che sparsasi la fama della libertà di tante donne in quel contorno si fece
allegrezza grande, & come; egli, & il Gaualliere dalla F'ortuna si videro insieme.
CapT XXXVIl.
Quel che i duo cauallieri dalla tempesta, & dalla P'ortuna fecero, in cac-
ciar' i giganti, &: in liberar molte donne, & come il cauallier dalla tempesta si
mosse per combatter co '1 Drago. Gap. XXXVIII.
Che i duo cauallieri si separarono, & che Fraudalo andò a trouar la Reina
con quei principali, & l'honor che da lei gli fu fatto. Gap. XXXIX.
Che il cauallier dalla Fortuna ridusse in suo potere molti luoghi, & come
il Re tiranno si apparecchiò contra di lui, & la battaglia, che fecero. Gap XL.
Che fu concertata la battaglia fra Fraudalo, & il Re Tiranno, & che al
tempo prefìsso amendue si condussero in campo. Gap. XLI.
Che i Cauallieri hebbero battaglia insieme, »& che il Re Fraudalo vccise il
Tiranno, & fu tratto con grande honore del campo, & medicato delle sue ferite.
Gap. XLII.
Che Amadis di Grecia giunse al luogo del mostruoso Serpente, «^ che si
apparecchio a voler' assaltarlo. Gap. XLI li.
Che il cauallier dalla tempesta si presentò a vista del mostruoso Serpente,
& che cominciò con esso feroce battaglia. Gap. XLIV.
Che dopò molto contrasto Amadis di Grecia vccise il serpente mostruoso,
restando egli malamente ferito, & quel che fece Galiello suo scudiero. Gap. XLV.
Il gran soccorso che fu fatto ad Amadis di Grecia, & ccone hebbe nuoua
del Re di Gomagena. Gap. XLVI.
Che le dame, & i cauallieri, havuta certezza della morte del Serpente, si
mossero per veder' il Gaualliere, & quel che fecero. Gap. XLVII.
L'allegrezza fatta nella città di Antepoli per la nuoua del Serpente, &: come
passasse l'amor della Reina, e che fur' ordinate feste al cauallier dalla tempesta.
Gap. XLVIII.
Quel che passò fra la Reina vedoua, & il cauallier dalla Fortuna, c^ che
si auuicinò alla corte il cauallier dalla Tempesta. Gap. XLIX.
Le amorose parole, che furon frala Reina, &: il caualliere dalla Fortuna,
& quello che auuenne loro con altri duo leoni. Gap. L.
Che passarono parole di molto amore fra i duo amanti, & che il cauallier
scoperse chi era alla Reina, & quel che ella fece. Gap. LI.
Che il cauallier dalla Tempesta venne alla corte della Reina, & con
quanto honore vi fosse riceuuto da tutti. Gap. LII.
L'honor grande, che fu fatto al Cauallier dalla tempesta, & quel che passò
fra lui, & la Reina. Gap. LUI.
La turbatione del Re Fraudalo, & che con gran confidanza manifestò a la
Reina chi egli era, il dispiacer di lei, & quel che rispose. Gap. LIV.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 213
Quel che fu concluso nel parlar, di questa generosa Reina, & magnanimo
Re, «fc le humane, & gratiose parole di lei. Cap. LV.
Che i grandi del Regno ellessero Re il caualliere dalla tempesta, «& quel
che ei lor disse. Cap. LVI.
Che i popoli si ridussero Christiani, & che Amadis di Grecia condusse in
publico il Re, e la Reina legitima di Traramata. Cap. LVII.
Che furon' apparecchiate solenne giostre, & feste grandissime per la buona
nuoua, & quel che passò in tanto. Cap. LVIII.
Il rumor grande di questa guerra di Traramata, & il grande apparecchio
da tutte due le bande. Cap. LIX.
In qual modo rimanessero le Dame nel Palagio della Principessa sorella di Fi-
lotino doppo la partita del Cauallier Christiano, & quel che loro auuenne. Cap. LX.
Che la saggia Donzella, & il Re Vagliado arriuaron allo albergo, oue
eran le Dame rinchiuse, «& quel che fece con gli spiriti. Cap. LXI.
Che la saggia Donzella vdite le parti accordò la differenza fra le Dame, &
quelli spiriti, & quel che fu ordinato. Cap. LXII.
Che la sauia Donzella narrò a le donne chi fosse il Cauallier Christiano, e
chi era quel, che haueua con lei. Cap. LXIII.
Che il Re di Comagena entrò nella auuentura del palagio incantato, & quel
che se gli offerse a prima giunta. Cap. LXIV.
Che il Re Vagliado combattè con duo Tori di fuoco, & qual fine havesse
la battaglia loro. Cap. LXV.
L'applauso che fecero quelle dame al Re, & le genti delle finestre, & come
con vn 'altra battaglia trasse il Re la auuentura a fine. Cap. LXVI.
Che disincantati i duo Amanti con tutti che nel Palagio erano, fu con-
cluso il matrimonio fra il Prencipe Filotino, e Rosiana. Cap. LXVII.
Che dopo alcuni giorni di piacere furono sposati ì duo Amanti, & il ra-
gionamento che a quei Cauallieri fece la sauia Donzella. Cap. LXVIII.
Che fu ragionato nel fatto della guerra, & che fu risoluto pigliar 1' armi,
«& scrivere ad Amadis di Grecia. Cap. LXIX.
Che giunsero i cauallieri con l'ambasciata al Re Fulortino, l'allegrezza che
ne mostrò, & l'apparecchio, che ne fece per soccorrerlo. Cap. LXX.
Che il Re Fulortino con l' Infante Magadeno, partì nell'armata del soccorso
per Traramata, & che l' Imperadore Splandiano hebbe l'auuiso. Cap. LXXI.
Il gran soccorso, che mandò l' Imperadore Splandiano, e come i pagani si
mossero ad assaltar il Regno di Traramata. Cap. LXXII.
La gran percossa che Amadis di Grecia diede nel campo de i Pagani, & quel
che quella notte auuenne nella battaglia. Cap. LXXIII.
Che morì la Reina di Traramata, e che fu il Re Frandalo in gran dolore,
e quel che passò con la Reina vedoua sua amica. Cap. LXXIV.
Che furon concluse le nozze della Reina, & mutata la malinconia in alle-
grezza, & che fu risoluto al campo oue era Amadis di Grecia. Cap. LXXV.
Quel che nella battaglia auuenne al valente Amadis di Grecia, & come nel
gran pericolo fosse soccorso da Frandalo. Cap. LXXVI.
Che fu combattuto aspramente, & come il Re di Sericana fu portato come
morto alle tende, & che i pagani ne hebbero il peggio. Cap. LXXVII.
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa 5»-6» 27
214 HUGUES VAGAXAY
Che sopragiunse al campo la Reina di Traramata con tutta la corte, e il
piacer che diede con la sua venuta, & che furon gli sposi velati. Cap. LXXVUI.
Che i Re pagani citaron a giornata Amadis di Grecia, & il Re Fraudalo,
che fu da loro accettata co '1 termine di otto d;. Cap. LXXIX.
Che i Pagani il dì innanzi la battaglia fecero le loro schiere, e che appa-
recchiandosi a far le loro i Christiani giunse il Re Fulortino co '1 soccorso, & le
rifecero. Cap. LXXX.
Che r Infante Magadeno fu armato caualliere, & che riceuè la spada del-
l' Infanta Giliandra, e quel che passò fra i due nouelli amanti. Cap. LXXXI.
Che r Infanta Giliandra accettò per Càuallier suo Magadeno co '1 voler della
madre, & che fu armato caualliere da Amadis di Grecia. Cap. LXXXII.
L'allegrezza dello Infante Alagadeno per il fauor riceuuto, & che le schiere
furono in punto, & fu dato principio alla battaglia. Cap. LXXXIII.
Le gran prone, che fece nel principio della sua caualleria l' Infante Ma-
gadeno, & il termine in che si ridusse la battaglia. Cap. LXXXIV.
Quel che seguì in quella sanguinosa battaglia, & qual dopò la presa del
Re di Sericana, fosse il fine di essa. Cap. LXXXV.
Che fu il Re di Sericana presentato alla bella Deiopea, «S: quel che al Re
auuenne con lei. Cap. LXXXVI.
Che fu dato fine alla battaglia con gran gloria de' Christiani, «S: che i Pa-
gani fuggitivi si ristrinsero. Cap. LXXXVII.
L' honore che le dame fecero al Re di Sericana, e^ quel che passò fra
loro, & come i Prencipi Christiani lo andarono à visitare. Cap. LXXXVIII.
Qual fine hauesse questa guerra, & come passassero i ragionamenti amo-
rosi fra r Infante, & Giliandra. Cap. LXXXIX.
Le amorose parole che passaron fra il Redi Sericana, & la bella Deiopea,
& che scoperse egli meglio il suo amore ad Amadis di Grecia. Cap. XC.
Quel che disse Amadis di Grecia alla Reina, & il bel discorso, che fece
Perione al Re di Sericana nel fatto della fede. Cap. XCI.
Che si battezzò il Re, & che sposò Deiopea, & la coronò Reina di Se-
ricana, & che furono concluse nozze fra 1' Infanta Giliandra, &: Magadeno.
Cap. XCII.
Che furon' il Regno di Cosiro, & di Clinestra presi da Amadis di Grecia,
e suoi compagni, & incoronatone Magadeno, «S: V Infanta. Cap. XCIII.
Che Amadis di Grecia soccorse il Re Agramasso, & che fu acquistato il
Regno di Nasamona, & coronatone Reina Deiopea. Cap. XCIV.
Il generoso atto che \sò la Sauia donzella, e le saggie parole, che vsò al
suo amato Re di Comagena, & quel che fu concluso fra loro. Cap. XCV.
Le amorose parole, che passaron fra questi duo amanti, & quel che fu
concluso, & come ella partì per le sue stanze, lasciando il Re molto afflitto.
Cap. XCVI.
Che fu dilatato di commune consenso il termine della battaglia per opra
della saggia donzella, & comparse Amadis con le sue genti, »& il riceuimento
fatto. Cap. XCVII.
Quel che successe nel primo duello, «& che furon' electi quei del secondo
dall' vna parte & l'altra. Cap. XCVIII.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 215
Il dolore, che sentirono ì Giganti parenti del prencipe di Sinalto, & come
due di essi presero l'assonto del secondo duello. XCIX.
Il tenor della lettera della Sauia donzella, & che furono sfidati duo altri
Re da i duo segnalati cauallieri Pagani, & quel che nella battaglia successe.
Gap. G.
Ghe giunse Amadis di Grecia in campo, & lo spauento, che per la sua
venuto hebbero i Pagani, & quel che fu concluso fra loro. Gap. Gì.
Ghe furono i quattro Re condotti al campo con molte cerimonie, e con-
firmati i patti solennemente prima che si venisse all'arme. Gap. GII.
La gran battaglia che fu fa fatta fra i quattro Re, sopra la querela del
Regno, & il fine che hebbe. Gap. GIII.
Quel che auuenne per la venuta della Sauia donzella in questi esserciti,
& che vidde, & medicò i feriti. Gap. GIV.
Ghe fu seppellita la Reina di Gomagena, & che guariti i Re Gristiani,
visitarono i duo Re pagani feriti, & quel che passò fra loro. Gap. GV.
La gran scaramuccia, che fu fatta fra Pagani, & Ghristiani, & come con
lo sforzo di Amadis di Grecia furono i nemici tolti dal forte loro. Gap. GVI.
Il modo, con che i Pagani presero il Re, & la Reina di Pentapoli co '1
castello del tesoro, & quel che dapoi auuenne. Gap. GVII.
Ghe il Re Fraudalo venne in aiuto de i Re Ghristiani, & che la guerra
cominciò a inasperirsi. Gap. GVII.
La gran battaglia fra Ghristiani, & Pagani nel Regno di Pentapoli, & che
i Pagani furon sbarattati. Gap. GIX.
Ghe furon ripresi tutti i luoghi del Regno di Pentapoli, & molte città
de' Pagani, & che i Re tornarono ne i Regni loro. Gap. [GX] ultimo.
F. [a 8 v"] // fine della Tavola.
F. I. AGGIVNTA || ALLA NOTABILE I| RISTORI A, H et libro di Ama-
dis di Grecia, \^ Nuouamente tradotta nella nostra volgar lingua. — F. 312 v'. IL
FINE. Il Purgati, e corretti dal Sig. Pietro Petracci || con pubblica autorità.
* 1629.
« Aggiunta di Amadis di Grecia. In Venetia; MDGXXIX. Presso Gio. Bat-
tista Gombi. In-8. 8 ff. lim., 490 pp. eh. et 2 ff. bl. à la fin. » — Gatalogue
Landau, t. I, p 26..
(À suivre). HUGUES VaGANAY.
<><><><>
2i6 LEO S. OLSCHKI
Quelques Manuscrits fort précieux
(Continuation : v. La Bibliofilia, voi. XIII, pag. 134-137).
Horae. Manuscrit sur vélin, de l'école francaise, du X\^^ siècle. in-8.
Avec 5 belles miniatures entourées de bordures, 8 autres bor-
diires à 3 cótés, un grand nombre d'initiales de differente gran-
deur, des bouts de lignes et listels, le tout peint en couleurs et
rehaussé d'or. Velours rouge, tr. dor. ]\^l7iiìie provenant de la Bi-
bliotJièqiic de JMarie Leczinska, feinvic de Lotus XV. (29722).
Superbe manuscrit sur vélin, à grandes marges, 163 fF., écriture en gros-
ses lettres gothiques, en rouge et noir. Les 1 2 premiers ff. renferment le Calen-
drier en fran(;:ais, écrit en or, rouge et bleu. Les 5 belles miniatures, 80X63
mm., soigneusement exécutées, sont encadrées de listels et de larges bordures
composées de rinceaux, fleurs et fruits, animaux et grotesques. Les autres bordures
sont peintes dans le mème genre, mais moins riches.
Les sujets sont ainsi répartis — i: S.Jean à l'ile de Pathmos, joli fond
de paysage ; une ville, des montagnes, des cours d'eau, d'une remarquable per-
spective. — 2 : S. Barbe qui est sortie d'un chàteau, se promène dans un beau
paysage, elle lit dans un livre, et tient une palme dans la main gauche; devant
elle est une femme qui prie, agenouillée ; belle scène exécutée avec soin et très
réaliste. — 3 '• la Vierge au milieu des apòtres et l'apparition du S. Esprit, in-
térieur d'architecture. — 4 : l' Annonciation, intérieur d'architecture. — 5 : l'Office
des morts, cette belle et intéressante miniature se distingue par la vérité de la
scène et l'expression des personnages represéntés. Au premier pian un tombeau
où un laique vètu de rouge et bleu fait descendre un mort enveloppé d'un lin-
ceul, plus loin 5 moines dont 2 vétus de noir, accompagnés d'un laique en ha-
bits rouges, célèbrent l'office funebre ; au fond les constructions d'un monastère.
Les grandes initiales qui accompagnent les encadrements, sont ornées
d'entrelacs terminés par des fleurs. dont plusieurs sur fond quadrillé. L'or brille
partout d'un vif éclat.
Ce beau manuscrit provicnt de la bibliothèque de la reine Marie Leczin-
ska, femme de Louis XV, à laquelle il fut donne par Judith d'Aumale, veuve
en secondes noces de Louis, marquis de Crussol, qui mourut en 1742, àgée de
92 ans. Au verso du dernier f. on lit la dédicace autographe de la donatrice no-
nagénaire, en grands caractères bien lisibles « donne a Sa Majcstc la Rayne pai-
sà tres humble et tres obeisante et tres fidelle servante : Danniate marqnise de Crnssot
ce sept des senior e 1740 ».
Conservation eccellente. fVoi'r tes 2 fac-siniilés anx pp. 21J-218).
Horae. Manuscrit de l'école francaise du XV*" siècle. sur vélin. Pet. in-4.
Avec 13 superbes fìgures miniaturées, encadrées de larges bordures,
?J ^
^Ml. .^
Zl^
-■•-^^ lilMBÉ
%ì^
X
o
ai
^it
La Bibliofilia, XIII, p. 219-220. — Horae. - Manuscrit de l'école francaise, fin du XV" siècle, sur vélin.
La Bibliofilia, XIII. p. .rg. - Horae. - Manuscrit de l'école francaise, fin du XV^ siede, sur véli
il fa
>
a
e
«e
S
^^/^
X
3
i
QUELOUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX
217
beaucoup d'initiales ornées de differente grandeur et bouts de lignes.
Veau brun. doubles fil., tr. dr. (32559).
//ora^, provenant de la bibliothèque de Marie Leszinska. {Foir p. 216).
Magnifique et très riche Livre d'Heures, forme de no ff., sur vélin
blanc et à grandes marges. Ecriture uniforme en gros car. goth., rouge et noir,
16 lignes à la page, ré^lé.
Les miniatures ont pour sujets — i : S. Jean à l'ile de Pathmos. —
2 : l'Annonciation. — 3 : la Visitation. — 4: la Crucifìxion. — 5 = la Descente
LEO S, OLSCHKI
du Saint Esprit. — 6 : la Nativité. — 7 : l'Annonciation àux bergers. — 8 : les
Rois-Mages. — 9 : la Présentation au Tempie. — io : la Fuite en Egypte. —
11: le Couronnement de la Vierge. — 12 : le Roi David en prières. — 13: Job
sur son fumier.
:g5'(^:^'
■l^J^^'^'k:
t^r
-V^- :-v :
ìimomìMKn
Horae, ' provenant de la bibliothèqiie de Marie Leczinska. {Joir p. 216).
Les bordures à rinceaux, fleurs, fruits, oiseaux et étres fabuleux sont
peintes sur un fond d'or mat. On admire dans les miniatures la minutieuse
QUELQUES MANUSCRITS FORT PRÉCIEUX 219
exécution des détails, la beauté des paysages, la richesse des costumes. Les cou-
leurs et l'or brillent partout d'un vif éclat. La figure n" 12 diffère par sa com-
position des représentations usuelles du roi David. On voit Nathan debout auprès
du roi agenouillé et priant, it fait un signe vers le ciel où apparait Dieu
le Pére.
Le Calendrier occupe les 12 premiers fF„ il est en frangais et écrit en
rouge, bleu et or.
Conservation parfaite. fì^os'r la pianelle).
Horae. Manuscrit sur vélin, de la fin du XV^ siede, in-8. Avec 49 su-
perbes miniatures de BourdichoN, dont 9 de la grandeur de la page,
bordures à 3 cótés, 1 2 à 2 cótés, de larges listels à chaque page,
une foule de lettrines et de bouts de lÌQfnes, le tout miniature avec
le plus grand soin. Ais de bois ree. de velours bleu, tr. dor. (31459).
Livre d'Heures d'une richesse extraordinaire, forme de 132 ff., vélin
souple, écriture gothique en noir et bleu, très uniforme, réglé. Le Calendrier
écrit en or, rouge et bleu, a chaque page ornée d'une bordure de rinceaux,
bi-latérale, et de 2 intéressantes figures, dont celle du bas représente les occu-
pations de chaque mois et celle de coté les signes du zodiaque. Presque toutes
ces figures ont un joli fond de paysage. Les g grandes miniatures, 162X115 mm.,
sont renfermées dans des encadrements d'architecture peints en or. Elles se di-
stingaient par la noblesse du dessin, l'expression des personnages, la minutieuse
exécution de tous les détails, et l'éclat des couleurs rehaussées d'or. Très remar-
quable est aussi le soin avec lequel les fonds de paysages ont été traités, on y
admire la bonne perspective et la variété des tons. Voici les sujets. — i : l'An-
nonciation à la Vierge. — 2: la Visitation. — 3: l'Etable de Bethléem. — ■ 4: l'An-
nonciation aux Bergers. — 5 : la Circoncision. — 6 : la Fuite en Egypte. — 7 : le
Couronnement de la Vierge. — 8 : l'Onction de David par Samuel. — g : Job
sur son fumier.
Les petites figures, au nombre de 16, représentent pour la plupart les
portraits de saints et de saintes, à mi-corps, parmi lesquels on reconnait vSainte
Geneviève. Les bordures et les listels qui ornent chaque page, se composent
d'arabesques, de fleurs, d'oiseaux, de grotesques et d'étres fabuleux très variés,
d'une invention surprenante et qui revèlent une fantaisie inépuisable de la part
de l'artiste.
Ce beau specimen de l'art miniaturiste, de la fin du XV^ siècle, est
d'une bonne conservation, seulement les encadrements des grandes miniatures
ont été légèrement touchés par le couteau du relieur. Au commencement il y a
I f., et à la fin 3 ff. de vélin couverts de notes anciennes de difFérentes mains,
relati ves aux anciens propriétaires du ms., l'une d'elles porte la date de 1576
fì'oz'r la pianelle).
Horae. Manuscrit sur vélin, de l'école francaise, de la fin du XV"" siècle.
Pet. in-8. Avec io grandes figures, 2 autres occupant les 2 tiers de
LEO S. OLSCHKl
la page, 2 petites renfermées dans des initiales, une fonie d'enca-
drements ornés à 4 ou à 3 cótés, beaucoup d' initiales de differente
grandeur, des bouts de lignes. le tout soigneusement peint en couleurs
et rehaussé d'or. Ais de bois ree. de veau est. (anc. rei., dos refait).
(29898).
Magnifique manuscrit, forme de 2 ff. n. eh. et de 206 ff. eh. Ecriture
gothique en grosses lettres, très regulière, en rouge et noir, réglé.
Les miniatures ont pour sujets — i : le Christ bénissant, sur fond quadrillé.
— 2 : la Vierge, d'une expression charmante, sur fond quadrillé. — 3 : la Mater
dolorosa dans la gioire, d'une expression pathétique. — 4: le Christ de pitie
Ces 4 figures sont à mi-corps. — 5: le Christ au désert. — 6: S. Jean à l'ile de
Pathmos, jolie figure. — 7 : le Baptéme. — 8: la Mort, un Ermite regardant un
mort étendu par terre devant lui, plus loin la Mort pergant de sa lance un jeune
seigneur qui sort d'un chàteau, intéressante composition d'un grand réalisme. —
9: S. Francois sur le seuil du monastère préchant aux brébis agenouillées devant
lui, scène d'une naìveté touchante. — io: Job sur son fumier, auprès de lui 3
hommes vètus de riches habits, intéressants costumes.
Les miniatures n° 5 à io sont peintes sur des fonds de paysages admira-
bles de perspective, où l'on remarque des villes, chàteaux, cours d'eau, montagnes
et arbres.
Les petites miniatures représentent la Vierge assise sur son tróne, a^4ec
l'Enfant, entourée de Saints et de Saintes ; la Céne ; S. Jerome; la Crucifìxion.
Les gracieuses bordures dont on compte 33 à 4 còtés, et une centaine à 3 cótés,
sont filigranées à la piume, en rouge et bleu, et rehaussées d'or. Les nombreuses
initiales répandues dans le texte, de differente grandeur, sont exécutées dans le
mème goùt ; une foule d'autres est peinte en rouge et bleu.
Le manuscrit est très bien conserve, les couleurs sont vives et l'or bril-
lant. Les marges sont très larges. La garde du plat supérieur de la reliure, i f.
de garde et le recto de la première miniature sont couverts de notes écrites par
diverses mains, ayant rapport à des événements de la vie de plusicurs membres
de la famille Cochon, native d'Auxerre. Ces notes sont datées de 1592 à 1630.
(Voir les deiix planches}.
Horae. Manuscrit de l'école francaise, sur vélin, de la fin du XV^ siècle,
pet. in-8, Avec 6 superbes miniatures comprises dans des bordures,
4 autres bordures, io grandes initiales et une foule d'autres de
differente grandeur répandues dans le texte, des bouts de lignes,
peints en couleurs et rehaussés d'or. Mar. brun, doubles fil., mi-
lieux, aux angles et sur le dos des monogrammes, tr. dor. (anc. rei.).
(29791).
Superbe Livre d'Heures forme de 13S ff., réglé, ecriture très regulière,
en grosses lettres gothiques, en rouge et noir.
Les représentations sont — i: l'Annonciation. — 2: les Rois ]Mages. —
QUELQUES MANUSCRITS FORT PRECIEUX
3: rinvocation à la Vierge. — 4: le Portement de Croix. — 5: Bethsabée au
bain. — 6: l'Office des morts. Les figures dues à un bon artiste sont peintes
avec grand soin, les costumes très riches et variés sont d'un éclat brillant. La
composition des scènes est admirable par le grand nombre de personnages
représentés, par la perspective des fonds de paysages et les spendides inté-
rieurs. Les gracieuses bordures se composent de rinceaux, feuillages, fleurs
et fruits.
Ce Livre d'Heures, à grandes marges et très bien conserve est un ma-
gnifique specimen de l'art fran^ais du XV*^ siècle.
(Voir la pianelle).
Horae. Manuscrit de l'école francaise, sur vélin, de la fin du XV^ siècle.
in-8. Avec 15 grandes et io petites miniatures, 25 bordures, nom-
breux listels, et bouts de lignes et une foule d'initiales de différentes
dimensions, le tout peint en couleurs et rehaussé d'or. Velours
pourpre, fil. et encadr. à froid, tr. dor. (29797).
Très riche et beau manuscrit de 152 ff. sur vélin blanc, à grandes
marges, écriture gothique, 16 lignes à la page. Il débute par le Calendrier en
frangais, écrit sur 12 ff., en rouge, bleu et or. Les grandes miniatures, au nombre
de 15, mesurent environ 78X56 mm., les io petites environ 37X34 mm.
Les grandes miniatures ont pour sujets — i : S. Jean à l'ile de Path-
mos. — 2: l'Annonciation à la Vierge. — 3: la Visitation. — 4: l'Etable de
Bethléem. — 5: l'Annonciation aux Bergers. — 6: l'Adoration des Mages. —
7: la Circoncision. — 8: le Massacre des Innocents. — g : le Couronnement de
la Vierge. — io: le Roi David psalmodiant. — 11: S. Jean et Marie aux pieds
du Crucifìé. — 12: la Pentecóte. — 13: Job sur son fumier. — 14: la Vierge
dans la gioire. — 15: la Trinité. Elles sont peintes sur des fonds d'architecture
ou de paysages, où Fon admire la perspective et les nuances des couleurs. Les
petites miniatures représentent les Evangélistes et des Saints.
Les 25 bordures et les listels qui ornent presque toutes les pages sont
formés de rinceaux et de fleurs, également bien peints en couleurs et or, comme
les innombrables initiales variées et les bouts de lignes.
Joli Livre d'Heures en parfait état de conservation {Voir la pianelle).
Horae. Manuscrit de l'école francaise du commencement du XVP siècle,
sur vélin. In-8. Avec 4 grandes miniatures encadrées de bordures,
beaucoup de petites initiales. Mar. brun, encadr. à froid, tr. d.
(32558).
Joli Livre d'Heures de 141 ff. dont 7 blancs, sur vélin très souple et
blanc. Belle écriture ronde, uniforme, en rouge, bléu et noir, 19 lignes à la
page, réglé.
Le Calendrier occupant les 1 1 premiers ff., est écrit en frangais, en rouge,
bleu et or.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5"-6» 28
LEO S. OLSCHKI
Les sujets des miniatures sont — i : le roi David assis sur son tróne,
à coté de lui Nathan qui lui montre la figure de la Mort avec la lance, sur le
devant un guerrier en armures, et une femme, dans le fond un paysage avec
des morts étendus par terre, en haut il vole un ange portant une épée. — 2 : la
Crucifixion, animée par de nombreux personnages, — 3: la Descente du Saint
Esprit. — 4: la Résurrection de Lazare. Pour chaque figure sert de cadre un
beau portique, richement décoré, style renaissance, et dans la partie du bas se
trouve une autre petite scène dont le sujet se rattache à celui du haut.
Beau Manuscrit très bien exécuté, et d'une conservation parfaite.
(Voir la pianelle).
{A Suivre). Leo S. Olscki.
>ooo« «««»»««» >»»)'i"""«»*''^'"oo<'«'
INCUNABOLI EBRAICI A FIRENZE
(Continuazione: vedi La Bibliofilia, voi. XII, pag. 464).
[ca. i486].
16. Profeti posteriori, col commento di R. David Oimchi (RaDaQ).
S. 1. e. a. [Soncino, ca. i486], in-fol. Edizione principe.
De Rossi 131, Hain 134 io, Proctor 7299, Steinschneider i, 162, Ginsburg
806, Freimann 114, Jacobs 40.
294 ce. (compresa una carta bianca fra Ezechiele e i Profeti minori ; non
è quindi esatta, pure non tenendo conto della carta bianca, l'asserzione del De
Rossi e dello Steinschneider che il numero delle carte sia 292), senza numera-
zione, ma con intestazione delle pagine ; spesso richiami ; segnatura K*"K, n"N.
t2"i<, e "ù"^. Carattere quadrato italiano per il testo (quadrato più grande per il
principio delle introduzioni), e rabbinico italiano per il commento, che è posto a
fianco e al disotto del testo ed ha per lo più 44 righe per pagina.
C. I, recto, bianco; nel verso l'introduzione di Qimchi, preceduta dai
versi che cominciano : ....* IHDJn l'?^'' T\1 ."IKlDi mi ; e, 2, recto, com. Isaia : e. 88,
recto, termina Isaia, coi versi del commentatore che com. D"'"1X '''?^n 1*N "''78 miX
*inD13K "hy^ ; e. 88, verso, e 89, recto, sono bianche ; e. 89, verso, introduzione a
Geremia, preceduta dai versi che com. : "inx "tX X: "11?^ ; e. 90, recto, com. Ge-
remìa ; e. 1 54, recto : pm 1 ""PNl ']'?jD ; poi un' aggiunta di Qimchi e i versi di
chiusa, che com.: KIH b)^'^'srv pnmrP [Vnn "1tt?K [V'rr 1113; e. 154, verso, e e. 155,
recto, sono bianche; e. 155, verso, introduzione a Ezechiele, preceduta dai versi
che com. : ÌK'^D: W in^tTS Dn'?K niNIO ; e. 156, recto, com. Ezechiele ; e. 223, verso,
' ubW ^)IÒ nSnn 'rXprn' IDD * d"?::';! DD ; e. 224 è bianca ; e. 225, recto, bianco ;
e. 225, verso, introduzione ai Profeti Minori, che com. : TlOp p P]DV [3 111 ItSS
....Q^Nn: Ti^r D^:t'0 minai ISDH nr I niDDH ; e. 226, recto, com. Osea; e. 294,
recto : n'^iy ^1^ nnr : D'7r:i On ; il verso è bianco.
INCUNABOLI EBRAICI A FIRENZE 223
A penna sono aggiunti qua e là i punti vocali, e talvolta anche gli accenti ;
pure a mano numerazione dei capitoli e correzione di errori (come a Jona, i, 8).
Censore: Gio: Dom.*^" vistorini 1609 (e. 294, recto).
O. (32239).
17. Altro esemplare.
205 ce. sulle 293 di cui consta l'edizione. Manca il libro d'Isaia. In Geremia
fra r ultima carta della segnatura 1 e la prima della segnatura H è posta per
errore del legatore l' ultima della segnatura 1. In Ezechiele manca tutta la segna-
tura n ; dopo il libro di Ezechiele non si ha la carta bianca che si trova invece
nell'esemplare precedente e nel seguente. Nei Profeti minori, la segnatura 1 ha
la prima carta scambiata di posto con l'ultima, e nella segnatura H la prima
carta è posta immediatamente prima dell'ultima. L'ultima carta del volume è
mutila, e per supplire la parte mancante vi è stata impastata dietro una carta
stampata con gli stessi caratteri, ma appartenente ad altro libro. Qua e là sono
aggiunti i punti vocali, talvolta soli e talvolta con gli accenti (Geremia, al prin-
cipio, Osea, Ilaphtaroth n^W e 2pV^ mm ; parte di Obadja e parte di Jona). Al
principio di Ezechiele poche note marginali manoscritte. Alcune lacune lasciate
dalla stampa sono supplite a mano (cosi Ger. 49, 6 e 15).
Laur. I. 2. 28 [4].
18. Altro esemplare.
291 ce; mancano in Isaia la prima e l'ultima carta della segnatura ì^, e
l'ultima della segnatura 1; si trova la carta bianca fra Ezechiele e i Profeti mi-
nori. Il nostro esemplare porta a mano la numerazione dei capitoli in Isaia e al
principio di Ezechiele, e alcune correzioni di errori di stampa.
Possessori : e. n K d' Isaia, recto : V'5:^ VV^n^ DnilH ^bv i^'^h ni<i7ì2^ nXH 'nb
i:«DO (da Fano) ; X""''? n'i2D^0a l"2i' «''"tN ^bv (da IMestre) (i) ; SkDI ^pbn'7 V^:n
m^n'? ^^Dr^ 'n [nt:D]''aa ; 'iinnaxDisa i":^' TLi^poia npr^ ^bv nKi'?^! pi<n 'n? (Moscato
da Fossombrone) ; e. K 2 d' Isaia, recto : ^V^ p '?KTvS^' 'iX (tre volte) ; e. ultima,
verso : pnn >pnn >:k in n^:nb ^rDr> 'n r\"b* TlSiid min' 'ODn '7KB1 ':'Xiati^ 'odd [^^3p
: Tix mnnn b^ ^^D iv ^rir - (Alatrino) ^:'^r^bi< b"? onnnx 'ì^^i r^:^ nì^bt;
La censura ha talvolta raschiato e talvolta cancellato con inchiostro i passi
incriminati.
Laur. I. 2. 28^'^ [5].
1487.
19. Salmi col commento di R. David Qimchi(RaDaQ). Napoli, presso Joseph
ben Ja qob Ashkenazi ; corretto da Ja qob Barukh ben Jehuda Landau,
finito di stampare il 4 Nisan 247, pari al 28 marzo 1487. in-4°.
De Rossi 48, Hain 8346*, Proctor 6728, Steinschneider 2, Ginsburg 807,
Freimann 115, Jacobs 46.
(i) Un Elia da Mestre abitava a Porli (Benjacob, cngcn IlilN. 'S- 5oo) ; troviamo inoltre
un Eliahu ben Izchaq da Mestre come possessore del ms. Par, 1013.
2 24 UMBERTO CASSUTO
ii8 ce. (compresa una bianca alla fine; lo Steinschneider ne computa 117,
perché nel suo esemplare sarà mancata la carta bianca ; bianco è pure il recto
della prima carta) ; senza numerazione né richiami (segnatura i;3"K) ; carattere qua-
drato italiano con punti per il testo, con carattere più grande, di tipo tedesco,
per le parole iniziali di alcuni salmi, e rabbinico italiano per il commento, che
è posto a fianco e al disotto del testo ; numero di righe variabile. Al principio
del testo ornato in legno.
Come è noto, questa edizione dei Salmi non è che una parte della intera
edizione degli Agiografi le cui altre parti descrivo ai n.' 21-22 e 23-24; se non
che è opinione comunemente accettata dai bibliografi che sia stato stampato per
primo il volume II, contenente i Proverbi, quindi il volume III, cioè Giobbe e
i libri successivi, e poi il volume I, cioè questa edizione del Salterio. Cosi infatti
potrebbero conciliarsi le date apposte al volume III (9 Tishri 247 = 8 Set-
tembre i486)(i) e al I (4 Nisan 247 = 28 marzo 1487); il secondo non reca
data. Questo procedimento sarebbe strano, ma non impossibile ad ammettersi ;
di casi consimili abbiamo esempi nella edizione principe della Mishnà col com-
mento di IMaimonide, Napoli 1492, in cui fu stampato per ultimo il D'^lTlp "llD,
come avverte lo stesso editore, e, a quanto mi pare, nella edizione principe della
Bibbia, Soncino 1488 (v. quel che osservo al n." 25). Però, dalla soscrizione di
questo nostro volume, che appunto per ciò riporto testualmente in gran parte,
resulta senza dubbio che i Salmi furono stampati />er primi fra gli Agiografi. I
volumi si saranno adunque seguiti nell'ordine oggi consueto dei libri biblici: prima
i Salmi, poi i Proverbi, poi Giobbe e gli altri Agiografi. Per rendersi ragione della
data bisognerà supporre che nel terzo volume, finito di stampare nei priììii giorni
dell'anno ebraico, il tipografo sia incorso, come suole avvenire spesso, nella svista
di indicare la data dell'anno da poco trascorso, e che in luogo del Tishri i486
si tratti invece del Tishri 1487.
C. I, recto, bianco; nel verso l'introduzione del commentatore: p in "l^K
....D^:pr nnrr n^ bv nr iidd I nriD *?Nnr' ■['?3 ti ^d b"'^ '^mnn nax * nicon ^nap ppr ;
e. 2, recto, com. il testo e il commento; e. 117, verso, soscrizione del tipografo,
che com. : ...."^Nl^^' H'tX DH'tN H "IllD, e dopo avere esposto delle giustificazioni
per la presenza di alcuni errori nella punteggiatura, continua : 1Xjk!2' DX Dj^3X....
^n»pn nxnn t^icnV* mpnnnn irr: nnar ! r u''\^Dr\ nx::» pyn w^iv^ nn nw^ m
^n'hbv^ piD mrp3 e^Sin nsp I nns* D>*nn 'nspn Dp'm!3 t,t nnri * npr^ *^iv^ m ika!3'
ntrx nx d'^d':' iìdp I n^vn' "ii!:n!2 rp3:i i:n^ z'*iz' 'tn Dn:i irrr Dina «::♦: i:n:Ni
5sn' I pi cnniitJ nnr nnix^nn nv p^nro ngp '73 •nts:'? n*?":." irì^n 'n |*Dni irnn'rn
I nsK'?^ bv ppin nn:n px: * [tss ntsxi nnp prm x'?:r3 x'tsrm pmax pip p xiri
I * 'b^^ì<J no nnr ini:n!:n ^r:Drx ^r xi:'? r^'[^•r? i''nn''t3 p -[inn npr* pn^^S-in p^p r\r[jnr\
pnya Di'?: nx**:." p^: nn*? w^i" i n",t2"r n:r Li'-jvbv pir*? nSin p''?nn ncp p*?::»;! CH
(i) Il De Rossi, non pensando che il mese di Tishri cade nella prima parte dell'anno
ebraico, corrispondente agli ultimi mesi dell'anno civile precedente a quello con cui coincide
nella sua maggior parte lo stesso anno ebraico (errore che altre volte egli rileva presso altri),
fa inesattamente corrispondere il Tishri 247 al settembre 1487, e allora la difficoltà sarebbe
evitata.
INCUNABOLI EBRAICI A FIRENZE 225
♦nnn "td (i. 'on) 'sn «mii '7'7ina (i. ':'n:n) '?n:in
A mano è aggiunta una numerazione dei Salmi, non senza errori ; e sono
pure aggiunte a penna numerose e lunghe postille marginali.
Il nostro esemplare è legato in un solo volume col n.° 21 e col n.° 23, for-
mando con essi un tutto unico.
Possessori : (i) (Pinzi d'Arezzo) ^)i^ rn«a '2:^0 ':'N1tr^ YODl VnX» '2£Ì^D ^NDI ^^^ ;
mx» Sxsn *'?tr nxi'rai pxn 'n'? ; YDn (sic) "^-r na':'t:^ '^tr^ nxibai pxn 'n"?
(ripetuto) >»'?KpO i'T ?]DV ; « Questo lib." è de Salamon Yì da Caglia fig." de Josef
Caglia heb." in Anco(nco)na » ; « iosef caglia heb." in Ancona » (a carte i, recto ;
le prime due note sono cancellate) ; 1"^^ n'?J7il ÌT^WÌl ^t^lV ^:ìb^ nSl"?»! Y'^i<r\ 'ìlb
rCr^bì ■^''rXpa ?]DV na'rt^ (a carte 2, recto); DIID p Dl^t^ '?J<iat£> ^"3^ ':'K-|t:^> 3pP^ ^2K
(2) 1"2:' (al n." 23, fine di Giobbe).
Censori: Revisus per me Laurentium Franguellum 1575; Fr. Hippolitus
purgavit 1601 (alla fine del n." 23). Nei Salmi la censura ha esercitato ampia-
mente il suo ufficio, cancellando molti e spesso lunghi passi del commento.
C. R., M. 1440 [6*].
20. Altro esemplare.
Piccolo frammento, constante di sole quattro carte, che contengono Ps. 72,
ig_73, 15 ; 78, 9— 33 ; 80, 5 — 81, 6 ; 87, 4— 88, io. Margine più piccolo di quello
dell' esemplare precedente. I Salmi sono pure qui numerati a penna, con errori.
C. R., M. ; non numerato [7].
2 1. Proverbi col commento di 'Immanuel ben Shelomò (indicato qui erro-
neamente col nome di 'Immanuel ben Ja'qob). Napoli, presso Chajjim
ben Izchaq ha-Levi Ashkenazi. s. a. [1487]. in-4°. Edizione principe.
De Rossi 133, Hain 8346\ Proctor 6727, Steinschneider 162, 1058, Gin-
sburg 810, Freimann 115, Jacobs 43.
104 ce, senza numerazione né richiami (segnatura 3'-^); carattere qua-
drato italiano con punti per il testo, e rabbinico italiano per il commento, che
sta a fianco e al di sotto del testo; numero di righe variabile. Al principio del
testo ornato in legno.
C. I recto, com. l'introduzione del commentatore: V? ^pV "l''^ "r^^l^ay I^K
....'bv 'n^b^ì^:n b3^ rma^p: mi ^v ^i^n nn^ nn«; nei verso com. il testo e il com-
mento; e. 104 recto: nntt^H ''?2:? '?Ki2»r li^m» ^D^^^ iii^n ms^nn dv 'ì^ì^ nso u'?m
n:Dt:>K >i'rn pn-a^ in Q»»n 'ix I [Ok mx'? ^'?:i r^^ai 23^^b mx'. ii verso è bianco.
Vi è numerazione manoscritta dei capitoli, non senza inesattezze. Alcuni
versi omessi nella stampa sono stati suppliti a mano (così 14, 12; 15, 26-27).
(i) Sui Pinzi d'Arezzo v. Mortara, Indice, p. 22-23, /ezuisk Encyclopaedìa, s. v. Pinzi,
voi. V, p. 389, e Revue des études jinves, voi. X, pp. 184, 190, 192.
(2) Rabbino a Pesaro nel secolo XVIII (Lampronti, pni' Ine, lettera -D, Lyck 1866,
p. Xi"i ; Mortara, Indice, p. 8").
226 UMBERTO CASSUTO
Per i possessori e i censori v. il n. 19; la censura però non ha cancellato
quasi niente nei Proverbi.
C. R., M., 1440 [6-].
22. Altro esemplare.
Laur., I. 2, 31 [6].
23. Giobbe col commento di R. Levi ben Gershon (RaLBaG); Cantico
dei Cantici ed Ecclesiaste col commento di R. Shelomò Izchaqi
(RaSHI); Threni col commento di R. Joseph Kara ; Ruth, Esther'
- Daniel, Ezra, Nehemia, Cronache, col commento di R. Shelomò
Izchaqi, Napoli, presso Shemuel ben Shemuel Romano, fin. di stam-
pare il 9 Tishri (non Marcheshvan. come ha lo Steinschneider, da
cui Proctor: 8 Oct.) 248. pari al 26 settembre 1487. (È stampato
247 = i486, ma vedi al n". 19). in-4". Edizione principe.
De Rossi 52, Hain 8346', Proctor 6726, Steinschneider i, Ginsburg 811,
Freimann 115, Jacobs 43.
48 -j- 8 -j- IO -}- 44 -|- 40 ce, senza numerazione né richiami, (segnatura
1 " N, etc). Le carte 49 recto, 56 verso, 66 verso, 112 verso, sono bianche.
Carattere quadrato italiano con punti per il testo, e rabbinico italiano per il
commento, che è posto a fianco e al di sotto del testo ; numero di righe varia-
bile. Al principio di Giobbe e del Cantico dei Cantici ornato in legno.
C. I, recto, com. l'introduzione del commentatore:' >'7K'i:n"lD airi: p ^^b "1 "lOK
... 3VS 1DD b'i I n^n neon IXa*? irxn r^::^■, e. 2, recto, com. il testo e il commento;
e. ultima, verso: ^\^*2*^^ Ì22 D^t'H irminsD i^i^ iHN n'?Mn n^an ^^ irs nnntr»
n:ii<b^ nDN'?,t3n d'^^h^ i:*? nmrr hm "iirs i^n*^ I [dk ^^^ in'?3 ps *d in'nr'? on^ 'Ì2
\si3t:? n^ bv ^"tidx] sn^sn Tirn I n ^bi<b "io? n:^ D^:n^Kn m^n nn*? r\vvr\2 "[^pr[
nnm n'^vb piic'? *'?3; in ^nn «iri \n* I b^'i xtsints "rKit^i:» 'nx t^d p 'k^^?"""
In luogo di Joseph Kara lo Steinschneider ha, certo per errore di stampa,
Jos. Karo; è però esatto s. v. Josef Kara; ma ciò non toglie che l'errore sia
stato riprodotto di recente da A. Cohen, Hebrew Inauiabula in Cambridge, in
Jewish Oicarterly Review, voi. XIX, p. 747. In altre inesattezze sono incorsi i
bibliografi riguardo alla data della nostra edizione; così il De Rossi, che pur
accettando la data 5247, la fa corrispondere al 1487, senza pensare che il
Marcheshvan è uno dei mesi che cadono nella fine dell'anno civile, e che quindi
il 5247 corrisponde in questo caso al i486; e il Jacobs, che ha 8 settembre
anziché 8 ottobre.
Nel libro di Giobbe si ha una numerazione manoscritta dei capitoli. Alla
fine dello stesso libro una lunga postilla manoscritta, poi una nota di altra mano
col nome, già ricordato, di Ja'qob Israel ben Shemuel Shalom Bemporad. Alcune
correzioni marginali manoscritte si hanno nel libro di Daniel.
INCUNABOLI EBRAICI A FIRENZE 227
Per i possessori e i censori v. il n. 19; qui però la censura non ha can-
cellato alcuna cosa.
C. R., M. 1440 [6-^].
24. Altro esemplare.
I
Questo esemplare è mutilo in fine, arrivando solo fino a II Chr., 24, 5
(D'ISt l"ini3 K*?!). Alcune parole omesse per errore nella stampa sono state sup-
plite a mano.
Alla fine vi hanno le note dei censori, pressoché illeggibili per essere l'in-
chiostro quasi totalmente svanito: Fra Gir. da Durazzano 1641; Revisto per mi
fra Luigi da Bologna 1601.
Laur., I. 2. 30 [7].
1488.
25, Bibbia. Soncino, Jehoshua' Shelomò ben Israel Nathan Soncino, per
opera di Abraham ben Chajjim dei Tintori da Pesaro, abitante in
Bologna, fin. di stampare il martedì 1 1 Ijar 248, corrispondente al
22 aprile 1488. in-fol. Edizione principe.
De Rossi 54, Hain 3029, Proctor 7305, Steinschneider 2, Berliner 26,
Ginsburg 820, Freimann 114, Jacobs 51.
380 ce. -}- 4 bianche, senza numerazione né richiami; segnatura T~i^> ;iD"X;
n"i<; D"X; N'"l; le pagine hanno intestazione col titolo del libro o della sezione;
carattere quadrato italiano con punti vocali e accenti, più grande per le parole
iniziali dei libri e delle sezioni ; due colonne (eccetto poche pagine a una sòia
colonna) e 29-31 righe per pagina. Ornati in legno al principio di alcuni libri.
C. I, il recto é bianco; al verso com. la Genesi; e. 100, verso (fine del Pen-
tateuco) : D'Dnn niTK nia':':!^^ rais nntt^rn ìr^ipn minr riDx'?» o'pti^m I prnn:i pìn
[n: 'TNitr^ 'r'^i^n Donn naSii k">^' r^^b^ vv^:^^ ibi iKioan I ^N^tr^n nnn pnn':'
yvurì r iv \:^p •^is'? non n:tr "i"« trìn"? ntry I inxn (sic) ^^^^^^ qv nvn yiib'
nn n^D'Q pxa D^pin5:n p iì om iódì I x^n» onniK ppinan [OiKn mnetrao
li'2ÌjlD3 pprij r!"jl'nn3;c. loi, recto bianco; loi, verso, com. Giosuè; e. 384,
recto, 1^ col., ptrinil p*n; 2"^ col. e verso bianco.
La soscrizione che, come abbiamo visto, si trova alla fine del Pentateuco,
con la data del martedì 11 /Jar 248 (non Adar, come ha erroneamente lo Stein-
schneider, cui seguono il Freimann e il Jacobs, che riferiscono la data del 23 feb-
braio, mentre per contro già il De Rossi e poi il Berliner hanno esattamente
Ijar (i)), deve senza alcun dubbio, come resulta dalla espressione DDK'pa o'^t^m
nia':'^! J^niX On^Pn '^Ipn nil^V, riferirsi all'intera opera, e non, come intende
lo Steinschneider, al solo Pentateuco ; il De Rossi invece anche qui è esatto (2).
(i) Ginsburg, pur leggendo Ijar, fa corrispondere la data ebraica al ij febbraio dell'anno
civile.
(2) È però da correggersi la sua trascrizione in quanto che lascia fuori il nome n07B'
dopo quello di yriH''; c'rtrT:! per c'72'm è mero errore di stampa.
228 UMBERTO CASSUTO
La strana collocazione di questa soscrizione mi sembra possa agevolmente spie-
garsi supponendo che il Pentateuco sia stato stampato per ultimo ; ciò ci da-
rebbe modo di comprendere pure come mai la prima pagina del libro di Giosuè,
inizio in tal caso dell'edizione, sia adornata di un ampio e ricco fregio.
Il De Rossi e lo Steinschneider fanno ascendere il numero delle carte
solo a 380; a quanto pare i loro esemplari sono sprovvisti delle carte bianche
che ha invece l'esemplare del Manzoni (carte 384) e anche il nostro. Esse sono
così disposte nel nostro esemplare: fra il Levitico e i Numeri, fra i Profeti minori
e i Salmi, fra Giobbe e il Cantico dei Cantici, e fra Esther e Daniel. L'ordine dei
libri biblici è nel nostro esemplare, diversamente da quello delle copie descritte
dal De Rossi e dal Berliner, lo stesso delle edizioni moderne ; non è però un
ordinamento originario, come si vede dalla segnatura, che da Giobbe continua
in Daniel. Le carte hanno una numerazione manoscritta in cifre arabe, di dieci
in dieci; questa numerazione giunge però a 393, per un errore di io in più fra
140 e 160, e un altro di i in meno fra 230 e 240. Qua e là è aggiunta a mano
anche la numerazione in cifre arabe dei capitoli (i Salmi sono divisi in 171 ca-
pitoli); in alcune pagine si ha l'intestazione manoscritta in latino. Le lettere
della parola iniziale dell'Esodo e dei Numeri sono state accuratamente riempite
in rosso; quelle della prima parola dell'Ecclesiaste sono state cominciate a riem-
pire in verde. Al principio del Deuteronomio, la prima parola, che lo stampatore
aveva lasciato in bianco per dar modo di disegnarla con ornati, è stata infatti
elegantemente supplita in rosso e nero. Altre volte invece è rimasto lo spazio
bianco vuoto. In principio alcime note manoscritte, marginali e interlineari, di
un ebraista cristiano; poche altre postille di altra mano altrove.
Possessore: Còvétus Seti. Marci de Florètia (e. i, recto).
Naz., B." R.'. 4. 2. 7. Provenienza: Laurenziana, 1783 [4].
26. Altro esemplare.
Le carte bianche sono qui tre, anziché quattro come nell'esemplare prece-
dentemente descritto, e si trovano: fra il Levitico e i Numeri, fra i Profeti
minori e il Cantico dei Cantici, fra Giobbe e Daniel ; il numero totale delle
carte è dunque 383, pari a quello dato dal Fabricy. Gli Agiografi sono nel nostro
esemplare collocati come segue: Meghilloth, Salmi, Proverbi, Giobbe, Daniel,
Ezra (con Nehemia), Cronache. L'ordine dei libri biblici è quindi diverso non
solo da quello delle moderne edizioni (con cui concorda invece, come abbiamo
veduto, l'esemplare della Biblioteca Nazionale), ma anche da quello dell'esem-
plare del De Rossi, che ha le Meghilloth dopo il Pentateuco, e da quello del-
l'esemplare del Berliner, che dopo i dodici Profeti minori ha Daniele. Le carte
sono numerate a lapis di cinque in cinque (solo le prime dieci sono tutte nume-
rate); secondo questa numerazione però esse figurano solo come 379 anziché
come 383, per un errore di 4 in meno commesso dopo il 335, essendo questo
numero stato preso per 331. Spesso si ha una numerazione manoscritta dei
capitoli, in cifre ebraiche (Pentateuco, Primi Profeti, Isaia fino a 26, Salmi fino
a 51), o in cifre arabe (parte del Deuteronomio, Isaia da 27 in poi. Geremia,
Ezechiele, Profeti minori, Cantico dei Cantici). In Samuele e in Re è indicata a
INCUNABOLI EBRAICI A FIRENZE 229
mano la divisione in due libri (in principio D'2t^ inix'? \^p^r]ì2 e al punto della
divisione "^W p^H). Qua e là anche titoli e intestazioni in latino. Al principio
di Osea si trovano varie note marginali e interlineari di un ebraista cristiano,
indicanti la radice e la traduzione latina di parecchie parole ; così anche in Ruth,
al principio dell'Ecclesiaste e al principio dei Proverbi. Poche altre note mar-
ginali, ebraiche o latine, altrove.
Laur., K. 2. 862. [9].
27. ^"^D (Sepher Mizvoth Gadol) LiÒ7'o dei precetti maggiore, di R. Moshe
ben Ja'qob da Coucy. S. 1. [Soncino], Gershom Soncino, fin. di stam-
pare il 15 Tebedi 5249, pari al 19 dicembre 1488. in-fol.
De Rossi 61, Hain 9796, Proctor 7306, Steinschneider 1797, Freimann 114,
Jacobs 55.
loi -j- 178 ce. (ne manca in principio una bianca, che è computata nella
segnatura; bianco è pure il verso della loi, il recto della 102, e il verso del-
l'ultima), senza numerazione né richiami (segnatura 3"K;33"N); carattere qua-
drato italiano, più grande per le parole iniziali ; 2 colonne e normalmente 48 righe
per pagina. Alcuni ornati in legno.
C. I, recto: l'epigrafe di versi biblici: •-"[niin ^n^Hi^ H»; poi l'introdu-
zione: -D'r'irn piK 'DO min bl'^p I nt»», e l'indice dei precetti negativi; e. 8,
verso, com. i precetti negativi: --'n^nan m':'^':' >^bv nait^Xn I nTlTOn ; e. loi,
recto, fin.: liQ» r"l3n I K*?! nOXat!^ ; e. 102, verso, l'epigrafe di versi biblici: by^
•••*n':'Drn na'ra, poi l'introduzione: •••Tiaipn "123 I npr p rWÙ ^l^n, e l'indice
dei precetti affermativi ; e. 106, recto, altra introduzione: •—n'r'iyn HK iTDpH X"13^3 ;
e. 106, verso: n:it!^K"in m^con; e. 279, recto: r\^yn HD^T H^inj^ HDN'^an ubnr\'\
'tcrtcrn p|'7X'? I *i2"a-i n:trn o'r'twi nnc^nan rbv^ ^t£^D2 nona nti^KD I np^ma nppira
ynr ntra n"nn p d^^^i: ns: i:n -h^ fn: -w^ I ntr^iri laix ':'«':' nnt^ nrt^n ntt^p nironn
Esemplare incensurato.
C. R.; T. T. II 00. [8].
1490.
28. nprnn T (Jad ha-Chazaqà). La Mario forte, compendio rituale di
R. Moshe ben Maimon (RaMBaM). Soncino, Gershom Soncino
(correttore Eli'ezer ben Shemuel), fin. di stampare nel novilunio di
Nisan 250, pari al 23 marzo 1490. in-fol.
De Rossi 70, Hain 10523, Proctor 7308, Steinschneider 1870, Berliner 32,
Freimann 114, Jacobs 71, Porges, Zeitschrift fur hebraische Bibliographie, Ylll,
P- 58-59-
380 carte, comprese la 292 e l'ultima, che sono bianche, e la 52, che ha
il recto bianco; non 367, come hanno De Rossi e Steinschneider, né 376, come
ha Berliner; la segnatura è : ntSD'XtaD; S2D-n; (insieme; 12 carte in tutto) tV. iTS;
Q-K'?; K. Senza numerazione né richiami; due colonne e 53-54 righe (talvolta
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 5'-6» 29
UMBERTO CASSUTO
anche un numero differente) per pagina. Carattere quadrato italiano piccolo per il
testo; due più grandi per i titoli. Vari fregi e iniziali ornate in legno.
C. I, verso, poesia e prefazione dell'editore (pubblicate da Porges, 1. e);
e. 2, recto: "['mi^a '?3 ^i< ^*i2'3n3 n3X i<b ?N; quindi com. l'introduzione dell' A.:
-TOn nVÌ^^ i:n^:t? I nil'iSn "tD; c 8, verso, com. l'indice; e. 12, recto: nSD
rian ISD Kim l ptrxn; verso: ptrs-lp-iD; e. 379, verso: Ti n3K'?2 HDK'^On b^ D'rtrm
n^tr fD^: nn (O 'vn in!3'?rn (sio x^nm 'r^ntr' 'yvb I nr^ nirr nrK np^nn t'm km
.'?5r"r S^Lt^tr '212 i^V'ìh I n':an i^r5:n dk: bi<b nmm nnc^ :n"i'
IManca, come in quasi tutti gli esemplari conosciuti, la prima carta, con
la prefazione dell'editore; l'esemplare è mutilo anche in fine, terminando con la
carta contenente il principio di '73K niD'^'n, la quale è pur essa mutila inferior-
mente. Alcune, ma non tutte, delle carte mancanti alla fine sono poste per isbaglio
nella segnatura *':', La prima carta della segnatura flb è per errore posta avanti
all'ultima della stessa segnatura. Alcune poche postille in ebraico e altre in
italiano. Qua e là intestazione manoscritta delle pagine. x\lcuni fogli sono stati
tagliati dal legatore anche nella parte stampata.
Note di possessori: Graziadio Passigli (in coperta); [Questo] libro è dime
Salomone [.... d]i Firenzze del anno 1823 (foglio di guardia anteriore); pbìlb VZn
y'2f> ^'^'DKS iT'^K 'OD ; n:r "^K^:! ; r^:V bi^'Zl 'b'C ISOn n? (e 2, recto; l'ultimo anche
a e. 52, recto).
Nota di prestito : m'?n 'PS'Pl'n T'3n 111 T'OD yx IIX nn'? '1 '2 QV 'VH
n\i' iSDH imx n2T i^b dki imi:'? "rnsK ^in bj for (giuiii) '^i^^bv n^iatr "iddh n? iv
nn*? aiN "td b^vv n'^'^pi nt^mn "r^ts ix^i'in'? 3"n 'pxD^ts n",!2D3 'n^r y"22 ':ki i'?tr
'T nTn3!3 'r\*2r\n\ 'r\2n2 \S3*!3 ■i"!23n 'nntr ^:x - 'br poD: :ns '?d p lyns'ri v'^y
Dn:ì3 -i!232 Tpr^ 'ncxi nn n"3a \nnr ':2n r!23 (e. 292, verso).
C. R. ; T. T.; Dono di Shemuel Chaj Rephael Chajjim Castelli, 1795 [io].
29. Altro esemplare.
Questo esemplare ha solo 220 carte, compresa quella bianca, che è la 292
dell'opera completa (mancano i libri I-V; la prima carta esistente porta la fine
del quinto libro e il principio del sesto; manca anche la carta bianca in fine).
Esemplare incensurato, talché il noto passo del cap. XI di D^D'?3 m3'?n
m!3n':?31 riguardante Gesù e Maometto, che negli esemplari del Berliner e del
De Rossi era stato tagliato via, qui è rimasto intatto. Prima dell'ultima carta il
legatore ne ha posta per isbaglio una di b2i< m^Sl. Nella prima carta, nel
margine superiore e inferiore: « Rabeno IMosè bar Maimon ».
Possessore: HJlC^plp ?]DV (e. ultima, verso).
C. R.; T. T. 1185 [9].
(i) De Rossi legge erroneamente'""- e intende quindi, male: die X\'I primi niensis nissàn.
(Continua) UMBERTO CaSSUTO.
~M9a"-
NOTIZIE 231
NOTIZIE
L' edizione monumentale della " Divina Commedia „ che la nostra casa editrice ha
preparata per il cinquantenario del Regno d' Italia, è stata or ora felicemente compiuta col
proemio di Gabriele D' Annunzio che ha suscitato un vero entusiasmo per 1' insuperabile ma-
gnificenza d' idee e la prosa veramente numerosa del nostro maggiore poeta. Non è questo il
luogo di parlare del nostro volume che alle Esposizioni di Roma e di Torino è fatto oggetto
dell' ammirazione degli intelligenti, ma vogliamo solamente rispondere a quei pochi — i quali
trovarono unicamente nel lusso dell' edizione il motivo di una critica ironica e maligna, — che
si sono ingannati ritenendo che in Italia non vi siano amatori che possano o vogliano permet-
tersi il lusso di acquistare un' edizione di Dante a 500 e meno che meno a 3000 Lire ! Per la
loro pace dichiariamo che dell' edizione membranacea non furono tirati che sei esemplari, e
che tutti questi furono collocati in un batter d' occhio ; tre rimangono in Italia e tre vanno
all' estero. In questi giorni ci giunsero numerosi telegrammi con cui bibliofili italiani desi-
deravano assicurarsi esemplari da 3000 Lire, ma dovettero invece accontentarsi di esemplari
cartacei da 500 lire e passare dalla classe dei pochi Nababbi letteratisshni a quella dei pez-
zenti come un giornalista ebbe il dubbio spirito di battezzare — tutta bontà sua ! — gli
acquirenti della nostra edizione. Secondo poi il parere d' un altro critico, non dovrebbesi pub-
blicare alcuna edizione di lusso dal momento che gli stessi testi possono aversi per pochi
centesimi : orbene, noi, nel pensare e nel procurare le nostre edizioni non abbiamo veramente
mai fatto alcun assegnamento su persone animate da cotali idee, che sono diametralmente
opposte a quelle dei bibliofili alla cui classe quelle persone, certamente, non possono apparte-
nere ; per coerenza, il nostro critico non avrà naturalmente ancora perdonato a Lorenzo di Nicolò
della Magna la pubblicazione della lussuosa sua edizione di Dante, né al Bodoni, né allo Zatta, né
ad altri editori bibliofili antichi e moderni un si inaudito peccato. Le innumerevoli testimonianze
eloquenti di plauso che ci pervennero da ogni dove allorché pubblicammo il manifesto della no-
stra edizione, e 1' entusiasmo universale con cui questa viene accolta ora, a lavoro compiuto, ci
ricompensano del resto assai largamente delle fatiche felicemente superate dell' ardua impresa.
L' educazione del libro. — Con questo titolo il prof. Guido Biagi, 1' illustre bibliotecario
della Laurenziana di Firenze, pubblica un articolo interessante nel Corriere della Sera, inspi-
ratogli dalla visita della Mostra del libro e del giornale dell' Esposizione di Torino. Quantun-
que r arguto osservatore e scrittore non abbia voluto svolgere le sue idee in forma pedago-
gica, pur ci pare che le sue osservazioni ed i suoi consigli abbiano un eminente valore
pedagogico e meritino di essere presi in seria considerazione ed anche seguiti dai pedagogisti
italiani ; tanto più che 1' illustre nostro amico prof. Biagi dichiara che il libro, anche se presen-
tato nella sua forma più attraente, è tale un arnese per il quale il popolo italiano prova una
repugnanza istintiva ed invincibile. Egli crede di trovare la ragione di ciò nel fatto che in
Italia s' è avviata alla meglio — o alla peggio — 1' istruzione della scuola, ma non si conosce
affatto e non si pregia 1' educazione del libro, e cerca di dimostrare con fatti storici, politici
e religiosi perché in Italia la ripugnanza al libro è antica e tradizionale. Se non possiamo
annuire incondizionatamente a tutti i punti dell' interessantissimo e succoso articolo, crediamo
però che la voce autorevole dello scrittore non debba rimanere vox clamantis in deserto come
avviene quasi sempre quando un personaggio, sia egli pure di indiscutibile autorità, la fa risuo-
nare dalle colonne di un giornale quotidiano e specialmente in un momento si agitato come
il presente. E per questa ragione appunto abbiamo creduto particolarmente doveroso richia-
marvi r attenzione di chi ha interesse al divulgamento dell' educazione del libro in Italia.
Un bibliomane nell'imbarazzo. — Augustin Filon narra nei Débats di una curiosa discus-
sione avvenuta in questi giorni in Inghilterra a proposito di un libro rubato dalla biblioteca
dell' Università di Cambridge. Il dottor Jessopp è da molti anni rettore di una parrocchia vi-
232 NOTIZIE
cina ad Oxford, ed è nello stesso tempo autore stimato di numerose opere in cui la fanta-
sia si alterna con 1' erudizione. Egli ricevette, or non è molto, la visita dell' illustre bibliote-
cario dell' Università di Cambridge, Jenkinson, al quale desiderava mostrare i suoi libri, e forse
rimpiange anche oggi di aver avuto questa idea perché il Jenkinson nel corso della sua visita sco-
pri in uno scaffale un volumetto « non più grande d' un libro da Messa per signorina », se-
condo l'espressione del dottor Jessopp, e disse al bibliomane stupefatto: « Ecco un libro che
ci appartiene ». « Ci » voleva dire la biblioteca di Cambridge, il cui timbro, un antico timbro
non più in uso, appariva ancora sul titolo. Il volumetto stampato a Lussemburgo nel 1619
portava come nome d'autore quello di John Roberti, edera una specie d\ pamphlet contro la
dottrina, allora in voga, del magnetismo animale Qui comincia il dramma intimo, l'angoscia
di coscienza, la tempesta sotto il cranio del vecchio bibliomane. S' intende, egli era al riparo
da ogni sospetto. Ma che doveva fare ? Rendere il libro rubato al deposito venerabile cui aveva
appartenuto e dal quale era uscito per qualche misterioso incidente ? Ma allora, egli stesso sa-
rebbe rimasto derubato. Non poteva ricordarsi come fosse diventato proprietario del libriccino.
Sapeva di possederlo da trent' anni ; 1' aveva comprato ed era suo come tutti gli oggetti della
sua casa. Se il volume fosse stato cambiato dalla biblioteca stessa ? Il dottor Jessopp espose
aWAthenaeum il tumulto dell' anima sua e chiese consiglio. Le lettere piovvero. La controver-
sia si accese. « Conservate il volume » gridavano gli uni. « Restituitelo subito ! » gridavano
gii altri. Un vescovo cattolico, senza consigliare positivamente la restituzione, dava al dott. Jessopp
una lezioncina facendogli osservare che un cattolico romano non avrebbe esitato e si sarebbe
subito fatto un dovere di deporre il volume nelle mani del legittimo proprietario. Un uomo di
legge, invece, considerando la quistione dal punto di vista del diritto comune, si pronunciò
contro la restituzione. Alcuni corrispondenti si scagliarono contro le biblioteche e i bibliotecari
che si lasciano trascinare a vendere come cartaccia tesori letterari e tipografici. Il buon
Jenkinson scattò, dicendo che la biblioteca di Cambridge non aveva venduto più nulla fin dal-
l' anno 1557, in cui la Riforma fece un « autodafé » nelle università. A farla breve, il plebiscito
fu contrario alla restituzione ; ma il Jessopji restituì il liliro lo stesso.
La " Divina Commedia „ in francese ed in inglese. — Paget Toynbee, il noto dantista,
manda al Ti>ncs una interessante statistica desunta in parte dalia sua biblioteca privata, in
parte dal catalogo del Cornell, in parte dalla Bibliografia Dantesca del De Batines, delle tra-
duzioni di Dante in inglese ed in francese. Il numero totale delle traduzioni dell' intero poema
dantesco in inglese è di venticinque, delle dieci sono in terza rima, sei in versi sciolti,
cinque in prosa e quattro in vari metri. Vi sono inoltre ventuna traduzioni indipendenti del-
l' « Inferno », sei del « Purgatorio » ed una del « Paradiso », in prosa. In tutto si hanno cosi
buarantasei traduzioni inglesi dell' « Inferno ». trentuna del « Purgatorio » e ventisei del
« Paradiso ». Le traduzioni francesi di tutto il Poema sono venti ; oltre a quattordici indipen-
denti traduzioni dell' « Inferno », una del « Purgatorio » e due del « Paradiso » Si vede
da queste cifre che la superiorità numerica delle traduzioni di Dante spetta agli inglesi ; ma i
francesi, secondo il Toynbee, rimangon sempre superiori nelle priorità delle traduzioni stesse.
La più antica ricordata traduzione inglese di tutto il Poema, quella di William Huggins che non
ha mai veduto la luce, non fu compiuta se non verso il 1760 ; la più antica traduzione stam-
pata di tutta una Cantica, quella dell' « Inferno » per opera di Charles Rogers non apparve
se non nel 17S2 ; mentre la prima edizione inglese stampata della Comuiedia intera, quella di
Henry Boyd, fu pubblicata solo venti anni più tardi, nel 1S02. Delle traduzioni francesi, invece,
una, quella di Francois Bergaigne in terza rima, fu completata quasi certamente nel 1524 ;
mentre altre due furono fatte nello stesso secolo, ed una di esse, quella del Grangier, fu pub-
blicata in Parigi nel 1596-97. Più tardi fu stampata una anche più antica traduzione dell' « In-
ferno », che alcuni dotti hanno assegnato al secolo decimoquarto, ma che, assai più probabil-
mente appartiene alla fine del secolo decimoquinto. La Francia può anche vantare una tradu-
zione dell' « Inferno » del secolo decimosettimo, e due versioni del Poema intero del secolo
NOTIZIE 233
decimottavo, oltre ad altre due versioni dell' « Inferno » appartenenti a questo stesso secolo. I
francesi, perciò, entraron nel campo dei traduttori di Dante, — se si prescinde da quei frammenti
che furono resi in certo qual modo dal Chaucer, — due secoli e mezzo prima degli inglesi. Questi
ultimi però, durante i cinquanta o sessant' anni più vicini a noi, hanno sorpassato i francesi ed
occupato il loro posto nello studio di Dante, come lo dimostra anche una nuova traduzione
della Commedia compiuta ed edita in questi giorni da C. E. Wheeler, in tre volumi ed in
terza rima, traduzione che ha indotto il Toj-nbee a pubblicare le sue noterelle statistiche.
L' attività del " British Museum „. — Da un rapporto dei direttori del British Museum
risulta che durante V anno scorso 1' importante istituto fu visitato da 739,837 persone, con un
aumento di 33,000 visitatori in confronto dell' anno precedente. Durante le domeniche nelle
quali il museo rimane aperto lo visitarono 69,733 persone. Della biblioteca si giovarono 219,274
lettori con un aumento di 2300 sull'anno precedente.
Nella sala riservata alla consultazione dei giornali lavorarono durante 1' anno 19,300 per-
sone, con una diminuzione di 2100 in confronto dell' anno precedente.
Durante l'anno il museo comperò 26,063 libri, 2149 carte od atlanti, 2545 libri orientali, ma-
noscritti o stampati, 4926 disegni o stampe antiche di valore storico o dovuti ad artisti celebri.
Si arriccili pure di 617 reliquie egiziane, assire e babilonesi, di 410 reliquie gre-
che e romane, di 6932 oggetti antichi o medioevali britannici e di 1546 monete o medaglie.
Fra i manoscritti acquistati si trova il documento autografo di lord Nelson, nel quale questi
spiegò ai suoi ufficiali la tattica da seguirsi nel dare battaglia alla flotta francese nella rada di
Trafalgar.
La propaganda Biblica. — La Società Biblica Britannica ha pubblicato il suo rapporto
annuale che è il centosettimo della serie.
Da questo risulta che din^ante il 1910 la Società ha stampato e diramato 913,827 bibbie
complete, 1,199.239 Nuovi testamenti e 4,782,720 parti diverse delle Sacre Scritture.
Di questi libri 400,000 furono inviati nei paesi latini del Continente europeo ; 615,000 fu-
rono diramati fra i tedeschi e gli slavi dell' Europa centrale ; 550,000 furono spediti in Russia;
220,000 in Africa ; 250,000 nell' America centrale e meridionale ; 200,000 al Canada ; in India
si spedirono 812,000 copie di Testi sacri ; al Giappone 285,300 copie ; in Corea 660,000 copie
ed in Cina un milione e mezzo.
La massima parte di queste edizioni (che sono fatte in quattrocentocinquanta lingue di-
verse) si vendono ad un prezzo notevolmente inferiore al costo.
Il rapporto fa menzione di numerosi ed interessanti aneddoti narrati dai distributori delle
Bibbie in lontane regioni. Fra gli altri, questo : un distributore che viaggiava attraverso le
Ande notò che molti indigeni comperavano la Bibbia per bruciarla immediatamente su di un
piccolo rogo, respirando il fumo che se ne produceva. Fra quegli indigeni prevale 1' opinione che
il fumo della Bibbia guarisca il mal di petto !
Un'opera inedita di Purcell. — Alla Rovai Academy of Music di Londra è stata scoperta re-
centemente la partitura di un'opera di Enrico Purcell Faisy Queen (la Regina delle Fate) della quale
sembra che fosse stata dimenticata affatto 1' esistenza. Eseguita dagli allievi del Morley College
sotto la direzione del De Holst, questa musica ha prodotto su l'uditorio una grande impressione
per r arditezza e la meravigliosa originalità. L'opera sarà pubblicata a cura della Purcell Society.
Enrico Purcell nacque nel 165S a Westminster (Londra) e mori nel 1695. Considerevole
è il numero delle sue opere tra le quali sono Didone ed Enea, Timone d' Atene, La Regina in-
diana, VAmphitrìone, Edipo, Don Chisciotte. Il suo capolavoro. Re Arturo, fu pubblicato
nel 1843. Nel 1676 Enrico Purcell fu organista dell' Abbazia di Westminster.
Una Lega contro il prestito di libri. — Due giovani scrittori francesi, Paul Reboux e René
Blum, hanno avuto 1' idea geniale di fondare una Lega contro il prestito di libri. Ecco quanto
ne pubblica la Chronique de la Bibliographie de la France nel n** 36 (8 Settembre, 191 1):
234 NOTIZIE
Bénis des bibliophiles, et des éditeurs, et des libraires, et des auteurs soient MM. Paul
Reboux et René Blum qui viennent de lancer le manifeste d' une Ligue cantre l'emprunt des
livres dont nous reproduisons un extrait :
« La crise dont souffre actuellement la librairie a une cause sur laquelle on n'a pas
assez insistè : le prét des livres.
« Des personnes pour qui la lecture est un plaisir indispensable se refusent à acheter
un volume et ne le lisent que quand elles sont parvenues à l'emprunter.
« Alors qu'un ami ne songerait pas, sans doute, à prendre chez vous des gravures, des
coussins, des bibelots d'etagere, il vous demande la permission d'emporter un volume, et cette
permission nul n'ose la refuser. Le livre s'en va. Il ne reparaìtra plus.
« Qu'en résulte-t-il ?
« 1° Que les propriétaires de livres sont dépossédés ;
« 2*^ Que dans les bibliothèques les collections incomplètes perdent leur intérét et
leur valeur ;
« Que tout livre lu par plusieurs personnes est, sinon contaminé, du moins deteriore.
Meme rendu, il est indigne de reprendre rang parmi les autres ;
« 4° Que si l'ouvrage est d'une première èdition, le prèjudice matèriel peut devenir
important ;
« 5*^ Qu'un auteur ayant offert un volume dèdicacé peut accuser au moins d'indiffèrence
le destinataire, si cet ouvrage est vu sur la table d'un autre ;
« 6" Que ces emprunts étant faits le plus souvent par des personnes pour qui trois
francs comptent à peine, et qui, afin de se procurer tout autre agrèment intellectuel, n'hèsitent
pas à dépenser des sommes beaucoup plus importantes, chaque et)iprnnteur petit étre considéré
cornine un acheteur perdii, alors que, par réciproqiie, chaque emprunteitr evince pourrait devenir
un acheteur gagné ;
« 70 Que la multiplication de ces petits dommages cause la mèvente d'une ou plusieurs
éditions, et lèse ainsi très gravement, en plus des propriétaires de livres, les écrivains, les
éditeurs et les libraires.
« Or, malgré tout, et quoiqu'il existe pous les lecteurs pauvres des bibliothèques pu-
bliques, on prète les livres. C'est qu'on ne sait pas comment motiver un refus. On manque
d'une bonne raison. Cette raison, nous allons la fournir.
« Nous voulons crèer une Ligue cantre l'emprunt des livres.
« Chacun de nos adhérents possederà dans sa bibliothècjue une tonte petite estampe
tirée sur parchemin et pouvant étre posée sur un des rayons. Cette estampe porterà, signé par
l'adhérent, l'engagement d'honneur de ne jamais prèter un livre. Il suffira de la designer pour
se débarrasser courtoisement des indiscrets.
« D'autre part, nous fournirons des exlibris artistiques, mentionnant, après le nom de
l'adhérent, son titre de membre de la Ligue.
« Un versement unique de trois francs destinés à la caisse de propagande, donnera le
droit de faire partie de la Ligue.
« Refusez de prèter un roman, et vous vous trouverez déjà remboursé ! »
Voilà qui est sage et ingénieux. Sans doute faut-il encourager les bibliothèques pu-
bliques, comme nous ne cessons de le démontrer ici, et le prét systématique à ceux qui ne
peuvent pas acheter, à ceux qui prouvent leur volente de lire en faisant la démarche de se
rendre à une mairie, à une « librairie de prét.... » Mais il faut décourager les gens aisés qui
abusent des volumes achetès par d'autres. Il faut aider chacun à reagir contre la tyrannie de
ces amis tapeurs ! Un bibliophile me disait en outre : « J'applaudis pour ma part à cette sage
initiative, et j'ajoute que l'homme du monde quelque peu galant auquel une dame demande
à emprunter un roman.... n'aura plus qu'à lui répondre : « il sera chez vous demain » et à
en faire empiette pour l'offrir.... sans abandonner san exemplaire. Ainsi les gens de quelque
NOTIZIE 235
tact n'oseront plus abuser et apprendront à connaìtre le chemin qui méne à l'étalage du
libraire. Les gens ingénieux peuvent également donner le tome I d'un ouvrage en laissant à
leurs amis le soin de se procurer les suivants ! Tout cela n'est qu'affaire d'habitude.... »
Et je n'ai pas trouvé cela si ridicule ! L. P,
Il catechismo di Luigi XIV. — L' Intermédiaire des curietix porta la notizia, che nella
biblioteca imperiale di Pietroburgo si conserva un curioso manoscritto rilegato in pelle di vi-
tello e recante una L maiuscola, sormontata dalla corona reale. E intitolato Catéchisme ou
Briesve Instruction du Crestieti. È il catechismo che servi a Luigi XIV re di Francia. Nella
prima pagina si trovano la domanda e la risposta seguente : « Che dice Vostra Maestà quando
pensa che Dio 1' ha creata e messa al mondo ? » « Io penso che Dio mi ha tratto dal nulla
dove ero per darmi 1' anima, la vita, il mio regno e tutti gli altri vantaggi che posseggo ».
Il catechismo del Re è stato scritto nel 1645, quando appunto Luigi XIV aveva sette anni e
regnava da due anni. Lo stile, nonostante alcune locuzioni arcaiche, è elegante e 1' opera viene
attribuita ad Arduino di Péréfixe, arcivescovo di Parigi e precettore del giovanissimo Re.
Un manoscritto inedito di Franz Liszt fu recentemente scoperto nella Biblioteca del
Liceo musicale di S. Cecilia a Roma ; contiene un inno intitolato « o Roma nobilis » e fu
composto dall' autore poc' anzi la sua morte nella villa Adriana di Tivoli.
La scoperta di un quinto Evangelo ? — La Tribuna pubblica il seguente telegramma
pervenutole da Brindisi :
« Una commissione di preti armeni sbarcata qui (a Brindisi) dicesi latrice di una impor-
tante notizia religiosa destinata a sconvolgere tutte le teorie sugli evangeli sostenute finora
dalla Chiesa, e la notizia sarebbe questa : che la missione archeologica armena, inviata nell'in-
verno scorso in Egitto, ha scoperto dei papiri con iscrizioni geroglifiche. Dalla loro traduzione è
venuto alla luce un quinto evangelo sicché gli evangeli diventerebbero cinque e non più quattro ».
La Tribuna soggiunge : « La notizia sarebbe veramente di un' enorme importanza sto-
rica e religiosa ».
Ma occorre però osservare che per questa rivelazione sia per lo meno necessario qual-
che schiarimento. Poiché ci sembra un po' difficile che la scoperta di un quinto evangelo sia
stata fatta su documenti scritti in geroglifici, i quali erano da parecchi secoli roba — diremo
cosi — da Museo. All' epoca di Cristo e dopo Alessandro Magno la lingua e la cultura greca
e poi la lingua e la cultura latina si erano vittoriosamente sovrapposte ai geroglifici. Si tratterà
quindi, più probabilmente, di uno di quegli evangeli apocrifi dei quali si sono avuti altri esem-
plari e che sono traduzioni in lingua copta di una delle tante riduzioni degli Evangeli trovati
in Egitto e noti nel mondo degli studiosi.
Un caso curioso di bibliocleptomania. — Un giovane farmacista di Carlisle è stato
processato per aver rubato 157 volumi da una libreria. Non tutti in una volta, ben inteso.
Questo bibliomane, che si chiama Routdge, aveva 1' abitudine di visitare quotidianamente una
libreria ed ogni volta ne usciva con un libro in tasca che non aveva pagato. Alla fine fu preso sul
fatto. Il Routdge è una persona rispettabilissima e di precedenti intemerati, ma i libri gli davano
le vertigini, È onesto finché sta distante dalla carta stampata, e capace di restituire un porta-
foglio pieno di quattrini, ma non sa resistere alla tentazione di impadronirsi di un libro. Ha la
passione dei buoni autori. I libri che rubava e che gli furono sequestrati lo dimostrano chiaramente.
Egli non sceglieva che libri usati , saggi critici, letterari, opere filosofiche, trattati di
teologia. Nelle sue tasche passavano, come nella zimarra di Colline, soltanto filosofi e poeti.
Un autore inglese in una delle sue più deliziose commedie ha posto in scena un con-
simile caso : un giovane povero che assetato di cultura entra di notte per la finestra in una
casa e non ne porta via se non un po' di istruzione guadagnata con tanto rischio : i libri della
biblioteca. Il caso del povero Routdge prova che la fantasia delicata di J. R. Barde aveva in-
tuito una possibilità reale, per quanto essa potesse apparire improbabile.
236 NOTIZIE
Al momento del suo arresto il farmacista bibliofilo ha dato delle prove della sua con-
dotta purissima : non ha vizi ed è perfino astemio. I\Ia la bibliomania — ha aggiunto con
r aria di chi ne ha pratica — è più invincibile dell' alcoolismo. I magistrati lo hanno assolto,
forse convinti che avevano dinanzi un caso patologico. Ma in realtà vi sono molti Routdge per
il mondo, un mucchio di brava onestissima gente che senza ritenersi affatto disonorata ruba i
libri degli altri. Soltanto quelli non li commettono dai librai i loro furti : si accontentano di
saccheggiare le biblioteche degli amici.
La IX Riunione della Società Bibliografica italiana. — Ferdinando INIartini, presidente
del Comitato ordinatore di questa IX Riunione ha inviato ai consoci la seguente lettera : « La
Società Bibliografica Italiana, nell'ultima seduta dell' Vili Congresso ch'essa tenne in Bolo-
gna nel maggio del 190S, indisse il IX Congresso Bibliografico per l'anno 1911 — cinquante-
simo anniversario della proclamazione del Regno d'Italia e della sua Capitale — acclamando
Roma quale sede della riunione. In nome del Comitato ordinatore del IX Congresso Biblio-
grafico, prego pertanto la S. V. di voler mandare con cortese sollecitudine la sua autorevole
adesione, affinché il Comitato stesso possa prenderne nota, e possa inviarle a suo tempo la
tessera e il programma dei lavori del Congresso ». — Il Congresso avrà luogo nei giorni 26,
27 e 28 ottobre 191 1. Le adesioni debbono essere indirizzate al Comitato ordinatore del IX
Congresso Bibliografico presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele in Roma. Possono
esser iscritti al Congresso e prendere parte alle relative discussioni, senza diritto di voto, an-
che coloro che non sono soci della Società Bibliografica, purché versino all'atto dell'adesione
la quota d' iscrizione di L. 3.
Piano analitico della Mostra d'iconografia popolare italiana. — La Mostra d'icono-
grafia popolare italiana all'Esposizione di Roma, ordinata da Francesco Novati e da Achille
Bertarelli, può essere definita come il primo tentativo di effettuare un' ardita intrapresa, alla
quale non s'era mai posto mano da alcuno prima d'ora: quella di raccontare, con il solo sus-
sidio della stampa e dell' incisione, la vita cosi interiore come esteriore del popolo italiano,
quale s' é svolta durante un periodo di tempo quattro volte secolare : dal Quattrocento al Set-
tecento, integrando per questa via quanto ce ne sanno dire — ed è assai poco — la storia e
la letteratura volgare. Le umili silografie, uscite dai torchietti a mano dei fabbricanti di
inaiestates e cartesellae, di immagini pie e di carte da giuoco, attraverso i secoli hanno conti-
nuato a rimanere sempre uguali a sé stesse ; e il popolo tenacemente fedele ai suoi amori
antichi, le ha sempre preferite alle opere insigni che i grandi maestri del bulino gettarono
largamente sul mercato artistico italiano. Cosi le stampe di artefici oscuri ci sanno dire ciò che
niun rame del Raimondi e del INIantegna sarebbe in grado di rivelarci ; esse sono state ap-
pese per secoli cosi alle nude pareti delle officine urbane, come delle capanne campestri; e
degli operai e de' contadini rispecchiano l'umile esistenza, spesa in gagliarde fatiche, le gioie,
i dolori, le virtù ed i vizi, le aspirazioni e gli scherzi : tutto insomma. Dalle stampe che si
acquistavano sul mercato apprendeva il popolo quel po' di scienza di cui gli illetterati erano
capaci ; imparava a sapere qualcosa della macchina mondiale : e conoscere i pianeti e gli in-
flussi loro ; udiva delle meraviglie di paesi lontani, arsi dal sole o coperti di perpetui ghiacci,
abitati da uomini strani, da animali favolosi. Le stampe oltreché sul mondo e sugli abitanti
suoi, r illuminavano pure sopra la vita sociale ; egli ne ricavava lezioni di bonaria filosofia ;
riconosceva che la fortuna era arbitra di tutte le umane vicende, che non valeva la pena d'in-
vidiare le ricchezze ai ricchi, gli onori ai potenti, giacché le ime passavano come ombra, gli
altri dileguavano come neve ; e la morte pareggiava tutti ; esempio formidabile d' uguaglianza !
E per gli umili clienti gli artisti ignoti foggiavano anche le rappresentazioni della vita plebea;
e dopo aver raffigurato i vecchi paladini cavalcanti sui bajardi, o i principi cattolici collegati
contro il Turco, mettevano in vendita la serie delle « Arti che vanno per via », ritraendo le
professioni più modeste, tutto il tumulto delle strade e delle piazze, dove risuonavano gli
NOTIZIE 237
strilli dei nierciaiuoli e dei cerretani. Ma poi dalla spensierata raffigurazione della quotidiana
esistenza l'arte richiamava il pensiero delle moltitudini ad una più alta e misteriosa conqui-
sta : la vita futura. Essa porgeva agli addolorati, ai languenti le immagini consolatrici ; il Re-
dentore, curvo sotto la croce, la Vergine or lieta or dolente della sua maternità gloriosa; la
coorte dei Santi e delle Sante sempre in faccende per aiutare i loro devoti. Ed alle fantasie
preoccupate dal problema dell'ai di là, l'ingenuo bulino offeriva la riproduzione di scene di-
nanzi alle quali sarebbesi sgomentato un Michelangelo ; il mondo scosso dalle convulsioni
della catastrofe estrema ; 1' attesa giornata del Giudizio universale ; le esultanze del Paradiso,
e paurose visioni dell'Inferno. E quelle immagini violentemente colorite, eran più efficaci per
la coscienza dei volghi d'ogni ammonizione, d'ogni castigo. Esse erano il tramite onde l'in-
visibile s'affermava, or attraente or pauroso: quasi una finestra aperta sull'ignoto. Tali i do-
cumenti di un'arte obliata e sconosciuta oggimai che gli ordinatori della Mostra d'iconografia
popolare hanno voluto fare un istante rivivere.
Il pili grande papiro. — Il British Museum si è arricchito di uno dei papiri più grandi
che esistano al mondo : è lungo 41 centimetri e largo 50, ed è benissimo conservato. Questo
documento, che ha trenta secoli di vita, è una copia del Libro dei morti accompagnata da in-
vocazioni ad Amon Ra, la principale divinità di Tebe. La copia fu fatta mille anni prima della
nostra èra, per la figlia della regina Hesi Khensu.
Una bibliografia delle opere siderurgiche, metallurgiche, ecc. — L' Associazione
Italiana fra gli industriali metallurgici, in occasione di un Congresso della Iron and Steel
Society che avrà luogo a Torino, col pensiero di porre in rilievo come anche l'Italia partecipi
al movimento contemporaneo di studi e di ricerche scientifiche nel difficile campo della me-
tallurgia, si propone di compilare una Bibliografia delle opere e delle monografie pubblicate
nell'ultimo decennio da studiosi italiani in volumi o in Riviste su argomenti attinenti alla mi-
neralogia del ferro, alla tecnica siderurgica, ed alla metallografia del ferro e dell' acciaio ; al-
l'uopo ha iniziata apposita inchiesta presso le Università, le Accademie, le Associazioni e le
Riviste tecniche, gli Editori, ecc. L' inchiesta, non ancora ultimata, ha dato finora risulta-
menti se non completi certo copiosi.
Le Pubblicazioni coloniali italiane. — La Direzione centrale degli Affari coloniali presso
il R. Ministero degli Esteri del Regno d' Italia, aveva pensato di riunire tutta la pubblicazione
che ha relazione colla questione coloniale e colle nostre colonie africane, corredando la raccolta
di un esteso Indice biografico, bibliografico e critico comprendente la storia delle esplorazioni
e del successivo sviluppo dell' idea e della colonizzazione italiana, per aiuto agli studiosi nelle
ricerche loro e come provvisorio complemento per gli autori italiani delle due molto pregevoli
bibliografie del Fumagalli e dei prof. Marinelli, Dainelli e Mori. Il lavoro iniziato nell'anno
non potè, per la sua mole, esser compiuto in breve, mentre urgeva dare un pubblico docu-
mento di prova in occasione della Mostra torinese. Fu allora, con utile pensiero, deciso di
limitare la collezione alle sole pubblicazioni originali italiane, quale affermazione della nostra
attività coloniale, e degli organi di governo, e pur continuando nella compilazione dell' Indice
suddetto, che vuol tempo e perseveranza, ci si presenta oggi un primo hidice bibliografico
delle pubblicazioni finora riunite. Insieme con questo volume (Roma, Camera dei Deputati, 191 1)
vediamo pure un indice della Raccolta cartografica africana, della Direzione centrale degli affari
coloniali, che comprende carte geografiche, topografiche, nautiche e quelle speciali, ipsome-
triche, idrografiche, agricole, etnografiche, ecc., che descrivono le varie regioni sotto un deter-
minato punto di vista. In una categoria a parte il bel volume ci offre I' indicazione di carte
geografiche antiche e riproduzioni di carte antiche, che servono a dare un' idea delle cono-
scenze geografiche che si avevano un tempo. La raccolta è ristretta all'Africa e all'Arabia,
regione che con l'Africa orientale ha frequenti contatti ; e oltre a tutte le carte pubblicate dalla
Direzione suddetta, comprende pure tutte quelle cortesemente offerte dal Governo inglese
238 NOTIZIE
(Topographical Section General Staff", e Ammiragliato), dal francese (Service géographique de
l'Armée e Min. della Marina), dallo spagnuolo (Comando del Corpo di Stato Maggiore), dal
portoghese (Commissào de Cartographia), dal belga (Min. delle Colonie) e dal Kediviale d'Egitto
(Survey Department).
Dalla Bastiglia.... a Pietroburgo. — Troviamo nel Messaggero di Roma il seguente
articolo firmato « Edipi » che merita di esser letto per il grande interesse che offre :
Non si tratta di un prigioniero di Stato, emigrato cosi da Parigi alla santa Russia ; ma
di documenti di grande importanza, per la storia dei vari paesi.
La voluminosa collezione di manoscritti e di autografi che possiede la Russia — lo ri-
levo da uno studio di Ettore de La Ferrière — è raccolta in una sala terrena della biblioteca
imperiale di Pietroburgo. Le mura di questo palazzo sono cosi grosse, che il De La Ferrière
vi aveva fatto il suo studiolo nell' imbotte di una finestra, tanto larga da contenere una scri-
vania Luigi XIV, due sedie a destra e a sinistra la poltrona dello storico e un canapè davanti,
per ricevere i visitatori.
La maggior parte delle ricchezze di quella biblioteca, delle quali i Russi possono giusta-
mente andare orgogliosi, provengono dai due grandi depositi d'archivi francesi anteriori al 1789:
la Bastiglia, e l'abbazia di Saint-Germaiii-des-Près.
Pietro Dubrowski, di una nobile famiglia di Kiew, era dal 17S0 addetto alla ambasciata
Russa di Parigi. Era un collezionista appassionato, e aveva potuto, tra l'altro, venire in pos-
sesso di un manoscritto di Tito Livio, ch'era stato di Gian Giacomo Rousseau e portava tracce
del blasone di Lorenzo de' Medici.
La rivoluzione venne in suo aiuto, e allorché fu presa, saccheggiata e distrutta la Ba-
stiglia, egli potè acquistare, forse per pochi soldi, centinaia di filze di lettere e documenti,
che portano ancora impresse le macchie del fango di Parigi, sul quale furono lasciate e trasci-
nate dal popolo inferocito.
Nel 1791 dei ladri audaci s'introdussero nell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés, e ne
asportarono una infinità di documenti, e manoscritti miniati, preziosi per valore artistico e per
la storia di Francia.
Dubrowski nel 1800 ritornò a Pietroburgo con la sua preziosa collezione, della quale il
duca di Beaufort gli aveva offerte settantamila lire sterline. Egli preferi darla alla sua patria
mettendo orgogliosamente per ogni volume la dicitura: ex musaeo Dubrowski. L'acquistò nel
1805 l'imperatore Alessandro. Dubrowski ebbe una pensione di 3000 rubli, che alla sua morte
passò alle sorelle di lui. Fu nominato conservatore della biblioteca imperiale, decorato del-
l' ordine di Sant'Anna. La Russia apprezzava tanto il suo tesoro di autografi e documenti, che
quand'egli mori lo Stato gli fece l'insigne onore di pagare i suoi funerali.
Disgraziata per tanta perdita, la Francia ebbe in ogni modo la fortuna, che quell' insi-
gne raccolta storica, perduta per le sue discordie civili.... e per la più grande rivoluzione so-
ciale che vanti la storia, invece di andare sparsa nelle varie biblioteche del mondo, o.... a ser-
vire per carta da involgere, restò riunita in una grande biblioteca di uno stato che permise
agli insigni studiosi francesi di trarne tesoro.
Cosi fu pubblicata la corrispondenza di Caterina de' Medici, che tanta importanza può
avere anche per noi.
E il De La Ferrière copiò appunto a Pietroburgo cinquecento lettere della Sovrana. E
cosi Edoardo de Barthélemy ottenne dispacci originali dei duchi di Biron e di Joyeuse, e la
biblioteca nazionale di Parigi copie di lettere di Carlo IX, di F^nrico III e di Margherita di
Valois, nonché delle tre case di Condè, di Bourbon-Montpensier e di Montmorency.
Fu Léouzon-Leduc, che nel 1852 diede un primo saggio delle perdite della Francia, de-
sumendolo appunto dalla biblioteca imperiale di Pietroburgo. Seguirono il De La Ferrière, e
Gustavo Bertrand e infine de Tranchère, già deputato francese, che arricchì la biblioteca di
NOTIZIE 239
Bordeaux, e nei due volumi Les dessous de l'histoire pubblicò i più curiosi documenti su Maria
Stuarda, su la Fronda a Bordeaux e sulle carte della Bastiglia.
Nella citata biblioteca imperiale si conservano quindicimila volumi francesi — nella sala
N. iS — tra i quali una serie completa di Mazarinades, i settemila volumi della biblioteca di
Voltaire, acquistati dopo la sua morte dalla grande Caterina, la quale aveva pure acquistati i
manoscritti di Diderot, alcuni rimasti inediti, come la Storia della Russia, la Storia universale
relativa alla pittura e alla scultura, e una lettera sull'abate Galliani, che sarebbe molto inte-
ressante pubblicare in Italia.
Per comprendere in tutti i suoi particolari il fermento d'odio che portò il popolo di
Francia alla rivoluzione dell' 89, possono servire i documenti conservati nella predetta biblio-
teca, da una Storia galante d' Henriette Stuart, all' Histoire du Palais Royal, alla corrispon-
denza d'Allion, ministro di Francia alla Corte di Russia nel 1745, alla corrispondenza di un
agente segreto della Corte di Versailles, nel 1734, ecc. ecc.
Sono le prepotenze, le insaziabili ingordigie, le libidini di ogni genere, un fermento di
vizi, che generarono lo scoppio dell' odio, sotto lo stimolo della fame.
Cosi la famiglia Viasemski, a Tsarkoje-Selo, conserva delle lettere di Czernicheff, della
signora De Lamballe al signor de Sartines, e di Caterina II di Russia — la Semiramide del
Nord — al suo inviato segreto (Czernicheff) dalle quali appare tutto il marcio della Corte di
Maria Antonietta.
Questi documenti si riferiscono al 1777, quando Beniamino Franklin andò in Francia per
negoziare l'alleanza della nuova repubblica americana con Luigi XVI.
Maria Antonietta sdegnava ricevere quei rozzi repubblicani. La De Lamballe e la Poli-
gnac promettevano a S. E. De Sartines di ammansarla e la Polignac faceva chiedere a S. E
25 mila scudi per le spese di carta, penne e inchiostro ! Naturalmente chiedendoli diceva....
ch'era uno scherzo.
Questa lettera della Lamballe veniva perduta dal ministro Sartines e trovata dallo Czer-
nicheff, il quale, sapendo che Sua Eccellenza passava giornalmente un paio d' ore in amabili
conversari con la cortigiana Duthé, la faceva recapitare — sotto il velo dell'anonimo — a
quest'ultima, perché la riconsegnasse al ministro. E per il suo disturbo le rimetteva anche un
rotolo di 25 Luigi.
Intanto la Semiramide del Nord sogghignava, e nelle lettere private all' affezionato
conte Giovanni Czernicheff punzecchiava Maria Antonietta, che rideva tanto e di tutto.
Povera donna, come pagò caramente la sua vanità, 1' orgoglio e le sue risate nel
Trianon !
* *
Ma ritorniamo agli altri documenti della Bastiglia, che si conservano a Pietroburgo.
Importantissimi e numerosissimi sono quelli portati nella capitale dal Dubrowski, che si
riferiscono al regno di Luigi XIV. Un manoscritto, sotto il titolo La Diendiade, ci dipinge in
forma satirica gl'intrighi della Corte di quel sovrano; un altro la sua vita privata e galante.
De Tranchère copiò quest' ultimo, in cui sono narrati gli amori del re con M.lle de La
Vallière (la zoppino) con M.me de Montespan, M.lle de Fontanges e infine con la
Maintenon.
Bellissimo questo ritratto della duchessa de La Vallière !
« Questa ragazza è di mediocre statura ed è molto sottile ; cammina male perché zop-
pica ; è bionda, bianca, picchiettata di vaiuolo. I suoi occhi sono bruni ; gli sguardi languidi
e appassionati, e qualche volta pieni di fuoco, di gioia e di spirito. La bocca grande, molto
rossa; i denti non belli ; punto seno ; le braccia piatte fanno mal presumere del resto del corpo.
Il suo spirito è brillante, pieno di fuoco e di vivacità.
Essa pensa piacevolmente le varie cose ; molto sa ; legge moltissimo. Ha il cuore
grande, sicuro, generoso, disinteressato, tenero e pietoso. Essa è sincera e fedele — non è
240 . NOTIZIE
civetta, ed è più capace d'ogni altra d'impegnarsi seriamente. Se prima non era damigella, ora
è nobile come il re. Essa ama i suoi amici con un grande ardore, ed è certo che amò il re
più di un anno avanti eh' egli l' avesse notata.
Essa diceva spesso a un' amica, che avrebbe desiderato eh' egli non fosse re. »
Tra le carte che erano alla Bastiglia, e che il Dubròwski portò a Pietroburgo, è note-
vole questa lettera in data 23 gennaio 1680, di mano del capitano delle guardie svizzere (du
Buisson), su quel Processo dei veleni, che ispirò e diede il titolo a uno degli ultimi drammi di
Vittoriano Sardou :
« Voi saprete che il signor de Luxembourg fu arrestato e da ieri si trova alla Bastiglia
accusato di complicità con gli avvelenatori. Madama de Soissons s'è ritirata con due altre
grandi dame {una di esse era M.me d'Alliiié) tutte accusate dello stesso delitto.
« Vi sono immischiate anche la marescialla de La Ferté e la marescialla de Bouillon.
Visi aggiunga il duca di Vendosme, il marchese Dangeau, e numerosi altri di primo rango;
non si vedono che guardie del corpo, in Parigi ; è molto tempo che non ci si trovava in cosi
grande sbalordimento. Si assicura che la regina ha detto oggi che prima di due o tre giorni
sarebbero scoppiate ben altre novità non meno sorprendenti. È stata la Voisin a confessare
tutto, recentemente ».
Come è noto il regno di Luigi XIV va famoso, oltre che per il fasto e gli amori del
sovrano, anche per 1' ingegno dei ministri Colbert, Le Tellier e Louvois, e il valore dei gene-
rali Turenne, Condé, Catinat, Villars e Luxembourg.
È quest'ultimo il nominato nel documento. In quanto a madama de Soisson, essa era
Olimpia Mancini, figlia del romano Michele Lorenzo Mancini e di Geronima Mazarino, sorella
del cardinale. Visse dal 1630 al 1708, e sposò per intromissione dello zio, il principe Eugenio
Maurizio di Savoia conte di Soissons. Fu madre del principe Eugenio di Savoia.
La marescialla de La Florillon, pure implicata nel processo dei veleni, era Maria Anna
Mancini, sorella di Olimpia.
Ora per finire e per spiegare il carattere di Luigi XIV (figlio forse del cardinale Ma-
zarino ? Si spiega cosi la Maschera di ferro ?) e la sua celebre frase: L'Etat e' est mai! ripor-
terò una breve conversazione fra Ettore De La Ferrière e Pio IX.
Lo studioso francese, nel 1S64, presentato dal cardinale Antonelli, aveva potuto otte-
nere di fare delle ricerche nella biblioteca Vaticana, e volle ringraziarne il pontefice.
— Oh, quel vostro Luigi XIV — gli disse Pio IX — posava la quarta persona della
Santissima Trinità !
— Vostra Santità vuol permettermi di esporre delle attenuanti?
— Parlate pure.
— Egli fu tanto adulato e incensato neh' infanzia ! Ne ho riportata la prova da Pie-
troburgo. —
E lo storico francese mostrò al papa una pagina di scritto, per imparare la calligrafia,
del ragazzo, che fu poi appunto Luigi XIV.
Gli avevano data da copiare questa frase :
« L' hommage est dù aux rois, ils font ce qui leur plait ».
E sotto :
« Louis, Louis, Louis, Louis, Louis, Louis ».
Il pontefice sorrise e congedò il paziente ricercatore di documenti storici, dai quali si
ricostruiscono le vicende dei popoli e i caratteri delle persone, come da poche ossa e da qualche
impronta gli animali antidiluviani.
Comm. Leo S. Olschki, Direttore-proprietario.
Nello Mori, Gerente responsabile.
191 1 - Tipografia Giuntina, diretta da L. Franceschini — Firenze, Via del Sole, 4.
Anno XIII
Ottobre-Novembre 1 9 i i
Dispensa y^-S^
La Bibliofilìa
RIVISTA DELL'ARTE ANTICA
IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE
DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI
I lil3ri del notaio veronese .
Bartolomeo Squarceti da Cavajon (1420).
LCUNE ricerche fatte con metodo nell' Archivio Notarile di
Verona mi hanno condotto a trovare l' inventario dei ma-
noscritti già posseduti dal notaio Bartolomeo Squarceti da
Cavajon. E forse il più prezioso, certo il più copioso, tra
quelli che finora si rinvennero nelle carte veronesi del se-
colo XV, poiché conta ben centonovanta opere, molte di
notevole importanza.
La famiglia Squarceti era iscritta tra le nobili famìglie veronesi ; aveva
r arma di rosso all' aquila inquartata di nero e d' oro (i), e il Torresani ne trovò
memorie che risalgono alla metà del secolo XIV (2). Del nostro notaio non sap-
piamo troppe cose ; non conosciamo, ad esempio, quale parte abbia preso agli
eventi fortunosi di quegli anni che furono gli ultimi degli Scaligeri e dell' in-
dipendenza di Verona, e con un senso d' insodisfatta curiosità leggiamo che un
codice posseduto da lui finiva con le parole « amico Antonio de Leniaco » (3).
Fu questi un noto cortigiano scaligero.
La sua prima memoria publica è del i** novembre 1388. Allora Antonio
della Scala era già morto e nella sua tomba si erano chiusi per sempre i
vasti maneggi politici che aveva a lungo mulinato per riacquistare la perduta
signoria ; Samaritana da Polenta, gioiosa principessa, Can Francesco, le figlie
(i) G. B. Di Crollalanza. Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili italiane.
Pisa, 1888, II, 558.
(2) Elogiorum historicorum nobilium Veronae propaginum ab Antonio Turresano con-
scriptorum. Sectio I, f. 351. Ms. 808 della Biblioteca Com. di Verona.
(3) N. 31 dell' Inventario.
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa 7»-S«
30
242 ANTONIO AVENA
languivano in Venezia con qualche soccorso di denaro dato dalla Republica ; i
più fidi agli Scaligeri erano dispersi e aulle torri della città sventolava la ban-
diera viscontea. In quel giorno, i° novembre 1388, Uberteto Visconti podestà di
Verona, considerando la fedeltà, la lealtà e la solerzia di Bartolomeo da Cavajon
lo creava vicario di alcuni villaggi veronesi, dandogli il potere di render giu-
stizia fino alla somma di 25 libre con il salario mensile di dieci libre e la metà
del reddito proveniente dagli atti e bandi da lui emanati, e il diritto di portare
armi, le migliori consigliere d' obbedienza (i).
Per trovare di lui un' altra publica memoria fa d' uopo scendere sino
al 3 luglio 1405. In quel giorno egli fece da testimone all'atto con cui nella
sala grande del palazzo del Comune il Consiglio cittadino scelse i sindaci e i
nunci che facessero legale consegna della città alla republica veneziana (2). Poco
tempo dopo, ridottosi a cinquanta il consiglio cittadino dei Cinquecento — quia
ubi multitudo, ibi confusio — egli fu tra i primi a esser nominato consigliere ;
e come consigliere partecipò abbastanza largamente alla vita cittadina (3). In
quegli anni attese assiduamente alla professione di notaio ; si conservano tutta-
(i) Registrum novum Ducaliimt, 1414-1456, f. 57, negli « Antichi Archivi ConiunaH di
Verona ». Ecco il testo del documento :
Universis et singulis massarijs comunibus et hominibus villarum et locorum infrascrip-
torum veronensis dlstictus pateat quod attenta fide, legalitate, industria solerti Bartholome
quondam domini Bonaventure de Cavaiono de sancto Firmo cum sancto Andrea Verone civis
Idem Bartholomeus per nos Ubertetum de Vicecomitibus civitatis et districtus \'erone potte-
statem nec non negociorum gestorem illustris principis excelsi ac magnifici domini domini Co-
mitis Virtutum Mediolani Verone etc. imperialis Vicarij generalis ac sapientes ad ipsius Co-
munis Verone utilia presidentes in vicarium rectorem et gubernatorem ipsarum villarum et
locorum ad beneplacitum domini prelibati extitit constitutus cum auctoritate potestate arbitrio
et bailia ius reddendi unicuique persone comuni et universitati legiptime coram eo comparenti
usque ad summam librarum vigintiquinque denariorum et non ultra in civillibus tantum ac
etiam sallario librarum decem singulo mense percii^endo a comunibus et hominibus ipsarum
villarum et locorum prò rata extinii nec non de medietate omnium et singulorum manifesta-
tionum et bannorum que et quas tam ipse vicarius faciet ciuam familiares sui et saltuarij ad
custodiam Campanee deputati, alia vero dimidia comunibus super canipaneam quorum facte
fuerunt manifestationes predicte debeat applicari ; mandantes propterea vobis ac vestrum cuilibet
tenore presentium quatenus Bartholomeo vicario memorato parere et obedire debeatis in omnibus
et singulis que sint status et honoris domini nostri antelati ac eidem de sallario predicto sin-
gulo mense provideatis hanno arbitrio predicti illustris Principis et domini nostri singulis con-
trafacientibus auferendo, concedentes insuper dicto Bartholomeo vicario et familiarlbus suis
hcentiam arma tam de die quam de nocte ferendi. In quorum omnium evidens testimonium
has fieri et registrari mandavimus sigillique nostri impressione muniri. Data Verone in Co-
muni palatio die sabati vigesimo primo mensis Novembris MCCCLXXXVIIJ, XI Indicione.
Comunia sunt hec :
Comune Cavaioni.
» Hencavij cum Aff'io.
» Castrinovi Abbatis cum Cagortia.
» Albaredi.
(2) Atti del Consiglio in « Antichi Archivi Comunali ». Voi. A, f. 911.
(3) Ib., f. 14, 15, 65b, 90.
I LIBRI DEL NOTAIO VERONESE BARTOLOMEO SQUARCETI 243
via alcuni suoi atti (i) ; l'ultimo ch'io ho trovato è del 28 gennaio 1420(2) —
mori prima del 1 7 maggio di quell' anno — e chi risolse amichevolmente alcune
questioni insorte dopo la sua morte tra la vedova e i figli affermò chiaramente
che come notaio guadagnava dei bei denari.
Si aggiunga che poteva contare sopra un ricco patrimonio, poi che 1' in-
ventario (3) de' suoi beni conta ben centonovantadue terre — più numerose dunque
dei manoscritti — in vari luoghi del Veronese, ma specialmente ad Affi, Ca-
stelnuovo e a Cavajon, donde la famiglia trasse probabilmente 1' origine e il so-
prannome.
Per tanto più agevolmente potè darsi a raccogliere, leggere, raffrontare e
anche copiare gli scrittori prediletti, allietando con essi i noiosi offici notarili.
La buona sorte ha voluto che non ci rimanesse soltanto la menzione di
questa sua attività, ma bensì anche il testo delle tragedie di Seneca da lui co-
piato (n. 139). É ora nella Biblioteca civica di Breslavia (4): grosso manoscritto
che originariamente contava 178 carte quinternate, ciascuna con 44 versi. La
lettera iniziale d' ogni tragedia è miniata, mancano gli argomenti e non vi sono
glosse, ma i margini destri recano le varie lezioni che spesso concordano con
quelle dei migliori manoscritti (5).
Questa circostanza da un lato testimonia favorevolmente dei criteri con
cui il nostro bibliofilo s' arricchiva di opere, e dall' altro costringe a ritenere che
altri codici delle tragedie di Seneca si trovassero allora in Verona.
La copia del grosso manoscritto durò dal 24 aprile, festa di s. Giorgio, al
25 luglio 1391, nel qual giorno le milizie del conte d' Armagnac si azzuffarono
con quelle del conte di Virtù comandate dal veronese Giacomo dal Verme (6).
L' Hercules furens fu terminata di copiare il 7 maggio (7); il Thyestes ai 15
dello stesso mese, mentre Giovanni Augut con le genti della Lega fiorentina
(i) Ib., Rotolo S febbraio 1393, Esposti 4438 ; 17 novembre 1417, Scalzi 213. Ecco il suo
tabellionato (figura) Ego Bartholomeus de Cavaiono q. domini Bonaventure de Squarcetis de
sanato Andrea Verone publicus imperiali auctoritate notarius —
(2) « Archivio Notarile di Verona ». Anno 1420, f. 37.
(3) Ib. L' inventario dei beni precede quello dei manoscritti.
(4) Ringrazio il collega prof. Hippe che mi ha gentilmente favorito alcune fotografie del
codice.
(5) L. Annei Senecae, Tragoediae. Recensuerunt R. Peiper et G. Richter, Lipsiae,
MDCCCLXVII, pag. XXXIII. È il codice della Comunale di Breslavia Reddigeranus, S I, 6, 11.
(6) Eccone 1' explicit generale : M. Lucii Anei Senece Oetea Tragedia decima et ultima
feliciter | explicit die XX»» mensis lullij de MCCCLXXXXI», XIIIP^ Indicione | qua die conflicte
fuerunt gentes domini Comitis de Arminiaco | penes Alexandriam civitatem per gentes
domini Comitis Vir | tutum etcetera quarum gentium capitaneus generalis erat dominus]
lacobus de Verme de Verona. Scriptum et completum | dictum opus per me Bartolomaem
notarium de Cavaiono | de sancto Firmo Verone, quod opus Incepi die XXIIIP'^ aprilisl
dicti Millesimi in festo beati Georgij. | Tragedie meij Bartolomei de Cavaiono de Sancto
Firmo Verone ut supra per me scripte. Vedasi opera precedente , pag. XXXIIII. Cfr. C. Ci-
polla. Antiche Cronache Veronesi. Venezia 1890, pagg. 221 e 538.
(7) Marci Lucij Anei Senecae prima tragedia seu hercules | furens feliciter explicit
die VI Maij MCCCLXXXXI. Ib., pag. 56.
244 ANTONIO AVENA
infestava il territorio veronese (i) ; ai i8 fu posto fine ai frammenti delle Phoe-
nissae (2). Ai 26 maggio fu scritto 1' explicit della Phaedra, ricordando ancor
una volta le ostilità dell' Augut contro Verona (3) ; in un sabato dei primi di
giugno fu compiuto 1' Oedipus (4) ; ai 24 la Troades: cadeva in tal giorno
r anniversario della devastazione lanciata su Verona dai soldati viscontei (5).
Neil' explicit della ]\Iedea, scritto il 2 luglio, ritorna 1' accenno alle ostilità del-
l' Augut, allora nel cremonese (6) ; 1' Agamemno fu compiuto il g luglio, quando
quel celebre condottiero trasportava a Padova ingenti prede (7); l' Octavia
il 14 luglio (8). La copia fu chiusa dall' Hercules Oetaeus, il 25 luglio di
quello stesso mese, a un anno e un mese dalla ricordata devastazione di
Verona (9).
Dieci anni dopo, sulle ultime pagine del codice il nostro notaio trascrisse :
« Evidentiam Tragoediarum Senece traditam magistro ^Marsilio philosopho pa-
duano ab Albertino IMussato paduano poeta»; e lo fece in fretta, il 12 febbraio
1402, quando il nuovo imperatore Roberto, di ritorno da Venezia, dimorava in
Padova e numerosi artieri d' ogni mestiere ricostruivano la bastia di Xovaglie
sopra il Bacchiglione, protetti dalle milizie di Ugoloto (io).
(i) Explicit Thiestea tragedia secunda feliciter die lune quinto decimo Mail 139 1 dum
territorium Veronense hostiliter millitaret dominus Johannes acuth cum gentibus lige fiorentine
reipublice, Ib., pag. 100.
(2) Marci Lucij Anei Senece thebais tragedia tercia explicit feliciter die lovis XVIII
Maij 1391. Ib, pag. 130.
(3) Explicit quarta Tragedia Senece. seu. Ipolita. feliciter die \'eneris XXVI". mensis
Maij. dum dominus Johannes acuth cum gentibus lige tunc hostiliter militaret territorium domini
nostri ultra.... olium etc. Ib., pag. 180.
(4) Marci Lucij Senece Edipa tragedia quinta feliciter | Explicit die sabbati mensis
lunij MCCCLXXXXI. Ib., pag. 226.
(5) Marci Lucij Anei Senece Troas tragedia sexta feliciter | explicit die sabati XXIIII'"
lunij MCCCLXXXXI" post depo | pulacionem civitatis Verone anno primo. Ib., pag. 274, cfr.
L. SiMEONi : Due dociiìiietiti sul sacco di l'erotta àé\ 1390. {Archivio si. lottibardo tk. XXXIII, 1906,
pag. 490).
(6) Explicit Medea tragedia septima feliciter die secundo lullij MCCCLXXXXI, dum
dominus lohannes aucut hostiliter militaret ut alias scriptum est territorium cremonense.
Ib., pag. 315.
(7) Explicit Agamenonia Tragedia octava feliciter die Villi" | lulij 1391. dum dominus
lohannes aucuth cum gentibus lige etc. nuperime | se paduam transtulisset cum maxima
iumentorum preda. Ib., pag. 363.
(8) Lucij Marci Anei Senece Octavia Tragedia nona feliciter explicit die XI III mensis
lullij MCCCLXXXXI». Ib., pag. 501.
(9) Expliciunt Tragedie Senece feliciter per me Bartolomeum | notarium de Cavaiono
de Sancto firmo Verone Scripte et complete (in margine: 1391) XXV lulij MCCCLXXXI {sic).
Anno Uno. mense Uno. post depopulacionem | Civitatis Verone. Ib., pag. 454.
(io) « Scripsi velociter die dominico XII, mensis Februarij MCCCIP. Indicione X* — dum
novus ellectus Imperator padue moram traheret iam — Venetijs reversus et quo tempore ope-
rarij multi cuiuscumque generis — essent in territorio Vincentie prò reficiendo bastitam de No-
valeis supra baccaionum flumen penes Vincenciam per quinque — Miliaria » Ubi erat domi-
nus Ugolotus cum multa caterva — gentium armigerarum etc. = Ib. pag. XXXIIII.
I LIBRI DEL NOTAIO VERONESE BARTOLOMEO SOUARCETI
245
Chiude il codice l'epigramma di Marziale I, LXI.
Come appare dal facsimile, il nostro dotto notaio scriveva con caratteri gotici
nitidi di facile lettura, che molto ci richiamano alla mente il corsivo dei suoi atti
notarili, ma essendo spesso alquanto tondeggianti e smussati agli angoli tirano
più tosto a gli umanistici. Di doppia forma è 1' r, caratteristica l' s finale di
forma serpentina, allungata. Quanto alla punteggiatura è chiarissimo il segno
interrogativo ; le pause sono segnate talvolta con una breve lineetta verticale,
più spesso con un punto.
»R»^
%■««.■»«»
•^ %^%
#fefe xtx» tnuiiapln^. 1x1:5114 tj^cbiUmn pcmin.
•...>ftÀ-'>:
^
Mi>i
^
.'^
m
L' inventario dice che anche altri codici erano di sua mano : alcune Ora-
zioni di Cicerone (n. 2), la Pro Murena (n. 3), le Commedie di Terenzio (n. 178)
e due altri che non mi fu dato d'identificare (n. 63, 170). Ma forse erano auto-
grafi anche altri manoscritti (n. 23, 33, 36, 170) poiché si chiudono nello stesso
modo delle Tragedie di Seneca. Né si obietti che 1' inventario non li dichiara
tali, poiché non dichiara autografe nemmeno le Tragedie di Seneca.
Per tanto, se vale la mia ipotesi, nel 1392 egli avrebbe trascritto l'Ilias
latina (n. 36), e nel 1412 il De providentia di Seneca con il De natura
deorum di Cicerone (n. 33).
246 ANTONIO AVENA
Alcuni altri manoscritti appariscono dall'explicit d'origine veronese (12,
13, 14, 26, 31) (i).
Ma veniamo senz' altro ad un esame ordinato dell' inventario :
SCRITTORI ITALIANI
Degnissimo di nota il possesso di due codici danteschi, l'uno (n. 125) mem-
branaceo di 46 pagine riportava il Commento di Pietro Allighieri all' Inferno,
l'altro (n. 127) le epistole a Dante di Giovanni del Virgilio. Dunque il culto che
Verona ha sempre tributato al nostro sommo poeta viene illustrato ancora una
volta {2) e Pietro Allighieri, se ve ne fosse ancor bisogno, trova confermata la
paternità di quel commento all'opera paterna che gli fu già conteso. Notisi che
a dar maggior peso a questa testimonianza concorre la circostanza che vivevano
allora in Verona il figlio e i nipoti del commentatore, i quali, contemporanea-
mente al nostro notaio, ebbero offìcii publici nella città (3).
L' inventario afferma che v' erano pochi scritti anche del Petrarca, cioè
alcune lettere (n. 81, 135) e il « de gestis Cesaris » (n. 141).
Erano scritti in volgare « la moralità di Tulio « (n. i) un trattato d'amore,
miniato (n. 21), un altro sui peccati mortali (n. 26) e due grossi manoscritti
d' ignota contenenza (n. 44, 102).
SCRITTORI GRECI
Non pare che lo Squarceti avesse alcuna dimestichezza con la lingua greca ;
tenevano le veci d'Omero due manoscritti dell' « IHas latina >> attribuita al pseudo
Pindaro (n. 36, 37). Due volte ricorre il nome di Aristotele, di cui son ricordati
il « Liber de mundo » (n. 152) e gli « Elenchi » (n. 15). Era un'opera fìsica di
lui anche il codice descritto al n. 122?
Non mancava Esopo (n. 43), s'intende, in latino; v'erano le «■ tabule pla-
netarum et liber Centiloquij Ptolomei (n. 140) e alcune vite di Plutarco tradotte
(n. 113, 163, 165, 168, 177): Le tradizioni dei circoli fiorentino e veneziano.
PROSATORI LATINI
V era il « De coniuratione Catilinae » di Sallustio (n. 58) ; e di Cicerone,
oltre a una « parte de la moralità » (n. i) alcune orazioni, copiate di sua mano,
(n. 2) la « Pro Murena » (n. 3), la « prò lege ]\Ianilia > (n. go) la « prò Sestio »
(i) S. Marthio aquario e S. Michele ad porias erano contrade veronesi.
(2) G. BiADEGO. Dante e l' umanesimo veronese. Venezia 1905 ; A. Avena. Nuovi docu-
menti per la vita di Piero di Dante Alighieri. Verona 1905 ; Marco Vattasso. Del Petrarca
e di alcuni suoi amici. Roma 1904, pag;. 100. Sugli Allighieri in particolare e sui fiorentini a
Verona ho raccolto copiosi documenti che spero di render presto di publica ragione ; La Di-
vina Commedia era tra i « Libri e mobilie di casa Aleardi » (sec XV) di cui si occupò C. Ci-
polla. Archivio Veneto, T. XXIV, P. I, 1SS2.
(3) Bernardo di Pietro Allighieri fu notaio sul finire del secolo XIV ; Dante II di Pietro
mori dopo lo Squarceti. Leonardo di Dante II fu tra i Consiliarij nel 1414. V^edasi : Veronen-
sium civium nomina quae in Comitijs maioris Consilij repcriuntur Josephi A. \'erza, opus.
« Negli Archivi Comunali di Verona ».
I LIBRI DEL NOTAIO VERONESE BARTOLOMEO SQUARCETI 247
con le « Epistolae familiares » (n. 108), le « Epistolae ad Brutum » con le re-
sponsive (n. 116), i libri « de legibus » (n. 78), le « Partitiones oratorie » (n. 167)
e i trattati « de « natura deorum (n. 33), « de finibus » (n, 172) « de officijs »; que-
st'ultimo in due esemplari commentati « per magistrum lohannem de Londies »
(n. 102, 137). Un codice riuniva il « de amicitia » e i « Paradoxa » (n. 143).
ma di questi ne possedeva anche una copia a parte (n. 88). Il « De inventione »
forse insieme con 1' « Ars nova » e i « Rhetorica ad Herennium » formava un
grosso manoscritto (n. 131); dei « Rhetoricorum libri » due esemplari senza
glosse (n. 161, 184) e due commentati, a quanto pare, da Bertolino da Bolo-
gna (n. 64, 123).
Degni di nota particolare sono alcuni estratti dal « De architectura » di
Vitruvio (n. 142). Di Tito Livio possedeva forse quanto noi ora: la prima de-
cade integralmente (158), e in un altro codice (n. 157) i libri 21 e seguenti; forse,
ripeto, quanto noi. Inoltre aveva « octo carte capitulorum Titi Livij » — gli
epitome di Giustino ? — insieme con alcune tavole, in cui sarei tentato di ri-
conoscere quelle dei Memorabili di Valerio Massimo (n. .138).
Discreta era la raccolta dei prosatori minori : Seneca con il « de providen-
tia (n. 33), il «de remedijs fortuitorum » (n. 38), parte delle « Epistulae » (n. 25),
alcuni estratti dal libro pseudo senecano « de virtutibus » (n. 142) e un'operetta
per me irriconoscibile (n. 176).
Altre opere: Le biografie, già attribuite a Svetonio (n. 154), gli « Stratege-
mata » di Sesto Giulio Frontino (n. 144), il « De viris illustribus » di Plinio Secondo,
in doppio esemplare, (n. 92, 96), il «de mirabilibus mundi » di Solino (n. 156), il
« de re militari » di Vegezio (n. 38), i « Saturnalia » di Macrobio (n. iii), il
« de vero cultu » di Lattanzio, in doppio esemplare (n. 50, 159) e un' opera di
Porfirio (n. 15). Al « de barbarismo » di Donato (n. 7) tenevano buona compa-
gnia vari libri di grammatica (n. 7, 20, 24, 30, 39, 63, 64, 160) ; alcuni medie-
vali, come r « Opuscùlum magistri Guizardi de constructione » (n. 9) e i « No-
tabilia :> di Giovanni da Soncino (n. 180, 181).
V'erano i « Soliloquia » di S. Agostino (n. 97); il « de amicitia » (n. 112)
e il « de anima » (n. 148) di Cassiodoro ; il « de sex aetatibus » di Beda (n. 77)
e r« Epitome» di Pesto (n. 65).
Per Boezio lo Squarceti ebbe un culto speciale ; non contento di possedere
il testo integro (n. io) e un frammento (n. 94) del « de consolatione philoso-
phiae », raccolse numerosi commenti fatti a quest'opera (n. 40, 150, 182).
POETI LATINI
Dopo di Seneca, di cui abbiamo descritto il codice delle Tragedie, Terenzio
è il meglio rappresentato tra i poeti latini. Un manoscritto (n. 91) si apriva con
un « introctorium in libro Terencij » ; un altro aveva una « materia Terencij »
(n. 103), altri alcuni frammenti (n. 149, 164). Il « liber Comoediarum », ma in-
completo era trascritto nel codice n. 183, e da questo e dai precedenti è proba-
bile che lo Squarceti abbia copiato di sua mano il grosso codice 178.
Non mancava il testo dell'Eneide virgiliana (n. 179) e un frammento forse
del commento di Servio, dal Canto VI (v. 105) in poi (n. 41); d'Orazio c'era
248 ANTONIO AVENA
r« Arte poetica» (n. 76) e qualche altro frammento (n. 79); d' Ovidio 1' « Eroidi »
frammentarie (n. 22), i «Fasti» (n. 32), le «Metamorfosi» (n. 118); di Lucano
la « Farsalia » (n. 133); di Persio le « Satire » (n. 60); di Stazio 1' « Achil-
leide » (n. 62) ; di Sedulio il « Carmen Paschale » (n. 54).
SCRITTORI MEDIEVALI
Ne abbiamo fatto un cenno parlando dei grammatici ; aggiungeremo ora
r« Inventiva Lazari » (n. 47), Alano con il « de planctu nature » (n. 53) e r« An-
ticlaudianus » (n. 80) e Pier della Vigna con le « Epistole » (n. 145).
Numerosi gli scrittori di cose scientifiche : Alfarabio, « de divisione scien-
ciarum » (n, 86); frate Alberto, « Archimia » (n. 52), « de passìonibus aheris »
(n. 16); un Lapidario (n. 42); l'Abbaco di Simeone da Vicenza (n. 67); alcuni
trattati « de numero stadiorum » (n. 72), « de somnio et vigilia » (n. 74), « de
mensibus » (n. 71), e un « libellum figurarum planetarum » (n. 85). E poiché
cade il ricordo sopra opere d' astrologia, menzionerò eh' egli possedeva anche
un'opera di Giacomo Allegretti (n. 49).
Aveva ancora vari libri di medicina (n. loi, iio, 173), tra i quali il « Prohe-
mium Constantis in libro febrium » (n. 132).
Non mancavano alcune operette filosofiche e morali (n. 6, 68, 69, 174, 187Ì;
e^ mi par degno di menzione il « Liber Loyce et fallaciarum » di s. Tomaso
(n. 146) che s'accompagnava ad un'altra « Logica » innominata (n. 51).
A un bibliofilo si fatto non potevano far difetto le cronache, notevoli quella
« de fastis Marchie trivisane » (n. 100), i « Quorundam imperatorum, gesta pre-
carissima » (n. 155), una « cronica imperatoris vel regis, vel epistole viginti
quinque » (n. 134), oltre un'innominata (n. 162).
OPERE LEGALI
Queste sovrabbondano ; ciò eh' è da attendersi nella biblioteca d' un notaio
a cui la professione fé' guadagnare de' bei denari : C erano varie copie della
« Summa Rolandini » (n. 12, 17, 109, 130), e dello stesso autore r« Aurora et
flos », in un manoscritto d'origine veronese, (n. 14) e l'opera cosi intitolata:
« Tractatus magistri Rolandini pasagerij scriptum manu Casti notarij > (n. 124).
Possedeva un antico codice glossato delle < Institutiones » di Giustiniano (n. 27)
e il « Codex » (n. 147), i « Contractus » di Pietro Boatieri (n. 13), la « Summa »
di maestro Cesare (n. 89, 188), !'« Aurora novissima» e r«Apparatum notula-
sum » di Pietro de Vuzola (n. 115, 98), la « Lectura » di maestro Pietro de Iso-
lelis (n. 46), le « Recollectae » di Pietro da Muglio (n. 107), il Buoncompagno
(n. 117), parte degli Statuti del Comune (n. 11) e della Casa dei Mercanti di Ve-
rona (n. 151) e infine un « Tractatus ordinis Venetorum » (n. 136).
OPERE SACRE
Aveva il Vecchio e il Nuovo Testamento (n. 4, 23, 29, 59, 73, 87, 114,
121) e varie altre opere ascetiche (n. 18, 19, 26, 34, 56, 61, 93, 189, 190), e una
« Missa Apostolorum » direi che l'avesse copiata di sua mano, se ben ho inteso
l'explicit dell' inventario (n. 23).
I LIBRI DEL NOTAIO VERONESE BARTOLOMEO SQUARCETI 249
L'esame che abbiamo fatto di questa copiosa libreria (i) ci permette di as-
segnare allo Squarceti un buon posto tra i raccoglitori di libri che fiorirono non
solo in Verona, ma anche in Italia agi' inizi del secolo XV (2).
Forse la publicazione dell' inventario varrà a rintracciare altri manoscritti
che gli appartennero, mentre noi ci terremo paghi di riconoscere nel raccoglitore
un temperamento di bibliofilo che amò ilon solo di avere una scelta e varia li-
breria, ma di un'opera cercò talvolta più copie per trascrivere di suo pugno un
testo con le varianti più notevoli. E in questa briga del raccogliere trovò amici i
tempi, che in quegli anni fortunosi molte notabili famiglie veronesi ebbero la
loro rovina, e altre i loro sùbiti guadagni.
Non conosco alcuno scritto dello Squarceti che non siano atti notarili ; per
ciò egli rimane per noi soltanto un raccoglitore, ma un dei buoni in quel periodo
iniziale dell'umanesimo. Chi vuol restarne persuaso si armi dì pazienza e legga
la seguente
Perfectio Inventarij filionnii quondam Bartolomei notarij de Cavajono
de sa lieto Andrea.
In Cristi nomine Amen, anno nativitatis eiusden 1420, inditione terciade-
cima, die Mercurij vigesimo tercio mensis octobris. Verone, in guaita sancti
Andree in domo olim prò vidi viri Bartholomei notarij de Cavaiono.... corani sa-
pignte legum doctore domino Guillelmo de la pigna de braida Verone indice
Comunis Verone.... sedente prò tribunali ibidem super una bancha.... prudens
domina Margarita filia quondam Marci campsoris de domino Rodulfo de Fal-
surgo Verone uxor quondam providi viri Bartholomei notarij de Cavaiono quon-
dam domini Bonaventure de Squarcetis de sancto Andrea Verone, tutrix
Jacobi Antonij Anne et Cristofori eius et dicti Bartholomei filiorum heredum ab
intestato dicti Bartholomei secundum formam iuris et statutorum Comunis Ve-
rone, ut constatpublicum instrumentum scriptum sub die veneris decimoseptimo
mensis maij de millesimo et inditione presentibus.... intendens inventario tutel-
lari addere de bonis tam mobilibus quam immobilibus, dixit quod invenit.... ut
infra patet....
Item infrascriptos libros videlicet :
1. — Primo unum librum Moralitatum in Vulgari quadraginta octo carta-
rum membranarum cum parmulis duabus ligneis cum modico coramine rubeo,
cuius principium incipit super prima facie secunde carte de rubro : « Qui co-
menza » et finitur super prima facie quadragesime quinte carte « Qui habiamo
nuy finito questa parte de la moralità de tulio, per la gracia de dio amen ».
2. — Unum librum quadraginta sex cartarum membranarum orationum
Marci Tulij Ciceronis cum parmula membrana, scriptarum manu suprascripti
(i) Molte opere furono per me irriconoscibili: eccone l'elenco: N. 5, 16, 28, 31, 35, 39,
45. 48, 55, 57, 70, 75, 82, 83, 84, 95, 105, 106, 119, 126, 228, 129, 131, 153, 166, 169, 170, 171,
175, 186.
(2) R. Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci nei secoli XIV e XV. Firenze, 1905.
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 7»-S=> 3^
250 ANTONIO AVENA
quondam Bartholomei notarij de Cavaiono, cuius principium incipit super prima
facie prime carte : « Graviter et iniquo animo » et finitur super prima facie
quadragesiine secunde carte « et Creatus eppiscopus » .
3. — Tres quaternos triginta cartarum membranarum quarundam oratio-
num Tulij, scriptarum manu dicti quondam Bartholomei notarij, sine parmula,
quorum principium incipit super prima facie prime carte de rubro : « Marci
tulij ciceronis prò Lecio Murena oracio incipit » et finitur super ultima facie
vigesime quinte carte: « feliciter et complctus >.
4. — Unum librum octuginta cartarum membranarum cum duabus parmu-
lis ligneis copertum coraminis, cuius principium incipit super prima facie se-
cunde carte in textu « Marcus evangelista dei ellectus » et finitur super prima
facie septuaginta septem cartarum in textu : « sequentibus signis » .
5. — Unum librum viginti quatuor cartarum membranarum sine parmula,
cuius principium incipit super prima facie prime carte de rubro : « Incipit opus
ad scriptorum et cetera » et finitur super ultima facie ultime carte : « Liber Bar-
tholomei notarij de cavajono ».
6. — Unum librum cum parmulis ligneis copertis coraminis, videlicet una
viridi et altera rubei quadraginta duarum cartarum membranarum, cuius princi-
pium incipit super prima facie quarte carte in textu : « multorum fratrum or-
dinis nostri » et cetera, et finitur super ultima facie trigesime none carte : « mil-
lesimo trecentesimo octuagesimo septimo decima inditione »; et Intitulatur
« Liber de moribus hominum et ofiìcijs super ludo scacorum > .
7-8. — Duos libros ad invicem quaternatos cum parmula membrana, quorum
unus est decemocto cartarum membranarum, alter vero sexdecim cartarum mem-
branarum cum parmula parva membrana ; cuius primi libri principium incipit
super prima facie prime carte de rubro : « Incipit Donatus barbarismi » et
finitur super prima facie sextedecime carte : « res que moratur in silvis » . Al-
terius principium incipit super prima facie prime carte in textu « Barbarismus
est una pars orationis » et finitur super ultima facie ultime carte « Bertolotus » .
9. — Unum librum sexdecim cartarum membranarum cum parmula mem-
brana et una alia parmula bambucina parva, cuius principium incipit super
prima facie prime carte de rubro : <; Incipit Opusculum magi stri Guizardi de
constructione » et finitur super prima facie ultime carte « et per forcia forcium
exempla » .
10. — Unum librum quadraginta duarum cartarum, membranarum, cum
duabus parmulis una membrana et alia bambucina, cuius principium incipit super
prima facie prime carte in textu : « Carmina qui qucindam studio » et finitur
super ultima facie ultime carte de litera minuta: « manifesti »; et est in fine
ipsius libri dimidia cartula. Qui liber intitulatur Boecius.
11. — Unum librum quadraginta sex cartarum membranarum et bambuci-
narum intitullatum « Statuta secundi libri Comunis Verone » cum parmula mem-
brana, cuius principium incipit super prima facie prime carte: « Statuta secundi
libri comunis Verone » et finitur super prima facie quadragesime quinte carte :
« Instanciam seu iudicium esse » .
12. — Unum librum cum parmulis ligneis copertis coraminis beretini in
quo continenture infrascripti libri, videlict.
I LIBRI DEL NOTAIO VERONESE BARTOLOMEO SQUARCETI 251
13. — Summa Rolandini.
14. — Contractus magistri Petri boaterij,
15. — Aurora et flos ipsius magistri Rolandini : Centum quinquaginta
unius cartarum membranarum, cuius principium incipit super prima facie prime
carte : <; Ut instituta » et finitur super ultima facie ultime carte : « de sancto
Martino aquario » .
16. — Unum librum cum pàrmulis ligneis copertis coraminis albis centum
sexaginta quatuor cartarum membranarum, cuius principium incipit super prima
facie quarte carte de rubro : « Incipit Liber Porfìrij » et finitur super ultima
facie penultime carte: « Explicit Liber henlengorum, deo gracias ».
17. — Unum librum dacentarum et septuaginta cartarum membranarum
cum parmula membrana, cuius principium super prima facie prime carte « nis (sic)
efficacia » et finitur super prima facie ducentarum sexaginta trium cartarum :
« Auctorem salutis amen ».
18. — Unum librum cum pàrmulis ligneis, una integra et alia fracta, qui
liber intitulatur « Summa Rolandinia antiqua » cuius principium incipit super
primia facie prime carte de rubro : « In cristi nomine, amen » et finitur super
ultima facie ultime carte : « Instrumenta docium ab » .
ig. — Unum librum centumviginti cartarum membranarum cum pàrmulis
ligneis copertis telle zalle, cuius principium incipit super prima facie tercie carte :
« Ut vite ascendamus ad montem » et finitur super secunda facie centum quin-
decim cartarum : « dederat et non peri » .
20. — Unum quinterum cartarum membranarum, cuius principium incipit
super prima facie prime carte de rubro: « Arg'umentum seu prefacio in oracione
demonstremus » et finitur super ultima facie ultime carte: « apparuit et assur».
21. — Unum librum latinorum in gramatica quinquaginta septem cartarum
membranarum, cuius principium incipit super prima facie prime carte ; « talis
inimicatus michi » et finitur super ultima facie ultime carte : « florum quam
pulcerrima » . Qui liber est cum parmula membrana et sunt in ipso libro duo-
decim carte bambucine scripte de regulis gramaticalibus.
22. — Unum quaternum cum parmula membrana decem cartarum bambu-
cinarum, super quo tractatur de amore in vulgari, super cuius quaterni prima
facie prime carte sunt due figure sive ymagines.
23. — Unam partem Ovidij eppistolarum, cum parmula membrana viginti
quatuor cartarum membranarum, cuius principium incipit super prima facie
prime carte : « hanc tua penelope » et finitur super ultima facie ultime carte :
« Siila nocere viris » .
24. — Unum librum parvum cum pàrmulis ligneis copertis coraminis albi,
cuius principium incipit super prima facie secunde carte de rubro : « Missa appo-
stollorum » et finitur super ultima facie ultime carte : « de sancto Andrea Verone »
25. — Unum librum dictaminis cum pàrmulis ligneis cum modico corami-
ninis rubei centumquatuor cartarum membranarum, cuius principium incipit su-
per prima facie prime carte de rubro : « Incipit Summa dictaminis » et finitur
super prima facie ultime carte : « Summa summarum Centum » ,
26. — Unum librum quinquaginta triu"^ cartarum duarum bambucinarum
et aliarum membranarum cum pàrmulis ligneis copertis coraminis rubei, cuius
ANTONIO AVENA
principium incipit super prima facie prime carte in textu : « Ita fac mi Lucilli »
et finitur super ultima facie ultime carte : « Illi quedam principia sunt » .
27. — Unum quaternum cartarum membranarum, super quo scripta sunt pec
cata mortalia in vulgari, cum duabus parmulis membranis, cuius principium in-
cipit super prima facie prime carte de rubro : <- Questo si é lo peccaà de la super-
bia » et finitur super ultima facie ultime carte: «de sancto Michaele adportas » .
28. — Unum librum antiquum glosatum « Institutionum », septuaginta
duarum cartarum membranarum cum parmulis membranis.
29. — Unum librum sexdecim cartarum membranarum cum parmula mem-
brana, super quo scripte sunt certe Eppistole.
30. — Unum librum centum decemocto cartarum membranarum, cum dua-
bus medijs parmulis ligneis hystoriarum veteris testamenti, cuius principium
incipit super prima facie prime carte de rubro : v. Liber genesis ; incipit Volumen
hystoriarum » et finitur super ultima facie ultime carte de rubro : « Explicit
liber hystoriarum veteris testamenti > .
31. — Unum librum sexaginta sex cartarum membranarum cum parmulis
ligneis copertis coraminis albi, cuius principium incipit super prima facie prime
carte : « Quia perfectio artis gramatice >> et finitur super ultima facie ultime
carte: « vel panis illius -.
T,2. — Unum librum qninquaginta cartarum bambucinarum, cuius princi-
pium, incipit super prima facie prime carte: < domini Malus sauleay immisseisse psa-
liebat •» et finitur super prima facie quadragesime septime carte: « Amico Antonio
de Leniaco ».
33. — Unum librum octuaginta septem cartarum membranarum, qui intitul-
latur « Ovidius de Fastis » cum parmulis ligneis cum modico coraminis viridi,
cuius principium incipit super prima facie none carte: « tempora cum causis »
et finitur super prima facie octuagesime sexte carte : « causa noverca stillo » .
34. — Unum librum centum cartarum cum parmulis ligneis copertis cora-
minis rubei, super quo scripti sunt infrascripti libri, videlicet : Seneca de Provi-
dencia et Tulius de natura deorum ; cuius principium incipit super prima facie
tercie carte de rubro « Incipit liber Aney senece de providencia » et finitur
super prima facie ultime carte TuUij : « millesimi quadringentesimi duodecimi » .
35. — Unum librum quinquaginta cartarum cum parmulis ligneis copertis
coraminis albi, cuius principium incipit super prima facie secunde carte : « non
ita ordo est apud grecos » et finitur super ultima facie ultime carte : « et spi-
ritus sancti, amen ».
36. — Unum librum expositionum figurarum cum parmulis ligneis copertis
coraminis albi vigintitrium cartarum membranarum, cuius principium incipit
super prima facie secunde carte de rubro: « Incipiunt expositiones de figuris »
et finitur super ultima facie ultime carte: « que potes pati ».
37. — Unum librum sexdecim cartarum membranarum intitullatum «librum
Omerij » sine parmulis, cuius principium incipit super prima facie prime carte:
« Iram pande michi » et finitur super ultima facie penultime carte : « de mense
augusti de millesimo trecentesimo nonagesimo secundo » .
(Continua). ANTONIO AVENA.
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
253
Bollettino Bibliografico Marciano
PUBBLICAZIONI RECENTI RELATIVE A CODICI O STAMPE
DELLA BIBLIOTECA MARCIANA DI VENEZIA )
167. Allen (Thomas W.), The text of
the Odyssey. — London, 19 io; pp, 85,
in 8" gr. (estr. d. Papers of the British
School at Rome, voL V, n." i).
Il prof. Alien di Oxford, benemerito del
fondo greco della Marciana per avere procu-
rato una buona riproduzione integrale del co-
dice di Aristofane (i) \l\Iarc. Gr. 474], e
per essersi occupato del famoso cod. Veneto
A dell'Iliade (2) [Marc. Gr. 4341, ci presenta
nella pubblicazione suindicata un nuovo studio
sul testo dell' Odissea, cioè sui codici e sui
papiri che la contengono, e ne dà la classifi-
cazione. I manoscritti presi in esame, diretta-
mente o indirettamente, dall'A. (pp. 3-16) sono
in tutto 76, raggruppati in 17 famiglie {a-r),
ognuna delle quali è sottoposta a particolare
esame (pp. 17-65) ; e i papiri, 26 (pp. 65-69).
Dei 76 codici ben 9 sono Marciani, e cioè :
i) Marc. Gr. 436, del sec. XV, dovuto al noto
calligrafo greco Giovanni Rhosos(=t//);
2) Marc. Gr. 4§j, del sec. XV {=U2); 3) Marc.
Gr. 610, del sec. XV (= U 3) ; 4) Marc. Gr.
611, del sec. XV (= U 4) ; 5) Marc. Gr. 61 j, del
sec. XIII, già appartenuto a Francesco Bar-
baro, con scoli e correzioni di mani poco
posteriori (= U §) ; 6) Marc. Gr. IX. 4, com-
posto di due parti, l'una del sec. XV, l'altra
del XIII (= U6) ; 7) Marc. Gr. IX. 21, del
sec. XVI {U7)\ 8) Marc. Gr. IX. 29, del
sec. XVI, acquistato nel 1823 da Carlo Mi-
chiel, e scritto dalla stessa mano del cod.
Marc. Gr. IX. 2 dell' Iliade, proveniente da
*) Cont.: V. Bibliofilia, voi. XIII, pag. 78, disp. 2'» 3».
(1) APISTO^ANOrS KSMQIAIAI. Facsimile- of
the Codex Venetus Marcianus 474, ■with a pr e face by J. W.
White, and an Introducticn by Thomas W. Allen. Lon-
don & Boston, 1902, in fol.
(2) Allen (J. \V.), On the composilion of some greek
manuscripts : III, The Venetian Homer ; in Journal of
Philology, voi. XXVI (1898), pp. 161-81.
S. Giovanni di Verdara {= U 8) ; 9) Marc.
Gr. IX. J4, del sec. XV, formante il secondo
volume del Marc. Gr. IX. 33, contenente
V Iliade. — A p. 84 sg. l'A. ha occasione di
fare alcune osservazioni sul famoso codice A
dell'Iliade [Marc. Gr. 434], mostrando come
la scrittura, sebbene dovuta tutta ad un me-
desimo copista, debba distinguersi in tre parti,
secondo che appartiene al testo, agli scoli in
minuscola od agli scoli in semionciale. Ciò
l'A. aveva già dimostrato nel suo scritto sul
cod. omerico A, più sopra accennato.
168. Martini (Edgar), Eustathianum ;
in Rheinisches Mtiseum f. Philologie,
N. F., voi. LXII (1907), pp. 273-94.
In questo articolo, in cui sono passati in
rassegna i codici del commento di Eustazio ad
Omero, il dotto professore dell' Università di
Lipsia dimostra che i codici Laiir., pi. LIX.
2 e 3 {= L), contenenti il commento di Eu-
stazio all' Iliade, ed il Marc. Gr. 460 (= AI ;
cfr. qui, p. 277), contenente il commento dello
stesso all' Odissea, tutti del sec. XII, quindi
coevi all'autore (1192 e), sono scritti da una
medesima mano, che, secondo il M., è quella
stessa di Eustazio. — Ai codici Laurenziani
e Marciano deve poi accompagnarsi il cod. Par.
Gr. 2702 (= P), che, sebbene aggiudicato al
sec. XIII dall'Omont, sarebbe, secondo il M.,
della stessa mano di L ed M, e quindi pur
esso autografo dell'arcivescovo Tessalonicense.
Ed il facsimile di Z,, M e P, che dà il Mar-
tini in una stessa tavola (pp. 284-85), sembra
confermare visibilmente la sua tesi. L'a. però
non è in grado di stabilire in modo preciso
quali rapporti di dipendenza debbano esistere
fra M e P.
Del resto l'autografìa del cod. Marciano non
è certo cosa nuova. Sino dal sec. XV il
card. Bessarione, possessore del cod., scriveva
254
CARLO FRATI
, ^. ,;., ,. ^i -,oàu- I ziol ; e nel secolo seguente il Bembo in una
nei fogli di nguardo d. e o -'^ - -^«; ;^ ^, ^^^„3,„ ,^, ,„,. „,,,, Hferen.esi
[xaxa Tr,s x='-P^S ^^'^^^'^ sxc'.vou [cioè ai r-usid
WVAXXYAKniXWYYAA'^AÌ
\ ÌAÌAAAtAVmnVV
■ <^ ^ 1 XA« ce aÌÀìvox , cS«
nf^^-ì^v
x\^fvc iicu*S«tjof òroi^uji<ri^» t v^pyo.liij-
"A""!'-^
FA.
Vi"
HoMERi, OA'ra. Cod. Marc. Gr. 456 (f- 4'^). Cfr. n." 167.
.,.edi.io„e di K...ÌO .Uà i,. ... e^c. ; ^-^ ^r^ -^^ :::,:-:i::
:r;;;;;:;^;::;::::" -x;.. i .e di,i.e,«i i,...,. d. «... ,.0,, ,.„,.o
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
255
fatto quindi che confermare autorevolmente ! il cod. Marciano deve trovare il suo naturale
questo giudizio tradizionale, e dimostrato che | complemento nei due Laurenziani.
) (fVu^f'tMmXc (irou>>^<^-*i -r7i^^^>>c<^\»i«
EusTATHii Tessalonicexsis, CoìHìneuiayii in Odysstam (Autogr.j.
Cod. Marc, Gr. 460 (f. i^). Cfr. n.» 168.
Assai più tardi, cioè del secolo XV, so- [ stesso Eustazio a\V Iliade, e dei quali pure
no i due codici JÌIarc. Gr. 461 e 462, che il M. si occupa (p. 276 ; contrassegnati 5»
contengono i commenti, o T^apsx^oXat, dello j e 5*^).
256
CARLO FRATI
169. Demetrii et LlBAXII qui feriuitur
TuTiot è-'.axoXr/.o'' et 'E-'.atoÀi[Ji,acoi yjxpa.-/..
Tfipz:;. Edidit Valextinus Weichert
— Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri,
MCMX ; pp. LXXiv-69, in ló'^ (' Bi-
bliotheca scriptor. graecor. et romanor.
Teubneriana ').
Il nuovo volume della ' Teubneriana ' cu-
rato dal W. riunisce due diverse operette di
epistolografia dell'età ellenistica: i Tu;:oi sni-
axoXiHoi di Demetrio, e gli 'EntaxoXiiJiavoi
Xapa-/.Tv;.&s5 attribuiti a Libanio; ed alla co-
stituzione del testo di ciascuna di codeste
operette retoriche hanno parte considerevole
codici marciani.
Dei Tó-c. STt'.axoX'.xoi si conoscono otto co-
dici (pp. XXXVI-VII), dei quali il più antico
ed autorevole (« longe praestantissimus » lo
chiama il W., p. XVII) è il Marc. Gr. 41S,
del sec. XI, ove i Tònoi, sono premessi alle
Orazioni di Demostene (= M). Nel cod. Mar-
ciano essi sono espressamente attribuiti a De-
metrio Falereo; ma poiché la modesta ope-
retta non appare degna dell'insigne retore greco,
il W. si accosta piuttosto ad un' altra famiglia
di codici, la quale, sebbene meno autorevole
di M, si limita a chiamare 1' autore semplice-
mente Demetrio, ritenendo che dall'identità
del nome il trascrittore del Marciano fosse
tratto ad attribuire 1' opera al Falereo, tanto
più che nell'opera Espi £p|jir/,i£ias di quest'ul-
timo si tratta pure del modo di scrivere le
epistole. Comunque i Tutìoi sono certamente
l'opera di un retore, che li compose ad uso
dei propri discepoli, e, secondo il W., proba-
bilmente in Egitto, tra il II secolo av. C. e la
metà del I secolo d. C.
Della seconda operetta, gli 'E7itaToXt|i.aioi.
XapaxT^psc: (che il W. attribuisce, piuttosto che
a Libanio sofista, ad un suo discepolo, forse
di nome Proclo, che fu a torto scambiato
con Proclo Platonico) i codici — assai più nu-
merosi che non quelli della precedente — ven-
gono distinti in più categorie, secondo le
diverse recensioni che il W. ha potuto in essi
ravvisare. Il Marc. Gr. ^21, miscellaneo del
sec. XIY {=Ma), spetta alla classe dei « co-
dices amplificati » (p. LVI) : di quelli, cioè,
in cui furono interpolati, in fine dell' opera,
più altri esempi epistolari, mancanti alla re-
censione originale. Il cod, Marciano è mutilo
in principio, e reca innanzi ai modelli aggiunti
la rubrica : "E-spai è/iinoXal gfioiai. I modelli
epistolari aggiunti in JÌ/a e negli altri codd. di
questa famiglia (n.' 60-113), sono pubblicati dal
\V. integralmente a pp. 37-66.
170. TheoDORET, Kirchengesch ichte, hrsg.
ini Aiiftrage der Kirchenvàter-Comviis-
sion d. Kgl. Preussischen Akad. d. Wis-
seìischaften, von D'". LÉOX PÀRMAX-
TIER. — Leipzig, J. C. Hinrichs, 1911;
pp. cvii-427, in 8^ e Die griecb.
christl. Schriftsteller der ersten drei
Jahrh. ', voL XIX).
Fra i codici che hanno più o meno servito
alla costituzione del testo di questa edizione
critica della Historia ecclesiastica di Teodo-
reto, curata dal prof. L. Parmantier dell'Uni-
versità di Liège, dobbiamo ricordare due
codd. Marciani. Il Marc. Gr. jj/, membr., del
sec. XV (pp. XIV-XV^), contenente la raccolta
degli storici ecclesiastici (Eusebio, Teodoreto,
Teodoro Lettore, Sozomeno, Socrate Scola-
stico, ecc.), è copia pedissequa del cod. Vat,
Gr. 628 (= V), del sec. XI, di cui riproduce
le lacune, le note marginali e le altre pecu-
liarità, come dimostra il fatto che le parole di
V non decifrate, perché evanide nell'originale,
furono lasciate in bianco nel Marciano, e vi
furono supplite più tardi da altra mano. A sua
volta deriva da questo cod. Riardano il Paris.
Gr. 1440, cart., del sec. XVI, noto coli' ap-
pellativo di * codex Pini % j^erché apparte-
nuto al diplomatico ed umanista Jean de Pins,
vescovo di Rieux (1470- 1537). Il cod. Mar-
ciano, come copia di altro più antico, viene
quindi eliminato dall'apparato critico del P. —
Qualche frutto, invece, alla costituzione del
testo potè ricavarsi dall'altro cod. Marc. Gr.
J44 (= T), del sec. XIII, ben più importante
(p. XVI), come il solo che contenga 1' Histo-
ria Tripartita di Teodoro Lettore, cosi
denominata, perché formata di estratti di So-
crate, di Sozomeno e di Teodoreto. Di
quest'ultimo codice ebbe già ad occuparsi esau-
rientemente il prof. BiDEZ dell' Università di
Gand [cfr. Boti., n." 5], il quale, come è noto,
sta apparecchiando l'edizione critica di Sozo-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
2.S7
«noe
<^
-1 V. .'• -'^
( 7^." rour
V ■
Theodori Lectoris, Historia ecclesiastica. Cod. Marc.
Gr. 344 (f. i^). Cfr. n.o 170.
•
meno per questa stessa collezione della ' Kir-
chenvàter-Commission ' di Berlino, in cui ha
visto ora la luce l'edizione di Teodoreto.
Sul cod. Marc. Gr. 344 si cfr. anche tutto il
^ VI dell' Introduzione : Die Handschrift der
Tripartita (pp. XLVIII-LI).
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 7»-S»
2.s8
CARLO FRATI
ujisl UJH ^UIC eoAAiiUJ^JJii-
i-
//'
^^..:
;^-'
• ~ ~/ '', /' '' ^"^^^^r^f^O^ri-uo- -TOC P'id^
yeu- orr(y'nrt>oiifsyirr{usri(jiL^,fr-iirj ■
f. : ^ '. ■ ' '
fl ^ 4A<Ctf C"^/ ontyp jOc ^/ CTtftn'O g^ tx &ua t
_ „ , a> tOBixmcirrvré.é'-
'■■^Dff r-of <»«.(^y T.A
»- Crr't rf^rxuérv
^.?ja
Photii, Bibliotheca (colla sottoscrizione di Teodoro Sku tar iotes) ,
Cod. Marc. Gr. 450 (f. 5\ì. Cfr. n." 171.
171. IMartixi (Edgar), Tcxtgeschiclde
der Bibliothcke des Pairiarcheii Photios
von Konstantinopcl. I. Teil. Die Haìid-
schriften, Ausgabcn u. Uehertragiingen.
— Leipzig., B. G. Teubner, 191 1;
pp. 134, in 8°, e Vili tavv. (= ' Ab-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
259
"rvx,-/
!>*•<
.'i le;!; -,
Photii, Biblìotheca. Cod. Marc. Gr. 451 (f. 4^). Cfr. n.'^ 171.
200
CARLO FRATI
handlungen d. Kgl. Sàchsischen Ge-
sellsch. d. Wissensch. ', Phil.-Hist.
Klasse, Band XXVIII, n^ VI).
Come appare dal titolo, questo importante
lavoro costituisce la prima parte dello studio
critico sulla tradizione manoscritta e a stampa
della Bibliotheca di Fozio, alla cui nuova
edizione, fondata su tutti i testi conosciuti, il
eh. professore dell'Università di Lipsia, Edgar
Martini, attende da ben dodici anni. In esso
sono passati in rassegna, esaminati critica-
mente e raggruppati, ben 24 codici del testo
completo [' prima categoria '], e 28 che ne
contengono solo degli excerpta [' seconda ca-
tegoria '] (pp. 6-108) ; tutte le edizioni, par-
ziali e integrali, dalla edizione princeps di
David Hoeschel (1601), alla più recente ed
usualmente citata di Immanuel Bekker
(1824-25) ; e le poche traduzioni, di cui due
italiane, 1' una di Giuseppe Compagnoni,
a stampa, l'altra di Giovanni Veludo, già
bibliotecario della Marciana, ora perduta (pa-
gine 109-133). Il posto d'onore in tutta questa
famiglia di testi spetta a due codici Marciani :
il Cr. 4^0, designato qui dal M. come Kodex
A (pp. 6-15) ; e il Gr. 451, contrassegnato
Kodex 31 (pp. 16-19), di tutti i più antichi, e
spettanti entrambi al fondo Ressarioniano. 11
cod. A è scritto tutto da una sola mano, ni-
tida ed elegante, ma di persona che non in-
tese sempre ciò che trascriveva ; ed i giudizi
sulla sua età furono sin qui assai discordi. Lo
Zanetti ed il Morelli lo attribuirono al sec. XII ;
il Bekker, al XI ; ma il M., fondandosi anche
sul giudizio di Bruno Keil, e sur un proprio
minuto esame della forma delle lettere e dei
nessi, lo fa risalire alla seconda metà del
sec. X : sicché il ms. A sarebbe posteriore di
meno che un secolo all' autore dell' opera
(815-891). Il codice ebbe poi nel sec. XI un
primo correttore, che rivide tutto il testo,
senza farvi aggiunte di rilievo \_A-\\ un secondo
correttore nel sec. XIII [A^, che rivide il te-
sto due volte, come risulta dalla diversità degli
inchiostri adoperati. Finalmente si possono,
sebbene più raramente, riconoscere due mani
del sec. XV, che il M. designa per A^ e A'-',
l'ultima delle quali può verosimilmente essere
attribuita allo stesso Bessarione, possessore
del prezioso cimelio. Già il Morelli (1802), e
sulle sue tracce il M., ebbero il merito di
identificare un precedente possessore del ma-
noscritto : Teodoro Skutariotes, che la-
sciò il proprio nome, come di possessore,
in calce de' fi", i e 5, e che, vissuto a Cizico
nel sec. XIII, possedette una ricca biblioteca,
di cui faceva parte anche il cod. Paris. Gr. 12J4,
contenente il Br^^aupò; òp0-o5o;ia;; di Niceta
Akominatos. £ poiché alcune parti del
cod. parigino sono di mano dello Skutariotes,
il M. ha potuto altresì stabilire che questi è
una stessa persona col correttore del sec. XIII,
designato A^. 'E pure probabile, come il M.
pensa (p. 15), che il cod. A, dopo la caduta
di Cizico in mano de' Turchi (1321), passasse,
con altri già posseduti dallo Skutariotes, alla
biblioteca del Monte Athos, donde lo avrebbe
ottenuto, insieme ad altri niss., il Bessarione.
— A differenza di A, il testo del cod. 3f è
scritto da tre diverse mani, ma contempora-
nee. Lo Zanetti ed il Morelli lo attribuirono
al sec. XIII ; ma il M. lo ripòrta, per ragioni
paleografiche, al XII, e più probabilmente alla
prima che non alla seconda metà del secolo.
Anche nelle correzioni e glosse marginali si
distinguono più mani, di cui la più antica del
sec. XII \_M-], la più recente del XV [^V].
Come rilevasi da una nota di TI/-' (f. 4 '•), il
codice appartenne al monastero di Maria Dei-
para in Tessalonica, edificato dal monaco Isaac,
sino dal sec. XIII (epoca dello scoliaste M^),
e vi si trovava ancora, secondo il M. (p. 19),
alla fine del sec. XIV, per passare, nella prima
metà del secolo successivo, in possesso del
Bessarione. Esaminando poi in apposito capi-
tolo (Das l'erivandischaftsverhàltnis der Hss.
I : pp. 50-58) i rapporti genealogici dei due
capostipiti x-i e M, il M. conchiude che essi
sono indipendenti 1' uno dall'altro ; e ciò spe-
cialmente perché A ha delle omissioni erronee,
che non si trovano in M : cosi, ad es., il
cod. A omette per intero il cap. 185, che si
trova invece al suo posto in I\[. — Degli VIII
fac-svnili, che corredano opportunamente que-
sta memoria, ben due spettano al cod. A
(I-II), e quattro a M (IIl-VI). E poiché que-
sto Bollettino ha per esclusivo oggetto la Mar-
ciana, dobbiamo pur segnalare, con sensi di
viva compiacenza, un onore singolarmente hi-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
261
singhiero che il dotto autore ha reso alla no-
stra biblioteca, dedicando il suo arduo e impor-
tante lavoro alle biblioteche italiane, rifiorenti
sotto gli auspici governativi, ed in particolare
aFla Marciana, colla seguente epigrafe latina :
BIBLIOTHECIS ITALTAK PVBLICIS
SVB AVSPICIIS REGVM
AD SVMMVM FLOREM EVECTIS
MAXIMEQVE
BIBLIOTHECAE MARCIANAE VENETAE
S.
172. Lambros (Spyridion P.), Empereiirs
Byzantins. Catalogne illustre de la col-
lection de portraits des Empereurs de
Byzance d'apres les statues, les ininia-
tures, les ivoires et les autres ccuvres
d'art. (Athènes-Rome. Exposition In-
ternationale de Rome en i g 1 1 . Section
Hellénique). — Athènes, Impr. ' Hestia'
C. jMeissner & X. Cargadouris, 191 1;
pp. [iv]-6i, in 8" fig.
Da oltre una ventina d' anni, in varie sue
pubblicazioni, il eh. prof. Lambros, ora rettore
dell' Università di Atene, lanciò la proposta di
promuovere una raccolta completa delle im-
magini di imperatori bizantini, conservateci
nelle statue e negli avori de' musei, e ne' mss.
miniati delle biblioteche. L'idea del Lambros
fu condivisa dal eh. prof, Strzygovvski, ed
entrambi ottennero che il primo Congresso
Internazionale d'Archeologia in Atene (1905)
emettesse un voto, per la pubblicazione di una
Iconografia degli imperatori bizantini. Venne
quindi nominata una Commissione internazio-
nale, col Lambros segretario, per la prepara-
zione del lavoro ; e nel secondo Congresso
Archeologico del Cairo (1909) il eh. prof, del-
l' Università di Atene potè di già presentare
buona parte del materiale raccolto. In occa-
sione poi dell' Esposizione mondiale di Roma,
il governo Ellenico si decise a presentare al
pubblico codesto materiale, del quale il libro
sopra annunziato non è che il Catalogo, com-
prendente 408 numeri. Ed ora non vi è che
da augurarsi che la Mostra romana divenga la
causa efficiente di un'opera, che non può non
riuscire di importante contributo all' iconografia
bizantina e alla storia dell'arte greca nel m. e..
e che senza di essa avrebbe forse rischiato di
rimanere ancora per lungo tempo nel limbo
delle proposte e dei voti.
I n.i 1-115 rappresentano la serie completa
degli Imperatori bizantini e sono tolti a un
codice greco dell' Estense di Modena (pp. 1-9) ;
i n.' 116-275 sono derivati da un ms. di Gio-
vanni Skylitzes della Biblio;eca Nazionale
di Madrid (pp. 10-27) \ i "•' 276-308^, dal Liber
Chronicarum di Norimberga, 1493 (pp. 28-31) ;
ma i n.i 309 e seguenti sono tolti da varie
fonti, e tra queste troviamo alcuni importanti
codd. Marciani. Sono tratti dal cod. Marc. Gr.
VII. 22 (curiosa raccolta iconografica fatta da
Giorgio Clontzasdi Creta nel 1590), i n.' 332
(Eraclio a cavallo), 337 (Teofilo), 340 (Basilio I
il Macedone e Leone IV il Savio), 342 (Leone VI
il Savio e S. Metodio di Patara), 377-78 (Teo-
doro II Lascaris), 381-82 (Michele Paleologo),
396 (Manuele Paleologo), 403 (Giovanni Vili
Paleologo), 404-06 (Costantino Paleologo) ; — -
dal cod. Marc. Lat. X. 15S [non « Latin. 342
(CI. XI, cod. CLVIII) », come stampa il L,,
confondendo la segnatura Valentinelliana con
quella Marciana, e sbagliando quest' ultima],
una bella miniatura del sec. XIV o XV rap-
presentante N ice foro Foca (n." 345), qui
riprodotta con riduzione a meno di due terzi
(P- 39) i — ■ dal cod. Marc. Gr. ij, il ritratto
di Basilio II Bulgaroctono (n.o 349); — dal cod.
Marc. Lat. Z. jgg, contenente la Chronologia
magna di fra Paolino Minorità, i n. ' 364
(Giovanni II Comneno), 367 (Manuele Comne-
110), 373 (Andronico Comneno), 374 (Isacco An-
gelo), 383 (Michele Paleologo). — Le copie delle
miniature e dei disegni, tratti dai nostri mss.,
furono eseguite a colori ed a penna dall'abile
mano del sig. Vincenzo Scarpa di Venezia.
173. Crescini (Vincenzo), Canzone fran-
cese d' un trovatore provenzale ; in Atti
e Memorie d. R. Accademia di scieìize,
lettere ed arti di Padova, voL XXVI
(iQio), disp. r\ pp. 63-105.
174. — — Per la canzone francese di
Gaucelm Faidtt; in Atti d. R. Istituto
Veneto di se, lett. ed arti, tom. LXX
(tg 10-11), parte 2'\ pp. 267-88.
Nella prima di queste due memorie il pro-
fessor Cr. ha ripubblicato criticamente e illu-
202
CARLO FRATI
Ajuj vcLC è iTo j4_£ cri v* '-
iriIXIODEOFfD-.
O'RECOKVM • ni I a j [ *:
FORVS PHOCAS DO .* :
14ESTICVS STX^DI >;<
it*^^ ft^U K^^ /v ' f «. ct'u-r
KilraUu di Xicefoio Foca. — Cod. Marc. Lai. X. 150, in priiic. Cfr, n." 172.
strata, con osservazioni linguistiche, storiche e d '<;;//, — !a rc{roiicu,^e, o canzone a ritornello, di
d'ordine generale, — sopratutto pel fatto singo- G a u e e 1 m F a i d i t , che ine. :
lare che un trovatore abbia poetato in lingua Can/ vey reverdir les jardis.
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
263
%
ini:',r t -vu-r''
Wm^i c^.i't'^ .iiif m-CruiKpjniMc^"^ V'*' 'V ntr-:;riT,ix-(tV\it. fu<•*1iw^•iifIuc
P/^ s»r *nn«fii:ni-. r^cTin'**'^'^*^' .tw-x-s'. t«.'1 mm kit CiV wt' nrttc>:.
dr'tMt
,'<^^-ih<%fnd^'f;i'f{^'-^i^nAU-"y'^^'-^'^
Poesie' Provenzali. — Cod. Marc. Frane. App. XI (f. 40*). Cfr. n." 173-174.
e che ci è conservata da tre soli manoscritti,
fra cui è il Marc. Frane. App. XI, f. 29!) (i).
Nel 3° verso di questa poesia :
E nos atant doni li inarchis.
(I) Codesto f. 29 è poi realmente il 5" del cod., perché
questi è mancante dei primi 24 ff., e quello che ora è primo
è numerato 25.
il Cr. ravvisò già un ricordo di Bonifazio I
marchese di Monferrato, capo della quarta cro-
ciata; ma P. Meyer, non accettando la lezione
accolta nel testo del Cr., — lezione che, del
resto, si scosta da quella del cod. INIarciano
(= V), — e non ritenendo verosimile 1' ac-
cenno al marchese Bonifazio in una lirica pu-
ramente atuorosa, contraddisse all'opinione del
204
CARLO FRATI
Cr. (v. Romania, XXXIX [1910], p. 421) ; il
quale riprendendo nella seconda memoria [174]
in esame la propria tesi, è disposto a sagrifi-
carne una parte — quella, cioè, riguardante il
marchese Bonifacio — ; ma propone con ottimi
argomenti una diversa interpretazione della
parola // marchis, che equivarrebbe a ' paschi,
prati '.
Il cod. Marciano, di cui si è valso il Cr. per
queste due memorie piene di dottrina e di
acume, ci richiama a mente un' osservazione,
già fatta da Paul Lacroix su codesto prege-
vole ms., datato 1268, noto sì per la lezione
pubblicatane integralmente dal Grì'zmacher,
e per l'edizione del poema di Dande de
Pradas fatta dallo Stickney, ma forse non
ancora sufficientemente studiato. In esso le
poesie, raggruppate per trovatori, sono scritte
a forma di prosa, come avviene anche in altri
canzonieri provenzali, ad es., nell' Estense ;
ma, a differenza di quest' ultimo (e, credo,
anche degli altri), le linee delle prime strofe
sono distanziate 1' una dall' altra, in modo da
lasciare tra 1' una e 1' altra riga lo spazio di
due linee. Ciò per le strofe successive non
avviene, come può vedersi anche nel facsimile
qui prodotto. Ora è evidente che codesti spazi
lasciati fra le righe della i* strofe non possono
avere che uno scopo : cjuello di accogliere la
notazione musicale, che poi, purtroppo, non
vi fu segnata. Ma il fatto è per sé caratteristico
e merita di essere rilevato, per confermare
sempre più (se pur ve ne fosse bisogno) che le
poesie trobadoriche erano destinate ad essere
accompagnate col canto. Questa norma non è
più seguita per le poesie che furono qua e là
aggiunte da mani posteriori (cfr. fl'. 24IJ, 27*,
48'^- 50''', ecc.).
175. Langlois (Ernest), Les Manuscrits
dii Roman de la Rose. Descrìption et
classement. — Lille, Tallandier (Paris,
H. Champion), 19 io; pp. 548, in 8".
(' Travaux et Mémoires de l'Univ. de
Lille', N. S., I. Droit-Lettres, voi. VII).
In questo poderoso volume, in cui sono
descritti ben 217 codici del diffusissimo poema
francese (una numerazione progressiva dei co-
dici non sarebbe forse stata superflua), non ci
occorre che un solo codice ^Tardano, Fratte,
App. 1711, membr., del sec. XV (p. 193), che
il L. dice « manuscrit très-détérioré, et sans
valeur; complet cependant, sauf une mutilation
(v. 9-20 et 27-40) du I^r feuillet ». In principio
del cod. fu rilegato (come osserva il L.) un
foglio in pergamena, del sec. XIV, che co;i-
tiene, nel recto, una copia dei Souhaits de Pi-
stoleta, già editi di su altri codici dal Mussafia
e da P. Meyer ; e nel verso, un'epistola latina,
in data di Padova, 20 luglio, scritta nel sec. XIV
da ' Girardes de Reaus ' (o Roaus) al suo
vassallo Pietro Is nardo, a Palermo. Avendo
però il L. eliminata dalla propria classificazione
critica dei codici del Roman de la Rose tutti
quelli del sec. XV e una parte di quelli della
fine del sec. XIV (come avverte a p. 237), il
cod. Marciano, che spetta appunto al sec. XV,
fa parte degli eliminati, e non è compreso
nella seconda parte del volume {Classement
des A/ss.), in cui vengono sottoposti ad esame
soltanto 116 dei 217 codici consultati dal L.
176. Chich:\IAREF (Vladimiro), Dì alcune
' Enfances ' dell'Epopea Francese. I. //
' Karleto ' del cod. fr. XIII della DibL
Marciana. — Pietroburgo, tip. A. E.
Wienecke, 19 io; pp. 44, in 8".
177. Cerf (Barry), The Franco-Italian
' Chevalerie Ogier '. — Chicago, Uni-
versity Press, 1910-11 ; pp. 73, in 8".
(estr. d. Modem Fhilology, voi. Vili,
n'. 2, 3, 4, pp. 187-216, 335-61, 511-25),
Al n.o 111 del presente lìoll. diedi conto
della pubblicazione fatta dal prof. Giulio
Subak di Trieste nella Zcitschrift del Gròber,
delle Enfances Ogier, tratte dal famoso codice
Marc. Frane. XIII. Le due pubblicazioni so-
pra indicate, — dovute, 1' una ad un filologo
russo, l'altra ad un professore dell' University
Club di Madison (Wisconsin), — continuano la
edizione a spizzico delle parti sin qui inedite
di un codice, che, per la singolare sua impor-
tanza letteraria e filologica, sarebbe desidera-
bile fosse stato sin dal principio pubblicato nella
sua integrità. Nell'opuscolo dello Cliichmaref
(il quale sarà continuato) viene stampato il
Karleto, che nel cod. segue immediatamente
a Berta de li gran pie', edita dal Mussafia
(ff. 3i'''-52'' del cod.); in quello del Cerf è
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
265
3r 175^ *'/tn ^1 m**H«»f
/ <td»uc/)< »«t*Tii tu>nx>(ftt£
£ il col ht- S: Sonni tttoxtort
,^ ^»n* At«7 yCni* SeAWtvC XKfZtafì
V oftW-v «* ,. Ti fòu^f **««. t-alf
X ««.mktfTC a4t4>t«r .ttittvfft fihtjvrA<;
^ /kvH«>t<£ *ldlt>lt S>!t**tfi
^ T» e^.*i*vf iV Tfclt'ei <o«it f»»»»©
€? t t>t dmr fi.*Av' -ttMf fottio
o?» tA\^P ■kvKCK wtouft- ftr^C»nt-
2/^ Kn <*^&C, rt «JÌ?r«>t*tcm<f»jt
;?
-^ T<*-! »■(■;$, sivìj»-' t^>»4f<t^ >*t«tns& 6C<l»TcA-:?
-^ ^• nv.5li' ?v«:>»o IW» "S^H^'iKUri"-'
./ rtJi .» u<yK^ jji'Vn ix<:|i>'»-: fi-tv i'V**?
4 •.')!? ««A Oi-rif iif^ ctf fJutttì.V-rd»»» .
V ^f^ *^ ^* «triPrtfe .«w«(»r*iai»
.ST Tttl* €«n»»<t éS^w^^ «t'M*^ É&v
Rjin.in d: la Rose. — Cod. Marc . Frane. App. VIII (f. 5^). Cfr. 11.^ 175.
pubblicata la Chevalerie Ogier, che nel codice
Marciano precede il Macaire, edito pure dal
MussAFiA (ff. 64i>-76'''). Inedito (almeno nella
sua integrità, poiché alcuni tratti ne furono tatti
conoscere dal Rajna e da altri) rimaneva cosi
sin qui soltanto il mutilo Buovo d'Antona, con
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 7«-S>
266
CARLO FRATI
cui il cod. si apre ; ma sarà anch'esso pubbli-
cato integralmente dal Reinhold di Cracovia
in una pubblicaziooe che avremo tra breve
occasione di registrare. Una collazione di en-
trambe le edizioni dello Ch. e del C. col ms.
Marciano è stata da me pubblicata col titolo :
Di alcune recenti pubblicazioni ù-atte dal cod.
Frane. XIII d. Bibl. Marciana, nel N. Arch.
Veneto, N. S., voi. XXI, parte II.
178. Bertoni (Giulio), Correzioni al
testo della " Passione ", edita dal Bou-
cherie ; in Reviie des langiies romanes,
tome LUI (19 io), fase. 6" (nov.-déc),
PP- 513-14-
A. Boucherie pubblicò nel 1870, nella
Revue des langties romanes, un antico poema
franco-veneto sulla Passione (diverso da quello
di Nicola da Verona sullo stesso argo-
mento edito più tardi dal Castellani di su
altro cod. Marciano), che nel cod. Marc. Frane.
VI precede la Bataille d'Aspremont. Questo
bellissimo ms., membranaceo, fu finito di scri-
vere il 20 giugno 1371, come si legge in fine
(f. 69^, col. i) :
E fu a XX. di de Juni d' escrir feni il son.
In Mccclxxj. ex empie et son.
Fini est li libre. Yhesii merde en son.
Deo Gratias. Amen.
Quindi possiamo alla medesima epoca attri-
buire la trascrizione del poema anonimo sulla
Passione. — Il Bertoni, come già fece, altro-
ve, pel poema di Niccolò da Verona fcfr.
Boll., n.'J 112], pubblica qui alcune rettifiche
alla lezione del Boucherie, desunte da una
collazione del ms. Giova però osservare che
il Boucherie non trascrisse direttamente il
cod. Marciano, ma si valse di una copia pro-
curatagli dal \'alentinelli, come ci apprende
una nota di cjuest' ultimo, scritta sul recto
del foglio di guardia anteriore, verso il mar-
gine superiore: « E.\emplum poematis fol. 1-4
transmissum est sub fine februarii anni 1865
A. Boucherie, professori in Lycaeo Cae-
sareo Montispessulani. Eidem versus sexcenti
poematis De la bataille d' Aspremont {. d-^,
sub fine mensis Junij anni 1S65. | I. Va-
len tinelli ». Ad ogni modo, alle emenda-
zioni del Bertoni, tutte esatte, possono farsi
non poche aggiunte : v. iS. // soni. Il cod. ha
propriamente li font. — v. 31. Trois de (es di-
ciples. Il cod. : Trois de ses disciples. — - v. 79.
ne lor forfaceg nus. Il cod. ha : ne lor for-
face^ ìius, cioè ' voi ' : ciò che conviene otti-
mamente col senso. — v. 96. le caveus e le _
crin. Il cod. ha propriamente : le ^aveus e le
crin. — V. 143. demora. Il cod. : demorra. —
V. 155. Tant fisi. Il cod. : Tan fisi. — v. 172.
A la maisons. Il cod. : A la maison. — v, 181.
Che a cesi feit. dites moi la couvine. Il cod. :
Che a ^es feit. dites moi la concime. — v. 210.
Il cod. ha passible mani (come al v. 230), non
passablement, come aveva il Bouch., né passi-
blement, come corregge ora il Bert. — v. 258.
che lui el mande et envie. Il cod. correttamente
legge: eh' a lui [Pilato] el mande [sottinteso
il soggetto Erode] et envie. — v. 264. e si mei
in oie. Il cod. : et si mei in oie. — v. 277. e7i-
qiierie. Il cod. propriamente : enquirie. —
V. 2S1. Tot aussi. Il cod. : Tot ausi. — v. 2S2.
A ce ch'il fusi. Il cod. : A (e eh' il fusi. —
I V. 28S. fesus e excrie. Il cod. : fesus et e.xcrie.
— V. 290. 7iostre fois. Il cod.: notre fois. —
i V. 317. et la dolor. Il cod. : e ia dolor. —
V. 322. Cesaire. Il cod. : Cessaire (come al-
trove, V. 271, ecc.). — V. 329. de la mors per-
semor (che il Bouch. crede italianismo = par-
sonnier). Ma il cod. ha propriamente : perse-
uior. — V. 331. ne fisi bien. 11 cod. : nen fisi
bien. — V. 347. sanguinis. Il cod. : sanguis. —
V. 382. r ambleure. Il cod. ha propriamente:
/' amhleuere. — v. 3S3. Il cod. ha chiaramente:
Mcnrent Jhcsu = ' menarono Gesù ', non Mcu-
rent fhesu. — v. 389. stateure. Il cod. : stature.
— V. 420. Et avec lui. Il cod.: Et avec lei
[cioè colla Vergine]. — v. 434. avere. Il cod.:
averre. — v. 461. Il cod. ha correttamente :
Amen amen dico en verite ; non Amen, amie,
come ha il Bouch., non essendo verisimile
che Gesù possa chiamare ' amico ' uno dei
due ladroni ! — v. 479. senglent. Il cod. : san-
glent. — V. 502. estions. Il cod. : estoions. —
V. 505. e tormant. Il cod. : et tormant. — v. 512.
Il Bouch. ha mescreance nel testo e " ms. me-
screa(e " in nota (non mescreace, come afferma
il Bert.) ; ed il cod. ha mescreance, non me-
screance, come vuole il Bert., né mescreace,
come già afì'ermò il Bouch. — v. 514. par si
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
267
rynht trfe)Tt . ai une eco: Ui-uvc .
' auoo fqKi rè" ■ ^^^^ ^ ^ ai.mirc .
llón rv-iVftn - ttf lente h frg\ia- .
illci^ uci tctì: - icnt xt nule ii.Trttrr .
Im'cì n«M «i^-l^if iTcAiic<i nilt laiourc .
€ cflsn i'cn uoi't - plue toit dx 1 j Ne iictr
« ^ciinir 'Jiu . ti tìncTV p:<(cnc in-n:
H.ìcitit e irunt '. cu a«cpts e aiin • ic
, 6iitbntaiiei-. aplisg iiilmnc ^ixchux .
li tix vù hiWTì - chi e'bpit fB qii.io il fuK
^ Chii pttc awB. gè n<& x>ilt Li kenia-
ni ^<!lt.3Jiu)ut ffnin pinc.mii.iu e f.i fbtc
:/^.%ii\àx sn dialiunc . o Ivllc crt Li pini 1 1 n
^-^ «Xlcn onc mene. .iDcn^otir moie T>uu
' /^'^|^'€ liir le mone. d>i crr. ùint e Iviicis
Cj^^:.^"^''^'' '"<*"f<^ HLiiiic xvf- Irlo ui\x
: ■ "y^JtilWrLicrPie.cle ftul une crnlit;.
. x"C C'^' nf ITJ lU(6.^ iiffiK bicn plu; .
': f>ur il niii^'t. Il noble oiiafi<
»^CWOne crtoir. xclpinf. nunv; .
. E!'ltro{6 cLiu.116 . ciji né lift mie initn; .
J' |tot QC di if)H6 . pluf. tdIpì cnlbiti^ .
"Vjnt cLiudIc . Il ttf/ons .iiite mi; .
}foz ce di'! fiifì-.loii cwe plus cnttlpic ,
^ ::*p:Cf lui . XK Icrcé li one mt»; .
V fk ucl'hme't . d>i ne ftnxr p.ie coiI'k;
^•^c ii;it róllu .le uiri-" c.r nuUii^.
ì'O un cc-ltc! mpnr . "Cuv? fòjbi^ .
l'." ucl¥m<t. uollciir aucu p.irtK; .
^ O-iùo iJcimxt.UiuLìiitiT :ioiuK .
^ S'Jmnt mctons k fan. lur !c ud^<; .
!; "3b! chil luuit.xtj&aliu le b:nci^ .
j "fwut ifì ferct . AJXiTK fu sròpl?,; .
le iVit froone - chf jsjofitiq -O-iuif .
"tt.fu jn udtt ma . (;t oit Ice cfai^
ItNfucrut fc«t. « c}^ uou lini; bifi^ .
^ f>^ ligmc nictc aui uit fi ■cclp.-<illi<; .
-^9:1 cttait. il fr.ar ctefcteni^ .-
iwcr nd pjtt.-foje folTtI pl«a<i.
Cfxbfcit {[onr). ci ice oilciv fon ui,;
yn puc ne U pjn . le a\'6 -p.i !c Ipm^ .
iEt .uicc ici - fana loixf lon .inii^ •
1.! ue?gmf mere oieTtir p.ulc . .inioi xviro: ti^
Ox fiu-uos mere. cuce mdkr f! jjixpit;
^efu6btpixx.rufpinBCfrr.ri(; .
;. * ;\-e. u ^v\ et nt Uv!< luiv »rti\.Micw<; .
: la uetgirn meir .-« Ih ttlK- ott i:u«< .
,,4|c ude du uP!t e^ iù> fcir pi ìttpi^
J 4,^*^ •"*"■' "fìK -Iclvuioivi- ttoir viMinc
' "^^ ' U ^.|^,^f linie-lurb avio-tenc
cè bc.i<; Ics pie<; . li unt lì clKoii^ cniv .
. -_^i i v.t le lui.fiinft .unì ai TXfcmv .
'^^^^.uit lonr b-itu< . e dt lont Riarde
r eli rotlce «; .tvs. b;.»*; «b coiìt.
t \ì pulì- l\ì . bic .nioir xoi'x numax
; pò: (J Ini f\i . Li piotine .uick .
. Clrle pioti-u- x^.iuit . .utoit p.iitc .
~ -tr ollj incì . cine inoi ont illi xvlbix *
" 'Vlinncr.uiaait. <;t6 piane TX aiultv.
ìii'i? IV6len-on6 . d>i fti nil O-TOt le .
èi Un 'Dill'Tìne .xv inoi iw inncnà .
'^ O.ILIO 1105 ieit*;, .il.i (riiuie xv u- .
' .liiiT»; niciart nioi . clx ùuc ne
, o^'6 V3 kìKlhx . Il Icit cl.uiclie .
'■ "Kcffvno.il.iutiv - dx mcio ou ciAnu:
Ciini i6-iT.il6.cpLiiiu;«xv frldtv
Olili -ni le a-ciblce. . dv.i um .ut mtx .
Clx .noi n'cpic . .uicir Iccoie xvMic .
<h.u fcui at>i6.dxcnlui Ibitr-it xvbnrr
"*: tot Luiucr. cerno txi .ne conte .
Tu dx pinci . li .ut Un ùuuc.
•€ XV Li owè . il loit iiv- xciulle .
'RdVonDt l:iUfK.alfri-.mt>biinniitc
•"^C I6toix>ilì-il.tnx»iro;tcp:qc.
Ch.K ncc ùinicr x>i(jiiee..'ò cihv lì ti:u!.i!Ìlc .
' ìui no e(V oirnie .ne lioir nunu' .
• ">:6 lòl p.u nce. oitJ:i il Li p-^i ne par
p-U mv; olbrr. u* Li dj.inuicc .
£ix le ti no full:, (òli cote» il ;itcnipic.
, ~-^' vv cnnnuT-tDut fcivine» ^nollc
2 Xfc t^.in; Icnmn .fciidlie e Icix .
t ^ìie itCpjnP . dr cn ueii^ hii c;r uolnr
. ' .^iiicn..inie.x<ico eniicncx.
J^l Vt>oie medi . cu p.u.ì<oie leiv . .
r/Tv .f>iitfu ibu. Tur Li gt>i6 -O-UUitla? .
..Aim^^'^^eli uivt-Mdxinic CiV-Uw.
'ìt *''*-''^ l'iUDll'h-Ct.CtOlClt tniC MW\3 .
>^ *tiidHC6rpis.-a-uivh' nnt- cnat>uv
, 'èttìfiue-Tviee.oixtlccnu:^ 1C6.
•kùit^ etili . dii .ìlloi ne ftiT- ìxi\x^.
tfM mcic clgnra. J^ivMrcp;?{\i|oia5.
o?^u[u-;xitiì:' 'di'. fi .
La Passione, poema franco-veneto (cod. dell'a. 137 1]
Cod. Marc. Frane. VI (f. 3^). Cfr. n.» 178.
268
CARLO FRATI
tres fere herance. Il cod. propriamente : par
si treffere herance. — v. 519. ne feit. Il cod..:
neìi feit. — v. 521. et da lui. Il cod.: e da
lui. — - V. 530. dance. Il cod. : douge. — v. 536.
Oiiand. Il cod. : Oiian. — v. 541. Ce fu. Il cod. :
(^e fu. — V. 555. les genoils. Il cod. : les ge-
noil. — V. 569. tems. Il cod. : tens. — v. 588. Et
si nos. Il cod. : E si nos.
179. Rossi ^\t\.ox\o),I codici francesi di due
biblioteche Veiieziane del Settecento. —
Cividale, frat. Stagni, 1910; pp. 16,
in-8. (estr. d. Miscellanea di studi crii,
e ricerche erudite in onore di V. Cre-
scini).
Una lunga lettera erudita di A. Zeno a
mons. G. Fontanini, compresa nella 2^ edi-
zione delle Lettere del grande erudito vene-
ziano curata dal Morelli (i), ci offre diffuse no-
tizie sui personaggi più ragguardevoli della
famiglia Trevisan, e in particolare sul Nobil
uomo Bernardo Trevisan, di cui si esal-
tano le opere, oggi quasi tutte dimenticate, e
si celebra la « bella raccolta de' Codici RIss.
che il nostro sig. Bernardo possiede. Saranno
questi (soggiunge lo Z.) oltre al numero di ben
mille, de' quali il sopraccitato P. di Monfaucon
alcuni, non però i più scelti, ha nella sua
opera mentovati. Ve ne ha di Ebraici, di Greci»
di Latini e d'Italiani, per la maggior parte in
cartapecora e di assai antica scrittura »; e di
questi ne rassegna 23 (loc. cit., p. 222). Sem-
bra però che, come nel giudizio sulle opere,
cosi in quello sulla libreria, lo Z., indulgendo
all' uso del tempo, assai proclive al reciproco
encomio, esagerasse alquanto, almeno per ciò
che riguarda il numero de' codd., poiché il
R. nella monografia suindicata ci informa di
aver rinvenuto nell'Archivio di Stato di Venezia
un inventario dei mss. posseduti dal Trevisan
alla sua morte, nel quale non ne sono anno-
verati che poco più di 700, compresivi i 25
che contenevano le opere inedite dello stesso
Trevisan. Dei io codici in antico francese, re-
gistrati in codesto inventario, ed ivi detti.
(i) Zeno (A.), LeUere. Venezia, 1785, voi. I, pp. 172-
248. La lettera, che fu pubblicata anche a parte, è del
2 marzo 1704.
come di consueto nel sec. XVIII, « in lingua
provenzale », 5 [cioè i n.i 2, 7-10] sono rico-
nosciuti dal R. in altrettanti codici dell'altra,
anche più famosa, libreria veneziana di Jacopo
Soranzo, e di ognuno di questi è dottamente
rintracciata 1' esistenza in mss. del Museo
Correr di Venezia, della biblioteca dell'Arse-
nale di Parigi e della Reale di Bruxelles. Per
altri 4 numeri [3-6], 1' indicazione troppo ge-
nerica e uniforme dell' inventario (« Poema in
lingua provenzale. Ms. antico in pergamena,
miniato », ecc.) non è certo tale da permet-
tere identificazioni altrettanto sicure. Il R.
però, tenuto conto che altri codici ant. -francesi
del Trevisan entrarono nella libreria Soranzo,
crede poterne ravvisar due, con molta proba-
bilità, in mss. registrati nel Catalogo Soranzo,
e contenenti \\ Gir art de Roussilton [n.^ 3] e
1' Ugo d' Alvernia [n.^ 6], ora conservati rispet-
tivamente nella Bodleiana di Oxford e nella
collezione Hamilton del R. Museo di Berlino;
e un terzo, sebbene con minor sicurezza, ri-
tiene poterlo identificare con un cod. del Par-
tenopeus de Blois [n.o 5], che appartenne an-
ch' esso alla libreria Soranzo, ed ora forma il
cod. Noiiv. Acq. fr. 75/6 della Nazionale di
Parigi. Sicché dei io codici in lingua d'oil,
registrati nel laconico indice dei mss. Tre-
visan, due soli rimarrebbero inidentificati : i
n.' I e 4.
Queste felici indagini del R. sono per la
massima parte fondate sui 3 grossi volumi
del Catalogo dei codd. Soranzo che formano i
codd. 3Iarc. It. X. 137-139 (p. 6 e «. i), e
dei quali 1' a. ebbe opportunità di occuparsi al-
trove (i). Egli ha pure occasione di ricordare
qualche altro cod. marciano : come il Frane.
App. X, che fu da G. Paris a torto identifi-
cato con un codice afr. già facente parte della
libreria Gonzaga di Mantova (pp. 9-10), e qual-
che altro (p. 15 ;/. i).
Quanto ai codd. Trevisan ed al loro in-
dice rintracciato dal R., è da osservare che
anche lo Zeno si proponeva di stenderne un
compiuto catalogo, con note ed osservazioni ;
ma del suo lavoro non ci resta che il prin-
(i) Rossi (V.), La biblioteca ms. del senatore veneziano
Jacopo Soranzo; in // Libro e la Stampa, voi. I (1907),
pp. 3-S e 122-133.
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
269
cipio, cioè la descrizione dei primi XII codici
della Series prima. /;/ folio, in un quinter-
netto autografo, che reca il titolo: Index Ma-
nuscriptoruni Bibliothecae Triiiisanae , quavi
SHinuiis inipensis ac sfudiis B ernardus Tri-
uisaniis P. J'., tuììi sanguine, tiiin literis uir
praestantissiinus in sui aììticonnnque usuni col-
legit : concinnatus ab Apostolo Zeno, eju-
sdemque notis ac obseruationibiis passiìn illii-
stratus (cod. Marc. II. X. j^p, a f. 62 sg.).
Questo indice è certamente quello che lo
stesso Zeno ricorda in una lettera al fratello
Pier Caterino, ricordata anche qui dal R. (p. 5) :
« In caso che si vendessero [i codici già pos-
seduti dal Trevisan, defunto] mi sarebbe caro
fare acquisto di alcuni, dei quali tengo il
catalogo ».
180. MORPURGO (Salomone), Vecchio vio-
tivo tricolore. Sonetto di GIOVANNI Qui-
RINI, veneziano, amico di Dante. —
Firenze, Landi, 191 1, su cartoncino.
(Ediz. di 100 es., per Nozze Pellizzari-
Mazzoni).
Il 1\I., dal quale gli studiosi dell' antica li-
rica nostra attendono sempre 1' edizione di
tutte le rime di Giovanni Quirini che si
conservano nel cod. Marc. Lat. XIV. 223, e
delle quali egli ha dato già ottimi saggi, pub-
blica qui, per occasione di nozze, un sonetto
del rimatore veneziano, che ine. (f. 21):
Come di tre vertii dentro se adorna,
e il cui tema si raccoglie nella i^ terzina :
Verììiiglio e bianco le fan bello il viso.
Li guai desigtiatt Carità con Fede,
E veste verde, in che Speranza sede.
Di questo cod. Marciano un fac-simile fu
già dato in questo Bull., n." 93.
181. Salemann (Cari), Znr Kritik des
' Codex Comanicus ' ; in BuUettin de
r Académie Imperiale . des sciences de
St.-Pétersbourg, serie VI, a, 19 io, fase.
12, pp. 943-57.
182. Bang (AVilly), Altaische Streiflich-
ter ? — Louvain, librairie Universi-
taire des trois Rois, 19 io; pp. 16,
in-8*^ gr.
183. Bang (Willy), Beitràge znr Kritik des
' Codex C2Cìnanic2is '. — Bruxelles,
Hayez, 191 1 ; pp. 13-40, in-S" (estr. d.
BiiUetins de F Acad. Royale de Belgique.
Classe de Lettres, 191 1, n." i [Janvier].)
184. — — Sprichivorter ìtnd Lieder aus
der Gegend von Turfan, mit einer dort
aiifgenommenen 1 Vi? rie riiste von ALBERT
VON Le Coo. A^ote bibliographiqne. —
Bruxelles, Hayez, 191 1; pp. 405-416
(estr. d. Bull, de VAcad. Royale de
Belgique. Classe de Lettres, n." 7,
a. 1911).
Ai n.' 144-146 di questo Bollettino rendemmo
conto di varie pubblicazioni del prof. W. Bang
dell' Università di Louvain, relative ad alcune
parti del ' codice Cumanico ' della Marciana
{Lat. Z. 54g). Nella memoria sopraindicata [181]
(scritta con una ortografia tedesca tutta spe-
ciale) il prof. Carlo Salemann, dell'Acca-
demia delle scienze di Pietroburgo, critica in
più punti le pubblicazioni del Bang, o più
propriamente scagiona il Radloff, suo collega
nell'Accademia Petropolitana, dagli appunti
mossigli dal Bang. La I parte della memoria
del S. (pp. 943-51), contenente le critiche al
Bang, si riferisce alla parte turca del codice ;
la II (pp. 951-57), alla parte persiana, sinora
poco studiata. A sua volta il Bang, che dis-
sente cjuasi sempre dal suo oppositore nelle
questioni glottologiche, replica vivacemente
alle critiche del Salemann nell' opuscolo 182,
ed anche in altro scritto intitolato Turkolo-
gische Epìkrisen (Heidelberg, C. Winter, 1910;
pp. 31, in 16") ; e nella memoria indicata al
n." 183 rivolge più particolarmente le sue cen-
sure contro il Radloff, che, come è noto, pub-
blicò pel primo nel 1887 un' analisi e trascrizione
del materiale linguistico turco del famoso co-
dice. In una interessante Appendice a que-
st' ultimo scritto (Anhang I : Notizen znr
Geschichte des ' Codex Cmnanicus, ' pp. 32-38)
il B. esprime 1' opinione che la seconda parte
del codice (indubbiamente di mano non ita-
liana (i), come altrove avvertimmo) sia dovuta
(i) Cfr. Frati (C), l'ersi italiani nel codice Cumanico
della Marciana e F. Petrarca: in // Libro e la Stampa,
a. IV (1910), P- 5-
-70
CARLO FRATI
V. .-.^OT ? rtyxjrn^t»,:! i,(^.
^.c^^ --^- A^i. rà;:::!:^.''^""^ ^^'•--'-'^
t^>è^^n^^ccmcft. . fm«U«c «v.^ f^ dT^e „^j^ ,,^^, -^j^, |^^^.^^^ T ^^ 7 - a n
vt^ ^2 L,l^ -i-rt^-Mv--^^ .^^7^u.. .>,3.. cR-L^?t5r
" ^(^^■*;^ f^-^ WLmw w,'0,il<^n«., .n^,WL <«T,p ^,.. rifT^rr,» -«««^/aU^, ^'
SvETONio, /77é' fl'f'' dodici Cesari, volgarizzate.
Cod. Marc. It. VI. ii (f. i^). Cfr. n.o 185.
a mano tedesca ; e più precisamente che i te-
sti tedesciii sieno stati scritti da un monaco
Francescano tedesco : e ciò, sia per il posto
che è assegnato a S. Francesco in due luoghi
del codice, subito dopo Maria Vergine e prima
di tutti gli altri Santi (p. 32) ; sia pel fatto
che la Curia Romana si valse appunta) del-
l' ordine Francescano per difìoiidere la reli.
BOLLETTINO BIBLIOGRAF[CO MARCIANO
271
gione cristiana tra i Comani. Il B. ritiene pure
probabile (ed in ciò crediamo eh' egli si ap-
ponga al vero) che anche il trascrittore della
prima parte del codice, che fu generalmente
creduto sin qui un mercante dell' Italia supe-
riore, sia stato piuttosto un missionario, come
pare indicare il fatto ch'egli raccolse, ad es.,
i Nomina rerum quae pertìnent Deo et ad ser-
vìendiim ei (ed. Kuun, p. 77), e che sùbito in
principio del cod. (f. i*) si legge l'invocazione:
Ad honorem Dei et beati Johannis Evange-
listae; la quale ci fa pensare assai più facil-
mente ad un ecclesiastico (appartenente ad
un ordine o ad una confraternita che avesse
per patrono 1' Evangelista), che non ad un
mercante.
A p. 943 il Salemann scrive che il nostro
cimelio è ancora chiamato ' codex Petrar-
cae ' ; ed il Bang [183, p. 34 n. : cfr. anche
p. 36] vorrebbe stabilire che il contenuto del
ms. non può essere posteriore al 1374, data
della morte del Poeta ; ma veramente la tra-
dizione che il ' cod, Cumanico ' abbia ap-
partenuto al Petrarca, può dirsi ormai tramon-
tata da un pezzo [cfr. Boll., w.^ 147]. Anche
1' opinione che il trascrittore della prima parte
del cod. (dovuta a mano italiana) fosse un
genovese, come il B. sembra ritenere [183,
p. 54, § 3] - — opinione che risale al Desi-
moni, — non ha alcun fondamento, dacché si
basa, come altrove dimostrammo [^Boll. , n,'^ 147] ,
suU' erronea lettura del nome di un antico pos-
sessore del ms., che non fu già Antonius de
i^/;/rt/^ (come ripete qui anche il Bang, p. 36 e
n. 2), ma bensi Antonius de Zifiale o de Zinale.
Dalle argomentazioni che fa il B. a tale ri-
guardo può vedersi quale impaccio codesti due
errori, dell' appartenenza del codice al Pe-
trarca, e, prima, ad un Antonius de Finale^ ab-
biano recato sino ad oggi a chi si è accinto a
ricostruire la storia esterna del prezioso cimelio.
Nella memoria indicata al n.*' il 184 il B., a
proposito della pubblicazione del Lecoq, prende
ad esame e dichiara alcune forme del Cod.
Cumanico (pp. 410-14), polemizzando qui pure
col RadlofiT.
185. Marchesi (Concetto), Traduzioni
e coìnpendi volgaì'i di antiche istorie nel
sec. XIV ; in Bulle tti no d. Società Filolo-
gica Romana. Nuova Serie, diretta
da Francesco Egidi, n.*^ I (Roma,
191 1), pp. 13-40.
Il primo dei due autori classici, de' cui vol-
garizzamenti e compendi italiani si occupa qui
utilmente il M., é Svetonio, del quale fa co-
noscere con qualche saggio ed analizza l'an-
tica versione, che giace inedita in alcuni co-
dici. Ma forse il M. si affretta un po' troppo
affermando (p. 14) : « Allo stato attuale delle
stampe e degli studi l'antico volgarizzamento
trecentistico di Svetonio risulta affatto sco-
nosciuto » (i) ; giacché se esso è realmente
inedito, non può dirsi però del tutto ignorato.
Sino dal 1759 1' ab. Giuseppe Pelli, patrizio
fiorentino, in una Lettera a Giovanni Lami,
pubblicata nelle Novelle letterarie di Firenze,
in cui lo informa de' manoscritti più pregevoli
che componevano la libreria Rosselli-DelTurco,
scriveva : « Del restante vi è pure un Ms.
del 1464 di mano di Pietro Cennini fiorentino
De Bello a Christianis cantra Barbaros gesto,
di Benedetto Accolti Aretino, il quale fu già
impresso in Firenze nel 1623, in 4*'; un altro
che fu già di Angiolo Guicciardini, e
che contiene una traduzione Toscana
del XV Secolo delle Vite dei XII Ce-
sari, scritte da Suetonio », ecc. (2). E co-
desto codice, già della famiglia Guicciardini,
poi della Libreria Rosselli-Dei Turco, passò
più tardi, ma pur nel sec. XVIII, alla libreria
Farsetti, e fu quindi descritto dal Morelli, che
cosi lo registra, al n." CXX de' mss. volgari :
« Cod. cart. in 4 [esso è però realmente in
fol.], del sec. XV. Le Vite dei dodici Impe-
radori, scritte da Cajo Svetonio Tranquillo.
Coni. Giulio Cesare perde lo Padre rimanetido
in età di sedici afini, ér'c. », e lo crede opera,
« d' incerto autore Toscano » (3). Come può
riconoscersi anche soltanto dalle parole del-
(i) E più oltre (pp. 24-25) il M. scrive : « Il volgarizza-
mento di Svetonio, buono per fedeltà, ottimo per compiu-
tezza e notevole per la cadenza classica dello stile e per
il lessico schiettamente volgare, sfuggi pureagl'infa-
ticabili ricercatori ed editori dei testi di lingua
del trecento ».
(2) Novelle letterarie pubbl. in Firenze V anno 1759.
Tomo XX, col. 466-67.
(3) [Morelli I.], Biblioteca vis. di T. G. Farsetti.
\'enezia, 1771, voi. I, p. 307.
!72
CARLO FRATI
r inizio riferite dal Morelli, si tratta qui ap-
punto dello stesso volgarizzamento studiato
dal M. di su quattro codici tìorentini ; ma noi
possiamo ora averne certezza anche mag-
giore, poiché il cod. già Guicciardini-Ros-
selli Del Turco-Farsetti appartiene oggi alla
Marciana, ove è segnata Ital. J'I. ii {w.^ di
collocazione 6110). È un codice cart., in fol.,
del secolo XV, come ben giudicò il Mo-
relli (ma forse non oltre la metà del secolo),
di ff. scritti 88 non cartolati (più 8 carte
bianche in fine), ed ha le rubriche ai sin-
goli capitoli : rubriche, che mancano alla mag-
gior parte dei codici fiorentini. E sebbene due
di questi spettino, a giudizio del M., al se-
colo XIV, il Marc, può talvolta emendarne o
completarne la lezione ; come ad es. in prin-
cipio del cap. II della Vita di G. Cesare, dove
i codd. fiorentini presentano tutti una lacuna
(p, 18), mentre il cod. Marc, legge compiuta-
mente e correttamente (f. i*) : « La prima
militia di Cesare fu in Asia in compagnia
(li Marcho thermo (i) pretore, del quale man-
dato in Bethimia », ecc.
Sebbene il volgarizzamento di Svetonio non
fosse, a quanto sembra, molto diffuso, non è
improbabile che una esplorazione più larga
nelle biblioteche italiane possa farcene cono-
scere qualche altro esemplare.
186. De Geronimo (G. D.), Alcune os-
servazioni sul cod. Marciano it. IX. igi ;
in Giorn. stor. d. Iciter. ita!., voi. LVII
(191 1), pp. 47-56.
Il cod. Marc. It. IX. 191, di cui si occupa
qui il DG., è il noto codice di rime antiche,
designato comunemente col nome di « Mezza-
barba », da Antonio Isidoro Mezzabarba,
che ne mise assieme le rime e le trascrisse
nel maggio 1509, « nulla mutando, overo ag-
giungendo di quello che io in antiquissimi
libbri trovai scritto ». Il cod. Marciano non
si segnala certatnente sugli altri canzonieri an-
tichi, né per correttezza di lezione, né per
esattezza di attribuzioni ; ma appunto per que-
st' ultimo motivo, esso è meritevole di studio,
rivolto specialmente (come fa qui 1' a.) a rin-
(i) Il cod. ha propriamente « theniuo ».
tracciare possibilmente le fonti cui attinse il
malnoto dottore di leggi veneziano. Già al-
trove [cfr. Boll., n.i 12-13] il DG. aveva avuto
occasione di occuparsi incidentalmente del no-
stro codice. Qui egli determina più precisa-
mente (p. 48) quali sieno i punti da chiarire
sulla formazione di codesta interessante sil-
loge : se un solo, o più fossero i « libbri an-
tiquissimi », ai quali il Mezzabarba attinse; quali
rapporti intercessero tra il nostro cod. e il
Barber. già XL V. 4J (ora / 'ai. Barber. lai. 3953);
quali colle raccolte cinquecentiste a stampa di
antiche rime volgari, ecc. ; ma non ci sembra
che i risultati ottenuti dal DG. in codeste in-
dagini sieno sufficentemente perspicui e sicuri.
V^ero è che la distruzione o dispersione di te-
sti intermedi, che si può da più indizi conget-
turare, rendono tali ricerche singolarmente
ardue e malsicure.
187. Holder-Egger (Oswald), Dcr
Schlusslei! von Ricobaids von Ferrara
' Hi stori a Romana ' ; in Neues Archiv
d. Gesellschaft f. altere deiitsche Ge-
schichtsknndc, voi. XXXVI (19 io),
Heft 2, pp. 441-471.
Prendendo occasione dalla notizia da me
pubblicata di un antico volgarizzamento del-
l' Historia Romana sotto brevitade di Rico-
baldo, conservato nella Marciana [cfr. Boll.,
n." 149], il prof. H.-E., che da lunghi anni si
occupa delle opere dello storico ferrarese, e al
quale si deve tuttora la migliore notizia dei co-
dici che le contengono, pubblicaqui (pp. 453-7i).
nel testo latino originale, oltre il prologo, la
parte finale della HR. : cioè tutti quei capi-
toli del lib. XII, che corrispondono al volga-
rizzamento da me pubblicato, e che abbrac-
ciano gli avvenimenti contemporanei all' au-
tore. Il volgarizzamento da me fatto conoscere
non poteva certo (come osserva 1' H.-E., ed io
consento ben volentieri) tener luogo del testo
originale ; e perciò la pubblicazione odierna
del H.-E. può dirsi, più che opportuna, neces-
saria ; non posso che rallegrarmi di vedere
cosi prontamente effettuato un mio augurio
(cfr. op. cit., p. 858). Essa dimostra come
queir antica versione non manchi purtroppo di
lacune e di errori rispetto al testo latino, do-
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
212>
vati probabilmente a scorrettezza dell' origi-
nale che il traduttore aveva dinanzi ; ma come,
ciò malgrado, essa possa giovare utilmente
alla costituzione del testo definitivo. Ai due
codici da me indicati é&W HR., il Vat.-Ottob.
e quello di Poppi, 1' H.-E. ne aggiunge un
terzo, della Bibl. Universitaria di Bologna
(n.*' 1287) ; ma questo, di mano del sec. XVII,
non è (come 1' H.-E. dimostra) che una copia
del Vat.-Ottob., e non può affatto identificarsi
(come r H.-E. era stato da prima tentato di
fare) col cod. Costabili, che gioverebbe assai
rintracciare. ^ Sul cod. Marc. It. Z. j8, con-
tenente il volgarizzamento, si cfr. ciò che scrive
qui r H.-E., pp. 443-44.
Le notizie biografiche su R. sono, come è
noto, scarsissime, e non lieve giovamento si
trae appunto dal prologo dell' //A'., il quale ci
permette di fissare circa il 1244-45 l'anno della
nascita del cronista. Sebbene 1' H.-E. scriva
(p. 449): « auch sein Todesjahr ist unbekannt »,
a me sembra assai probabile (come già dissi,
P- 855), che essa possa fissarsi circa il 1318,
perché 1' attestazione del cod. Marciano : « et
in fino a questo tempo [cioè intorno al 1318]
elio uisse », è, sino a prova contraria, meri-
tevole di fede, e perché, se egli nacque nel
1244-45 e, un periodo di vita di 74 anni non
può certo apparire troppo breve. L' H.-E. ha
poi il merito di aver segnalato 1' esistenza, nel
Liber grossiis antiquiis dell' Archivio di Stato
di Reggio-Emilia, di 3 documenti dell' a. 1290,
che appaiono stipulati da un Ri co baldo no-
taio, il quale si sottoscrive: « Ego Ricobal-
dus condam Bonmercati de Ferrarla,
imperiali auctoritate notarius », e « notarius
domini vicarii domini Marchionis Esten-
sis» [cioè di Mondino de' Visconti, podestà
di Reggio] ; e nel quale l' a. (p. 450) non è
alieno dal riconoscere il nostro cronista. Ci
auguriamo coli' a. che ulteriori indagini nei
documenti notarili della 1^ metà del sec. XIII
negli Archivi Emiliani, possano off'rire nuovi
argomenti in sostegno della felice identifica-
zione.
188. AIassèRA (Aldo Francesco), // ' con-
siglio frodolente ' di Giudo da Monte-
feltro, secondo una nuova fonte storica. —
Rimini, tipogr. Ercole Capelli, igii;
pp. 7, in-8" gr. (per Nozze d'oro Tosi-
Tasfsinari).
La ' nuova fonte storica ' fatta qui cono-
scere dal eh. bibliotecario della Gambalun-
ghiana, e che illustra mirabilmente il noto
episodio dantesco del ' consiglio frodolente '
dato da Guido da Montefeltro a Bonifazio VIII
(/«/., XXVII, 67 sgg.), è una pagina del lib. XII
della inedita //?^/orza Romana di Ricobaldo
da Ferrara, di cui tratta la pubblicazione del
Holder-Egzer, indicata al n. "precedente [187].
La convenienza del racconto ricobaldiano col-
l'episodio dantesco è cosi evidente, da non
lasciar dubbio che il primo fu realmente fonte
diretta del secondo ; ciò che ben si attaglia a
quanto afferma Benvenuto da Imola a propo-
sito della CoDwiedia. Il M. pubblica pertanto
di fronte i passi corrispondenti del testo ori-
ginale latino e dell' antico volgarizzamento
quattrocentesco dell'opera di Ricobaldo, i quali
narrano l'aneddoto di Guido e di Papa Boni-
fazio : il primo, secondo il cod. Vat. - Ottob.
2oyj\ il secondo, giusta il coA. Marc. It. Z. 3S
(f. 147^), da me altrove fatto conoscere [cfr. Boll.,
n." 149]. La narrazione di Ricobaldo fu pure la
fonte di quella, assai più breve, che si legge
nella Crotiaca di Francesco Pipino, e che
era la sola nota sinora.
189. GOETZ (Walter), Kónig Robert von
Neapel (ijog-ij4j). Seine Pers'ónlichkeit
und sein Verhàltnis zuni Humanismus,
— Tlibingen, J. C. B. Mohr, 19 io;
pp. VIll-72, in-8" (Universitàt Tiìbin-
gen. Doktoren-Verzeichnis der philos.
Fakultat, igo8).
Il titolo riferito designa assai chiaramente i
limiti e lo scopo della monografia, che il dotto
a., decano della Facoltà filosofica dell'Univer-
sità di Tubinga, ha consacrato a re Roberto
d' Angiò. Questi, che da Dante fu detto re.,.
da sermone {Par., Vili, 147), lasciò infatti
parecchi sermoni, che ora giacciono semi-sco-
nosciuti in pochi manoscritti. Uno di questi,
dei più importanti, e certo il più ricco di
contenuto, è il Marc. Lat. III. 76, già descritto
sommariamente dal Valentinelli, e di cui il
G. ci off're qui la tavola completa (pp. 47-62).
La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 7»-8''
274
CARLO FRATI
'VKf^'
v-r,^ ■^«-;«a^-^~-'5gEE~Kr- ll.,^iPBI'. -. - 'IfUil
"TcoTrcAflufi Skf^,S3> TT>«ót 4:^"nni ^re(N ^f»c ì^Sc*^i :
tqjf^^JrmóicQ! tpìfc ornar rftvJ^jSkinòi^ ><r.W«-^f>''Tf (JfVm^oiti ~ t'. -t: . - V Vó ■ if óp<>T <|' f f
^tìicìnS'''>^^Sr9'.t\$ cufi^^ùnTrtritr''Ìtiea «Vp3r'»P ^o^nii-^c nW<'f,?,J;l ni><t3"T. ( «^ k" PcfiF.
co ^?^6 ■ r'^ijP^ o M li)" ^ P* 9m<»ttf(im'? "?« . \?ft«òr ')fi?W "^
i}rv Mt«tfl o(iRd j>>Ar> ?>ic ^9»'iSiq?S'S'i6 ifio-» i^ -[T> pjf VNx- Prtf i'ntvcii'ic- a^^pìfi l' p.r 7ric cav. 4'c(F>'"
alìftW 'ct>?*»JTrf9 wAt^^lSi TmcM^JJu iT*TT-tSl-$t»^>»ÌS'£ fntiqr.S-q ^~n^ •.-t-jh^ti urvV\f»«H ^pVtfc
^ niT?f>i .^t^a.1
ìd^
^-mtfrc )r"'*'f;|'^"*C«^rt- .^q^jrrt^".pf^9^^cj;,j^^r , Fw-nfiic tc^iclar Bp.if'i'lf n "
4
"i«f
ri
RH ROBERTO D'ANOiò, Ser.uo.es. - Cod. Marc. Lat. III. 76 ((. i^)- Cfr. n.o 189.
Esso contiene non meno di .22 prediche (delle ziana 5, ed uno della Nazionale di Napoli. 4.
quali cinque ripetute), mentre un cod. del- | Fra codesti codici non P-^^' ^^f ^ f^^
TAngelica ne conta 150, uno della Lauren- stabilirsi rapport,, non solo per la grande
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
275
sproporzione di contenuto fra il ]\Iarc. e li
cod. dell'Angelica da una parte, e il Laur. e
il Napol. dall' altra ; ma anche perché i due
codd. principali non manifestano relazioni di-
rette, né per la lezione, né per l'ordine dei
sermoni. Mentre infatti il cod. dell'Angelica
ne contiene un numero minore che non il
]\Iarc., ne conserva però parecchi che al Marc,
mancano (contrassegnati coi n.' 218-287 nella
tavola del G.), come pure contiene lettere ed
altri scritti di re Roberto, che nel Marc, non
si trovano. Complessivamente ci sono rimaste
2S9 prediche dell'Angioino ; ma esse hanno, a
giudizio del G. (p. 47), un contenuto troppo
esclusivamente teologico e scolastico, perché
possa sembrare utile od opportuno richiamarle
ora alla luce. Due sole ne erano pubblicate
sin qui: 1' una dal Fantuzzi, nelle Notizie d.
scrittori Bolognesi {Senno in couiinendationem
civitatis Bononìe) \ l'altra, dal Siracusa nella
monografia su L' ingegno, il sapere e gl'inten-
dimenti di Roberto d'Atigiò (Palermo, 1S91). Il
G. ne aggiunge qui una terza (pp. 69-70), tolta
dal cod. dell'Angelica; e forse la scelta —
sopra tutto tra i sermoni che costituiscono nel
cod. Marciano la terza parte, e che sono spesso
rivolti a papi, principi e personaggi storici —
avrebbe potuto essere meno parca.
Qualche svista o errore di lettura è incorso
nella tavola del cod. Marciano. Cosi la rubrica
del sermone che trovasi a p, 70 del codice
(giacché il cod. INIarc. è numerato originaria-
mente a pagine, non a fogli) deve leggersi :
De beatis Januario, Dyonisio, Mi tv io aquensi
[cioè s. Mi trio, protettore di Aix in Provenza
{Aguae Se.vtiae)] episcopo, ecc., e non Dionysio
martire Aquilejensi (p, 50, n.° 71), santo
ignoto all'agiografia. — A p. 259 del codice la
didascalia non può leggersi interamente perché
alcune parole andarono perdute o mutilate colla
raffilatura del volume, ma certo deve leggersi ^/^^;«
facturiis invece di constitutus, in capella regine
invece di /;; capella regia, e decreuit invece di
dedecuit (p. 56, n.o 162). — A p. 272 il cod.
ha correttamente Carmelitarum, e non Carme-
litorum (p. 56, n.*' 165). — A p. 57 il G. in-
dica due sermoni (n.ì 167-168) come esistenti
a p. 2^9 del cod., mentre trovansi a p. 2'/^
(non avendo forse interpretato esattamente le
citre arabiche del ms.) ; e nel secondo di questi
[168] non si comprende la ragione dei puntini,
collocati dopo regis, mentre il codice legge
chiaramente : Sermo illustrissimi Regis Jeru-
salein et Sicilie qui referendus est sanctimotiia-
libus sancte Clare. — A p. 285 il cod. legge
correttamente : compositus ab ili.'"" rege [eru-
salevi et Sicilie die sue festiuitatis inceptiis, in
quo servatur modus alter quam in aliis ,
ecc., e non queni in aliis, come stampa il
G. (p. 57, n.° 174). — A p. 309 del cod. deve
certamente leggersi certis civibus Neapolis, in
luogo di cunctis civibus N. (p. 57, n.^ 176). —
^ P- 345) Sermo in proniotione inanascalie ,
e non mar ascali e (p. 59, n." 187). — A p. 61,
n." 203, il G. stampa: Sermo quem rex fecit
cum dominum S . de Sinopolo insignivit ipsius
loci Ululo comitatus, ed alla iniziale 6". annota:
« Der Name ist nicht zu entziffern ». Il cod.
reca invece assai leggibilmente : Guillelmum
de Synopolo (p. 366). — A p. 61, n.» 209, il
G. stampa : die beatortcm imm. [?] (anche il
punto interrogativo è del G.) Johannis et Pauli,
mentre il còd. ha chiaramente (p. 372) : ntrm.
= ìiiartirum, ecc.
190. OberdoRFER (Aldo), Per V edizione
critica delle ' Canzonette ' di Leonardo
Giicstiniano ; in Giorn. stor. d. lettera-
tura ital., voL LVII ( 1 9 1 1 ), pp. 193-217.
Il dott. O., che già altra volta ebbe occa-
sione di occuparsi Di Leonardo Giustiniano
umanista (in Giorn. stor., voi. LVI [1910],
pp. 107-120), e di Alcune lettere ined. di
L. Giustiniano [cfr. n." 97 di questo Boll.'],
pone qui ad esame una delle questioni più
diftìcili che si riferiscono alla produzione poe-
tica volgare di lui : cioè i criteri che possono
servirci di guida per discernere, in servigio di
una futura edizione critica delle Canzonette, le
poesie che possono fondatamente riferirsi al
rimatore veneziano, da quelle di imitatori con-
temporanei, che gli furono a torto attribuite.
Ma ciò, confessa schiettamente l'O., sarà cosa
assai ardua. « Se per preparare (egli scrive)
una Qoscienziosa edizione critica delle Canzo-
nette giustinianee io credo possibile fino ad un
certo punto e assolutamente doveroso liberare
il canzoniere da quelle composizioni che solo
r ignoranza degli amanuensi o la negligenza
276
CARLO FRATI
'".'iV,
"S'V" ''^*^'
~»,fr -^,—
-^
4.u.rrtV> WJ"» T"' '^•^» -"OnSfr,/.
<->o«w.— tlHCiti»» -»».rn(t^ i'
.r.->n»ti «%*''«^ ^«"i- (,' (>^ fR.twntt»
t<nr<8* *?»Til»ti crr«i
^ir«io -v»'«9t «r-^.H»
-j..c9^
rf^<n -miflJ--S(V"(Tìnt(
^^m -minV-S(V"(«iut(
,%K! ««€<(>o ^(Ti» ■^<iri»p tuia
,.-1, rft«-e«-H^ fl'nr.'fl ^n.-. -,-rr ,
9«i-n c>or?« '**^*T^ mno.t dx-yvtcwirAHo
Leonardo Giustiniano, Canzonette (cod. datato i444)-
Cod. Marc. It. IX. 346 (ff. i-'' e 2=^). Cfr. n." 190.
dell'editore vi hanno lasciato finora, credo quella degli imitatori. Qualche cosa potrà, forse,
d'altra parte impossibile distinguere nel corpo dire la metrica; qualche altra piccola cosa, lo
della maggior raccolta di liriche giustinianee studio del contenuto ; ma quando, dopo aver
(il codice Palatino 213) l'opera del poeta da distinto, ordinato, vagliato tutto .1 materiale
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO MARCIANO
277
si volesse venire ad una retta divisione tra d' appoggio veramente saldo » (pp. 196-97).
l'opera del poeta e quella degli imitatori, ci Alle ragioni intrinseche di tale difficoltà se ne
s'accorgerebbe di non avere un solo punto ] aggiungono anche talune estrinseche : il fatto,
^'
_ mm^ms m iiiBiiiiii i iMi i in ii i i i ii ii^
C^'he merco vntrtftxf pianto
k.€- uiCTiTTie'C'W {paxjJixy
^aua^i- trato a/tn. fciH'tffzi tcted
'£>cltc f^-ne ticncjcft^i—
)onct-cl€rlTn re» ctrre '
'f {o {u-rri Id-ma-rit^-tc c'^cber tn mcrvo
fOo . iTrt%oU^tct O a^ytO sii rr\\p t.^-y-Cnco, ,
, ^^l •m'.o \.ijU\.cr colorici.
oro
lelli^ Jenni U'^ndra^ titp^iovillt
CJndi -vt-iOriÀo bttt-riO tTUCUO a/tTO Z^otrtjo
Leonardo Giustiniano, Canzonette. — Cod. Marc. It. IX. 486 (f. 30), Cfr. n." 190.
ad es., che dei quattro codici più importanti,
che contengono in tutto o in parte il Canzo-
niere del G. (di cui due sono marciani) nep-
pur uno reca il nome dell'autore. L'O. co-
nosce e prende in esame nel suo studio quat-
tro codici Marciani (p. 211 ?/,) ; e di essi « il
CARLO FRATI
più antico... che ci abbia consenato poesie
del Giustiniano » (p. 207) è : i) il Marc. li.
IX. 346, che reca la data 1444, e fu scritto a
Venezia, o almeno da un Veneziano, quando
il G. era ancora vivente. « Senza dubbio
(scrive l'a.), per l'epoca in cui fu scritto..., il
codice non solo è degno della massima atten-
zione, ma potrebbe a dirittura essere deside-
rato, per la parte di canzonette che contiene,
come base d' una futura edizione critica, se
non gli scemasse a poco a poco importanza
r osservare la rozzezza della grafia, gli errori
d'ogni genere, frequentissimi e grossolani, le
molte ed evidenti trasposizioni materiali, il ri-
petersi delle stesse poesie. Dalle quali ripeti-
zioni, e dalle varianti talvolta notevoli che cor-
rono fra i testi p. e. della \'II e della XVI,
è resa sempre più verosimile la supposizione...,
che le poesie qui contenute non fossero tra-
scritte da altro codice, ma raccolte dalla me-
moria e fermate sulla carta, per non dimenti-
carle, da qualche popolano — su questo non
mi pare ci possa essere dubbio — che le
cantasse per diletto o per mestiere. Che se
ciò fosse vero, non occorrerebbe dimostrare la
pochissima sicurezza che offrirebbe, per quanto
antica, questa redazione, che ci mostra le poesie
non certamente come furono scritte dall'au-
tore, ma come s'erano ridotte nella tradizione
orale, o nella memoria di chi le scrisse, l'anno
1444 » (pp. 207-0S). Accanto al Marc. It. IX,
346 (= M), deve essere ricordato : 2) il Marc.
IL IX. 486 (=A'), della seconda metà del
sec. XV, che ne segue quasi sempre le va-
rianti (pp. 208-09), e dal quale dipende pure
probabilmente il cod. Landiano della Comu-
nale di Piacenza, fatto conoscere da S. Fermi.
Oltre questi due, che sono tra i Marciani i più
importanti per la costituzione del testo delle
giustiniaue , V O. ricorda pure più sommaria-
mente altri due codici della nostra biblioteca:
3) il Marc. It. IX. 105; e 4) il Marc. It. IX.
no, ove si hanno sparsamente alcune canzo-
nette del G.
L'ultima parte dello scritto dell'O. (pa-
gine 212-17) ^ consacrata alle edizioni del
sec. XV e XV^I, di cui 1' a. ne esamina sei,
dal 14S5 al 1518, veneziane tutte, meno la
prima, mancante di data.
(Continua) Carlo Frati.
Les Romans de chevalerie italiens d'inspiration espagnole
ESSAI DE BIBLIOGRAPHIE
AMADIS DI QAULA*)
Voi XI e XII. (l.ibro X)
ISSI-
LA HISTORIA DE ,; GLI STREXVI E VALOROSI Ij Canali ieri Don
Flotisello di Michea, & || Anassarte, figliuoli del gran Prin- ]| cipe Amadis di Grecia.
RECATA PUR' HORA DA LA : lingua sfiagnuola ne la nostra Italiana. !| [Fle-
uron] [Marque à la Sibylle, droite et tournée à gauche avec la derise habituelle
Qual più fermo è il mio foglio e il mio presagio]. || Col privilegio del sommo Pon-
tefice e dell' Illustriss. |] Senato Veìieto per anni XV.
In-8 de 12 ffnc, 298 fiF., 2 ff. blancs.
*) Continuadon ; v. La Bibliofilia, voi. XIII, pag. 200.
LES ROMANS DE CHEV^ALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 279
Biblioteca regia IMonacensis P. O. hisp, 102"^ [seculement la premier vo-
lume].
Melzi, n.' 771.
F. [a j] Titre. — v"^, blanc.
F. a ij. JVLIVS PAPA HI. |1 MOTV PROPRIO &c.... [Meme privilège
que pour Amadis di Grecia] — F. A iij. A tergo. Anno à Nativitate Domini
millesimo quingentesimo quinquagesimo, Indictione octaua Die nero uigesima
tertia mensis Octob.... Litterae affixae & publicatae fuerunt in locis retroscriptis
per me lacobum Carratum Cursorem. ^Mathurinus magister Cursorum.
F. A iij v", 1550. Die 3. Septembris. In Rogatis.
Che per auttorità di questo Cons. sia concesso al fidel nostro Michele Tra-
mezzino, che alcuno senza permissione sua per Anni XV prossimi non possa
stampar, ne fare stampar, ne uender in questa nostra Città ne in alcun luogo
del Dominio nostro anchora che fossero stampate altrove l'opera di don Fiori-
scilo di Nichea, don Silues de la Selua tradotti dal Spagnuolo col resto di tutta
l'opera di Amadis di Gaula sotto pena al contrafacente di perder l'opra & di
Due. 200 da esser diuisa per terzo fra l'accusatore e '1 magistrato, che farà
r essecutione, & il supplicante essendo però obligato il sopradetto Michele d'os-
seruare quello che per le nostre leggi è disposto in materia di stampe.
F. a iiij. TAVOLA DI QUELLO CHE IN || qiiesia historia di don Florisello
si contiene. NEL PRIMO LIBRO.
Come la Reina Laura partorì duo figliuoli, che furono il Principe Anas-
sarte, e la Infanta Alastrasserea ; e come ne scrisse toste in uarie parti del
mondo. Cap. I.
Come il Principe Anassarte, e la Infanta Alastrasserea entrarono ne la Persia,
e de la auentura strana, che ritrouarono. Cap. II.
Come si spartirono il Principe e la Infanta l'uno da l'altro, e quello, chea
la bella Infanta Alastrasserea auenne. Cap. III.
Di quello, che al ualoroso Anassarte auenne, dopo che egli di sua sorella
si dipartì. Cap. IIII.
Come hauendo il Principe Anassarte, e sua sorella scritto una lettera à
gli popoli de la ualle del lago de le rocche, gli hebbero tutti in poter loro.
Cap. V.
Come don Florisello di Nichea nacque, e come venuto in età si aviò con la
pastorella Siluia à cercare de l'auentura de lo specchio di amore. Cap. VI.
Come don Florisello accapo la auentura de lo specchio di Amore. Cap. VII,
Come don Florisello accapata la auentura de lo specchio di Amore fece una
cruda battaglia col padre di Furior Cornelio, e con duo altri giganti, e come
Siluia medesimamente accapo la auentura. Cap. VIII.
Come il Re di Francia mandò ne la gran Bertagna per la Principessa Lu-
cela sua figlia. Cap. IX.
Come la Principessa Arlanda mandò una sua donzella con una lettera à don
Florisello, e de la risposta che costui le fece. Cap. X.
Come la bella Arlanda hebbe gran despiacere di quel che don Florisello
le scrisse, e come ad una sua cugina si scouerse, e del consiglio, che ne hebbe.
Cap. XI.
28o HUGUES VAGANAY
Come la Principessa Arlanda si discouerse à don Florisello, e come sot-
tilmente r ingannò, e reconne i suoi disordinati desiderij à fine. Cap. XII.
Come per una strana auentura si discouerse à don Florisello 1' inganno che
la Principessa Arlanda di notte li faceua. Cap. XIII.
Come una donzella racconta à don Florisello la gran crudeltà di Manatiles
Re di Epiro, e de 1' incantamento sopra questa crudeltà fatto. Cap. XIIII.
Come don Florisello andò a prouarsi ne la auentura di ]\Ianatiles Re di
Epiro; e quello, che ini con Siluia uide, & udì. Cap, XV.
Come la Infanta Galatea, e '1 Principe Arpilior furono di quello inganno per
Siluia e per don Florisello sgannati. Cap. XVI.
Come per cagione di Darinello il Re Manatiles seppe come don Flori-
sello staua ne la stanza del fonte ; e come si ordinò quiui una nuova auentura.
Cap. XVII.
Come partendo dì Epiro don Florisello ritrouò una strana auentura nel regno
di Calidonia. Cap. XVIII.
Come uolendo don Florisello prouarsi ne la auentura de la Duchessa Ar-
mida, giostrò con un caualliero sconosciuto ; e quello che li auenne. Cap. XIX.
Come Siluia fece à don Florisello palese il suo core ; & come per una di-
sgratia si separarono 1' uno da 1' altro ; e quello che à la uaga pastorella auenne.
Cap. XX.
Come Siluia si uolse ammazzare al fonte de gli Amori di Anastarasso, e per
la sopragiunta de la Infanta Alastrasserea si riconfortò ; la quale de que' mal-
uagi, che la seguiuano, la difese. Cap. XXI.
Come la Infanta Alastrasserea e Siluia uidero uenire da la città di Xichea
un carro con molta maestà; e quello che qui con molti cauallieri la Infanta
ualorosamente oprò. Cap. XXII.
Come tutti questi cauallieri & alte donzelle andauano à l'inferno di Ana-
starasso. Cap. XXIII.
Come la Infanta Alastrasserea stette con gran piacere presso al fonte con le
Infante del carro ; e di quello, che qui si ragionò fra loro. Cap. XXI III.
Come questi signori, & Infante si prouarono ne la auentura di Anastaresso;
e quello che ne successe, accapandola Alastrasserea, e Siluia. Cap. XXV.
Come Siluia fu conosciuta per quella che era ; e de la festa e piacere
grande che ne sentì Anastarasso, per hauere così fatta donzella per moglie.
Cap. XXVI.
Come don Florisello & Darinello giunsero nel regno di Apollonia, e come
qui de la bella Helena il caualliero s' innamorò per un strano modo. Cap. XXVII.
Come la Infanta Helena, e Fimbria restarono in gran pensiero per don Flo-
risello ; e come s'incominciò à pratticare l'amor loro. Cap. XXVIII.
Come Darinello ritornò per la risposta de la Infanta Helena, e la hebbe;
e quello, che costei al caualliero riscrisse. Cap. XXIX.
Come Helena, e Fimbria ne andarono à l'heremo de l'Alameda; e del
modo nelquale ritrouarono don Florisello, e de la lettera, che egli fatta haueua.
Cap. XXX.
Come don Florisello puote parlare à l'Infanta Helena, e de la secreta prat-
tica, che tenne molti di seco. Cap. XXXI.
LES ROMAXS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 281
Come Helena fece intendere à don Florisello, che l'auolo suo mandaua per
lei, perche s' hauea da prouare ne la corte una strana auentura d' una tenda di
cristallo. Cap. XXXII.
Come don Florisello hebbe una lettera di Siluia, e de la gran festa, che
ne fece Darinello, il quale si partì tosto per andare à trovarla. Cap. XXXIII.
Come dopo la partenza di Darinello, don Florisello hebbe una desperata
contesa con un ualente caualliero ; e come al fine si riconobbero insieme. Ca-
pitolo XXXIIII.
Come il Principe don Brian prouò la auentura de la tenda di cristallo, e quello,
che ne lì auenne. Cap. XXXV.
Come ne la festa de le nozze dì Siluia giunse Darinello ; e quello, che fu
con luì fatto, e con la lettra, che giunse ancho poco appresso, di don Florisello.
Cap. XXXVI.
Come il forte Anassarte si dipartisse da Alastrassarea sua sorella ; e di
quello che in questo uiaggio gli auenne. Cap. XXXVII.
Come il Principe Anassarte montò nel castello delle marauiglie d'Amore, e
quello che oprò contra il signore ìstesso de V Isola per uendicare la Infanta dì
Cipro. Cap. XXXVIII.
Come la Infanta Artimira seguì il Principe Anassarte, il quale trouandosì
in gran pericolo de la ulta fu dal Re di Cipro soccorso. Cap. XXXIX.
Come il Principe Anassarte si prouò ne la auentura de le marauiglie di
Amore, e quello, che ui uide & che ne gli auenne Cap. XL.
Come don Fioriscilo per una certa auentura ritornò à lo specchio d'Amore,
e come uì fu tradito e fatto prigione di Arlanda ; ma egli si finse esse Alastras-
serea. Cap. XLI.
Come don Florisello fu condotto à la Principessa Arlanda ; e dì quello, che
stando con esso lei ìsconosciuto ui passò. Cap. XLII.
Come la Infanta Alastrasserea giunse à la fontana de 1' eremitaggio de
la Alameda ; e quello, che con la Infanta Helena e con Timbria passò. Capi-
tolo XLIII.
Come la Infanta Alastrasserea ritrouò causalmente caualcando una strana
auentura nel regno di Tracia. Cap. XLIIII.
Come Estibello de le Arti mandò un nano con una lettera à la Principessa
Arlanda. Cap. XLV.
Come la Infanta Helena e Timbria hebbero da le due donzelle la lettera de
la Infanta Alastrasserea ; e dì quello, che fra costoro passò. Cap. XLVI.
Come la Principessa Arlanda hebbe noua, che era stata accapata la auen-
tura de lo specchio di Amore: e di quello che oprò, quando s'accorse, che le era
don Florisello uscito di mano. Cap. XLVII.
Come la Infanta Alastrasserea fu da una tempesta di mare trasportata in
un paese doue ritrouò un strano incantamento, e ui uide gran cose. Cap. XLVIII.
Come don Florisello partito da Arlanda Bebbe di un nano una lettera ;
e come si pose à guardare la auentura de la torre de 1' Vnìverso. Cap. XLIX.
Come don Florisello guardando la torre de 1' Vniuerso, giostrò con molti
cauallierì, e fra gli altri con Anastarasso ; e come si scouerse à Darinello.
Cap. L.
La Bibliofilia, anno XHI, dispensa 7»-S» 35
HUGUES VAGANAY
Come don Florisello guardando la torre de l' Vniverso combattè con un
ualente caualliero strano ; e quello che ne seguì ; disencantandosi quelli Principi,
che ne la torre incantati erano. Cap. LI.
Come Darinello giunse in Apollonia e diede à la Infanta Helena la lettera ;
e quello che fra loro passò. Cap. LII.
Come don Florisello stando ferito ragionò à lungo con Siluia, e come
hebbe la lettera, che la Principessa Helena per Darinello li mandò. Cap. LUI.
Come la Infanta Alastrasserea fu da una tempesta condotta ne l' Isola di
Colcos, e de la grande e bella auentura, che ui ritrouò, Cap. LIIII.
Come don Florisello per tempesta giunse à l' Isola di Colcos, e come per
seruigio de la Infanta Alastrasserea egli si finse essere lei. Cap. LV.
Come la Infanta Alastrasserea uisitò sola don Florisello e come fu per or-
dine di questo caualliero fatta lasciare in sua libertà del Principe don Falanges.
Cap. LVI.
Come don Florisello scouerse al Principe don Falanges la fittione di Alastras-
serea ; e quello, che dopo un loro ragionamento seguì fra loro. Capitolo LVII.
Come il Principe Anassarte ritrouò presso un fonte una compagnia di don-
zelle bellissime. Cap. LVIII.
Come il Principe Anassarte si scouerse con la Infanta Artimira, e la mandò
con una lettera à la Principessa Oriana. Cap. LIX.
Come la Infanta Artimira ritorno con la risposta al Principe Anassarte ;
e di quello, che in questa prattica de l'amore di Oriana poi succedette. Cap. LX.
Come don Florisello, e don Falanges di Astra giunsero al regno di Apollo-
nia, e come si ritrouò à parlamento con Helena l'amante suo. Cap. LXI.
Come don Florisello andò ad intendere la risposta, che li doueua fare la
Principessa Helena : e quello che fra loro finalmente seguì. Cap. LXII.
Come la Infanta Timbria consolò Helena ; e quello che lasciarono scritto,
partendosi uia con don Florisello. Cap. LXIII.
Come don Florisello e don Falanges furono da la tempesta in Apollonia ri-
condotti ; e del pericolo grande nel quale si ritrouarono. Cap. LXIIII.
Come don Lucidoro scrisse à la Infanta Alastrasserea, e la risposta, che
gli ne hebbe. Cap. LXV.
Come r armata de la Infanta Alastrasserea e di don Florisello fu per per-
dersi in mare, e come poi giunsero nel regno di Nichea. Cap. LXVI.
Come inteso don Florisello e compagni de la auentura de la tenda, che in
Nichea giunta era, ui andarono isconosciuti à prouaruisi : e di quello, che loro
ne auenne. Cap. LXVII.
Come si accapo la auentura de la tenda di cristallo, e la donzella incantata
si accasò con un de' quattro fratelli suoi amanti. Cap. LXVIII.
Come il Principe don P'iorisello parlò à la Infanta Alastrasserea sopra il
negotio del Principe don Falanges. Cap. LXIX.
Come giunse la nuoua del disincantamento de la torre de 1' Vniuerso à la
Principessa Arlanda, con la lettera di don Florisello. Cap. LXX.
NEL SECONDO LIBRO.
Come giunse nel Regno di Apollonia il forte Brimarte ; e del conseglio,
che fu fatto sopra la rapina di Helena sua figlia Cap. I.
LES ROMANS DE CHEVALERIE ITALIENS D' INSPIRATION ESPAGNOLE 283
Come il Conte di Armina ritornò con la risposta di don Florisello ; e
quello, che ne disse Brimarte prima, e poi don Lucidoro. Cap. IL
Come don Lucidoro mandò una lettera di disfida à don Florisello ; e de la
risposta, che ne hebbe. Cap. III.
Come il Principe don Falanges per andare dietro ad un falcone, si appartò
de la compagnia, per cagione di una certa aventura. Cap. IIII.
Come giunti al castello de 1' auentura de l' Idolo, don Falanges si prouò,
e uinse i tre cauallieri de la guardia ; e di quello, che nel castello uidero.
Cap. V.
Come dopo la partenza di don Falanges di Costantinopoli, passarono in
quella corte alcune cose. Cap. VI.
Come don Florisello andò cercando di Gariantero, e di don Falanges, e de
le auenture, che in questa andata gli accaderono. Cap. VII.
Come Astibello da le arti consolò Arlanda ; e come ella diede libertà à
don Florisello, & à don Falanges. Cap. Vili.
Come la Reina Zaara, e i figli suoi partirono con una armata la uolta
di AppoUonia ; e di una strana auentura, che per camino ritrouarono. Cap. IX.
Come il forte Anassarte passò nel palagio indorato, e de le gran maraui-
glie, che iui uide. Cap. X.
Come la Infanta Alastrasserea seguì dietro al suo fratello Anassarte, e
diede à quella auentura fine. Cap. XI.
Come le armate, che uenìuano in soccorso di don Florisello, comparsero à
uista de la città di Costantinopoli. Cap. XII.
Come la armata di don Lucidoro giunse à uista de la città di Costantino-
poli ; e i Greci uolsero loro uietare il prendere terra. Cap. XIII.
Come r essercito di don Lucidoro prese terra, e con quanta maestà la
Reina Zaara, e i figli suoi uscirono in campagna. Cap. XIIII.
Come fu fatta battaglia fra questi duo potenti esserciti ; e de le orationi,
che i loro generali fecero, prima che s' attaccasse il fatto d' arme. Cap. XV.
Come gran pianti si fecero per quelli, che morti erano, e come si fece tre-
gua per trenta dì per sepelire i morti. Cap. XVI.
Come Sizìrfano Re de' Scithi, o don Frises di Lusitania mandarono à
disfidare Amadis di Grecia, e don Florisello à uinti per uinti ; e come s' accettò
la disfida. Cap. XVII.
Come giunse nel porto di Costantinopoli di notte una grossa e bella ar-
mata : onde nacque ne la città gran spauento di questa improuisa giunta di
tanti uascelli. Cap. XVIII.
Come la Infanta Alastrasserea mandò per una lettera a disfidare il Principe
don Falanges ; e de la risposta che costui le fece. Cap. XIX.
Come si fece la battaglia de li uinti per uinti, e quello, che ne riuscì.
Cap. XX.
Come Macartes Re di Tiro mandò una lettera di disfida al Re Amadis.
Cap. XXI.
Come uenne ne la corte di Costantinopoli una donzella stranamente uestita
con una carta de la bella Reina Cleofila. Cap. XXII.
Come la Reina Cleofila hebbe gran piacere de la risposta, che la sua don-
284 HUGUES VAGANAY
zella le portò ; e come fu da i Principi di amendue gli esserci ti con grande
honore riceuuta. Cap. XXIII.
Come il Re Amadis fece col Re di Tiro battaglia, e di quello che ne suc-
cesse. Cap. XXIIII.
Come la Reina Cleofìla si sentia seco istessa confusa, e di quello, che parlò
dinanzi à i Principi Greci prima che si partisse. Cap. XXV.
Come i Principi Greci deliberarono, che innanzi à la battaglia don Fiori-
scilo parlasse à don Lucidoro : e come furono ordinate le schiere in amendue gli
esserciti. Cap. XXVI.
Come si rinouello 1' antica piaga di Amadis di Grecia per la bella Lucela ;
e come don Fioriscilo prima che si desse la battaglia, parlò à don Lucidoro di
pace. Cap. XXVII.
Come prima che si facesse il fatto d' arme, apparsero alcuni strani pro-
digi] ; e come fatte le orationi da i Capitani de gì' esserciti si diede la battaglia.
Cap. XXVIII.
Come il Re Breo pensò di tradire il campo amico ; e come il Re Amadis
deliberò di assalire il campo nemico la mattina innanzi dì. Cap. XXIX.
Come i Principi Greci uscirono di notte con intentione di dare sopra il
campo de gì' inimici loro, e di quello che ne successe. Cap. XXX.
Come ritornati i Principi Greci ne la città, Helena faceua gran lamenti; e
come fu dato à don Lucidoro moglie. Cap. XXXI.
Come Silerfìa donzella de la Reina Cleofìla fece un generoso atto liberando
la signora sua di potere d' un cugino del Re Breo ; e del soccorso, che Amadis
di Grecia le diede. Cap. XXXII.
Come hauendo Amadis di Grecia rotti i Russiani, si appartò da Fulortino ;
e di quello che gli auenne. Cap. XXXIII.
Come Amadis di Grecia passò quella solitudine col donzello don Florar-
lano. Cap. XXXIIII.
Come il donzello Florarlano menò Amadis di Grecia a uedcre i feriti di
Armida ; e di quello, che costui ui uide. Cap. XXXV.
Come Amadis di Grecia si prouò ne 1' auentura di Armida ; e di quello,
che ne gli auenne. Cap. XXXVI.
Come la Principessa Armida ritrouando Amadis di Grecia duro al suo uo-
lere, restò incantata ; come furono tutti gli altri disincantati. Cap. XXXVII.
Come sentendo il Principe Anassarte molta pena, hebbe pur finalmente
commodità di parlare à la sua bella Oriana. Cap. XXXVIII.
Come don Fioriscilo, e don Falanges giunsero nell' Isola di Guindacia ; e
de la strana auentura, che ui ritrovaro. Cap. XXXIX.
Come don Fioriscilo, e don Falanges si posero in potere de la Reina Si-
donia, e de le carezze, che ne hebbero, per un disegno, che ella in testa posto
s' haveva. Cap. XL.
Come don Florisello e don Falanges si ritrouarono in gran pericolo
per cagion de la Reina Sidonia, e de le sue leggi ; e come se ne risoluettero.
Cap. XLI.
Come uenne uno ambasciatore à chiedere tributo a la Reina Sidonia ; e di
quello, che il Principe Moraizello rispose. Cap. XLII.
LES ROMAxNS DE CHEVALERIE ITALIENS D'INSPIRATION ESPAGNOLE 285
Come Moraizello e don Falanges combattendo col Re Alastradolfo e '1 fra.
tello, lì uinsero ; e di quello, che appresso ne succedette. Cap. XLIII.
Come il principe Zairo s' auenne con un caualliero sciocco : e di quello, che
gliene succedette. Cap. XLIIII.
Come il Principe Zairo andò nel castello, doue quella donna traditora al
suo marito si ritrouaua : e quello, che ne gli auenne. Cap. XLV.
Come udendo la bella Oriana partire per Babilonia a suo padre, la Infanta
Artimira uenne ne la corte da parte di Anassarte ; e quello che pubblicamente
disse. Cap. XLVI.
Come don Luciderò con la Principessa Lucela sua sorella sì partì con
grossa armata la uolta di Costantinopoli, per fare le sue nozze, e di quello, che
per viaggio loro incontrò. Cap. XLVII.
Come la Principessa Lucela prouò l' aventura di Armida, e disincantò
Amadis di Grecia con la Duchessa e con tutte 1' altre, che incantate ui erano .
Cap. XLVIII.
Come il Principe Amadis di Grecia arriuò in una Isola, e del gran peri-
colo, nel quale si ritrouò. Cap. XLIX.
Come la Infanta Artimira parlò in mare à la bella Oriana ; e del gran pe-
ricolo, nel quale sì ritrovarono ; e come liberate ne furono. Cap. L.
Come la Principessa Lucela & Arlanda furono con la Duchessa Armida
rubata ; e di quello, che auenne ne 1' essere liberate. Cap. LI.
Come le naui, dove questi Principi & Principesse andauano, capitarono
in una Isola ; e de la strana, e marauigliosa auentura, che ui ritrouarono.
Cap. LII.
Come quelle signore, che erano restate presso al mare, uennero doue que-
sta battaglia fatta s' era ; e de' pietosi lamenti, che qui si fecero, con tutto quello
che appresso ne seguì. Cap. LUI.
Come e per qual uia potè la fortuna condurre qui questi Principi insieme.
Cap. LIIIL
Come giunti tutti questi Principi sul porto di Costantinopoli, don Luciderò
smontò à terra, e portò la noua de la lor venuta, e diede conto di tutto il pas-
sato. Cap. LV.
Come il donzello don Florarlano si presentò dinanzi a i Principi de
la Grecia con una lettra ; con laquale pose molta alteratione in quella corte.
Cap. LVI.
Come il Re Amadis, e don Falanges, e la Infanta Alastrasserea, e don
Fioriscilo s' andarono à prouare con le guardie de le quattro spianate, e di quello,
che loro auenne. Cap. LVII.
Come la Infanta Alastrasserea con bella arte ingannò, e uinse il Duca, e
con r aiuto de' compagni prese il castello de le quattro spianate, doue era Ar-
landa prigione. Cap. LVIII.
Come don Florisello uscì armato à riceuere il cugin del Duca, eh' era re-
stato uiuo : e come uenuto don Florarlano nel castello, fece di questa uittoria
gran festa. Cap. LIX.
Come il Re di Tracia uenne nel castello de le quattro spianate, senza nulla
sapere di quanto passato ui era ; e che ne successe. Cap. LX.
286 HUGUES VAGANAY
Come il donzello don Florarlano ne andò con le liete nouelle in Costanti-
nopoli : e di quello, che in questa corte si passò dopo la uenuta del Re Amadis
e compagni. Gap. LXI.
Come si fecero gli sponsalitij di questi Principi secondo che era stato ap-
puntato : e di quello, che gli sposi con le spose loro passarono. Cap. LXII.
Come gli sposi novelli uidero la messa ; e de la gran festa, che vi si fece.
Cap. LXIII.
Come le donzelle de la Reina Sìdonia usarono un strano atto ne la corte
di Costantinopoli, e quello, che don Florisello ne ragionò, con quanto seguì dopo
la partenza del Re Amadis, e di quelli Maghi. Cap. LXIIII.
Il fine de la tauola.
F. [b iijl ALLA MOLTO MA- jj gnifica Madonna Lucretia Coga, || Michele
Tramezzino.
Ogni uolta che uien